Videogiochi > Final Fantasy XV
Segui la storia  |       
Autore: Red_Coat    28/10/2018    1 recensioni
Nel calore di un'estate afosa, alla luce di una fiammella e per una manciata di cacao amaro in polvere e un ciuffo di cavolfiore, questa è la storia di quando Ignis Stupeo Scientia s'innamorò per la prima volta in assoluto nella sua vita.
E fu un amore tutto da ... gustare.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gladiolus Amicitia, Ignis Stupeo Scientia, Noctis Lucis Caelum, Nuovo personaggio, Prompto Argentum
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Il meraviglioso fuoco della conoscenza'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
-Come bolle di sapone-


-M-matrimonio??-

Il principe Noctis Lucis Caelum sgranò gli occhi sbigottito e sorpreso.
Ignis lo fissò con calma, senza aggiungere altro.
A fare più casino furono gli altri due, Gladio e Prompto, seduti sull'altro angoli del divano.
Si trovavano a casa del Principe, si erano radunati lì dopo che Ignis li aveva chiamati uno per uno per dir loro che dovevano farlo immediatamente.
Era mattina, l'odore del caffè fumante e delle frittelle dolci con panna montata e fragole si spandeva tra le stanze e nelle narici deliziate dei residenti.
Prompto era arrivato per primo, col cuore in gola per l'ansia. Viste le ultime notizie di quei giorni e l'incarico di Ignis non sapeva cosa aspettarsi.
Perciò non appena era arrivato a casa del principe lo aveva tempestato di domanda alla quale lui non aveva saputo dare nemmeno una risposta.

-Che vuoi che ne sappia io, Prompto!- aveva infatti sbottato, gettandosi sul divano -Sono il principe ma non conto niente in fondo ...- aveva mugugnato, commiserandosi.

Era strano. Per tutta la vita non aveva fatto che cercare il modo per evadere dagli obblighi reali, mentre ora invece si sentiva inutile proprio per non poter aiutare il suo vecchio.
Avrebbe fatto qualsiasi cosa ... pur di rendersi utile.
Ma lo sapeva, suo padre era un re e non si tirava mai indietro dai suoi compiti.
Nemmeno quando farlo era rischioso.
Vecchio pazzo, accidenti a lui!
Prompto aveva rispettato quel momento di turbamento, e lo aveva lasciato in pace a riflettere sedendogli accanto.

-Iggy non ti ha detto proprio niente?- era stata la sua unica altra domanda.

Alla quale il Principe aveva risposto scuotendo il capo e mugugnando.

-Mh, mh.-

Non sapeva che pensare... nel dubbio avrebbe preferito cercare di essere positivo, ma in tutti i giochi di guerra che aveva imparato, scacchi in primis, era la caduta del re a far vincere la guerra.
Aveva cercato di calmarsi respirando ad occhi chiusi, continuando a ripetersi che sarebbe andato "tutto bene"
"Andrà tutto bene, è tutto a posto. Papà sa cosa fare".
Fino all'arrivo di Gladio, che aveva più o meno le  stesse sensazioni di Prompto ma era fiducioso.

-Iggy mi sembrava tranquillo al telefono. Vedrete che non sarà niente di grave.-

Niente però, nemmeno le più rosee previsioni, poteva lasciar presagire la notizia che li aveva raggiunti all'arrivo dello stratega.
Ignis era rimasto in piedi al centro del divano, con tutta l'aria di dover fare un discorso importante, e mentre tutti attendevano ansiosi che parlasse li aveva scrutati attentamente per poi rivolgersi direttamente a Noctis, senza nascondere l'emozione.

-A seguito della visita di un messo imperiale Sua maestà Re Regis Lucis Caelum vuole che tu e sua grazia, la principessa Lunafreya Nox Fleurt, convoliate a nozze entro le prossime due settimane.-

Il principe era rimasto interdetto, incredulo.

-Wow!- aveva esclamato Prompto, battendogli una pacca sulla spalla -Noct, complimenti-

Gladio aveva riso.

-Da non crederci! Il principino si sposa!-

Noctis a quel punto li aveva guardati come se lo avessero appena preso a schiaffi, battendo più volte le palpebre per poi tornare su Ignis, che continuava a scrutarlo con un sorriso sotto i baffi.

-Aspetta ... Io e Luna ... Che?!- aveva domandato cadendo dalle nuvole.

Il biondo aveva sospirato incrociando le braccia sul petto.

-Dovrete unirvi in matrimonio, Noct.- ripeté -Per suggellare un accordo di pace tra Niflheim e Lucis che tuo padre e l'imperatore firmeranno tra una settimana.-
-Ti devi sposare, zuccone!- aveva ribadito Gladio sforzandosi di rimanere serio -Con Lunafreya.-

Ancora più sconvolto, Noctis aveva trattenuto il fiato, esclamando la su citata domanda.

-M-matrimonio?? Io? Con ... Luna?-

Ma che...??
Cosa...??

-Iggy, non è divertente.- lo avvisò corrucciandosi.

Scientia sospirò di nuovo scuotendo il capo.

