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Autore: Meramadia94    30/08/2018    3 recensioni
Dean Winchester è un brillante medico, che lavora nell'ospedale gestito dal padre. Malgrado non avesse pensato da sempre di fare il medico è bravo nel suo lavoro, ha un fratello minore che è tutta la sua vita, gode della stima di suo padre e dell'amore di Castiel Novak. Ma la confessione al padre della sua omosessualità e la sua reazione mettono a rischio le sue certezze, che rischiano di non lasciargli scampo quando rimane vittima di un incidente.
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Famiglia Winchester, John Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni, Contesto generale/vago
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- Un'altra fiala di epinefrina.- fece John continuando a comprimere il petto del figlio maggiore. Ormai erano due ore e mezza che Dean era attaccato a quel tubo, e l'unica cosa che erano riusciti a fare era stato alzare la temperatura fino a trentadue gradi.
Il cuore era ancora fermo. Tutto quello che avevano provato per ora non era servito a niente. 
Nessuna fibrillazione, nessun movimento... niente di niente.
Ellen gliene somministrò un'altra, carezzandogli maternamente il polso.
- John...- fece Ellen - ascolta... credo che dovresti tenere in conto la possibilità che...- nemmeno a lei piaceva come ipotesi. Aveva visto Dean crescere, tenere la mano di Jo al funerale di William... lui, John e Sam erano praticamente di famiglia... ma iniziava a sembrarle un inutile accanimento contro quel ragazzo che pareva non aver più vita in corpo. 
- No. Lui non morirà. Ho già perso mia moglie, ho perso un amico, non perderò anche mio figlio.- fece John - l'unica possibilità a cui sono preparato è che gli farò ripartire il cuore e che uscirà di qui sulle sue gambe.- 
'' Andiamo Dean... cos'è questa remissività? Il Dean Winchester che conosco io non molla mai.''
- Che ne dici di un By-Pass Cardiopolmonare?- fece Ellen. 
- Si, ottima idea... vado a chiamare l'equipe chirurgica.- fece John.
- Ci penso io.- fece Ellen sostituendolo nella rianimazione  - esci di qui per qualche minuto... riprendi fiato.- 
John annuì.
Uscì da Traumatologia e si scontrò quasi con Bobby, Benny, Jo, Castiel e Jessica. 
- Allora?- fece Jo - come sta? E' migliorato?- 
John dissentì - Ci stiamo preparando ad un intervento di circolazione extracorporea.- fece il medico - Per un po' gli sostituiremo completamente le funzioni respiratorie e circolatorie.- 
- Ma ce la farà... vero?- fece Castiel. 
- Ce la deve fare.- fece John - Scusate.- 
Aveva bisogno di stare da solo almeno per un po'.
Si rifugiò nel suo studio... e lì trovò l'ultima persona che credeva di vedere. 
- Sam.- fece John - Che ci fai qui?- 
- E' strano, papà.- fece Sam - Non trovi?- 
- Che cosa?-
- Che uno che a dire del coach della squadra di nuoto si sarebbe portato a casa l'oro olimipico...- fece Sam - quasi affoghi a pochi metri dalla salvezza.- 
John non parve capire.
Così Sam fece un'insinuazione più mirata.
- Sono il fratello, papà. Non credi che abbia il diritto di sapere?-
- Sapere cosa?-
- Voglio sapere cos'hai fatto a Dean.- fece Sam.
'' Andiamo papà... vediamo se riesci a dire la verità.'' 
- Non so proprio di cosa stai parlando... ora scusa, ma devo tornare da tuo fratello...- fece John andando verso la porta.
Sam gli si parò davanti. 
- So che avete discusso. Voglio sapere il motivo.- 
- Sam, questo non è il luogo nè il momento.- fece John.
- E quand'è? Sentiamo.- fece Sam che iniziava ad alterarsi - E' tutta la vita che ci dici... non è il momento.-
- Ok. Abbiamo avuto una discussione.- fece John - E allora?-
- Di. Cosa. Avete. Discusso.- fece Sam. Poi all'improvviso capì. Ricordò lo sguardo glaciale che aveva rivolto a Castiel quando si era presentato come il coinquilino di Dean.
Dal tono che aveva avuto il padre, era palese che l'uomo sapesse, o comunque sospettasse che tra quei due ci fosse qualcosa di più di un'amicizia o di un semplice rapporto di convivenza a scopo di risparmio economico.
E pareva non esserne stato troppo contento. 
- Oddio... tu...- fece Sam reprimendo a forza un conato di vomito - tu... gli hai...- 
Poteva solo immaginare cosa gli avesse detto. Ed ora capiva come mai il fratello sembrava così sconvolto quando lo aveva chiamato. 
Ed il silenzio del genitore fu per lui la più atroce delle conferme.
