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Autore: Amily Ross    07/09/2018    4 recensioni
(Sequel de: “Il Ritiro Natalizio della Nazionale Giovanile.”)
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È passato circa un mese dal ritiro natalizio in Austria, molte cose sono cambiate da allora, e molte altre dovranno ancora cambiare; è rimasto indelebile il ricordo di quella “vacanza” nel cuore di tutti. Ognuno ritorna a vivere la propria vita: chi in Francia, chi in Germania e chi in Giappone, ma c’è profumo di cambiamenti nell’aria: nuove vite, nuove città e nuove conoscenze, cambieranno la vita di alcuni di loro. Fanny ha intrapreso la carriera di manager alla Mambo, al fianco di Amy, ma presto una nuova avventura la porterà nel paese dei suoi sogni, là dove gioca il suo ragazzo: la Germania.
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Questa fiction è temporalmente collocata nel 2018, e i ragazzi e le ragazze hanno tutti ventuno anni o quasi.
Genere: Drammatico, Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Grace (Machiko Machida), Jun Misugi/Julian Ross, Karl Heinz Schneider, Nuovo personaggio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Note introduttive: scusate per il ritardo con il quale aggiorno, ma questo capitolo non era stato messo in considerazione, o almeno nella mia testa era dato per scontato l’arrivo di Fanny – infatti avrei dovuto pubblicare l’intervento del Kaiser – ma tra una richiesta di Barby_Ettelenie_91 e mille dubbi se accontentarla o meno e su come impostare il capitolo, alla fine ce l’ho fatta, anche se mi ci è voluto più tempo del previsto. Ritorna Max a farci compagnia con una delle sue meravigliose canzoni e non c’è nulla di tragico… almeno questa volta, al prossimo – inevitabilmente – Karl andrà in sala operatoria. Grazie sempre a tutti voi che mi seguite ed in particolare alla mia meravigliosa Darling – insostituibile compagna e consigliera. Amy

 

Capitolo 19: Il mio mondo insieme a te

 

È passata una settimana dall’intervento di Benji, il ragazzo è stato dimesso e Gregory Ross è rientrato in patria; Fanny ha superato i due esami con il massimo dei voti ed è finalmente pronta per abbracciare la sua nuova vita in Germania, aveva anche cercato degli appartamenti, ma il fidanzato ha voluto a tutti i costi che andasse a casa sua e così ha deciso di fare la ragazza, avendo anche avuto il consenso dei genitori.

Amburgo: martedì 14 marzo, 2018 aeroporto Hamburg-Fuhlsbüttel, h. 9:00.

Dopo un interminabile viaggio Fanny è finalmente arrivata a destinazione, nonostante la stanchezza non sta più nella pelle, dopo tanto sognare a occhi aperti questo momento, non le sembra vero che sia finalmente arrivato: lo sognava sin dai tempi delle superiori e all’università contava i giorni, ma quel che non sognava all’epoca era che nella sua vita tedesca ci fossero stati un ragazzo e un nuovo amico e questo rende il tutto ancora più bello e la gasa ancora di più.

Messo piede fuori dall’aereo si guarda attorno e sorride, si issa meglio la borsa sulla spalla ed estrae il cellulare dalla tasca dei jeans, accendendolo e avviandosi verso l’interno per recuperare i bagagli; è una bella giornata e il sole brilla nel cielo, ma è freddo, si stringe di più la sciarpa che le ha regalato Benji per il compleanno e sorride, per un attimo la sua mente vola nella sua terra natia – in questo periodo dell’anno – la sua città è tinta di rosa e lei adora quella meravigliosa danza dei ciliegi e un po’ le dispiace non poterla vedere ogni giorno, ma la primavera sta arrivando anche in Germania e sa bene che anche qui è una bellissima stagione.

Dunque sorride ridestandosi dai suoi pensieri e varca la porta degli arrivi, osservando ogni angolo per scorgere chi cerca: miliardi di persone che come lei cercano dei visi familiari, altri che si sbracciano per farsi notare e altri ancora che corrono per prendere una coincidenza o un mezzo per raggiungere la loro meta. A un certo punto, tra la folla, scorge il volto che cerca e sorride, facendosi largo a gomitate lo raggiunge, mentre anche lui la nota e la saluta con la mano in attesa che lo raggiunga. «Uffa! Che faticaccia, a quanto pare hanno deciso di partire tutti oggi.» sbuffa arrivandogli di fronte. Sebastian sorride alla battuta e fa un leggero inchino. «Ben arrivata, signorina Fanny, venga andiamo a recuperare i suoi bagagli e andiamo a casa.» le dice facendola annuire e sorridere.

«Sono contenta di vederti, Sebby! Mi sei mancato anche tu.» dice lei prendendosi pure la libertà di abbreviargli il nome, stringendolo con tutta la sua esuberanza, e facendo irrigidire il povero maggiordomo. «Anche io sono contento che voi siate qui, signorina.» risponde lui con un sorriso, nonostante il lieve imbarazzo dell’inconsueto gesto al quale non è abituato – di certo il suo padrone non è uno che dispensa abbracci e baci – e lui è solo un umile servitore. La ragazza si stacca e sorride ancora, scrivendo poi al fidanzato di esser arrivata e di esser in compagnia di Sebastian, mentre si recano a recuperare le valigie.

Il viaggio verso casa si svolge in tutta tranquillità, Sebastian guida la Cadillac CT 6 nera che Benji ha comprato per la servitù e che guida il maggiordomo. «Come stanno i ragazzi?» chiede Fanny, mentre osserva ogni angolo di strada che percorrono. «Il signorino Benji sta bene, è solo un po’ scocciato dalla limitazione del braccio; su Schneider non so moltissimo, ma credo abbia l’ultima seduta di chemio in questi giorni, prima che vostro padre e l’altro medico lo operino.» risponde il maggiordomo svoltando a destra, introducendosi in un viale alberato, che Fanny riconosce subito – uno dei parchi vicino casa del suo ragazzo.

