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Autore: heliodor    19/09/2018    2 recensioni
Joyce è nata senza poteri in un mondo dove la stregoneria regna sovrana. Figlia di potenti stregoni, è cresciuta al riparo dai pericoli del mondo esterno, sognando l'avventura della sua vita tra principi valorosi e duelli magici.
Quando scoppia la guerra contro l'arcistregone Malag, Joyce prende una decisione: imparerà la magia proibita per seguire il suo destino, anche se questo potrebbe costarle la vita...
Tra guerre, tradimenti, amori cortesi e duelli magici Joyce forgerà il suo destino e quello di un intero mondo.
Fate un bel respiro, rilassatevi e gettatevi a capofitto nell'avventura più fitta. Joyce vi terrà compagnia a lungo su queste pagine.
Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
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Voto di silenzio

 
Bryce lo fissò stupita. "Credevo che ci avessi rinunciato."
"Allora non mi conosci affatto" rispose Vyncent.
"Perché non mi hai detto subito che avevi in mente un piano?"
"Ci stavo pensando fin da quando Ronnet ci ha coinvolti in questa storia, ma avevo bisogno di raccogliere informazioni e organizzare le cose per bene."
"Dimmi che vuoi fare" lo esortò Bryce.
"Saranno Djana e Bato a occuparsene. Io resterò qui con Bardhian mentre tu ed Elvana andrete a caccia di Malag. Se gli Dei vorranno, tutti noi avremo successo e Malag diventerà un ricordo."
"Credi che quei due siano pronti?"
Vyncent ghignò. "Hanno fatto molti progressi e non certo grazie a te. Elvana e io abbiamo lavorato parecchio su di loro e anche Bardhian ci ha dato una mano."
"Bardhian è poco più di un novellino."
"Non più ormai. È cresciuto ed è migliorato parecchio. Anche Elvana lo ha ammesso."
"Allora perché non andate anche voi due con Bato e Djana? Così avrete più possibilità di trovare Joyce."
Vyncent scosse la testa. "Io credo che non sia una buona idea."
"Certo che lo è. Se siete così forti..."
"Non è questo il problema. Bardhian continuerà a crescere e diventerà sempre più forte. Sia di te che di me."
"È molto abile ma..."
Vyncent guardò altrove.
"C'è qualcosa che non so?"
"Non posso parlartene ancora."
"Perché? Abbiamo sempre parlato di tutto noi due."
"Non questa volta. Devi fidarti di me se ti dico che è meglio che tu non sappia ancora niente."
"Dimmi almeno perché."
Vyncent chinò la testa. "Ho fatto voto di silenzio e non intendo infrangerlo."
"Rispetto il tuo giuramento e non ti sto chiedendo di venire meno al tuo voto, ma nella situazione in cui ci troviamo ho bisogno di tutte le informazioni possibili. Non voglio partire sapendo che non so tutto quello che dovrei sapere."
"Mi spiace" disse lui. "Ti chiedo solo di fidarti di me. Spero che tu uccida Malag." Esitò. "C'è un'altra cosa che devo dirti, ma non so se..."
"Basta segreti. Per il momento ti consento di averne soltanto uno con me."
"Non è un segreto" disse Vyncent sulla difensiva. "Mi chiedevo solo se fosse il momento giusto."
"Dimmelo e basta."
"Mentre eri al consiglio è arrivato un uomo con un messaggio per te."
"Da parte di chi?"
"Tuo padre."
 
