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Autore: Red_Coat    24/10/2018    2 recensioni
Nel calore di un'estate afosa, alla luce di una fiammella e per una manciata di cacao amaro in polvere e un ciuffo di cavolfiore, questa è la storia di quando Ignis Stupeo Scientia s'innamorò per la prima volta in assoluto nella sua vita.
E fu un amore tutto da ... gustare.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gladiolus Amicitia, Ignis Stupeo Scientia, Noctis Lucis Caelum, Nuovo personaggio, Prompto Argentum
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il meraviglioso fuoco della conoscenza'
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Canzone citata: https://www.youtube.com/watch?v=tWOkRj60Ras

Vale la pena rischiare?


Poche ore prima …
 
La notizia colse tutti impreparati, ovviamente.
Tutti tranne Ignis e Gladio che, vista la frequenza con cui il consiglio si riuniva e le condizioni del re, ormai avevano finito per aspettarsela.
Quella mattina a palazzo reale si creò fermento.
Si era deciso di annunciare al popolo il pericolo imminente, per rispetto dei cittadini e per la loro protezione, ma andava anche stabilità una strategia al più presto.
Trascorsero quasi tutta la mattina in riunione, saltando anche il pranzo.
Al primo pomeriggio Ignis scese nelle cucine reali sperando di trovarvi Alexandra, ma il cuoco gli comunicò che oggi era il suo giorno libero. “Ah, già … che stupido!”.
Allora decise di approfittarne per stemperare la tensione allenandosi.
Doveva parlare con Gladio, quindi lo cercò e chiese a lui di fargli compagnia.
Per la prima parte, quella del riscaldamento muscolare, la conversazione fu incentrata sulla disperata situazione politica del regno.
Ignis lo aggiornò, nei limiti del possibili visto che molte informazioni erano riservate anche per gli altri membri della famiglia Amicitia.
Poi nel duello la loro conversazione verté su Alexandra.

-Allora ...- disse Gladio, schivando una stoccata e incrociando la lama di legno con l'amico -Cosa hai deciso di fare con lei?-

Ignis si fermò, abbassando l'arma.
Sospirò pesantemente, abbassando il viso e scuotendo il capo.

-Non lo so, in realtà ...-

Ammise.
Gladio si asciugò la fronte con il palmo di una mano.

-Non le hai ancora dato l'anello?-

Ignis scosse di nuovo il capo.

-La verità è che ... vorrei farlo, ma mi chiedo se sia la cosa più giusta per lei. Se la situazione dovesse peggiorare ci ritroveremmo divisi, e lei non lo meriterebbe...-

Gladiolus sorrise.

-Stai dicendo che ti senti troppo poco giusto per una tipa come lei?-

Scientia tornò a guardarlo corrucciandosi pensieroso. Lo stava facendo?

-Io ...- bofonchiò riflessivo -Forse ... Si.- poi tornò a concentrarsi sul sorriso divertito di Gladio -È un bene o un male?-

Lo scudo del Re scoppiò in una risata.

-Dipende.- gli rispose alla fine di quel momento di ilarità, tornando a ridersela sotto i baffi.

Non rispose subito, si limitò a guardarlo facendo una pausa e incrociando le braccia sul petto muscoloso.
Impaziente Ignis tornò a chiedere.

-Da cosa?-
-Da quello che hai deciso di fare.- si espresse allora -E da quello che provi per lei.
Se è amore, hai paura di perderla e vuoi sposarla per stare insieme tutta la vita direi che è più che normale, vuol dire che non vuoi deluderla. Mentre se non t'interessa e vuoi che la storia con lei finisca al più presto, in quel caso sono solo sensi di colpa.-

-Mh ...- fece Scientia, impensierendosi.

Incrociò le braccia sul petto e si sfiorò con una mano il mento.
Rimase qualche istante ad analizzare i propri sentimenti.

-Allora?- chiese dopo un po’ Gladio, curioso -Qual è delle due?-

Ignis sospirò, tornando a guardarlo.

-Credo ... la prima.- risolse, annuendo poi convinto -Credo di essermi davvero innamorato di lei.-

Gladio rise. Entrambi tornarono a impugnare le spade in posizione d'attacco.