-Non sono mai stato così serio in vita mia, Noct. E nemmeno il Re aveva l'aria di scherzare.-

Noctis si sentì avvampare.
"Ma che assurdità è mai questa?"

-Perché Noct? Non ti piace l'idea di sposare Lunafreya?-

Domando Prompto curioso e felice.
Il viso del principe divenne paonazzo, l'espressione del più puro imbarazzo.

-No! Cioè, si!- esclamò, sbracciandosi -Ma ... è che ... insomma!-

Gladio e Ignis si scambiarono uno sguardo loquace ridendosela.

-Potrei sbagliarmi, ma sei talmente felice che non riesci nemmeno a parlare.- lo prese in giro Gladio.

Noctis lo fulminò con lo sguardo.
Volle ribattere, ma Ignis lo prevenne specificando serio.

-Fa bene ad esserlo. Questo matrimonio suggellerà la pace tra i due stati ed eviterà un notevole risparmio di soldi, armamenti, soldati e vite civili.-
-Quindi Noct e Luna si sposeranno e tutto rimarrà come prima?- chiese entusiasta e sollevato Prompto.

Era come se le sue preghiere fosse state esaudite. Però quando lo vide farsi greve e scuotere il capo con un sospiro temette il peggio.

-Purtroppo i confini di Lucis si ridurranno alla sola città di Insomnia.-

Tutti sgranarono gli occhi sorpresi.

-Quindi stiamo cedendo il regno al mostro. È una resa totale, non una pace!- esclamò indignato Gladio.

Ignis annuì.

-Capisco i tuoi sentimenti, ma purtroppo ...- guardò Noctis con aria affranta e decise di non infierire.

Sapevano già molto bene perché il re avesse deciso di fare quella scelta.
Per un istante gli occhi del principe si velarono di tristezza.
"Mio padre ha davvero toccato il fondo ..." pensò, ma non si espose.
Anche perché il suo istante di tristezza fu subito scacciato dalle parole confortanti di Ignis, che gli si rivolse in tono più informale e fraterno.

-Noct, tuo padre ha fiducia in te. E ti sta dando l'opportunità di collaborare con lui per la salvaguardia dei vostri sudditi. Sono sicuro che saprà cavarsela.-

Noctis sorrise annuendo.
Lo sperava. Lo sperava davvero tanto.
E se era Iggy a dirglielo riusciva a crederci un pò di più.
Calò un silenzio calmo tra di loro, i loro cuori si rasserenarono e finalmente gli animi si placarono confortati.
A rompere di nuovo il silenzio con una battuta e l'ennesima sorpresa fu Gladio, che si rivolse a Iggy ma guardando anche gli altri con un sorriso.

-Allora a chi devo fare per prima le congratulazioni?-

Ignis dapprima sgranò gli occhi, poi si nascose il viso con la mano sinistra abbassando il capo.
Gli altri lo fissarono sorpresi.

-Che vuol dire?- chiese Noctis.
-Hey, Iggy!- sorrise Prompto divertito -Ci devi dire qualcosa?-

Gladio rise.

-Certo che si!- esclamò.

Ignis sospirò e sorridendo alzò le mani.

-E va bene, mi arrendo.- replicò, per poi annunciare, portandosi la mano destra aperta sul petto per mostrare il gioiello che brillava sul suo dito indice -Ho chiesto ad Alexandra di sposarmi.-  annunciò, mentre gli altri lo guardarono stupefatti.

Il primo ad esultare fu Prompto, che si alzò in  piedi e battendo le mani lo abbracciò, cogliendolo di sorpresa ma poi strappandogli un sorriso.

-Evvai! Si! Congratulazioni Iggy. Hey, voglio fare il fotografo di entrambi i matrimoni, sia chiaro.- li avvisò puntando contro ciascuno di loro il dito indice.
-Ma quando la sposerai?- chiese quindi Noctis, con un sorriso.

Era contento per loro, ma la situazione era repentinamente cambiata e adesso c'era il suo matrimonio di mezzo.
Per tutti gli dei, ancora non riusciva a crederci!
Ignis scosse le spalle.

-In realtà non lo so. Ho pensato solo ...- disse guardando Gladio e scambiando con lui un sorriso -Che avrei dovuto rendere la cosa ufficiale per non perderla.- tornò a guardare il Principe -Potremmo farlo dopo il vostro matrimonio. Così magari potrete presenziare anche tu e sua grazia.-

Prompto era in visibilio.

-Sarebbe fantastico!- esclamò convinto, allargando le braccia.

Sarebbe stata una festa fantastica, piena di invitati di prestigio e leccornie! Entrambe sarebbero state feste sfarzose degne di matrimoni alla corte reale!
Si! Che bellezza.
Gladio nel frattempo sorrise.

-Dici che il Re accetterebbe di ufficiare?- domandò.

Ignis si sistemò gli occhiali sul naso, sorridendo imbarazzato.

-Non credo sia necessario scomodare sua altezza per questo ...-

Noct si fece serio.

