Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: heliodor    26/08/2018    2 recensioni
Joyce è nata senza poteri in un mondo dove la stregoneria regna sovrana. Figlia di potenti stregoni, è cresciuta al riparo dai pericoli del mondo esterno, sognando l'avventura della sua vita tra principi valorosi e duelli magici.
Quando scoppia la guerra contro l'arcistregone Malag, Joyce prende una decisione: imparerà la magia proibita per seguire il suo destino, anche se questo potrebbe costarle la vita...
Tra guerre, tradimenti, amori cortesi e duelli magici Joyce forgerà il suo destino e quello di un intero mondo.
Fate un bel respiro, rilassatevi e gettatevi a capofitto nell'avventura più fitta. Joyce vi terrà compagnia a lungo su queste pagine.
Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Piano di battaglia

 
"Come sapete" disse la regina di Orfar. "L'armata nemica ha raggiunto i nostri confini. Stando a quello che ci hanno riferito gli esploratori, si preparano ad attaccare le città fortificate di Angar e Vilamu."
"Dobbiamo difenderle" disse subito Lindila. "Quelle fortezze sono sotto il controllo di Sibo. Sarebbe un grosso errore perderle."
"Attualmente" disse Kallia. "Non abbiamo forze sufficienti per difenderle. Ci sosterà molto di meno far ritirare le due guarnigioni e usarle per pattugliare i confini."
"Credevo che lo scopo di questa alleanza fosse di combattere l'armata di Malag" disse Orinn. "Non di indietreggiare davanti alla loro avanzata."
"A volte è necessario ritirarsi prima di attaccare" disse Alyro.
Orinn fece schioccare le labbra. "Che sciocchezza. Noi di Vanti non indietreggiamo davanti al nemico, nemmeno se ci è superiore di numero. È così che abbiamo difeso i nostri confini per secoli."
"Ma eravate servi dei tiranni di Berger prima che Malinor vi liberasse" disse Satak.
Orinn gli scoccò un'occhiataccia. "Tu sai bene cosa vuol dire essere schiavo di un tiranno, inferiore di Ulir. Non siete forse governati da uno di essi?"
Feanna aprì la bocca per dire qualcosa, ma Satak gli posò una mano sul braccio. "Il nostro tiranno viene eletto dal popolo tra i giovani delle famiglie di alto rango. È solo una carica simbolica, che testimonia nel tempo la nostra fedeltà a quelle che erano le usanze del grande impero."
"Grande impero" disse Orinn con enfasi. "Ne parli come se fosse qualcosa di attuale, invece che un relitto del passato."
"L'impero è ancora vivo nel cuore di molti" rispose Satak.
"Possiamo rimandare a dopo questa discussione?" si intromise Kallia. "Abbiamo cose più importanti di cui parlare al momento. Angar e Vilamu non sono difendibili."
Orinn scosse la testa con vigore.
Kallia lo ignorò e proseguì. "Ma le vendicheremo. La mia proposta è di attaccare l'armata quando sarà sull'altopiano. È un territorio desolato e potremo usare la nostra cavalleria."
"Prima dell'altopiano si trovano Thera e Vanti" disse Ames. "Volete sacrificare anche quelle città?"
"Giusto" fece Orinn.
Ames gli scoccò un'occhiata disgustata.
"Sono città fortificate in grado di reggere l'assalto dell'armata di Malag" disse Kallia. "Noi pensiamo che le ignorerà e passerà oltre."
"Perché dovrebbe farlo?" chiese Ames.
"È Orfar il suo vero obiettivo" disse Alyro col solito tono gracchiante. "Malag sa che solo conquistando la città della regina Skeli riuscirà a piegare la federazione. Se cercherà di conquistare le altre perderà solo tempo e forze quando invece deve risparmiarle per la vera battaglia."
Ames scosse la testa. "L'inverno si sta avvicinando. Malag cercherà di conquistare una o due città per svernare e poi proseguire verso Orfar con rinnovata forza."
"Non lo farà" disse Kallia.
"Come fai a dirlo?"
"Se lo facesse, sarebbe uno sciocco e l'arcistregone non lo è. Ha sconfitto eserciti ben più potenti del nostro."
Lindila lanciò un'esclamazione di sofferenza. "È così che stanno le cose? Non avete fiducia nella vittoria? Allora che cosa ci siamo venuti a fare qui? Torniamocene a casa e difendiamo le nostre città."
