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Autore: vanessie    21/09/2018    1 recensioni
La storia sviluppa alcuni personaggi di mia invenzione presentati nella fanfiction "Sunlight's Ray".
Una vicenda ricca d'amicizia, amore e problemi della vita quotidiana con cui ogni adolescente si trova a fare i conti...narrati da una prospettiva femminile e maschile. Non mancherà un pizzico di fantasy e un richiamo ai personaggi originali della Meyer!
Per avere una migliore visione delle cose sarebbe meglio aver letto Sunlight's Ray 1-2-3, in caso contrario potete comunque avventurarvi in Following a Star!
Genere: Fantasy, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sunlight's ray'
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FOLLOWING A STAR

 

 

Capitolo 130

“Oltre la distanza”

 

 

POV Kevin

Stavo da schifo, appena staccavo la mente dal lavoro Evelyn mi tormentava. Chissà cosa stava facendo, come stava affrontando quella situazione? Ero innamorato perso di lei, viverle lontano era un incubo, sapere che non l’avrei mai più rivista era ancor peggio. Decisi di partire per New York quel venerdì sera, dopo il turno alla clinica veterinaria. Avevo bisogno di staccare, trascorrere il weekend da Jonathan mi avrebbe aiutato. Avevo già avvertito John del mio arrivo. Il volo fu noioso e affollato da mille pensieri. Avevo portato con me lo stretto indispensabile, sistemando tutto nel bagaglio a mano, per cui uscii dall’aereo e mi diressi alle porte che mi separavano dal mio migliore amico di sempre. Le varcai e lui mi fece ciao con la mano. Ricambiai il saluto e lo avvicinai, ci abbracciammo e mi sentii felice di rivederlo. “Come stai Kevin? Tutto bene il volo?” “Sì bene, avremo modo di parlarci, ma sono felice di essere qui” risposi “Anch’io, mi sei mancato, lo sai” affermò. Prendemmo la metropolitana e raggiungemmo la casa in cui abitava in affitto Jonathan. Era un piccolo appartamento al quarto piano di un palazzo situato nel cuore di Manhattan. Era composto da un soggiorno, una camera matrimoniale ed un bagno, piccolo ma confortevole. Dalle finestre dell’appartamento si vedevano le strade newyorkesi sempre affollate. Dopo la cena ci sedemmo sul divano con la tv accesa, sebbene a nessuno dei due interessasse ciò che veniva trasmesso. Volevamo parlare, soprattutto ero io ad aver bisogno di sfogarmi un po’, di sentire cosa ne pensasse, che consigli poteva darmi. “Sto di merda John, non riesco a non pensare a lei. Continuo a pensare che la amo, che non voglio vivere senza Evelyn” “Ti capisco, sai che se vuoi sfogarti sono qua, abitiamo lontani ma puoi chiamarmi sempre, amico” “Che dovrei fare secondo te?” domandai “Quello che ti suggerisce il cuore. La ami? Vai da lei, diglielo, fai qualsiasi pazzia per averla” “Non è tanto semplice Johnny. Abito a Port Angeles, ho un lavoro importante, per il quale ho studiato con fatica…e lei è in Irlanda, ha la sua vita che non può di certo mollare…” “E allora sii tu a mollare la tua vita per lei. Se Evelyn è così importante, allora mettila seriamente al primo posto” mi spronò. Sospirai e restai un minuto a rifletterci. “Dovrei andarmene? Tornare in Irlanda?” domandai “Vuoi la mia opinione sincera Kevin?” “Ovvio che sì” risposi “La verità è che quando desideri una persona, quando la vuoi per te realmente, devi mettere da parte tutto il resto del mondo. Mai arrendersi per andare a prenderla e farla tua. Non esistono le paure, non esistono le scuse, non esistono i chilometri, il voler essere liberi per un po’, i problemi, le difficoltà…non esiste niente…perché se veramente si desidera qualcosa, non si ha neanche il tempo di pensarle tutte queste scuse. L’unica cosa che viene da pensare è: voglio lei” affermò. Sapevo che aveva ragione, Jonathan era sempre stato un ragazzo maturo e sincero, era per questo che lo consideravo fin da piccolo il mio migliore amico, perché sapevo che potevo fidarmi, che poteva darmi i consigli migliori, che mi voleva bene ed io ne volevo a lui.

