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Autore: LysandraBlack    09/09/2018    4 recensioni
Aenor Mahariel, fiera Cacciatrice tra i Dalish.
Geralt Amell, ambizioso mago intrappolato nella Torre del Circolo.
Kallian Tabris, sogna una vita tranquilla nell'Enclave di Denerim.
Elissa Cousland, ansiosa di mettersi alla prova.
Natia Brosca, che non conosce altro che i bassifondi di Orzammar.
Duran Aeducan, comandante dell'esercito e Principe della città dei nani.
Sei eroi, provenienti da ambienti radicalmente diversi, si ritroveranno loro malgrado a fermare il Flagello che si abbatte sul Ferelden. Ce la faranno?
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Alistair Therin, Custode, Leliana, Morrigan, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Non-con
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- Questa storia fa parte della serie 'The unlikely heroes of Thedas'
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CAPITOLO TRENTOTTO:

INCONTRO DEI POPOLI



 

Si attorcigliò attorno alle dita il laccetto di cuoio che reggeva la benda che portava sull'occhio, in preda al nervosismo, prima di allacciarlo stretto dietro la testa. Controllò per l'ennesima volta che i capelli fossero al loro posto, le ciocche bionde e ricce meticolosamente fissate nell'elaborata acconciatura che già cominciava a darle mal di testa. Non vi era più abituata.

Si sentì una sciocca. Avevano tutti problemi più grossi dei capelli fuori posto, eppure eccola lì a preoccuparsi del proprio aspetto.

Sua madre sarebbe stata fiera di lei per un attimo, poi le avrebbe suggerito di piantarla e aprire quella porta.

Alistair, accanto a lei, le strinse per un attimo la mano. Spalancarono insieme i battenti di legno massiccio, decorati con intagli di scene di caccia, facendosi poi largo tra la folla di nobili radunatisi a Forte Drakon. Era un gran cambiamento dall'ultima volta che era stata lì, soprattutto considerando come ne era dovuta uscire. Biscotto, pulito e profumato dopo un necessario bagno, si teneva attaccato alla sua gamba, le orecchie basse.

«Teyrn Loghain vorrebbe farci rinnegare le nostre tradizioni, il nostro onore, per le sue paure immotivate!» Alzò lo sguardo su Arle Aemon, che dall'alto della sua balconata si stava già appellando ai bann e arle attorno a loro. Aenor, in assoluto silenzio appoggiata alla parete dietro di lui, fissava un punto indefinito sul soffitto con apparente disinteresse. «Ci ha portati a questo, e dovremmo ancora fidarci di lui? Vorrebbe farci sacrificare tutto ciò che amiamo del nostro paese, nella sua folle idea di salvarlo!»

Alcuni applaudirono, ma la maggior parte si erano voltati verso lei ed Alistair, aprendosi in due ali al loro passaggio mentre salivano sulla scalinata che portava al palchetto dove stava Aemon.

Loghain si alzò dal suo scranno, l'armatura massiccia che lo rendeva ancora più imponente. «Un discorso accorato, Aemon, peccato tu non riesca a convincere nessuno.» Il suo sguardo trapassò Elissa come una scheggia di ghiaccio, ma la ragazza si impose di sostenere la sfida, rimanendo impassibile. «Tutti noi sappiamo che questo ragazzino non è altro che un fantoccio, manovrabile a piacimento vostro e da questa donna assetata di potere!»

Un paio batterono le mani, dandogli manforte e schernendola malevoli.

«Quanto vi ha pagati Orlais per mettere in ginocchio il nostro paese e porre sul trono la nostra futura disfatta?» La incalzò Loghain, sovrastando il vociare. «Quando l'Imperatrice deciderà di riprendersi il Ferelden, dovrà mandare le sue truppe o sarete voi stessi a consegnarglielo senza farle muovere un dito? Ditemi, Lady Cousland, qual è il prezzo del Ferelden e del vostro onore?»

Tutti gli sguardi erano puntati su di lei.

Elissa non battè ciglio, ricambiandoli uno ad uno mentre si appoggiava alla balconata in modo che tutti potessero udirla.

«Miei signori e signore, bann, arle e teyrn,» iniziò schiarendosi la voce, sperando di non dare a vedere il proprio nervosismo, «mentre perdiamo tempo a discutere su chi debba sedere su un trono, il Flagello distrugge il nostro paese, uccide il nostro popolo e saccheggia le nostre città, insozza i nostri campi e contamina la nostra terra. Ben presto, non avremo più un Ferelden da governare!»

«Le terre del Sud sono ormai distrutte!» Vociò un uomo.

