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Autore: Meramadia94    06/09/2018    2 recensioni
Dean Winchester è un brillante medico, che lavora nell'ospedale gestito dal padre. Malgrado non avesse pensato da sempre di fare il medico è bravo nel suo lavoro, ha un fratello minore che è tutta la sua vita, gode della stima di suo padre e dell'amore di Castiel Novak. Ma la confessione al padre della sua omosessualità e la sua reazione mettono a rischio le sue certezze, che rischiano di non lasciargli scampo quando rimane vittima di un incidente.
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Famiglia Winchester, John Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni, Contesto generale/vago
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Castiel era ancora nel dormiveglia quando si svegliò. Istintivamente allungò il braccio sussurrando - Buongiorno Dean...- ma trovò solo il letto freddo.
Aprì gli occhi e si accorse di essere solo.
Sospirò. Per un attimo aveva sperato di aprire gli occhi, di vederlo addormentato accanto a lui e di dirgli l'assurdo incubo che aveva avuto... 
E lui avrebbe detto -'' Ah si? Erano clown o nani?''- con quel sorriso birichino, con quella faccia da schiaffi che tanto gli piaceva... solo che stavolta non gli avrebbe permesso di uscire dal loro appartamento... l'avrebbe tenuto stretto a sè tutto il giorno... si sarebbero inventati qualcosa per far passare il tempo...
Ma Dean non c'era. Era in terapia intensiva, dove lo stavano tenendo sotto controllo dopo essere riusciti a fargli ripartire il cuore dopo ore... 
Castiel però non riusciva a non sentirsi in colpa verso Dean.
Per quel medico dagli occhi verdi come smeraldi con il cuore di un leone... vedere l'ammirazione ed il rispetto che Sam provava per il fratello maggiore, lo aveva spinto ad amarlo più di quanto il suo fisico slanciato ed i suoi splendidi occhi avrebbero mai potuto fare... solo che non si era reso conto mai del dolore che li offuscava. 
La fissazione di dover essere perfetto a tutti i costi, il prendere tutto come una questione di vita o di morte... ma era un medico, un medico scrupoloso che amava i suoi pazienti, quindi aveva pensato che fosse la cosa più normale del mondo... ed in parte era vero, ma la maggior parte era dovuta al fatto di essere cresciuto con un padre che aveva sempre preteso tanto da lui, che aveva già previsto e programmato tutta la vita dei suoi figli, dove non erano previste variabili di alcuna sorta... laurea in medicina, specializzazione all'estero, assunzione in ospedale... una specie di tradizione di famiglia. 
Ma tutto aveva preso una piega inaspettata quando si erano conosciuti. 
Dean e John aveva litigato per causa sua.
'' Perdonami tesoro...''- fece Castiel rimirando una foto che teneva nel portafoglio. Li ritraeva assieme. L'avevano scattata nel primo mese che stavano assieme. Aveva deciso di portare Dean a fare un giro in barca... una barca a vela presa a noleggio per fare il giro della baia... ricordava che quel giorno Dean indossava una camicia azzurra e dei pantaloni bianchi... e che quando lo aveva visto correre verso di lui aveva pensato che mai aveva amato e probabilmente mai avrebbe amato una persona più di così -'' è colpa mia... se non ci fossimo mai incontrati forse...'' 
Forse avrebbe conosciuto un'affascinante dottoressa... magari una fisioterapista o una pediatra... se ne sarebbe innamorato, l'avrebbe sposata... sarebbe andato a casa del padre con la sua bella moglie ed i bambini per Natale, per il giorno del Ringraziamento.... una vita ed una carriera perfetta e non ci avrebbe pensato nemmeno per sbaglio di gettarsi nell'acqua fredda e di andare giù. 
Come aveva potuto essere così egoista? 
Amare una persona non dava certo il diritto di metterle l'esistenza sottosopra. 
Lui invece l'aveva fatto.
E c'era un unico modo per rimediare. 
Forse all'inizio avrebbe sofferto, avrebbero sofferto entrambi.... ma era per il bene di Dean.
'' Va bene Dio.... se è questo ciò che vuoi....''
...
...
...
Sam non aveva dormito quasi. Era rimasto sempre al fianco del fratello, a vegliare, per essere pronto a chiamare qualcuno che ne sapesse più di lui nel caso si fosse sentito male e di tanto in tanto gli bagnava le labbra con un bastoncino umido per dissetarlo almeno un po'.
