Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: heliodor    23/08/2018    1 recensioni
Joyce è nata senza poteri in un mondo dove la stregoneria regna sovrana. Figlia di potenti stregoni, è cresciuta al riparo dai pericoli del mondo esterno, sognando l'avventura della sua vita tra principi valorosi e duelli magici.
Quando scoppia la guerra contro l'arcistregone Malag, Joyce prende una decisione: imparerà la magia proibita per seguire il suo destino, anche se questo potrebbe costarle la vita...
Tra guerre, tradimenti, amori cortesi e duelli magici Joyce forgerà il suo destino e quello di un intero mondo.
Fate un bel respiro, rilassatevi e gettatevi a capofitto nell'avventura più fitta. Joyce vi terrà compagnia a lungo su queste pagine.
Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Il torneo

 
"Lurgan di Singripur" disse il messaggero fermandosi davanti alle guardie.
I soldati gli bloccarono il passo mettendo le loro lance tra lui e Bryce.
Per l'ennesima volta pensò che tutto quello era esagerato e che c'era qualcosa di sbagliato, ma non poté fare molto altro che lamentarsene dentro di sé.
Non voleva offendere la regina Skeli e se lei pensava che avesse bisogno di una scorta mentre soggiornava a Orfar, non sarebbe stato saggio mostrasi ingrati.
"Desidera parlarti" proseguì il messaggero.
Bryce fece un cenno alle guardie. "Fatelo passare."
"Mia signora" disse il comandante dei soldati di Orfar. "Permettimi di consigliarti prudenza."
"Perché?" fece Bryce.
"Questo Lurgan è una persona infida, come tutti gli abitanti di Singripur."
"Come osate?" fece il messaggero. "Riferirò le tue parole al mio signore. Quando lo verrà a sapere, esigerà la tua testa su un vassoio d'argento."
"Sarò io a staccare la tua se non te ne andrai subito" rispose il comandante delle guardie.
"Le vostre teste resteranno al loro posto" disse Bryce alzando la voce. "A meno che non sia io a farle rotolare" aggiunse.
"Mia signora" fece il comandante delle guardie.
"Tamaros" disse Bryce con tono più calmo. "Comprendo il tuo desiderio di proteggermi."
"Ho degli ordini da eseguire" disse il soldato.
Allora non tieni molto a me, pensò Bryce.
"Come dicevo, comprendo il fatto che hai ricevuto ordini precisi, ma non puoi allontanare tutti quelli che vogliono parlamentare con me. Devo pur consultarmi con i nostri alleati."
Tamaros sembrò esitare. "Ma la regina Skeli..."
"Ne parlerò io con lei. Sa bene che non posso starmene qui senza fare niente mentre i nostri alleati chiedono udienza. Ora fai venire avanti il messaggero del nobile Lurgan."
Tamaros si fece da parte e lasciò che il messaggero passasse.
"Io ti saluto" disse l'uomo inchinandosi.
"Come ti chiami?"
"Il mio nome non ha importanza" rispose l'uomo con deferenza.
"Per me sì" disse Bryce.
Lui sembrò esitare. "Valsan, mia signora."
"Qual è il messaggio del nobile Lurgan, Valsan?"
"Egli desidera cavalcare al tuo fianco quando andrai all'assalto di lord Malag."
Non è detto che ci andrò cavalcando, pensò divertita. In verità spero che si cavalchi ben poco, visto che sono una pessima cavallerizza. E se anche dovesse accadere, non so se ci sarà uno scontro a cavallo con Malag.
"È ancora presto per dirlo" rispose tenendosi sul vago.
"Il nobile Lurgan desidera sapere se potrà cavalcare al tuo fianco, nel caso tu dovessi farlo."
"Ci sono altri che chiedono questo onore."
"Il nobile Lurgan lo sa ed è pronto a sfidare a duello tutti quelli che si sono già fatti avanti."
Ci manca solo questo, pensò Bryce. La nostra alleanza è già abbastanza debole senza duelli e lotte tribali tra i nostri alleati.
"Se tu non prenderai una decisione, ci sarà un torneo per decidere chi avrà questo onore."
"Un torneo? Non credo sia il caso."
"Secondo me è un'ottima idea" disse Vyncent.
Quando è entrato nella mia stanza? Si chiese Bryce.
