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Autore: Meramadia94    08/09/2018    3 recensioni
Dean Winchester è un brillante medico, che lavora nell'ospedale gestito dal padre. Malgrado non avesse pensato da sempre di fare il medico è bravo nel suo lavoro, ha un fratello minore che è tutta la sua vita, gode della stima di suo padre e dell'amore di Castiel Novak. Ma la confessione al padre della sua omosessualità e la sua reazione mettono a rischio le sue certezze, che rischiano di non lasciargli scampo quando rimane vittima di un incidente.
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Famiglia Winchester, John Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni, Contesto generale/vago
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Un altro che quella notte non riuscì a prendere sonno era John Winchester. Era rimasto sveglio a pensare alla sua vita e quello che aveva fatto di buono.
Laurea a Stamford in medicina con il massimo dei voti... specializzazione in chirurgia, mai un giorno libero, quelli che doveva necessariamente non lavorare li passava a spulciare le cartelle cliniche a cercare quello che poteva essere sfuggito, articoli su riviste mediche specializzate, riconoscimenti... 
Poi si era messo a cercare delle vecchie foto. 
Cercava le foto del primo giorno di scuola di Sam e Dean per rivedersi mentre li accompagnava tenendoli per mano... quando era andato alle recite di Sam o alle fiere della scienza a cui partecipava.... del giorno in cui Dean aveva vinto la sua prima medaglia nei 100 di stile libero... le foto di qualche compleanno...
Ma non ne trovò nemmeno una. 
Non c'era una sola foto che immortalasse un momento importante dei suoi bambini e che nello stesso tempo immortalava il sorriso raggiante di un padre orgoglioso.
'' TI SEI PERSO TUTTA LA NOSTRA VITA!''- gli aveva strillato Sam con gli occhi lucidi di pianto ma che allo stesso tempo parevano bruciare d'odio puro. 
Ed aveva ragione. Si era perso tutto... la sua ossessione di riuscire a salvare quante più persone possibili, accorgersi prima che fosse tardi che magari una dermatite apparente in realtà era un tumore della pelle per salvare la vita al paziente e risparmiare ai suoi familiari lo stesso calvario che avevano sofferto loro... per certi versi era una cosa nobile, ammirevole... ma si era concentrato così tanto su ciò che non aveva più tanto da dimenticarsi di quello che gli era rimasto.
Si era perso i compleanni, promesso di andare a quegli eventi in cui un bambino era al settimo cielo di vedere i genitori a scuola... ma poi il lavoro, un scrupolo in più glielo impediva. 
'' Non preoccuparti papà: lo so che salvi le persone e che non è colpa tua''
'' Sammy, non ti arrabbiare... papà è un supereroe... lui salva le persone. Se non ci fosse lui molti starebbero male''.
Dean l'aveva sempre difeso, sempre giustificato... con sè stesso, aveva sempre cercato di non farlo litigare con Sammy... praticamente il figlio che ogni padre avrebbe voluto. 
Un figlio che gli aveva sempre dato appoggio e fiducia incondizionata... e non gli aveva mai chiesto nulla in cambio se non un po' d'amore... che lui aveva scambiato per orgoglio ed approvazione.
'' E HAI COSTRETTO DEAN A GETTARE LA SUA!''- Sì, l'aveva fatto... ma all'epoca, quando il figlio gli aveva detto che gli sarebbe piaciuto diventare un atleta o uno scrittore, e gli aveva consigliato di scegliere qualcosa che gli avrebbe dato di che vivere fino a quando non avesse lasciato quel mondo... pensava di aver agito per il suo bene.
- Dio... lo so, è da quando hai preso Mary con Te che abbiamo litigato...- pregò John - So che non ho il diritto di chiederti nulla... ma ti prego, non portarmi via anche lui... ho perso mia moglie... ho cacciato di casa un figlio... adesso mi odia, ma niente da dire, me lo merito tutto... lui è tutto quello che mi resta... 
Lo so... il cielo è invidioso della terra e quando può ruba i suoi fiori più belli... ma ti prego, lascialo qui.
Prendi me. La mia vita non vale niente... Dean e Sam sono ragazzi in gamba, possono fare tutto quello che vogliono, realizzare tutto quello in cui credono, ed hanno la possibilità di essere felici.
