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Autore: VvFreiheit    11/11/2018    5 recensioni
La Mikandy più lunga che sia mai stata scritta.
La loro vita raccontata dagli albori fino al 2015.
1000 pagine di word, 200 capitoli, 4 anni e mezzo di pubblicazione.
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Andò a posare le mani sulle sue ginocchia, accucciandosi di fronte a lui, cercando da quella posizione i suoi occhi, che ancora se ne stavano in contemplazione del pavimento della stanza. “Scusami” disse scandendo con dovizia ogni suono di quella parola.
“Grazie” rispose Mika inaspettatamente. Andy sorrise chiudendo gli occhi e lasciando che nella maglia del moro si celasse la sua emozione, stringendolo più forte a sé. Un grazie che esprimeva tanto, che possedeva nel profondo tutti le ragioni per cui era venuto alla luce in quel preciso istante.
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Andy Dermanis
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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B…buongiorno” pronunciò flebilmente, inghiottendo il groppo a metà strada tra i polmoni e la voce. “Buongiorno papà” scandì quindi più distintamente, alzando le iridi zaffirine verso il sole, lasciandole brillare di luce propria, accarezzando a sua volta la fonte della sua nuova luce, come al suo fianco Mika aveva fatto appena prima.

Di fianco a lui, Mika si lasciò andare ad un pianto silenzioso che fino a quel momento aveva trattenuto, abbracciando Andy e lasciandogli un bacio umido e salato sulla guancia.

-*-*-*-*-*-

Mika alzò gli occhi al cielo all’ennesima chiamata in entrata del suo manager italiano. Sapeva benissimo quali e quanti impegni lo stessero attendendo a Milano, e sapeva anche quanto il suo ritardo di 4 giorni sulla tabella di marcia stesse infastidendo il suo collaboratore, che non conosceva il motivo della sua dipartita nei dettagli, avendo ricevuto da lui un solo messaggio conciso: “Sono in Grecia, motivi strettamente familiari. Non mi cercare”

Negli ultimi giorni si era dedicato anima e corpo a Andy, cercando di ricucire gli strappi della sua anima.

Aveva toccato con mano la sua fragilità interiore, quasi invisibile ad un occhio esterno e senza alcun dubbio poteva dire di sentirsi irrequieto all’idea di lasciarlo da solo nella remota casa isolana, per volare a migliaia di chilometri.

Rispettoso del suo dolore, non aveva mai avuto né il coraggio né l’ardire di proporgli di lasciare Egina per seguirlo, ma davanti ai suoi impegni impellenti e improrogabili non aveva altra scelta che abbandonarlo a sé stesso dove si trovavano, o convincerlo a seguirlo nella autunnale Milano.
Sospirò alzandosi dal divano dove era accomodato con lui da tempo e uscendo nel cortiletto accettò la chiamata.

I toni dall’altro lato del ricevitore furono piuttosto sbrigativi e perentori, ma mutarono in un istante non appena Mika ebbe la cortezza di metterlo al corrente delle ragioni dietro la sua fuga.

Il manager comprese gli ultimi giorni della popstar e si scusò per l’insistenza, ma gli precisò i suoi obblighi di giudice che lo volevano presente nel capoluogo lombardo al più tardi l’indomani sera.

Mika a malincuore cedette, dandogli il via per prenotare il biglietto Atene-Milano della mattina successiva, chiedendogli di comprarne un secondo a nome del compagno, che sperava con tutto il cuore sarebbe riuscito a convincere.

Chiuse la chiamata con un enorme peso sul cuore, che aveva fretta e paura al contempo di togliersi di dosso.

Avanzò in casa a passi lenti e silenziosi, avvicinandosi poco a poco al divano, sempre più irrequieto, sempre più colpevole ad ogni mossa.

“…devi tornare a Milano…”

Ancor prima che potesse prendere posto accanto a lui, Andy gli fece capire di aver intuito perfettamente la ragione della sua uscita e del suo rientro in punta di piedi.

Mika gli si accomodò accanto, prendendo la mano nella sua, annuendo e donandogli al contempo uno sguardo ricco d’affezione.

“Sì, amore…” confermò le sue supposizioni cercando di calibrare le parole che avrebbe dovuto pronunciare di lì a poco.

“…Gapi…” iniziò mordendosi un labbro “non vorrei chiedertelo, credimi… ma avrei piacere tu non restassi qui da solo” domandò a bruciapelo, scrutandolo a fondo gli occhi azzurro cielo, ancora più cerulei in quei giorni.

