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Autore: heliodor    16/10/2018    2 recensioni
Joyce è nata senza poteri in un mondo dove la stregoneria regna sovrana. Figlia di potenti stregoni, è cresciuta al riparo dai pericoli del mondo esterno, sognando l'avventura della sua vita tra principi valorosi e duelli magici.
Quando scoppia la guerra contro l'arcistregone Malag, Joyce prende una decisione: imparerà la magia proibita per seguire il suo destino, anche se questo potrebbe costarle la vita...
Tra guerre, tradimenti, amori cortesi e duelli magici Joyce forgerà il suo destino e quello di un intero mondo.
Fate un bel respiro, rilassatevi e gettatevi a capofitto nell'avventura più fitta. Joyce vi terrà compagnia a lungo su queste pagine.
Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
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Duello mortale

 
Le porte del cancello d'ingresso si aprirono e i soldati di basso rango riuniti vicino all'entrata si riversarono all'esterno.
Bryce cercò di cogliere un volto familiare in quella fiumana di persone che si stava ammassando lungo la via principale.
Dietro e attorno a lei le residue forze di quella che una volta era l'armata dell'alleanza di Orfar si stavano muovendo per formare un'ampia mezzaluna che aveva lei al centro.
Dalla parte opposta i soldati di Skeli, i cavalieri in armatura pesante e cotta di maglie e le streghe e gli stregoni al suo seguito, si stavano muovendo in modo simile.
In breve i due eserciti riuniti dietro le loro guide si ritrovarono a fissarsi da meno di trecento passi di distanza.
In quell'esiguo spazio si sarebbe svolto il duello tra lei e Aschan.
Accanto a lei, Igar ed Elvana scalpitarono.
"Se ci attaccano adesso siamo morti" disse la strega.
"Non lo faranno" rispose Bryce.
"E tu che ne sai? Non conosci questa Aschan."
"No, ma so che non vuole una battaglia. Vuole risolvere la cosa con un duello. Alla vecchia maniera."
"Che sciocchezza" disse Elvana facendo schioccare le labbra. "Se fossi stata in lei, me ne sarei rimasta al sicuro dietro le mura."
"Aschan non vuole una semplice vittoria militare" disse Bryce. "Vuole un trionfo."
"E come spera di ottenerlo?"
"Uccidendomi in duello" rispose lei. "Sono giorni che mi provoca. Ha fatto prigioniero Vyncent proprio per questo motivo."
"Quindi vuoi affrontarla?"
"In uno scontro tra armate lei è in netto vantaggio" disse Bryce. "Non posso fare altro."
"E a Vyncent non ci pensi?"
Bryce le sorrise. "È strano sentirtelo dire. Ti preoccupi per lui adesso?"
"No" rispose Elvana con tono perentorio. "Ma spero per lui che tu sappia che cosa stai facendo. Sono sicura che Aschan abbia in mente qualcosa."
"Lo temo anche io. È per questo che devo chiederti una cosa."
Elvana le lanciò un'occhiata dubbiosa.
Igar indicò i soldati nemici. "Succede qualcosa."
Dal gruppo si erano staccate due figure. Una era maschile e sembrava camminare piegata su di un fianco. L'altra invece aveva l'aspetto di una donna alta e massiccia, con spalle larghe e la fronte alta.
"Andiamo" disse Bryce a Elvana.
Igar fece per seguirle.
"Tu rimani qui."
Lo stregone accennò una protesta ma a un'occhiataccia di Elvana tacque e riprese il suo posto.
Elvana marciò al fianco di Bryce. "Vuoi che parli io?"
