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Autore: la_pazza_di_fantasy    06/11/2018    2 recensioni
La città di Luxor e quella di Ombrax sono sempre state rivali e da molti secoli condividono una specie di pace.. ma cosa accadrebbe se nella città di Luxor si insediassero persone poco propense alla pace? E cosa farebbe Ombrax?
Nove ragazzi, 5 di Luxor e 4 di Ombrax non sanno ancora che toccherà a loro risolvere la situazione e riportare la vera pace.
----prima storia che pubblico, vorrei molto volentieri che chi leggesse questa storia lasciasse anche un commento così che io possa migliorare-----
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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In un’oretta tutti gli invitati erano usciti dal castello sotto lo sguardo attento di Gustav e Fred che, una volta rimesse le divise, erano ritornati in sala per tenere sotto controllo i due principi. Nel mentre Fred aveva parlato a Gustav di quello che aveva scoperto e il biondo gli aveva sorriso dicendo: “te l’avevo detto”. Gustav aveva proposto al rosso anche di parlare con il principe a palesare la sua vera identità, ma il ragazzo era stato irremovibile, già aveva fatto un’eccezione parlando con Ginny, non poteva rischiare oltre.
Nonostante quello che aveva detto gli occhi di Fred erano puntati su Elias da quando era rientrato nella sala. E a Gustav non era sfuggito, infatti lo punzecchiava in continuazione per fargli cambiare idea.
-dai, se continui a guardarlo lo consumi- disse poi il biondo facendo arrossire il rosso.
Fred stava per rispondergli a tono, ma Annabel, Elias e Ginniìy si avvicinarono a loro e la donna si rivolse ai due EDA:
-vi ringrazio per aver accettato di non mettervi la divisa stasera. La serata si è svolta in tranquillità e la gente non ha fatto domande strane- disse la donna e i due ragazzi fecero un inchino alla donna.
-è stato un piacere aiutarvi, nonostante andasse contro le nostre regole. Siamo disposti a tutto pur di proteggere i nostri signori- disse Gustav per entrambi.
-bene, buonanotte- disse la donna prima di uscire dalla sala dando un bacio sulla guancia al figlio. Rimasti solo loro quattro nella grande sala calò il silenzio. Dopo poco Elias si incamminò verso l’uscita seguito da Ginny.
-non vuoi ringraziarli pure tu?- chiese la ragazza una volta raggiunto il biondo.
-non serve visto che sanno che non ho bisogno della loro protezione..-
-disse quello che per poco non veniva ucciso da un pugnale pochi giorni fa- lo interruppe la ragazza voltandosi per controllare se i due EDA li stessero seguendo per poi sorridere in direzione di suo fratello.
-è stata solo una mia piccola distrazione-
-distrazione che poteva ucciderti- ricordò la ragazza prendendolo sottobraccio. Elias alzò gli occhi al cielo. Sapeva che la ragazza aveva ragione, ma non voleva dare vittoria alla madre, e nemmeno a Ginny che a volte gli ricordava molto Sam. A quel pensiero si rattristò. Chissà come stava il suo ragazzo. Sperava solo non stesse facendo qualcosa di stupido, e soprattutto sperava vivamente che avesse evitato la battaglia.
-tutto okay?- chiese Ginny notando l’aria afflitta che aveva assunto il principe.
-si, non ti preoccupare, pensavo a Sam- disse a bassa voce il ragazzo abbassando gli occhi. Ginevra gli strinse di più la mano intorno al braccio per confortarlo. Arrivarono poco dopo alla stanza della ragazza che diede un bacio sulla guancia ad Elias per poi entrare nella sua camera. Prima che Fred potesse seguire il principe verso la sua camera, Gustav lo prese per un braccio.
-adesso che sai tutto non ti da più fastidio il loro comportamento- disse il ragazzo ghignando.
