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Autore: RoryJackson    07/09/2018    4 recensioni
"Chi sei?" Chiese una voce dietro di lei. Era una voce maschile, calda e profonda, stranamente umana. Rory si fermò impietrita. Possibile che fosse lui...? Girò il viso verso la voce la quale proveniva effettivamente dalla creatura, completamente sveglia e all'impiedi.
Questa volta, Rory, poté ben vedere gli occhi della creatura: dalla forma leggermente triangolare, confinavano con il muso beige. Le iridi rosse come il fuoco. - CAP 1
"Tu non sei in grado di spezzare un giuramento" constatò la giovane, placando in un momento l'animo di Shadow, [...] "Io mi fido di te" - CAP 10
Shadow: un essere tanto temibile eppure tanto umano. Un riccio dal cuore indurito per l'ingiustizia subita da parte degli uomini e che, per questo, odia con tutto se stesso. Riuscirà mai a cambiare idea?
Genere: Avventura, Introspettivo, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Altro Personaggio, Shadow the Hedgehog
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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Dopo aver trascorso quei brevi momenti insieme, parlando e chiarendosi a vicenda, Shadow e Rory passarono ancora qualche minuto in silenzio a contemplare le stelle. La giovane gli rivolse di nascosto un’occhiata sottecchi: sul viso del riccio, sebbene persisteva quell’aria rigida e grave che da sempre lo accompagnava, era scomparsa completamente quella sfumatura di rancore e di diffidenza che aveva nei suoi confronti, e di questo ne fu felice. Immersi in quella quiete, la ragazza si chiese che tipo di creatura fosse stata Shadow prima che quel tragico evento lo segnasse tanto da non avere voglia di instaurare nemmeno una benché minima relazione, se non quella forzata - come effettivamente avvenne tra loro due. Maria doveva essere stata una bambina davvero speciale, per farlo affezionare a lei in quel modo.
Improvvisamente le venne in mente l’espressione totalmente scioccata della riccia rosa, quando la giovane rivelò loro che Shadow le chiese scusa per ciò che le aveva fatto, e non poté fare a meno di rimanere stupita e alquanto dispiaciuta. Non poteva negare che il suo compagno fosse tutt’altro che un angioletto e di certo le azioni nei confronti suoi e di Tails ne erano una prova più che evidente, però… Le sue fantasticherie terminarono quando il riccio nero le rivolse un eloquente quanto imperscrutabile sguardo. Rory fece per parlare ma l’imminente questione fu interrotta da dei passi sconosciuti.
Questi, avendone avvertito già da tempo il rumore, si mise inconsapevolmente davanti alla ragazza, esibendo lo sguardo più minaccioso che poté verso quel suono di erba calpestata. Una voce femminile si levò dal folto della foresta, non molto lontano da loro.
“Rory? Shadow? Dove siete?”
La ragazza chiamata in causa si mise in piedi, sorridendo, mentre la forma di vita perfetta alzò gli occhi al cielo. Non riusciva a fare a meno di essere seccato avendo compreso chi stava per raggiungerli, ed il solo ricordo di quelle manacce sulle sue guance lo innervosiva non poco. Si allontanò di qualche passo, assumendo la solita posizione a braccia conserte, scrutando fintamente assente il vuoto.  
“Jess, siamo qui!”  
Dopo una decina di secondi, apparve la bionda che, con fare esuberante, sbandierava la sua mano per farsi vedere. Non che ce ne fosse stato bisogno: era da sola, in un bosco, di notte. Non era mica travolta da una mandria inferocita di adolescenti nel bel mezzo di una manifestazione violenta! Ad ogni modo, la mora sorrise condiscendente, addolcita da quella recidiva manifestazione di affetto.
“Oh, meno male che ci siete entrambi!” esclamò lei una volta arrivata vicino ai due, dopodiché le porse il suo cellulare “ciccia, tuo padre sta chiamando sul mio cellulare da anni!” continuò, sottolineando esageratamente l’ultima parola. Quanto erano stati il riccio e l’umana fuori? Mezz’ora al massimo, se non di meno.
Rory aggrottò la fronte ed emise un gemito frustrato nel constatare che sul display dello smartphone dell’amica c’erano segnate venti chiamate perse provenienti da un certo “Ciccia padre”.
“Shadow, dammi una mano”, disse lei, melodrammatica, voltandosi verso un riccio nero incurante “prestami la tua forza!”
“Non dire idiozie e chiamalo”.
La mora, diversamente da come avrebbero reagito tutti coloro che avevano avuto la fortuna di conoscere quella fiera creatura, emise un leggero risolino divertito e poggiò il dito sullo schermo luminoso del telefono. Dopo neanche uno squillo, rispose suo padre.
