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Autore: EffyD    03/09/2018    3 recensioni
In estate, Naruto e Sasuke hanno condiviso un rapporto di sesso esclusivo, spezzato poi dal biondino a seguito dell'emergere di emozioni ben più profonde rispetto a quelle dell'Uchiha.
Ma i due, con il susseguirsi di alcuni eventi, hanno finito per riavvicinarsi e alcuni atteggiamenti di Sasuke sembrano mandare in confusione Naruto, facendogli pensare che nell'altro possano star nascendo dei sentimenti, ma, nonostante ciò, il ragazzo ha pensato più volte di starsi solamente illudendo.
Riuscirà Naruto a comprendere i sentimenti di Sasuke?
E Sasuke sarà in grado di accettare certe verità su se stesso?
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Kiba Inuzuka, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha, Shin, Shino Aburame, Un po' tutti | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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«Uchiha» fece un cenno con il capo Shino che aveva già preso posto al tavolino del bar letterario.
Sasuke posò frettoloso sigarette, accendino e telefono sul tavolino in vetro e si sedette di fronte al ragazzo.
«Sei qui da molto?»
Scosse la testa «Giusto cinque minuti» lanciò un'occhiata al pacchetto di sigarette dell'Uchiha «Posso?»
Di risposta, dopo essersene accesa una, Sasuke fece scorrere il pacchetto nella sua direzione «Fa pure».
«Ti ringrazio» disse pacato.
Sasuke lo guardò accendersi la sigaretta e si accorse di quanto Shino fosse un tipo assai misterioso e difficile da analizzare.
«Da quand'è che fumi?»
Shino soffiò fuori la nuvola grigia per poi guardarlo dritto negli occhi.
«Non fumo».
Al che Sasuke accennò un sorriso ironico «Eppure non sembra».
«Lo faccio soltanto quando devo impegnarmi in discorsi interessanti» picchettò l'involucro di tabacco con l'indice per gettare la cenere nell'apposito contenitore «Mi aiuta a concentrarmi».
Mentre conversavano del più e del meno, una cameriera dalla voce fin troppo familiare si avvicinò a loro per chiedergli se avessero voluto il menu, e quando entrambi sollevarono lo sguardo rimasero interdetti.
«Ciao!» salutò lei fiera di farsi vedere in vesti lavorative dai due ragazzi.
«Sakura, che ci fai qui?» Chiese Shino «Vengo spesso in questo bar ed è la prima volta che ti vedo».
La ragazza sorrise soddisfatta «Lavoro soltanto oggi, una mia amica mi ha chiesto il favore di sostituirla» affermò guardando poi l'Uchiha che se ne stava in silenzio.
«Ma voi che ci fate qui? Non sapevo foste amici» domandò curiosa.
In quel momento, Sasuke pregava che la ragazza non facesse troppe domande perché era fin troppo amica di Naruto, che non doveva assolutamente venire a sapere che i due si fossero incontrati per parlare di quanto accaduto.
«Ho chiesto a Sasuke il piacere di spiegarmi come funziona l'imprenditoria commerciale. I suoi genitori lavorano in questo campo ed io sono interessato a prendere questa strada in futuro» mentì con nonchalance il ragazzo, sbigottendo Sakura.
«Non credi sia troppo presto?»
«Certo che no. Mi sembra strano come tu non abbia ancora capito come sia fatto» ribattè furbo, mettendola sul piano della perspicacia in modo tale che avrebbe smesso di fare domande, dato che l'aveva portata a sentirsi una stupida a non aver capito ancora il suo carattere.
«Certo che l'ho capito!» Mentì lei fingendosi sicura di quello che stesse dicendo «Allora, cosa volete?»
Ordinarono un tè al limone per Shino e della cedrata per Sasuke, che pagò per entrambi.
«Allora? Siamo qui perché...?» Chiese placido l'Aburame.
Sasuke sospirò dopo aver soffiato via il fumo, in quella situazione ci stava perché aveva voluto, ma la controparte necessitava che lui si aprisse e questo non gli andava tanto a genio perchè, per quelle pochissime volte che l'aveva fatto, se ne era sempre pentito.
Inoltre era estremamente sicuro che, nel momento in cui aveva chiamato Shino, avesse agito impulsivamente e sapeva che, se avesse scelto la razionalità, anche quella volta non si sarebbe rivolto a nessuno e si sarebbe tenuto tutto dentro.
Ma, di preciso, "tutto" cosa?
«Perché io non so cosa pensare, Aburame» affermò con una malcelata vena di sconforto.
L'altro fece un sorso dal tè al limone e portò lo sguardo nei suoi occhi neri come la pece «Iniziamo col chiamarci per nome, d'accordo?» Gli chiese divertito, vedendolo annuire «È successo qualcosa?» Chiese nonostante già lo sapesse, ma doveva lasciar parlare lui, agire con cautela e fargli dire ciò che si sentiva di dire.
Ma, nonostante ciò, l'Uchiha era sicuro che Shino già lo sapesse e asserì «Come se non lo sapessi» con un sorriso sarcastico.