-Bene, buon per te.-

Fu Ignis a sferrare il primo fendente. Si sentiva meglio, più fiducioso. Almeno ora sapeva qualcosa in più sui suoi sentimenti.
Gladio parò il colpo con rapidità, lo respinse e ne eseguì subito un altro che Ignis parò con agilità, scattando rapido.

-Quindi le darai l'anello?- gli chiese a quel punto Amicitia passando ad un'altra rapida sequenza di colpi che stavolta, più per la forza con cui erano stati impartiti che per la velocità, faticò a parare, facendocela per un pelo e schivando un. paio di volte.

Si fermarono di nuovo a prendere fiato.

-Dovrei farlo?- domandò a quel punto Ignis, più rivolto a sé stesso che a Gladio, che comunque gli rispose ugualmente lanciandogli uno sguardo dubbioso e serio.
-Non vuoi?-

Il biondo annuì con decisione.

-Si, certo che si. Ma ... questa guerra imminente ... la situazione politica del regno ...- sospirò -Dovrei?- tornò a chiedersi ad alta voce, sconfortato.

Gladio sorrise, stavolta comprensivo.

-Iggy ...- lo chiamò.

Si guardarono negli occhi. Amicitia sospirò.

-Lascia perdere la situazione del regno, per qualche attimo.
Pensa solo a questo: Se un giorno il mondo dovesse finire, se l'oscurità dovesse calare per sempre e le tue peggiori paure diventassero reali, e lei la persona che vorresti accanto fino all'ultimo istante? È lei la donna che vorresti non perdere mai, per nessun motivo al mondo? Quella che non scambieresti con nessun'altra?-

Quindi sorrise di nuovo, e tornò a colpirlo ricevendo una stoccata al fianco in risposta. Se fosse stato vero, quel colpo avrebbe potuto ferirlo gravemente.
Ignis lo guardò soddisfatto, Gladio si toccò il fianco annuendo contento. Era un piacere allenarsi con lui, era sempre una sfida.

-Se è così...- concluse, giungendo alla fine del discorso -Allora si, devi darle quell'anello prima che qualcun altro te la porti via.-

Ignis si fece di colpo serio. All'improvviso capì cos'era quel sentimento che l'aveva fatto vacillare, quello per cui non riusciva a staccarsi da lei e dal proposito di sposarla.
Paura.
La paura di perderla, di ritrovarla tra le braccia di qualcun altro che non era lui.
No, non poteva accadere. Non doveva, assolutamente no.
Lui ... l'amava.
Alexandra ... sarebbe stato contento di saperla felice, in ogni modo, ma ancora di più lo sarebbe stato nel sapere che quella felicità sarebbe derivata da lui.
Nessun altro uomo avrebbe potuto darle ciò che lui le aveva dato, nessuno avrebbe potuto essere al suo posto.
Alexandra Jane Baker ...
Lei era sua.
Si appartenevano, e fu una sensazione del tutto nuova per lui.
Sorrise.

-Ti ho convinto?- si sentì chiedere.

Ridacchiò divertito, quindi annuì.

- Decisamente si.- affermò, annuendo.

Poi si rimisero in posizione di attacco e si lanciarono un amichevole sguardo di sfida.
Erano decisamente pronti a fare sul serio.

-Non ti aspetterai che io ti lasci vincere per ringraziarti.- lo sfidò Scientia, determinato.

Gladio rise di nuovo.

-Non ho bisogno che tu mi lasci vincere.- replicò.

Quindi sorrisero entrambi, e dopo un ultimo duello di sguardi partirono all'attacco.
Dieci minuti durò quello scontro.
Inutile dirlo, rincuorato e determinato dal nuovo proposito e dal discorso dell'amico, Ignis portò a casa una trionfante vittoria, lasciando comunque Gladio soddisfatto per il buon allenamento.
Ora entrambi avevano le idee abbastanza chiare sul da farsi.
Qualsiasi cosa fosse accaduta, nessuno avrebbe tolto loro il diritto di vivere, e farlo inseguendo i propri ideali, sentimenti e sogni.
Oltre ad essere soldati e sottoposti del re erano anche uomini, ed era arrivato il momento per loro di dimostrarlo.