Sebastian suona il clacson e il cancello automatico viene aperto dall’interno, Fanny sorride vedendo il fidanzato davanti la porta di casa e lo saluta dal finestrino, felice come una bimba. Benji le sorride e aspetta di averla davanti per stringerla e baciarla. È bastato un solo attimo, ed incrociare quegli occhi verdi e allegri, per far sì che tutte le angosce delle settimana appena passata sparissero in un secondo – inevitabilmente – dimesso dall’ospedale è stato due giorni a letto, un po’ indebolito e frastornato, e anche arrabbiato e triste per quegli stronzi dei suoi genitori inesistenti; ma ora che la sua dolce e pazza Fanny è con lui è tutto passato.

«Ciao, amore.» cinguetta allegramente la ragazza, uscendo immediatamente dall’auto, appena il maggiordomo si ferma davanti la porta d’ingresso. «Finalmente sei arrivata, e questa volta non staremo insieme solo una settimana.» risponde Benji con un sorriso, stringendola a sé con il braccio sinistro e baciandole il naso, che lei arriccia e sorride. «Come stai?» chiede baciandolo sulle labbra e guardandolo negli occhi. «Bene, ora che ci sei tu anche meglio.» risponde lui baciandola e stringendola.

Freddy sorride e osserva in silenzio i due ragazzi, felice di vedere il suo pupillo sollevato dalla brutta settimana appena trascorsa; Annie e Klementine sorridono anche loro e aiutano Sebastian con i bagagli della ragazza, che portano dentro. «Sei stanca?» sussurra Benji all’orecchio della fidanzata, che scuote la testa e sorride. «Ho dormito quasi per tutto il viaggio.» ride, baciandolo sulla guancia ed entrando stretta a lui, guardandolo negli occhi e sorridendo persa. «Signorina perdoni l’interruzione.» annuncia Sebastian, chinandosi, ricevendo l’attenzione dei due ragazzi. «Mi permetto di portare tutti i suoi effetti personali in camera, il signorino ha ordinato di sistemarla in camera sua… ma se preferisce, le sistemo la camera per gli ospiti.»

Fanny gli sorride, poi guarda il fidanzato furbetta. «Grazie, Sebastian, va bene anche in camera di Benji.» dice, mentre lui le bacia i capelli, il maggiordomo annuisce e porta in camera del padroncino le valigie della ragazza. Intanto che la sua roba viene sistemata, Fanny ha avvertito il padre e la madre di esser arrivata e va a fare una doccia, mentre Benji l’aspetta in camera, disteso sul suo letto messaggiando con il Kaiser, dicendogli che più tardi andrà a trovarlo, non dicendogli che sarà in compagnia della ragazza, per fargli una sorpresa.

***

«Cosa vuoi fare?» le chiede Benji, appena rientra in camera, guardandola con un sorriso. «Per adesso nulla, voglio stare tra le tue braccia.» risponde Fanny, sedendosi sul letto e togliendogli il cellulare dalla mano, posandolo sul comodino, Benji sorride e la stringe, baciandole la fronte. «Più tardi voglio andare a trovare Karl e stasera voglio andare al Paulaner’s.» sussurra Fanny sulle labbra del fidanzato, per poi baciarle. «Certo.» risponde lui, ricambiando il bacio e stendendosi con lei sopra, mentre le carezza la spalla da sotto l’accappatoio. «Com’è stata la settimana in ospedale?» gli chiede, mentre gli si accoccola sul petto e osserva il gesso.

«Nel contesto una noia mortale, ma per fortuna c’erano i ragazzi ad alleggerire un po’ la tensione. Il giorno dell’intervento non è stato poi così traumatico e tu zio è stato bravissimo, anche simpatico e disponibile.» risponde Benji, tenendola tra le sue braccia e coccolandola, mentre lei sorride e ascolta in silenzio. «I miei genitori si sono ricordati della mia esistenza il giorno dopo e sono venuti a trovarmi… certo, avrebbero fatto meglio a risparmiarsi la visita, inevitabilmente abbiamo finito per litigare, ma non me ne frega nulla, non ci sono mai stati e non mi aspettavo ci sarebbero stati questa volta. Le uniche persone che avrei voluto quel giorno eravate tu e mio nonno, ma non potevo pretendere che lui venisse e tu eri impegnata con gli esami, però Freddy non mi ha mollato un attimo ed è stato un grandissimo sostegno, come un padre.» continua.

Fanny lo guarda negli occhi e sorride, notando quel velo di malinconia. «Certo, in effetti potevano risparmiarsi di venire, visto come si sono sempre comportati, però sono i tuoi genitori, penso ti vogliano bene. Non posso costringerti  instaurare un rapporto con loro, ma vorrei provassi a chiarire le divergenze, se non va amen… almeno ci hai provato, a ogni modo sono fiera di te, sei un ragazzo straordinario e sei diventato un grande uomo anche senza la loro guida.» sussurra, perdendosi negli occhi neri del ragazzo, carezzandogli la guancia e parlando con dolcezza. «Ti ho raccontato di loro, ci sto male, ma me ne faccio una ragione, me la sono sempre cavata da solo ed è quello che continuerò a fare… potrei anche provare a riallacciare il rapporto, ma non so se andrà bene, forse so già in che occasione potrei farlo e tu verrai con me perché te li presenterò e poi tengo in particolar modo a farti conoscere il nonno.» risponde Benji, stringendola fortissimo a sé.

«Certo che sarò con te, amore, muoio dalla curiosità di conoscerli e, soprattutto, voglio conoscere nonno Benjiamin, ogni volta che ne parli i tuoi occhi brillano.» risponde Fanny, con un dolce sorriso, ricambiando la stretta. «Grazie, piccola, sei la mia forza e la parte migliore di me.» sussurra Benji, aprendole il suo cuore ancora una volta, Fanny sorride con le lacrime agli occhi e lo bacia con dolcezza.

“Forse non sarei, come sono adesso…

forse non avrei questa forza addosso…

forse non saprei neanche fare un passo…

forse crollerei, scivolando in basso…

invece tu sei qui e mi hai dato tutto questo.

E invece tu sei qui!

Mi hai rimesso al proprio posto i più piccoli

pezzi della mia esistenza, componendoli, dando loro una coerenza.” 

