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Autore: francy0796    29/10/2018    4 recensioni
[AU] Una notizia sconvolgerà la vita del famoso scrittore Richard Castle. Chi sarà a sconvolgerla? Il suo nome è Sammy, ha sette anni e il desiderio di riunire la sua famiglia. Ci riuscirà o sarà tutto inutile?
Leggete e lo scoprirete.
Genere: Azione, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alexis Castle, Altro personaggio, Kate Beckett, Quasi tutti, Richard Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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ACCORDI E CAMBIAMENTI
 
Il suo silenzio era un chiaro segno di turbamento. Continuava a passare dal divano, alla sedia dello studio e al bancone della cucina. Si era versato un secondo bicchiere di quel liquore ambrato che adorava, ma neanche questo sembrava funzionare con i suoi nervi. Era così frustrante e sentiva, dentro di se, l’incapacità di fare qualsiasi cosa.
“Dovresti andare a parlarle” la voce di sua madre risuonò inaspettata tra i suoi pensieri, facendogli capire che non era una voce nella sua mente, ma quella reale della donna.
“Cosa dovrei fare? Andare li e poi? Non so neanche cosa chiederle…ho il terrore di cosa potrebbe dirmi e…”
“Figliolo…figliolo” lo fermò sua madre “sono passate due settimane e se non ci fosse stato quell’incontro con il signor Beckett non lo avremmo visto neanche allora, devi chiederle di poter passare del tempo con lui” spiegò.
“Con quale diritto?”
“Come quale?” lo guardò sorpresa “Quello di essere suo padre non ti sembra abbastanza?”
“Io…mamma, non lo so…” ingoiò un sorso dal suo bicchiere “…vorrei che la vita fosse più semplice a volte” sospirò stanco.
“Chiamala, al massimo ti riattacca il telefono” fece spallucce, avviandosi a raggiungere il piano superiore.
“Già…che vuoi che mi faccia?!” si disse, cercando di trovare il coraggio dentro di se, guardando il cellulare abbandonato sul bracciolo del divano.
Dopo qualche secondo di esitazione, afferrò l’oggetto elettronico tra le mani e cercò il numero sulla rubrica, Katherine Beckett. Lo contemplò qualche istante e poi premette il tasto per attivare la chiamata, avvicinando l’apparecchio all’orecchio e rimanendo in attesa di risposta.
“Mi chiedevo quando ti saresti deciso a chiamare” la voce all’altro capo lo sorprese con quelle parole.
“Scusa?”
“Si…beh, sono passate due settimane, no? Sammy iniziava a chiedermi quando poteva vederti e io…volevo vedere quanto tempo ci avresti messo a chiamare” disse con la voce tranquilla, non sembrava arrabbiata per quella telefonata.
“Mi dispiace averti fatto attendere tanto”
“Non scusarti con me, non è me che devi conoscere Castle”
“Già” un leggero sospiro uscì dalle sue labbra “Penso che dobbiamo parlare”
“Ne sono consapevole” un momento di silenzio all’altro capo “Facciamo domani sera, vengo io a casa tua e parleremo” propose lei.
“Domani sera?” si accertò.
Se non va bene, cambiamo giorno o…”
“No…no” la fermò “Domani va bene, vieni per cena?”
“No, avrò da lavorare fino a tardi, verrò per le nove…se non è un problema”
“Nessun problema, domani sera alle nove, ci sarò”
Lo spero…è casa tua” sorrisero entrambi a quella battuta, un po’ scontata, ma abbastanza utile da smorzare la tensione che si percepiva.
“Allora ci vediamo domani”
Si…buonanotte signor Castle”
“Si…notte” si salutarono, mettendo fine a quella telefonata che gli fece passare la notte tranquilla con la speranza di poter sistemare le cose con lei il giorno dopo.
 
Il campanello del loft suonò alle nove in punto. Rick aveva appena finito di sparecchiare, sua madre era andata a teatro per uno spettacolo e Alexis era in camera sua a finire dei compiti.
“Ciao…vieni, accomodati” si spostò dalla porta, cercando di mostrare il suo sorriso più accogliente e dimostrare di essere una brava persona, nonostante quello che pensava di lei.