***

Quella sera …
 
Separatasi da Prompto, Alexandra sentì il panico montarle dentro e la mente annebbiarsi. Un senso di nausea le si legò attorno alla bocca dello stomaco e dovette uscire fuori a prendere aria.
Decise di provare a rimettersi a correre, ma dopo qualche istante si sentì mancare e dovette sedersi su una panchina.
Rimase a guardare immobile il cielo azzurro che andava scurendosi, il sole che calava sempre più all'orizzonte.
Lacrime calde e dense le riempirono gli occhi annebbiandoli. Si sentiva disperata, come se il mondo le stesse esplodendo sotto i piedi.
Ma, almeno per il momento, ancora non era accaduto.
L'aria le mancò per qualche istante di troppo. Tossì, stringendo sotto le mani il legno della seduta e chiudendo gli occhi alle lacrime.
La guerra ...
Quindi era questo che aspettava.
Una guerra, ad Insomnia.
Ci sarebbero state vittime, ovviamente. E forse avrebbero perso la loro casa. Una bomba non colpiva mai i civili con criterio.
Cosa ... Cosa sarebbe successo?
Doveva scappare? Poteva ancora sperare che ci fosse altra soluzione?
Era sicura che anche tutti gli altri cittadini si sarebbero fatti quella domanda, quella sera.
Ma questo non la faceva sentire meno disperata.
Poi all'improvviso, riaprì gli occhi e tornò a guardare il tramonto ormai inoltrato. Un sorriso si fece strada sul suo volto affranto.
Era in un pomeriggio come quello che lei ed Ignis avevano iniziato a parlarsi.
Da lì, tutto era cambiato.
Ci pensò un po’, cercando conforto in quei ricordi, ma durò poco, appena qualche istante prima di tornare a chiedersi con angoscia: E adesso?
Cosa ne sarebbe stato di loro, se Insomnia sarebbe entrata veramente in guerra?
E se il Re ... se nel peggiore dei casi Noctis avrebbe dovuto salire al trono?
Lei e Ignis ... così simili ... così lontani ...
Come sarebbe finita? Avrebbe potuto concludersi davvero con un lieto fine, oppure sarebbe caduta tristemente in tragedia?
Mentre ci pensava, ebbe bisogno di sentirlo.
Solo lui e la sua voce sempre sicura avrebbero saputo calmarla.
Estrasse il telefono dalla tasca, digitò il numero e lo fece squillare.
Con sua grande sorpresa, sentì il trillo della suoneria dell'uomo provenire da dietro le sue spalle.
Si voltò e lo vide.
Avvolto nel suo soprabito color ocra, le mani sprofondate nelle tasche.
La osservava con un sorriso triste e preoccupato.
Si alzò in piedi e gli corse incontro, abbracciandolo in lacrime.
Lui la strinse di più a sé, immergendo il naso nei suoi capelli lisci sulla schiena.

 
"Vorrei, vorrei
esaudire tutti i sogni tuoi
Vorrei, vorrei
cancellare ciò che tu non vuoi
però lo sai che io vivo attraverso gli occhi tuoi
"
 
-Ignis ...- sussurrò la giovane tra le lacrime, tornando a guardarlo mentre ancora lo stringeva.
 
Lui la guardò negli occhi.
 
-Non è ancora detta l'ultima parola.- disse sicuro, non deludendola affatto e dicendo quello di cui entrambi avevano bisogno -Il Re farà la cosa giusta. Dobbiamo avere fiducia in lui.-
 
E lei, con una bimba accoccolata tra le sue braccia in quella stretta dolce, appoggiò il capo sul suo petto e singhiozzando annuì.
 
-Ho paura, Iggy ...- mormorò.
 
Lo sentì sospirare teso.
Non disse nulla, ma si limitò ad appoggiare la labbra sulla sua testa e lasciarle un bacio sui capelli.
 
-Andrà tutto bene.- le rispose dolce, nel tentativo di tranquillizzarla.
 