«Sì, Lady Cousland ha ragione. E i rifugiati che cercano tutti giorni riparo nelle nostre terre più a Nord ne sono una prova!» Bann Alfstanna Eremon le rivolse un cenno di incoraggiamento, mentre in molti davano loro ragione.

«E di chi dovrebbe essere la colpa, sentiamo!» Ribattè Loghain, per niente preoccupato. «Avete spaccato in due questo paese, non accettando di sottomettervi alla Corona.»

«Proprio voi parlate di dividere il paese!» Si infervorò Elissa, alzando la voce. «Avete dato il vostro supporto a quel vile traditore di Howe dopo che aveva sterminato la mia famiglia con l'inganno e avete mandato un mago del sangue ad avvelenare Arle Eamon!»

«Ciò che è accaduto alla vostra famiglia è stato un terribile incidente, Lady Cousland, un incendio scatenato dall'inettitudine della vostra servitù-»

«Non osate!» Lo sovrastò Elissa, stentoria. «Non osate insozzare il nome della mia casata e di mio padre, Bryce Cousland, ripetendo le menzogne di quel vile Howe!»

«Ah!» Scoppiò a ridere Loghain, trionfante. «Peccato proprio che Teyrn Rendon Howe non sia qui a difendersi dalle vostre accuse, oggi, visto come l'avete massacrato nel suo stesso palazzo pochi giorni fa. Parlate di magia, Lady Elissa, eppure ciò che è stato trovato dalle guardie in quel sotterraneo era una scena a dir poco raccapricciante.»

Elissa inarcò il sopracciglio, facendo un cenno con la mano verso il fondo della sala. «Chiediamo al diretto interessato, allora. Massacrato? Non credo proprio, Teyrn Loghain, non mi abbasserei mai a certi livelli.»

Due guardie in armatura, il volto coperto dall'elmo scintillante, scortarono Rendon Howe al centro della sala. L'uomo camminava a testa bassa, digrignando i denti e strattonando le catene che gli impedivano di muovere liberamente gambe e braccia.

Si alzarono esclamazioni di sorpresa generale.

Elissa aveva contato gli attimi che mancavano all'esecuzione di Howe dal momento stesso in cui l'avevano fatto prigioniero. «Arle Rendon Howe, raccontate a tutti come abbiate trucidato la mia famiglia a sangue freddo e di come abbiate preso prigioniero Bann Oswyn Sighard torturandolo per mesi.»

L'uomo in catene rabbrividì vistosamente, storcendo la bocca in una smorfia sofferente.

Agli occhi degli spettatori, poteva sembrare rabbia, ma Elissa sapeva che l'uomo stava semplicemente cercando di liberarsi dai tentacoli di magia del sangue che lo tenevano sotto stretto controllo, burattino nelle mani dei due maghi nascosti sotto l'armatura.

«Ho aspettato che gli uomini di Bryce Cousland partissero per Ostagar.» Cominciò a raccontare Howe in tono aspro. «Se avesse avuto tutte le sue forze a proteggerlo, non ce l'avrei mai fatta. Una volta che suo figlio se n'era andato portandosi dietro il grosso delle loro truppe, lasciando solo Bryce con la moglie e la sua maledetta figlia... ho ordinato ai miei uomini di attaccare. Abbiamo messo a ferro e fuoco il castello, stanandoli uno ad uno. Ho sgozzato Bryce io stesso, lo sognavo da anni, finalmente la mia vendetta, la mia possibilità di dimostrare quanto fossi migliore di quell'idiota borioso. E avrebbe funzionato, se lei-» guardò Elissa con odio, trapassandola da parte a parte, per un attimo, un brevissimo attimo, libero dalla presa dell'incantesimo di Geralt, «non mi fosse sfuggita.»

La ragazza strinse i denti, sostenendo il suo sguardo, le urla di quella notte impresse in modo indelebile nella sua mente. Biscotto, accanto a lei, ringhiava in direzione del prigioniero, assetato di sangue quanto la padrona. Ma dovevano aspettare. Gli accarezzò la pelliccia sul collo, calmandolo.

«Avete sentito che razza di mostro sia l'uomo in cui Teyrn Loghain ha riposto la sua fiducia per aiutarlo nei suoi loschi piani. E non è finita.»

«Loschi piani?!» Ribattè Loghain con una risata fredda. «Howe era assetato di potere, lo è sempre stato, ma io non c'entro nulla con quanto successo ai Cousland, non ne sapevo niente.» Guardò l'altro come se fosse un insetto particolarmente brutto sotto la suola della scarpa. «Se lo avessi saputo, non ci avrei avuto nulla a che fare.»

Alcuni annuirono, la loro fiducia nell'Eroe di River Dane ancora salda.