«Ho soltanto chiesto» si difese lui.
L'Uchiha guardò oltre le vetrate della finestra, accorgendosi di quanto fosse difficile per lui parlare di sé stesso.
Tirò un sospiro tremolante «C'è stata una discussione tra me e Naruto».
«Okay. E...?» Appoggiò il mento sulle nocche di entrambe le mani, attendendo che l'altro riuscisse ad abbattere i muri di cui si era circondato, ma sapeva che avrebbe avuto bisogno del suo aiuto.
«Ed è stata pesante, molto pesante» affermò a fatica l'Uchiha in procinto di arrendersi e chiedere al ragazzo di andare via e lasciar perdere, ma Shino, avendo colto in pieno la situazione, scelse la strada dell'introspezione guidata.
«Come ti ha fatto sentire il tutto?» Chiese sperando in cuor suo di riuscire a mettere in contatto con le sue emozioni quel ragazzo così chiuso.
Al sentir pronunciare quelle parole, Sasuke, fortunatamente, riuscì a sentire qualcosa dentro di sé: un grande peso che gli schiacciava il cuore.
Quella lite così pesante di certo non gli aveva fatto del bene nè gli era indifferente, anzi, quel peso che sentiva dentro di sé poteva essere paragonato ad blocco di piombo che, talmente che lo schiacciava, quasi gli impediva di respirare. Aveva avuto un impatto così forte, quella lite? Abbassò lo sguardo, cercando di trovare le parole giuste per descrivere cosa provasse, ma l'unica cosa che riuscì a dire fu: «Mi è dispiaciuto».
«Bene» annuì Shino riuscendo a comprendere le difficoltà dell'Uchiha «Secondo te perché ti è dispiaciuto?»
Sasuke si accorse che le domande di Shino erano volte a farlo riflettere sulle proprie emozioni senza intromettersi troppo e invadere il suo spazio fin troppo personale, e questo gli fu di grande apprezzamento.
«Insomma, di solito provi emozioni quali rabbia o tristezza di fronte ad un evento o una persona che non ti è indifferente».
«Naruto non mi è per niente indifferente» rispose istintivamente e con tono risoluto, sorprendendo persino sé stesso.
Dopo aver detto questo, nella mente di Sasuke cominciarono a circolare pensieri che non aveva mai fatto, e iniziò ad interrogarsi su cosa fosse per lui Naruto, perchè che non gli era indifferente ormai si era capito. Ma se non gli era indifferente, allora che cos'era? Ma soprattutto, perché aveva avuto quella reazione così violenta nei confronti di Sasori e, il giorno dopo, anche sul biondino? Questo era ciò che, almeno in quel momento, non riusciva proprio a spiegarsi.
Nel mentre i pensieri gli fragellavano la mente, Shino assisteva alla scena mantenendo un religioso silenzio in modo tale da non invaderlo troppo.
«Ciò che mi sto chiedendo ora è perché abbia aggredito Sasori, quella sera» asserì assorto nei suoi pensieri.
Shino arricciò il labbro in un lieve sorriso «Credo sia scontato che il motivo per la quale hai aggredito Sasori, e Naruto oggi, sia esattamente lo stesso» constatò, ricevendo subito dopo un'occhiataccia da Sasuke che aveva capito che il ragazzo fosse al corrente di tutto.
Sasuke sospirò affranto «Giuro che non lo riesco proprio a capire, Shino. Sono sempre stato un ragazzo pacato e sono sempre riuscito a trattenere i miei istinti, ma ieri sera l'impulso era così forte che non sono riuscito a placarlo. Il modo in cui quel ragazzo ondeggiava il bacino vicino a Naruto mi sembrava così ripugnante e nauseabondo che...» asserì per poi fermarsi e guardare oltre le vetrate, stringendo la mano in un pugno solido.
Shino guardò per qualche secondo lo sguardo palesemente ferito di Sasuke. È così chiaro pensò.
«Sasuke, ma tu cosa provi per lui?» Chiese senza riuscirsi a trattenere.
Quella domanda fece scattare qualcosa nel suo petto al solo pensare di accostare i suoi sentimenti alla figura di Naruto. Il suo cuore cominciò a battere forte quasi per implorarlo di ammettere dinanzi a sé stesso come stavano realmente le cose.
«Lo so che è difficile. Ma fin quando non ci penserai senza timore, le tue domande non troveranno mai una risposta».
Sasuke chiuse gli occhi desiderando che non fosse mai accaduto niente. Shino aveva assolutamente ragione. E non appena il cuore gli illuminò il cammino verso i suoi veri sentimenti, sentì nuovamente il cervello voler prevalere su tutto.
Devi restare intatto, Sasuke. Non puoi permetterti di star male per qualcuno gli diceva sempre.
Tenendo lo sguardo fisso sulle vetrine dei negozi che si potevano scorgere dalla grande finestra del bar, Sasuke ispirò profondamente.
