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Autore: Meramadia94    29/09/2018    3 recensioni
Dean Winchester è un brillante medico, che lavora nell'ospedale gestito dal padre. Malgrado non avesse pensato da sempre di fare il medico è bravo nel suo lavoro, ha un fratello minore che è tutta la sua vita, gode della stima di suo padre e dell'amore di Castiel Novak. Ma la confessione al padre della sua omosessualità e la sua reazione mettono a rischio le sue certezze, che rischiano di non lasciargli scampo quando rimane vittima di un incidente.
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Famiglia Winchester, John Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni, Contesto generale/vago
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La mattina dopo, Dean era in piedi. Fece una rapida doccia nel bagno della sua camera d'ospedale, si asciugò ed indossò una camicia azzurra ed un paio di Jeans per poi mettere in una borsa quelle poche cose da lavare che aveva accumulato durante il suo ricovero in ospedale. 
Mentre aspettava il fratello si mise a pensare a quante cose erano cambiate in quell'ultimo lasso di tempo da lui vissuto... si sentiva come se avesse perso tutto quello che aveva e a cui teneva di più: la stima di suo padre, l'amore del suo fidanzato...
Gli rimaneva poco della sua vecchia vita.
Il suo lavoro... e l'affetto di suo fratello. 
Non aveva perso tutto, doveva ammetterlo... solo che si sentiva felice ed appagato della sua esistenza nel sapere che ad aspettarlo a casa c'era qualcuno con cui condividere le gioie e i dolori, sfogarsi dopo una giornata particolarmente dura o raccontare qualcosa che lo aveva reso se non felice, molto contento... che lo accoglieva con un bacio e lo salutava con un bacio...
E nemmeno sapere che il padre lo stimava sia come collega che come figlio lo schifava, anche se non tutte le scelte che aveva preso sul suo conto gli erano state gradite... ma ora era tutto finito. 
Non aveva perso tutto, ma gli era rimasto poco. Il suo lavoro, tutti i suoi pazienti, l'affetto di suo fratello e di tutti i suoi amici... 
- Me lo terrò stretto quello che mi rimane. Non permetterò a nessuno di portarmelo via.- promise ingoiando le lacrime che cercavano di uscire. 
Sam sarebbe venuto a prenderlo tra poco, non voleva dargli l'impressione di essere triste , tanto più che avevano deciso che avrebbe passato la convalescenza da lui. 
- Ehy...- fece Sam entrando nella sua stanza - pronto?- 
Dean annuì. Prima di uscire passarono nello studio di Benny per firmare i documenti di assunzione di responsabilità e per le dimissioni. 
- Allora, mi raccomando Dean.- si raccomandò - Riguardati... e se senti più freddo di quanto sia normale o ci fosse qualunque cosa che non va...-
Dean sbuffò - Benny, stai tranquillo.
Sono un medico anch'io ricordi?- 
- Si... ma so anche che non esiste paziente peggiore di un medico.-  rimarcò Benny - perciò mi raccomando.-
- Sta pure tranquillo.- fece Sam - Mi occuperò io di lui.- fece il più piccolo di casa Winchester stringendo la mano al collega del fratello per ringraziarlo di tutto quello che avevano fatto per lui durante il periodo trascorso in ospedale, per il conforto che aveva dato a lui e a tutti coloro che erano corsi al capezzale di Dean mentre rischiava di morire. 
Quando però vide che il loro padre si stava avvicinando per salutarli, Sam costrinse quasi il fratello a prendere un'altra strada per uscire. 
Non lo voleva attorno a Dean. 
Gli aveva già fatto troppo male. Quella situazione gli faceva male. Avrebbe voluto davvero che tra loro le cose funzionassero.... che si ritrovassero tutti assieme per il pranzo domenicale, magari con le rispettive fiamme, di vedere negli occhi del padre l'orgoglio di avere due figli che si stavano realizzando e la felicità di vederli felici... ma purtroppo non era stato così. 
Lui era stato praticamente cacciato di casa per il semplice fatto di aver scelto un cammino diverso da quello che il padre gli aveva suggerito/ ordinato.