«No saremo la coppia perfetta, spesso litighiamo, ma ti amo e voglio renderti felice, voglio vivere con te gioie e dolori e voglio essere il tuo sostegno nei momenti importanti.» risponde Fanny dopo il bacio. «Anche io penso questo ed è quello che voglio, mia dolcissima Fuffy.» le dice Benji, carezzandole la guancia e ammirando quei meravigliosi smeraldi che sono gli occhi della sua ragazza. «Nella buona sorte e nelle avversità, nelle gioie e nelle difficoltà, se tu ci sarai, io ci sarò.» risponde Fanny col cuore. «Sempre!» sussurra Benji, ancora perso nei suoi occhi, facendola sorridere e ricevendo un altro bacio, subito ricambiato. «E se ti dicessi che voglio fare l’amore adesso?»

«E se io ti dicessi che non mi va?» chiede a sua volta Fanny per provocarlo, Benji la guarda e gonfia le guance come un bambino, facendola ridere, mentre gliele sgonfia con gli indici e gli bacia il broncio. «Sicuro? Non ti darebbe fastidio al braccio?» gli chiede questa volta con serietà, anche lei ha una voglia assurda, ma la salute del fidanzato ha la priorità. «No, non mi dà fastidio, per evitare di sforzarlo troppo potrei star sotto io…» dice lui, guardandola intensamente, sfiorandole la spalla con la punta dei polpastrelli della mano sinistra, scendendo verso lo scollo dell’accappatoio, sfiorando anche il seno. «Se la metti così, Price… sai che non posso resisterti a lungo.» risponde Fanny leccandosi le labbra e sospirando a quel contatto.   

Benji ride e le scioglie il fiocco dell’accappatoio e ammira la bellezza che è la sua ragazza. «Ma così non vale, tu sei completamente vestito.» lo riprende Fanny indispettita, bloccandogli la mano e pizzicandogli l’addome da sotto la felpa. «Spogliami…» le sussurra sensualmente all’orecchio, mordendole in lobo e mettendosi seduto; Fanny non se lo fa certo ripetere due volte, lo guarda maliziosa e – facendo attenzione al braccio infortunato – gli sfila via la felpa, scorrendo la mano lungo pettorali e addominali, facendogli chiudere gli occhi, Fanny sorride e gli bacia il petto all’altezza del cuore, mentre le sue mani scivolano lente sui suoi fianchi giocando con la cintola dei jeans, Benji ansima lievemente e la guarda divertito.

“Come è bello il mondo insieme a te: mi sembra impossibile,

che tutto ciò che vedo c’è – da sempre solo che –

io non sapevo come fare per guardare ciò che tu mi fai vedere.

Come è grande il mondo insieme a te, è come rinascere

e vedere finalmente che rischiavo di perdere

mille miliardi e più di cose….

se tu non mi avessi fatto il dono di dividerle con me.” 

Fanny si lecca le labbra sensualmente e li sbottona, incrociando lo sguardo del fidanzato, mentre lentamente scivola giù la cerniera sfiorandogli il membro con la punta della dita da sopra i boxer. «Hai deciso di volermi far impazzire?» la provoca Benji, sentendo una gran voglia salire. «E chi lo sa…» risponde Fanny con un sorrisetto; si mette in piedi sul letto e lo guarda, mettendo le mani sul nodo dell’accappatoio  e sciogliendolo con lentezza mentre ancheggia sensualmente. Benji la guarda e trattiene il fiato, conscio del fatto che la sua ragazza è imprevedibile, ma non si aspettava si mettesse a fare lo spogliarello. «Pensi di lasciarmi mezzo vestito?» le chiede mentre osserva la danza della fidanzata, che scopre pian piano le sue spalle.

«No, magari dopo finisco di spogliarti, con i jeans e i boxer addosso sei un pochino inutile.» risponde lei, sfiorandogli il membro col piede, riprendendo poi la sua danza di seduzione e scoprendo le spalle. «Sei terribile…» sussurra Benji col respiro corto, ammaliato dalle sue movenze. «È per questo che mi ami, tesoro.» lo rimbecca Fanny scivolando sempre di più l’accappatoio e scoprendo i seni, iniziando a giocare e a toccarsi per farlo impazzire ancora di più. «Sei perfida, te ne approfitti perché non posso fare quello che vorrei.» le dice lui, osservandola però divertito e anche eccitato. «Lo so, però è divertente vedere la tua faccia da baccalà mentre io faccio questo giochino.» risponde lei, uscendogli la lingua, sembrando ora una bambina dispettosa e non la ragazza sexy di un secondo prima.

Il battito cardiaco del ragazzo è evidentemente accelerato, Fanny riesce a distinguerlo chiaramente dalla velocità dei suoi respiri; sorride riprendendo in mano la situazione, lasciando scivolare del tutto l’accappatoio ai suoi piedi e calciandolo a terra, mostrando tutte le grazie al fidanzato, rimanendo ancora in piedi sopra di lui. «Hai intenzione di rimanere lì tutto il giorno?» le chiede lui sollevandosi a sedere – o almeno a provarci. «Comando io, quindi adesso potrei anche decidere di vestirmi e lasciarti qui.» gli risponde posandogli il piede sul petto e obbligandolo a stendersi, lo guarda maliziosa e finalmente lo libera da quegli ultimi indumenti fastidiosi, mettendosi dopo a cavalcioni sulle sue gambe.

“Forse non avrei mai trovato un posto…

forse non potrei regalarti un gesto…

forse non saprei neanche cosa è giusto…

forse non sarei neanche più rimasto, invece tu sei qui…

sei arrivata per restare, invece tu sei qui, non per prendere o lasciare…

ma per rendermi ogni giorno un po’ migliore,

insegnandomi, la semplicità di amare.” 

