Capitolo 7
Shiro fissò il campo di gioco. Lo
fissò senza riuscire
a comprendere che fosse davvero finita: lui era il duellante
più forte di
tutti. Spostò i nuclei, lentamente; era stato sconfitto da
una Maestra della
Luce.
“Annuncio la conclusione del
torneo”, esordì l’arbitro
con voce neutra. “La vincitrice è Shinomiya
Mai.”
Il ragazzo balzò in piedi e
sbatté le mani sul tavolo.
La sedia si ribaltò con un tonfo sordo che zittì
tutti all’istante.
“Non posso aver perso!”,
sbraitò con gli occhi
spiritati, voltandosi accusatorio a destra e a sinistra.
“Sono il duellante più
forte! Ha evidentemente imbrogliato! Non può essere
considerato valido!”
Raggiunse l’arbitro, che
arretrò per non ritrovarselo
addosso. “Annulli questo duello!”
L’arbitro gli rivolse uno sguardo severo.
“Il duello è
valido. Sono state rispettate tutte le regole.”
Mai si alzò e infilò il
proprio mazzo nella borsa,
attirando su di sé l’ira
dell’avversario. “Sei solo un’infida
guastafeste,
Shinomiya, come tutti voi Maestri della Luce!”
La ragazza sospirò e si
voltò, incrociando gli sguardi
entusiasti di Hideto e Kenzo. Provava quasi pietà per quel
ragazzo,
intrappolato sul piedistallo che si era costruito.
“Bashin e Momose si sono meritati tutto
ciò che gli è
successo!”
Mai gelò. Hideto e Kenzo sgranarono gli
occhi, il
primo sbattendo una mano sulla fronte e il secondo sistemandosi
incredulo gli
occhiali. La folla arretrò di un passo e l’arbitro
si guardò attorno, consapevole
che la situazione stava rischiando di degenerare. Alcuni amici di Shiro
lo
affiancarono per cercare di fermarlo.
“Brutto moccioso arrogante!”,
ribatté la Guerriera
Viola ruotando su sé stessa e puntandogli contro uno sguardo
furioso. “Non osare. Non osare parlare di cose di cui non hai la
minima idea.”
Avanzò di alcuni passi, fermandosi a un
paio di metri
da lui, ignorando l’arbitro che cercava di placarli.
“Ripeti a pappagallo quelli che altri
hanno detto,
senza neppure pensare a cosa significhi. Credi di sapere, ma non sai
nulla. Nulla. Ti credi meglio di
Dan, ma
combatti solo per te stesso e per metterti in mostra. Dan combatteva
per gli
altri. E lo ha fatto sempre, anche quando tutti gli hanno voltato le
spalle!”
Mai inspirò, stringendo le dita sul
manico della
borsa. Shiro distolse lo sguardo a denti stretti.
“Nessuno ha mai capito nulla di noi
Maestri della
Luce. Per questo uno come te, un patetico bulletto, egoista ed
egocentrico, non
sarebbe mai potuto diventare un
Maestro della Luce. Non avresti l’umiltà di
ammettere di aver sbagliato neppure
di fronte all’evidenza del contrario. E non avresti mai
combattuto per nessuno
se non pe te, mentre noi siamo sempre stati pronti a sacrificarci per
difendere
il mondo. Abbiamo pagato per farlo.
Ma questo tu non lo puoi capire, forse non lo capirai mai
perché la vera grandezza
è molto diversa da quella che tu
cerchi.”
La Guerriera Viola si voltò e raggiunse
Hideto e Kenzo,
ignara dei primi timidi sguardi ammirati che la seguivano. Anche il
presentatore e la sua collega, raggiuntolo poco prima nella speranza di
placare
gli animi, la fissavano con gli occhi spalancati. La passione e il
dolore di
Mai avevano lasciato un segno nei presenti.
Shiro, invece, si divincolò dai suoi
amici e avanzò
puntandole contro un dito.
“Parli tanto perché hai vinto.
Se ti avessi sconfitto,
avresti dimostrato ancora una volta la vostra pateticità. E
io sono un
duellante più forte di Dan! Mi hai sconfitto tu, non lui!”
Mai tornò a voltarsi, estraendo con un
gesto rapido
una carta dalla borsa e mostrandogliela. Era stufa di ascoltare quel
disco
rotto, che fin troppe volte era rimasta ad ascoltare.
“Siegwurm-Nova.
Era una
carta di Dan. Quella che gli ha permesso di sconfiggere la maggior
parte dei
suoi avversari, quella con cui ha annientato le ultime vite del Re del
Mondo
Altrove. Per tutto il resto, continua a pensarla come vuoi. Con i sordi
è
inutile parlare.”
Shiro trasalì e Mai tornò a
voltarsi. Fatto un passo,
però, si fermò.
“Un’ultima cosa. Ho usato un
mazzo molto simile a
questo, tempo fa. Ed ero riuscita a evocare Siegwurm-Nova.
Ho perso lo stesso. Sai chi era il mio sfidante? Dan. Se non hai avuto
speranze
con me, non ne avresti avute con lui.”
Il ragazzo arretrò, come se Mai gli
avesse inferto uno
schiaffo in pieno volto. Abbassò la testa, continuando a
scuoterla, e i suoi
amici lo tirarono indietro, scomparendo nella folla di pubblico
ammutolita.
Mai riprese a camminare nel silenzio totale, la
testa
alta e lo sguardo dritto. Raggiunse Hideto e Kenzo e sorrise loro.
