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Autore: Meramadia94    11/09/2018    3 recensioni
Dean Winchester è un brillante medico, che lavora nell'ospedale gestito dal padre. Malgrado non avesse pensato da sempre di fare il medico è bravo nel suo lavoro, ha un fratello minore che è tutta la sua vita, gode della stima di suo padre e dell'amore di Castiel Novak. Ma la confessione al padre della sua omosessualità e la sua reazione mettono a rischio le sue certezze, che rischiano di non lasciargli scampo quando rimane vittima di un incidente.
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Famiglia Winchester, John Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni, Contesto generale/vago
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Sam tornò in ospedale dopo quasi un'ora. Sì, era riuscito a dormire un po', ma un sonno agitato e senza sogni. Quindi decise di tornare subito in ospedale, per prendersi cura del fratello.
- Vorrei fare di più per te.- fece Sam poggiandogli un panno umido sulla fronte, quasi per aiutarlo a riprendere conoscenza, per poi passare a stringergli la mano - Dean, mi dispiace tanto... quando eravamo piccoli eri sempre tu ad occuparti di me... mi dicevi sempre '' Non aver paura Sammy''.... ed io mi tranquillizzavo... ma non avevo capito che dovevamo proteggerci a vicenda... tu mi hai sempre difeso da tutto e tutti, anche da papà... ed io in cambio ti ho lasciato solo. Pure quando hai scelto di buttarti tutto alle spalle per farlo contento... non ti ho difeso, non ho difeso quello che volevi con la stessa enfasi con cui ho difeso i miei sogni, con la stessa enfasi con cui tu mi hai sempre difeso da questo mondo...- fece Sam piangendo - e sai... cosa mi sono detto.... quando... quando hai deciso di vivere una vita per compiacere papà? Che erano fatti tuoi se volevi vivere come un fantoccio.... dovevo proteggerti e invece ti ho lasciato solo. 
Tu non sai quanto mi vergogno di me stesso, per quello che ti ho fatto... ma ti chiedo solo un'altra possibilità. Ti prego.- 
- Sam...- fece Jessica entrando nella stanza.
Sam si asciugò le lacrime in fretta e furia - Jess... ciao...-
- Volevo sapere come stavi... come stava... non  ti volevo disurbare, ho visto che stavate parlando...- fece la bionda. 
- Nessun disturbo.- la tranquillizzò Sam - so che è assurdo... ma io ho la sensazione fortissima che riesca a sentirmi e che capisca quello che dico.- 
'' E forse è per questo che non si sveglia. Quante giustificazioni vuoi ancora dare per il tuo comportamento sconsiderato? Hai tirato fuori le palle per difendere le tue ambizioni, ma quando avresti dovuto rendere il favore all'unico che si può dire ti abbia sempre dimostrato un amore senza confini... sei stato capace di dire, la vita è tua fanne quello che vuoi ma non venirti a lamentare da me quando a cinquant'anni ti sentirai in gabbia.''
Le loro chiacchiere vennero interrotte dai alcuni mugoliì... e Dean che aveva mosso la testa. - Dean...- fece Sam che non riusciva a crederci - Jess, corri a chiamare un medico, ma non far avvicinare mio padre...- - Ok.- fece la bionda correndo fuori dalla stanza.

- Dean...- fece Sam prendendogli la testa tra le mani - ascolta. Il tuo cervello funziona.... più o meno... tutto quello che devi fare è comporre una parola e farla uscire delle tue labbra... ok? Fallo per me, ti prego.- 
-S....a....m...- fece Dean aprendo del tutto gli occhi. 
'' Oddio ti ringrazio!''- fece Sam piangendo dalla gioia appoggiando la testa sulla fronte del fratello - Io... io... io sto comprando un anello di fidanzamento per chiedere a Jessica di sposarmi... so che magari non è la tua prima priorità in questo momento ma.... tu sei l'unico a cui avrei voluto dirlo...- 
In quel momento rientrarono Jessica e Benny. 