Andy sospirò, abbassando lo sguardo, torturandosi le mani, chiaramente assorto nei suoi pensieri.

Poi alzò gli occhi nuovamente sul compagno “Preferirei restare… ma papà mi direbbe di non fare il pirla e di seguirti. Non lavoreresti a cuor leggero con me qui, lo sappiamo entrambi…” confessò entrando nella testa del compagno come solo lui sapeva fare in quel modo.

Mika non resistette e lo abbracciò stretto a sé commosso dalla sua empatia, ancora una volta e gli lasciò un bacio sulla fronte.

“Grazie tesoro mio…” espresse la sua immensa riconoscenza lasciandogli una carezza in viso.

“…se ci pensi era il piano iniziale…” sorrise appena, ricordando i progetti che avevano fatto diversi mesi prima, quando il documentario su Egina era solamente un’idea nebulosa nella mentre creativa di un regista in erba.

“Già!” riconobbe Mika sorridendogli dolce. “Ci sarebbe un volo alle 9:30 domani mattina, se per te va bene” gli chiese delicatamente. Andy annuì accoccolandoglisi più vicino e Mika non poté esimersi dal sentirsi pervadere da una ventata di amore verso il compagno, che non sapeva come, era sempre in grado di prender le giuste decisioni anche in contesti simili, a differenza sua. 

Andy annuì indicandogli il telefono come a spronarlo a finalizzare la cosa, prima che potesse cambiare idea e seguire il suo istinto.

Mika finse di prenotare i biglietti a Giulio, mandando invece un messaggio di ringraziamento allo screen di prenotazione avvenuta di entrambi i biglietti che il manager gli aveva mandato giusto un minuto prima.

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Lo sbalzo di temperatura dai 24 gradi greci agli 8 milanesi fece storcere il naso immancabilmente a entrambi non appena misero piede in terra italiana.

Come se già il cambio di clima e il mood non eccessivamente leggero che gli ultimi giorni gli avevano lasciato non fossero abbastanza, Mika non ebbe il tempo di sistemare le valige in casa che Giulio si presentò alla porta con il punto della situazione delle giornate serrate che lo aspettavano.

Sbadigliando pesantemente alle molteplici notti mancate delle ultime settimane, recepì sì e no un terzo di ciò che gli venne minuziosamente spiegato, e degli svariati impegni, finì per ricordarsene solamente 4 o 5.

“Quindi stasera incontro con la produzione per le nuove regole dei live…?” domandò per essere certo di ricordarsi correttamente “…ma poi che bisogno c’è ogni anno di cambiare le regole….?” Sbuffò accompagnando l’ennesimo sbadiglio.

“Hehe, la televisione… comunque sì, stasera alle 20:00 passo a prenderti” gli ricordò alzandosi dal divano del soggiorno e procedendo a congedarsi dall’artista, dandogli appuntamento di lì a poche ore.

Andy comparve in salotto solo una volta che ebbe sentito la porta d’entrata richiudersi. Non aveva la minima voglia di vedere gente in quei giorni, tanto più se come Giulio erano a conoscenza dell’accaduto.

“Allora…? Per quante ore al giorno sarai risucchiato da casa?” chiese accomodandoglisi accanto.

Mika allargo le braccia e lo fece sedere accanto a sé, posandogli la mano sulla spalla, accarezzandolo.

“Un po’… però tipo domani mattina sono libero… fino alle 14… potremmo fare qualcosa…” lo aggiornò avanzando l’idea di svagarsi un attimo insieme e liberargli la testa dai pensieri anche solo per una mattinata.

“Guarda… fosse per me, me ne starei nel silenzio della natura, da solo con te. Non voglio vedere gente, niente musei, negozi, strade, parchi cittadini…” gli illustrò il suo volere, specificando in quali situazioni non aveva intenzione di trovarsi.

Mika annuì capendo perfettamente il suo desiderio di tranquillità da cui lui lo aveva strappato da quella mattina, trasportandolo da una dormiente isola ad una metropoli.

“E se andassimo a fare un giro in montagna?? Siamo vicini alle Alpi… partiamo domattina presto, andiamo a farci una sgambata e per il primo pomeriggio rientriamo!” propose forse un po’ troppo euforico del voluto.

“…si ma per fare come dici tu dobbiamo alzarci alle 4 del mattino Moosie…” fece mente locale con due veloci calcoli, osservando la sua faccia stanca e intuendo la sua profonda voglia di dormire.