- Sei... sei un miserabile. Un figlio di puttana!- gli urlò contro.
- Ehyehyehyehy.- fece John - Io sono tuo padre giovanotto, non parlarmi con quel tono e modera i termini.- 
- MA QUALE PADRE?!?- fece Sam fuori di sè dalla collera - Tu non sei mai stato un padre, non c'eri mai. Ti sei murato vivo in quest'ospedale, e ti sei perso tutta la nostra vita, e hai costretto Dean a gettare la sua!- per tutta la sua infanzia, lui non aveva conosciuto nessun tipo di amore se non quello di suo fratello... quando usciva di casa, il padre si raccomandava con Dean di prendersi cura di lui, di tenerlo d'occhio... ma non ricordava una volta, una sola volta, in cui il genitore aveva detto all'amatissimo fratello maggiore '' Pensa un po' anche a te stesso'', '' Tu stai bene?'', nè di averlo visto fargli una carezza, un complimento... niente di niente.
Per le cose in cui nemmeno Dean con i suoi anni di bambino poteva fare grandi cose, chiamava Bobby perchè si occupasse di entrambi, ma anche lì la solfa era la stessa -'' Mi raccomando Dean. Fai il bravo soldatino, non far arrabbiare zio Bobby e soprattutto... stai attento a Sammy.''- quelle erano le uniche parole che gli rivolgeva. 
Per le feste e i compleanni non c'era mai. Si limitava a lasciare la carta di credito e a dire '' Ordinate quel che volete''. 
Era stato Dean a rendere indimenticabili i suoi Natali ed i suoi compleanni. 
Poi quando erano cresciuti, ed avevano iniziato a fare progetti, il padre gli aveva fatto capire che sarebbe stato orgogliosissimo di vederli entrambi laureati in medicina. 
E Dean aveva mollato la squadra di nuoto, ed anche il suo sogno segreto di scrivere libri fantasy. Voleva solo rendere orgoglioso il padre. 
Aveva dato tutto. 
- E poi ti viene a dire che è felice, che è innamorato...- fece Sam - e tu gli dici che provi vergogna per questo suo amore? Ma che razza di padre sei,  si può sapere?- 
- Possiamo parlarne dopo che siamo riusciti a salvargli la vita?- fece John. Non gli piaceva che il figlio gli parlasse con quel tono. 
- Ma non lo capisci che è tutta colpa tua?!?- fece Sam - Papà ammettilo... tu non volevi due figli. Tu volevi due mini-te. Due piccoli John Winchester. Non te n'è mai fregato niente di noi, di cosa volevamo, cosa pensavamo.. 
Dean... lui ci ha provato ad essere come lo volevi. E lo sai. E appena non c'è riuscito, appena ha sgarrato per il tuo punto di vista... tu l'hai fatto a pezzi... tutto quello che Dean ha di buono, la straordinaria persona che è oggi... non lo deve certo a te.
Se muore la colpa è tua. Sarà colpa tua, capito?!?- 
John a quel punto non ne potè più e lo obbligò a spostarsi, ed uscì senza dire una parola. 
Sam fece per andargli dietro per dirgli ancora qualcosa ma qualcosa lo fermò.
Anzi, qualcuno.
Castiel, appoggiato alla parete, con gli occhi vuoti, le lacrime che cadevano sul pavimento, sembrava che una sanguisuga gli si fosse attaccata e gli avesse succhiato via tutta la linfa vitale. 
'' Oh merda.''- pensò Sam. Di certo aveva sentito tutto. 
- Cas...- fece Sam avvicinandosi con cautela.
Il commesso alzò gli occhi, e piantò in quelli di Sam i suoi tremolanti occhi azzurri - E' colpa mia... Dean sta morendo... per colpa mia...- 
Sam lo strinse per le spalle - Ma cosa stai dicendo? Tu non c'entri nulla.- 
- E' per colpa mia se ha litigato con vostro padre... è per colpa mia che John gli ha detto quelle cose... ed è per colpa mia se si è lasciato andare...- 
- Non dirlo neanche per scherzo, capito?- fece Sam - Non è colpa tua se nostro padre è un bastardo arrogante. Anzi, vuoi sapere una cosa? Tu sei stato un toccasana per lui... io Dean, lo conosco da quando ero in fasce, e ti posso giurare che fin da quando eravamo piccoli, non l'avevo mai visto così felice e sorridente da quando mi ha detto che stavate assieme.... tu non hai nulla da rimproverarti, capito?- 
- Dean è l'amore della mia vita.- fece Cas - Stamattina, l'ultima cosa che gli ho detto è se per cena preferiva il cinese o un hamburger... e non gli ho detto '' Ti amo''.... scusa...- fece Castiel allontanandosi in fretta.
...
...
...