-Scherzi?- gli chiese, quasi offeso -Certo che presenzierà. Se lo conosco bene sarebbe capace perfino di invitarvi a palazzo per il ricevimento.-

I quattro sorrisero, contenti e divertiti.
Alla fine la situazione non era volta così in peggio, dopo tutto.
Insomnia sarebbe continuata ad esistere, Re Regis aveva trovato un modo per non combattere, Noctis e Luna si sarebbero rivisti dopo dodici anni e avrebbero finito per passare il resto della vita insieme, e Ignis aveva trovato il vero amore.
Erano stati fortunati, oppure era troppo presto per cantare vittoria? In fondo, pensò Gladio con una punta di inspiegabile angoscia mentre ritornava a casa, era stato ... tutto troppo semplice.
E non sapeva se esserne preoccupato o contento.
Decise che ne avrebbe parlato con suo padre, alla prima occasione.
 
\\\
 
Quella sera …
 
Sempre seduti sulla loro panchina a guardare il tramonto, Ignis e Alexandra bevevano in silenzio la propria lattina di Ebony con uno peso leggero sul cuore.
Lui le aveva appena comunicato che il Principe si sarebbe sposato e che lui sarebbe dovuto partire per accompagnarlo, presumibilmente assieme a Gladio e Prompto, che aveva deciso di arruolarsi negli angioni per poterlo fare.
Nell'udirlo Alex aveva sorriso, ricordando le parole del ragazzo.
"Dovevo essere all'altezza di Noct, se volevo essere suo amico".
Era tenero.
Stava facendo tutto questo per stare accanto al suo migliore amico, un po' come lei con Ignis.
Anche lei, prima di conoscerlo, si era data da fare per piacere a lei stessa ma soprattutto all'uomo della sua vita, che proprio per questo avrebbe potuto riconoscerla.
Solo che adesso ...

-Quindi ...- mormorò, stranamente atona.

Non finì la frase. Non ce la fece, riuscì solo a sospirare pesantemente.
Ignis la guardò, senza ricevere uno sguardo in cambio.
Lei sembrava assorta a scrutare la sua lattina come se vi cercasse il senso della vita.

-Ci sposeremo quando tutto questo sarà finito, Alexandra.- le disse, serio e sicuro, e finalmente lei lo scrutò.

Aveva gli occhi stranamente lucidi e un'espressione stranamente triste in viso.
La vide annuire, sorridendo forzatamente per poi tornare a guardare la lattina e berne l'ultimo sorso.

-Va bene, Mr. Scientia.- gli rispose.

Lui la fissò, come se si aspettasse altre parole in aggiunta.
Invece la giovane si alzò dalla panchina e si avvicinò al cestino a mezzo metro da essa gettandovi svogliatamente la lattina.
Ignis Scientia non seppe spiegarsi quel suo umore improvvisamente triste e apatico, ma Alexandra non riusciva a non essere triste.
Quelle sensazioni c'erano ancora.
Nonostante l'annuncio della pace e quell'anello al dito, lei continuava a sentirsi inquieta. Era come avere una bestia feroce acquattata alle spalle che se ne stava mimetizzata tra le fronde alte in attesa di coglierla di sorpresa e sbranarla.
Ma non poteva dirglielo, perché non aveva altro che sensazioni ed erano troppo poco per poter essere qualcosa in cui credere, anche se lui l'amava.
Tornò a sedersi al suo fianco, appoggiò la testa sulla sua spalla e chiuse gli occhi, sospirando.
Ignis lo fece a sua volta, mettendo da parte la lattina vuota e prendendole la mano destra nella sua.
Anche senza che lei gli parlasse, capiva bene come si sentiva.
Era un'angoscia che accomunava tutti a palazzo, dagli angioni al re stesso.
Nessuno credeva ad una sola parola scritta in quel trattato di pace, ma la speranza era l'unica cosa ancora in vita e, seppur con qualche precauzione, Re Regis Lucis Caelum aveva deciso di seguire quella strada.

-Ti sposerò, Alexandra.- le ripeté, appoggiandole un bacio sulla nuca e poi tornando a guardare con lei il tramonto, che aveva tinto di rosso fuoco il cielo sopra Insomnia -Lo farò perché ti amo e perché te l'ho giurato.-

Sorrisero entrambi, stringendosi di più le mani.

-Sarà una festa degna di questo nome, il giorno più bello della nostra vita. Saranno tutti presenti, da Noct a sua Grazia Lunafreya, e se saremo fortunati sua maestà celebrerà le nozze.-

Alex sorrise, perdendosi ad ascoltare quel racconto sognante e sentendo le lacrime farsi spazio tra le pupille chiuse, mentre la sua fervida fantasia da scrittrice le permetteva di viverlo già, e il suo cuore batteva forte ad ogni singola parola.
La testa le girò vorticosamente, sentì il viso ardere e soffocò un singhiozzo.
Stavolta non riuscì a capire se fosse colpa della magica voce di Ignis o dell'amore che si confondeva con la tristezza.
Lui sorrise, appoggiando la testa sulla sua. E proseguì.