“E allora? Le 4 siano! Dormirò dopodomani… tanto inizio alle 11” gli fece notare allungandogli il foglio degli appuntamenti.

Andy lo osservò accarezzandogli il viso e baciandolo dolcemente, comprendendo immediatamente il motivo della sua proposta, che non si discostava dalla sua decisione di seguirlo in Italia.

A Mika non interessava di perdere l’ennesima notte di sonno, se ciò voleva significare donare un po’ di serenità al suo compagno in quel momento.

Alle 4:05 del mattino successivo Mika, visibilmente assonnato ma già euforico di prima mattina, svegliò Andy con un bacio dolcissimo e gli passò la tuta del Milan, che gli aveva comprato settimane prima e che attendeva di potergli dare da parecchio.

Andy non ebbe il tempo materiale di elaborare granché e per la prima volta in oltre una settimana si destò con un sorriso sulle labbra, che a Mika fece immediatamente brillare gli occhi di orgoglio e gioia.

Il viaggio in auto con un esagitato Mika, la camminata sfiancante fino ai quasi 4000 di quel monte di cui non ricordava il nome gli svuotarono la testa come null’altro avrebbe potuto fare.

Più in alto salivano e più Andy si sentiva pervadere da una strana ma piacevole sensazione.

Da lassù salutare il sole del mattino pareva metterlo in connessione diretta con il cielo che vi era al di là dell’azzurro, oltre le atmosfere e l’universo. La leggerezza dell’aria rarefatta, il silenzio palpabile, la stanchezza fisica a ristorare la mente, la mano della sua metà ad accompagnare i suoi pensieri… non gli serviva più nulla.

Mika aveva avuto un’idea geniale. Benché era certo che entro sera si sarebbe pentito di essersi alzato alle 4 del mattino, si godeva la sua stessa serenità riflessa.

“Sai… credo che così come i baci vengono trasportati dal vento e volano dove devono, anche i pensieri sussurrati al sole vengano proiettati da una parte all’altra dell’universo. E’ per questo che il sole ci scalda… perché ci trasmette tutti i messaggi d’amore che le persone distanti ci mandano…”
Andy osservò il compagno, ascoltando attentamente il suo ragionamento poetico e irrazionale.

L’illogicità di certi suoi discorsi, pur incantevoli che fossero, gli era sempre sembrata distante dal suo modo di vivere la realtà, lui che viveva seguendo il raziocinio e analizzava ogni granello di sabbia che calpestava, ogni molecola che ispirava.

C’erano momenti in cui si lasciava trasportare, sognando un po’ ad occhi aperti con lui, sulla scia delle sue parole, ma quei momenti duravano attimi, e si dissolvevano più velocemente di come avevano preso forma.

In quel discorso ascientifico, in cui logicamente gli riusciva impossibile credere, che collideva fortemente con quel che empiricamente conosceva del mondo, avrebbe normalmente creduto il tempo di elencare i motivi che rendevano impossibile a delle entità astratte, quali baci e sentimenti, di attraversare i cieli e giungere dall’altro lato del pianeta.

In quella mattinata tersa, con la vista che spaziava sulle valli svizzere e la mente in volo ancor più distante, però, si ritrovò a stracciare l’elenco che già la sua ragione aveva iniziato a stilare, lanciandolo lontano. In quel momento aveva il bisogno profondo di aggrapparsi alle convinzioni immaginarie e irreali che Mika aveva condiviso con lui. In giorni non aveva ancora trovato un modo per riconciliarsi con ciò che gli era stato strappato, di poter pensare a suo padre senza sentirsi schiacciare dalla sofferenza.

Non vi era nulla di reale, di scientifico a cui si potesse appellare per sentirlo di nuovo vicino, per colmare la voragine che gli aveva lasciato dentro. Non vi era nulla, solo l’idea di sentirselo addosso sotto forma di calore, di pensieri, di parole sussurrate al vento, sotto forma di raggi lucenti che bramava sentire dentro, oltre la pelle, i muscoli e le ossa… al cuore.

Per la prima volta in anni lasciò forzatamente da parte la ragione e decise di lasciarsi guidare alla cieca dall’animo fiabesco della sua metà, che mai come in quei giorni aveva percepito letteralmente come tale.

“Allora era questo che attendevamo con papà ogni mattina…” vagò coi ricordi alla sua vita trascorsa “…attendevamo che il sole ci inondasse con il calore di tutti gli abbracci, le parole e i pensieri belli che qualcuno lontano ci aveva mandato” sorrise dolcemente, intrecciando le loro mani.