Howe, però, non si sarebbe lasciato mettere da parte così facilmente. Da voltafaccia qual era, Elissa contava che avrebbe fatto tutto il lavoro per lei, e non restò delusa.

«Vi ho protetto!» Urlò con la sua voce nasale, un dito accusatore puntato tremante contro l'altro. «Sighard, sapeva che avevate ordinato ai vostri uomini di tagliare la corda, ad Ostagar! Gli ho impedito di raccontarlo in giro, perché avrebbe minato al vostro potere, l'ho rinchiuso per voi!»

Si levarono esclamazioni di sorpresa, mentre Bann Sighard annuiva addolorato. «Molte delle cose fatte a mio figlio sono al di là delle abilità di qualsiasi guaritore... I responsabili dovranno pagare!»

«Ostagar era una battaglia persa in partenza, sono stati i Custodi Grigi ad ingannare re Cailan, facendogli credere di poter vincere con le loro storie di fantasia!» Tuonò Loghain, cercando di ristabilire l'ordine. «Chi di voi era lì può confermarlo.»

Con grande sorpresa di tutti, fu Alistair a prendere la parola. «Io c'ero.» Disse, stringendo nervosamente la balaustra di legno. «Il mio fratellastro, Re Cailan, era convinto di poter vincere, è vero. Ma Duncan, il comandante dei Custodi Grigi, lo aveva esortato più volte ad essere prudente, sconsigliandogli di scendere in battaglia nelle prime file, dove combattono i Custodi.» Fece un cenno col capo in direzione di Loghain. «Eravate voi il suo consigliere più fidato, oltre che essere il suo generale migliore e la persona di cui più si fidava, non era compito vostro tenerlo in vita?»

«I Custodi Grigi erano in combutta con Orlais sin dal primo momento!»

«Certo, e il piano era proprio quello di farci massacrare tutti.» Ribattè Alistair sarcastico. «Ha funzionato benissimo.»

«Non abbastanza evidentemente!» Ringhiò il Teyrn. «Non accetto di essere preso in giro da un ragazzino. E già che stiamo discutendo dei vostri crimini, Custodi, che ne avete fatto di mia figlia, la legittima Regina?!»

«Penso che anche qui Howe abbia qualcosa da dire.» Si intromise Elissa. Una delle guardie pungolò il prigioniero nel costato, facendolo gemere di dolore. Non oppose resistenza. «La Regina Anora era giunta a palazzo facendo domande scomode, sulla battaglia di Ostagar e sulla morte di suo marito, Re Cailan...»

«E voi, per proteggere voi stesso e mio padre, mi avete rinchiusa e minacciata di morte!»

La Regina Anora fece il suo trionfale ingresso, mentre in molti si lasciavano scappare esclamazioni sorprese. Elissa pregò che mantenesse la parola data. «Se non fosse stato per Lady Cousland e la Custode Mahariel, sarei morta.»

«Anora.» La salutò Loghain, chinando il capo con espressione addolorata. «Allora le menzogne di questi sobillatori hanno ingannato anche te. Mi dispiace, avrei voluto proteggerti.»

«Penso di poter proteggermi da sola, padre, e di saper riconoscere la verità.» Ribattè lei gelida. Scrutò la sala, impettita, sfidando chiunque a parlare contro la Regina. «L'uomo che vedete di fronte a voi non è più l'eroe che tutti voi conoscete, colui che ci ha liberato dal dominio di Orlais. Quest'uomo ha vigliaccamente ritirato le sue truppe al momento del bisogno, mentre il vostro re combatteva coraggiosamente al fianco dei Custodi Grigi contro la Prole Oscura. Quest'uomo si è impadronito del trono di Cailan quando il suo cadavere era ancora caldo, rinchiudendomi a palazzo per evitare che raccontassi la verità!»

«Lord e Lady del Ferelden!» Cercò di riportare la platea dalla propria parte Loghain. «Il nostro paese è caduto in mani nemiche innumerevoli volte, e altrettante abbiamo combattuto per riprendercelo! Ho fatto quello che andava fatto, per mantenere unito il Ferelden, forte contro i suoi nemici che si trovano proprio qui, in mezzo a noi!»

«Credete davvero che Arle Eamon, fratello della defunta Regina Rowan, stia complottando per impossessarsi del trono e venderlo ad Orlais? È per questo che l'avete fatto avvelenare da un mago del sangue?» Lo interruppe Elissa, incrociando le braccia sul petto.

Scese il silenzio.

La Reverenda Madre, un'anziana signora nelle vesti riccamente decorate della Chiesa Andrastiana di cui era la più alta carica del Ferelden, era come congelata in una smorfia di muto orrore.