Senza esserne convinto nemmeno lui.
La verità, era che in tutte le battaglia Niflheim aveva sempre vinto, da dodici anni a questa parte.
L'unica cosa che aveva impedito a Insomnia di cadere nelle loro mani era la barriera, ma adesso, dopo essersi armati di tutto punto ed essere arrivati a conquistare terreno sempre più nelle vicinanze della capitale, erano pronti a scalfire anche quella.
Il Re era vecchio, e preoccupato. Inutile non accorgersi dell'ombra che ogni tanto gli velava lo sguardo.
Era stato questo a far litigare lui e Noctis, giorni addietro.
Anche il principe stava iniziando a temere per la salute di suo padre e per quella del regno.
Alzò gli occhi a guardare il cielo pacifico, pensando agli angioni del re che nel frattempo combattevano per tenere a freno l'avanzata dell'esercito imperiale.
Anche loro ... non avrebbero resistito a lungo.
Che fine avrebbero fatto? C'erano così tante cose in gioco ...
E lui ed Alexandra ... non erano che due cittadini come tanti, le loro storie erano in pericolo come quelle di tutti gli altri intorno a loro, adesso.
L'avrebbe persa?
Il solo pensiero lo fece tremare.
Sentirla piangere lo ferì.
Allora la sciolse dall'abbraccio, la invitò ad alzare il viso verso di lui prendendole il mento con il dito indice e sollevandoglielo.
Poi, dopo aver guardato quegli occhi forti nascosti dietro gli occhiali rossi appannati, la baciò prendendole il viso tra le mani e accarezzandogli i capelli dietro la nuca.
Lei si lasciò andare, sfiorando i suoi con le dita.
Fu intenso.
Come i loro sentimenti in quel momento, e i loro timori.
E quando finì, ne iniziò un altro più breve che terminò in un abbraccio in cui lui la strinse protettivo, e lei si immerse nel suo calore.
 
-Andrà tutto bene, Alexandra ...- ripeté Scientia, ora davvero sicuro -Te lo prometto. Andrà bene per noi.-
 
E la giovane gli sorrise, accoccolandosi di più tra le sue braccia.
 
-Va bene ...- mormorò in risposta, annuendo -Voglio crederti ... Mr. Scientia ...-
 
"Vorrei, vorrei
che tu fossi felice in ogni istante
Vorrei, vorrei
stare insieme a te così per sempre,
però lo sai che io vivo attraverso gli occhi tuoi ..."
 
\\\
 
Monica spense sospirando il televisore, nel buio della notte si rigirò sull'altro lato del letto e chiuse gli occhi, per poi riaprirli due secondi dopo.
Assurdo.
Era assurdo.
Una guerra ...
Non poteva accadere.
Non poteva scoppiare una guerra, ora.
Che ne sarebbe stato di loro, delle loro case e dei loro progetti?
Ci pensò su, e si sentì opprimere il petto da un peso enorme, causato dalla mancanza di soluzioni positive.
Era sempre stata una donna pragmatica e analitica, anche troppo in realtà.
Spesso Alexandra le rimproverava di essere troppo concentrata sui propri schemi mentali.
La verità era che aveva bisogno di programmare la sua vita per non sentirsi persa, doveva farlo per essere sicura di poggiare i suoi passi su un terreno solido e non sprecare nemmeno un istante del proprio tempo.
A seguito di una operazione chirurgica piuttosto delicata i medici le avevano rimproverato di lavorare troppo, diagnosticandole una sindrome da stress da lavoro.
Era così, non poteva farci nulla. Aveva bisogno di sentirsi utile e impegnata per non crollare.
Ma adesso ... quello non era un imprevisto da poco, era un ostacolo grosso come una montagna, anzi di più.
Una guerra!
Bombe, invasioni, feriti e morti!
Sospirò di nuovo, tesa.
Poi si alzò dal letto e rassegnata scese in cucina a farsi una tripla camomilla.
Prese sonno alle quattro e quarantacinque del mattino, addormentandosi sul divano dopo svariate camomilla e tentativi vani di tornare a letto.
E alle sette si svegliò, scossa da un incubo orribile pieno di soldati, sangue e morti.
Sospirò, accorgendosi solo allora di stare piangendo.
E con l'umore a terra si alzò, si preparò un caffè e poi cercò di rimettersi in sesto per la lunga giornata di lavoro che l'attendeva.