“Esattamente. Se ci pensi amore, il sole che lo si guardi dal Giappone o dalla Finlandia, dal Polo Nord o da Marte è sempre uno e uno solo.

Chiunque guardi il sole ha gli occhi puntati nella stessa direzione, e due sguardi, pur distanti che siano, se convergono in uno stesso punto prima o poi si incrociano.” Spiegò quasi la sua fosse una tesi comprovata e internazionalmente riconosciuta.

Andy rimase interdetto. L’unica volta che si era lasciato le spiegazioni sensate alle spalle a favore della fantasia del compagno, si era ritrovato davanti un concetto scientifico che i suoi prof di matematica e geometria gli avevano ripetuto decine di volte, formulato con le parole delicate e calde di un animo poetico.

A quel punto non aveva più nessuna ragione per non credere a Mika. Si doveva e si poteva aggrappare alle sue convinzioni e farle proprie.

Aveva trovato un primo appiglio per risalire il pendio scosceso lungo il quale era ruzzolato da quella sera di ottobre che non gli sembrava mai abbastanza vicina né lontana, che si collocava in un’atemporalità per lui impossibile da spiegare.

“Ci dovresti scrivere una canzone… è un concetto meraviglioso… tutti dovrebbero avere nella loro vita questa prospettiva… questo modo di vedere” si ritrovò a chiedergli, certo che migliaia di altre persone in una situazione come la sua, senza un Mika accanto, avrebbero potuto aver bisogno di aprire gli occhi e vedere il mondo in quel modo.

A quella proposta a Mika brillarono immediatamente gli occhi.

“Non tutti hanno la fortuna di avere una persona saggia come ce l’ho io nei momenti più bui…” motivò semplicemente ,avvolgendogli il volto con le mani, poggiando la fronte alla sua e lasciandogli un dolce bacio e una carezza.

Mika lo strinse forte a sé “Ti amo” affermò solamente carezzando la schiena del biondo.

“Ti amo anche io Moosie…” ricambiò con uno sguardo carico di amore e riconoscenza.

Restarono in vetta mangiando due panini al volo e ammirando il panorama poi scesero verso valle.

Due ore e mezza di strada li attendevano e Mika non poteva assolutamente tardare.

“Già che restiamo a Milano per un po’… quasi quasi settimana prossima vado a Londra a prender Mel…” propose Andy camminando a passo svelto verso valle.

“Ottima idea! Vengo anche io!” affermò il moro con un sorrisone prendendogli la mano e continuando a camminare.

“…sono 16 ore di auto…” gli ricordò Andy dolcemente, ma Mika insistette e al biondo non restò altro che accettare.

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Buonasera, 
mi ha fatto molto piacere leggere le vostre recensioni. Sono onorata di aver toccato alcuni punti importati e intimi con la giusta delicatezza, lo sapete che ci tengo a questo genere di cose.
Vediamo se riesco a proseguire con il giusto tocco.

- La mattinata di svago tra i monti svizzeri aveva avuto la capacità di risollevare l’umore di Andy per la prima volta in una settimana. Mika riconobbe i segni della risalita emotiva che lo stava coinvolgendo e si sentì immediatamente più sereno, riuscendo ad affrontare la giornata lavorativa con spensieratezza, senza il costante pensiero di Andy solo, a torturarlo.-

- “Credimi, se non avessi dovuto lavorare sarei andato a letto alle 7, altro che tirare mezzanotte” asserì sbadigliando e appoggiandosi allo schienale del divano.-

- Per i primi secondi non si mosse, quando però una sferzata di freddo gli percorse la schiena nuda, e le sue mani non riuscirono a recuperare nessun lembo della coperta si sforzò di aprire gli occhi e capire cosa stesse succedendo.-

- Entrò in camera aprendo appena le persiane per far entrare quel rivolo di luce che gli avrebbe permesso di vedere senza disturbare Mika poi ridacchiò, notando come sepolto dalle due coperte e con la testa sotto ai cuscini, il fidanzato non avrebbe percepito il sole nemmeno se avesse spalancato le finestre.-

- “Se i tuoi pensieri sono sereni, va bene qualunque cosa…” sussurrò portando una mano alla sua nuca e baciandogli la guancia.
Andy quasi si commosse a quelle parole tanto spontanee quanto, lo sapeva, estremamente vere e racchiuso il viso tra le mani lo baciò con amore.


Eccovi le vostre 5 meritate caramelline.
Grazie del vostro supporto, vi aspetto qui sotto.
Un bacione.
Vv
 
  
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