Benji la guarda e sorride, togliendole i capelli da sopra la spalla sinistra e la tira per baciarla. «Sicura di volerlo fare così? Non vorrei farti male…» le sussurra sulle labbra con dolcezza. «Non mi farai nulla, stai tranquillo, amore mio.» gli risponde lei, baciandolo sulle labbra e posizionandosi a dovere – e lentamente – sopra la sua virilità che è eretta e pulsante; lui la guarda e le sorride cingendole i fianchi con entrambe mani e guidando i suoi movimenti affinché non si faccia male, mentre lei sorride e chiude gli occhi ansante, lasciando che gli entri dentro pian piano senza sentire dolore. «Sei bellissimo…» sussurra riaprendo gli occhi e guardandolo con dolcezza, mentre ormai abituata alla presenza, lo lascia scivolare del tutto dentro sé, iniziando a muoversi.

«Tu sei bellissima, amore mio…» sussurra Benji, carezzandole i fianchi e muovendosi a ritmo con lei, che sorride e lo guarda con tutto il suo amore e la sua dolcezza, gli carezza l’addome scolpito e continua a muoversi su di lui, finché entrambi non raggiungono l’apice del piacere e lei si solleva, stendendosi al suo fianco e baciandolo velocemente sulle labbra – lo guarda maliziosa – e scende giù a lambirgli il membro, cogliendolo letteralmente di sorpresa, facendolo ansimare  e facendolo venire subito sulle sue labbra, che inevitabilmente si sporcano del suo seme; Fanny sorride, le lecca e si stende nuovamente accanto a lui, stringendolo e baciandolo, mentre gli carezza il fianco e la schiena. «Sono felice di averti qui.» le sussurra Benji all’orecchio, giocando con i suoi capelli. «Anche io, amore. Ho sognato per anni sul come sarebbe stato questo periodo in Germania e non mi sarei mai, nemmeno lontanamente immaginata, che ci fossi stato tu.» risponde lei, stringendolo fortissimo e baciandolo sulla guancia.

«Io non avrei mai immaginato che un giorno fosse arrivata quella ragazza che mi avrebbe fatto perdere la testa, fa un po’ te…» ride Benji, carezzandola e coccolandola. «Sei davvero la cosa più bella che mi sia mai capitata e non smetterò mai di dirtelo. Ti amo da impazzire, Fanny Ross.» le dice ancora guardandola negli occhi, mentre lei sorride e lo guarda commossa. «Anche io ti amo, Banjiamin Price.» sussurra accoccolandosi sul suo petto e chiudendo gli occhi, godendosi il momento.

“Come è bello il mondo insieme a te, mi sembra impossibile,

che tutto ciò che vedo c’è, da sempre solo che,

io non sapevo come fare per guardare ciò che tu mi fai vedere…

come è grande il mondo insieme a te, è come rinascere e vedere finalmente che,

rischiavo di perdere mille miliardi e più di cose

se tu non mi avessi fatto il dono di dividerle con me.”

«E pensare che la prima volta che ti vidi ti odiai da morire.» dice improvvisamente Fanny, rompendo il silenzio, rimanendo accoccolata su di lui. «Ci credo, hai quasi cercato di ustionarmi con quel caffè e mi hai anche detto che tra le mutande non avevo nulla da proteggere.» le risponde Benji ridendo a quel ricordo. «Colpa tua che mi hai spaventato, però mi sono ravveduta sul contenuto delle tue mutande.» ride anche Fanny. «Però non parlavo di quello, ma del nostro primo incontro in assoluto…» aggiunge, guardandolo mentre aggrotta le sopracciglia confuso. «Ovvero?» chiede ora curioso. «Non te lo ricordi? Ci siamo visti per la prima volta alla semifinale delle elementari, quando Julian scappò dall’ospedale e siamo tutti andati a cercarlo. Tu eri con i tuoi compagni e io con i miei, avevi  un’orrida camicia verde vomito – io ero innamorato di Stephen a quel tempo – e mi hai fatto un’antipatia assurda a prima vista e non avrei mai pensato che un giorno saresti diventato il mio ragazzo.»

Benji la guarda un attimo e scoppia a ridere, ricordando l’evento. «È vero, adesso ricordo. Tu sembravi una bimba carina e simpatica, tutta a modo e timida con quel vestitino rosa che ti faceva sembrare un confetto, ma le ragazze non erano ancora nei miei pensieri  a quei tempi… poi al ritiro conobbi una strega e tutti i miei castelli su quella dolce bambina vennero infranti.» le risponde. «Stronzo!» lo riprende Fanny, però ridendo e pizzicandogli il fianco, facendolo ridere. «Scherzo, non me lo ricordavo nemmeno più, e comunque tranquilla, quella camicia l’ho buttata da tempo.» dice Benji ridendo ancora. «Spero tu non ne abbia ancora orride quanto quella…» lo punzecchia Fanny, facendolo ridere. «No, nessuna camicia compromettente.» risponde baciandola.

“Come è grande il mondo insieme a te: è come rinascere

e vedere finalmente che, rischiavo di perdere,

mille miliardi e più di cose…

se tu non mi avessi fatto

il dono di dividerle con me.”

Amburgo: martedì 14 marzo, 2018 villa Price, salotto, h. 14:30

Dopo il delizioso pranzo si sono tutti spostati sui divani, dove Sebastian ha servito il caffè e il dolce. «Allora posso andare a trovare Karl tra un po’? Hai detto che sta bene e io non vedo l’ora di abbracciarlo.» dice Fanny guardando il padre, facendogli gli occhi da cucciola, facendo ridacchiare Benji. «Va bene, principessa, puoi andare a trovarlo. Oggi ha fatto la chemio, ma è libero da controlli, dopodomani avrà l’ultima seduta e poi lo opereremo in questi giorni, al massimo inizio settimana prossima.» risponde Alfred, che proprio non sa dire di no alla sua bambina. «Allora gli starò accanto il più possibile.» dichiara Fanny stringendo il padre.

Benji si irrigidisce a quelle parole e trema, ricordando lo zio Bernd, ha una paura immensa per il suo migliore amico, ma sa che è in buone mani e che non si arrenderà. Non può arrendersi il Kaiser. «Stai tranquillo, Benji, salveremo Karl te lo prometto.» dice Alfred notando la sua reazione, mentre lascia la figlia e le sorride. «Grazie, signor Ross.» sorride il ragazzo, prendendo la mano della fidanzata. «Il mio papino è il migliore e il nostro Kaiser è troppo forte per lasciarsi sconfiggere.» dichiara Fanny, ottimista come sempre, facendo sorridere i presenti, mentre Benji la stringe forte. «Grazie ancora una volta del tuo sostegno.» le dice.