Io questa possibilità l'ho sacrificata. Gli anni migliori, le occasioni più belle se ne sono andate... ma loro hanno diritto di essere felici.
Prendi me, non m'importa.- 
Le sue preghiere vennero interrotte da Ellen, che entrò nel suo ufficio con un thermos di caffè. 
- Hai dormito qui?- chiese la dottoressa. 
John dissentì - Ho pensato. Ho recriminato. Ma non ho dormito.... come sta Dean?- 
- E' stabile.- fece Ellen - La frequenza cardiaca e circolatoria sono in regola, ma le onde cerebrali sono ancora irregolari...- vedendo che l'amico stava per avere un crollo nervoso fece - Ma Dean è un ragazzo forte, è riuscito a sopravvivere ad una cosa in cui molti si sarebbero arresi...-
John sorrise - Lo è sempre stato. Dean significa '' Condottiero''. E' nato per vincere... e l'ha sempre fatto. Solo che non avrei dovuto essere io a scegliere le battaglie che avrebbe dovuto combattere.
E ora... l'ho perso per sempre.- 
- Non dire sciocchezze.- fece Ellen - Lui è qui. E' vivo, ha il cuore che batte, e il sangue che gli scorre nelle vene. 
Non l'hai perso.- 
- Sam non mi lascia nemmeno avvicinare al suo letto.- fece John - Ha ragione... in fin dei conti... se è lì... è perchè gli ho detto una cosa orribile.- 
- Si, è vero.- fece Ellen - e francamente non so cosa mi trattenga dall'attaccarti al muro. Hai fatto la cosa più abietta e meschina che quel povero ragazzo potesse subire... ma in questo momento ha bisogno anche di te. Dell'amore di suo padre, di sentire la sua vicinanza.
Io ti distraggo Sam. Tu va da tuo figlio.- 
John sorrise - Grazie Ellen.-
- Non ringraziarmi.- fece Ellen - Lo faccio per tuo figlio.-
...
...
...
- Sai a cosa ho pensato?- fece Sam - che potremmo tenere un diario su quello che succede mentre sei nel mondo dei sogni... così quando ti svegli lo guardiamo insieme... magari ci facciamo pure due risate... mi manca tanto sentirti ridere... le tue battute a cui ridi solo tu...
Mi manchi tu. Non sai che darei per riaverti indietro, per vederti mentre stai di nuovo bene... avrei voluto dirti '' Ti voglio bene'', più spesso.... e voglio continuare a dirtelo... ti prego, torna da noi.
Lo so che vuoi. So che odi quando ti mettono in panchina... stavolta devi vincere a tutti i costi, capito?- 
In quel momento entrò Ellen. 
- Ellen...- 
- Ciao tesoro...- fece la dottoressa - Come sta?- 
- Sembra che abbia la malattia del sonno.- fece Sam. Per un attimo gli era venuta la tentazione di chiamare Castiel, chiedergli di venire in ospedale... chissà se era vera quella storia... quella che il bacio del vero amore spezzava ogni maleficio... ma poi si era ricordato che anche lui doveva essere sicuramente a pezzi, e che fosse meglio permettergli di ricaricare le batterie almeno per un po' - vorrei trovare un modo per farlo stare meglio...-
- Lo stai già facendo.- fece Ellen con un sorriso - sei qui. E gli stai facendo sentire tutto il tuo affetto. E credimi, questo gli fa più bene di tutte le medicine e di tutti i trattamenti a cui potremmo sottoporlo.- 
- Mi sembra che non serva a molto.- fece Sam carezzandogli il viso.
- E tu invece?- fece Ellen con fare materno - come ti senti?-
- A pezzi.- fece Sam - ma non c'entra la stanchezza... Dean... quando eravamo bambini... ed anche ora... eravamo quasi opposti... io sono sempre stato quello tranquillo, quello calmo... lui invece era un terremoto. Sempre pieno di voglia di fare, pieno di energia...
Vederlo così... immobile in un letto d'ospedale legato ad un monitor.... è frustrante, avrei voglia di spaccare tutto...- 
Ellen lo strinse forte per calmarlo - Lo so. Ed è quest'energia che ha che lo aiuterà ad uscirne fuori.