Tutti iniziarono a parlare tra loro ad alta voce.
Bryce osservò il viso di Ronnet. Era tranquillo e sembrava godersi la scena, nonostante l'alleanza che aveva tanto voluto rischiava di sgretolarsi da un momento all'altro.
Skeli invece guardava con viso accigliato la scena.
Ronnet si alzò in piedi. "Signori, signore. Nobili convenuti qui a Orfar."
A poco a poco le grida scemarono fino a placarsi del tutto.
"Lasciamo che sia Bryce di Valonde a parlare. Sono certo che lei ha un piano migliore del nostro."
Kallia incrociò le braccia sul petto e la fissò con ostilità.
Così non mi aiuti Ronnet, pensò Bryce.
Ma forse lui non voleva aiutarla, ma metterla alla prova. Come faceva a sapere che aveva un piano?
Bryce si schiarì la gola. "Affrontare Malag in campo aperto è follia."
Kallia scosse la testa con vigore mentre Lindila, Ames e Orinn annuirono scambiandosi occhiate di assenso.
"E attenderlo rinchiusi nelle nostre città sarebbe anche peggio" proseguì Bryce.
"Bryce di Valonde ci prende in giro" disse Orinn.
"Se non possiamo aspettare né combattere" disse Ames serio. "Che cosa dobbiamo fare?"
"Non ho detto di non affrontare l'armata" disse Bryce. "Finora la forza di Malag è nell'intesa che i suoi comandanti hanno. Mentre noi siamo divisi, la sua armata funziona come un corpo unico. È grazie a questo perfetto meccanismo che è stato capace di mettere in difficoltà l'esercito dell'alleanza. Dobbiamo impedirgli di usare la sua forza contro di noi."
"Come?" chiese Ames interessato.
"Dividendo le sue forze" disse Bryce. "Dobbiamo costringerlo a disperdere la sua armata in piccole battaglie isolate senza consentirgli di unire le varie parti del suo esercito. Solo così eviteremo una sconfitta sul campo."
"E poi?" chiese Satak. "Una battaglia o cento che differenza fa? La sua armata è pur sempre superiore alla nostra e prima o poi finirà per prevalere."
"Non se noi decapitiamo l'armata di Malag" disse Bryce.
"Decapitare?" si chiese Kallia guardandosi attorno. "Che intendi dire?"
Quella era la parte più delicata. Bryce ci aveva pensato spesso ed era giunta alla conclusione che era la strategia più efficace per raggiungere la vittoria. "Mentre l'armata di Malag sarà impegnata in decine di piccole battaglie, io guiderò un gruppo scelto di cavalieri e stregoni dietro le linee nemiche, troverò il nascondiglio dell'arcistregone e lo ucciderò. Priva della sua guida, l'armata nemica non avrà altra scelta che arrendersi o venire completamente distrutta."
"È il piano di battaglia più sciocco che abbia mai udito" disse Satak.
"Non c'è onore in una vittoria simile" ringhiò Orinn.
"L'onore non mi interessa" fece Bryce. "Io voglio solo la testa di Malag."
Ronnet si chinò verso di lei. "Credi davvero di poterlo fare? Io ovviamente non verrò con te."
Bryce non aveva idea se potesse riuscirci, ma sapeva che se l'esercito che avevano radunato a Orfar si fosse scontrato in campo aperto con l'armata di Malag, sarebbe stato spazzato via. L'unica possibilità era quella che aveva descritto.
"Come farai a trovare Malag?" chiese Alyro.
"Nessuno sa dove si trovi l'arcistregone" disse Bryce. "Ma non può essere ovunque. Se si trova al seguito della sua armata, dovrà per forza stabilire il campo da qualche parte. Invieremo esploratori e spie per tutto il territorio della federazione e aspetteremo che scoprano dove si nasconde Malag."
"I miei esploratori sono i migliori" disse Lindila. "Conoscono alla perfezione l'altopiano."
"Anche i miei" fece Orinn.
Aillinn gli lanciò un'occhiata dubbiosa.
"I nostri" si affrettò ad aggiungere Orinn.
"E se" disse Alyro. "Nonostante tutti i tuoi sforzi, non riuscissi a trovare l'arcistregone? Se dovesse passare troppo tempo, le nostre forze verrebbero in ogni caso travolte e il tuo piano fallirebbe."
