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Autore: Amily Ross    21/10/2018    4 recensioni
(Sequel de: “Il Ritiro Natalizio della Nazionale Giovanile.”)
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È passato circa un mese dal ritiro natalizio in Austria, molte cose sono cambiate da allora, e molte altre dovranno ancora cambiare; è rimasto indelebile il ricordo di quella “vacanza” nel cuore di tutti. Ognuno ritorna a vivere la propria vita: chi in Francia, chi in Germania e chi in Giappone, ma c’è profumo di cambiamenti nell’aria: nuove vite, nuove città e nuove conoscenze, cambieranno la vita di alcuni di loro. Fanny ha intrapreso la carriera di manager alla Mambo, al fianco di Amy, ma presto una nuova avventura la porterà nel paese dei suoi sogni, là dove gioca il suo ragazzo: la Germania.
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Questa fiction è temporalmente collocata nel 2018, e i ragazzi e le ragazze hanno tutti ventuno anni o quasi.
Genere: Drammatico, Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Grace (Machiko Machida), Jun Misugi/Julian Ross, Karl Heinz Schneider, Nuovo personaggio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 22: Memorie di un Calciatore

 

L’amichevole tra Germania e Giappone, organizzata di Kirk Pearson, per festeggiare il ritorno del Kaiser sui campi di calcio è finalmente arrivata: lo stadio è gremito di tifosi – come se fosse la finale di un Mondiale – gente giunta da ogni angolo del paese per assistere al ritorno di uno dei più grandi campioni che il calcio tedesco abbia mai avuto. In via del tutto eccezionale, il portiere nipponico Benjiamin Price, scenderà in campo con la Nazionale tedesca, perché molto amico di Schneider – e ciò non vuol dire tradire la maglia del proprio paese – ma è un inno all’amicizia, troppo spesso sottovalutata nel mondo calcistico.  Anche se il periodo di remissione dura cinque anni, Karl Heinz Schneider è ormai guarito ed è già rientrato in campionato, giocando scampoli di partita – anche il portiere è ormai rientrato a pieno ritmo – dopo l’infortunio al polso destro.

Leverkusen: venerdì 25 maggio, 2018 BayArena, h. 20:30

Ormai è tutto pronto e anche le due Nazionali sono pronte a scendere in campo e giocare, ma questa è una partita particolare e, prima del fischio d’inizio, c’è ancora qualcosa da dire: le due squadre nelle rispettive panchine, lo stadio con le luci spente e avvolto nella semioscurità, delle candele sul cerchio di centro campo e la scritta ‘Schneider’ all’interno, il maxi schermo – che illumina con la sua luce bianca – e il medesimo cognome scritto in rosso; in sottofondo iniziano a risuonare le note dell’inno del Bayer Laverkusen[1] – e non è un caso – così come non lo è la scelta dello stadio.

«È inusuale iniziare una partita di calcio con un discorso, ma questo è un evento speciale: una partita amichevole i cui incassi dei biglietti saranno devoluti in beneficenza per sostenere la ricerca contro il cancro.» inizia a parlare una voce maschile in inglese, così che tutti possano grossomodo capire. «Gli stessi Schneider hanno voluto questa donazione, proprio perché hanno provato sulla loro pelle cosa significhi, e per ben due volte…» continua la voce, sul maxi schermo compaiono due maglie: una del Bayer Leverkusen, l’altra dell’Amburgo, la prima con il numero venticinque la seconda con l’undici, ma entrambe accomunate dallo stesso cognome – l’unica differenza oltre ai colori sociali – è l’iniziale di un nome su quella del Leverkusen.