-Mi hanno detto che vedere il vestito della sposa delle nozze porta sfortuna, quindi non lo immaginerò nemmeno. Ma io sarò vestito di bianco, visto che a te piace tanto ...-

Alexandra sorrise.

-Tu mi piaceresti anche vestito di stracci o con i tutti i colori dell'arcobaleno.- mormorò tra le lacrime, senza muoversi e continuando a tenere gli occhi chiusi.

Ignis ridacchiò sistemandosi gli occhiali sul naso.

-Lo so, ma non posso certo peccare in eleganza il giorno delle nostre nozze. Non trovi?- le chiese scherzoso, felice di essere riuscito a risollevarle il morale.

Alex sorrise, scosse appena il capo.

-No, non puoi.- assentì.

Ignis sbuffò divertito, quindi staccò la mano dalla sua e la trasse a sè avvolgendola in un abbraccio.
Alex si accoccolò sul suo petto, ascoltando il suo cuore e riprendendo quella mano con la sua sinistra.

-E poi?- chiese ancora.

Ignis tornò a guardare il cielo.
Sapeva quanto ascoltare la sua voce le facesse bene. Non capiva bene perché né come fosse possibile, ma non era necessario comprenderlo appieno. Era la prima persona a dipendere dalle sue parole, di solito la maggior parte delle persone (inclusi quei tre scapestrati dei suoi amici) lo trovavano noioso e dopo un po’ smettevano di ascoltarlo.
Lei no, e adesso ne aveva bisogno più di ogni altra cosa.
Perciò andò avanti a fantasticare ad alta voce raccontandole il giorno delle loro nozze mentre la ascoltava addormentarsi lentamente tra le sue braccia, come se fosse la più bella favola della buona notte.
Alexandra non se ne accorse nemmeno, cullata da quel suono così soave e sofisticato.
Quando Ignis si decise a riportarla a casa il sole era appena tramontato del tutto e iniziava a fare freddo.
Le tirò su la cerniera del cappotto rosso che indossava e il cappuccio, per evitare che prendesse freddo.
Poi la prese tra le braccia e la sollevò.
Nel dormiveglia lei gli legò le sue attorno al collo e si sistemò meglio sul suo petto.
Scientia sorrise.
Quindi la sistemò sul sedile accanto a quello del guidatore e le allacciò la cintura.
Mentre stava per risalire in macchina si sentì chiamare e voltandosi vide Gladio sopraggiungere.

-Gladio ...- gli disse, preoccupato -Tutto bene.-

L'altro guardò sia lui che la giovane addormentata sul sedile e sorrise.

-Com'è andata?- gli chiese.

Ignis sospirò.

-Come mi aspettavo. Ovviamente non sarà facile per lei aspettare.-

Amicitia si fece serio.

-Quindi ti aspetterà?- gli chiese sorpreso.

Scientia si voltò a guardarla, ringraziando il cielo di aver chiuso lo sportello.

-Si.- disse semplicemente, sospirando.

Per forza di cose. Maledetto destino!
Gladio lo scrutò assottigliando le palpebre.

-Avete litigato?- chiese.

Ignis sorrise.

-No...- rispose scuotendo il capo -Certo che no.-

Ancora più sorpreso Gladio tornò a domandare.

-Non ti ha fatto storie, scenate o cose simili?-

Ignis sorrise, il cuore pieno di gratitudine verso quella ragazza che gli dormiva in macchina.

-Niente di tutto ciò.- rispose, scuotendo il capo -È stata dispiaciuta, ovviamente. Ma credo abbia capito ...-

Gladio fissò assorto la ragazza.

-Wow ...- mormorò senza parole.

Poi tornò a guardare l'amico e concluse, serio.

-Tienitela stretta, Iggy. Una ragazza così non si incontra spesso. Sono più uniche che rare.-

Ignis sorrise.
Lo sapeva bene. Per questo non vedeva l'ora di far si che le parole di quella sua favola diventassero splendida realtà.
Sarebbe stato un giorno stupendo, e sarebbe venuto al più presto.
Lui e Gladio si separarono, salutandosi.
Quest'ultimo aveva una cena di famiglia, mentre lui salì in macchina per riaccompagnare il suo amore a casa.
Mentre era fermo ad un semaforo si concesse qualche istante per guardarla dormire.
Sorrideva.
E così piccola e accoccolata su sè stessa sembrava una bimba indifesa.
Allungò una mano a sfiorarle con una carezza il cappuccio sopra la testa.

-Non preoccuparti ... amore mio.- le disse con un sorriso, senza sapere se potesse o meno averlo sentito ma sperando che lo avesse fatto -Siamo legati adesso, saprò adempiere quella promessa. Tu fidati soltanto di me.-
 
***
 
L'annuncio delle nozze aveva scosso in positivo la vita della famiglia Baker.
Monica e mamma Mary ne erano rimaste entusiaste, avevano già iniziato a fare progetti per il futuro, e Christine, l'altra sua sorella, era venuta a trovarla da Cleige con le sue nipotine per congratularsi con lei, che ovviamente aveva dovuto raccontarle ogni cosa nei minimi dettagli.