«Mi ricordo che una volta mi resi conto che la presenza di Naruto fosse per me come un'ala protettrice. Hai presente quando sei divorato da cose che non puoi mandar via perché fanno parte di te e sei costretto ad accettarle? Quando, accanto a me, avvertivo quella presenza così sfavillante sentivo come se queste cose non esistessero più, e mi faceva sentire sollevato il fatto che non avertissi più la necessità di dovermi adattare a cose che con il tempo mi avrebbero portato alla distruzione. Ogni volta che ridacchiava come uno stupido, sentivo come se tutto il buio e le pressioni della mia vita non facessero più parte di me, e credo sia ancora così» affermò mentre giocherellava nervosamente con la sigaretta che manteneva tra le due dita diafane.
Sembrava che stesse parlando più con sé stesso che con Shino, e si vedeva lontano un miglio che ne aveva davvero bisogno.
«Kiba mi ha detto che non ero minimamente nella posizione per agire in quel modo e ha assolutamente ragione. Mi ha detto che qualora provassi qualcosa devo dimostrarlo, ma io non so cosa provo, proprio non lo so» riprese, facendo sorridere dolcemente l'Aburame, che notò sul suo volto una luce che non aveva mai visto in quattro anni di scuola.
«Che strano, a me sembra così chiaro» affermò guardandolo teneramente negli occhi.
Sasuke lo guardò con uno sguardo misto tra stupore e tristezza, che la risposta fosse sempre stata così evidente senza che se ne fosse mai reso conto?
«Cosa provavi tempo fa nei suoi confronti?» Chiese alludendo al periodo estivo.
«Il giorno in cui mi sono accorto per la prima volta di sentire queste cose, fu una delle ultime notti che passammo insieme» affermò mentre nella sua mente riaffioravano i ricordi delle notti trascorse insieme a lui, e proprio in quel momento gli sembrò che tutto dentro di sè si fosse finalmente rivelato: possibile che Sasuke avesse sempre provato qualcosa per quella tempesta di luce, ma che per paura reprimeva forzandosi di credere che si trattasse solo di sesso? Certo. Inconsciamente, probabilmente lui desiderava quel rapporto così superficiale perché riusciva comunque a percepire quelle sensazioni così tenere, senza dover scoprire i suoi sentimenti e sentirsi vulnerabile.
«Quindi non è cambiato assolutamente nulla da quel periodo?»
Assolutamente no. L'unica cosa che era cambiata è che Sasuke aveva preso realmente coscienza di come stavano le cose dentro di lui. E adesso gli toccava fare i conti contro il suo cervello.
«Lo sai, Sasuke? Credo proprio che ti sia legato prima tu a Naruto, che lui a te» asserì Shino guardando il display del cellulare «Tra qualche ora, io e Naruto andremo al centro commerciale con Kiba e Hinata. Se ti va, cerca di venire ed incontrarci».
Sasuke lo guardò confuso «Perché dovrei?»
Sul viso di Shino comparve un furbo sorrisetto.
«Perché poi me la vedo io» rispose prontamente.
Sasuke abbassò lo sguardo, continuando a cercare di nascondere un lato vulnerabile che in quel momento premeva forte per uscire alla luce del sole.
«Che cosa dovrei fare, secondo te?»
L'altro non sembrò pensarci due volte.
«Assolutamente niente, se non fare ciò che ti senti. Dato che non l'hai mai fatto».
Beh, per Sasuke fare ciò che si sentiva equivaleva ad essere tutto il tempo in conflitto con sé stesso, ma, come sempre, Shino non aveva torto.

Tornato a casa, Sasuke si diresse nella sua camera, senza neanche ascoltare le lamentele di Fugaku per quanto concerneva il suo comportamento, e si schiantò sul letto ad osservare il soffitto, ponderando con attenzione cosa fare.
Doveva cogliere l'occasione e andare al centro commerciale con la speranza di incontrare Naruto.
Scosse la testa.
Ma a quale pro?
Sbuffò, implorando al cervello di farsi da parte per una buona volta.
Al fine di riuscire a sistemare le cose con Naruto, dato che... continuò a riflettere, esitando poi sul concludere la frase.
Dato che provi delle cose per lui. Si sforzò di farlo, rendendosi conto per l'ennesima volta di quanto fosse difficile accettare di nutrire determinati sentimenti nei confronti di quel ragazzo.
No, nei confronti di chiunque.
Ma benchè fosse difficile, in un modo o nell'altro quella lite così violenta e la conversazione con Shino avevano fatto scattare un certo qualcosa dentro di lui che lo spronava a lottare contro sé stesso per riuscire a dare voce al proprio cuore.
Forse era vero che, per delle personalità così chiuse, a volte servono degli eventi così disastrosi, purtroppo.
Prese il cellulare e aprì la chat del cugino di Hinata. Quella ragazza così stramba pensò, prima di tirare un sospiro pesante e farsi coraggio per invitare Neji ad uscire insieme.

- Stavo pensando di andare al centro commerciale, ti va di venire con me? - Scrisse, spegnendo subito dopo il telefono e prendendosi il capo tra le mani, convinto di star perdendo la testa.