L’intero stadio, riconoscendole, si alza in piedi e si scatena in un caloroso e affettuoso applauso, mentre una luce illumina il possessore della voce, fermo sulla linea di centro campo. «Come dicevo siamo qui per festeggiare il ritorno del Kaiser, il quale rientrerà ufficialmente stasera al calcio giocato, dopo aver sconfitto un tumore al cervello.» riprende Kirk Pearson, alzando lo sguardo al cielo e sorridendo. «Anche la scelta dello stadio non è stata casuale, in primo luogo perché città natale della famiglia, ma anche perché è qui che è nato e cresciuto un altro grande campione, che merita davvero di esser ricordato in questo giorno: l’immenso Benrd Schneider, la bandiera di questa squadra e per un periodo anche della Nazionale, un valido avversario in campo, ma anche un grandissimo amico nella vita privata…» continua l’ex calciatore nipponico, ora Dirigente della Federazione, mentre inevitabilmente la sua voce si spezza e sul maxi schermo compare Bernd Schneider che alza al cielo la Coppa del Mondo alla finale del 2014 di Rio de Janeiro al Maracanã e un nuovo applauso si innalza dalla platea e dalle panchine.

«Un grandissimo campione e amico, che come il nipote Karl, è stato colpito dal medesimo male il quale lo ha prematuramente privato della vita, stroncando a soli venticinque anni la sua già illustre carriera calcistica.» continua ora Freddy Marshall, affiancando l’amico ed ex compagno di Nazionale, Kirk sorride e lo stringe. «E proprio perché nulla è stato lasciato al caso, nemmeno questo giorno lo è, perché il 25 maggio di ventisette anni fa nasceva quello che l’intero mondo calcistico ricorderà sempre con un sorriso e come un immenso campione.» riprende Pearson, mentre sul maxi schermo compare una nuova foto, che ritrae quattro calciatori con indosso le rispettive maglie di Nazionale: Kirk Pearson e Freddy Marshall e Thomas e Bernd Schneider – avversari sul campo da gioco – ma grandi amici nella vita.

Intanto anche Thomas scende sul rettangolo verde, venendo accolto con un abbraccio dagli altri due. «Io più di Kirk ho avuto modo di conoscere Thomas e Bernd, avendo giocato parte della mia carriera prima al Bayer come compagno e poi all’Amburgo come avversario. È stato per me un grande onore avere Bernd come compagno, nonostante la sua giovane età, ha sempre dimostrato il suo talento esordendo in massima serie a sedici anni e a diciotto nella Nazionale maggiore, sorprendendo allenatori e colleghi più anziani ed esperti – come me Kirk e Tom – rendendo orgoglioso quest’ultimo e tutta la sua famiglia.» riprende Marshall, con un sorriso sulle labbra e voce emozionata e tremula.

Thomas Schneider osserva la foto sullo schermo e sorride, asciugando gli occhi, voltandosi e sorridendo alla platea, poi al figlio in panchina. «Io… intanto volevo ringraziare tutti voi per essere venuti questa sera per festeggiare con questa partita il ritorno di mio figlio Karl…» inizia con emozione l’allenatore dell’Amburgo. «Un ringraziamento ancora più speciale volevo spenderlo a favore di Freddy, che è sempre stato un grande amico, e per Kirk, anche lui grande amico e vero artefice di questa magnifica serata. Davvero, non trovo le parole adatte per esprimere tutta la mia gratitudine, è per me una grandissima emozione calpestare l’erba di questo campo assieme a quelli che considero i miei migliori amici, questo stesso campo che ci ha visti compagni e avversari, cha ha lanciato me e il mio fratellino… questa è indubbiamente una grande emozione dopo  la nascita dei miei figli e le vittorie calcistiche.» continua Thomas, mentre l’ennesimo applauso si scatena.

«Le parole da spendere questa sera sarebbero tantissime, così come le persone che avrebbero qualcosa da dire su mio fratello o su mio figlio. La famiglia, gli amici, i compagni di squadra, gli avversari, gli allenatori e magari anche voi tifosi… ma tra tutti, c’è una persona che vorrei mi raggiungesse, una persona che ammiro e che merita davvero tutto il meglio dalla vita, questa persona è mia cognata Marika che avrebbe dovuto sposare mio fratello l’anno in cui si ammalò.» riprende Thomas, cessato l’applauso, facendo cenno a una ragazza di raggiungerlo; Marika si avvicina con passo lento, osservando il maxi schermo, che ora la mostra assieme al fidanzato: lei con indosso la sua maglia del Leverkusen, lui a petto nudo che la stringe e la bacia dopo aver vinto la Champions League nel 2010 contro la Juventus. Sorride e piange la ragazza, mentre raggiunge il centrocampo e osserva il sorriso dell’uomo che ha amato e ama, indossando con orgoglio anche questa sera la sua maglia. 