-Parenti di un conte! Wow, Jane!- le aveva detto, guardando ammirata l'anello -Chi l'avrebbe mai detto?-

Jane aveva sorriso a quell'affermazione.

-Mai dire mai nella vita, Cris.- aveva risposto, per poi precisare -Comunque sia per ora non è ancora un conte, solo membro di una famiglia al servizio di sua maestà. Lo sarà quando Noctis diventerà Re.-
-E tu sarai la moglie del consigliere del re.- aveva riso l'altra battendo le mani -Dai Jane, inutile fare i modesti. Hai fatto centro.-

Alexandra aveva riso più per assecondarla che per darle ragione.
A differenza di Monica, Christine era più "concentrata" su certe cose. Tra loro era lei ad essere stata fin da piccola una aspirante principessa, bramando di conoscere quel mondo e invidiando quelli che ci vivevano. Mentre Alex era da sempre attratta dalle storie di donne forti e combattive, che non avevano bisogno di un principe per uscire dalla torre.
Comunque sia, anche se aveva una veduta un po' più materialistica, Alex lo sapeva che Christine non era cattiva, come dimostravano tutti i giorni passati insieme a giocare, i regali ricevuti da bambina e la lettera che le aveva scritto appena dopo sposata, dove si scusava per non poter più passare con lei molto tempo come prima.
Ma a volte dissentiva dalle sue affermazioni, come in quella circostanza
Su una cosa sola si trovò d'accordo: La vita era strana.
Christine, la ragazza delle fiabe e degli abiti principeschi, si era alla fine innamorata di un uomo di campagna ed era andata a vivere in mezzo a boschi, orti e natura.
Lei invece, l'avventuriera, la principessa con l'armatura come amava definirsi, aveva trovato l'amore della sua vita tra le mura del palazzo reale e, sperava presto, avrebbe finito probabilmente per fare quella vita che tutte le ragazze sognavano.
Tutte tranne lei, che per essere felice desiderava solo tranquillità, una casa in mezzo alla natura, e un uomo in grado di amarla davvero.
Era vero. Era strana la vita.
Ma questo era soltanto l'inizio.
Ancora non sapeva che, a breve, il fato avrebbe deciso di testare la durezza della sua armatura, in tutti i modi immaginabili.
L'avesse saputo, probabilmente non avrebbe lasciato la Regalia partire da Insomnia quel giorno, lottando con tutte le sue forze perché il suo amore non si allontanasse da lei.
 
***
 
La notizia del matrimonio reale e dell'armistizio si era sparsa in fretta, soprattutto di fra gli angioni e i sudditi al di fuori di Insomnia.
La maggior parte di loro era preoccupata, conoscendo il temperamento degli imperiali. In più c'era il forte senso di appartenenza a Lucis. Per questo molto si sentirono traditi dal Re e dati in pasto al nemico, mentre alcuni come Christine e Annemary Baker, cercavano di concentrarsi solo sulla grande festa che si sarebbe tenuta in occasione della firma del trattato.
C'era chi diceva che avrebbe presenziato anche sua grazia Lunafreya, e che quindi con un po’ di fortuna sarebbe stato possibile vederla.
Christine e suo marito stavano pensando di lasciare la loro casa e trasferirsi in città, per il bene delle bambine più che altro, anche se questa idea non piaceva molto al capofamiglia perché avrebbe comportato abbandonare la sua attività, la sua famiglia d'origine e i suoi possedimenti.
Tuttavia non sembravano esserci molte alternative, e questo stava incrinando la pace famigliare della donna, che aveva raggiunto la sua famiglia ad Insomnia da sola con le figlie, lasciando solo il marito a badare alla propria fattoria.
Che la prova del tempo stesse per raggiungere anche il loro matrimonio, appena dodicenne?
 