“Dove diavolo sei?!” esclamò gridando, talmente furioso che Rory dovette allontanare il cellulare dall’orecchio per non diventare sorda “comprati un cellulare nuovo, cretina!”
“Scusami, pa’”, rispose lei, alzando gli occhi al cielo, dopodiché vide l’orario: erano quasi le quattro del mattino, “sono successe varie cose, ehm… ho perso la cognizione del tempo”.
“Dove sei?” sbottò lui, ancora troppo scosso per curarsi delle scuse della figlia. Quest’ultima rivolse uno sguardo al riccio, che se ne stava qualche metro lontano ad ascoltare passivamente la chiamata, a braccia conserte. Si morse il labbro, sentendosi come una ragazzina ai primi anni di liceo colta in flagrante ad uscire con il ragazzo ripetente e di qualche anno più grande.
“... Sono con Shadow”.
“Cosa?! Quel grosso riccio nero parlante spara-energia-dalle-mani? Perché sei con lui?! Cosa diamine è successo questa...”
Shadow, ascoltata quell’ultima affermazione, non poté non storcere il naso per l’irritazione, avendo poi finalmente capito da chi avesse preso la figlia. Rory, avendo supposto che il compagno avesse sentito tutto, si coprì il viso con una mano per nascondere, per quanto possibile, il rossore pressoché scarlatto che le riempiva le gote.
“Papa, dai, torno appena posso, va bene?”
“Non voglio che lo frequenti!” esclamò lui, fuori di sé “hai visto cosa ha fatto l’ultima volta? Ha fatto saltare un’intera collina senza neanche toccarla! Te lo sei forse dimenticato?!”
Rory tacque per un secondo, la bocca stretta in una sottile linea dura, indecisa se allontanarsi dal riccio dall’udito così fine da riuscire ad ascoltare ciò che il padre stesse sbraitando dall’altro capo del telefono o restare lì. Infine, sospirò e disse: “Pa’, ascolta, Shadow mi ha salvato la vita”.
“L’ultima volta che ti ha salvato la vita ti ho dovuto portare all’ospedale per una caviglia rotta”, fu la pronta risposta dell’uomo. Era slogata, non rotta, pensò nervosa Rory. Ma decise di non protestare, dal momento che sapeva bene che parlare quando il suo vecchio era adirato era come discutere con un muro. Dopo qualche attimo in silenzio passato ad assorbire il colpo basso, la giovane mormorò: “Ne riparliamo con calma, quando torno. Ciao”. In un tono di puro biasimo e sottolineando quell’ultima parola come a mettere fine - letteralmente, dal momento che staccò la chiamata - quella conversazione.
“Cosa ti ha detto?” chiese Jessica, anche se a sprazzi riuscì a cogliere l’argomento di quel concitato dialogo. La mora le rivolse un’occhiata mentre le restituì lo smartphone, in un misto tra la stanchezza e la rabbia. Non che fosse infuriata con l’amica, ma con se stessa. Se avesse chiamato suo padre per avvisarlo di un suo ritardo, di sicuro non si sarebbe preoccupato così tanto e soprattutto non si sarebbe azzardato a dire certe cose di Shadow, sapendo che lui avrebbe potuto ascoltare. Si sentì una stupida. La bionda corrucciò le sopracciglia, dispiaciuta. L’espressione dell’amica trasmetteva pienamente la frase “non ne voglio parlare”.
Rory fece qualche passo verso il riccio nero, il quale, con un’espressione totalmente austera, la guardò accigliato.
“Non osare scusarti” scattò lui, alquanto alterato. Ormai stava cominciando a capire sempre di più il carattere della giovane. Volse il viso da un’altra parte, non sopportava di vederla perennemente in colpa.
La mora alzò gli occhi al cielo e sospirò lievemente, dopodiché annuì.
“Okay, ma devo ritornare”.
“Non ti riporterò a casa”, sbottò lui, lasciando la compagna per un istante scioccata, la quale, più accomodante, rispose: “Bene. Mi farò accompagnare da Christian, lui di sicuro saprà come ritornare. Non volevo disturbarti, tranquillo”.
La giovane, avendo fatto spallucce dopo l’ultima affermazione, abbozzò un mezzo sorriso e si avviò verso il rifugio, seguita dall’amica. Shadow indurì la mascella infuriato, incapace di capire perché sentisse un desiderio così ardente di trattenerla. Corse, in virtù della sua proverbiale velocità, di fronte a Rory, impedendole di andare oltre, cosicché l’umana dovette fermarsi per non andare a sbattergli contro.