-prima ero geloso, adesso so come stanno veramente le cose- disse il rosso per poi salutare il ragazzo e seguire velocemente il principe che si era allontanato molto, come se stesse camminando a passo veloce, o addirittura correndo. Fred, nonostante fosse più alto del principe, riuscì a raggiungerlo solo quando il ragazzo era arrivato davanti alla porta della sua camera.
-buonanotte- disse Elias prima di richiudersi con un tonfo la porta della sua camera senza aspettare la risposta di Fred che sospirò lasciando perdere il comportamento scocciato del principe.
 
Era notte fonda quando Fred sentì uno strano rumore provenire dalla camera del principe e guardò sospetto la porta. Possibile che il ragazzo fosse ancora sveglio a quell’ora? Okay che il ragazzo amava disegnare di notte, ma quello non era di certo il rumore di un blocco da disegno o delle matite. Sembrava qualcosa come se qualcuno volesse parlare ma non riuscisse a farlo. Cautamente si avvicinò alla porta e poggiò l’orecchio su di essa. Sentiva ancora quel rumore ma era molto basso. Fred non sapeva che fare. Doveva entrare a controllare rischiando di far infuriare il principe per essere entrato senza permesso? Si, doveva farlo. Ne valeva della sicurezza di Elias. L’avrebbe fato anche a costo di farsi odiare. Se c’era veramente qualcun altro in quella camera doveva assolutamente coglierlo di sorpresa. Aprì lentamente la porta cecando di fare il meno rumore possibile ed entrò nella stanza. Guardò attentamente all’interno e quello che vide per poco non gli fece gelare il sangue nelle vene. Elias era ne suo letto imbavagliato, e sopra di lui c’ea un uomo con un coltello in mano e che stava tracciando segni invisibili sul corpo del principe. Fred non ci vide più dalla rabbia e in poco tempo fece sbattere la porta, che teneva ancora per la maniglia, e attirò su di se lo sguardo del criminale e quello del principe. Fred corse verso l’uomo e lo prese per un braccio facendolo scendere dal letto. L’uomo, dopo il primo momento di confusione ringhiò arrabbiato e si librò della presa del rosso per poi puntargli contro il pugnale che Fred non vide arrivare. La vista del ragazzo si fece offuscata e sentì un dolore lancinante al fianco sinistro. Portò una mano nel punto che gli faceva male e la trovò umida. Di sicuro gli stava uscendo del sangue, ma il ragazzo non aveva tempo per bloccare l’emorragia. Doveva salvare El che era ancora intrappolato nel letto. Fece un respiro profondo e uscì uno dei pugnali sottili che aveva e se lo fece rigirare nella mano sinistra. L’uomo che lo aveva ferito lo guardava con aria di sfida e gli saltò addosso. Questa volta Fred fu più pronto e scattò di lato evitando un colpo profondo come il primo, ma comunque la lama riuscì a graffiargli il braccio destro. L’uomo rigirò di nuovo l’arma che aveva in mano e questa volta riuscì a colpire il ragazzo sul volto, per fortuna di Fred la maschera rimase al suo posto. L’uomo felice di essere riuscito a colpire di nuovo il ragazzo si fece meno cauto e proprio grazie a ciò Fred riuscì a conficcare il suo piccolo pugnale nel cuore dell’uomo che, appena resosi conto di quello che era appena successo, granò gli occhi terrorizzato per poi accasciarsi a terra senza vita. Fred affannato si premette entrambe le mani sul fianco sinistro per fermare il sangue, ma senza successo. Doveva medicarsi per bene. Guardò in direzione del principe ancora legato e fece uno sforzo per fare i pochi passi che lo separavano dal ragazzo, sperando che Elias stesse bene.