Non devi disperare. Devi essere forte, anche per lui.... va a casa a riposarti un po'...  basta già tuo fratello da curare...- 
- Non voglio.-  fece Sam - quando si sveglierà devo essere qui o penserà che l'ho lasciato da solo un'altra volta...-
-Ehy.- fece Ellen - Dean ha bisogno di te, ma se fosse cosciente ti direbbe di non fare storie e di andare a dormire da solo o ti darebbe un sedativo lui. Rimango io con lui: tu va a casa, fai un pisolino, ti fai una doccia e poi torni qui.- 
Sam fece per protestare, ma Ellen quasi lo fulminò e alla fine si convinse. 
Appena ebbe la sicurezza che fosse lontano a sufficienza, Ellen mandò un messaggio a John ed il medico si recò nella camera del figlio.
Gli si avvicinò con cautela.
- Dean.... tesoro...- fece John con voce commossa. Quando lo chiamava così era appena nato o comunque abbastanza piccolo da conservare ancora quella purezza e quell'innocenza infantile.
Per un attimo gli era sembrato di rivedere quel bambino, pacificamente addormentato nel suo letto, di sorridere nel pensare ai sogni che stava facendo e al desiderio paterno di vederlo sempre così...
Dio, sembravano cose avvenute una vita fa!
Ed in un certo senso era così.... certe volte gli pareva di aver vissuto due vite. La prima, serena e felice, fatta di una casa con un bel giardino, una moglie dolce ed amorevole che lo aspettava e lo baciava quando tornava a casa dal lavoro e due bambini sani e felici che amava con tutto il cuore.
Poi la seconda... fatta di fama e successo, ma dove aveva deliberatamente trascurato le cose più importanti che aveva.
- Ti ricordi quando eri piccolo...- fece John carezzandogli la fronte imperlata di sudore - Quando ti ammalavi.... la mamma ti preparava sempre una spremuta d'arancia ed una minestra di riso... e quando provava ad imboccarti, tu ti arrabbiavi, perchè ti sentivi già un ometto e volevi fare da solo.... avevi già un carattere molto forte ed una volontà di ferro... so che potresti svegliarti anche adesso, se solo tu lo volessi...
Ma ti capisco. Io... la mia approvazione era la cosa a cui tenevi di più... perdonami.
Mi sono sempre ritenuto un uomo di ampie vedute.... ma non sono riuscito a fare l'unica cosa che ti dovevo.... essere felice per te e la tua felicità. Ma lo sono Dean. Sono orgoglioso di te, di vedere l'uomo che sei diventato... sei un uomo migliore di me, sotto tutti i punti di vista. Meriti di essere felice.... torna da noi. Se non vuoi farlo per me ti capisco.... merito tutto il tuo risentimento... ma Sammy, il tuo fidanzato, Bobby, Ellen, Jo, Benny.... loro non meritano di vederti mentre te ne vai...- nel dir così baciò la fronte del figlio, proprio come faceva quando era piccolo e lo metteva a letto. 
Si alzò dalla sedia ed uscì con le lacrime agli occhi. 
Era tanto tempo che non parlava con suo figlio. Quando parlava con i suoi colleghi e loro si lamentavano di non riuscire a comunicare con i figli, che era come parlare con un muro, o come due persone che venivano da paesi con usi, costumi, credenze e lingue diverse... lui si riteneva fortunato, perchè lui con suo figlio aveva un ottimo rapporto. Solo ora si rendeva conto che quel rapporto tanto perfetto esisteva solo nella sua testa... sì, parlava spesso con il figlio, ma parlavano quasi sempre dei tempi con cui affrontava l'università, quanti esami mancavano, e di altre cose legate alla professione medica... non avevano mai parlato di come stava lui, se era felice o meno... non ci aveva mai pensato di chiederglielo.
Ed ora che finalmente aveva capito tutto il male che gli aveva fatto in quella sua folle ossessione... forse non l'avrebbe rivisto mai più. 
Ormai era fuori pericolo, ed era sicuro che non avrebbe patito conseguenze... ma non era così certo che avesse ancora voglia di parlargli. E non gli dava torto. 
Così preso dai suoi pensieri non si accorse quasi di essersi scontrato con Castiel Novak.
- Signor Winchester...- fece Castiel abbozzando un sorriso - Ero... sono venuto a trovare Dean...-
- Si, si... bravo.- fece John passandogli accanto come se fosse di vetro.