\\\

Annemary Baker reagì molto diversamente dalle sue figlie alla notizia.
Lei non aveva paura della morte, aveva fede negli dei.
Qualsiasi cosa fosse accaduta, era sicura che loro avrebbero saputo preservare le sue figlie dal triste destino che si presagiva loro.
Aveva perso sua madre quando non aveva che cinque anni, è vero. Ma in una occasione aveva avuto modo di conoscere Sylvia Nox Fleurt, la madre della principessa Lunafreya, e di essere guarita da lei.
Da quel momento aveva smesso di chiedersi perché, e aveva iniziato a domandarsi: "Perché no?"
La fede era cresciuta velocemente in lei, alimentata da un forte senso di spiritualità e da una mente riflessiva.
Doveva esserci qualcosa di più grande in tutto questo.
E anche se non ne capiva appieno il disegno, aveva deciso di fidarsi, e fino ad oggi non era rimasta delusa.
Perciò quella sera, a letto, prima di addormentarsi come sua abitudine pregò a lungo.
Ma stavolta lo fece esclusivamente per trovare conforto, e chiedere aiuto.
Ringraziò gli dei per tutto quello che le avevano dato, li lodò per le loro gesta e la loro benevolenza.
Poi chiese di cuore clemenza per le sue ragazze.

-La mia vita è stata splendida, e piena di gioia.
Fate che anche quelle di Monica e Alexandra lo siano. Proteggetele, e fate in modo che almeno loro siano al sicuro dalla morte, per ora.
Soprattutto Alex ... lei è una ragazza forte, coraggiosa, e speciale.
E anche il suo Ignis lo è.
Fate che possano vivere la loro favola, fino alla fine. È così bello l'amore...
E Alexandra era così ansiosa di scoprirlo.
Fate che possa goderselo.
Non lasciate che le spezzino la vita proprio adesso. Vi prego ... è l'unica cosa che vi chiedo.
E ... così sia ...-

Addormentandosi infine, col cuore in pace e un sonno pieno di sogni tranquilli.
Gli dei non potevano deluderla, nemmeno adesso.
Soprattutto adesso.
 
\\\
 
Alexandra rientrò a casa verso mezzanotte. Ignis le aveva offerto una cena ed erano rimasti a parlare a lungo.
Si sentiva capita e confortata.
Altrettanto non lo era la sua amica Eve, che ritrovò a piangere sul divano, in un mare di fazzoletti.

-Eve ...- mormorò triste e dispiaciuta.

La ragazza sorrise appena, ma non riuscì a non ripiombare in singhiozzi irregolari, soffiandosi di continuo il naso e piagnucolando straziante.
Aveva paura.
Tanta paura.
Una paura folle, quasi forsennata.
Alexandra sorrise triste e intenerita, e avvicinatasi le si sedette accanto abbracciandola e accarezzandogli la schiena.
La giovane si lasciò andare dando sfogo a tutte le lacrime che aveva cercato di reprimere.
Nello stesso momento la cagnolina si avvicinò scodinzolando e leccò le mani della sua padroncina, appoggiando il muso sulle sue gambe e chiedendole coccole con i suoi occhioni dolci.
Alex sorrise.

-Dai, Eve. Ally non vuole vederti triste ...- la incoraggiò, strappandole almeno un sorriso che si affievolì rapidamente.

Jane Baker accarezzò il naso del cocker e poi strinse di più l'amica tra le braccia, sorridendo.

-È normale avere paura. Ma dobbiamo avere fiducia nel re, Ignis dice che sta facendo di tutto per evitare uno scontro qui ad Insomnia.-

La giovane sorrise amara, tornando a guardarla negli occhi.

-Non riesco a capire, Alex ...- mormorò tirando su col naso - Se sei troppo stupida o troppo innamorata, per credere a tutto quello che ti dice il tuo uomo.-

Risero entrambi, stemperando la tensione.
Alex annuì.

-Forse ...- le rispose -Entrambe le cose. Ma abbiamo altre alternative oltre il fidarci o impazzire di paura?-

Eve smise di singhiozzare e scosse il capo, asciugandosi gli occhi con l'ultimo fazzoletto e prendendo a coccolare la sua cagnolina.

-No, in effetti.- assentì -Speriamo allora che il tuo ragazzo abbia ragione ...-

Alexandra sorrise, cercando di non farsi vedere troppo impensierita.
"Già ... Speriamo ..."
Quindi si alzò e le chiese, premurosa.