Ah! Quanto erano difficili gli Uchiha e i loro sentimenti!
Una vibrazione provenì dal cellulare pochi minuti dopo e, contrariamente alla risposta che il ragazzo corvino si sarebbe aspettato, Neji accettò volentieri l'invito e si organizzarono per andarci entro qualche oretta.
L'Uchiha così entro in doccia cercando di scaricare quanta più ansia possibile in modo da poter mostrare, una volta arrivato sul luogo, il solito atteggiamento da ragazzo pieno di sé, ma gli riusciva difficile dal momento in cui stava andando incontro a qualcosa di completamente nuovo.
I sentimenti... È questo ciò che ho sempre represso: il fatto di essere un comune mortale.
Quando uscì dalla doccia restò impalato davanti all'armadio per circa venti minuti, sentendosi una ridicola ragazzina innamorata.
Al diavolo.
Prese un maglione rosso tarquinio con il giubbotto di pelle nero, un jeans dello stesso colore e scarpe sportive bianche.
Dopo essersi vestito si accorse che mancava circa una mezz'oretta al suo incontro con Neji, e nella sua mente iniziarono a destarsi mille pensieri che non facevano altro che abbatterlo, ma in quel momento riuscì a mandarli via nonostante sapesse che non sarebbe bastato soltanto un giorno per farsi perdonare da Naruto. Dopotutto, le cose che gli aveva inveito contro di certo non erano state leggere e, inoltre, tutto quel casino era successo lo stesso giorno e ovviamente l'Uzumaki non aveva neanche cominciato a riprendersi.
Che sia troppo affrettato? si chiese, ma poi pensò al fatto che a suggerirglielo era stato Shino e lui aveva capito bene che quel ragazzo sapesse come agire e quando agire.

Quando si fece ora, Sasuke andò a prendere con la sua Ford Fiesta nera l'amico, che fece un cenno col capo per salutarlo.
«Come mai questa trovata?» Gli chiese incuriosito.
Sasuke scrollò le spalle «Non avevo un granchè da fare, quindi mi stavo annoiando» mentì, di certo non poteva sbandierare a tutti i suoi preziosi sentimenti, per carità. Il ragazzo annuì e calò un silenzio tranquillo che non necessitava di essere estinto grazie al fatto che i due avevano un carattere abbastanza simile, il che significava che la tensione fosse l'ultima cosa che si sarebbe venuta a creare.
Quando arrivarono fuori al grande centro commerciale, Sasuke si chiese cosa diavolo avrebbe dovuto fare.
E adesso dove lo porto? Non so neanche che negozi ci siano qui pensò cercando di non agitarsi troppo, fino a quando, grazie a Dio, il ragazzo gli propose di entrare nel negozio che vendeva album musicali.
«Si vede che c'è sintonia tra di noi, Hyuga. Volevo proprio andare lì» asserì convinto, riuscendo a mantenere un tono sicuro.
Mentre con lo sguardo i due ragazzi delineavano tutti gli album dei cantanti, il cellulare di Sasuke gli vibrò nella tasca del jeans.
Era Shino: «Dove sei?» recitava il messaggio.
Senza farsi notare troppo, l'Uchiha si allontanò di qualche metro da Neji che era completamente assorto nella sezione dei dischi dal genere Rock.
L'Aburame gli scrisse che a breve lui e i suoi amici si sarebbero seduti ai tavolini del pub del centro commerciale per consumare un pasto veloce.
«Alle 18:57 fermati a guardare le vetrine di H&M» concluse.
Sasuke si chiese che diavolo aveva in mente di fare quel ragazzo, perché sarebbero dovuti andare fuori alle vetrine di quel negozio d'abbigliamento a quella precisa ora?
Dopo poco, faticando per riuscire a convincere Neji ad allontanarsi dagli scaffali stracolmi di dischi, i due ragazzi si avvicinarono alle vetrine di H&M.
Guardandosi nei paraggi non vedeva nessuno di familiare, fino a quando, alle diciotto e cinquantasette scoccate, Sasuke scorse da lontano la figura misteriosa di Shino e altri due ragazzi farsi sempre più vicina a loro, fino ad incontrarli e salutarli.
«Come mai anche voi qui?» Chiese Shino facendo il finto tonto e sbalordendo l'Uchiha per le sue notevoli capacità recitative.
Sasuke inarcò perplesso un sopracciglio «Siamo venuti qui per farci un giro al negozio di CD, ora ci stiamo facendo un giro per perdere un po' di tempo» rispose guardando poi Kiba che non lo degnava neanche di uno sguardo.
«Non si saluta, Inuzuka?» lo interpellò Neji, seppur avesse notato la sua espressione abbondantemente ripugnata.
Al fine di evitare un ulteriore litigio, Shino glissò il discorso per poi lanciare una veloce occhiatina a Kiba «Perché non vi unite a noi, allora? Ci fermiamo al pub a mangiare qualcosa» disse consapevole che l'amico lo stesse sbranando con lo sguardo, si stava palesemente trattenendo una fila interminabile di imprecazioni e non appena schiuse le labbra carnose per intervenire con un'espressione contrariata, l'irruzione di una timida vocina lo fermò.
