Serie TV > Supernatural
Segui la storia  |       
Autore: Meramadia94    28/08/2018    3 recensioni
Dean Winchester è un brillante medico, che lavora nell'ospedale gestito dal padre. Malgrado non avesse pensato da sempre di fare il medico è bravo nel suo lavoro, ha un fratello minore che è tutta la sua vita, gode della stima di suo padre e dell'amore di Castiel Novak. Ma la confessione al padre della sua omosessualità e la sua reazione mettono a rischio le sue certezze, che rischiano di non lasciargli scampo quando rimane vittima di un incidente.
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Famiglia Winchester, John Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni, Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Intanto, Sam Winchester, ventidue anni, sul metro e novanta, con gli occhi di un particolare colore che dal bli variava al verde, e dai capelli castani, si stava gustando un frullato alla fragola assieme alla sua fidanzata, Jessica Lee Moore, alla caffetteria dell'università. 
Sam poteva dirsi un ragazzo felice, malgrado non avesse mai avuto occasione di conoscere sua madre, se non dai racconti di sio zio Bobby e di suo fratello maggiore. Aveva scelto una strada che gli piaceva, era benvoluto da tutti i suoi amici, e  da circa un anno e mezzo stava con la ragazza dei suoi sogni. 
Alla quale tra l'altro stava progettando di chiedere di sposarlo, subito dopo la laurea. Aveva già messo gli occhi su un Solitario stupendo... ma che costava un po' troppo. 
Il suo orgoglio gli impediva di chiedere soldi in prestito a Bobby, o al fratello anche se sapeva che non gli avrebbero negato il loro aiuto... e di chiedere in prestito del denaro a suo padre non se ne parlava. Suo padre gli aveva giurato che se si fosse azzardato a scegliere un cammino diverso da quello che lui aveva immaginato per i suoi due figli, non avrebbe dovuto aspettarsi niente da lui.
E Sam da suo padre non voleva niente. 
Perciò aveva firmato dei documenti con i quali si impegnava a pagare l'anello a rate, faceva la cresta sulla spesa, inventava scuse per non uscire con gli amici quando era previsto di andare a mangiare o bere fuori casa, e metteva da parte i soldi per comprare quell'anello a Jessica e chiederle di diventare sua moglie. 
- Allora... oggi finalmente conoscerò il famoso Dean.- fece Jess con un sorriso. 
- Già. Sono certo che andrete d'accordo.- fece Sam - ma non troppo ok? Dean è uno che piace alle donne...-
- Lo so, me l'hai detto... ma io ho occhi solo per te.- fece la bionda avvicinandosi al fidanzato per dargli un bacio - però devo dirtelo... sono molto curiosa di conoscerlo. Ti brillano gli occhi quando parli di lui...- se non avesse scoperto per tempo che erano fratelli, probabilmente avrebbe pensato che fossero fidanzati, che Sam fosse quindi irraggiungibile e si sarebbe limitata ad ammirarlo da lontano, con il cuore a pezzi.
- Già... vedi, Dean... non è solo mio fratello maggiore... quando è morta la mamma, mio padre era sempre in ospedale a lavorare, e non c'era nessuno che si occupasse di noi... era lui che mi metteva a letto la sera, che mi preparava la colazione, che mi controllava i compiti... quando avevo un problema era lui a consigliarmi... o a tirarmi su il morale con qualche battuta cretina...- fece Sam sorridendo al ricordo, e facendo sorridere anche Jessica - ci mancava poco che lo chiamassi papà.
Gli devo tanto. Anzi, tutto quello che sono oggi lo devo solo a lui.- 
- E vostro padre?- fece Jessica - so che lavorano nello stesso ospedale, sarà molto fiero di tutti e due.- 
Sam si stoppò. Non se la sentiva ancora di dirle che suo padre lo aveva messo alla porta perchè si era permesso di pensare con la sua testa.
- Beh... si... lui e Dean vanno molto d'accordo....- 
- E tu invece?- 
- Te l'ho detto. Papà a casa non ci stava mai, si occupava di tutto Dean, e spesso e volentieri era Bobby che badava a tutti e due... è difficile andare d'accordo con una persona che non vedi mai.- 
E sarebbe dovuto essere altrettanto difficile litigarci, eppure John Winchester era riuscito persino in questo. Quell'uomo aveva un talento per rendersi insopportabile agli altri, che fosse presente o meno. 