Bryce aveva pensato anche a quella eventualità. "Se non troveremo Malag, farò in modo che sia lui a scoprire dove mi trovo."
"È un piano folle" disse Orinn alzandosi. "Ma visto che sarai tu a rischiae la vita, strega dorata... io lo approvo."
Satak annuì. "Anche noi approviamo."
"Anche io" gli fece eco Ames.
Uno a uno tutti i presenti approvarono il piano.
"Sembrano tutti molto più tranquilli" le sussurrò Ronnet mentre uscivano dalla sala. "Ora che sanno che sarai tu a correre i maggiori rischi."
"Era il minimo che potessi fare dopo averli radunati" disse Bryce.
"Tu non devi niente a queste persone" rispose Ronnet con disgusto. "Nessuno di loro è al tuo livello, ricordalo."
"Che importanza ha?"
"Ne avrà quando sarà il momento" disse il principe di Malinor allontanandosi.
Ames la raggiunse e camminò al suo fianco per alcuni passi. "Stasera mi hai impressionato, Bryce di Valonde" disse l'uomo. "Credevo che le voci su di te fossero solo leggende e invece tieni fede alla tua fama. Permettimi però di darti un consiglio."
"Ti ascolto."
"Scegli con cura le persone che dovranno accompagnarti. Molti sono quelli che ti appoggiano e vorrebbero vederti trionfare, ma c'è sempre qualcuno che invece godrebbe a saperti nella polvere."
"Lo terrò a mente."
"Buon per te" rispose Ames allontanandosi.
Appena tornata alle sue stanze si gettò sul letto senza togliersi i vestiti. Era esausta e il pensiero che nei prossimi giorni non avrebbe avuto un attimo di riposo la faceva stare ancora più male.
Quando erano suo padre ed Erix a guidare l'esercito dell'alleanza, a lei era stato risparmiato il peso del comando. Non doveva elaborare piani o discutere di strategie. Bastava che le dicessero dove andare e cosa fare ed era felice così. Ogni tanto suo padre le chiedeva un consiglio, ma la decisione spettava solo a lui e a nessun altro.
Il pensiero che con le sue parole potesse mandare a morte certa migliaia di soldati e stregoni che contavano su di lei l'atterriva.
Non era come l'aveva immaginato. Non si sentiva simile ai grandi condottieri del passato né agli eroi dei romanzi che guidavano con mano sicura le loro armate in battaglie.
Doveva fare qualcosa per dare una speranza a quella gente che era accorsa lì per lei.
Qualcuno bussò alla porta.
Per un attimo fu tentata di far finta di stare dormendo, ma poi pensò che poteva essere qualcosa di importante.
"Avanti."
Vyncent aprì la porta ed entrò. Aveva il viso scuro e l'espressione tesa. "Non userò un giro di parole" disse chiudendosi la porta alle spalle. "È una follia. Ripensaci."
"Come hai fatto a sapere della riunione?" chiese.
"Ronnet non fa altro che parlarne in giro."
"Idiota" esclamò Bryce. "Non lo sa che è pieno di spie?"
"Il tuo piano non è di farti trovare da Malag?"
"Solo se non riusciremo a trovarlo per primi. Contavo di coglierlo di sorpresa."
Vyncent sbuffò. "Resta un piano assurdo."
"È migliore di quanto tu credi" disse lei senza nascondere la sua irritazione. "E dovresti iniziare a sperare che funzioni, visto che ho intenzione di portarti con me. E non solo tu."
"Immagino che ci sia anche Elvana nei tuoi piani."
Bryce annuì. "E anche Djana e Bato. E Bardhian, se tu dirai che è pronto."
"Non lo è" rispose Vyncent. "E io non posso lasciarlo da solo in battaglia, perciò non contare su di me."
Bryce si sentì colpita da quelle parole.
Stava per replicare, quando Vyncent proseguì dicendo: "E anche Djana e Bato non sono disponibili."
Ora stava iniziando a perdere davvero la pazienza. "Sono ancora io al comando di questo gruppo o sbaglio?"
Vyncent scosse la testa. "Tu comandi l'esercito della federazione e dei suoi alleati. Ora sono io che comando il nostro gruppo e io ho preso questa decisione."
"Di che cosa stai parlando?"
"Del mio piano per salvare Joyce, sempre che sia ancora viva."

Prossimo Capitolo Martedì 28 Agosto
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: heliodor