Tamaros e le guardie avevano l'ordine di lasciarlo passare senza annunciarlo. Forse doveva modificare quell'ordine e renderlo più restrittivo.
"Vyncent, possiamo parlarne più tardi?"
Lui esibì un sorriso accattivante. "Dico solo che un torneo risolverebbe molti problemi, piuttosto che una serie di duelli che potrebbero terminare con morti e vendette sul campo di battaglia."
Ha ragione, pensò Bryce.
"Non posso occuparmene io."
"Lascia fare a me" disse Vyncent. "Di' al nobile Lurgan che colui che avrà l'onore di cavalcare al fianco della strega dorata sarà scelto tramite un torneo."
Bryce annuì. "È così" disse.
Valsan le rivolse un profondo inchino. "Riferirò le tue parole al nobile Lurgan." Girò su se stesso e lasciò la stanza.
Rimasti soli, Bryce scosse la testa. "Non dovevi metterti in mezzo."
"Scusa se l'ho fatto, ma sembravi in difficoltà e ho voluto aiutarti."
"Hai solo complicato di più le cose. Ora lotteranno per cavalcare al mio fianco, come se contasse davvero qualcosa."
"Per loro è importante. Facciamogli credere che lo sia anche per noi."
"Ma un torneo..."
"È un buon compromesso. In un torneo ci sono regole e tutti veglieranno per farle rispettare."
Bryce fece una smorfia. "Non mi piacciono i compromessi."
"Dovrai abituarti a farne parecchi, se vuoi guidare questa alleanza alla vittoria."
Bryce sospirò. Da quando erano arrivati a Orfar non era passato giorno senza qualche incidente.
L'alleanza forgiata da Ronnet e Skeli poteva dissolversi in qualsiasi momento. Solo la sua fama teneva insieme quelle persone che altrimenti si sarebbero odiate e perfino combattute.
"Credevo che solo i Malinor fossero pazzi" disse Bryce. "Invece la follia sembra pervadere l'intero continente. Questa gente si odia per motivi che a me sono sconosciuti. Scoppiano risse ogni ora, sia tra i soldati di città diverse che tra quelli della stessa città. Sono divisi in fazioni interne ai loro stessi regni."
"Il continente vecchio è molto più antico del nostro" disse Vyncent. "È normale che vi siano antiche rivalità mai risolte davvero."
"Andando avanti così, Malag le risolverà una volta per tutte."
"Sta a te impedire che accada."
"Il fatto è che non sono così convinta che sia un bene. Questa gente meriterebbe una lezione che insegni loro che cosa vuol dire collaborare." Scosse la testa. "Scusami, sono stanca e poco lucida. Mi vergogno di quello che ho appena detto."
"Lo penso anche io se può farti stare meglio" disse Vyncent con tono comprensivo.
"Puoi occuparti tu di questa cosa del torneo? Io sono troppo occupata per pensarci."
"Vedrò quello che posso fare, ma anche io ho molto da fare con Bardhian e gli altri."
Ha ragione, pensò Bryce. Sto delegando a loro tutta la fatica, mentre io me ne sto qui a disperarmi.
Erano settimane che non parlava con Djana se non per scambiare due o tre frasi. Quando Erix l'aveva presa come sua protetta, aveva passato con lei interi giorni senza mai lasciarla sola per un attimo.
Bryce l'aveva odiata e amata per quello e ora si rendeva conto di quanto fosse inadeguata per quel compito. Era stata una sciocca a credere di poter essere una buona guida. Per esserlo serviva più dell'abilità nell'arte della stregoneria.
Vyncent era molto più bravo di lei. Sotto la sua guida Bardhian era migliorato a vista d'occhio e in quel momento, stando a quello che lui stesso le raccontava, era ormai al suo livello.
E non era solo diventato più abile, era anche maturato. Ora il suo carattere sembrava più calmo e sereno e meno incline a lasciarsi trascinare dai sentimenti.
Anche Bato era cresciuto sotto la guida di Elvana. Era diventato più sicuro di se e non si tirava indietro quando gli veniva chiesto di fare qualcosa.
Elvana era molto orgogliosa di lui, anche se cercava di non darlo a vedere.
"È solo un bambino troppo cresciuto" diceva quando ne parlava. "Ma sta diventando davvero abile con la ragnatela magica e la corda. Ieri mi ha quasi intrappolata. Quasi, perché l'ho sbaragliato con la mia tecnica segreta" aggiungeva orgogliosa.