“Sono gocce di memoria, queste lacrime nuove,

siamo anime in una storia… incancellabile!

Le infinite volta che, mi verrai a cercare, nelle mie stanze vuote.

Inestimabile!

È  inafferrabile… la tua assenza che mi appartiene.” 

Thomas le sorride dolcemente e la stringe con affetto, baciandole la guancia e consegnandole il microfono – che afferra con mano tremante – mentre il cognato la tiene ancora tra le sue braccia. «Scusate le lacrime, ma quel meraviglioso uomo sullo schermo rimarrà sempre un enorme ferita aperta nel mio cuore.» esordisce Marika, asciugando la guancia destra e sforzandosi di sorridere. «Che dire? Innanzitutto grazie a tutti per esser qui stasera, per ricordare un campione e festeggiarne un altro del medesimo valore. Quando Benrd vinse il Mondiale in Brasile, Karl lo perse in Francia contro il Giappone con la Nazionale Under 16. Fu quel giorno… in albergo durante la festa per la vittoria che mi chiese di sposarlo, tra vari impegni lavorativi di entrambi impiegammo quasi un anno e mezzo per organizzare le nozze… poi quel maledetto 4 luglio del 2016 le nostre vite cambiarono per sempre, lasciandoci con molti sogni e poche speranze… ed esattamente un mese dopo lui perse la sua partita più importante, lasciando una ragazza devastata a un mese dal suo giorno più bello… lasciando anche un grande vuoto nei cuori della sua famiglia, dei tifosi e di tutti coloro che lo hanno conosciuto fuori e dentro i campi da gioco…» dice con voce spezzata, stringendo forte il cognato e piangendo sul suo petto. 

“Siamo indivisibili, siamo uguali e fragili e, siamo già così lontani!

Con il gelo nella mente, sto correndo verso te, siamo nella stessa sorte, che tagliente ci cambierà…

aspettiamo solo un segno, un destino, un’eternità.

E dimmi come posso fare per raggiungerti adesso… per raggiungerti adesso!

Per raggiungere te!” 

Thomas la stringe forte a sé e le bacia la fronte, carezzandole i boccoli neri sulla schiena, prendendole il microfono dalla mano e sorridendo, nonostante tutto. «Ci terrei a precisare che questa donna meravigliosa sarà sempre parte della nostra famiglia e anche se non ha potuto sposare mio fratello – anche se un domani deciderà metter su famiglia con un altro uomo – per noi rimarrà comunque una Schneider: sarà sempre una cognata per me e mia moglie, una nuora per i miei genitori e una zia per i miei figli.» dice baciando ancora la testa della ragazza, sussurrandole un ‘ti voglio bene’ all’orecchio, facendola sorridere. Marika lo ringrazia per le belle parole e lo bacia a sua volta in guancia, riprendendo il microfono e voltandosi a sorridere con le lacrime agli occhi verso la foto – ora da solo – del suo uomo sul maxi schermo, che sorride, come se la stesse guardando e ricambiando. 

“Siamo gocce di un passato che non può più tornare, questo tempo ci ha tradito, è inafferrabile.

Racconterò di te… inventerò per te, quello che non abbiamo.

Le promesse sono infrante, come pioggia su di noi, le parole sono stanche, so che tu mi ascolterai…

aspettiamo solo un viaggio, un destino, una verità

e dimmi come posso fare per raggiungerti adesso.

Per raggiungerti adesso!

Per raggiungerete!” 

