Serie TV > The Vampire Diaries
Segui la storia  |       
Autore: Pan84    01/10/2018    0 recensioni
Un sogno per quanto brutto non fa più paura alla luce del sole. Ma quando i personaggi dei tuoi incubi varcano il confine della dimensione onirica, allora nulla è più come sembra.
La vita di Elena non sarà più la stessa, stretta in una realtà confinata tra sogno e veglia, tra la rassicurante presenza di Damon e l'inqiuetante insistenza di Klaus. Tenetevi pronti per un viaggio attraverso i vostri peggiori incubi.
Genere: Mistero, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Klaus | Coppie: Damon/Elena
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 – Se il diavolo non me l’avesse ispirato, non l’avrei mai commesso! – disse l’uomo.
Ma il diavolo rispose  – Se non ci fosse nessun uomo che mettesse in corso le mie fantasticherie, non sarei diavolo, ma sempre l’angelo di una volta.

(Christian Friedrich Hebbel)
 
 
Inizio di nuovo ad aver paura di dormire.
Da piccola odiavo dormire. Ogni volta che scendeva la sera, nel momento in cui il sole scompariva all'orizzonte, calava su di me un'angoscia pesante che mi opprimeva.
Guardavo sempre con sospetto le ombre che si allungavano per strada, quasi stessero lì lì per saltar fuori e venirmi a prendere.
Era una paura irrazionale, quasi automatica che mi prendeva ogni giorno.
Quando mi ficcavo sotto le coperte restavo ad occhi sbarrati ad ascoltare il buio per tentare di captare i suoi bisbigli.
Mi auguravo di non addormentarmi mai.
Ma ogni notte com'è naturale la stanchezza vinceva la mia volontà.
Quando abbassavo la guardia, le ombre che fino a poco prima erano accucciate agli angoli della mia camera, mi circondavano e mi portavano via nel loro oscuro mondo.
Crescendo mi sono abituata e ho in parte rimosso questa fobia.
Ma da qualche tempo sento nuovamente la vecchia angoscia tornare.
Gli incubi affollano i miei sogni. Una parte di me vorrebbe saperne di più, ma l'altra ne è terrorizzata.
Non appena mi addormento mi ritrovo nell'altra realtà e ogni nuovo giorno inizia con nuove paure e vecchie verità.
“Un sonno senza sogni...” sarebbe impossibile credo, ma ne avrei davvero bisogno.
 
Ormai buio, la pioggia batte sui vetri delle finestre.
Sono stata dimessa nel pomeriggio.
Matt è ricoverato, ancora vivo, ma in coma.
In lontananza le luci della città si intravedono appena.
Spalanco la finestra del balcone in camera poi fisso il letto, quello  che condivido con Matt, che non riconosco più come mio.
Stremata mi ci butto sopra cercando un po’ di pace.
Non voglio restare in questa casa, non voglio che lui mi trovi qui al suo ritorno. Si merita buio, silenzio e desolazione.
I ricordi dell’incidente sono ancora confusi, non ho alcuna intenzione di sforzarmi a rievocare quelle immagini.
Prego di aver dimenticato tutto, per sempre.
Stanotte sono sola. Fino a quando ero in ospedale Klaus è sempre stato al mio fianco.
“Vorrei fosse qui anche adesso.”
Bussano alla porta. Mi metto a sedere sul letto, mi alzo e corro a rispondere con la speranza che sia davvero lui.
Ed invece un’ondata di delusione mi travolge quando dall’altro lato compare Rebekah.
 