«S-Sì! Mi farebbe piacere, è da tanto che io e Neji non andiamo al centro commerciale insieme» asserì Hinata con una tenera espressione in viso «Mi vengono in mente i ricordi dell'infanzia e di quando passavamo l'intera giornata qui con i nostri genitori».
Inizialmente, Kiba guardò la ragazza come se volesse uccidere anche lei, ma il suo sguardo tenero lo fece quasi addolcire, se non fosse stato per le presenza dell'Uchiha per lui così irritante.
«Assolutamente no! Statevene per i fatti vostri e non venite ad importunare noi!» Gridò senza badare troppo al tono basso che, trovandosi in pubblico, avrebbe dovuto mantenere.
Hinata lo guardò turbata, per poi voltarsi perplessa verso Shino, come a chiedergli: “Ma che diavolo gli prende?”. Di rimando, Shino la guardò e gli fece cenno di fare silenzio, dopodiché prese Kiba per il gomito.
«Non penso sia il caso di prendere decisioni da soli, Kiba. Siamo un gruppo, e per la maggioranza va bene così» asserì severamente.
L'Inuzuka si scostò furioso e non appena schiuse le labbra per rispondergli, Shino, avendo già in mente cosa stesse per dire, lo precedette.
«Inoltre non siamo più dei mocciosi, sarebbe ridicolo metterci davanti ad una scelta» continuò colpendo il centro «Penso che tu sia abbastanza intelligente per saperlo».
Con quelle parole, Shino indusse l'Inuzuka a sentirsi sfidato ad una sorta di prova di maturità, per cui, seppur a malincuore, accettò la volontà dei ragazzi.
Ma Naruto dov'era?
«Neji, noi dobbiamo accompagnare Hinata in libreria. Vieni con noi?»
Neji annuì deciso: non poteva di certo rifiutare la possibilità di immergersi nella grande maestosità dei libri.
«Perché tu non vai a prendere posto, intanto?» Chiese a Sasuke comunicandogli con lo sguardo che lì avrebbe trovato Naruto.
«Certo» affermò l'Uchiha.

Arrivato al pub in cui lui e il gruppo avrebbero dovuto cenare, Sasuke scorse la figura annoiata di Naruto che chissà da quanto tempo stava attendendo.
Sembrava proprio un bimbo imbronciato.
Il biondino non si rese conto di lui fin quando i loro sguardi si incrociarono creando quasi un fulmine sfavillante che soltanto loro avrebbero potuto vedere, girò immediatamente il volto facendo finta di non vederlo, ma il ragazzo era diretto proprio accanto a lui.
«Ciao» salutò Sasuke con tono neutrale e cercando di non soffermarsi sul fatto che avesse voltato il capo per non salutarlo, ricevendo poi un saluto di ricambio con una voce palesemente tremante.
«Come va?» si sforzò di chiedere, per poi rendersi conto che quella domanda era assolutamente fuori luogo.
Naruto ispirò profondamente, girando poi il capo per portare i suoi occhi azzurri in quelli neri di lui. Che brutta situazione.
«Tutto normale, grazie» affermò senza ricambiare la domanda «Cosa sei venuto a fare?» Chiese poi con tono freddo.
La situazione non era difficile, di più. Naruto stava alzando il muro di cui si era circondato Sasuke prima di lui, e questo non aiutava a rendere le cose più semplici.
«Sono venuto con Neji a vedere alcuni dischi» rispose nascondendo il nervosismo dovuto alla tensione «Lo sai che mi piacciono tanto» sottolineò l'ultima frase alludendo a quando, in vacanza, andarono insieme in un negozio di dischi.
Sì, forse quella mossa fu troppo azzardata, ma doveva fare qualunque cosa per far rendere conto al biondino che voleva andargli incontro.
L'Uchiha vide sul suo volto fiorire un tenero ed amaro sorriso. In quel momento si rese conto che, molto probabilmente, Naruto era l'unica persona a tenere a lui così tanto.
«E hai trovato qualcosa?» Chiese in modo palesemente forzato, ma per farlo significava che volesse anche lui continuare la conversazione, no?
L'Uchiha scosse la testa «Solo Shino» rispose emettendo una risatina che gli costò l'impossibile, ma nonostante questo si sentì soddisfatto di star prevalendo sul suo lato orgoglioso.
La non risposta di Naruto fece calare un silenzio saturo di tensione e Sasuke non volle forzare troppo la conversazione perché, per quanto potesse sembrare il contrario, era un tipo comprensivo e sapeva benissimo che il biondino, giustamente, aveva bisogno dei suoi tempi.
Silenziosamente lo guardò mentre lui teneva lo sguardo fisso sulle sue stesse ginocchia: aveva gli occhi spenti, ma la sua bellezza non smetteva mai di brillare e, senza che l'Uchiha se ne accorgesse, sul suo stesso viso le labbra si piegarono in un tenero sorriso, forse il primo della sua vita.