Bryce la guardò di traverso. "Certo che no" rispose indignata. "Pensi che non sappia cavarmela?"
Elvana scosse le spalle.
Le due coppie marciarono fino al centro dello spiazzo formato dai due eserciti. Quando si trovarono a una decina di passi di distanza, si fermarono.
"Tu sei Aschan?" chiese Bryce.
"E tu sei la strega dorata?" le fece eco la strega.
Lo sai chi sono, pensò Bryce. "Lascia la città e vi permetterò di ritirarvi. Hai la mia parola."
"Della tua parola non mi fido" rispose Aschan.
Bryce cercò di mantenere la calma. "L'ho sempre rispettata. Puoi chiedere a chiunque."
"Io ho il diritto di restare qui" disse Aschan ignorandola. "Ho sposato Kymenos di Orfar, hai visto i documenti, no?"
"Li ho visti" disse Bryce. "Ma ti chiedo comunque di lasciare Orfar ai suoi cittadini. Con la città pacificata cercheremo di mettere rimedio ai guai combinati dalla regina Skeli e troveremo una sistemazione soddisfacente anche per te."
Aschan ghignò. "Io ho già trovato una sistemazione più che soddisfacente. Sono la regina di questa città."
Elvana esplose in una sonora risata.
Aschan sgranò gli occhi, il labbro inferiore che le tremava.
"Che fai?" chiese Bryce a Elvana.
La strega scrollò le spalle. "Perdonami, è stato troppo divertente sentirle dire quella parola."
Aschan la fissò con disprezzo. "Esigo le tue scuse" disse con voce tremante.
Elvana rise di nuovo. "La senti? Insiste. Che cosa posso farci io?"
"Cosa ci trovi di così divertente?" chiese Aschan con voce stridula. "Non hai alcun rispetto per la nobiltà?"
Elvana tornò seria. "In te di nobiltà non ne vedo alcuna. Hai fatto impiccare un ragazzino solo per provocare Bryce e hai usato il ricatto per sposare il figlio di Skeli. Non sono azioni da nobili, queste. E ora ti vanti di essere una regina." Rise di nuovo.
Aschan arrossì. "Falla smettere" disse a Bryce.
"Fallo tu" rispose lei.
Elvana tossì. "Ma guardala, Bryce. Questa vorrebbe sfidarti a duello. Se fossi in te non mi sporcherei le mani con lei. Lasciala a me."
"Taci" ringhiò Aschan.
"Non hai modi da nobile" disse Elvana. "Scommetto che nel tuo sangue non scorre nemmeno una goccia di sangue nobile. Guarda le tue mani. Sono enormi e callose. Fammi indovinare. Sono mani da contadina, vero? Zappavi la terra prima di diventare strega e ora ti vanti di essere una regina."
Aschan strinse i pugni. "Porgimi le tue scuse."
"Ti porgerò qualcos'altro in modo che tu possa baciarmelo con le tue regali labbra" rispose Elvana.
"Basta così" disse Bryce. "Aschan, sono qui per sfidarti a duello. Accetti?"
Aschan fissò con disgusto Elvana, il petto che si alzava e abbassava. "E duello sia, strega dorata. Visto che sei tu a lanciare la sfida, ti lasciò dettare le regole."
"Chi resta in piedi vince" disse Bryce. "Chi muore è sconfitto. Se vinco il tuo esercito lascerà la città in maniera ordinata."
Aschan fece un cenno di assenso con la testa. "Ci rivediamo qui tra dieci minuti." Le volse le spalle e marciò verso il suo esercito seguita dalla sua scorta.
Bryce fece lo stesso seguita da Elvana. "Non è stata una buona idea provocarla. Ora è davvero arrabbiata."
Elvana ghignò. "Almeno lo scontro sarà più interessante."
"Voglio che tu faccia una cosa per me."
"Io sarò sempre al tuo fianco, lo sai."
"Non questa volta" rispose Bryce.
 