«Non so di cosa stiate-» provò a difendersi Loghain, ma venne interrotto.

«Mio fratello racconta una storia molto diversa, Teyrn Loghain.» Si alzò in piedi Bann Aflstanna Eremon, colpendo con un pugno la balaustra di legno su cui era appoggiata, il colpo che risuonò secco per la sala. «Alcuni vostri uomini lo hanno attaccato mentre era in missione per conto dei Templari. Doveva stanare e riportare al Circolo un mago del sangue fuggito dalla Torre. La Custode e Lady Cousland l'hanno trovato solo qualche giorno fa, rinchiuso nelle celle del vostro tirapiedi Howe.»

Il prigioniero annuì, rabbrividendo vistosamente. «Loghain voleva impedire che Arle Eamon interferisse con la sua presa al potere. Il mago del sangue ha accettato di avvelenarlo in cambio della propria libertà.»

«Teyrn Loghain!» Gracchiò la Reverenda Madre, oltraggiata. «Immischiarsi negli affari della Chiesa e dei suoi Templari è un grave crimine, per non parlare del collaborare con un mago del sangue! La Chiesa prenderà provvedimenti, non possiamo soprassedere.»

Il Teyrn scrollò le spalle, ma doveva rendersi conto di star perdendo molto del suo sostegno iniziale. «Intanto, i miei sospetti su Aemon erano fondati, non ha fatto altro che cercare di indebolire il paese da quando è stato guarito.»

«Avete gettato voi legna sul fuoco della guerra civile!» Urlò qualcuno dal fondo della sala.

«Il conflitto ha diviso il nostro esercito, rendendoci preda della Prole Oscura!»

«I vostri crimini sono indifendibili, Teyrn Loghain.» Prese parola Arle Eamon, ristabilendo l'ordine. «Per paura di una remota invasione di Orlais, vi rifiutate di affrontare il problema che sta proprio davanti ai vostri occhi, ovvero il Flagello.»

«Non ci si può fidare di Orlais!» Ribattè l'altro, quasi urlando.

Aemon estrasse una delle lettere che avevano trovato ad Ostagar, sollevandola sopra la testa. «Questo è un documento della corrispondenza tra Re Cailan e l'Imperatrice Celene di Orlais, in cui entrambi i regnanti riconoscevano l'importanza di fermare il Flagello e, per farlo, firmavano un trattato di aiuto reciproco. Cailan voleva far passare degli Chevalier nei nostri confini, perché ci aiutassero nella battaglia di Ostagar, ma voi-» puntò un dito accusatorio contro Loghain «avete preferito ricacciarli indietro, piuttosto che averli a fianco come alleati.»

Il Reggente contrasse la mascella. «Quanto vi ha pagato l'Imperatrice per disseminare queste menzogne, Aemon?»

«Potrei farvi una domanda molto simile, Teyrn Loghain.» Si intromise Elissa, in mano una pergamena che sfoggiava il sigillo di ceralacca dell'Impero del Tevinter, trovato sul corpo del mago che Aenor e gli altri avevano ucciso nell'Enclave. «Se non sapessi già con esattezza quanto vi hanno dato gli schiavisti del Tevinter per permettergli di rifornirsi di schiavi dall'Enclave elfica di Denerim!»

In sala si levarono altre esclamazioni di oltraggio e sorpresa.

«Non c'è modo di salvare l'Enclave, in ogni caso!» Ribattè Loghain. «I danni della rivolta non sono ancora stati riparati, ci sono corpi che marciscono in mezzo alla strada, un'epidemia che infuria tra i vicoli sudici, non vi manderei il mio peggior nemico. Non c'è modo di difendere il quartiere, nel caso la Prole Oscura dovesse arrivare a minacciare la capitale. A dispetto di quello che potete pensare, ho fatto solo il mio dovere. Mi dispiace per gli elfi, ma mi devo occupare prima di tutto dei cittadini del Ferelden.»

«La schiavitù è stata abolita dalla Profetessa Andraste!»

«È inaccettabile, non pagano le tasse anche gli elfi, come qualsiasi altro cittadino umano?» Riprese parola Bann Sighard, sollevando parecchi cenni d'assenso.

Elissa diede loro man forte. «Avete venduto delle persone incapaci di difendersi ad un impero governato da maghi del sangue senza scrupoli, gli stessi che hanno ucciso la Sposa del Creatore su una pira e hanno scatenato il Primo Flagello, soltanto per finanziare la vostra guerra civile.»

«Ho dovuto fare una scelta, per proteggere il mio paese. E non intendo chiedere scusa!» Si ostinò il Teyrn, che stava definitivamente perdendo le staffe assieme al consenso della platea.