“Grazie” ricambiò la cortesia, sfilandosi il cappotto e la sciarpa, che vennero appoggiati sul lato del divano davanti alla porta.
“Ti offro qualcosa?” propose “Vuoi sederti qui sul divano o…”
“Qui andrà bene” gli sorrise, notando la sua ansia “E…prendo volentieri una birra, grazie” si accomodò sul divano, accavallando le gambe e lasciandosi riscaldare dalla seduta confortevole.
“Sembri stanca”
“Lavoro da questa mattina alle otto e ho staccato mezz’ora fa, sono stanca” annuì lei, ringraziandolo a gesti per la birra.
“E Sammy?” chiese curioso.
“Oggi aveva gli allenamenti di Baseball e poi è andato a casa di un amico dove resterà a dormire” spiegò.
“Capisco” annuì “Senti…io non voglio sembrare una persona che vuole ottenere a tutti i costi qualcosa, ma…vorrei, con il tuo consenso, conoscere mio figlio e passare più tempo con lui” le spiegò “non solo nei pomeriggi dove casualmente lo incontriamo da qualche parte”
“Cosa vorresti cambiare allora?” gli stava lasciando carta bianca?
“Io…vorrei passare del tempo con lui, vorrei che tu mi concedessi la tua fiducia per poter restare da solo insieme a lui, di poterlo portare tranquillamente al cinema, al parco o…qualunque altra cosa” rispose “E so, di aver commesso un clamoroso e imperdonabile errore in passato, ma io sono un buon padre maledizione! Sono un buon padre per Alexis e potrei essere un buon padre anche per Samuel!”
“Io sono una persona razionale Castle” iniziò a parlare dopo un momento in cui stava riordinando le idee “Sono una persona che prima di agire, valuta tutti i pro e i contro di una situazione. Non nego che quello che è accaduto tra di noi sia un vero disastro e che io sia arrabbiata…delusa, non lo so, ma so che qui stiamo parlando di una persona in particolare” sospirò “La persona che per me significa tutto, per la quale potrei morire e per la quale patirei le pene dell’inferno pur di vederla sorridere e questa persona è mio figlio” sorseggiò la birra, in modo da prendersi una pausa “Lui, adesso, è più felice che mai e io non sarò di certo la persona che distruggerà la sua felicità. Quindi accetto che lei passi del tempo con lui” annuì, facendo nascere un sorriso gioioso sul volto dello scrittore.
“Puoi fidarti di me, io…”
“Io mi fido di te, infatti, altrimenti dovevi passare sul mio cadavere, stanne certo” lo informò “mi fido di te come padre, perché ho visto Alexis, il suo sorriso è sincero nei tuoi confronti e di certo la tu presenza non è stata un male per lei, quindi da questo punto di vista puoi stare tranquillo…non ho problemi a lasciare mio figlio con te”
“Vuoi propormi qualcosa?”
“Si” annuì in risposta “Ma prima devo chiederti questo” lo guardò seria “Hai intenzione di mettere di mezzo avvocati o cose del genere?”
“No” la guardò sorpreso “Non ci avevo neanche pensato, sono la persona meno indicata per poter fare un’azione del genere, visto quanto è successo”
“Bene, questo mi consola…anche perché, tu sarai ricco e conosciuto, ma anche io ho le mie conoscenze” lo informò, non come una minaccia, ma come monito per il futuro.
“Lo terrò a mente” annuì lui.
“Ho pensato di iniziare così, dimmi che ne pensi” Rick fu tutto orecchie a quelle parole “Una volta in mezzo alla settimana, andrai a prendere a scuola Samuel, lo aiuterai a fare i compiti e passerete un pomeriggio tranquillo voi due soli o quello che vuoi…in più, potrai tenerlo due finesettimana al mese, che ne pensi?” propose lei.
“Penso, sia più che accettabile, grazie” annuì lui.
“Ho delle condizioni ovviamente” Rick si aspettava che non fosse finita li “Mio figlio non dovrà essere minimamente fonte di interesse per i paparazzi, non voglio che delle sue foto vengano pubblicate in riviste, giornali o tantomeno mostrate in tv, siamo intesi?”