Le chiacchiere dei due vennero interrotti dallo speaker del TG. 
'' Interrompiamo le trasmissioni per un'edizione straordinaria. Poco meno di tre ore fa, la città di New York si è ritrovata davanti ad una scena terribile: un ferry-boat che stava facendo la sua traversata si è scontrato con una nave da carico. 
Non ci sono ancora notizie certe, ma pare che la causa principale della disgrazia sia stato un banco di nebbia che ha impedito alle due navi di evitare a vicenda la collisione. 
Le ultime stime parlano di quasi cento morti, altrettanti feriti ed almeno settanta dispersi tra uomini, donne e bambini. 
Tutti i centri traumatologici della zona sono già al collasso...''
- Oh Santa Madre...- fece Jessica mano a mano che le immagini scorrevano veloci sullo schermo della tv della caffetteria.
Era uno spettacolo devastante: c'era fumo, fuoco, sangue, gente che urlava e piangeva... Sam si accorse del disagio della ragazza e le strinse una mano per confortarla.
Il giovane universitario iniziò a pensare che forse era chiedere davvero troppo di vedere Dean quel giorno... nessun essere umano con un briciolo di coscienza si sarebbe voltato dall'altra parte per farsi gli affari suoi, mentre attorno a lui c'era una distesa senza fine di persone che morivano tra atroci dolori o che rischiavano d morire... poi il suo pensiero si spostò sulle vittime e sui loro familiari. 
Quella tragedia, che si era consumata in pochi secondi, gli faceva pensare alla loro madre. 
John non aveva mai voluto parlare di lei o della malattia che se l'era mangiata da dentro in meno di un mese, ma Dean e Bobby quando lo reputarono abbastanza grande da capire, decisero di dirgli com'era morta la loro genitrice.
Una febbre alta che saliva e scendeva, all'inizio nessuno ci aveva fatto caso, in fondo... l'influenza veniva. In Novembre poi era quasi un classico... solo che malgrado le cure, il riposo a letto, le medicine, e tutto quello che di solito gliela faceva passare in una notte di sonno, sembrava non fare effetto.
John aveva deciso di portarla in ospedale, per farle delle analisi... e poi l'atroce scoperta. Un tumore alle cellule del sangue. Il più aggressivo che ci fosse. 
E pensare che il giorno prima che Mary si ammalasse, stavano organizzando di lasciare l'America, per le vacanze di Natale. Volevano andare a sciare sulle montagne del Trentino. 
Invece.... era finito tutto in pochi attimi.
Succedeva sempre così alle persone.
Erano vive, e facevano progetti: andare in crociera, perdere peso, innamorarsi, magari imbiancare casa o rifare la staccionata pensando... '' Ho tutto il tempo del mondo''.
Ma nessuno ce l'aveva. 
Ed i familiari delle vittime rimanevano sulla Terra, distrutti dal dolore, pensando con rammarico all'ultima volta che avevano parlato con i loro cari... pensando a tutti gli abbracci che avrebbero voluto dar loro... ad un '' Ti amo'', un '' Ti voglio bene'', tenuto dentro troppo a lungo...
La vita era troppo crudele a volte.
...
...
...
Nel frattempo, Dean lottava disperatamente contro l'acqua fredda, con il gelo che gli penetrava nelle ossa, batteva le gambe e le braccia per cercare di tornare a riva, ma il freddo rendeva tutto molto più difficile...
E poi c'era una voce.
'' Sei la più grande delusione della mia vita''
'' E' solo un raccomandato, la peggior feccia che possa esserci nel mondo accademico''
'' Fai sempre tutto quello che dice tuo padre... non hai un'idea tua, di tanto in tanto? Sembri una marionetta.'' 
'' Devi dar di più. Sei quasi ordinario, una persona come tante... niente di speciale o per cui vada la pena essere fieri.''