Elissa sostenne lo sguardo dell'uomo senza battere ciglio. L'uomo che aveva ammirato più di ogni altro, che aveva sognato di incontrare sin da bambina, l'eroe a cui aveva aspirato per tutta la vita. Scosse la testa, profondamente delusa, riportando la sua attenzione sui nobili che aspettavano una conclusione a quell'incontro, poi su Howe, colpevole di aver distrutto la sua famiglia e, infine, incrociò lo sguardo dell'uomo che amava e che stava cercando di mettere sul trono con tutte le sue forze. Si schiarì nuovamente la gola.

«Lord e Lady del Ferelden, bann e arle del nostro meraviglioso e sofferente paese.» Iniziò, la voce ferma mentre cadeva un assoluto silenzio. «Teyrn Loghain non è più l'eroe su cui abbiamo sempre contato, il brillante stratega a cui dobbiamo la nostra libertà. Ha tradito il suo re, il figlio del suo migliore amico, il legittimo sovrano che aveva messo sul trono dopo quasi un secolo di occupazione straniera. Il periodo di pace gli è risultato inaccettabile e l'ha reso paranoico, di fronte alla reale minaccia del Flagello non ha saputo mettere da parte gli antichi dissapori, cadendo preda delle sue paure e rivoltandosi contro i valori stessi del nostro paese.»

In molti annuirono. Vide Arle Bryland farle un piccolo cenno di incoraggiamento, accanto a Bann Alfstanna Eremon.

«Ora, vi chiedo, volete davvero continuare ad affidarvi ad un uomo che è scappato di fronte al pericolo, abbandonando il proprio re e i propri uomini ad una morte atroce, che si è avvalso di vipere quali Howe come collaboratori del suo spregiudicato dominio, usurpato alla sua stessa figlia, un uomo che ha venduto il suo popolo in schiavitù e complottato con maghi del sangue per sbarazzarsi dei suoi rivali politici?»

«Sì, Lady Cousland ha ragione...»

«Loghain è un traditore!»

«Stolti, come possiamo difenderci senza l'Eroe di River Dane?!»

«Miei signori e signore, vi prego!» Li richiamò all'attenzione Anora. «Lady Cousland sta dicendo la verità. Datele ascolto. Per quando mi rincresca, mio padre non è più l'uomo adatto a guidarci in questi tempi difficili.»

«E allora perché non lasciare la corona alla regina?» Urlò qualcuno.

Elissa si sentì il cuore in gola. “Creatore, fa che non ci volti le spalle...”

Anora annuì gravemente. «Purtroppo, Bann Bryton, devo ammettere di non essere la candidata migliore per questo compito.» Sospirò vistosamente, accennando con grazia ad Alistair. «Di fronte a voi avete il figlio di Re Maric, sangue del suo sangue. La linea dei Theirin deve continuare, affinchè questo paese prosperi per altri secoli.»

Grata del suo intervento a loro favore, Elissa annuì, prendo parola a sua volta. «Alistair ha dimostrato più volte di avere quelle qualità che hanno permesso a Re Maric di unificare il Ferelden sotto un lungo periodo di pace. È un buon soldato, leale verso i suoi compagni e sempre pronto a scendere in campo per una giusta causa in difesa dei più deboli. È un guerriero esperto in battaglia e strategia, nonostante la giovane età, grazie al suo addestramento nell'Ordine dei Templari prima e come Custode Grigio poi. Ha il sangue dei Theirin nelle sue vene e se ne è sempre dimostrato degno, eppure abbastanza umile da accettare consigli là dove non ritiene di avere le conoscenze ed esperienze necessarie. Re Maric stesso era poco più di un ragazzo quando guidò il Ferelden contro gli oppressori di Orlais, unendo tutti i bann sotto il suo comando.

Fu Alistair ad intromettersi. Era pallido in volto, ma sfoggiava un'espressione determinata mentre prendeva la parola, appellandosi a tutti i volti puntati su di lui.

«So che molti di voi considerano la mia pretesa al trono una farsa, mia madre non era di nobili origini e su questo avete ragione. E tanti si staranno chiedendo come possa rinnegare la mia appartenenza all'Ordine dei Custodi Grigi per la corona di mio padre, ma il giorno della mia Unione ai Custodi ho fatto un giuramento, di fronte a me stesso e al Creatore: avrei protetto il mio paese ed il Thedas, ed è precisamente quello che intendo fare. Loghain ci ha portati sull'orlo della disfatta. Se sedermi sul trono significa avere la possibilità di sistemare le cose, portare il Ferelden alla vittoria contro il Flagello e ad un periodo di pace e prosperità, allora lo farò. E vi prometto che non sarò da solo in questa impresa, ma avrò bisogno del sostegno e del consiglio di ognuno di voi, perché se, come abbiamo visto, divisi siamo vulnerabili, è quando siamo uniti che il Ferelden dà il meglio di sé!»