Asciuga gli occhi Marika, mentre le sue labbra mimano un ‘ti amo’ e sul maxi schermo appare la foto del Kaiser, che innalza al cielo la coppa dalle grandi orecchie, che ha vinto nel 2015 con l’Amburgo. «Oltre che a ricordare Bernd, siamo qui soprattutto per festeggiare la più grande vittoria del mio kleine stichprobe[2] il mio adorato nipotino Karl che ha sconfitto la malattia che ha ucciso quello stesso zio che adorava; questa sera ritorna più forte di prima su quel campo da calcio che li ha sempre accomunati e visti come protagonisti.» dice sorridendo commossa e felice, applaudendo lei stessa Karl, che dalla panchina sorride tra le lacrime stretto dai suoi migliori amici, mentre sugli spalti parte la olà e, a un solo coro, urlano:  ‘Willkommen zurück  bei Kaiser.’[3]

«Ancora grazie a tutti per essere qui e bentornato, Karl!» dice Freddy, che ha visto crescere anche il ragazzo tedesco, come il suo pupillo Benji. «Adesso vorrei invitare qui un’altra persona, giuro questa è davvero l’ultima, poi lasceremo il campo ai calciatori. Vorrei che a concludere questo elogio fosse una persona che ha avuto l’onore di allenare tutti e tre gli Schneider, il Commissario Tecnico della Germania Joachim Löw.[4]» conclude mentre il collega lo raggiunge accolto da un applauso. «Grazie a tutti quanti per essere qui questa sera. Sono enormemente orgoglioso di aver allenato tre grandi campioni  tutti e tre della stessa famiglia: Thomas ormai valido allenatore; Bernd, che anche se giovane, è sempre stato un grandissimo campione e un degno capitano in Brasile; e infine il piccolo Karl, che oggi ritorna tra noi e continuerà a emozionarci con i suoi meravigliosi goal, la sua immensa bravura e sono certo che in Russia farà grandi cose. Bentornato in campo, Kaiser!» conclude Löw applaudendo il suo ritrovato campione, seguito da tutti i presenti che si alzano in piedi e le luci dello stadio vengono finalmente accese.

***

L’ingresso in campo delle due formazioni viene accolto calorosamente da tutto lo stadio, le due squadre, disposte ordinatamente sulla linea di centro campo, salutano i tifosi assieme alla terna arbitrale e gli inni nazionali possono esser suonati e cantati con sentimento dai calciatori. Karl Heinz Schneider, tra i due migliori amici Benji Price ed Hermann Kaltz, sorride commosso e dopo l’inno tedesco alza il braccio destro al cielo – la fascia da capitano in bella mostra – la consapevolezza di esser rinato e il  cuore colmo di gioia e una grande emozione e profondo orgoglio traspaiono dai suoi occhi di ghiaccio. «Il calcio d’inizio è battuto dalla Germania, Schneider e Kaltz si passano il pallone e sembra abbiano la consueta simbiosi di sempre, come se il Kaiser non fosse mai stato assente. Che spettacolo rivederlo in campo!» commenta il telecronista, mentre i due calciatori tedeschi vengono marcati da Callaghan ed Mellow; Karl per conservare il possesso, alza la sfera di tacco e la passa all’indietro verso i compagni, sorridendo agli avversari e stringendo la mano al numero dodici nipponico. «Come già detto abbondantemente, questa di stasera è una partita particolare, intrisa di ricordi e carica di emozioni, esclusivamente per l’occasione il Kaiser non indossa la sua maglia numero undici, ma  la numero diciannove che appartenne a suo zio – contraddistinta dalla B iniziale del nome – per distinguerlo dal fratello quando giocavano entrambi in Nazionale. La suddetta maglia è stata ritirata in memoria del campione deceduto e nessun altro calciatore tedesco vuole indossare per rispetto il numero appartenuto a Bernd Schneider, dunque solo per stasera è stato concesso di usarla in suo onore, facendola indossare al nipote.»

Margas stoppa il pallone passatogli dal Kaiser, e in coppia con Schester, si spinge in avanti; Karl si libera sulla fascia e richiede palla, il compagno di Brema gli serva un assist perfetto, Schneider prende al volo il pallone e calcia di sinistro imprimendo tutta la sua forza nel Fire Shot che sfugge a Warner, a cinque minuti di gioco la Germania sigla il primo goal della partita – un boato si alza da entrambe le curve che si scatenano in un applauso – Karl sorride e alza il pugno destro al cielo, mentre i compagni gli si stringono attorno, Benji in porta sorride nel vedere il suo migliore amico in grande forma; Thomas, in panchina al fianco di Löw,[5] sorride orgoglioso – così come la mamma e la nonna in tribuna – Marika sorride tra le lacrime e Marie Käte la stringe felice. «Sono fiero di te, campione.» sussurra Joseph Schneider stringendo la moglie – Grace e Fanny si stringono ed esultano come se avesse segnato il Giappone.