«Sa, signor Ross, non l’avrei mai detto, ma sono felice che sua figlia sia la ragazza del mio pupillo.» ammette Freddy, osservando i due ragazzi abbracciati, facendo sorridere il medico. «Hanno entrambi due caratteri forti, spesso litigano, ma si vede quanto bene si vogliono.» aggiunge, nonostante tutto, felice di avere la ragazza in casa. «La mia bambina è un peste, ma dietro la sua parte esuberante e ribelle è una ragazza dolcissima. Ammetto che all’inizio ero un po’ riluttante quando mi disse che sarebbe venuta qui, ma ho avuto modo di conoscere Benji ed è un bravo ragazzo; non è facile per un padre accettare che la sua piccola sia cresciuta e abbia il fidanzato, ma sono felice che questo sia proprio lui.» ammette il medico con un sorriso, guardando anche lui i ragazzi.

«Benji è un ragazzo straordinario e io ammetto di essere contento che abbia incontrato sua figlia e messo finalmente la testa a posto.» risponde Marshall con un sorriso. «Grazie.» rispondono insieme i due ragazzi per le belle parole dei due adulti. Sapere di avere la loro approvazione è importante. «Io adesso devo andare, vorrei riposare un poco, questa notte sono di turno.» dice Alfred alzandosi. «È stato un piacere pranzare qui, le affido la mia principessa, signor Marshall.» aggiunge, sorridendo ai ragazzi. «È stato un piacere anche per noi, quando vuole può venire, e non si preoccupi, baderò io ai ragazzi.» risponde Freddy stringendogli la mano.

«Mi raccomando, signorina, fai la brava. Studia, altrimenti ti rispedisco a casa col primo aereo, non far disperare il signor Marshall e non litigare con Benji.» dice guardando la figlia, che sorride e annuisce stringendolo. «Certo, papà, farò la brava.» risponde Fanny facendo le fusa, Alfred ride e le bacia la fronte. «Ti voglio bene, piccola mia.» le dice, guardando poi Benji. «L’affido anche a te, non dateci troppo dentro e tu cerca di guarire presto.» gli dice, strizzandogli l’occhio, mentre il portiere arrossisce lievemente. «Certo, signor Ross,  grazie per la fiducia.» dice porgendogli la mano sinistra per salutarlo.

***

Amburgo: martedì 14 marzo, 2018 ospedale, h. 17:00.

«Allora vado, torno a prendervi più tardi, signorino.» dice Sebastian, chinando il capo e rientrando in auto. «Grazie.» risponde Benji con un sorriso, prendendo per mano Fanny, che saluta a sua volta il maggiordomo con la mano. «Ma stasera dobbiamo farci accompagnare anche da lui al Paulaner’s?» sbuffa lei mentre entrano. «Odio anche io esser scarrozzato in giro, ma non posso guidare, quindi immagino di sì…» sospira Benji. «E se guidassi io?» cinguetta allegramente la ragazza, facendo correre un brivido lungo la schiena del fidanzato.

«Sai guidare? Hai la patente?» le chiede guardandola dritta negli occhi. «Certo che so guidare e ovvio che ho la patente, se proprio vuoi saperlo ho anche un auto tutta mia.» risponde Fanny, mettendo le mani ai fianchi e il broncio. «Ok, calmati, stasera decidiamo.» sorride Benji. «Non ti fidi di me?» chiede lei sul piede di guerra, Benji sospira – primo giorno, primo battibecco. «Non ho detto questo, amore.» le risponde con un sorriso, mentre inevitabilmente, trema per l’incolumità della sua Maserati. «Sarà meglio per te non pensarlo nemmeno.» risponde Fanny, guardandolo e gonfiando le guance come una bambina, lasciandogli la mano e precedendolo in camera di Karl.

Benji sospira, alza gli occhi al cielo e infine sorride. Questa è la sua dolce e permalosa Fuffy, che scatta come una molla anche per un niente, ma in fondo lui si è innamorato di lei facendo la guerra e i piccoli battibecchi non possono che movimentare la giornata, purché rimangono piccoli e si faccia la pace subito dopo – anche se subito dopo – implica quando la signorina Ross smetterà di tenere il broncio. «Allora ti smuovi? Hai il braccio rotto, mica la gamba.» lo riprende Fanny, ferma davanti la porta a braccia conserte. Benji sorride e le si avvicina stringendola per la vita, ma dura un secondo, perché lei si scosta come se avesse preso la scossa e bussa alla porta.

Il portiere ingoia il boccone amaro e non dice nulla, non vuole fare scenate in ospedale o davanti al Kaiser e non vuole nemmeno litigare con la fidanzata, che sembra di tutt’altro avviso. «Avanti!» risponde Karl da dentro, e subito la porta viene aperta dalla ragazza – che ignorando del tutto il fidanzato – guarda il ragazzo sul letto di fronte a sé e sorride, sorride nonostante sia un po’ diverso da come l’ha lasciato l’ultima volta, le dispiace vederlo senza capelli e con quello sguardo azzurro stanco cerchiato dal viola delle occhiaie che risaltano sul candore della sua pelle. «Fanny… che bella sorpresa, non sapevo arrivassi oggi.» dice Karl felice, alzandosi dal letto e stringendola forte.

«E invece sono arrivata proprio oggi, ho già avuto un litigio con l’amico tuo, ma lo ignoro perché sono qui per te e non per lui.» risponde Fanny, ricambiando la stretta. Schneider le bacia la guancia e le carezza i capelli, guardando oltre la sua schiena Benji che scrolla le spalle e alza gli occhi al cielo, ma sorride lievemente. «Non dire che sei qui per me, certo sei in questa camera perché ci sono io, ma so benissimo quanto tu sia felice di essere in Germania e di poter stare con Benji.» le dice, scostandola dal suo petto e guardandola nei profondi occhi verdi. «Touché!» risponde lei, chinando lo sguardo e stringendolo di nuovo, facendolo sorridere, il portiere sorride nel vederli e si siede sulla sedia.