Elissa lasciò qualche secondo alla platea perché le parole di Alistair facessero presa. «Voi tutti potete vedere la somiglianza di Alistair con suo padre. Ora, vi chiedo, appoggerete una seconda volta l'erede della nobile ed antica dinastia di Calenhad Theirin, per affrontare come un sol popolo la minaccia che incombe su tutti noi?»

La maggior parte dei presenti annuirono convinti, facendosi avanti uno dopo l'altro per mostrare il proprio supporto ad Alistair Theirin.

Loghain, ad ogni stoccata, digrignava i denti. Solo una manciata di bann si schierarono dalla sua parte, tra questi Bann Ceorlic.

«Traditori!» Tuonò il Teyrn livido in volto. «Chi di voi ha affrontato l'esercito di Orlais mentre gli Chevaliers saccheggiavano le vostre terre e stupravano le vostre mogli?» Indicò Aemon con il braccio. «Un tempo ti importava di questo paese, Aemon, e avresti combattuto al nostro fianco come tua sorella sfidò gli eserciti nemici. Ma ora sei troppo grasso e vecchio e cieco per vedere il pericolo che incombe su tutti noi!» Sfidò tutti gli uomini e donne che si erano schierati contro di lui, furioso. «Nessuno di voi ha il diritto di decidere della successione al trono di Maric! Nessuno di voi ha sanguinato più di me per questo paese, come osate giudicarmi?!»

«Adesso piantatela, Loghain.» Replicò aspramente Bann Leonas Bryland, adirandosi. «Ho combattuto al fianco di Bryce Cousland per il nostro amato defunto Re Maric, e così molti altri qui presenti, così come i loro padri e nonni. Non starò qui a guardare mentre ci arrecate offesa con il vostro orgoglio, sminuendo i nostri sforzi e i nostri cari periti in guerra. Non vi lasceremo distruggere il paese per cui abbiamo da sempre combattuto.»

Loghain, sotto gli occhi sconvolti di tutti i presenti, estrasse la spada, puntandola contro Alistair. «Vuoi davvero prenderti il trono e guidare questo paese?! Allora dimostrami di esserne capace, ragazzino!»

Il Custode rimase immobile per un lunghissimo secondo, chinando poi il capo in un cenno di assenso mentre sguainava a propria volta la spada. «Sarà un piacere.»

Elissa sentì il cuore saltarle un battito. Avrebbe voluto dirgli di stare attento, pregarlo di non lasciarsi sopraffare dalla rabbia e mantenere la calma, ma sapeva che Alistair da mesi non aspettava altro che poter scontrarsi con l'uomo che aveva ucciso tutti i Custodi Grigi e con loro il suo mentore, Duncan.

I due sfidanti si posizionarono al centro della sala, dove i nobili impazienti avevano liberato uno spazio abbastanza grande, restando a guardare col fiato sospeso.

Alistair e Loghain si girarono attorno per qualche secondo, studiando l'uno i movimenti dell'altro e cercando di analizzarne i punti deboli prima di attaccare.

Fu Loghain a fermarsi per primo, invitandolo a fare la prima mossa. «Fatti sotto, ragazzino.»

Nonostante la provocazione, Alistair mantenne la calma.

Lo scontro fu violento e dall'esito incerto: se dalla sua Alistair aveva più forza ed energia, Loghain era un combattente più esperto e spietato, che approfittava di ogni minima apertura nella guardia dell'altro.

Quando il Custode riuscì a sbilanciarlo, Elissa trattenne il fiato, ma il Teyrn si riprese all'ultimo, sorprendendolo con un fendente alla testa che si incastrò poco sotto lo spallaccio, tagliando via parte delle cinghie che lo sorreggevano e lasciando per un attimo vulnerabile l'altro, che si tirò indietro di scatto, ansimando, un rivolo di sangue che scendeva per il braccio.

Si allontanarono cercando di riprendere fiato.

Loghain sanguinava leggermente da un taglio sulla fronte e aveva il pettorale dell'armatura ammaccato verso l'interno, mentre Alistair, oltre alla spalla ferita, zoppicava un poco, cercando di non spostare il peso sulla gamba sinistra.

«Non male per un ragazzino ancora sporco di latte.» Lo sbeffeggiò il Teyrn, che tuttavia sembrava risentire dell'età.