Castiel si sentì quasi morire nel leggere in quello sguardo -'' Lo sai che mio figlio è quasi morto per colpa tua, e che a causa tua il nostro rapporto è distrutto vero?''
Castiel non disse nulla. Lo sapeva.
Era vero. 
Malgrado il senso di colpa entrò comunque nella stanza dove dormiva il suo ragazzo.
- Ciao...- fece Castiel avvicinandosi a lui con un mazzo di tulipani - April diceva che le rose erano scontate così... eccoci qua.- 
Rimase a fissarlo, come faceva sempre quando si svegliava prima di lui.
'' L'ho detto e lo ripeto... sei la mia bella addormentata.''

Una mattina Dean si svegliò all'alba e la prima cosa che vide furono gli occhi azzurri del compagno.
- Buh...- lo salutò Castiel.
- Vedi qualcosa che ti interessa?- 
- Mi piace guardarti mentre dormi...- fece Castiel carezzando quel volto così perfetto - sei la mia bella addormentata.-
- E tu chi sei?- fece Dean rilassandosi sotto quel tocco così delicato che pareva appartenere ad un angelo - il principe azzurro?- 
- Certo.- fece Cas baciandolo sulle labbra - ti sveglio con il bacio dell'amore vero.- 
Dean fece roteare gli occhi con un sorriso birichino - Lo sai vero, che nella versione originale... la principessa viene violentata da un principe di passaggio, e non è il bacio dell'amore vero a svegliarla ma è il bambino frutto della violenza subita a portarle via l'ago che l'ha punta succhiandole il dito..-
- Ah davvero?- fece Castiel baciandolo sul collo - E sentiamo, tu come sai tutte queste cose?- 
- Sammy. Aveva solo otto anni e già voleva fare il saputello....- e nel dir così tentò di imitare la vocina di un Sammy di otto anni - '' Ma Dean è empiricamente impossibile che una zucca si trasformi in una carrozza''.- 
Risero entrambi.
- Eh no... le favole non sono proprio racconti zuccherosi....- fece Dean, mentre Castiel gli carezzava il viso.
- Io non farò mai nulla per farti del male.- fece Castiel - mai, capito? Sarò tutto quello di cui avrai bisogno.... forse non il principe azzurro delle favole, visto che se guardi bene di idilliaco c'è ben poco.... ma posso sempre essere il Robin Hood, Lancillotto... posso diventare anche il tuo Ivanohe se ne avrai bisogno.- 
- Potresti diventare uno che può farmi avere una tripla dose di caffè allora?-  fece Dean - ne avrei proprio bisogno sai?- 
- Beh...- fece Castiel prendendolo tra le braccia - dipende... se farai qualcosa per meritartelo...-
- Ehy, questo è un ricatto bello e buono lo sai?- fece Dea ridendo. Ma mai era stato più felice di cedere ad un ricatto in vita sua.

- Amore mio, perdonami...- fece Castiel con le lacrime che gli solcavano il visto - Avevo promesso... avevo giurato che non ti avrei mai fatto del male... che mi sarei preso cura del tuo cuore... che non ti avrei mai fatto del male.... ma te ne avevo già fatto quando ti ho detto che non potevo vivere senza di te, che ti amavo e che la tua assenza era puro veleno... 
Se solo avessi conservato quel sentimento nel mio cuore, si avrei sofferto, magari avresti incontrato una donna, vi sareste innamorati e sposati... ma almeno non saresti qui. 
Ma ora... voglio rimediare. 
Dean, io ti amavo prima, ti amo adesso e so che anche negli anni che verranno non riuscirò ad amare nessuno come amo te... ma... ci dobbiamo lasciare. Non posso continuare a starti accanto, guardarti e dire '' per fortuna ora stai bene, riprendiamo la nostra vita'' fingendo che se non ci fossimo incontrati non sarebbe successo nulla.- nel dir così lo baciò sulle labbra, mentre il viso veniva affogato dalle lacrime - Addio... ti amo. Voglio che tu lo sappia.- e con il cuore a pezzi e gli occhi annegati di lacrime uscì dalla stanza di Dean e forse dalla sua vita.
Gli occhi talmente gonfi di pianto da non fargli vedere la lacrima che solcava il viso di Dean, ancora privo di sensi. 
  
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