***
 
Vyncent non aveva mai visto Aschan così arrabbiata. Di solito la donna manteneva un certo contegno e non dava segno di essere irritata.
In ginocchio nella prima fila dell'esercito di Aschan, le mani legate dietro la schiena da pesanti catene e sorvegliato da quattro soldati armati di lancia, non poteva far altro che aspettare e sperare.
Quando la vide tornare dopo il suo breve incontro con Bryce, capì dal suo sguardo che le cose non erano andate come pensava.
"Quella donna" stava dicendo a voce alta. "Quella maledetta sfacciata."
Parla di Bryce? Si chiese Vyncent.
"Dopo che avrò ucciso la strega dorata ti occuperai di lei" disse a Marlan.
L'uomo rispose con un inchino.
"Voglio che tu la faccia soffrire prima di ucciderla" aggiunse Aschan.
"Le infliggerò le peggiori sofferenze" le assicurò l'uomo.
Aschan guardò Vyncent. "Prima però ti occuperai di lui" disse indicandolo con un cenno della testa.
"Cosa devo fare del principe senza corona?"
"Qualsiasi cosa accada, alla fine del duello dovrai ucciderlo. Che sia una morte veloce e indolore."
"Come desideri."
Vyncent la fissò con odio. "È questa la tua concezione dell'onore?" le domandò.
"Io sono solo una contadina, in fondo" rispose la strega. Si sfilò il mantello grigio e lo lasciò cadere a terra nella polvere. Senza attendere un segnale marciò verso il centro dello spiazzo tra i due eserciti.
Dalla parte opposta, Bryce avanzò verso lo stesso punto. Indossava lo stesso vestito di quando si erano separati e portava sulle spalle il mantello azzurro di Valonde, logoro e sfilacciato da mille battaglie.
Le due streghe avanzarono con passo lento, come se si stessero studiando. Da quella posizione Vyncent aveva una visione perfetta del campo.
Marlan, che era posizionato vicino a lui, gli posò una mano sulla spalla. "Della strega irriverente non potrebbe importarmi di meno, principe senza corona. Sarà a te che infliggerò una morte lenta e dolorosa. Così ti dimostrerò che non sono lo schiavo ubbidiente di Aschan, non sei contento?" Ghignò.
Vyncent respirò a fondo.
Aschan si fermò all'improvviso. Dai suoi palmi eruppero una dozzina di dardi magici che iniziarono a volteggiarle intorno.
Bryce continuò a muoversi, stavolta di lato, come se volesse studiarla da una prospettiva diversa.
Brava, pensò Vyncent. Continua a muoverti. Non darle nessun vantaggio.
Aschan sollevò un braccio e sei dardi partirono in direzione di Bryce.
Lo scudo magico ne assorbì cinque, ma il sesto deviò all'improvviso dalla sua traiettoria e dopo un mezzo giro attorno alla strega dorata la colpì alla spalla.
Per Vyncent fu come sentire quel colpo sulla sua pelle.
Vide Bryce accucciarsi e rotolare di lato per evitare il secondo attacco di Aschan.
I sei dardi le volarono attorno e terminarono la loro corsa infrangendosi sullo scudo. Tutti tranne l'ultimo che deviò all'ultimo istante e colpì Bryce al polpaccio destro.
Vyncent la vide mormorare qualcosa a denti stretti mentre tra le sue mani apparivano due lame magiche.
No, pensò Vyncent. Colpiscila da lontano, non cercare di avvicinarti. Poi ricordò che lui aveva cercato di fare lo stesso e Aschan gli aveva inflitto una pesante lezione.
Nel frattempo altri dardi avevano preso a danzare attorno ad Aschan. Vederli fluttuare attorno al suo corpo era uno spettacolo terribile e meraviglioso al tempo stesso.
Anche se era la seconda volta che vedeva quel potere, ne era ancora affascinato.
Bryce aveva ripreso ad avanzare anche se zoppicava sulla gamba ferita. Aschan diresse di dardi verso di lei, una ventina in tutto.
I proiettili magici presero a danzare attorno a Bryce come lucciole attirate dal fuoco che ardeva.
A un cenno di Aschan i primi dardi scattarono verso Bryce. Lei li intercettò con le lame magiche, deviandoli.
A ogni dardo colpito si accendeva un piccolo lampo di luce che subito spariva illuminando il volto della strega dorata.
Vyncent notò la concentrazione con la quale stava combattendo. Ogni movimento di Bryce sembrava calcolato alla perfezione anche se all'apparenza quella scena era caotica.
Ma anche la perfezione esigeva un pegno.
Bryce si sta stancando troppo, pensò Vyncent.
Un istante dopo due dardi sfuggirono alla sua difesa e terminarono la loro corsa nella coscia e nel fianco di Bryce.
Lei si piegò in due mentre altri dardi sciamavano attorno a lei. Le lame magiche scomparvero e le sue mani si congiunsero.
Troppo lenta, pensò Vyncent. Non usare il fuoco magico.
Era stato il suo stesso errore pensare di poter attaccare un'avversaria veloce come Aschan con una palla di fuoco potente ma lenta.
Qualcosa brillò tra le mani di Bryce e nello stesso tempo lo stesso brillio sembrò riflettersi negli occhi di Aschan.
La strega mormorò qualcosa e per la prima volta mostrò una specie di sorriso compiaciuto. Agitò una mano nell'aria mentre altri dardi venivano evocati e si lanciavano verso Bryce ancora concentrata nell'evocare la palla di fuoco.
Anche se il tutto durò solo una manciata di secondi, Vyncent poté assaporarli tutti dal primo all'ultimo.