«Buonasera» Mi saluta sorridendo.
Trasalisco, lei non sorride mai.
«Non mi fai entrare?»
Senza dire nulla le faccio strada e chiudo la porta.
Si sfila il soprabito rivelando sotto l’impermeabile un tubino blu a maniche lunghe.
«Come stai?» mi chiede sedendosi sul divano.
«Meglio» dico a mezza voce.
«Come mai sei qui?» le chiedo.
«Tayler mi ha dato il tuo indirizzo. Volevo vedere come stavi»
Sembra sincera, genuinamente preoccupata per me.
«Posso chiederti qualcosa di caldo? Sono intirizzita dal freddo»
«Tè o camomilla?»
«Tè, grazie.»
Mi dirigo nel cucinotto a vista. Prendo dalla credenza due tazze e le metto su un vassoio. Accendo il bollitore dell’acqua.
Non riesco a sentirmi a mio agio con lei in casa.
«Mi dispiace non essere potuta passare in ospedale a trovarti, ma Klaus mi ha tenuta aggiornata sulla tua salute»
Arrossisco al pensiero di aver dormito con Klaus per cinque notti di fila.
«Non era necessario che venisse ogni sera»
«Oh, invece sì cara.»
La guardo in viso. «Non ti dà fastidio?»
«Certo che no. Mio fratello può passare le notti dove vuole e con chi vuole»
«Fratello?» la mia voce suona più alta del dovuto.
«Fratellastro per la precisione, stesso padre, madri diverse»
Nella mia mente soltanto adesso si spiega quella insana familiarità che avevo letto tra loro.
Verso il tè nelle tazze e lo porto in sala.
Mi siedo di fronte a lei, mi sento così inadeguata in tuta e senza trucco rispetto alla sua perfezione di bambola.
«Mi dispiace per quello che è successo. Come sta il tuo fidanzato?» beve un sorso di tè, poi poggia la tazza sulle gambe reggendola con entrambe le mani.
«Non è più il mio fidanzato»
«Avete litigato?»
«La sera prima dell’incidente. Lui mi ha tradito con la mia migliore amica»
«Capisco» annuisce come se sapesse di cosa stia parlando. Come se ci fosse passata anche lei.
«Non voglio restare qui. Chiederò a Tyler di stare per un po’ da lui»
«In realtà sono qui per farti una proposta.»
Lascio che continui.
«Io sono in partenza per Londra, mio fratello vuole restare ancora a Roma a dipingere. Potresti stare all’appartamento con lui. Gli farebbe bene avere un po’ di compagnia, come gioverebbe a te. Saresti al sicuro e faresti sogni tranquilli»
«Io...» non so come faccia a sapere la serenità che solo Klaus sembra riuscirmi a dare.
«Non ti stupire Elena. Lui aveva lo stesso effetto su di me da bambina. Quando non riuscivo a prendere sonno, scivolavo piano nel suo letto, mi abbracciava e mi teneva stretta stretta fino a quando cadevo addormentata.»
«Lo stesso è capitato a me. È come se lui abbia qualcosa... non so come spiegarti, qualcosa...»
«Qualcosa di magico» finisce lei la frase al mio posto.
Mi sorride e le rispondo con lo stesso sorriso.
«Domani una macchina ti verrà a prendere. Sistema le tue cose e fammi una telefonata quando sei pronta. Mio fratello sarà entusiasta di averti come ospite»
 
Quando Rebekah va via, mi sento in parte sollevata al pensiero di non dover restare più in questa casa, ma anche preoccupata di dormire da sola.
Stasera non c’è nessuno a vegliare sui miei sogni, solo il silenzio della pioggia.
 
 
 