Annuii per esprimere il fatto che concordavo pienamente con le sue parole. “Se tu mi chiedi cosa farei al posto tuo, Kevin, io ti dico che non lascerei l’America per una ragazza qualsiasi. Ma se quella ragazza fosse tua sorella Nicole, allora lo farei senza dubbio. Evelyn cos’è per te? È una qualunque o è paragonabile a ciò che per me rappresenta Nicole?” mi chiese “Evelyn per me è la ragazza più importante del pianeta intero” ammisi “Allora vai, non pensarci due volte” affermò “Grazie John” risposi. Ci scambiammo un abbraccio fraterno e una pacca sulla spalla. Restammo a parlare per tutta la notte, passando da argomenti seri ad altri stupidi. Erano già le 4 del mattino “Dormiamo un po’ dai! Domani voglio portarti in giro per New York e poi ti toccherà sorbirti i miei racconti su Nikki” disse lui facendomi ridere “Ok, buonanotte” “Buonanotte” rispose lasciandomi solo in soggiorno, dove mi aveva preparato il divano-letto. Mi sdraiai e chiusi gli occhi, le ore di fuso orario mi avevano procurato un fastidioso martellio in testa, dunque non impiegai molto per addormentarmi.

Ci svegliammo il giorno dopo alle 13. Facemmo colazione ridendo per le nostre reciproche facce da rincoglioniti “Quando eravamo ragazzini fare le 4 del mattino era più semplice!” esclamai “Sì infatti, il giorno dopo non mi sentivo uno zombie come adesso” rispose “Ho una testa pesante che nemmeno immagini” affermai “Lo immagino bene invece, perché ce l’ho pure io!” esclamò. “Cazzo abbiamo 27 anni io e 29 tu e siamo ridotti peggio di due ottantenni” dissi mettendomi a ridere. “Vai, usciamo, devo portarti in giro per New York, mettiamoci un bel paio di occhiali da sole almeno non sembriamo due morti viventi!” esclamò.

 

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Girovagammo per le strade affollate della Grande Mela, fermandoci nei luoghi più suggestivi: Times Square, l’Empire State Building, Central Park, il World Trade Center o quel che ne restava dopo lo storico attentato dell’11 settembre 2001. Ci raccontammo a vicenda come procedesse il lavoro, ci aggiornammo sulle ultime notizie che avevamo ricevuto da La Push e poi restammo a cena fuori in quella calda notte di luglio. “Avanti spara! Che vuoi dirmi su mia sorella?” gli chiesi, poiché lui non l’aveva ancora menzionata. “Con Nicole va tutto bene, lontananza esclusa. Cerchiamo di vederci sempre quando possibile, ma non è mai abbastanza” affermò “Nikki dice che gli manchi” “Anche lei mi manca, ma a dicembre il contratto come ricercatore dell’università di New York finirà e quindi la raggiungerò a Seattle. Abbiamo progettato di vivere lì insieme, visto che lei lavora per la tv locale. Cercherò qualche lavoro laggiù” spiegò. “Sono davvero molto contento per voi John” “Grazie, sai…vorrei…provare a convivere con lei e magari tra non molto chiederle di sposarmi” affermò. “Ohhhhhhhh ci sono progetti seri in arrivo!” dissi ridendo “Sì serissimi e tu non aprirai bocca con Nicole su ciò che ti ho appena detto, intesi?” mi minacciò “Intesi, tranquillo” risposi. La nostra cena era ormai finita, mi voltai verso sinistra quando notai alcune ragazze poco distanti. Concentrai lo sguardo su una di loro, mi aveva colpito perché indossava la stessa camicetta color albicocca che avevo visto pochi giorni prima a Evelyn. Rimasi assorto a guardarla fino a quando John mi risvegliò dai miei pensieri “Che c’è?” mi domandò “Nulla, tutto bene” “Davvero? Sei sicuro che è tutto ok?” insistè.