 
Elias si era svegliato di soprassalto quando aveva sentito qualcosa di ruvido stringergli i polsi. Aveva visto subito l’uomo sopra di se e aveva cercato di gridare, ma aveva un bavaglio in bocca e il suono uscì ottavato. L’uomo lo guardò torvo per poi puntargli il pugnale alla gola e scendere con la lama fino al petto dove staccò in un colpo solo tutti i bottoni della camicia che il ragazzo indossava come pigiama. Elias guardò terrorizzato il suo aguzzino. Era così che doveva morire? Nel suo letto ammazzato da un tizio pazzo che lo guardava come se lo volesse mangiare solo perché da cretino qual era si era dimenticato di chiudere la finestra? Si. Sarebbe morto così. Sperava solo che il tizio si muovesse a faro fuori. Ma quello aveva tutt’altre intenzioni. Infatti con la mano libra dal pugnale, che teneva sempre puntato alla gola del principe, l’uomo iniziò a toccare il principe prima sulle spalle e poi iniziò a scendere fino ad arrivare al bacino del ragazzo dove, facendo scivolare la mano dietro, strinse forte il sedere del principe che gridò per il dolore e la paura. Non voleva essere violentato da quell’uomo. Purtroppo il bavaglio aveva attutito ancora una volta il suo grido e l’uomo lo guardava ancora più famelico. Iniziò a far vagare anche la lama sul suo corpo ed Elisa sperava vivamente che tutto quello finisse il prima possibile e quasi trasalì quando sentì sbattere la porta. Voltò lo sguardo in quella direzione e per poco non urlò di gioia alla vista del ragazzo dai capelli rossi che era la sua guardia del corpo. Come aveva fatto a sentire tutto, Elias non lo sapeva, ma era felice di vederlo. Forse doveva veramente ricredersi su quei ragazzi. L’EDA trascinò l’uomo il più lontano possibile da Elias. Il principe da quella posizione riusciva a vedere poco e niente, ma vide chiaramente l’uomo che infilava il pugnale nel fianco sinistro del suo salvatore. No, non poteva finire in quel modo. Durante tutto il duello dei due il principe aveva i nervi a fior di pelle, uno perché temeva per la sua stessa vita, e due perché il rosso stava perdendo troppo sangue dal fianco ed El era sicuro che sarebbe collassato da un momento all’altro. Quando il suo aguzzino morì lasciò uscire un sospiro di sollievo per quanto il bavaglio gli concedesse. Vide l’EDA che con una mano sul fianco sinistro si avvicinava nella sua direzione e il principe potò constatare che la ferita era ben più grave di quanto avesse immaginato. L’EDA lo slegò il più velocemente possibile, e una volta libero Elias si massaggiò i polsi doloranti tendo gli occhi fissi sul ragazzo che non accennava a muoversi da vicino al suo letto.
-devi curare quella ferita- disse dopo poco il principe alzandosi. L’EDA annuì e fece per uscire dalla stanza quando Elias lo bloccò per il braccio destro.
-aspetta qui, non puoi fare tutto da solo. Ti curo io infondo mi hai salvato la vita- disse il biondo alzandosi dal letto e incamminandosi verso la porta che portava al suo bagno personale fregandosene altamente di essere vestito solo con delle mutande e una camicia aperta. Il rosso fece per protestare ma il principe si girò verso di lui con aria di sfida.
-non provarci nemmeno. Io adesso ti curo punto.- disse prima di sparire dentro il bagno per poi ritornare con cotone, bende e una ciotola d’acqua per lavare via il sangue.
-togliti la maschera e anche la maglia- disse il principe. Fred si irrigidì. No, la maschera non poteva proprio toglierla.
-muoviti o perderai altro sangue- disse il principe notando l’indecisione del ragazzo. Alla fine Fred, che non voleva fare movimenti bruschi con le braccia, decise di strapparsi la maglietta di dosso utilizzando un altro pugnale che aveva appresso, infondo quella maglia era solo da buttare.