Alistair si limitò a digrignare i denti, dalla sua l'energia dei Custodi Grigi che gli permetteva di resistere più a lungo. Lo attaccò di nuovo, e dopo una serie di scambi violenti, lo disarmò con un colpo dello scudo in pieno petto, che mozzò il fiato dell'avversario facendolo cadere a terra, la spada che andava a perdersi sul pavimento.

«Ah! A quanto pare mi sbagliavo. C'è un poco di Maric in te.» Rantolò Loghain, mettendosi faticosamente seduto.

La spada di nuovo sollevata, Alistair lo fissò con odio, pronto a dargli il colpo di grazia. «Lascia stare Maric, questo è per Duncan.»

Con un clangore assordante, la lama del Custode cozzò contro un'altra spada, sbucata dal nulla.

Aenor, sgusciata silenziosamente tra la folla durante il combattimento, ora si frapponeva tra Alistair e Loghain, impassibile. «Hai vinto Alistair, nessuno può negarlo. Ora rinfodera la spada.» Approfittò del momentaneo sgomento dell'altro per far scivolare la lama sulla sua e colpirlo di piatto, costringendolo ad allontanarsi dall'uomo a terra di qualche passo.

«Sei impazzita?!» Sbottò Alistair, stringendo spasmodicamente l'elsa, gli occhi sgranati. Si mise in posizione d'attacco, sollevando lo scudo. «Spostati, o lo farò io per te.»

L'elfa restò completamente immobile. «Invoco il Diritto di Coscrizione su quest'uomo.»

Alistair ci mise un attimo a processare quelle parole, nei suoi occhi sorpresa, delusione e, infine, rabbia. «No, non te lo permetto!»

Caricò con furia la compagna, che parò il colpo senza difficoltà, gli affondi dell'altro resi goffi dallo sforzo precedente, le ferite riportate e la furia cieca che lo impossessava. Aenor riusciva sempre a frapporsi tra lui e Loghain, ancora a terra.

«Come puoi difenderlo, dopo tutto quello che ci ha fatto?!» Sbraitò Alistair dopo uno scambio particolarmente violento, rosso in volto e col fiatone. «Ha ucciso Duncan, ci ha accusato dei suoi crimini, ci voleva tutti morti!»

«Ci serve, Alistair. Vivo.»

Il Custode cercò di disarmarla, e ci sarebbe forse riuscito non fosse stato per la gamba ferita, che lo sbilanciò durante l'affondo permettendo all'elfa di riprendere l'equilibrio e rispondere al colpo.

«Non puoi lasciarlo in vita! Non si merita di essere un Custode Grigio, non-!»

«È una punizione sufficiente per i suoi crimini.» Ribattè Aenor. «Inoltre, potrebbe non sopravvivere comunque.»

Elissa sentì una fitta al petto. Voleva dire qualcosa, mettersi in mezzo, evitare che le cose andassero in quel modo, proprio ora che i due Custodi sembravano aver trovato un punto d'incontro dopo tanto tempo. Eppure, l'elfa era stata categorica: se Alistair avesse dovuto odiare qualcuno, avrebbero fatto in modo che fosse soltanto Aenor.

Fortunatamente per loro, Anora era libera di correre in aiuto del padre. «La Custode Mahariel ha ragione!» Urlò, facendosi avanti tra la folla e affiancando l'elfa, mettendosi anche lei tra il padre ed Alistair, che non accennava però ad abbassare le armi. «Mio padre può aver commesso degli errori, ma nessuno qui può negare il suo valore come soldato e stratega.»

Ci furono parecchi cenni d'assenso. In fondo, molti dei nobili lì presenti avevano combattuto al fianco dei Teyrn contro Orlais, oppure erano cresciuti con le storie sul suo coraggio. In pochi avrebbero voluto veder giustiziato l'Eroe di River Dane di fronte ai loro occhi.

«Lasciate che faccia ammenda dei suoi crimini unendosi all'Ordine dei Custodi Grigi. Permettetegli di combattere un'altra volta per la salvezza del Ferelden.»

«No, non lo accetto!» Si oppose Alistair, urlando, ma si stava rendendo conto di rischiare di perdere il consenso appena ottenuto. «Non-»

Elissa gli si avvicinò lentamente, afferrandogli un polso e stringendolo delicatamente. «Non iniziare il tuo regno andando contro i Trattati. Non ne vale la pena.» Gli sussurrò. «Abbiamo bisogno dei nobili per vincere questa guerra, e per mantenere la pace in futuro.»

Il ragazzo rimase immobile per qualche altro lunghissimo istante, esitando sul da farsi, gli occhi puntati in quelli verdi dell'elfa. «Se davvero vuoi reclutarlo, resti da sola. Non combatterò al fianco di traditori.»