Le frasi che l'avevano ferito gli risuonavano in testa, oltre alle sirene delle ambulanze e a quelle delle camionette dei pompieri.... quando era al college, gli piaceva stare a mollo nella piscina dell'università... in acqua tutto diventava ovattato, distante, era come se per poco tempo il mondo sparisse e lo lasciasse libero di pensare.
Ma ora... tutto quello che riusciva a pensare... era che la sua vita era un disastro totale: aveva buttato via gli anni migliori della sua vita intraprendendo una carriera che non era mai stata in cima alla lista dei suoi sogni, per compiacere suo padre, aveva rinunciato e sacrificato ogni desiderio ed ogni sogno per essere il figlio perfetto che lui voleva... 
Ed era bastato un... '' Papà, mi sono innamorato.'' per far crollare tutto.
Suo padre lo disprezzava. Aveva sacrificato e dato tutto sè stesso per un uomo che non era nemmeno capace di fingere di essere felice per lui.
L'acqua dell'Hudson mascherò le lacrime che gli segnavano il volto. 
Non provò nemmeno ad urlare per provare a farsi salvare. 
C'era solo una voce suadente che lo invitava a stare fermo, a lasciare che le cose facessero il suo corso, di lasciarsi andare ad un dolce oblio.
'' Hai fatto tutto quello che potevi per tante persone, forse troppe.... ora rilassati. Lasciati andare.''
E lo fece. Smise di agitare braccia e gambe e di opporre resistenza. Semplicemente andò giù, sprofondando nell'acqua fredda pensando '' Addio, vi voglio bene''.
Poi più nulla. Solo il buio.
...
...
...
Nel frattempo, i medici dei vari ospedali continuavano a soccorrere i feriti. 
Benny aveva appena fissato su una barella una donna in evidente stato di shock, oltre ad avere contusioni multiple agli arti inferiori.
- Jo... a quanti siamo?- chiese Benny.
- Ho contato centoventi feriti.- fece Jo - e ci sono almeno cento persone che non ce l'hanno fatto... ho fatto delle foto per farli identificare dai parenti... Dio, non voglio nemmeno pensarci...- fece la ragazza passandosi una mano sulla fronte.
- Ehy.- fece Benny cercando di calmarla - Lo so che è la parte più difficile... ma le persone hanno il diritto di sapere chi tornerà e chi se n'è già andato. Anche questo fa parte del nostro lavoro...-
Due paramedici arrivarono con un uomo su una barella. Era molto agitato ed aveva una gamba ferita.
- E' caduto... giuro, non volevo.... è stato un incidente...- 
- Si calmi, ha già la pressione alta, e se si agita si alzerà ancora, le vengono le convulsioni e muore.- 
- Ma un po' di tatto, sarebbe chiedere troppo?- sbottò Jo mettendo le mani sui fianchi. Va bene che in quanto medici dovevano essere sinceri con i pazienti e i loro familiari, ma dare una speranza per proteggerli dall'angoscia non era un azione di demerito. 
- Che cos'è successo?- chiese Benny. 
- Era sul molo. L'arteria femorale è recisa e la gamba è rotta, ha perso molto sangue, violento shock emorragico, ma è stato medicato.- fece il paramedico. 
- E' già qualcosa...- fece Benny notando che la gamba era stata fasciata con una giacca provvista di tesserino identificativo - se n'è occupato Dean... a proposito... dov'è?- poi un atroce sospetto lo colse - Signore? La persona che è caduta... è il medico che l'ha soccorsa?- 
L'uomo si mise quasi a piangere - Lui voleva aiutarmi, ma faceva troppo male... l'ho spinto... ma è stato un incidente.-
Jo e Benny sbiancarono.
- Oh Signore...- fece Benny correndo verso la zona del porto - DEAN! DEAN, RISPONDI!-
- DEAN!- fece eco Jo. Poi notò qualcosa... anzi, qualcuno che galleggiava a qualche miglio di distanza dalla banchina. 
Benny si sfilò la giacca, afferrò la cima ancorata al molo e se la legò in vita - Io vado a prenderlo. Quando l'ho preso do due strattoni. Tu tira con tutta la forza che hai.-
Jo annuì prima di afferrare saldamente la corda.