\\\
 
Mancavano sette giorni alla firma del trattato.
Quella sera c'era un festival degli artisti di strada nella zona del luna park, e Alexandra lo aveva raggiunto assieme alle sue sorelle e alle sue nipoti per trascorrere una serata insieme.
C'erano clown, danzatrici, giocolieri, fachiri, acrobati e mangiatori di fuoco.
Qua a la banchetti a quattro ruote distribuivano leccornie come crepes al cioccolato, pannocchie grigliate, spiedini di carne o marshmellow e altre prelibatezze street food.
Si fermarono ad uno di essi e Alex regalò alle due bambine e anche a sé stessa una saporita crepe con cioccolata e granella di nocciola, spolverata con un velo di zucchero a velo.
Poi ripresero a camminare mangiandole con gusto.
Ad un tratto una musica melodiosa e intensa dalle note malinconiche attirò la loro attenzione.
Sul lato destro della strada principale si era formato un piccolo capannello di gente che guardava incantata un clown che giocava felice con delle bolle di sapone.
Alexandra aveva sempre adorato i Clown, perché a volte si sentiva come loro.
Allegra, fanciullesca e portatrice di gioia all'esterno, soprattutto per i bambini, ma malinconica dentro, con tante di quelle cose nascoste dietro alla maschera da farla sentire ancora più oberata e sola.
La gente vedeva solo il sorriso e si accontentava solo di quello.
La maggior parte delle persone, tranne una.
Un clown che giocava con le bolle di sapone era quanto di più innocente e poetico potesse esistere, perciò decise di avvicinarsi a guardare.
Le sue sorelle e le sue nipoti la seguirono, restando incantate come lei a guardare quel pagliaccio poetico che col proprio respiro dava forma ai sogni dei bambini nelle prime file, che saltellavano gioiosi e applaudivano contenti.
Poi all'improvviso il clown si fece serio, e sognante disse qualcosa che le rimase impresso nella mente, una riflessione sui sogni e sulle preghiere, su quanto quanto questi potessero essere simili alle bolle.
Poi prese quello che da lontano sembrava un piccolo sigaro elettronico, lo strinse tra le labbra e soffiò con quello dentro il piccolo cerchio imbevuto di sapone.
Una bolla di media grandezza nacque da quel gesto. Era bianca, e al suo interno si muoveva lento il fumo profumato che aveva un odore di cannella e frutti di bosco.
Tutti i presenti si espressero in versi di meraviglia e stupore indicando la bolla che lentamente, spinta dal vento, prese a librarsi leggera nell'aria, mentre il clown la guardava sognante.
Salì appena un po’, poi cambiò direzione e si avvicinò a lei. Lentamente, eterea, lasciandola senza fiato a contemplarla fino a che, proprio a pochi centimetri dal suo naso e appena sopra la sua testa, esplose senza il minimo rumore, infrangendosi come cristallo e liberando il fumo che svanì, rapido e silente, nel buio della notte.
Alexandra si accorse solo allora di essere rimasta senza fiato. Guardò il clown, questi le sorrise, poi tornò a rivolgersi a tutti e disse, nostalgico e riflessivo.
 
-Quando sono nato, il mio sogno era semplicemente quello di crescere.
Ma sapete, bambini, qual è il sogno dei genitori?
Il loro unico sogno è quello di potervi garantire che loro ci saranno sempre, che non dovrete preoccuparvi di nient'altro se non di crescere, e ridere, giocare. Imparare ...
E allora mi sono chiesto: Cosa sognano i genitori di quei bambini nati dove gli uomini fanno le guerre?

Esattamente la stessa cosa. Come sarebbe bello se tutti i genitori del mondo potessero dire ai propri figli:" Non ti preoccupare, perché questo è un mondo nuovo. Un mondo dove non esistono soldati, carri armati, spade e pistole. Dove la magia è qualcosa di puro e può solo guarirti, non ferirti. Adesso gli aerei trasportano solo passeggeri, e nel cielo brilla solo il sole ...
Restate umani, bambini e mamme, e anche voi papà. Restiamo umani, per favore ...-
 
Quel discorso ... qualcosa in esso, nella metafora della bolla di vapore, negli occhi del clown, la scosse.
E quella sera tornata a casa non poté fare a meno di pregare perché la supplica dell'artista si avverasse.
Pregò quasi fino ad esaurire le lacrime.
Poi prese il suo diario e vi annotò la metafora sulle bolle e sui sogni, sperando che quello del suo matrimonio con Ignis non fosse uno di quelli infranti o scomparsi, svanito nell'aria come il vapore al profumo di cannella e dispero per sempre nella nebbia di un luna park.
Non poteva esserlo. Non proprio adesso che aveva deciso di ricominciare a crederci.
 
 
 
 
"Le bolle sono come i sogni. Molti svaniscono, altri ce li infrangono. Ma tra tutti qualcuno sopravvive, ed è abbastanza forte da arrivare fino in cielo e diventare una preghiera, o il sogno di una vita."
 
-Clown Fragolino-
 
***
 
La sera prima della partenza ...

Le Petit Gascon era uno dei ristoranti più chic del quartiere.
Piccolo ed elegante, le pareti dipinte di bianco, i lampadari di oro e cristallo e i battiscopa sul pavimento dipinti d'oro, era luminoso ed accogliente.
Su ogni tavolo, oltre alla candida tovaglia di lino, era posizionato come centro tavola in candelabro con la base ricoperta da una ghirlanda di rose. Al centro della sala principale vi era un pianoforte a coda nero lucido, al quale ogni sera si esibiva un artista di talento, di solito famoso o sulla via del successo.
Quella sera c'era un pianista classico, che allietava i commensali con melodie intramontabili o nuovi successi.
Alexandra e Ignis avevano deciso di scegliere quel locale per trascorrere la loro ultima sera insieme prima della partenza del ragazzo. Egli infatti avrebbe dovuto accompagnare l'indomani il Principe Noctis Lucis Caelum ad Altissa, dove si sarebbe sposato con sua Grazia la Principessa di Tenebrae, Lunafreya Nox Fleurt.
Alex lo aveva appena saputo, in realtà, mentre aspettavano il loro ordine.

-Quindi si incontreranno lì.- disse la ragazza, poi sorrise -Mia madre e Christine ne rimarranno deluse.-

Ignis le sorrise a sua volta. Entrambi si tenevano la mano, il braccio destro allungato sul tavolo.