Sembrava che si fossero scambiati i ruoli.... di solito era Dean che si prendeva cura di Sam, che lo vegliava quando era ammalato, che lo consolava quando era triste... 
Gli aveva tenuto stretta la mano per tutto il tempo, forse per richiamarlo in vita, forse per rivivere e fargli rivivere con quel semplice tocco i momenti più felici della loro infanzia... perchè si, avevano avuto un'infanzia complicata, senza le cure di una mamma e gli abbracci di un padre... ma a loro modo erano stati felici. Conservava dei bellissimi ricordi con Dean... come quando giocavano assieme a pallone, o scorrazzavano in bicicletta per tutto il giardino... 
- Dean.- fece Sam - Lo so che mi senti... mi dispiace tanto... non ti dovevo lasciare da solo... lo so che non ti sono stato vicino come dovevo.... ma adesso sono qui... ti prego...- gli aveva fatto una carognata orribile.
L'aveva lasciato da solo. 
Ricordava ancora il giorno in cui tutto aveva iniziato lentamente ad implodere.... Dean era appena uscito dal college, e stavano festeggiando assieme a Bobby il traguardo raggiunto dal maggiore... Sam non sapeva se essere felice o meno, perchè sotto sotto aveva sempre sospettato che la carriera medica non era il sogno di suo fratello, ma gli bastava vederlo sorridere. 
Ma sapeva che non sarebbe stato felice di vederlo partire per Berlino a breve... 


- Mi raccomando.- aveva detto John con un sorriso orgoglioso - Non prendere distrazioni e datti da fare come hai sempre fatto.-
Bobby era intervenuto - Andiamo John... lascialo respirare almeno un po'. Dean, non ascoltarlo... anzi, fai una cosa sana... adesso pensa un po' anche all'amore.- 
Dean aveva riso - Possiamo cambiare discorso, per favore?- 
- Giusto...- aveva detto John - Sam, tu che mi dici?- 
- Beh...- fece il piccolo di casa Winchester - al momento non mi sto vedendo con nessuna...- 
- Sai a cosa mi riferisco.- fece John - Hai già pensato alla specializzazione che vorresti fare dopo la laurea in medicina?- 
- No.- fece Sam - è inutile che ci pensi.... perchè non voglio fare il medico.- 
E lì l'atmosfera cambiò.
La tensione era così palese che si poteva tagliare con un coltello.
- Non ho capito.- fece John con un tono che voleva dire -'' Rimangiati quello che hai detto o te la vedi con me''.
- Senti papà... ci ho pensato.- fece Sam - andiamo, durante le lezioni di anatomia e cultura medica mi sento quasi svenire.... non voglio alzarmi ogni mattina pensando che se sbaglio qualcuno potrebbe morire. Ti pare giusto vivere con un simile peso e una simile paura addosso?- 
- Non succederà se stai attento.- fece John.
- Ma io non voglio starci attento.- fece Sam - voglio scegliere da solo se voglio o non voglio fare il medico. E papà... non è quello che desidero. Non è fare il medico che mi renderebbe felice.- 
- E sentiamo, cos'è che faresti allora?- fece John scettico. 
- L'avvocato. Cercare il dettaglio che manca per scagionare un innocente ingiustamente accusato...-
John sbattè le mani con forza sul tavolo - Dì un po': pensi davvero che gli avvocati veri siano tutti come quelli dei telefilm? Che in quaranta minuti trovino la prova regina e vincano la causa? 
Non vuoi vivere con la consapevolezza che un tuo errore potrebbe costare la vita di un paziente?
E sapere che se perdi la causa costerà ad un cliente la perdita della libertà invece è meglio?- 
Sam si alterò.
Dean temette che venissero alle mani e si era messo in mezzo per dividerli - Per favore calmatevi...-
- No, Dean. Papà pensa di essere Dio e di sapere tutto, ma ora è arrivato il momento che qualcuno gli faccia capire che la sua verità non è un assoluto, e che non può comandare tutti a bacchetta come se fossero soldatini obbedienti.- fece Sam - Si. Preferisco rischiare questo, va bene? Perchè se perdo una causa posso fare ricorso, posso vincere.... se uccido una persona non posso fare niente per rimediare!- 
- Forse ti sfugge che finchè vivi sotto il mio tetto, le regole le faccio io!- aveva urlato John. 