Quando arrivarono gli altri, i ragazzi consumarono allegramente il loro pasto, Naruto rideva molto spesso e questo scoraggiò l'Uchiha che, non smettendo di guardarlo, iniziò a chiedersi se il biondino stesse meglio senza di lui, ma quando incontrò il suo sguardo ebbe la risposta: era lo sguardo di chi brama di essere protetto e amato da te, era lo sguardo di chi ti tiene sempre a mente e di chi ti ama incondizionatamente, nonostante tutto.
Incondizionatamente. Quella parola lo fece riflettere.
Si meritava davvero qualcuno che lo amasse incondizionatamente? Sasuke aveva un carattere davvero complicato nonché rude e a volte la sua lingua era esageratamente tagliente. Avrebbe potuto ferire anche la persona più forte del mondo, con quella dannata bocca sprucida che si ritrovava.
«Sasuke, in una relazione è come se due persone stessero camminando insieme. Se una si ferma, l'altra non può proseguire senza separarsi da lei» si ricordò ciò che gli disse il fratello Itachi, senza neanche sapere cosa ci fosse tra loro nè l'orientamento sessuale del ragazzo, il giorno dopo che Naruto e Sasuke chiusero i rapporti.
Ed era vero: o si sarebbero fermati entrambi per sistemare le cose o si sarebbero separati prendendo ognuno la propria strada. Ma Sasuke non aveva in mente di lasciarsi scappare quell'angelo esuberante, voleva migliorare sé stesso come meritava Naruto. Aveva deciso di combattere. Combattere anche contro sé stesso. Per lui.
«Potete raccontare tutti gli episodi divertenti di questo mondo» Disse Kiba interrompendo i ragazzi che stavano rammentando dei ricordi allegri «Ma nessuno batterà mai quello in cui Hinata, da ubriaca e brava scema, si stava per spogliare davanti quel ragazzo, fino a quando si è resa conto della sua malizia e gli ha pestato il piede chiamandolo “uomo indecente”!» Rise a crepapelle dopo aver rammentato quel ricordo bizzarro di quella serata scottante «Sembrava una dama oltraggiata che cercava di mantenere la sua compostezza nonostante la rabbia» concluse, portando la ragazza ad arrossire come un peperoncino e a nascondere il suo viso candido tra le mani.
«K-Kiba! Basta!» implorò ardendo dall'imbarazzo.
«Vogliamo parlare di quando si è messa ad urlare come una forsennata di voler diventare una rockettara cocainomane?» affermò Neji mentre si massaggiava le tempie rassegnato al solo pensiero di quel ricordo.
Risero tutti all'unisono tranne quella povera malcapitata che non faceva altro che tenere nascosto il viso, e Sasuke, che aveva la testa da tutt'altra parte.
«A proposito di quella sera, ma quel tipo... Sasori?» domandò Neji, facendo ribollire il sangue dentro Sasuke al solo sentire quel nome ripugnante.
«Q-Quel ragazzo mi ha fatto provare una sigaretta che a detta sua era speciale» rivelò Hinata giocherellando imbarazzata con le dita e inconsapevole di ciò che stesse dicendo «Il sapore era... piuttosto strano, p-però...» continuò per poi venire interrotta da Kiba che le schiaffò una mano sulle sue morbide labbra.
«Hinata, ma che stai dicendo?» Ridacchiò nervoso mentre teneva sotto controllo lo sguardo interdetto del cugino di lei «Neji, ovviamente Hiashi non lo verrà a sapere. Vero?»
Il ragazzo scosse il capo affranto «Ci mancherebbe solo che lo zio scoprisse una cosa del genere» affermò, dunque cambiò il discorso per evitare di pensarci «E comunque, parlavo del fatto che fosse un tipo molto espansivo. Non mi ha dato una bellissima impressione» rivelò meditabondo.
«Perché?» Chiese Hinata dispiaciuta «A me è sembrato così gentile».
Neji sollevò lo sguardo in aria mentre si massaggiava il mento con le dita «Non lo so, sembrava tutta una recita».
Kiba arricciò il naso «Non saprei, anche a me per un attimo ha dato quest'impressione, ma non mi ci sono soffermato più di tanto».
Mentre gli altri discorrevano su quel ragazzo, Naruto non si azzardava a proferire parola.
«Tu che ne pensi, Naruto?» lo interpellò l'Inuzuka che notò il suo silenzio preoccupante, d'altronde gli interessava davvero un suo parere dal momento in cui tra loro c'era stata una sorta di feeling.
«Ero ubriaco quella sera» rispose risoluto «Avrei potuto fare di tutto con tutti senza badare a nulla. Dovrei rivederlo per avere una valida impressione» continuò con tono indifferente, forse volendo mostrare a Sasuke il suo disinteresse verso quanto accaduto quella sera.
In quel momento, Shino lanciò un'occhiatina veloce all'Uchiha per controllare come avesse reagito a quella risposta e si rese conto di quanto fosse più semplice per lui leggergli lo sguardo, dopo quel pomeriggio al bar.