Dean aveva fatto di tutto per essere il figlio perfetto che John voleva, ed era stato pugnalato dal padre per il semplice fatto di essersi innamorato di un uomo, nemmeno avesse ucciso qualcuno o avesse smerciato farmaci in ospedale approfittando del suo cognome...
Quello che John aveva fatto era imperdonabile. Su quello che aveva fatto a lui, con un po' di buona volontà, avrebbe potuto passarci sopra, perchè sarebbe stato il tempo a dimostrare che aveva preso la giusta decisione. 
Ma se Dean fosse morto a causa di quelle parole che il padre gli aveva rivolto.... non ci sarebbe stato mai tempo nè modo per rimediare. 
Ormai si poteva dire che della famiglia Winchester fossero rimasti solo loro due. Sì, il padre era ancora vivo...  ma le famiglie erano fatte per appoggiarsi e sostenersi a vicenda. Non per distruggersi l'uno con l'altro. 
- A proposito...- fece Sam guidandolo nel parcheggio dell'ospedale - ti ho portato qualcuno che sarebbe molto felice di ricongiungersi con te.- 
Gli occhi di Dean si illuminarono e per un attimo sperò di vedere Castiel ad attenderlo, magari con quegli occhioni azzurri che supplicavano '' Ti prego torniamo insieme''... speranza vana.
Ma non per questo rimase deluso, anzi.
La sua Baby.
Così aveva soprannominato l'Impala Chevrolet del '67 che il padre gli aveva regalato per la laurea. La macchina che lo aveva portato spesso in giro da piccolo, e che gli aveva fatto nascere l'amore per le auto d'epoca.
Adorava quella macchina.
Si poteva dire che era l'unica '' Donna'' con cui aveva mai tradito una delle sue fidanzate del passato o Castiel.... ma solo quest'ultimo aveva avuto modo di entrare in quella macchina per farci qualcosa di diverso oltre dal farsi dare un passaggio o tenergli compagnia per un tragitto insolitamente lungo.
- Ehy tesoro, ti sono mancato?- fece Dean con gli occhi che brillavano - A me sì moltissimo.-  aggiunse mettendosi al posto di guida.
Sam sorrise raggiungendolo sul sedile del passeggero dopo aver messo la borsa del fratello nel bagagliaio. 
Era bello vederlo sorridere. 
Gli era mancato quel sorriso. 
...
...
...
L'appartamento di Sam e Jessica era poco distante dalla facoltà di Legge.  Era molto semplice, ma accogliente e confortevole: dall'ingresso si accedeva direttamente alla zona giorno. Un piccolo salotto dove c'era un acquario con almeno dodici pesci rossi, un divano blu di fronte al quale c'era un tavolino da caffè in vetro, un televisore e vari oggetti d'appartamento, tra i quali un cactus di plastica ed una lampada da appartamento. 
Una specie di divisorio lo separava dalla cucina che fungeva anche da sala da pranzo.
Per finire c'erano le camere da letto, separate dal bagno.
- La roba da lavare lasciala pure all'ingresso.- fece Sam - tanto oggi è il giorno in cui dobbiamo scendere in lavanderia.- 
Dean annuì.
- Jessica?- fece Dean entrando in casa guardandosi attorno - E' a lezione?- 
- No. E' andata a fare un po' di spesa...- fece Sam - Voleva prepararti un pranzetto speciale per darti il benvenuto.- 
- Sam.- sospirò Dean - Non dovete disturbarvi così tanto per me...- 
- Non è affatto un disturbo credimi.- fece Sam sistemando la giacca sull'appendiabiti - Anzi. 
Dai vieni.... ti faccio vedere la tua stanza.- nel dir così lo guidò fino alla camera che lui e Jessica avevano sistemato per lui. Era situata tra la stanza dove lui e Jessica dormivano ed il bagno. 
- Spero che ci sia tutto...- 
- Tutto no.- fece Dean tirando fuori una foto dal portafoglio per metterla sul comodino di fianco al letto. Raffigurava lui quando aveva poco più di tre anni, con i capelli tagliati a scodella, mentre sua madre lo abbracciava - Adesso è perfetta.- 
Sam sospirò. Anche sotto quel punto di vista, la sorte lo aveva graziato. 