-Hai mangiato?- Eve scosse il capo -No.- replicò, tirando su col naso -Non avevo fame, in realtà.-
-Ti preparo qualcosa.- decise allora, dirigendosi in cucina.

Aprì il frigo, diede un'occhiata veloce e poi tirò fuori del formaggio cremoso, una confezione di tocchetti di prosciutto cotto, cipolla e carote.
Mise la pentola con l'acqua per la pasta sul fuoco e accese il fornello.
Poi tagliò la cipolla un fette sottili e la sminuzzò col coltello.
Mentre la stava facendo soffriggere col prosciutto in padella la raggiunse Eve, che intanto si era cambiata e aveva sciacquato il viso.
Si riempì un bicchiere d'acqua dal frigo.

-Allora ... immagino che la serata sia andata bene...-

Alex sorrise.

-Si ...- rispose -Benissimo...-

Il sorriso le si allargò spropositatamente sulle labbra.
Eve la osservò compiaciuta mentre ripassava gli eventi importanti della serata spadellando con brio.
Lei e Ignis erano rimasti al parco fino a che il sole non era tramontato, poi lui le aveva proposto un giro al luna park, per dimenticare per un istante tutta la paura che entrambi provavano.
Pur non avendo gli abiti adatti, lei accettò, lasciandosi prendere la mano nella sua, morbida e calda.
L'aveva accompagnata in macchina, le aveva aperto la portiera per farla salire, poi si era seduto al posto del guidatore ed erano sfrecciati insieme verso il parco divertimenti, situato in centro città.
Quella sera, nonostante la pessima notizia, era abbastanza affollato. Sembrava che tutti avessero voglia di divertirsi a non pensare.
Fecero un giro sull'enorme ruota panoramica, godendosi la brezza e lo spettacolare panorama di quella parte di Insomnia dall'alto.
Le sue luci, il suo aspetto saldo e perfetto, i palazzi scintillanti.
Abbagliata da quella visione presto si era persa anche a guardare il volto di Ignis, illuminato dalle luci multicolore dei lampioni e dei neon del parco.
Per un attimo le era mancato il fiato.
Il profilo nobile, intellettuale, gli zigomi pronunciati, il mento quadrato e appena un pò sporgente, i capelli biondi come il grano maturo mossi dal vento. Scrutava tutto da dietro il vetro dei suoi occhiali, attento e assorto, i suoi occhi verde acqua esaminavano ogni oggetto, ogni movimento, ogni singolo dettaglio del paesaggio e in pochi istante la sua mente elaborava pensieri, concetti filosofici e pratici sulla vita e sul mondo o aneddoti di un'ironia pungente e intelligente, mai troppo offensiva. Oppure richiamava concetti appresi durante le sue lunghe sessioni di studio, pillole di storia e cultura, idee nuove da attuare in ogni campo.
La sua mente ... era una mente espansa, piena di vita, di fermento. Ricca di intelligenza. E quel corpo ne rifletteva questa sua inclinazione. Quel modo di porsi elegante, i suoi modi di fare raffinati, il suo modo calmo e sicuro di parlare e di porsi, con rispetto e umiltà.
Più volte si era chiesta come facesse a non perdere la calma. Stasera lo aveva capito.
Era il suo sapere.
Tutto quel sapere, tutta quella voglia di conoscere. Era per questo che riusciva ad essere sempre così sicuro.
Un proverbio piuttosto famoso diceva che la cultura rende liberi.
Ebbene, Ignis Scientia ne era l'esempio vivente.
Il fuoco della cultura e del sapere lo illuminava, per questo la sua mente era libera. Certo, non conosceva tutto, ma la voglia di sapere lo rendeva umile, avvicinabile e quasi invincibile al contempo.
Era consapevole che per imparare e capire avrebbe dovuto ascoltare, leggere, guardare. Questo lo rendeva vivo, come viva era la sua mente, il suo sguardo.
Era giovane, quindi inesperto. Ma non aveva fretta di crescere, perché anche quello sarebbe stato un qualcosa da imparare.
L'amore per lei ... era quanto di più straordinario avesse avuto, un sentimento che si autorigenerava ad ogni minuto che passava e che per la prima volta gli faceva sperare che non avesse mai fine.
L'amore era stata la prima cosa a stravolgere i comuni concetti del mondo imparati nei libri.
Per quanto riguardava lei invece, il solo vederlo sfolgorare di quella luce, quel fuoco intellettivo che solo i più bravi sapevano riconoscere, la stregava.
Poi bastava stare un po' in sua compagnia per sentirsi completa, capita, voluta. Era come lui. Anche lei aveva dentro quel fuoco che ardeva, che la spronava a voler conoscere, leggere, capire.
E finalmente non era più sola.
Quasi senza accorgersene si ritrovò a guardarlo rapita, a bocca aperta e col cuore che le batteva a mille mentre la mano destra continuava a stringere la sua sinistra.
Quando poi lui all'improvviso si voltò a guardarla, lei non potè fare a meno di avvicinare le labbra alle sue, perfette e invitanti, e baciarlo con trasporto.
Lo sorprese, ma dopo un attimo di brivido lui le prese il volto tra le mani e la assecondò, fino a che la ruota non tornò a terra e si fermò del tutto con un suono metallico.