Che avesse fatto già un miglioramento?
Shino sapeva bene quanto fosse difficile per il ragazzo far trapelare i propri sentimenti proprio perché aveva anche lui la cattiva abitudine di farlo quando era un bambino e, proprio per questo, spesso avvertiva dentro di sé una sensazione di solidarietà nei suoi confronti, sperando però che l'Uchiha sarebbe riuscito ad oltrepassare quel muro di cui si era circondato in modo tale da riuscire a trovare la felicità che gli poteva donare quell'uragano lucente che era Naruto.
«Tante persone possono mostrarsi in un modo, quando poi dentro hanno tutt'altro mondo» intervenne spontaneamente, volendo comunicare qualcosa sia a Naruto che a Sasuke.
Il biondino lo guardò stupito, riuscendo a capire immediatamente a cosa si riferisse, lanciò poi un'occhiata fugace all'Uchiha e osservò l'aria silenziosa e oscura che lo distingueva, e in quel momento dentro di lui sentì il suo cuore comunicargli che Sasuke era molto di più di tutto questo.
Sasuke tenne lo sguardo basso sulle ultime patatine che aveva lasciato nel piatto, captando solidarietà e comprensione da parte di Shino e, per la prima volta, riuscì a sentirsi contento di essersi spogliato della sua armatura davanti a qualcuno.

Dopo essersi alzati dai tavolini, i ragazzi fecero un ultimo giro per il centro commerciale e Sasuke, che si mantenne a qualche passo indietro, cominciò ad osservare il gruppo che gli stava davanti.
Beh, doveva ammettere che quello era davvero un gruppo affiatato, e tutti insieme sembravano sprigionare allegria da far invidia a tutto il mondo.
C'era Shino che, con i suoi silenzi, spesso parlava più di tutti quanti, ma che, quando si decideva di onorarli di ascoltare la sua voce, non faceva altro che lasciarli a bocca aperta. Kiba sembrava un vero e proprio bambinone, un ragazzo buffo che faceva un sacco di figuracce sul quale tutti ci ridevano sopra. E poi, c'era quella stramba ragazza di Hinata che, con il suo imbarazzo insuperabile, a volte era così ingenua che diceva certe cose che facevano stendere tutti al tappeto per lo stupore, mentre Neji non faceva altro che scuotere il capo rassegnato all'incredibile innocenza di lei.
E poi c'era quello splendido uragano di emozioni: Naruto. E su di lui non si poteva assolutamente dire nulla, perché Naruto era Naruto, e non c'erano termini per descriverlo.
Sì. Gli sarebbe proprio piaciuto avere un gruppo del genere. Certo, lui aveva il suo di gruppo, ma da un bel po' si era accorto che Karin, Jugo e Suigetsu non erano minimamente fatti per lui.
«Quante macchine abbiamo a disposizione?» Chiese Shino quando i ragazzi arrivarono al parcheggio.
«Due» affermò Neji «Anche Sasuke ce l'ha».
«Io porto a casa tutti quelli che sono venuti con me!» intervenne Kiba alzando un pugno in aria, per poi guardare in modo scontroso e per l'ennesima volta l'Uchiha.
«Di un po', Inuzuka. Ma non sai fare altro?» si chiese Sasuke innervosito da quelle attenzioni irritanti e costanti, ma voleva trattenersi dal commentare a voce quegli atteggiamenti perchè se l'avesse fatto avrebbe sicuramente creato altri casini.
Shino calò lo sguardo e si grattò il mento con fare pensieroso.
«Ma Kiba...» si guardò intorno «C'è Neji che abita a quattro passi da Hinata, per cui è inutile che vada con Sasuke».
Quindi sarebbe anche tornato a casa da solo? Bene.
«E con tutte quelle cianfrusaglie per Akamaru che hai in macchina c'è posto solo per quattro di noi» continuò sistemandosi la montatura degli occhiali «Mentre io, invece, abito vicino a te» ragionò sotto lo sguardo perplesso dell'Inuzuka, fino a voltare lo sguardo verso il biondino «Naruto, ti andrebbe di andare con Sasuke?»
Okay. Quando Shino aveva in mente qualcosa, faceva davvero di tutto pur di riuscire a raggiungere l'obbiettivo.
Sasuke rimase colpito dalla domanda che porse al biondino, stava facendo davvero tutto il possibile e lui non aveva mai incontrato qualcuno che si impegnasse così tanto per aiutarlo. Aveva fatto sempre tutto da solo.
Naruto portò lo sguardo ai suoi piedi, titubante sulla risposta da dare. Intanto, Kiba guardò ancora una volta l'Uchiha con quello sguardo così fastidioso da fargli perdere definitivamente la pazienza.
Si voltò per andar via «Ascoltate, ho capito. Ci vediamo a scuola».
Al sentire quelle parole, Shino abbassò lo sguardo deluso, ma non poteva forzare troppo le cose perché sapeva che non sarebbe stato giusto, e vedere il silenzio dei ragazzi che non s'interrompeva e la figura di Sasuke allontanarsi sempre di più lo fece quasi arrendere.