- Ben... è sveglio... e credo anche che non abbia patito conseguenze...- fece Sam. 
- Questo lascialo decidere a me...- fece Benny sedendosi vicino all'amico e collega - Dean, ascolta... sei quasi affogato nell'Hudson, e mentre ti rianimavano il flusso sanguigno al cervello si è interrotto per un po'.... devo assicurarmi che tu non abbia riportato danni cerebrali... adesso muoverò un dito ok? Se mi senti, seguilo con gli occhi, va bene?- nel dir così iniziò a muovere una mano in tutte le direzioni e quando vide che le pupille dell'amico si muovevano in direzione dei suoi movimenti si tranquillizzò. 
- Ma che cosa.... che mi è capitato.... perchè sono qui....?- fece Dean. 
- Hai avuto un incidente... ti ricordi, lo schianto con il ferry boat?-  fece Benny - stavi soccorrendo un uomo, ma per errore ti ha buttato in acqua e sei quasi annegato...- 
- Dean, ne hai salvati tanti.... dico davvero.- fece Sam. 
Dean iniziò a ricordare poco per volta... incluso quello che era appena avvenuto con Castiel ed iniziò ad agitarsi, ad urlare e piangere. 
- Mi ha lasciato... Castiel mi ha lasciato...- 
- Dean, cerca di calmarti...- fece Benny tentando di tenere fermo  l'amico - Dean, il tuo cuore è ancora debole, se non ti stabilizziamo rischi un attacco di cuore...- 
- Ditemi che non è vero, che è stato un brutto incubo, per favore...- supplicava Dean tra le lacrime, agitandosi come se fosse in preda alle convulsioni. 
- Dean, calmati... gli ho appena mandato un messaggio... vedrai, presto sarà qui.- 
- No... non verrà...- continuava Dean come se stesse ripetendo una cantilena. 
- Certo che verrà!- fece Sam cercando di calmarlo come poteva - vedrai... il tempo di prendere un taxi e di arrivare...- 
- Ok, Dean...- fece Benny iniettandogli in vena una dose di morfina - scusa, ma è l'unico modo che ho per tenerti buono...- 
Dean iniziò lentamente a calmarsi, prima di lasciarsi andare nuovamente all'oblio.
- I parametri stanno tornando in regola.- fece Benny. 
- Allora, come sta?- fece Sam. 
- Escludo qualunque forma di danno cerebrale.- fece Benny - Si sentirà infreddolito e fiacco per un po' di tempo.... ma se sta al caldo e beve tanti liquidi presto starà di nuovo bene.-
- Oddio...- fece Sam sorridendo, ricominciando a respirare - Signore ti ringrazio.... ma allora secondo te come si spiega questo... si, insomma, l'attacco che ha avuto.- 
- Non ho una risposta a questa tua domanda.- fece Benny - però... se era  vigile ed ha sentito quello che succedeva attorno a lui...- 
Ed un atroce sospetto si fece strada in Sam.
Sul comodino del fratello c'era un mazzo di tulipani. Nessuno dei suoi colleghi dell'ospedale gliene avrebbe portati... si, forse mentre lui non c'era suo padre si era avvicinato alla camera di Dean ma... no, non era un pensiero che suo padre gli avrebbe portato, non ci vedeva nemmeno Bobby.... quindi doveva essere passato per forza Castiel.
Però... non si portavano fiori alla propria fiamma se l'intenzione era dire '' Scusa, ma tra noi è tutto finito, amici come prima''.
L'unica era che fosse successo qualcosa... che avesse incontrato qualcuno che gli avesse detto qualcosa in merito al fatto che Dean si trovava in quello stato per colpa della loro relazione non più segreta per il loro padre... 
Si precipiò a passo spedito nello studio del padre, con uno sguardo che se avesse potuto incenerire, John Winchester sarebbe diventato cenere in meno di un secondo. 