Bryce si preparò a lanciare la palla di fuoco e nello stesso tempo i dardi si lanciarono verso di lei.
Vyncent era certo che l'avrebbero trafitta in dozzine di punti e si preparò ad assistere impotente a quello spettacolo.
Bryce separò le mani all'improvviso, un attimo prima di venire circondata dai dardi magici.
Un piccolo sole in miniatura apparve dove lei si trovava. Vyncent sentì il calore intenso causato dall'esplosione, quindi il rombo assordante e infine il suo viso venne schiaffeggiato dal vento provocato dalla palla di fuoco in espansione.
Qualcuno tra il pubblico urlò e indicò il centro dello spiazzo.
"La strega dorata è morta" urlò qualcuno.
"Si è uccisa da sola" urlò un altro.
Attorno al punto dove c'era stata l'esplosione si era alzata una nuvola di polvere e fumo. Mentre si dissolveva trasportata via dal vento, vide emergere una figura umana da essa.
Bryce, il viso annerito e graffiato, zoppicò fuori dal cratere che aveva creato attorno a lei.
Aschan la guardò con la bocca spalancata.
"Che sortilegio è mai questo?" gridò Marlan. "La strega dorata doveva essere morta e invece..."
"Non capisci, stupido?" fece Vyncent. "Ha usato la palla di fuoco per distruggere i dardi di Aschan e lo scudo per proteggersi dall'esplosione. Così la tua padrona non è riuscita a colpirla."
"Non è la mia padrona" ringhiò l'uomo.
Vyncent era convinto che l'avrebbe colpito, ma non avvenne. La sua attenzione, come quella di tutti quelli presenti lì attorno, era concentrata sulle duellanti.
Aschan aveva evocato altri dardi magici e li faceva fluttuare sopra e attorno a lei. "Non hai ottenuto niente" gridò così forte che Vyncent riuscì a udirla. "Hai solo rimandato la tua morte."
Bryce si mise in posizione d'attacco, come un corridore pronto a scattare in avanti.
Aschan sollevò entrambe le braccia. I dardi presero a volteggiare come calabroni impazziti il cui morso poteva essere mortale.
"Muori adesso" gridò la strega.
I dardi partirono diretti verso Bryce.
Questa si lanciò in avanti a testa bassa. Con ogni passo copriva diversi metri, tanto che fu quasi subito addosso ad Aschan.
I dardi si chiusero su di lei sciamando in ogni direzione.
Vyncent vide il riverbero dei lampi che si accendevano attorno a Bryce. Da quella distanza non poteva scorgerla in mezzo alla tempesta di dardi magici che l'aveva avvolta.
Bryce non rallentò e con due balzi fu addosso ad Aschan.
La strega non si mosse e un attimo dopo si ritrovò anche lei in mezzo alla tempesta di dardi.
Tutto durò pochi attimi durante i quali Vyncent trattenne il fiato. Era sicuro di veder riemergere Bryce crivellata di colpi.
I dardi sparirono dissolvendosi nell'aria, rivelando due figure umane molto vicine tra di loro.
Aschan era ancora in piedi e, a massimo due passi di distanza, Bryce era in ginocchio, la testa chinata in avanti.
Vyncent voleva alzarsi e correre verso di lei per sorreggerla e aiutarla a rimettersi in piedi, ma la mano di Marlan gli artigliava ancora la spalla.
"È abbastanza" disse l'uomo. "Ora che la tua amata principessa è morta, posso mettere fine anche alla tua vita."
Se Bryce è morta non mi interessa vivere un altro istante, si disse Vyncent.
In quel momento voleva solo che Marlan lo uccidesse. Era ancora troppo confuso per mettere a fuoco la scena, ma sapeva che tra poco tutto gli sarebbe apparso chiaro e allora sarebbe arrivata la sofferenza insopportabile.
Meglio morire subito e farla finita, si disse. Avanti Marlan, non farmi attendere oltre.
Vyncent si sentì sollevare da una forza poderosa alla quale non poteva e non voleva opporsi.
"Adesso io..." cominciò a dire Marlan.
Un'ombra scivolò tra di loro e Vyncent sentì qualcosa spostarsi alle sue spalle.
Marlan gridò per il dolore e la rabbia e mollò la presa sulla spalla di Vyncent, che si sentì sollevato.
Si voltò di scatto per vedere il viso contratto in una smorfia di dolore di Marlan. Qualcosa gli aveva attraversato il braccio da parte a parte e un copioso fiotto di sangue ne usciva.
Lì vicino, a non più di due o tre passi di distanza, Vyncent vide Elvana con la frusta magica già pronta.
"Sto solo facendo un favore a un'amica" disse la strega facendo roteare la frusta sopra la testa. "Non è per te."
Vyncent le voltò le spalle. "Spezza queste catene."
Elvana fece roteare la frusta e la lanciò verso Vyncent. Invece di colpirlo, la frusta si chiuse attorno agli anelli della catena, passandoli da parte a parte come se fossero di burro.
Vyncent esultò sentendosi libero.
Tre soldati armati di lancia si fecero avanti minacciosi.
Elvana si frappose tra loro e Vyncent. "Vai da lei. Penso io a loro."
Non se lo fece ripetere due volte e si lanciò di corsa verso Bryce e Aschan.
Le due streghe non si erano mosse.
Vyncent corse verso di loro attraversando lo spiazzo. Attorno a lui notò con la coda dell'occhio che i due eserciti si stavano mescolando.
Qualcun doveva aver dato l'ordine di attaccare e le prime file si stavano scontrando. Vide i primi corpi caduti sul terreno e capì che tra poco la battaglia si sarebbe trasferita anche lì.
Aveva pochi istanti per prendere Bryce e portarla via.
 