Sasuke ci aveva sperato. E lo ammise a sé stesso, aveva sperato che in un modo o nell'altro avrebbe avuto l'occasione di stare vicino al suo Naruto, ma era ovvio che le cose non potessero andare in quel modo. Cominciò quindi a pensare che il suo cuore si era risvegliato troppo tardi, e che ormai non c'era più nulla da fare. Ma certo, era questa la verità. Non c'era niente e nessuno da dover aspettare. C'era soltanto una spugna da gettare.
«Aspetta» lo chiamò una voce a cui lui era troppo legato, quella voce così esuberante e fantastica che lo portò a voltarsi ed incontrare i suoi occhi così splendenti.
«Vengo con te».
In quel momento tutto intorno a lui parve luminoso, il suo mondo sembrò schiarirsi dal buio che avvolgeva il suo animo, e sulla schiena di Naruto sembrarono crescergli un paio di grandi e bellissime ali.
Quel tempismo così perfetto, quella sintonia tra i pensieri di Sasuke e le azioni di Naruto, gli facevano quasi pensare che i due fossero legati di qualcosa che andava aldilà.
Aldilà di tutto.
Ma nonostante ciò, quando entrarono nella macchina nera di Sasuke entrambi non proferirono parola. E Naruto di certo non aveva il dovere di far partire una conversazione.
«Sei riuscito a svagarti un po'?» Chiese il ragazzo dai capelli corvini mantenendo fisso lo sguardo sulla strada.
Naruto invece guardava fuori al finestrino, la sera era ormai calata e nel cielo regnava un blu che si faceva sempre più scuro, mentre vicino all'orizzonte dimorava uno splendido arancione caldo.
«No» ammise staccato.
Sasuke lo guardò in tralice e notò la tristezza nel suo sguardo.
Era colpa sua.
Sentiva come dei pugni allo stomaco e un insopportabile macigno al cuore, che fossero sensi di colpa?
No. Gli Uchiha non sentivano cose del genere.
O forse i sensi di colpa erano tra le tante cose che fingevano di non conoscere.
Comunque fosse, il macigno in quel momento era così opprimente che Sasuke sentiva il bisogno impellente di dover dire qualcosa al biondino che, arrivato fuori casa, aprì frettolosamente la portiera per scendere.
«Grazie» gli disse con un tono ombrato, venendo poi bloccato dalla mano diafana di Sasuke che lo prese delicatamente per il polso.
«Questa volta aspetta me, Naruto» gli disse vedendo il biondino sgranare gli occhi sorpreso.
In quel preciso momento, gli sforzi che doveva fare l'Uchiha per mantenere il contatto visivo con lui gli sembravano abnormi.
«Devi dirmi qualcosa, Sasuke?»
Qualcosa? Forse era più di qualcosa.
«Sì, io...» annuì facendo poi silenzio per trovare le parole giuste.
Ma le parole per cosa? Che cosa doveva dirgli?
Lui non riusciva a capirlo, avvertiva soltanto il bisogno di dover parlare con quel dannato biondino, ma dentro di lui le emozioni erano state legate da un nodo talmente stretto che a breve le avrebbe soffocate.
Naruto cambiò il modo di guardarlo, la tristezza e la rabbia sembrarono svanire, ora c'era un grande amore nella luce dei suoi occhi.
«Merda» mugolò, distogliendo lo sguardo da Naruto, per poi mettere la sua testa tra le mani.
Niente. Non riusciva a parlare. Per quanto potesse sforzarsi, la voce sembrò essergli scomparsa.
Tra i due ci fu solo del silenzio, e per un attimo Sasuke credette che il biondino se ne fosse andato, ma un caldo palmo sulla testa lo fece ricredere.
«Sasuke» lo chiamò con tono tenero, infondendo la sua luce nelle sue tenebre.
Gli vennero presto delle lacrime agli occhi che cominciarono a rigargli lentamente il volto.
«Io lo so che sei molto più di tutto questo» gli disse, per poi voltarsi a malincuore e chiudersi il cancelletto del piccolo giardino di casa sua alle spalle, lasciando Sasuke da solo nella sua macchina.

E, per la prima volta,

Sasuke Uchiha

alzò lo sguardo

colmo di lacrime.





"Incondizionatamente".














Heylà! Rieccomi con il sesto capitolo!
Ho deciso di dedicare più attenzione ai capitoli e cercare di organizzarli al meglio per poterli perfezionare il più possibile, inoltre ho cominciato una nuova long intitolata “Diamante pungente”, quindi i capitolo verranno pubblicati meno frequentemente, ma mi impegnerò comunque per donare un epilogo alla long! (Ovviamente, non siamo minimamente vicini).
Allora, com'è stato? Vi è piaciuto questo sesto capitolo?
Lasciate pure delle recensioni senza timore e ditemi tutto ciò che pensate, mi sentirei motivato ad andare avanti!
Alla prossima!




EffyD.
  
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