“Va bene”
“E qualunque donna tu stia frequentando in questo momento o in futuro, non entri in contatto con lui senza il mio permesso o che ne abbiamo parlato”
“Non sto vedendo nessuno, adesso”
“Non mi interessa saperlo, basta che tu abbia capito”
“Ho capito” annuì lo scrittore, rimanendo in ascolto di qualche altro avvertimento da seguire.
“Ottimo” gli sorrise “Allora, se vuoi iniziamo subito con questa settimana…diciamo, che è un periodo di prova per vedere come va” propose “Domani Sammy uscirà alle tre da scuola, io gli lascerò tutti i libri per i compiti del giorno dopo e un cambio di vestiti, gradirei che la divisa scolastica rimanesse pulita e stirata il più a lungo possibile”
“Va bene”
“Poi potrai prenderlo Venerdì pomeriggio, sempre alle tre, e portarlo a casa per il Week End, ti porterò una borsa con qualche cambio, il pigiama e altro che possa servire” lo informò “Ci organizzeremo in settimana per tutto, non ci sono problemi per questo. Per quanto riguarda mangiare, ti informo che può mangiare tutto e se non ti dispiace, preferirei che mangiasse cose sane, non solo pizza e patatine o roba da fast food”
“Non ci sono problemi, di solito cucino io il pranzo o la cena quando siamo tutti a casa” la informò.
“Molto bene, allora siamo d’accordo” si strofinò le mani sui pantaloni, per poi alzarsi.
“Posso farti una domanda?” la fermò dal rivestirsi “Mi perdonerai mai per quello che è successo?”
“Se anche ti perdonassi, questo cambierebbe quello che è successo in passato?” lo guardò con due occhi pieni di una strana luce “Se io ti perdonassi, basterebbe per poter dimenticare?”
“Non pretendo che tu dimentichi, ma forse potrebbe servire per andare avanti e guardare al futuro” provò a dirle.
“Forse…” sospirò lei “…ma non so se sono disposta a farlo…”
“E quando pensi di poter essere pronta?”
“Non lo so…il perdono non è gratis” gli confidò “Non puoi schioccare le dita e sperare che tutto possa sistemarsi per magia, il perdono va guadagnato, a volte va sofferto…e oggi, non sono disposta a regalare il mio solo perché me lo chiedi tu…vuoi il mio perdono? Guadagnatelo. Vuoi un rapporto pacifico e tranquillo tra noi? Guadagnatelo. Vuoi la mia fiducia? Il mio rispetto? E’ sempre la stessa risposta…devi guadagnartelo. Perché, se prima l’avevi conquistata senza alcuno sforzo, ora non è così, non si regala mai la stessa cosa, se la vuoi…”
“Devo guadagnarmela” annuirono insieme a quello che stavano dicendo.
“Bene…ora, ti saluto” si mise la sciarpa al collo e si avviò alla porta “Ho bisogno di andare a dormire”
“Va bene” la accompagnò all’uscita “Grazie…grazie di tutto” la vide sorridere a quella semplice parola.
“Grazie per la birra, a domani…verrò a riprendere Sammy dopo cena, poi ci organizzeremo”
“Ok”
“Buonanotte”
“A domani Kate” la porta si richiuse e Rick si appoggiò con la fronte su di essa. Era stata una conversazione strana, non solo per lui, ma anche per la sua ospite. Si promise mentalmente di non deludere più la fiducia che stava cercando di dargli e di dimostrare che lui era una persona diversa da quella che l’aveva respinta otto anni prima. Era una promessa che faceva a lei, ma soprattutto a se  stesso, perché si vergognava da morire per quello che aveva fatto e, quindi, ritrovare il rispetto per se stesso.


 
Eccomi tornata. Spero che anche questo capitolo sia di vostro gradimento. Come vediamo Rick è pronto a prendersi le sue responsabilità come padre di Sammy. Kate, invece, ha dimostrato di essere una donna molto ragionevole, mettere da parte i propri sentimenti per rendere felice suo figlio è un gesto di grande amore e altruismo. Nei prossimi capitoli vedremo il rapporto tra Rick e suo figlio consolidarsi, ma di certo non resterà tutto tranquillo e perfetto come spererebbero i nostri personaggi. Vedremo insieme come si svilupperà la storia. Per ora, vi ringrazio e vi aspetto con la pubblicazione del nuovo capitolo.
Grazie. Francy.
 
  
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