 

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“Sì, tranquillo” conclusi. Ci alzammo dal tavolo, pagammo la cena e facemmo quattro passi. L’estate a New York era piena di eventi, ovunque andassimo vedevamo locali con gazebi all’aperto in cui i clienti ascoltavano musica, ballavano, assistevano a spettacoli dal vivo. Wow, doveva essere grandioso vivere là.

Tornammo verso casa sua e nel viaggio in metropolitana rimasi sorpreso nel vedere Holly che mi stava chiamando al cellulare via WhatsApp. Risposi e ascoltai cosa avesse da dirmi. Quando chiusi la chiamata spiegai a Jonathan l’accaduto “Holly è la migliore amica di Evelyn. Si sposa il 9 agosto e mi ha appena…invitato al matrimonio. Dice che devo assolutamente andare perché vorrebbe che io e Evelyn ci chiarissimo” “Mi sembra un’ottima idea” disse John. “Holly mi ha spiegato che comunque non dirà nulla a Evy, sarà una sorpresa. Visto che lei sarà la sua damigella d’onore, dovrà fare due balli la sera del ricevimento di nozze. Holly pensa che io potrei assistere al matrimonio senza farmi vedere e poi ballare con Evelyn” affermai “Tu che hai risposto? Ci andrai vero?” domandò “John io non lo so…” “A che è servito il discorso che abbiamo fatto ieri sera? Tu ci andrai, smettila di pensarci. Ci vai punto e basta, altrimenti ti ci porto io con la forza” mi spronò “Sì…basta scuse…ci andrò” conclusi. Tornati a casa bevemmo qualche shot alcolico, facendo qualche stupido gioco-sfida come quando eravamo più ragazzini. Chi perdeva doveva bere, con il risultato che ci ritrovammo a mezzanotte alquanto alticci, mezzi sdraiati sul divano a ridere come pazzi per delle assurde stronzate senza senso.

 

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Ci decidemmo ad andare a dormire alla fine. La domenica restammo insieme ancora per due ore e poi Jonathan mi accompagnò fino all’aeroporto. “Buon viaggio e ripigliati perché stai di merda” affermò lui per ridere “Grazie troppo gentile, deficiente” risposi “Dai seriamente Kevin, mi ha fatto piacere averti qui” “Grazie John, avevo bisogno di staccare e i tuoi consigli sono stati utili come sempre” “Chiamami se hai bisogno! Ci vediamo ok?” “Ok” conclusi. Un ultimo abbraccio e una stretta di mano sincera e leale. Mi diressi al gate per imbarcarmi e mi girai ancora una volta a salutarlo con la mano. Quella vacanza mi era servita a capire molte cose, mi aveva aiutato a trovare la strada giusta. Ero felice di avere un amico come Jonathan, ero felice che ci fosse lui al fianco della mia adorata sorella gemella. Jonathan era un ragazzo speciale e mi dava sicurezza sapere che anche se eravamo lontani, lui ed io, eravamo rimasti uniti.

 

NOTE:

Ciao, Kevin decide di far visita all'amico Jonathan per trovare conforto e qualche consiglio. Era da un bel po' che non vedevamo John ^__^ e ho pensato che questo fosse il punto perfetto della storia per reintrodurlo, visto lo stato emotivo di Kevin. Jonathan sa dargli i giusti suggerimenti, spronandolo a seguire il suo istinto più che la sua razionalità, la chiamata di Holly, poi, riesce a dargli quella spinta in più che forse gli mancava per scegliere cosa fare della sua vita una volta per tutte...riuscirà questa coppia a trovare la sua strada? Sarà la volta buona o altre peripezie li sta attendendo? Alla prossima,

Vanessie

   
 
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