-Come mai?- le chiese allora Scientia.
-Mamma è stata curata dalla madre di Luna, quando era piccola. E da allora è molto devota agli dei e alla Sciamana.
Christine invece adora la vita di corte, o meglio ciò che si racconta di essa. I vestiti, lo sfarzo, e tutto il resto.-

Ignis sorrise di nuovo.

-Capisco.- rispose -Quindi ti avrà invidiato molto.- scherzò lanciandole uno sguardo complice.

Risero tutti e due.

-Altroché ...- rispose Alex.

Poi però la loro allegria andò velocemente scemando. Si guardarono negli occhi in silenzio, e un'ombra di tristezza velò i loro sguardi.

-Mi spiace per tua madre. Porterò i suoi saluti a sua grazia, se vuoi.- le disse Scientia, sincero.

Alexandra sorrise appena.

-Grazie. Ne sarà felicissima.-

Sorrisero di nuovo, ma quel peso sembrò non volerli abbandonare. Non riuscivano a pensare che l'indomani avrebbero dovuto dividersi per rivedersi chissà quando.
Pensare in meglio non aiutava abbastanza.
E se fosse successo qualcosa nel frattempo?
Ignis stava cercando qualcosa che la facesse sentire meglio, ma anche lui era preda di quelle stesse preoccupazioni.
La cameriera interruppe i loro pensieri portando loro il primo.
Spaghetti allo scoglio e vino bianco per cominciare, tutti ingredienti biologici e freschi.
A detta della cameriera i frutti di mare erano appena arrivate da Caem.
Ringraziarono. Ma neppure il profumo inebriante di quel piatto riuscì a fugare l'ansia.

-Allora ...- provò a ricominciare Alex, tenendo gli occhi fissi sul piatto e la mente concentrata sul presente per evitare le lacrime -Sarà un viaggio lungo. Avrete una scorta?-

Ignis scosse il capo, ritrovandosi a fare la stessa cosa.

-No, non credo.- rispose -Saremo noi la scorta di Noctis.-
-Tu, Gladio e Prompto?- chiese allora lei, interessata.

Lui annuì.
La vide rifletterci qualche istante, poi tornare a fissare il piatto.

-Andrete con l'auto di Noct, allora...- disse atona.
-Credo di no. Il Re ha messo a disposizione la sua auto. Dato che è un incontro ufficiale ...-

Tornarono a guardarsi. Alexandra ebbe un brivido.

-Certo ...- disse -Ovviamente ...-

Sorrisero forzatamente, poi tornarono a mangiare. Per tutta la serata restarono in silenzio fino al dolce, che nessuno dei due ordinò.

-Non ho più fame.- fu la risposta di Alexandra.
-Nemmeno io ...- le fece eco Ignis, che a quel punto si alzò e la invitò a ballare porgendole una mano.

In quel momento il pianista suonava un lento.
Lei accettò, ritrovandosi ad ascoltare il cuore del suo amato stringendogli le mani e seguendo i suoi passi.

-Non staremo via molto ...- la rassicurò nel bel mezzo del valzer, mentre il mondo girava intorno a loro, avvicinando la bocca al suo orecchio.

Alexandra sorrise, ma le lacrime inumidirono i suoi occhi.
Annuì, senza aprirli né alzare il volto verso di lui.

-Il tempo di preparare il mio vestito da sposa?- gli domandò, sussurrando con voce rotta.

Ignis Scientia sorrise.

-Anche prima ...- le rispose.

Non poteva prometterglielo, ma entrambi sapevano quanto fosse di parola. Già il semplice fatto di averlo detto era una garanzia.
Il ballo finì, e anche la serata. Ignis la riaccompagno a casa a piedi, visto che non distava poi molto da lì.
Prima di lasciarla, sulla porta la trascinò in un bacio che durò a lungo, in cui la strinse a sé avvolgendole i fianchi con le braccia.
Sentì le sue mani delicate immergersi nei fili dei suoi capelli e i loro respiri confondersi.
Entrambi si chiesero come avrebbero fatto a non mancarsi.
Alla fine si staccarono, occhi negli occhi, pieni di amarezza e desiderio.

-Verrò domani a salutarti.- gli disse lei.

Lui annuì, prendendole le mani e portandosele alle labbra.

-Ti aspetterò.-

Quindi fecero per lasciarsi. Lui le diede un ultimo bacio sulla fronte accarezzandole i capelli, lei chiuse gli occhi resistendo alla tristezza.
Ma quando lo vide voltarsi per andarsene, non potè più sopportarlo.

-Ignis!- lo chiamò.

Lui si girò di colpo a guardarla, preoccupato.
Lo sguardo di lei lo rapì. Carico di tristezza e amore.

-Dovrei ...- mormorò -Dovrei avere un ultimo regalo da parte tua. Qualcosa che possa aiutarmi ad aspettarti.- sorrise -Lo fanno tutti gli innamorati.-

Si guardarono, entrambi sorrisero.

