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Autore: Chiaroscura69    06/10/2018    1 recensioni
''Non ti riconosco più''disse Alessandro guardandomi con intensità negli occhi.
Anche se sotto il suo sguardo mi sentivo morire ormai avevo costruito una corazza così forte che sarebbe stato difficile infrangerla.
Sorrisi con garbo e con un movimento che ormai mi veniva naturale alzai gli occhi al cielo con noncuranza.
''Perchè mi hai mai conosciuta davvero?''risposi ridacchiando con sdegno.
''Un giorno mi dicesti che il mio difetto più grande è quello di non saper dire la verità a nessuno, nemmeno a me stesso. Io ho lavorato su questo e ora non è più così. Tu invece quanto hai cercato di migliorare il tuo lato più rancoroso, quello che non sa dimenticare il passato?''
Una risposta troppo matura per lui, pensai. Tuttavia mi lasciò interdetta per qualche istante, perciò rimasi a fissarlo un minuto di troppo.
''Tori io ho ancora questo con me''sussurrò poi avvicinandosi e mostrandomi la mano.
Guardai il suo palmo e ci vidi il cadavere del braccialetto che mi aveva dato tanto tempo prima.
Il mio cuore ebbe un sussulto senza che riuscissi a fermarlo ma la mia razionalità si impose e sospirai mestamente.
''Cosa ci dovrei fare con quello?''sussurrai guardandolo a mia volta negli occhi.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tornai a casa scossa e emotivamente distrutta. Non sapevo da che parte cominciare ad analizzare la questione 'Alessandro è tornato'.
Una parte di me si sentiva attratta da Roberto e dentro di me volevo che fosse davvero lui l'uomo che sarebbe riusciuto a farmi star bene, perchè, in tutta onestà, ero davvero stanca di delusioni. Una parte di me più viscerale, più masochista e contorta mi ricordava che Alessandro mi faceva ancora un certo effetto.
D'accordo ma dopotutto è normale, no? Era l'unico di cui mi fossi mai innamorata, e anche se ora l'amore se ne era andato(ne ero certa), era ancora una forte fonte di stress per me. Tutto qui, era solo un elemento di disturbo che avrei imparato a smaltire e gestire con il tempo.
Non sapevo se fosse una buona idea parlarne con Vane, per il semplice fatto che ho sempre notato che quando hai pensieri che ti ammorbano  dirli ad alta voce può ottenere il semplice effetto di oggettivarli, inoltre non ero certa di volerne parlare e basta. Non volevo correre il rischio di crollare di nuovo ora che avevo trovato una mia flebile stabilità.
Tuttavia a Vane non si può nascondere nulla. Appena varcai la soglia della porta e mi guardò in faccia capì che qualcosa non andava.
''Tori? Tutto ok?''mi disse guardandomi negli occhi.
Sospirai buttandomi nel divano letto del soggiorno e mettendomi le mani fra i capelli.
''Voglio solo farmi una doccia e andare a letto''mi lamentai ad occhi chiusi.
'E' andata male nella nuova scuola?''mi chiese sedendosi al mio fianco.
''E' stata una giornata stressante sotto tutti i punti di vista''sospirai ancora.
''Quando ne vuoi parlare sono qui''mi disse capendo il mio stato d'animo.
Una delle cose per cui andavamo così d'accordo era proprio questa: sapevamo prenderci i nostri spazi.
Andai in bagno e cercai una playlist dal mio telefono che mi mettesse un po' di adrenalina, alla fine scelsi gli Halestorm.
La doccia è sempre stata il mio piccolo cantuccio, dove le gocce d'acqua scivolavano via da me come i pensieri, ma quel giorno sentivo che la mia vita era stata nuovamente stravolta senza rimedio.
Una piccola parte di me si iniziava a chiedere se non fosse davvero destino quello di rincontrarlo continuamente e mi chiedevo in quale forma lo avrei incontrato in una possibile prossima vita. I miei pensieri presero improvvisamente una piega inaspettata e mentre il getto mi massaggiava la schiena mi trovai a percepire la sensazione che qualcuno mi stesse spazzolando. Mi voltai di scatto e i miei occhi mi fecero un brutto scherzo, il viso di Alessandro ad un centimetro da me mi sorrideva languidamente.
Uscii dalla doccia di scatto rischiando di scivolare rovinosamente.
Vane bussò alla porta del bagno. ''Tutto bene lì dentro?''chiese con voce ansiosa.
''Mmh sì, perchè?''chiesi cercando di respirare normalmente.
''Sai com'è col tuo urlo hai svegliato un bambino in Africa!''
''Ah tranquilla, stavo solo scivolando ahah''cercai di tranquillizzarla.
Non mi ero accorta di aver urlato.
La doccia non mi aveva rilassato affatto come si può capire, ma l'episodio mi aveva decisamente messa in allarme. Forse i miei sentimenti non erano così sotto controllo come pensavo.
Dopo aver asciugato i miei immensi capelli mi vestii e mi piazzai a letto cercando di prender sonno. Improvvisamente il mio telefono si illuminò nell'oscurità e sopraffatta dalla curiosità controllai chi poteva scocciarmi a quell'orario assurdo.
'Son felice di averti rivista' mi aveva scritto Roberto.
Una leggera sensazione di delusione si diffuse in tutto il mio animo ma la scacciai subito e sorrisi. Almeno a qualcuno faceva piacere la mia presenza.


''Buongiorno''dissi a Vane la mattina dopo e mi accorsi con grande stupore che aveva preparato la colazione e me l'aveva portata a letto. Quello era un comportamento che la mia amica teneva solo in casi estremi.
La guardai con affetto e le sorrisi.
''A cosa devo il piacere?''chiesi incuriosita.
''Ah questo non lo so con certezza, dovresti dirmelo tu. Credo che c'entri Alessandro comunque''disse guardandosi la punta delle unghie con noncuranza.
Per poco non sputai il pezzo di croissant alla nutella che stavo masticando e la guardai con gli occhi strabuzzati.
''Non fare quella faccia Tori. Ti ricordo che parli nel sonno''sospirò Vane guardandomi bene in viso.
''Cos'ho detto?''mormorai terrorizzata.
''Mmh, vediamo...Hai detto: Alessandro lasciami andare, Alessandro non seguirmi e...ah sì, Alessandro sei proprio un bel bidello''
Dalle mie labbre uscì una risata isterica che mi fece andare definitivamente di traverso il croissant.
''Se avessi saputo che avresti reagito così non ti avrei detto nulla''fece Vane dandomi pacche sulla schiena per evitare il soffocamento.
Mi ripresi dopo qualche minuto e mi ripresi la testa fra le mani.
''Forse è il caso che tu mi dica cosa sta succedendo, eh?'' disse infine Vane mettendosi le braccia sui fianchi.
Sospirai per l'ennesima volta e decisi di vuotare il sacco.
   
 
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