***
 
Bryce sentiva le forze mancarle. A stento riusciva a tenersi con il busto eretto senza crollare nella polvere.
Accanto a lei Aschan era in piedi, gli occhi rivolti verso un punto perso all'orizzonte. Il suo petto di alzava e abbassava con ritmo incostante.
"Sei stata brava" disse Bryce. "Mi hai messa in ginocchio. Pochi ci sono riusciti, questo te lo devo concedere."
Aschan non rispose.
Bryce ne approfittò per continuare a parlare. Concentrarsi sulle parole da dire le faceva dimenticare il dolore che sentiva alla spalla, alla gambe e in altre parti del corpo.
"Tutte abbiamo un punto debole" disse. "E tu non potevi fare eccezione. Dovevo solo capirlo. Non potevo attaccarti da lontano e nemmeno avvicinarmi troppo senza concentrare tutte le mie energie sullo scudo. Poi ho capito. Per controllare i dardi sei costretta a usare quasi tutte le tue forze e non te ne restano per uno scudo. Ecco perché non permetti al nemico di avvicinarsi o di lanciare magie. Sei tutta attacco e niente difesa. Una strategia coraggiosa, lo ammetto, ma incosciente."
Aschan voltò la testa verso di lei. I suoi occhi erano vitrei. "Come?" disse con voce appena udibile.
"Ho concentrato tutti i miei sforzi sullo scudo" disse Bryce. "E ho fatto in modo da annullare le nostre distanze. Speravo che nelle confusione ti saresti distratta perdendo il controllo dei tuoi dardi. Non di tutti, due o tre sarebbero bastati se ti avessero colpita nei punti giusti. Quando i dardi sono scomparsi, ho usato le mie ultime forze per evocare una lama magica. E questo è tutto."
"Ben fatto" disse Aschan. "La tua fama è meritata."
"È stato un bel duello" disse con modestia.
Aschan crollò in ginocchio. Sulla sua schiena vi era il segno lasciato da una mezza dozzina di dardi. L'addome invece era solcato da una lunga striscia rossastra dal quale sgorgava del sangue. La strega crollò nella polvere a faccia in giù.
Ora posso morire anche io, si disse Bryce. Stava per lasciarsi andare quando mani forti l'afferrarono per la spalle e la sollevarono.
"Bryce" gridò una voce familiare.
Lei mise a fuoco il viso che la stava fissando. Era così bello e familiare.
Vyncent la sostenne passandole le braccia sotto le ascelle. "Resisti" disse. "Troveremo un guaritore e starai bene."
Bryce sentì rifiorire le forze. Quasi con sdegno lo allontanò, piazzando per bene i piedi nel terreno. "Sto già bene" disse.
"Non è vero. Sei ferita."
Bryce si guardò attorno. Nello spiazzo davanti alle mura di Orfar era scoppiata una battaglia e loro si trovavano proprio nel mezzo. "Dobbiamo riprendere la città" disse. "Il loro comandante è morto, ora sarà molto più semplice."
"Bryce, non ti senti quando parli? Sei ferita gravemente."
"Resisterò" si disse. Poi, con tono più dolce. "Tu stai bene?"
Vide Vyncent sorridere.
È così bello quando ride, si disse. E cos'è che fa brillare i suoi occhi? Sono forse lacrime?
"Bryce" fece lui con voce spezzata.
"Sì" rispose lei abbracciandolo.
Stavolta fu Vyncent ad allontanarla. Lei fece per reagire, ma lui le passò le mani attorno ai fianchi e l'attirò a se, baciandola.

Note
...e con questo capitolo finisce la prima parte di Joyce. So che l'ho già detto altre volte, ma stavolta è vero: siamo al giro di boa per questa avventura. Da qui in poi si corre verso il finale. Per arrivarci serviranno quasi altrettanti capitoli, perciò mettetevi comodi e godetevi le prossime avventure di Joyce e amici (e nemici :) ).
 
Prossimo Capitolo Giovedì 18 Ottobre


 
  
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