Ed Warner tutto sommato sorride e rinvia il pallone, che viene stoppato da Harper che dà inizio al contropiede, affiancato dai compagni, evita un avversario passando a Callaghan, il quale continua l’azione dribblando Maghat,[6] finché non passa a Patrick che si scontra con Max,[7] Everett con una finta riesce a vincere il tackle e passa a Holly, che affiancato da Tom, corre verso la porta tedesca dove il suo amico Benji lo aspetta con un sorriso; la difesa è rientrata e sta impedendo al capitano nipponico di tirare – anche il Kaiser è salito in difesa – Hutton gli sorride e iniziano a scontrarsi al limite dell’area di rigore, il numero dieci giapponese finge il tiro, ma passa a Backer e liberatosi da Schneider, riceve di nuovo palla dal compagno – tira di potenza – Benji si tuffa e para, sorridendo a Holly e rinviando lungo con un calcio fino alla metà campo avversaria.

Hermann Kaltz salta e stoppa di petto, voltandosi e trovandosi accanto il suo migliore amico, dopo essersi liberato da Clifford, gli passa il pallone e Karl si trova addosso Philip Callaghan, Bob Denver e Ralph Peterson che gli ostacolano lo specchio della porta, il Kaiser non ha perso la sua maestria, seppur in svantaggio numerico non si arrende alza il pallone in alto e oltrepassando la difesa, salta e colpisce al volo il pallone di testa, Warner lo blocca con facilità e rilancia ai suoi che ripartono in contropiede; la difesa e il centrocampo magnificamente orchestrati dall’immenso Callaghan servono palla alle punte pronte a pareggiare i conti.

 Kevin Schmidt[8] entra in scivolata togliendo il pallone a Backer mandandolo però in fallo laterale, approfittando del momento Löw sostituisce Schneider al 30’ del primo tempo – non ha senso affaticarlo troppo – Karl rientra in panchina e indossa la giacca della tuta sospirando, ritrovandosi stretto da suo padre e un bacio in fronte che lo fa sorridere; Everett nel frattempo rimette in gioco il pallone, Holly lo intercetta, ma sia lui che Tom sono marcati e non hanno opportunità di tiro – riesce però a trovare uno spazio libero – e passa a Lenders in posizione favorevole, l’attaccante della Juventus stoppa di petto e lancia uno sguardo di sfida al portiere eterno rivale, Benji ricambia con un sorrisetto pronto al tiro, Mark carica il destro  e per un soffio il suo Tiro della Tigre sfugge a Price, segnando la rete del pareggio.

“Maledetto gattino spelacchiato.” pensa Benji sbuffando e rinviando il pallone ai suoi compagni che ripartono alla carica, dando inizio a nuove sfide cercando di segnare e passare nuovamente in vantaggio; alla fine del primo tempo le squadre rientrano negli spogliatoi in parità, oltre a Karl e Mark non ha segnato nessuno. Durante la pausa sul maxi schermo viene proiettato un video di Bernd Schneider, che lo vede protagonista dei suo svariati successi sia al Bayer Leverkusen che in Nazionale, alcuni assieme al fratello maggiore e ai due ex calciatori giapponesi – il video è stato personalmente realizzato da Kirk in collaborazione con Freddy e Thomas – e si conclude con Bernd che innalza la Coppa del Mondo al cielo e una scritta: ‘Memorie di un calciatore, a te: grande campione, fratello, amico, fidanzato, zio, uomo, guerriero…’