- Sam...- fece John sorpreso di vedere lì il figlio - che... che succede?- 
- Niente...- fece Sam - Un chiarimento....- 
- Ok, ascolta...- fece John preparandosi per la difesa - se è perchè sono andato...-
- Ah, allora, sai di cosa stiamo parlando.- fece Sam guardandolo con odio - Credevo di essere stato chiaro. Non dovevi nemmeno provare a guardarlo da lontano.- 
- Non puoi impedirmi di vedere mio figlio.- fece John.
- E di parlare con il suo fidanzato? Anzi no... ex fidanzato, grazie a te. Che cosa gli hai detto eh?- lo sfidò Sam - che per tuo figlio volevi qualcosa di meglio? Che se era destino che si mettesse con un uomo minimo doveva essere Tom Ford? Che è per colpa sua se avete litigato e gli hai detto quelle parole? 
Beh, mi spiace deluderti. Ma la colpa è solo tua. Smettila di scaricare tutto sugli altri.-
John era rimasto in silenzio.
- Hai finito? Bene. Perchè adesso parlo io.- fece John - Ascolta, è probabile che il signor Novak sia venuto a trovare Dean, anzi, sono abbastanza certo che mi abbia incrociato nel corridoio e salutato... ma io non gli ho nemmeno risposto, e non per i motivi che pensi tu.
Ero molto preoccupato per la salute di tuo fratello.-
Sam iniziò a collegare i puntini.
Con tutta probabilità Castiel era venuto in ospedale per vedere Dean, sperava di trovarlo sveglio, e visti i fiori magari c'era in programma anche una scena da film romantico... poi aveva visto John, doveva aver scambiato quello sguardo vuoto ed assente come un'occhiata di ribrezzo, un'accusa...
- Insomma non ne fai una giusta!- fece Sam uscendo dallo studio del padre sbattendo la porta con tutta la rabbia che aveva in corpo, lasciando John a chiedersi di nuovo dove poteva aver sbagliato.... quella volta.
...
...
...
Senza dire una parola, il piccolo di casa Winchester si precipitò al negozio di elettronica dove Castiel lavorava. Stava lavorando al computer, probabilmente stava facendo l'inventario, ed era così concentrato che non si era nemmeno accorto di non essere solo. 
- Sarò da lei tra un momento, signore.- fece il commesso per poi alzare lo sguardo ed incrociare quello deluso ed arrabbiato di Sam - Sam... ciao.... posso... posso aiutarti in qualche modo?- 
- Dean si è svegliato.- fece il ragazzo.
Per un attimo sul volto di Castiel si dipinse un sorriso e sentì il cuore scoppiargli dalla felicità, ed il primo pensiero che ebbe era quello di correre da lui, abbracciarlo fino a minacciare di soffocarlo o farlo morire per mancanza d'aria a causa di tutti i baci che gli avrebbe dato.... ma poi si ricordò che per il bene di quel ragazzo che per lui contava più di ogni altra cosa al mondo, era bene stargli lontano il più possibile. 
- Sta... sta bene?- chiese Castiel cercando di rimanere distaccato. 
- Dimmelo tu.- fece Sam - Se il tuo ragazzo ti avesse dato il benservito mentre eri ancora in coma ... si, hai capito, era in uno stato in cui riusciva a comprendere quello che succedeva attorno a lui... tu staresti bene? Ha rischiato di avere un infarto.- 
- Ma ora sta bene.... vero?- fece Castiel preoccupato. 
- Se ti preoccupa tanto la sua salute perchè non vai a trovarlo?- fece Sam - senti, ti propongo un accordo: tu vai da lui, ti fai trovare accanto a lui appena si svegli, e gli dici che ha avuto un incubo.... ed io forse non ti riduco ad un colabrodo per questa tua bravata.- 
Castiel lo fissò per un lunghissimo istante prima di dire - No. Non posso.- 
- Ma come non puoi?- fece Sam sempre più alterato - Il tuo fidanzato, l'uomo che ami, che ha sfidato suo padre... e sai quanto ci teneva alla sua approvazione....  per stare assieme a te, è quasi morto... anzi, diciamo pure che è morto, ma che un miracolo ce l'ha restituito.... 