Benny si tuffò e dopo qualche bracciata riuscì a raggiungere il collega e a prenderlo sottobraccio. Quel che vide gli fece gelare il sangue nelle vene, e non c'entrava il fatto che l'acqua fosse ghiacciata. Dean era diventato quasi blu, a causa del freddo, ed era molto freddo. Non era nemmeno in grado di dire se era ancora vivo... ipotermia, come minimo.
- Coraggio Dean... tieni duro...- fece Ben usando il braccio libero per tirare la cima. Jo tirò. Con tutta la forza che aveva in corpo. Quando Benny arrivò sul molo, afferrò Dean da sotto le ascelle e lo tirò all'asciuto. 
- Dean!- fece Jo. 
Benny gli poggiò due dita sul collo per controllare il battito, e si fece prestare da Jo lo specchietto che portava sempre con sè, per rifarsi il trucco, di tanto in tanto, per controllare il respiro.
Il vetro si appannò leggermente. 
- E' ancora vivo.- fece Benny iniziando a praticare la respirazione cardio-polmonare - Presto, fai venire una barella.- 
Jo corse subito a chiamare due paramedici. 
Benny continuò il suo lavoro.
Cinque compressioni, due insufflazioni d'aria, queste ad un intervallo di tempo più largo, per impedire all'amico di soffocare nel suo stesso vomito. 
E così via.
- Arrivo previsto in cinque minuti.- fece il paramedico alla guida dell'ambulanza. Lo avevano avvolto in una coperta termica, per preservare la temperatura corporea il più a lungo possibile. 
- Dean.- fece Jo - Tieni duro. Siamo quasi arrivati. Andrà tutto bene... ma devi lottare, capito?- fece la bionda prendendo la mano dell'amico, stringendogliela fino a stritolarla quasi.
Sapeva che non poteva sentirla, ma sperava che si svegliasse di scatto urlando - Guarda che è la mia mano, mica una pallina anti-stress!- con quell'espressione a metà tra l'imbronciato ed il sarcastico che faceva sorridere chiunque.... e che si, doveva ammettere, era solo una delle tante cose di Winchester Junior che le avevano fatto prendere una discreta cotta per lui, quando era arrivato a lavorare in ospedale.... tra loro però non era mai successo nulla di serio. E non perchè era la figlia della prima assistente di suo padre, una donna che ringhiava contro tutti quelli che si avvicinavano alla figlia con scritto a caretteri cubitali in faccia '' Io e te, letto, subito'', borbottando qualcosa come '' Ti allontani da solo o devo lobotomizzarti senza anestesia?''. 
Semplicemente perchè si era accorta che il sentimento '' d'amore'', quell'infatuazione che provava per lui era in realtà un grande affetto fraterno, che Dean ricambiava teneramente. 
- Andiamo Dean... non puoi morire in questo modo...- fece il dottor Lafitte continuando a praticargli il massaggio cardiaco. 
All'arrivo all'ospedale, le porte dell'ambulanza si spalancarono, e fu proprio Ellen ad accoglierli. 
- Cos'abbiamo?- s'informò la donna.
- John Doe, trent'anni, non identificato, in ipotermia.- fece il paramedico. 
- Ma li conosci o no i tuoi colleghi?!?- sbraitò Jo - Mamma, non è non identificato, è Dean!- 
- Cosa...?- fece Ellen avvicinandosi, bianca come un cadavere, pregando con tutto il cuore di aver capito male... ma non fu così. 
Dean era lì, con gli occhi chiusi, il viso e le labbra blu...
- Oddio... Ben, quanto tempo è stato in acqua?- fece Ellen - Presto, liberate traumatologia.- 
- Io avviso il dottor Winchester.- fece Jo scendendo dalla vettura, correndo come una pazza alla ricerca del Grande Capo. 
- Ben, ho bisogno di sapere quanto tempo è rimasto in acqua...- fece Ellen mentre la barella veniva fatta scendere, e l'oncologo stava ancora praticando il massaggio cardiaco al ragazzo.
- Non lo so, dopo quasi tre ore che eravamo arrivati ci siamo persi di vista.... dopo un'altra ora ho trovato un uomo con una gamba ferita.... aveva la giacca di Dean... delirava, diceva di averlo buttato in acqua per errore...- 
- Ok, d'accordo...- fece Ellen - Dean? So che riesci a sentirmi: stai tranquillo, ne verrai fuori.- 
...