Cavalcarono a lungo e in silenzio avvolti dall'oscurità. Fuori dalle mura di Orfar il territorio era brullo e le poche fattorie che si vedevano in lontananza era troppo sparse.
Bryce si strinse nel mantello per proteggersi dal freddo. Il vento gelido le scompigliava i capelli, ma a lei non importava. Tutti i suoi pensieri erano rivolti al messaggio che aveva ricevuto.
"Incontriamoci a Balama questa notte" aveva detto Vyncent ripetendo le parole del messaggero.
"È una trappola" aveva detto subito Bryce.
"L'ho pensato anche io, ma il messaggero mi ha dato questo." Le aveva mostrato un fermaglio in argento.
Era ben poca cosa e per niente prezioso, ma per Bryce significava molto. Quel fermaglio era suo. Lo aveva usato fino ai dodici anni di età, quando lo aveva abbandonato in un cassetto, dimenticandoselo.
Non ricordava il giorno esatto in cui aveva smesso di usarlo, ma sapeva solo che era successo. Da allora non lo aveva più visto.
"Il re deve averlo portato con sé da Valonde" aveva detto Vyncent.
"Non c'è alcun dubbio."
"Che vuoi fare? Andrai?"
"Non lo so. Perché venire fin qui per incontrarmi? Che senso ha tutto questo?"
"Tuo padre deve sentire la tua mancanza."
"Anche io la sento, ma non ha senso lo stesso. Se è venuto fin qui poteva portare la sua armata e darci una mano."
"Non è così facile spostare un intero esercito" aveva detto Vyncent. "E quello dell'alleanza è grande almeno il doppio del nostro."
"Potevamo avere la vittoria in pugno, invece viene qui per farsi beffe di me" aveva detto Bryce stringendo i pugni.
"Prima dovresti sentire da lui perché è venuto. Deve aver corso un bel rischio. Le strade non sono sicure."
"Che vuoi dire con questo? Pensi che dovrei incontrarlo?"
Vyncent aveva annuito. "Sarebbe scortese da parte tua ignorarlo."
A notte fonde arrivarono a Balama. Avevano cercato con discrezione quel luogo e dopo aver consultato una mappa avevano scoperto che si trovava venti miglia a sud di Orfar, vicino a un lago che aveva lo stesso nome.
Il luogo esatto dell'incontro era sulla sponda opposta rispetto al villaggio di pescatori che sorgeva sulle acque scure del lago.
Lo trovarono senza difficoltà e attesero.
Un cavaliere emerse dall'oscurità. "Chi siete?"
"Bryce di Valonde" rispose subito.
"Vyncent di Londolin."
"Venite."
Seguirono il cavaliere nella boscaglia e quando ne emersero si ritrovarono in una radura.
Al centro sostavano sei cavalli con altrettanti cavalieri.
A Bryce bastò un'occhiata per riconoscerne subito due.
"Padre" disse con un leggero inchino. "Erix" disse invece rivolta alla strega che si trovava al fianco del re di Valonde.
"Maestà" fece Vyncent. "Erix."
La strega sorrise. "È bello vedere che siete ancora tutti interi."
Re Andew si limitò a fissare con sguardo severo la figlia.
"Mi hai fatta venire fin qui" disse Bryce. "Ora dimmi quello che vuoi. Non ho tutto il tempo che voglio."
In verità, quello che voleva dirgli era che le dispiaceva di essere partita come una ladra. Si sarebbe gettata ai suoi piedi pregandolo in ginocchio che la perdonasse, se questo fosse servito a qualcosa.
Ma quella era la vecchia Bryce.
Da quando aveva iniziato a combattere quella guerra era cambiata. Non era solo la sfida contro Malag e la sua orda. Voleva dimostrare di aver meritato quella fama.
Fino a quel momento, lei era sempre stata Bryce di Valonde, la strega dorata. E la figlia di re Andew. Ogni sua vittoria era avvenuta all'ombra di suo padre.
Re Andew si accigliò. "Ho sentito dire che hai radunato più di centomila soldati e duemila tra streghe e stregoni."
"Centocinquantamila" rispose lei con una punta di orgoglio. "E tremila tra streghe e stregoni."
"È comunque meno della metà dell'armata dell'alleanza" disse il re. "Ed è inferiore all'esercito che sta marciando verso Orfar. Mi domando come pensiate di vincere, visto che siete solo un'accozzaglia di eserciti che non hanno mai visto un vero campo di battaglia e di mercenari raccattati in giro per il continente."
"Mi hai fatta venire qui per offendermi?"
"Dico solo ciò che vedo" rispose il re. "E io scorgo nella tua sicurezza e in quella dei tuoi alleati la sconfitta e il disastro."
"Sei troppo pessimista" rispose Bryce sfrontata. All'improvviso le era venuta voglia di provocarlo.
Re Andew sospirò. "Erix la pensa come me, giusto?"
La strega si stinse nelle spalle. "È quello che pensiamo. Anche Dox Mardik è dello stesso avviso."