«Come stai?» chiede Fanny al suo migliore amico, guardandolo negli occhi e sorridendogli, mentre si stacca e lo lascia sedersi sul letto, sedendosi al suo fianco. «Diciamo bene. Non è facile, soprattutto quando la chemio mi distrugge, ma non mi arrendo… e non mi arrenderò nemmeno durante l’intervento.» risponde Karl stringendole la mano e sorridendo a Benji, che ricambia il sorriso, orgoglioso delle sue parole. «Ormai ti conosco bene da poter affermare con certezza quanto tu sia forte e so che ce la farai.» sorride Fanny. «Certo, ho promesso e io mantengo sempre la parola data.» risponde ancora Schneider sorridente, stringendo entrambi gli amici. «Giovedì ho l’ultima seduta di chemio, immagino che la prossima settimana ci sarà l’intervento…» sussurra, inevitabilmente con un velo di lacrime.

«E sono certo andrà benissimo, fratello, e al tuo risveglio saremo tutti qui.» risponde Benji, stringendolo a sé e baciandolo sulla fronte. Fanny annuisce. «Papà è bravissimo e ce la metterà tutta, poi tu non ti arrenderai a niente e al tuo risveglio saremo tutti qui a festeggiare.» aggiunge sorridendo e unendosi al loro abbraccio. «Magari i festeggiamenti li rimandiamo a data da destinarsi, non sarà il massimo subito dopo l’intervento.» constata Benji, schioccando uno sguardo d’intesa all’amico, guardando poi la fidanzata. «Hai ragione, in effetti…» concorda la ragazza, specchiandosi nei suoi occhi neri, rimanendone ammaliata. «Se non smettete di tenervi questi musi lunghi e guardarvi come due cretini mi arrenderò. Baciatevi!» esclama Karl guardando entrambi, che si girano a guardarlo per poi ridere e baciarsi.

Schneider sorride e fa un piccolo applauso, stendendosi poi sul letto. «Ti senti male?» gli chiede Benji staccandosi da Fanny, che tiene stretta. Karl scuote la testa e sorride. «Sono solo un po’ stanco, ho fatto la chemio stamattina.» risponde leccandosi le labbra. «Tu invece, come va con il polso?» chiede. «È un po’ una scocciatura, ma tutto sommato va bene, non mi dà nemmeno più tanto fastidio.» risponde Benji sinceramente. Karl annuisce e sorride chiudendo gli occhi. «Vuoi che andiamo via e riposi?» sussurra Fanny sfiorandogli la guancia con la punta delle dita.

«No, mi fa piacere se restate, mi annoio già abbastanza qui dentro.» risponde lui aprendo gli occhi e sorridendo, prendendo la mano della ragazza e stringendola nella sua, facendola sorridere. «Allora, perché avete già litigato?» chiede cambiando discorso. «Ma non abbiamo litigato, è stata una scemenza, più un battibecco insensato.» risponde Fanny, guardando un secondo Benji che sorride con ovvietà. «Diciamo che avere un ragazzo impossibilitato a guidare non è proprio il massimo e farsi portare in giro dal maggiordomo è una gran rottura di coglioni.» risponde Fanny, facendo scoppiare a ridere Benji per la sua spiegazione. Karl la guarda un attimo e scoppia a ridere anche lui. «Ma non capisco perché litigare, mica è colpa sua se non può guidare.» dice poi tornando serio.

«Infatti non è per questo che abbiamo litigato.» risponde la ragazza, facendo annuire il fidanzato. «Ma perché stasera vuole andare al Paulaner’s e non vuole che ci accompagni Sebastian, giustamente.» aggiunge Benji, beccandosi un pizzicotto di disapprovazione dalla fidanzata. «Non è nemmeno per questo, ma perché questo qui non si fida delle miei doti automobilistiche.» risponde fintamente stizzita, facendo scoppiare a ridere ancora il Kaiser. «Non è che non si fida, Fanny, non ti ha mai visto guidare ed è un tantino geloso della sua auto. Anche io lo sono della mia e non la faccio mai portare a Grace, sebbene ogni tanto è capitato lo abbia fatto. Per noi ragazzi è un po’ diverso, abbiamo un rapporto morboso con la nostra auto, non è mancanza di fiducia.» le spiega. «Appunto!» concorda Benji.

«Fanatici!» li riprende Fanny ridendo. «E se aggiungete ‘donne al volante, pericolo costante’ non vi parlerò mai più.» aggiunge fintamente seria, i ragazzi alzano le mani a mo’ di resa e ridono. «Mi arrendo, stasera guiderai tu.» acconsente Benji, facendola sorridere vittoriosa; alla fine il piccolo litigio si è risolto ed  è questo l’importante. Ritrovata l’allegria e la complicità, tornano a ridere e scherzare, finché non vengono interrotti dal bussare alla porta che viene aperta subito dopo: dalla quale fa capolino il dottor Brown. «Buonasera, ragazzi.» sorride il medico, sapendo che li avrebbe trovati – in quanto il collega Ross lo aveva avvertito – ma deve controllare il suo paziente.

«Scusate l’interruzione, ma devo visitare Karl.» sorride, facendo annuire tutti e tre, Benji e Fanny si spostano dal letto e Karl annuisce stendendosi e lasciandosi controllare. «Come ti senti?»  gli chiede il medico, mentre gli lega al braccio la fascia per misurare la pressione. «Un po’ stanco, ma tutto sommato bene.» risponde Schneider chiudendo gli occhi, mentre il medico annuisce e sente la pressione. Fanny stringe Benji e aspetta in silenzio, trasmettendogli con uno sguardo tutte le sue paure, lui le sorride e le bacia la guancia, non dicendo nulla, lasciando siano i suoi occhi a parlare per lui. «È un po’ bassa.» afferma il dottor Brown, staccando l’aggeggio dal bicipite del ragazzo che annuisce e riapre gli occhi, il medico sorride e prendendo la lampadina dal taschino del camice gli controlla anche le pupille. «Karl mi dispiace, purtroppo devo mandar via i tuoi amici, hai bisogno di riposare.» sussurra, carezzandogli la guancia.