- Sentite, in qualità di medico sono un po' scettico a credere ai fantasmi  e agli spiriti della morte ma... d'accordo.- fece Dean. E se proprio doveva ammetterlo quando pensava all'oscuro mietitore di anime, immaginava uno scheletro sotto una veste nera come le ali di un corvo ed una falce in mano...
Invece, Tessa... doveva ammetterlo, se non fosse stato omosessuale e non avesse avuto un fidanzato, quasi quasi ci avrebbe fatto un pensierino - Ammettiamo pure che sia vero... perchè stiamo qui a parlarne?- 
- Sai, è quello che mi sono chiesta pure io.- fece Tessa - Di solito, quando uno è più di là che di qua e mi vede arrivare la prima cosa che chiede è...- 
- Se dove sta andando riuscirà a conoscere Elvis Presley?- fece Dean.
Tessa sbuffò.
- No. Di solito dicono...'' No, ti prego, ho bisogno di altro tempo, devo fare ancora tante cose''- fece il Mietitore - tu invece... non ti disperi, non preghi, non supplichi...- 
- Questo dovrebbe renderti il lavoro più semplice, no?- fece Dean.
- E invece no.- fece Tessa - Ti dico una cosa sulle anime di chi ha deciso di farla finita. Non muoiono perchè la ferita è troppo grave o perchè il chirurgo non è stato troppo bravo o semplicemente perchè non è Dio. 
Sono loro che scelgono di andarsene.- 
- Io non sono un aspirante suicida.- 
- Disse l'uomo che a pochi metri dalla salvezza si è lasciato andare.- fece Will - Dean. Il tuo cervello non resisterà ancora a lungo.-
- Dean, ti prego.- fece Emma - Ascoltaci. Devi provare a.... oddio, un'altra volta...- fece Emma diventando rigida di colpo. Una macchia di sangue iniziò ad allargarsi sul basso ventre della ragazza. Era lì che aveva ricevuto il fendente mortale. 
Dean le fu subito attorno. 
- Oddio. Mi servono guanti e teli chirurgici.- fece Dean ritrovando per un attimo la sua etica professionale - ed una sacca di sangue. Emma è del gruppa AB.- nessuno si mosse - Insomma, che aspettate, andiamo!- 
- Dean.- fece Will - che stai facendo? E' morta. Ricordi? Noi siamo morti. Qui non c'è nessuno che tu possa salvare. A parte te stesso.
Si può sapere perchè hai così poca considerazione per la tua vita?- 
...
...
..
Sam aveva confidato la sua scoperta a Bobby e Jessica. Erano rimasti basiti. 
- Non è possibile... oddio, povero Dean...- fece Jessica asciugandosi una lacrima. 
- E' per questo che non ho mai voluto parlarti di mio padre.- fece Sam - io... non riuscivo ad accettare il fatto che mi avesse messo alla porta per la mia decisione di camminare con le mie gambe, pensare con la mia testa...- lui e suo padre litigavano spesso, anche se non vi vedevano quasi, da quando aveva iniziato le scuole medie ed era arrivato il momento delle scelte... il tipo di scuola da frequentare, la scelta della facoltà... da quando gli aveva fatto capire che voleva essere qualcosa di diverso da un medico.
Da allora... per suo padre non ne aveva mai fatta una giusta. Anche quando riportava a casa il voto più alto della classe, oppure quando andava in ospedale a trovare Dean durante il turno di notte per portargli un pezzo di torta ed un thermos di caffè, e per sapere come stava suo padre. E tutti i pazienti e i colleghi a dire '' Suo figlio è davvero un bravo ragazzo''.
Dean invece... non lo sgridava mai. Per un bel pezzo, doveva ammetterlo, tra l'affetto sconfinato e l'ammirazione per il fratello maggiore, aveva provato una punta d'invidia per il fratello che nella sua mente di ragazzo che si sentiva incompreso dal padre, era il figlio preferito, quello perfetto, quello che non sbagliava mai...
Solo adesso si rendeva conto che Dean era sempre stato in una situazione ben peggiore della sua. 
- Sapevo che non accettava un cammino diverso da quello che ci aveva indicato...- fece Sam - ma non credevo che arrivasse a tanto...- 
- Sam.- fece Bobby - comprendo e condivido la tua rabbia ma... non avercela con tuo padre. Ti prego.-
- Ma come faccio a non odiarlo, Bobby?- fece Sam - Dean ha provato ad ammazzarsi per colpa sua. Per una volta. Una sola volta... non poteva almeno far finta di essere felice per una scelta che aveva preso di sua iniziativa?- 
- Tuo padre non ha scusanti per il suo comportamento. Dall'aver scaricato tutto il mondo su tuo fratello a quello che gli ha detto prima che...- fece Bobby conficcandosi le unghie nei palmi delle mani per trattenere l'impulso di entrare nella stanza dove l'amico stava cercando di salvare la vita al figlio... che lui stesso aveva quasi ucciso - ma fallo per Dean. Tuo fratello non lo ammetterà mai... ma non hai idea delle volte che ha pianto, nella notte, da quando te ne sei andato di casa. 