“Non andare”, continuò lui, il tono singolarmente perentorio, ma abbastanza trattenuto da sembrare più una richiesta estremamente sentita che un ordine. Di fatti, la compagna riuscì bene a percepire nel suo sguardo le parole “per favore”. Non poté far altro che sbarrare gli occhi, del tutto stranita dall’inusuale reazione del riccio. E suppose che qualcosa non quadrava. Dopo qualche attimo passato ad osservarsi a vicenda, Rory si inginocchiò di fronte alla creatura, gli posò una mano sulla fronte e l’altra sulla sua, studiandone la temperatura.
“Uhm… no, non mi sembra che tu abbia la febbre”.
Il nero inarcò un sopracciglio, assolutamente infastidito e le afferrò il polso, spostandolo. Dava forse l’impressione di essere qualcuno che stava delirando? Accidenti!
“Shadow, cosa c’è che non va?” chiese lei, adesso turbata. Il riccio lasciò finalmente andare l’articolazione, accorgendosi dopo di averlo stretto con troppa foga. Si sentì improvvisamente un idiota, dunque si voltò, dandole le spalle, si mise a braccia conserte e si allontanò di qualche passo fingendosi incurante.
Decisamente strano, a questo punto non poté che pensare la giovane Rory, essendo stata partecipe di un tale comportamento da parte della creatura. Possibile che…? per un secondo comparve sul suo volto un sorriso divertito, ma lieto.
“Okay, va bene”, esordì lei accondiscendente, cercando di calmare le acque, e Shadow emise uno sbuffo scocciato. Ancora non si era abituato all’incredibile capacità di arrivare sempre alla giusta conclusione della giovane, anche quando questa non era così ben accetta. Si voltò verso di lei accigliato.
“Ma devo comunque ritornare a casa”, continuò lei seria, “devo spiegare a mio padre perché è così importante che io rimanga qui. E, non so Christian, ma anche Jessica deve parlare con i suoi”.
Jessica, contrariamente alle aspettative, preferì non dire nulla in quel momento, troppo concentrata su quell’insolito interloquire. In antecedenza, non aveva mai visto il riccio e l’amica interagire. E doveva ammettere che li trovava a dir poco sbalorditivi: un essere considerato una minaccia per conto della società e una semplice, ma a dir poco cocciuta, umana intenti a conversare come se fosse la cosa più naturale del mondo. Cosa ci trovasse Rory in quel riccio, Jessica ancora non l’aveva capito. Era quasi sempre scortese, taciturno, solitario e orgoglioso oltre ogni dire. L’esatto contrario della sua controparte blu, il quale era egocentrico come pochi e sembrava trovare in ogni cosa una sorta di divertimento.
Shadow emise un sospiro, mentre scrutava sottecchi gli occhi di Rory fissi sui suoi, in attesa di una risposta.
“Ripeto, non voglio disturbarti: posso andare con Chris…”
“Ti ci porto io”, la bloccò lui rassegnato, prima che potesse finire la frase, in un tono che rasentava la stizza. Perché avesse deciso di accompagnarla era un mistero anche per lui. E se da una parte la testardaggine e l’orgoglio di quella ragazza erano cose che silenziosamente apprezzava, dall’altra erano per lui fonte di profonda esasperazione. Inoltre aveva delle questioni da chiarire con il padre.
“Con il Controllo del Caos faremo prima”, dichiarò lui, nel frattempo che comparve lo smeraldo trasparente nella sua mano. Il riccio avrebbe potuto chiedere alla volpe di scortarle a casa loro con il suo Trabiccolo X
, ma considerate la piega degli eventi e la poca fiducia che ormai riponeva in lui, quest’idea non gli aveva sfiorato minimamente la mente. Sul volto di Rory comparve un luminoso quanto gioioso sorriso ed afferrò il polso di Jessica, mentre il compagno agguantò la mano della mora.

















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Angolo dell'autrice: Eheheh, dite la verità! Vi mancava Rory, non è vero? Ebbene, eccola qui in questa piccola particina della storia! Da questa parte il rapporto Shadow/Rory prende una svolta che cambierà le loro vite: Rory sicuramente l'ha già capito. Quanto al nostro caro riccio, beh, per lui ci vuole un po' più tempo. Ad ogni modo, spero vi piaccia. La prossima pubblicazione sarà, penso, verso fine novembre. Mi prendo il tempo per scrivere la fine di questo capitolo, che tratterà temi abbastanza particolari. 
Ps: il disegno è alquanto ambiguo. Lo so, lol 

Un bacio,
Ro

   
 
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