Hai una seconda possibilità con lui e tu la mandi a monte per cosa?- 
- Per proteggerlo.- fece Castiel - se ha tentato di ammazzarsi è stato per colpa mia. Io sono la causa del litigio tra lui e suo padre, il motivo per cui ha deciso di lasciarsi andare in acqua... e non lo dimentico.- 
Sam si mise le mani nei capelli esasperato. Era proprio vero quel detto che chi si somiglia si piglia. Dean era un testone di prima categoria, non poteva che innamorarsi di un altro testone. 
- Ancora? Non è stata colpa tua! Mio padre ha una lingua larga ed è di vedute ristrette, è stato questo il motivo per cui Dean ha cercato di uccidersi.- sbottò Sam - Tu sei la cosa che più gli ha fatto bene in tutto questo tempo.-
- Talmente bene che per poco non moriva.-
- Ascolta... era solo questione di tempo. Tu non hai idea di quante ne abbia dovuto mandar giù per essere il figlio perfetto che papà voleva... e ti assicuro che dopo un po' la bottiglia scoppia.- fece Sam - e poi ti assicuro, che fossi tu, un altro... potevi anche essere una ragazza per quel che mi riguarda, ma Dean avrebbe fatto la voce grossa comunque per difendere la vostra storia e sarebbe finita allo stesso modo.- 
- Non puoi saperlo.- ribattè il moro. 
- Mio padre lo conosco meglio di te. Fidati.-
- Senti... non ce la faccio.- fece Castiel chiudendo il portatile - A stargli vicino e sapere che per colpa mia, della nostra storia, il suo rapporto con suo padre è degenerato.- 
- Ma quale rapporto?- fece Sam - Mio padre non ha rapporti, solo conoscenze di lavoro. E se finora Dean è riuscito ad andarci d'accordo è perchè si è limitato a sorridere ed annuire. Vieni con me. Ti prego.- 
- Non posso.- fece Castiel - Anzi, non vorrei sembrarti maleducato ma al momento ho moltissimo da fare, a meno che non ti serva qualcosa ti pregherei di andartene...-
Sam sentì le lacrime iniziare a pizzicargli gli occhi. Rabbia, odio, dolore... 
Sam lo afferrò con rabbia per il colletto della camicia, lo sbattè contro il muro e lo fissò con occhi cattivi - Io adesso vado. Ma se per caso Dean avrà un infarto, allora si che sarà colpa tua.
E ti giuro su Dio, fosse l'ultima cosa che faccio... torno, prendo tutte le spine e le prese elettriche che hai in negozio, te le metto nel posto dove non batte il sole e attacco la corrente.- nel dir così lasciò la presa ed uscì dal negozio sbattendo la porta con rabbia. 
Castiel si sistemò la camicia, ed in un impeto di rabbia lanciò per terra il computer. 
...
...
...
Quando Sam tornò dal fratello si scontrò quasi con Benny che stava uscendo dalla sua stanza. 
- Ben...- fece Sam - Come sta?-
Dalla sua posizione poteva farsi un'idea abbastanza precisa. Era sveglio, sembrava tranquillo, ma aveva il volto pervaso da un'espressione sofferente, gli occhi rossi per il pianto.
Non bene. Forse fisicamente, ma emotivamente era a pezzi.
E chi non lo sarebbe stato? Dopo una prova simile, l'unica cosa che si sarebbe aspettato... di vedere la persona che amava china su di sè, sorridente tra le lacrime di gioia che gli faceva giurare che non l'avrebbe fatto mai più, non si era avverata... anzi. Non aveva avuto nemmeno il coraggio di aspettare che si fosse ripreso per dirglielo in faccia.