...
...
Nel frattempo, John Winchester cercava di sbollire il nervosismo accumulato con la discussione che aveva avuto con il figlio poche ore prima.
Cercò di non pensarci, dicendosi che il figlio in fondo era ancora giovane, e che le esperienze non potevano far male a nessuno... solo che quando gli consigliava, senza nemmeno troppa convinzione tra l'altro, di non perdere troppo tempo con una ragazza, non aveva mai fatto la voce grossa con lui. 
Per quel Castiel invece sì. 
Per un attimo aveva rivisto il giorno in cui aveva visto per l'ultima volta il figlio minore. Avevano lo stesso impeto negli occhi. 
Quando Dean diceva che lui e quel tizio non si sarebbero separati, non lo diceva tanto per dire. Era vero. 
E perciò si domandava dove poteva aver mai sbagliato con i suoi figli. 
I suoi pensieri furono interrotti da Jo, che gli corse incontro con aria concitata.
- Dottor Winchester!- 
- Jo...- fece John - Puoi dire a Dean che il suo rapporto sulla scena dell'incidente lo sto ancora aspettando?- 
- Dottore...- fece Jo con le lacrime agli occhi - Dean è in sala rianimazione.- 
John Winchester lasciò cadere i suoi strumenti a terra. 
- Cosa...?- 
- E' caduto in acqua mentre cercava di salvare un uomo... Lafitte l'ha ripescato, ma...- 
John non le lasciò finire la frase e si precipitò in truamatologia. La scena che gli si presentò davanti gli fece gelare il sangue nelle vene.
Il suo primogenito era steso su un lettino, con un tubo per respirare in gola, fissato alla bocca con del nastro adesivo, sepolto sotto una coperta termica, una flebo attaccata al braccio e collegato ad un computer che teneva sotto controllo il respiro, il battito cardiaco e l'attività cerebrale. 
- Com'è la situazione?- fece John.
- Gli abbiamo inserito una cannula da venti, ma non funziona.- fece Ellen mentre Lafitte continuava a fare il massaggio cardiaco al giovane Winchester - gli abbiamo somministrato tre milligrammi di epinefrina nel tubo endo-tracheale, l'ultima dose tre minuti fa.- 
- Credo di aver visto reattività nelle pupille... potremmo provare con una dose di atropina.- fece Benny.
- John...- fece Ellen - ce ne occupiamo noi.- 
- Con il cavolo. E' mio figlio. Il compito di salvarlo spetta a me.- fece John avvicinandosi al figlio privo di conoscenza. 
'' Oddio... ma che ti hanno fatto...?''- pensò John - Lafitte, mi faccia un favore.... trovi il modo di avvisare Sam... è l'altro mio figlio...- 
- Certo.- fece l'oncologo uscendo. 
- Passatemi un telo caldo nuovo.- fece John prendendo il posto di Lafitte nel massaggio cardiaco - qual'è la temperatura?- 
- Venticinque gradi.- fece un'infermiera. 
- Ok. Dobbiamo rialzarla almeno di dieci gradi. Emogas-analisi... è in fibrillazione. Carica a trecento. Libera.- 
Una scossa, due scose, tre scosse... il corpo di Dean ricadde tre volte sul lettino dove stavano cercando di salvargli la vita. 
-E' di nuovo asistolico.- fece uno specializzando. 
- John, potremmo provare con lavaggio peritonale caldo, uno continuo della vescica con liquidi caldi...- propose Ellen. 
- Si...- fece John continuando con la compressione - Coraggio Dean, coraggio. Lo so che sei più forte di così.- 
Ed era questo il punto.
Qualsiasi cosa fosse mai accaduta a Dean, che fosse una piccola o grande battaglia, ad ogni sacrificio e rinuncia che Dean aveva fatto per lui e Sam, l'unica cosa che era stato capace di dirgli, ogni singola volta era '' Lo supererai. Sei molto più forte di quello che credi.''
Quando raggiungeva un ottimo risultato gli diceva '' Bene. Ma puoi far di più.''
