Nascondino
Oggi Nina ha perso il treno.
Ci sono giorni che proprio non vanno; è come se l’inerzia aumentasse di colpo e non ci fosse verso di mettere il suo corpo in moto, pensa.
Così il treno è stato più veloce di lei e se n’è andato.
Ma oggi non le dispiace restare indietro.
Ha voglia di fare le cose con calma e scrutare ogni dettaglio.
Magari oggi la scova, prima che faccia battipanni.
Ormai vede Ribes dovunque. È sempre nel suo campo visivo, proprio dove può vederla con la coda dell’occhio.
Ma quando si gira, è sparita; al posto c’è sempre un impostore.
Ribes perché piccola e rossa, riflette, e perché rara e costosa, sorride.
Un alimento d’alta classe, che non tutti possono permettersi.
Infatti Ribes è solo sua, perché il sogno è solo il suo.
E così ogni giorno aspetta, di potersi addormentare e sognarla ancora, di potersi svegliare e vederla davvero.
Chissà perché ha così voglia di rivivere quel sogno. Chissà perché ha così voglia di rivederla.
È come un corpo nero: modifica lo spazio circostante.
Potrebbe chiamarla così, Nera, perché “corpo nero” sarebbe troppo lungo.
Chissà perché c’entra sempre un colore.
Stavolta però non è un frutto costoso, è un corpo gigante che assorbe tutto.
E Nina si sente così, assorbita.