La ripresa inizia senza sostituzioni, col calcio d’inizio affidato al Giappone, Paul Diamond e Sandy Winters a centrocampo impostano l’azione, marcati subito dagli avversari – con finte e passaggi – la palla giunge ai piedi del capitano che tira in porta, ma ancora una volta Benji blocca il suo tiro, facendo sbuffare Holly. «Il secondo tempo è appena iniziato, non abbatterti, riuscirai a segnare.» gli dice Tom, mettendogli la mano sulla spalla e sorridendogli, mentre il portiere rilancia il pallone e i tedeschi ripartono in contropiede. La partita è in una fase di stallo, nessuna delle due squadre riesce a violare la porta avversaria – i due portieri nipponici stanno dimostrando grandi abilità – non capiterà probabilmente mai più di vedere in campo sia Warner che Price, ma entrambi stanno dimostrando di esser due grandi campioni – i migliori nella loro patria – e nessuno è secondo all’altro.

A metà del secondo tempo il risultato è ancora fermo sull’1-1, nessuna delle due squadre riesce a superare i portieri e nessuna vuole concedere occasioni all’altra; a un corner per i tedeschi fischiato al 67’ Freddy Marshall manda in campo Julian Ross al posto di Ralph Peterson, il libero imposta immediatamente il gioco prendendo le redini della squadra – a quanto pare Hutton oggi è in giornata no – dopo il rinvio di Warner la nipponica Nazionale verticalizza immediatamente l’azione: la difesa guidata da Ross e Callaghan non sbaglia un colpo, e al centrocampo ancora il numero ventiquattro guida i compagni spingendosi anche in attacco, il pallone giunge ai piedi di Holly, che trovandosi marcato assieme a Tom è costretto a passare di nuovo all’indietro. «Marcate Lenders e Ross!» ordina Benji ai compagni, e anche l’attaccante viene bloccato, mentre il libero riesce a sfuggire e intercetta il pallone – sorride al ragazzo di sua cugina e si ritrova addosso Katlz che gli impedisce il tiro; Julian lo guarda e alza il pallone non ha altra scelta – salta in alto e tenta la rovesciata – segnando il goal del vantaggio.

Amy in panchina saltella felice e sorride al fidanzato, stringendo Fanny, che esulta anche lei alla rete del cugino – divisa tra amore per la patria e amore per il fidanzato tra le schiere tedesche assieme al suo migliore amico – non riesce a tifare per una o per l’altra squadra. Benji rilancia lungo e il pallone viene intercettato da Shester, che affiancato da Margas entra in area, ma già prima che possa tirare il guardalinee alza la bandierina e l’arbitro fischia il fuorigioco, ancora una volta il Principe del Calcio ha beffato l’avversario di turno con la sua infallibile trappola. Franz sbuffa e il Giappone riparte in attacco, la difesa tedesca però non lascia spazio e Benji sorride in direzione della panchina al Kaiser che osserva i compagni.

Creatosi uno spazio il capitano nipponico tenta il tiro, ma ancora una volta Price para, facendo perdere ogni speranza all’altro di segnare. Löw al 75’ fa rientrare in campo Karl, che viene riaccolto con un grandissimo applauso, Schweil Teigerbran[9] rimette il pallone e lo lancia proprio al capitano appena rientrato, che stoppa e affiancato dai compagni si spinge in attacco, ma nemmeno questa volta la Germania riesce a segnare, Julian gli ruba il pallone e lancia lungo ai due componenti della Coppia d’Oro, Tom aggancia il pallone e passa a Holly, vuole che sia lui a tirare – oggi non ha segnato – e sa quanto questo sia pesante per l’amico; Hutton tira e il pallone vola oltre la traversa, sfiorato dalla mano di Benji; un nuovo pallone viene rimesso in campo e la Germania riparte in contropiede, passandosi il pallone ed evitando gli avversari, giungono al margine dell’area – Julian è già pronto a far scattare la trappola del fuorigioco – ma il Kaiser non si lascia fregare, gli sorride e torna indietro, scontrandosi a centrocampo con Patrick Everett.