Nella sfortuna di perdere la madre, aveva avuto la '' fortuna'' di essere ancora troppo piccolo per ricordarla. Non aveva memorie di momenti felici che nella perdita di Mary lo torturavano e risuonavano dolorosi.... al massimo un po' di nostalgia, un po' di rammarico... Dean invece era già grandicello quando la loro madre era morta... e ricordava di quando per metterlo a letto gli cantava '' Hey Jude'' e gli diceva '' Va tutto bene piccolo. Non aver paura. C'è un angelo che veglia su di te'', di quando gli medicava le ginocchia sbucciate, di quando gli preparava dei sandwich ( rigorosamente senza bordi) ed un bicchiere di latte... di quando non perdeva occasione per regalargli un peluche nella convinzione che quei buffi animaletti potessero essergli di compagnia quando lei e John non c'erano.... o di quando per i suoi compleanni gli preparava sempre una torta al cioccolato e panna. 
Ricordi che però erano diventati tali troppo presto. 
- Manca tanto anche a me.- fece Sam - Ci pensi mai a come sarebbe stata la nostra vita se la mamma fosse ancora viva?-
- Di sicuro sarebbe stata più semplice.- fece Dean. Forse lui si sarebbe comportato prima da bambino, poi da adolescente... poi sarebbe diventato un giovane uomo. 
Non si sarebbe dovuto preoccupare mano a mano che cresceva di controllare che Sam fosse ben nutrito, che andasse a scuola con i vestiti puliti e in ordine, di fargli il bagno prima di metterlo a letto, di controllargli i compiti... di andare a parlare con i suoi professori perchè il padre non aveva mai un minuto per sapere come andavano a scuola i figli... 
Si sarebbe goduto la sua vita. E magari non si sarebbe sentito in perenne dovere di risarcire in qualche modo il padre... 
- Però... saremmo stati due fratelli figli unici.- fece Dean - Appena tu avresti raggiunto l'età per giocare con me, io avrei avuto l'età per fare l'alba in discoteca, con gli amici, qualche ragazza.... e non avremmo potuto dire di avere qualche bel ricordo di noi da bambini.-
Per quel che ne sapeva, avrebbero potuto crescere davvero come due figli che seppur fratelli e sotto lo stesso tetto, avrebbero avuto entrambi una vita che di rado si sarebbe incastrata con quella dell'altro, forse solo per i compleanni e altre feste comandate... e magari nemmeno sarebbero andati troppo d'accordo.
Ma non era stato così: la loro madre era morta quando erano molto piccoli, il padre quasi per reagire alla perdita si era allontanato persino dai suoi figli che gliela ricordavano dolorosamente, e Dean si poteva dire che si era cresciuto Sammy da solo, come se fosse stato un ragazzo padre. 
E i ricordi che avevano era il tesoro più prezioso. 
- Lo sai....- fece Sam avvicinandosi con cautela al fratello - qual'è il mio ricordo preferito di quando eravamo bambini?- 
- No... quale?- 
Una cuscinata fu la riposta, accompagnata da un sorriso. 
- Di quando facevamo a cuscinate.- fece Sam. 
- Ah, e così vuoi la guerra?- fece Dean afferrando a sua volta un cuscino iniziando a prendere il fratello a cuscinate.
Andarono avanti così per dieci minuti buoni, fino a quando Dean non spinse il fratello minore sul letto iniziando a fargli il solletico ai fianchi.
- Oddio no...ahahahahahahahahahaha....- fece Sam con il viso rosso e le lacrime agli occhi per le risate - Bastahahahahahahaha.... mi arrendo....-
- Perchè dovrei smettere? Mi diverto un mondo!- fece Dean continuando il suo '' lavoro''. 
- Ok, facciamo che mi arrendoahahahahahahahaha!- 
- Eh no, hai cominciato tu caro mio!- 
Erano talmente presi a rivivere il momento della loro infanzia che più preferivano, che non si erano nemmeno resi conto che Jessica era tornata, e che attenta a non farsi vedere li guardava con un sorriso radioso. 
Era proprio vero.
I maschi non crescevano. Diventavano solo più alti. Almeno nella sua esperienza... ma era così bello vedere Sam così allegro dopo tanto dolore, dopo tanta incertezza... che le andava bene così. 
  
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