 
"...E vorrei poterti amare
fino a quando tu ci sarai
Sono nato per regalarti quel che ancora tu non hai
Così se vuoi portarmi dentro al cuore pur con te
vivi ti prego e sai perché..."

Si erano guardati affannati, fronte a fronte e naso contro naso, col cuore che batteva a mille. Incapaci di staccarsi da quel momento.

-Io ti amo, Ignis Scientia.- aveva mormorato.

Lui aveva sorriso, sfiorandole appena le labbra in un altro accenno di bacio che lei aveva assecondato sorridendo a sua volta.

-Anche io, moltissimo. Alexandra Jane Baker.-

E a quel punto le aveva stretto la mano, tirando fuori dalla tasca destra del soprabito un piccolo anello scintillante che poi le aveva messo all'indice.
Di nuovo le si era mozzato il fiato in gola.
E guardandolo a bocca aperta aveva mormorato, incredula e sorpresa.

-C-che ... c-che significa?-

Ignis l'aveva guardata intensamente negli occhi, si era portato quella mano alle labbra e aveva sfiorato con le labbra il gioiello, facendola vibrare.

-Che ti amo così tanto da non voler amare nessun'altra.-

Le era girata la testa. E finalmente quelle benedette farfalle avevano preso il volo anche nel suo stomaco.
Un sorriso simile a quello che aveva adesso le si era stampato in viso.
Aveva iniziato a tremare, e gli occhi le si erano riempiti di lacrime.
Avrebbe dovuto rispondergli in qualche modo.
E dato che non riusciva a parlare lo aveva fatto baciandolo di nuovo con foga e poi abbracciandolo forte, avvolgendogli le braccia attorno al collo e sentendolo tornare a stringerla forte con quelle braccia forti.
Un coro di applausi e congratulazioni si era levato dalla folla che era rimasta a guardarli.
Finalmente riavendosi, si erano guardati intorno e avevano sorriso imbarazzati e felici, poi Ignis l'aveva presa per mano e l'aveva aiutata a scendere.
Si erano avviati insieme verso un chiosco di caramelle lì vicino, le aveva comprato dello zucchero filato dal sapore così buono che ancora le era rimasto in bocca.

-Se me lo avessi detto mi sarei vestita con qualcosa di più adeguato.- era arrossita lei, mentre aspettavano.

Non erano riusciti a staccare le loro mani dallo stringersi.
Ignis le aveva sorriso, prendendo in consegna il bastoncino su cui vorticava una soffice nuvola rosa e porgendoglielo.
Poi aveva pagato.

-Mi spiace. Ma ti avrei rovinato la sorpresa.- si era scusato, con un mezzo sorriso.

Alexandra aveva sorriso e scosso il capo, prendendo a staccare piccoli pezzettini di zucchero e portandoseli alla bocca uno alla volta.

-Non fa niente ... amore mio.- gli aveva detto, scoccandogli un occhiolino ammiccante.