Alla fine aveva affidato anche Djana all'amica, pregandola di farle da guida.
"Vedrò di rimediare ai guai che hai combinato" aveva risposto Elvana con finta modestia.
Per quella sera la regina aveva indetto una riunione di guerra. Era la terza da quando era giunta a Orfar, ma sarebbe stata la prima alla quale avrebbero preso parte tutti gli alleati principali dell'alleanza.
Tamaros la scortò di persona nella sala dove si sarebbe tenuta la riunione. Era un ambiente spoglio, come il resto del castello dove la regina e suo figlio abitavano.
Orfar era una città piccola se paragonata a Malinor e Valonde. Persino inferiore a Nazedir, la minore delle grandi città dell'occidente.
La popolazione della federazione era distribuita tra i vari regni. Orfar era il regno dove la popolazione era maggiore, quasi il doppio di Vilamu, la seconda città della regione.
Skeli era a capo di quella fragile unione di città e popoli, prima tra sovrani che si consideravano a lei pari. Con quella guerra voleva riaffermare il suo diritto a guidare la federazione.
E non solo quello.
Lei stessa aveva dichiarato di volere portare Orfar al livello delle grandi città del continente.
Non era un intento moto nobile, ma era comunque una motivazione che la rendeva fedele alla causa comune. Combattere l'armata di Malag che continuava ad avanzare inesorabile verso di loro.
Bryce aveva sperato che re Alion ci ripensasse e decidesse all'ultimo di attaccare la retroguardia nemica, ma non era successo e ora il momento giusto era passato.
C'erano solo loro tra Orfar e l'armata di Malag.
Quando entrò nella sala, vide che Skeli era già presente insieme ad Alyro e Kallia. Ronnet se ne stava in piedi in un angolo, le braccia incrociate sul petto e gli occhi che scrutavano gli altri.
Ames di Thera era un uomo sui quarant'anni, alto e dal viso dai tratti dolci. Non appena la vide entrare la sua espressione divenne severa.
Feanna di Ulir era poco più di un ragazzo, poteva avere l'età di Bardhian o forse qualche luna di meno. Si guardava attorno con aria spaurita. Satak, che non si staccava mai da lui, era un uomo sui trent'anni, alto e sottile come se non mangiasse abbastanza. Il viso scavato e le labbra violacee erano sormontate da un naso adunco e da occhi piccoli e sottili.
Lindila, re di Sibo, era un uomo dall'aspetto malaticcio. Il viso pallido e la pelle macchiata lo facevano assomigliare a uno che fosse sopravvissuto a stento a una grave malattia. Ogni tanto tossiva in un fazzoletto che stringeva sempre nella mano destra.
Gli ultimi due invitati alla riunione erano gli arconti di Vanti, Orinn e Aillinn.
Il primo era un uomo sui trent'anni, alto e dallo sguardo fiero. L'altra era una donna sui venticinque, di piccola statura e dal mento pronunciato.
"Mancavi solo tu, mia cara" disse la regina col solito tono affettato. Sedeva sul largo baldacchino che a stento conteneva la sua mole, coperta di sete e abiti di raso prezioso. Con la mano grassoccia le fece cenno di avvicinarsi. "Siedi alla mia destra, principessa di Valonde."
Bryce la raggiunse con una certa riluttanza.
Ronnet sedette alla sinistra della regina, ma questa lo ignorò. I suoi sorrisi erano tutti per Bryce.
"Come vedi, è arrivato anche il principe di Thera" disse Skeli indicando Ames. "Era l'ultimo a mancare all'appello. Ora l'alleanza è finalmente al completo."
"Era ora" disse Lindila. "Il vostro clima malsano mi sta uccidendo."
Orinn non nascose un sorriso. "Basterebbe uno spiffero di vento a ucciderti, barzim."
"Attento a come parli" lo minacciò Lindila. Subito dopo starnutì nel fazzoletto.
Ronnet si chinò verso di lei. "Barzim è la parola che a Vanti usano per indicare le persone prive di poteri" sussurrò. "È un'offesa piuttosto grave e gratuita."
Bryce si limitò ad annuire.
"Iniziamo la riunione" disse Skeli.

Prossimo Capitolo Domenica 26 Agosto
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: heliodor