- Se la metti così risolviamo subito!- fece Sam urlando più forte guadagnando l'uscita - Me ne vado! Fuori di qui non puoi più nulla su di me!-
John gli aveva puntato il dito contro ed aveva strillato - Samuel Winchester ti avverto... se esci da quella porta... non osare mai più tornare!- 
Poco dopo anche Bobby e John avevano litigato, proprio perchè il primo si era schierato dalla parte di Sam, dichiarandosi disposto ad ospitarlo e a pagargli di tasca sua le rette universitarie, tutto quello che gli sarebbe servito...
La sera stessa John si era ubriacato borbottando sulla delusione ed il dispiacere che il figlio minore gli aveva causato... 
Dean era sgattaiolato fuori e si era diretto a casa di Bobby chiedendo del fratello.
Sam era già pronto a dirgli '' Se sei venuto a dirmi di tornare a casa e di dire a papà che stavo solo prendendo in ipotesi altre strade ma alla fine farò medicina, puoi anche andartene...''- o qualcosa del genere.
Invece... 
- Nononono anzi.... forse è meglio.- fece Dean - sono alle prime armi come medico.... metti caso che qualcuno mi denuncia per negligenza professionale.... gli avvocati costano, meglio se ne conosco uno con cui sono già pappa e ciccia.- 
Il cuore di Sam si era illuminato.
A quel punto poteva avere tutto il mondo contro... ma suo fratello era con lui.


Jessica entrò con una sacca di vestiti di ricambio, un thermos ed contenitore salva-freschezza. 
- Ti ho portato qualcosa di pulito...- fece Jessica - poi c'è del caffè e dei tramezzini...- 
Sam prese il thermos e mandò giù a piccoli sorsi - Grazie...- 
Jessica lanciò uno sguardo triste al suo potenziale cognato e sfiorò la spalla del fidanzato, per dargli conforto - Come sta?- 
- Dicono che potrebbe avere seri danni al cervello...- fece Sam - che potrebbe aver perso la memoria... non riconoscere nessuno.... o perdere la funzionalità muscolare... forse non riuscirà nemmeno a parlare...-  fece Sam con gli occhi lucidi - ed io.... non so, ho paura che non si sveglierà nemmeno.- 
- No, questo non dirlo nemmeno.- fece Jessica abbracciando forte il ragazzo.
- E' così da quasi due giorni....- 
- Ma è normale dopo tutto quello che ha passato ieri...- fece Jessica prendendogli il viso tra le mani - non dobbiamo perdere la speranza.... Dean è sopravvissuto ed ha sopportato cinque ore di rianimazione.... e questo non può che farci sperare per il meglio.
Lo conosco poco, ma ora posso dirlo: è un uomo forte, lo sai anche tu. Vedrai, uscirà da qui con le sue gambe... e sarà sano, vedrai.- 
- Deve.- fece Sam - Devo... devo chiedergli scusa...- 
- Ma che dici?- fece Jessica - Tu non gli hai fatto nulla... non sei stato tu a dirgli quelle cose orribili e a spingerlo a lasciarsi andare...- 
- Quando eravamo piccoli mi diceva sempre di non preoccuparmi..- fece Sam carezzandogli il dorso della mano destra - Che pensava lui a me, che mi avrebbe difeso e protetto sempre... e l'ha fatto. Mi ha fatto da padre e madre, mi ha difeso dai bulletti a scuola, mi ha dato manforte quando ho scelto di studiare da avvocato.... io che ho fatto per lui? 
Ho lasciato che papà si portasse via tutta la sua vita, l'ho lasciato solo ad affrontare l'inferno... e gli ho pure detto che mi sembrava una marionetta certe volte....- 
'' Perdonami. Se vuoi non rivolgermi più la parola, ma ti prego, torna da noi.''
- Tu gli vuoi bene.- fece Jessica - e lui lo sa. Tutto il resto non conta.- fece la bionda abbracciandolo forte pregando con tutta la forza che aveva in corpo che quella brutta faccende si risolvesse presto e nel migliore dei modi.
Avevano già sofferto abbastanza. 
  
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