Lui aveva sorriso imbarazzato, quindi le aveva avvolto un fianco con il braccio destro e stringendola a sé le aveva permesso di appoggiare la testa alla sua spalla.
Poi insieme avevano ripreso il giro del luna park, inebriati da tutto quello che era appena accaduto.
Alla fine Ignis aveva deciso di seguire il consiglio di Gladio e dargli subito quel benedetto anello, per evitare che in futuro fosse stato impossibilitato a farlo.
Ora si appartenevano, e lo avrebbero fatto per sempre.
Mentre ci pensava, Alex tornò al presente, spense il fornello e dopo aver messo il pentolino da parte si voltò completamente verso Eve le sorrise eccitata, mostrandogli la mano su cui brillava il gioiello.
All'istante gli occhi di Eve si sgranarono quasi fino ad uscire fuori dalle orbite.

-Oh mio ...- mormorò, stupefatta.

Poi le prese la mano e lo scrutò con attenzione.

-Oh per tutti gli dei, Alex! Ma è un trilogy! Sono diamanti veri! È d'argento!!- esclamò eccitata e su di giri.

Alex rise.

-Lo so!-

Batté le mani saltellando allegra.
Si abbracciarono forte, quasi commosse.

-Ah, tu! - fece dopo qualche istante Eve, stringendole le spalle -La mia piccola dog sitter ... Ne hai fatta di strada da quando la fortuna ti ha baciata.- carezzandole dolce i capelli.

Alex inclinò di lato la testa, rivolgendole un sorriso intenerito.

-Vedrai che verrà anche per te il momento.- tentò di confortarla.

Ma Eve scacciò l'aria con una mano e le pizzicò una guancia, rallegrandosi.

-E chi ti dice che non sia la “zitellagine” la mia fortuna.- scherzò strappandole una risata, per poi concludere -Ricordati di invitarmi al matrimonio, per ora.-

Quindi la lasciò sorridente ai fornelli e le raccomandò, fingendosi severa.

-E sbrigati con quella pasta che sto morendo di fame.-

Alexandra ridacchiò, tornando alla sua ricetta.

-Agli ordini!- rispose allegra.

Fu il piatto più buono che avesse mai cucinato in vita sua, si sentiva particolarmente ispirata.
E quella notte, nonostante l'incubo della guerra, lei andò a letto piena di speranza e progetti, e sognò.
Dopo interminabili anni passati a cercare di non farlo e non pensarci per non sentirsi più sola, finalmente sognò di nuovo il giorno delle sue nozze. Con la sola differenza che stavolta il suo sposo aveva un volto, ed era il più bell'uomo che avesse mai sperato d'incontrare in vita sua.
Dimostrazione vivente che, a volte, i sogni potevano avverarsi nei modi più impensabili. Ma lei questo lo sapeva già.


"Vorrei, vorrei
esaudire tutti i sogni tuoi
Vorrei, vorrei
cancellare ciò che tu non vuoi
però lo sai che io vivo attraverso gli occhi tuoi (gli occhi tuoi...)
"
 

NDA: Bene, salve! Eccoci qua, al penultimo capitolo di questa fic. Come avrete capito, questi due capitoli sono ambientati nel lasso di tempo che va dall'episodio brotherood dedicato ad Ignis a poco prima del kingslave, quindi appena qualche settimana.
Lo so, è tutto precipitato all'improvviso poveri cuccioli. Ma una guerra non aspetta nessuno, tantopiù se c'è di mezzo Ardyn (grrrrrrr).
Come già preannunciato, il prossimo capitolo chiude il ciclo narrativo di questa fiction, dopo di che ci saranno una breve raccolta di one shot (al massimo due singole) e un'altra mini long ambientata in Comrades.
Come avrete notato, nella scena del luna park c'è una descrizione di Iggy che (oltre ad avermi fatto arrossire e non poco, ghgh) mi ha riportata al significato del suo nome.
Ignis= Fuoco, Stupeo= Stupore o Meraviglia, Scientia= Conoscenza o Scienza.
E' importante che voi lo sappiate/ricordate soprattutto perchè in seguito potrei tornare su questo concetto ;)
Detto questo, attendo commenti e spero vi sia piaciuto. Ora resta da chiedersi se sti due bei "ciofani" riusciranno a sposarsi prima che scoppi il pandemonio.
Io ho già la risposta, ma non ve la dico per "non rovinarvi la sorpresa" come ha detto il nostro amato quattrocchi :D
A presto ;)

Red_Coat
   
 
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