-Tipo cosa?- le chiese di rimando lui, conoscendo già la risposta -Non ho niente con me, al momento. Mi spiace.-

Lei alzò una mano, gli fece segno col dito indice di avvicinarsi e quando finalmente lo ebbe di fronte carezzò con una mano il suo petto, stringendo poi nei pugni i lembi del colletto della sua camicia.
I loro sguardi si accesero, le loro labbra si avvicinarono pericolosamente.
Un bacio sfuggente li travolse.

-Non è vero che non hai niente, Ignis Scientia.- mormorò Alex guardandola rapita in quegli occhi scintillanti come smeraldi -Non mentire ...- aggiunse, traendolo a sè e chiudendo la porta.

Al buio, quelle pietre preziose scintillarono ancora di più.
Anche quella sera Eve non era a casa. Era tornata per un weekend dalla sua famiglia, per una "noiosa rimpatriata", come lei stessa l'aveva definita.
Erano soli, perciò.
Soli per poter dirsi addio come tutti gli innamorati che si rispettano.
Lo baciò con foga, spingendolo verso il divano in salotto, lui fece lo stesso e quando arrivarono a toccarlo si fermarono affannati a guardarsi per qualche istante ancora di infuocato silenzio.

-Allora non posso certo rompere la tradizione ...- mormorò lui nel buio, sorridendo.

Alex fece lo stesso, ringraziando il buio che copriva i suoi occhi lucidi e le lacrime scese ad arderle sulle guance.
Se era l'ultima volta, l'ultima notte di Insomnia, allora voleva passarla con l'unico uomo della sua vita.

-No, non puoi ...- mormorò in risposta, iniziando a sbottonargli la camicia.

"Non puoi affatto lasciarmi qui, così. Andartene senza una promessa certa di ritorno, senza aver sentito un'ultima volta i nostri sospiri confondersi e i nostri corpi diventare una cosa sola.
Perché ci apparteniamo, e questo saprà ricordartelo. Ora e nei giorni a venire, perché tu possa ritornare da me un giorno, e mantenere la tua promessa, prima o poi.
Io sarò tua per sempre, sappilo.
Devota solo a te, non importa il tempo che dovrà passare, o tutto quello che dovrà accadere.
Sarai il mio Re, il mio sogno per la vita, la mia preghiera agli dei.
I tuoi occhi saranno sempre al centro del mio cuore e la tua voce guiderà sempre i miei passi fino alla fine dei tempi, affinché il nostro amore non svanisca come il fumo in una bolla di sapone.
Sarà eterno come la promessa per la vita che mi hai fatto.
"






NDA: Eccoci qua, al capitolo finale prima dell'epilogo. Ebbene si, questa fan fiction giunge al termine, ma non la storia di Ignis e Alex. Quella è lungi dall'essere finita, ve lo assicuro.
Prima dei dovuto ringraziamenti volevo spendere due parole sull'ispiratore di questo capitolo, il clown Fragolino, ovvero quel signore che vedete in foto. Ebbene si, esiste davvero. Ieri sono stata ad una manifestazione chiamata "festa del cioccolato", e tra i vari artisti di strada c'era anche lui, che mi ha letteralmente rapita. Perciò dopo aver visto la sua esibizione ho deciso di renderlo "partecipe" di questo capitolo, trasferendo il suo numero e la sua magia ad Insomnia, nella vita di Alex.
Tutte le parole che trovate scritte in grassetto sono quelle vere, usate da lui nel suo spettacolo. E la foto gliel'ho scattata io personalmente, quindi stavolta ho fatto di più che scegliere una fan art per concludere questa storia. Si può dire che, in più di un punto, questo capitolo è parzialmente autobiografico.
Vi invito ad andare a vedere il suo numero, è splendido e vi stregherà come ha fatto con me. Vi lascio il trailer, potete trovarlo su you tube a questo link: "
https://www.youtube.com/watch?v=qwfSz2INgkk ".
Detto questo (mi sembrava doverosissimo tributare il merito a chi mi ha permesso di sfornare questo penultimo capitolo con la giusta dose di riflessioni e magia che ci voleva) ringrazio ovviamente anche tutti quelli che hanno seguito e commentato questa storia, in modo particolare White, che mi è stata di supporto con i suoi commenti aiutandomi a trovare la motivazione per scrivere un nuovo capitolo giorno dopo giorno dando sempre il meglio di me.
E nel lasciarvi all'epilogo conclusivo di questa storia vi invito a rimanere in attesa del suo seguito, che troverete nei prossimi giorni online col titolo "Il tempo del risveglio". Sarà una mini long divisa in tre capitoli, e a questa ne succederà un'altra ambientata nei dieci anni di oscurità, nella timeline di Comrades, per intenderci.
A presto, commentate numerosi perchè sono ansiosa di conoscere le vostre sensazioni su questa storia e questa conclusione, e anche sulle vicende che verranno.
Bene, ora vi lascio al colpo di scena finale. Ci vediamo al prossimo capitolo, e grazie ancora di tutto! <3
Vi voglio bene :3

Red_Coat
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Final Fantasy XV / Vai alla pagina dell'autore: Red_Coat