-la maschera- disse ancora il principe iniziando a togliere il sangue che si stava indurendo con un panno imbevuto nell’acqua. Fred fece no con la testa e il principe lo guardò con un sopracciglio inarcato. Non disse niente e continuò a lavorare sulla ferita peggiore fino a quando non finì di mettere le bende intorno la vita del ragazzo. Poi passò alla ferita sul braccio destro che era solo un graffietto superficiale e poi guardò il rosso negli occhi che gli sembravano troppo familiari, anche se non ci badò molto.
-devi toglierti per forza la maschera o non riuscirò ad occuparmi di quel taglio- disse con calma il principe. Ma l’EDA non voleva sentire ragioni. Elisa si arrabbiò e andò a svuotare la bacinella d’acqua ormai sporca di sangue per poi ritornare con una garza abbastanza grande e senza preavviso strappò la maschera dal volto del ragazzo che sgranò gli occhi preoccupato. Non appena Elias posò gli occhi sulla faccia dell’EDA granò gli occhi e fece cadere a terra la maschera che ancora teneva in mano.
-Sam. Samuel sei davvero tu?- chiese dopo un po’ sedendosi sul suo letto il più vicino possibile al ragazzo che girò la faccia dall’altro lato.
-Sam?- chiese ancora il principe con voce inclinata. Fred non resistette oltre e si girò poggiando le sue labbra su quelle del biondo che rispose al bacio buttando le braccia al collo del ragazzo.
-stupido incosciente. Perché non mi hai detto subito che eri tu? E soprattutto perché sei entrato negli EDA?- disse il principe una volta che si furono staccati dal bacio.
-noi EDA dobbiamo nascondere la nostra vera identità al nostro re- rispose il rosso poggiando titubante una mano sul fianco destro del principe.
-perché?- chiese ancora il principe sull’orlo delle lacrime.
-perché volevo proteggerti a tutti i costi- si arrese poi il rosso stringendo di più la presa sul fianco del ragazzo. Del suo ragazzo. -comunque non si dicono le bugie El- disse poi Fred trovando un po’ di coraggio.
-scusa, volevo solo proteggerti. Ginny me ne ha dette di tutti i colori quando le ho detto tutto-
-e ha fatto bene-
-anche Eli prima di..- Elias non continuò la frase e scoppiò a piangere  nascondendo il volto nella spalla del rosso. Anche a Fred venne da piangere.
-anch’io ti devo delle scuse El- disse dopo un po’ il rosso attirando lo sguardo curioso del suo ragazzo su di se.
-cosa?- chiese il principe sedendosi sulle gambe di Sam, stando attento a non toccargli il fianco ferito, e poggiando la sua testa sulla spalla del rosso.
-io.. il mio vero nome non è Samuel- Elias lo guardò confuso e Fred continuò a parlare. -forse Ginny ti ha già detto tutta la storia del perché sono scappato di casa- fece un respiro profondo sentendo lo sguardo di fuoco di El su di lui -il mio vero nome è Frederic Ravenlord terzo figlio dei Ravenlord e fratello maggiore di Ginevra-
-stronzo- Fred guardò Elias confuso e preoccupato. -sei uno stupido stronzo. Perché non mi hai detto tutto subito senza inventarti una storia di sana pianta?-
-perché avevo paura che mi avreste riportato dai miei genitori- Elias gli sorrise e lo baciò sulle labbra.
-non l’avrei mai fatto. L’importante adesso e che mi hai detto la verità- disse poi il biondo accoccolandosi meglio tra le braccia di Fred che lo strinse forte a se.
-cos’è tutto questo affetto stasera?- chiese il rosso sorridendo.
-quel tizio stava per violentarmi, e poi non ti vedo da mesi- disse tranquillamente Elias sorridendo quando le braccia del suo ragazzo lo strinsero di più.
-ho fatto bene ad ammazzarlo- disse a denti stretti il rosso procurando una risata liberatoria al biondo che, dopo tutti gli avvenimenti di quei mesi, ne aveva veramente bisogno.

 
   
 
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