Aenor sostenne il suo sguardo. «Fa come credi, non cambia la mia decisione di coscriverlo.»

Con una smorfia di disgusto, Alistair abbassò la spada. «Credevo fossi meglio di così. Evidentemente mi sbagliavo.» Voltò le spalle alla Custode e a Loghain, rinfoderando la lama. «Prenditelo pure e sparite dalla mia vista. Ho un esercito e una guerra da organizzare.»

Elissa intercettò il brevissimo cenno d'intesa che l'elfa le lanciò, prima di afferrare Loghain per un braccio e girare i tacchi, andandosene senza un'altra parola, sotto gli sguardi d'approvazione degli astanti.

A quel punto, c'era solo un'ultima questione di cui occuparsi.

Howe era inginocchiato a terra, Geralt e Jowan ben nascosti sotto le armature al suo fianco. Si diresse verso di loro, schiarendosi la voce e attirando nuovamente l'attenzione dei nobili.

«Miei signori e signore, resta soltanto una condanna da decidere. Rendon Howe, per i crimini commessi contro il Popolo, contro la Chiesa e contro la famiglia Cousland, chiedo all'assemblea qui

riunita la vostra esecuzione.»

Mentre Loghain aveva avuto dalla sua l'essere un eroe di guerra un tempo rispettato e amato da quasi tutti i nobili presenti, Rendon Howe non aveva la stessa fortuna. Praticamente all'unisono, il consenso le fu dato all'istante.

Elissa sguainò la propria spada, fremendo di aspettativa, mentre i due maghi si allontanavano dal prigioniero in ginocchio, spezzando l'incantesimo che gli ottenebrava la mente.

Aspettò che riprendesse le sue piene facoltà, prima di squadrarlo dall'alto in basso.

«Questo è per la mia famiglia, schifoso traditore.»

L'altro aprì la bocca per parlare, ma la lama gli tagliò di netto la testa alla base del collo, un colpo rapido e pulito, il sangue che schizzava andando a colare tra le assi del pavimento.

Elissa degnò di un solo, ultimo sguardo il corpo dell'uomo, percosso dagli spasmi, prima di dargli le spalle, finalmente saziata della sua vendetta.

Ora, doveva pensare a tutto il resto.

«Altura Perenne tornerà alla mia famiglia. Le terre e il castello di Amaranthine, prima degli Howe, passeranno sotto il diretto controllo della Corona fino a quando non ci metteremo in contatto con il figlio maggiore ed erede di Arle Rendon, Nathaniel Howe. Qualora fosse giudicato innocente dei crimini del padre, tornerà ad avere il dominio su Amaranthine. In caso contrario, la questione verrà riaperta una volta che il figlio minore, Thomas, raggiungerà la maggiore età e sarà dichiarato degno di fiducia. La città di Gwaren e i suoi territori resteranno sotto il dominio della Teyrna Anora Mac Tir. Temporaneamente, la città di Denerim passeranno direttamente sotto il governo del nostro nuovo sovrano.» Si voltò finalmente verso Alistair, ancora scuro in volto, chinando il capo e facendo una profonda riverenza.

Tutti i presenti la imitarono, mentre la Reverenda Madre alzava la corona che era stata di Cailan e Maric prima di lui sopra la testa, in modo che tutti potessero vederla.

L'anziana si avvicinò quindi ad Alistair, facendolo inginocchiare di fronte a lei.

«Miei Signori e Signore. Qui vi presento Alistair Theirin, il vostro indubitabile Re, al quale tutti voi in questo giorno dovrete rivolgere il vostro omaggio e il vostro servizio. Volete fare lo stesso?»

Tutti acclamarono.

«Promettete solennemente e giurate di governare il popolo del Ferelden secondo le nostre leggi e costumi?»

Alistair annuì. «Prometto di farlo.»

«Userete il vostro potere nella legge, nella giustizia e nella compassione in tutti i vostri giudizi? Vorrete voi con il vostro potere mantenere le leggi del Creatore e professare veramente il Cantico della Benedetta Andraste? »

«Nel nome del Creatore, lo prometto.»

Gli pose sul capo la pesante corona d'oro, adornata di cinque pietre preziose rozzamente tagliate che rilucevano scarlatte. «Nel nome del Creatore e di Andraste Benedetta, alzatevi allora, Alistair Theirin, Re del Ferelden.»














Note dell'Autrice: lo so, lo so, speravate nella morte di Loghain, eh? E invece no. A tutto c'è una spiegazione, non temete. Lo scontro con l'Arcidemone è ormai alle porte, e un vecchio amico tonerà a dare una mano. Al prossimo capitolo! 

  
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