«Va bene…» sussurra Schneider sorridendo, ma vistosamente stanco. Il medico sorride ancora e si allontana per permettere di salutare. «Torneremo domani, magari non dovendo fare la chemio sarei meno stanco.» dice Fanny stringendo fortissimo il suo migliore amico. «Certo, mi fa piacere e sono felice che tu sia qui con noi.» risponde lui ricambiando la stretta e baciandole la guancia. «Ciao, campione.» sorride Benji, facendo sorridere il compagno, che alza la mano sinistra stretta a pugno, battendola contro il pugno dell’amico. «Non litigate troppo, voi due.» dice strizzando l’occhio a entrambi, che annuiscono ridendo e stringendosi, per poi salutare ancora e uscire assieme al medico, permettendo così al Kaiser di riposare.

***

Dopo esser tornati a casa, Benji e Fanny si sono cambiati per la serata, hanno avvertito di non esserci per cena; il portiere ha preso le chiavi della sua auto ed è andato in garage con la fidanzata e guarda la sua adorata macchina, sfiorandone il cofano con le dita. «Beh… non ti biasimo, se fossi io al tuo posto non la lascerei in mano ad altri.» sorride Fanny prendendogli le chiavi dalla mano e aprendola. «Nemmeno io lascio la mia in mani altrui, la mia piccola e bellissima 500 rossa, non varrà mai quanto questa meraviglia, ma è la mia macchinina adorata.» aggiunge sedendosi al posto di guida, facendo sorridere Benji, che si siede al lato passeggero e allaccia la cintura di sicurezza.

Fanny sorride tutta felice e inserisce la chiave nel quadro, voltandosi verso di lui e sorridendo. «Tranquillo, te la tratto bene.» gli dice, Benji sorride e la bacia sulle labbra, nascondendo dietro quel gesto ansia e  preoccupazione. Non è mancanza di fiducia, è solo che non ha mai concesso a nessuno di guidare il suo bolide – se non al Kaiser e una volta a Grace – non conosce le abilità di guida della fidanzata e questo lo agita un po’, ma vuole darle fiducia e non può far altro – o guida lei o dovranno andare con Sebastian. Fanny sorride ancora, allaccia la cintura di sicurezza e posiziona i piedi sui pedali, rendendosi conto che qualcosa non va: tasta il vuoto col piede sinistro in cerca di un terzo pedale che non c’è, abbassa entrambi i piedi e si china a guardare. «Dove cavolo è la frizione in questa cosa?» chiede voltandosi interrogativa verso il suo uomo.

Benji, inevitabilmente, la guarda sconvolto poi sospira. «Non c’è, ha il cambio automatico.» risponde come se fosse ovvio. «Ah! E potevi anche dirmelo, no?» sbuffa Fanny, riposizionando il piede destro sull’acceleratore e accendendo il quadro – abituata al cambio manuale – sposta la leva pensando di aver ingranato la marcia giusta, ma ha erroneamente inserito la retromarcia andando inevitabilmente indietro anziché avanti. «Verdammt, Fanny!»[1] esclama Benji, che con i riflessi sempre pronti, pianta il freno a mano evitando per miracolo l’impatto con il muro; sospira pesantemente, stacca la cintura in un secondo ed esce per controllare che l’auto non abbia subito danni. «Ops!» mormora Fanny, rimasta seduta, rendendosi conto dell’errore, poi guarda il fidanzato rientrato in auto con occhi da cucciola.

Il ragazzo suo malgrado le sorride. «Non è successo nulla per fortuna, ma stai attenta alle marce che inserisci.» le sussurra con insolita dolcezza, Fanny ricambia il sorriso e annuisce, togliendo il freno a mano e spostando la leva del cambio sulla lettera N, schiacciando l’acceleratore, finalmente con la giusta marcia ingranata, l’auto va avanti – il motore romba che è una meraviglia – e Fanny si sente come un pilota di Formula 1 sul circuito di Monza. Inizia a prendere dimestichezza con la vettura già all’interno del parco della villa e prova anche a cambiare marcia e a frenare e ripartire, sotto lo sguardo vigile e attento di Benji che, ritenendosi soddisfatto del giro di ricognizione, apre il cancello automatico.

«Scusa per prima, non mi sono resa conto di aver inserito la retromarcia.»  dice Fanny, varcando l’uscita e fermandosi per far passare l’auto che arriva da destra. «Tranquilla, ora va.» le sorride Benji, tirando un profondo sospiro di sollievo: il cuore gli è letteralmente balzato in gola, e ha temuto il peggio; osserva la strada e la sua donna alla guida – ora sicura e del tutto a suo agio – e ridacchia, decidendo di provocarla un po’. «Lo sai che se al mio posto ci fosse stato tuo cugino, gli avresti come minimo provocato un infarto?» le chiede, tra il serio e il divertito, mentre lei si ferma a un semaforo rosso. «Hai ragione, ma per fortuna tu non sei Julian.» risponde lei con un sorriso, lo stringe e lo bacia, Benji ride e ricambia con tutto l’amore che prova nei suoi confronti; dimenticato in fretta il semaforo continuano a baciarsi, come se fossero comodamente seduti sul divano di casa, finché il clacson insistente dell’auto dietro li riporta alla realtà – scoppiando inevitabilmente a ridere – Fanny riparte a tutta birra, ormai totalmente padrona di quel meraviglioso gioiello della meccanica. Benji sorride e si gode il suono del motore – che è come musica per le sue orecchie – nonostante il piccolo disastro iniziale, la sua ragazza si sta dimostrando un’ottima guidatrice.

Amburgo: martedì 14 marzo, 2018  Paulaner’s Miraculum, h. 20:00.