Non una volta gli aveva detto '' Non potevi far di più, ed io sono orgoglioso di te'' o '' Parla con me. Sono qui per te. Ci sono sempre stato e sempre ci sarò''.
Aveva semplicemente dato per scontato che fosse vero che la vita non dava mai nulla che non si potesse affrontare.
Ma forse, nel caso di Dean, la vita aveva davvero esagerato con le prove ed i fardelli da portare. 
Motivo per cui non sembrava poi così sciocco il suo desiderio/ pensierino di mollare tutto. 
...
...
...
Rintracciare Sam non fu difficile. 
Dean gli aveva chiesto di sostituirlo per meno di un'ora, giusto il tempo di pranzare con il fratello e la sua ragazza. Il che voleva dire che non contava di allontanarsi  molto dall'ospedale. 
Questo restringeva l'area. E se si contava che ( malgrado la professione svolta dal giovane Winchester implicasse di dover dare il buon esempio ai pazienti) Dean per pranzo si recava sempre al Biggerson di fronte all'ospedale per un doppio cheeseburger al bacon con un uovo fritto e crostata di fragole, era logico supporre che avesse dato al fratello appuntamento lì per il pranzo.
La sua intuizione era giusta.
Ad un tavolo vi era seduto Sam, ed era in compagnia di una ragazza di circa vent'anni, alta, magra, lunghi capelli biondi ondulati e vaporosi come quelli di un'attrice, occhi azzurri e carnagione chiara.
Entrambi stavano consultando il menù, come se fossero in attesa.
Ben si avvicinò a Sam e gli toccò una spalla per richiamare la sua attenzione.
Sam si voltò sorridente, aspettandosi di vedere Dean, ma il sorriso si affievolì quasi nel vedere il collega del fratello. 
- Ah sei tu...- fece Sam - Jessica, questo è Benjamin Lafitte, un collega ed è anche un buon amico di Dean...-
- Piacere.- fece Jessica con un sorriso. 
- Ma dov'è Dean?- fece Sam - è quasi mezz'ora che provo a chiamarlo, da libero, ma non risponde.- certo, considerato lo stato di allerta a causa del casino successo sull'Hudson era anche normale... ma visto che Ben era lì, forse c'era un'altra spiegazione a quel ritardo.
Benny s'irrigidì. 
Sì, trovare Sam era stato facile.
Trovare le parole per spiegare cos'era successo un po' meno. 
Ed era una balla quella che a fare il medico, a dare le brutte notizie ci si abituava. Non ci si abituava mai a vedere il dolore negli occhi di chi ormai era condannato a morte, di chi soffriva agonizzando... o a vederlo negli occhi delle persone che non avrebbero potuto fare altro che tenere la mano di un pezzo del loro cuore, mentre questi si spegneva sotto i loro occhi.
- Sam...- fece Benny - Io... hai... hai sentito no, dell'incidente al fiume...- 
- Sì...- fece Sam che all'inizio non capì cosa c'entrasse l'incidente con suo fratello, si, sicuramente era andato sul posto, per dare assistenza ai feriti, ma poi gli venne un atroce sospetto - Oddio.... era.... era sul ferry-boat? Sta bene, vero? E' vivo?
Ti prego, dimmi almeno che è vivo...- fece Sam mentre la fidanzata gli si aggrappava al braccio tentando di confrotarlo come poteva.
- E' caduto in acqua mentre cercava di soccorrere i feriti... è vivo... ma è ridotto molto male purtroppo...- fece Benny. 
- Vado da lui...- fece Sam - Jessica, tu...- 
- Vengo con te.- fece la bionda con tono fermo e deciso - non ti lascio da solo.- 
Benjamin uscì dal ristorante con i due ragazzi al seguito, mentre Sam, con le mani che tremavano mandava un messaggio sia a Bobby che a Castiel. 
'' Dean è caduto nell'Hudson e ha rischiato di affogare, corri subito all'ospedale.''
'' Ti prego...''- pensò il castano mentre sentiva le lacrime pizzicargli gli occhi -'' sei tutta la mia famiglia, non mi lasciare...''
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: Meramadia94