Non avrebbe mai pensato che Castiel fosse un simile codardo. 
- Fisicamente sta bene... le facoltà cerebrali sono intatte, è cosciente, reagisce.... solo che...- fece Benny.
- Solo che?- 
- Beh, lo vedi anche tu in che stato è.- fece Benny.
Sam entrò nella stanza del fratello e si sedette vicino a lui, carezzandogli fraternamente un braccio, sorridendogli dolcemente - Ehy.- 
Dean non cercò nemmeno di trattenere una lacrima che gli solcava il viso. Non c'era bisogno che nascondesse il suo dolore. Non a Sammy almeno. 
- Mi sei mancato tanto fratellone... che credevi di fare?- fece Sam con il tono più dolce che aveva.
- Non è stato un incubo. E nemmeno il cervello o i farmaci.- fece Dean. Non c'era bisogno che specificasse a cosa si riferiva.
Sam sospirò tristemente - No.
Mi dispiace tanto. Credimi.-
- Va... va... va tutto bene....- fece Dean trattenendo un singulto - doveva andare così....- 
- No, non dirlo.- fece Sam - Non meriti tutto questo. Niente di quello che è successo doveva accaderti...-
Dean a quel punto non ne potè più ed iniziò a piangere, singhiozzando, sfogando tutta la rabbia, il dispiacere ed il dolore che sentiva nel cuore. Sam lo prese tra le braccia e lo cullò dolcemente, proprio  come Dean aveva fatto con lui molte volte quando era piccolo e si svegliava nel cuore della notte in preda ad un incubo o quando scambiava le ombre dei rami mossi dal vento per streghe e mostri appostati nel buio della sua stanza pronti a mangiarselo.
Lo cullò sino a che non si addormentò. 
...
...
...
Quella stessa sera, Ellen e Jo convinsero Sam a tornare a casa, promettendogli che si sarebbero occupate loro di Dean. Dopo essere stato quasi minacciato di venire usato come cavia per le auotpsie per i praticanti, Sam decise di accettare e la stessa sera si confidò con Jessica riguardo agli avvenimenti recenti. 
- Non ci posso credere...- fece Jessica - povero Dean...-
- Già... prima mio padre, poi l'annegamento e adesso questo.... dovevi vederlo, non l'avevo mai visto così... così smarrito, sembrava un bambino...- il bambino che non era mai stato, a cui avevano rubato prima i sogni e poi la fiducia nelle persone e nella vita. 
Era stato tradito due volte nel giro di... quanto, quarantotto ore? Prima da suo padre, per il quale aveva rinunciato alle sue ambizioni e ai suoi sogni per renderlo felice ed orgoglioso.
Poi dal suo ragazzo, per il quale aveva sfidato il genitore.
Non era giusto.  Dean era una persona meravigliosa, piena di qualità, e non meritava tutto questo.
- Jessica io... io non me la sento di lasciarlo solo in un momento del genere...- fece Sam. 
- Ma certo... non puoi... non possiamo...-  fece Jessica - Sai già quando lo dimetteranno?- 
- Ci vorrà parecchio... ma per quel momento, immagino che non vorrà tornare nel suo appartamento...- con tutti i ricordi e le cose di Castiel in giro sarebbe stato solo dolore gratuito... e l'idea di saperlo di nuovo sotto lo stesso tetto con il padre, l'uomo che era il diretto responsabile di quel degrado lo faceva impazzire.
- Potrebbe... potrebbe venire a stare qui.- propose Jessica con un sorriso - C'è una camera in più, non ci sta nessuno... a rimetterla a posto non ci metteremo molto, può fare qui la convalescenza e sarebbe seguito da persone che gli vogliono bene.- 
Gli occhi di Sam si illuminarono  e corse a baciare la fidanzata. 
- Sei la ragazza più incredibile che conosco, te l'ho mai detto?-
Jessica sorrise - E' anche per questo che mi ami, no?- 
  
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