Dopo aver parcheggiato è scoppiato un altro battibecco su: in quale delle due sale accomodarsi, alla fine dopo una sequela infinita di imprecazioni e insulti, urlati in giapponese e in tedesco, da parte di entrambi, la spunta ancora una volta la ragazza – che tutta sorridente entra nel pub e svolta verso la sala fumatori. Benji dietro sbuffa e si ferma al bancone della sala non fumatori, salutando Derek, che sta spillando delle birre. «Benji! Che fai qui da solo? Dove sono Grace ed Hermann?» chiede voltandosi, sorpreso di non vederlo in compagnia degli amici.

«Non sono solo, c’è Fanny e mi ha obbligato a stare nell’altra sala.» risponde il portiere alzando gli occhi al cielo, facendo sorridere l’amico. «Alla fine la spuntano sempre loro e noi non siamo capaci di non accontentarle…» dice pensando ai capricci della sua ragazza, che puntualmente asseconda. «Comunque di là c’è Eva, Amber ha la febbre e nessuno degli altri voleva assumersi il ruolo di maître di sala.» spiega Derek, mentre Fanny fa capolino sulla porta sbuffando indispettita, Benji annuisce e si volta a guardarla.

«Scusa, mi sono fermato a parlare un attimo con Der.» si appresta a dire, prima che la fidanzata possa aprir bocca e iniziare di nuovo a bisticciare. Fanny lo guarda intensamente e poi sorride, salutando il ragazzo dietro al bancone. È felice di rivedere anche Derek ed Eva, gli sono stati simpatici sin da subito. «Allora hai deciso di stare di là?» le chiede Benji, facendo cenno con la testa verso la sala. Fanny annuisce. «Ho già salutato Eva e preso il tavolo.» afferma decisa, il portiere le sorride e scrolla le spalle, guardando poi l’amico ridacchiare. «Dai, dopo chiedo a mio padre di sostituirmi e vi raggiungo.» sorride Derek salutando entrambi. Benji annuisce semplicemente e prende per mano una sorridente Fanny, che saluta il ragazzo e lo trascina al tavolo.  

***

Accomodatisi al tavolo una cameriere corre subito da loro, salutando e sorridendo allegramente, chiede gentilmente cosa desiderano. Fanny la osserva e le sorride, notando al suo anulare sinistro una fascetta d’oro bianco con un piccolo diamante, guarda il fidanzato e inizia a frugare nella sua borsa. «Il solito, grazie, Allison.» dice Benji, mentre la ragazza annuisce e scrive l’ordine  sul palmare – essendo clienti abituali – il personale sa già cosa prendono. «Come sta Karl?» chiede la cameriera, inviando l’ordinazione in cucina e al bar. «Benino, giovedì ha l’ultima chemio e poi lo opereranno.» le risponde il portiere. «Capisco, portagli i miei saluti e auguri.» sorride Allison, chiedendogli ancora come va il suo braccio e sorridendo a Fanny, che ricambia il sorriso e accenda una sigaretta.

La cameriera annuisce e sorride ancora, congedandosi perché chiamata da dei clienti. «È stata una delle tue tante avventure?» chiede Fanny al fidanzato, portando la sigaretta alle labbra e guardandolo negli occhi. Benji ride e scuote la testa. «No, eravamo compagni di classe alle scuole medie, è fidanzata da secoli e quest’anno si sposa.» le risponde sinceramente, guardandola negli occhi. «Non è che ora diventi gelosa di tutte le ragazze che saluto?» le chiede scherzoso, benché ne ha avute tante, ma l’unica di cui gli è mai importato veramente ce l’ha davanti. Fanny lo scruta attentamente – rimanendo incantata – davanti a qui bellissimi occhi di pece, che la guardano persi e le scrutano l’anima, sorride dolcemente e scuote la testa, dando un tiro alla sigaretta e baciandolo subito col fumo in bocca.

Benji ride e ricambia, sentendo il sapore della nicotina entrargli in bocca, facendolo sorridere divertito da questo strano giochetto, buttando via il fumo appena si staccano. «Te l’ho già detto, ma te lo ripeterò sempre: ho avuto tante ragazze, ma nessuna di loro è mai stata una cosa seria, tu sei la prima che amo e l’ultima alla quale lo dirò ogni giorno.» dice abbracciandola, Fanny sorride con gli occhi lucidi e gli bacia la guancia. «Scusate, piccioncini.» ride Eva, poggiando sul tavolo birre e stuzzichini. «Grazie.» rispondono entrambi staccandosi, Eva sorride e ritorna dietro al bancone, preparando subito dei cocktail per dei clienti appena arrivati.

«Domani devo andare all’università per compilare alcune scartoffie.» dice Fanny, prendendo una patatina e bevendo un po’ di birra. «Certo, se vuoi ti accompagno, anche io dovrei passare in facoltà.» risponde Benji bevendo. «Mi accompagni a piedi?» ride Fanny, accendendo un’altra sigaretta – la precedente si è consumata quasi tutta da sola. «Guidi tu, no? Ormai hai capito che una Maserati è un tantino diversa da una 500.» le risponde Benji con un sorriso, rubandole la sigaretta e portandola alle labbra, facendo un tiro. Fanny lo guarda male e ne accende un’altra. «Solo per questa sera e che sia la prima e l’ultima.» lo rimprovera bonariamente, puntandogli contro l’accendino.

Benji la guarda divertito e annuisce facendo un altro tiro. «Tranquilla, non ne toccherò altre, non amo fumare e non voglio avere problemi con il calcio.» risponde buttando via il fumo e sorridendole, Fanny annuisce e sorseggia la sua birra, fumando e sgranocchiando patatine, anche il portiere  fa lo stesso – rilassato e felice di averla nella sua vita. Il resto della cena trascorre allegramente e serenamente, un pasto consumato in bella compagnia è sempre più buono; a fine serata – quando il locale è meno affollato – anche Derek ed Eva si uniscono a loro, parlando e  scherzando trascorrendo una piacevole serata in allegria – avendo però sempre un pensiero per quell’amico assente – che completa il puzzle della comitiva, anche se stasera mancano  anche Grace ed Hermann.

 

 

 

 

 

 


[1] Maledizione, Fanny

   
 
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