Un leggero bussare alla porta mi sveglia. É notte fonda, solo una persona può farmi visita a quest’ora.
Scendo dal letto a piedi scalzi, apro piano la porta e il viso sorridente di Damon mi è addosso.
«Ti ho portato qualcosa»
«Non poteva aspettare domani?» sbadiglio portandomi una mano davanti la bocca.
«Assolutamente no»
«Per il tuo sedicesimo compleanno. Auguri!» dice porgendomi un sacchetto di stoffa legato con un nastro.
«Mancano ancora due settimane al mio compleanno»
«Lo so. Ma non potevo più aspettare»
Mi siedo a terra sul tappeto, lui resta in piedi con sguardo divertito.
Apro il sacchetto lasciando scivolare piano il nastro. All’interno un pentacolo fatto di rami intrecciati. Non mi serve chiedere dove abbia preso il legno, dall’odore so che appartiene al nostro ciliegio.
«Damon, è bellissmo»
«Penso sia perfetto per il tuo altare» si siede accanto a me.
«Grazie» mi getto su di lui abbracciandolo forte.
«Vieni con me, vediamo come sistemarlo»
Apro l’anta dell’armadietto in cui ho disposto gli oggetti per il mio altare personale.
Avrei voluto farlo sul comodino vicino a letto, ma non posso. Devo tenerlo a sicuro, lontano da sguardi indiscreti.
Lontano da mio padre.
 Un oggetto per ogni elemento, per ogni punto cardinale.
A Est per il vento; una candida piuma di colomba, a Sud per il fuoco; una candela profumata, a Ovest per l’acqua; un’ampolla di vetro contenente acqua di mare e a Nord per la terra; una conchiglia colma di sale.
Posiziono il pentacolo di Damon giusto al centro.
«Ora è perfetto» sorrido richiudendo a chiave le porte del mobiletto.
«Come vorrei non dovermi nascondere...» dico a mezza voce.
«Arriverà il momento giusto» mi consola Damon.
«Come vorrei vivere con tua madre, lei crede nella Dea, ti appoggia e ti ha permesso fino ad oggi di praticare la magia senza ostacoli»
«Anche tuo padre capirà Eileen, dagli del tempo»
«Lo spero...»
 
 Il mattino dopo mi sveglio presto, come ogni sabato, Rose mi aspetta per la nostra cavalcata lungo il fiume.
Lei è la mia amica ufficiale, quella che papà approva. L’unica che mi permette di frequentare.
Con Damon da qualche anno abbiamo iniziato i nostri incontri clandestini. Lui non è come me. Quelle le parole Mikael, mio padre, per rimarcare la differenza sociale tra noi. Damon figlio di Esther, la donna che ha fama di essere strega, ma che cura tutto il villaggio con le sue erbe, non è abbastanza per me.
Non ho mai fatto quello che dice mio padre, solo Rose  fa eccezione. Siamo amiche da sempre e nel suo essere dolcemente normale compensa la mia irruente stranezza.
È quasi ora, ma non mi affretto.
Prima di uscire apro il mobiletto e accendo due candele in onore della Dea. Nessun giorno può cominciare senza la preghiera di ringraziamento del mattino.
 
Benedici i miei piedi che cammineranno lungo il Tuo sentiero
Benedici le mie ginocchia che si piegheranno al sacro altare
Benedici il mio cuore che batte di compassione
Benedici le mie labbra affinchè possano dire la verità
Benedici i miei occhi perchè possano vedere i tuoi miracoli
Possa il tuo amore guidarmi oggi durante il cammino
Così sia.
 
Riapro gli occhi e mi avvicino all’altare per spegnere le candele. Non ci soffio sopra. Mai spegnere una candela in quel modo. Mi inumidisco i polpastrelli con un po’ di saliva e tocco lo stoppino per spegnere la fiamma.
In quel momento una cascata di riccioli rossi fa ingresso nella mia camera. Le guance di Rose sono rosse, il respiro un po’ affannoso. Avrà sicuramente corso lungo tutto il corridoio prima di arrivare da me.
«I cavalli sono già pronti. Sbrigati!» mi rimprovera non appena incorcia il mio sguardo.
Richiudo le porticine dell’altare immediatamente, ma non abbastanza velocemente. Rose ha visto quello che nascondo.
Di lì a pochi giorni lo dirà a mio padre e così con quel tradimento firmerà la sua condanna a morte.
 