Schneider non vuole lasciargli il pallone, mentre il numero diciotto nipponico è deciso a conquistarlo e correre a segnare, dopo un tackle infinito è il tedesco a spuntarla, si apre lo spazio scavalcando l’avversario e tira un destro micidiale fuori dall’aria di rigore, fregando Ross e Warner con il suo Fire Shot, che brilla in aria e regala il pareggio alla sua squadra – seppur hanno preso un goal i giapponesi sorridono – e ancora una volta lo stadio si scatena, mentre il Kaiser sorride e alza il pugno al cielo come ogni volta. Il gioco riprende ormai al recupero, i calciatori si passano il pallone da piede a piede e si marcano, ma nessuno raggiunge l’area avversaria, le azioni si svolgono a centrocampo, finché l’arbitro non decreta la fine dell’incontro col triplice fischio e lo stadio scoppia in una standing ovation.

Nonostante si sia fatto tardi è stato deciso dagli Schneider di tenere un piccolo rinfresco a casa dei genitori di Thomas, entrambe le Nazionali sono state invitate, il Kaiser ha ripreso in mano la sua vita ed è tornato in campo nel migliore dei modi – e ancora una volta – ha dimostrato di avere stoffa siglando una doppietta; la serata di festa prosegue in allegria insieme ad amici di sempre, famiglia e avversari – che per una volta vengono considerati amici.

 

 

 ***

Angolo dell’Autrice: grazie a tutti quanti per esser arrivati a questo punto, all’inizio di questo sequel non avevo preventivato sarebbe venuto così lungo e invece… beh, forse, visti gli eventi e le innumerevoli cose da spiegare e raccontare un po’  sì e sono felice di come stia uscendo fuori e grazie infinite e voi per sostenermi in questa impresa.  Adesso che il peggio è passato, autrice sadica a parte, la storia è quasi giunta al termine… non so quanti capitoli verranno ancora fuori, ma finalmente si parte per la Russia e che vinca il migliore. xD La prima parte del capitolo è un tributo a Bernd, che ho voluto mettere  perché rimarrà sempre nel cuore di tutti, Kirk e Freddy così come Thomas sono più grandi, ma essendo Bernd un piccolo prodigio, ha avuto modo di giocare con loro (forse anche facendo bene i conti i numeri non tornano ma – come sempre – andiamo di licenze poetiche. xD) Freddy che ha giocato in Germania, prima al Leverkusen e poi all’Amburgo è tutta una mia invenzione – perché ho sempre avuto di lui questa visione di amico del padre di Karl – nel quale facevo già riferimento alla mia prima fiction, ma quella è una storia a parte scritta secoli fa e che avrebbe bisogno di una bella sistemata; ma tornando a noi, questo è quello che ho sempre immaginato.

Al prossimo capitolo, dunque, vostra sempre Amy

 

 

 

 

[1] L’inno del Bayer Leverkusen, per chiunque volesse ascoltarlo lo lascio: Qui

[2] Piccolo campione

[3] Bentornato, Kaiser

[4] Ebbene sì, proprio lui, ho voluto inserire il Commissario Tecnico della Nazionale tedesca perché mi sta simpatico e perché…

[5] …perché non so se lo avete visto, ma ai Mondiali c’era proprio Thomas Schneider al fianco di Löw, come allenatore in seconda e io appena l’ho visto sono letteralmente andata in brodo di giuggiole, perché lo adoro e quindi sì, in Russia Thomas avrà il ruolo di secondo allenatore della nazionale, anche se penso che il mio sarà più un caso – dato che allena l’Amburgo e forse non può essere allenatore di entrambe le squadre

[6] Difensore delle giovanili tedesche, ma io l’ho portato anche in Nazionale maggiore

[7] Centrocampista della nazionale giovanile tedesca. Indossa il numero 4, stessa cosa per il compagno

[8] È uno dei due gemelli omozigoti della Nazionale Olimpica tedesca

[9] Calciatore offensivo del Borussia Dortmund e della nazionale tedesca; appare nel prologo del Golden-23 e pi si confermerà come uno dei giocatori di punta nel centrocampo della nazionale olimpica impegnata a Madrid; è abile sia nei passaggi che nei contrasti, alle olimpiadi conto il Giappone viene anche schierato come difensore; vesta la maglia numero 23; il suo animale ‘simbolo’ è lo pterodattilo

   
 
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