Dean ha sofferto molto quando è mancata vostra madre... se pensi di averlo visto tenere duro in modo eccellente è perchè aveva ancora te e tuo padre. 
Quando te ne sei andato ha iniziato a bere, per non pensarci. 
Se ora fosse qui... se sapesse che alla prima occasione che vi parlate, dopo quasi due anni di silenzio, state litigando per causa sua.... non credo che riuscirebbe a sopportarlo.-
- Quindi che dovrei fare?- fece Sam - perdonarlo? Dirgli '' No papà, come potevi prevedere che la frase che Dean temeva di sentirti dire verso di lui, e che tu gli hai detto, avrebbe potuto invogliarlo a farla finita? Abbracciamoci e piangiamolo assieme.''?
No.- 
- Non ti dico di perdonarlo. Solo....- fece Bobby - Tieni presente che Dean ha sempre voluto una famiglia unita. Consideralo un ultimo regalo per lui.- 
Sam non disse nulla.
Un ultimo regalo... sembrava quasi che gli avessero portato il testamento del fratello.
Come se fosse già morto e avesse affidato a qualcuno le sue ultime volontà. 
Ma Dean non era morto. 
Non sapeva cosa stessero facendo per lui, quanto gravi fossero le sue condizioni, ma Dean era vivo. 
Una volta Dean era rimasto in sala operatoria, per cercare di salvare la vita ad una donna che era quasi stata uccisa da un pirata della strada. Cinque ore di intervento. E tutti a dirgli che ormai era inutile accanirsi ancora su quella poveretta, che la cosa migliore da fare per lei era solo... lasciarla andare, agevolare il suo riposo... solo che Dean Winchester era un cocciuto testone, il più ostinato degli zucconi...
'' Finchè c'è battito, finchè il suo cervello funziona non si è arresa, ed io non mi arrenderò. Zitti e lasciatemi lavorare.''- aveva detto. E ce l'aveva fatta. L'aveva salvata.
Dean non mollava mai.
E nemmeno lui avrebbe mollato.
- Lui vivrà.- fece Sam.
...
...
...
Castiel si era rifugiato nella cappella dell'ospedale. Era piena e strapiena di persone che pregavano e piangevano. 
Qualcuno pregava per qualche loro caro ancora disperso, altri per qualcuno che in quel momento era in sala operatoria, altri invece si erano rifugiati lì per cercare un senso, una spiegazione a quel dolore che li aveva appena colpiti. 
Lui... non sapeva perchè era lì. Dean era ancora vivo. Teneva l'anima con i denti, ma era vivo, e avrebbe dovuto essere accanto a lui, fino alla fine, a dirgli che lo amava da impazzire, che voleva passare tutta la vita con lui, che era la cosa migliore che gli fosse mai capitata....
In quel momento però sentiva il bisogno di avere il conforto del Signore.
Castiel era nato e cresciuto in una famiglia molto religiosa.... in chiesa tutte le domeniche, dodici anni di scuola cattolica... alla fine, si sentiva meglio, più leggero dopo aver pregato. 
Quando si era accorto che quello che provava per Dean era ben oltre la semplice amicizia fraterna, si era sentito confuso. 
Aveva sempre sentito dire che la chiesa condannava l'omosessualità, che si finiva all'inferno... quell'amore aveva scombinato tutte le sue certezze. 
Ed aveva pregato Dio di dargli l'illuminazione. 
Poi era arrivata. Dio era amore. 
Era un padre che amava i suoi figli, e come tutti i padri, se i loro figli erano felici, anche lui lo era... come poteva quindi Dio, essere contrario ad un sentimento così bello e totalizzante come l'amore? 
'' Signore...''- pregò Castiel con le lacrime agli occhi -'' Tu lo sai, io non ti ho mai chiesto nulla per me... e nemmeno adesso lo farò.
E' per lui che lo chiedo.... salvagli la vita. Non portarlo via... non ancora. 
E non è solo perchè lo amo e senza di lui immaginare di essere vivo è insopportabile... perchè questo mondo è pieno di gente egoista, che pensa solo a sè stessa, al proprio benessere... lui no... lui è sempre pronto a sacrificare tutto per far stare bene gli altri... lui è quanto di buono c'è in questo mondo. 
Servono più persone come lui... 
Ma se è vero che a volte il cielo è invidioso della terra e coglie i suoi fiori più belli... so che non è la stessa cosa ma ti prego... prendi me. Prendi me e lascialo qui... ancora per un po'.'' 
  
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