 
 
Mi sveglio madida di sudore, spaventata e ancora sola.
In preda ad una terrorizzata frenesia mi butto giù dal letto mando un messaggio a Rebekah per chiederle di venirmi a prendere il prima possibile e inizio a infilare alla rinfusa in valigia quello che potrebbe servirmi una volta che avrò lasciato questa casa.
Rose... io me la ricordo...
Mi ha tradito e non l’ho mai perdonata.
Ho paura. Non ho memoria di lei in questa vita e nemmeno nella mia infanzia. Ma non so perchè è lì adesso in un angolo della mente e mi fissa con sguardo atterrito.
Vado alla ricerca del mio maglione preferito nel fondo dell’armadio. Quando lo tiro fuori la scatola di legno che custodisce i miei tesori di bambina cade a terra. Nella caduta si apre spargendo sul tappeto perline, conchiglie, braccialetti e piccoli ninnoli che qualche anno fa rappresentavano per me tutto.
Mi inginocchio per raccoglierli sistemandoli con cura all’interno del cofanetto. Impigliato tra le maglie di una collana di pasta un ciondolo a forma di stella.
Con cautela lo libero e subito dopo averlo davanti agli occhi lo lascio andare come se bruciasse.
Tra le mie mani c’era il pentacolo di legno fatto da Damon.
Il suo regalo per il mio sedicesimo compleanno.  
 
 
Nell'aria si avverte il profumo di pioggia, aria umida carica di elettricità; presagio di tempesta.
 Nuvole nere vengono sospinte dal vento forte, in pochi minuti ricoprono il cielo poco prima sereno, con una coltre scura e irreale.
La macchina corre sull'asfalto.
Klaus è alla guida, la mano destra appoggiata sul cambio e la sinistra sullo sterzo, lo sguardo fisso sulla strada.
Io seduta al suo fianco mi lascio sprofondare sul sedile. Seguo con gli occhi il profilo del suo viso.
«Forse riusciremo ad arrivare in città prima che venga a piovere.» mi dice senza distogliere lo sguardo dalla strada.
Annuisco e avverto una familiare calma nel tono della sua voce.
È venuto a prendermi, da questa sera sarò ospite nel suo appartamento. Siamo diretti alla galleria. Ho bisogno di tornare a lavoro e riprendere contatto con la realtà.
Il ciondolo a stella l’ho messo al collo sotto la maglia che indosso. Non ho voluto lasciarlo a casa. Non mi sembrava giusto.
Attraverso il finestrino scruto il cielo con apprensione e chiudo gli occhi.
La strada corre davanti a noi.  Siamo nel pieno della tempesta.
Dormo tranquilla seduta al fianco di Klaus, senza rendermi conto della pioggia battente che colpisce con forza i vetri dell’auto.
La fronte appoggiata alla cintura di sicurezza e il braccio sinistro che ricade morbido sul mio grembo.
Klaus mi osserva dormire.
Sfiora con le sue dita la cicatrice sul mio polso sinistro, sussurandomi: «questa volta ti tengo con me»
Le sue dita serrano il mio polso. Sul suo braccio una cicatrice identica alla mia.
 
Mi sveglio sentendomi toccare la spalla.
« Siamo arrivati.» mi sorride.
Guardo fuori dal finestrino e riconosco l’ingresso della galleria.
“Un altro brutto sogno.”
I tergicristalli si ricorrono sul parabrezza. La pioggia scende con cattiveria su di noi.
Tento di aprire lo sportello ma non ci riesco.
«Lascia che ti aiuti» mi dice.
Si sporge verso di me, allunga il braccio per togliere la sicura e aprire lo sportello.
Avverto il suo profumo su di me e osservo le sue mani e il suo polso.
Completamente immacolato, nessuna cicatrice.
 
Per un attimo ci fissiamo senza dire nulla.
«Grazie per il passaggio.» balbetto. Afferro la mia borsa e scendo dalla macchina.
«Di niente. Ci vediamo stasera a casa» dice un con sorriso incantevole.  Riavvia la macchina e sparisce dalla mia vista.
Attraverso la strada di corsa ed entro.
Tayler mi accoglie con una tazza calda di caffè e una smorfia pettegola sul viso.
«Era Klaus? Quello che ti ha appena accompagnato?»
Sorrido, contenta di aver ripreso contatto con la mia quotidianità.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Vampire Diaries / Vai alla pagina dell'autore: Pan84