"Mardik è uno stregone appena passabile e come stratega lascia molto a desiderare" rispose Bryce. "Ricordi nell'assalto a Sanaga, quando la sua compagnia fu quasi sul punto di farsi sopraffare da forze molto inferiori? Quel giorno abbiamo rischiato di perdere la battaglia."
"Fui io a chiedere a Dox di perdere di proposito posizioni" disse il re.
"Gli ordinasti di fare una cosa così stupida?"
"Abbiamo vinto, no? Vedendo in difficoltà Mardik, il nemico ha pensato di poter sfondare in quel punto e accerchiarci. Dox ha finto di cedere e di indietreggiare, tirandosi dietro metà delle forze nemiche. Mentre noi accerchiavamo l'altra metà, lui li ha tenuti impegnati fino alla fine."
Bryce si accigliò. "Che cosa vuoi?"
"Voglio che tu faccia come Mardik quella volta a Sanaga."
"Perché dovrei farlo?"
"Per far finire questa guerra una volta per tutte" disse Erix.
"È quello che voglio anche io" rispose Bryce con tono sfrontato.
Suo padre rimase impassibile. "Tu cerchi solo gloria personale o vendetta. E nessuna delle due cose ti porterà alla vittoria. Forse potrai vincere questa battaglia, se sarai così fortunata da sopravvivere, ma non vincerai la guerra. Se vuoi vincere, se davvero vuoi abbattere Malag e la sua orda, devi unire le tue forze alle mie."
Dentro di sé Bryce esultò.
Così è per questo motivo che sei venuto fin qui? Si chiese. Per pregarmi in ginocchio di aiutarti?
"Pensi di non farcela contro l'orda di Malag?" chiese Bryce. "Anche se veniamo sconfitti, avremo indebolito il suo esercito in modo considerevole. Tu e re Alion potrete cogliere una vittoria facile e vantarvi di aver sconfitto il nemico."
"Non è così semplice come credi" disse re Andew.
Bryce si accigliò.
C'è qualcosa che non so, si disse.
Erix si schiarì la voce. "Attualmente, l'armata che state fronteggiando non è l'unica che Malag abbia messo in campo."
Bryce ebbe un tuffo al cuore.
"Molto più a sud, una seconda armata avanza verso le pianure di Malinor" spiegò Erix. "Trecentomila soldati e cinquemila tra streghe e stregoni marciano senza sosta diretti verso l'armata di re Alion. A nord e a oriente di Nergatel, una terza armata si sta dirigendo verso l'esercito dell'alleanza. La sua forza è pari se non superiore all'esercito del sud. Quella che avete di fronte voi è di gran lunga la più debole delle tre armate."
"Non lo sapevo" disse Bryce.
Guadò Vyncent. Anche lui era impallidito sentendo quelle notizie.
"Malag?" chiese con un filo di voce.
"Non sappiamo a capo di quale armata si trovi" disse Erix. "Forse è a sud per affrontare re Alion o forse a nord per la battaglia decisiva contro l'alleanza. O forse è a poche centinaia di miglia da noi, proprio ai confini di Orfar."
"Dobbiamo scoprirlo" disse Bryce. "Solo così potrò trovarlo e ucciderlo."
"Lascia perdere questo folle piano" disse re Andew. "L'alleanza ha bisogno di te. Adesso."
"Non posso abbandonare tutto e andare a nord" disse Bryce. "A migliaia sono venuti qui solo perché sapevano che avrebbero trovato me."
"E allora convincili a seguirti a nord" disse Erix. "La battaglia per Orfar è persa ancora prima di iniziare."
"Non è vero" protestò Bryce. "Possiamo vincere. E ho anche un piano per salvare Joyce, se ancora ti importa qualcosa di lei." Sì pentì subito di averlo detto, ma ormai era troppo tardi.
"Te l'avevo detto che era inutile" disse re Andew rivolto a Erix. "Abbiamo fatto un viaggio a vuoto." Tirò le redini con un strattone deciso e si allontanò al piccolo trotto.
Solo Erix rimase, lo sguardo rivolto a oriente. "Hai ancora qualche giorno di tempo per ripensarci."
"Non tornerò sui miei passi" disse Bryce decisa.
Se lo facessi, non sarei degna del potere che mi è stato dato, pensò.
Erix annuì. "Lascia che ti dia un consiglio, allora. Sappi che non sei ancora al pari di Malag e non è detto che tu lo sia mai. Se intendi affrontarlo, tieni conto di questo."
"Sei lune fa l'ho quasi ucciso."
"Lo abbiamo solo colto di sorpresa. Se avrà il tempo di prepararsi ti ucciderà, Bryce. E sarebbe un vero peccato se accadesse, dopo tutta la fatica che abbiamo fatto."
"Farò in modo che non succeda" disse Bryce spavalda. Ma non si sentiva più così sicura come prima.
"Lo spero per te" rispose Erix. "Lo spero tanto per te."

Note
Ieri non ho potuto postare per motivi indipendenti dalla mia volontà. Poco male, recuperiamo oggi :p

Con questo capitolo inizia una lunga parentesi che concluderà l'arco narrativo dedicato a Bryce e Vyncent. Se avete dei dubbi vi consiglio di leggere i capitoli 151, 152, 153, 159, 160, 163 e 164

Prossimo Capitolo Giovedì 20 Settembre
  
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