“Missione compiuta.”
Hideto la prese a braccetto e i tre cominciarono ad
allontanarsi. Dietro di loro, gli spettatori continuarono a
bisbigliare,
dividendosi in gruppetti.
“Complimenti, Mai”,
esordì Hideto mentre uscivano
nell’atrio. “Fortuna che eri quella che non voleva
attirare l’attenzione. Mica
possiamo ripetere certe esperienze
passate.”
La ragazza afferrò una ciocca di capelli
e chinò la
testa, imbarazzata. “Ho esagerato, vero? Cercherò
di non farlo più.”
Kenzo sorrise sornione. “Quando ci vuole,
ci vuole.”
“Signorina Shinomiya!”
Il trio si fermò, voltandosi sorpreso, e
vedendo
venire loro incontro la donna che si era occupata delle iscrizioni
poche ore
prima.
“Questo è il
premio”, esordì in modo professionale,
porgendo alla Guerriera Viola una carta. “Ho immaginato che
non vi sarebbe
interessata una consegna formale.”
La ragazza scosse la testa, prendendo la carta con
un
leggero inchino del capo.
“Un’altra cosa”,
proseguì la donna. “C’è
qualcuno al
telefono che ha chiesto di parlare con lei. Una certa signorina Nakano?
Sembrava importante.”
Hideto e Kenzo aggrottarono la fronte, scambiandosi
uno sguardo veloce, incuriositi da quel nome sconosciuto. Mai, invece,
sgranò
gli occhi e impallidì.
“Dove?”
“Mi segua.”
Hideto afferrò il braccio di Mai prima
che potesse
allontanarsi, allarmato dall’espressione della ragazza.
“Che succede?”
“Dopo”, sussurrò la
ragazza divincolandosi e seguendo
la donna. Per ogni
passo che faceva, il
battito del suo cuore aumentava e una morsa le si serrava sullo
stomaco. Mandare
un messaggio a Elisabeth, per informarla dov’era quando era
costretta a
spegnere il cellulare, nel caso succedesse qualcosa. Doveva essere solo
una
precauzione, come tante altre volte in quei mesi.
Non era mai servito prima.
La donna la lasciò nel piccolo ufficio,
accostando la
porta dietro di lei. Mai rimase immobile, le mani che tremavano. Non
era certa
di voler sentire cosa le avrebbe detto. Temeva di saperlo
già. Era passato più
di un anno. Forse doveva andare in quel modo. Sentì le
lacrime imperlarle le
ciglia. Si obbligò a essere forte e avvicinò la
cornetta al viso.
“Elisabeth? Sono Mai.”
“Mai!
Finalmente! Ho già mandato Kosuke a prenderti”, trillò la voce dell’altra
ragazza. “Tu e i tuoi amici dovete
venire subito! È
la rosa bianca!”
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Mai fu la prima a balzare giù
dall’automobile,
scambiando un sorriso con l’autista. Hideto e Kenzo la
seguirono, sempre più perplessi
e anche alquanto stizziti da tutto quel mistero. Mistero che Mai si era
rifiutata di schiarire, anche quando era tornata da quella telefonata
con un
sorriso a trentadue denti e gli occhi lucidi.
Dobbiamo andare subito
in un posto, era
stata l’unica risposta alle loro domande.
Solo sull’automobile, dove fu evidente
che Mai
conosceva già l’uomo venuto a prenderli, la
Guerriera Viola rivelò che aveva
conosciuto la ragazza il settembre prima. Kenzo fu rapido a collegare i
punti,
rendendosi conto che doveva essere legato al famoso contrattempo di
quel
giorno.
La porta d’entrata si spalancò
e ne uscì fuori una
ragazza con un allegro abito arancio e una treccia che ondeggiava sulla
spalla.
Si gettò nelle braccia di Mai ridendo.
“Sono così contenta siate
venuti!”
Si staccò dalla Guerriera Viola un
attimo dopo,
chinandosi sorridente verso i due ragazzi.
“Benvenuti, Maestri della Luce.”
Hideto e Kenzo, se fino a pochi istanti prima erano
stati perplessi e curiosi, rimasero completamente confusi.
“Grazie per averci chiamato”,
si intromise Mai. “Loro
sono Suzuri Hideto, il Guerriero Blu, e Hyoudo Kenzo, il Guerriero
Verde. Lei è
Nakano Elisabeth.”
La ragazza dondolò sui piedi, abbassando
leggermente
lo sguardo. “Mi sarei fatta viva prima, ma lui non voleva
sentire ragioni. Non
sapete la fatica che ho fatto a convincerlo.”
“Lui chi?”, sbottò
Hideto, ignorato da entrambe le
ragazze.
“È proprio da lui, cercare di
affrontare tutto da
solo”, replicò Mai con un sorriso.
Elisabeth annuì e tornò a
sprizzare gioia da tutti i
pori. “Vi accompagno da lui?”
Rientrò nella casa e la Guerriera Viola
la seguì
subito, facendo cenno agli altri due di venire. Hideto e Kenzo si
stavano
leggermente spazientendo dall’essere tenuti allo scuro, ma
era istintivo
fidarsi di Mai. Dopo aver attraversato un corridoio, uscirono in una
veranda a
vetri con annessa quella che sembrava una serra, dove
un’anziana signora stava
accudendo delle piantine. Da lì, uscirono nel giardino e
dopo un breve vialetto
che separava un classico giardino giapponese da quello che aveva un
aspetto più
occidentale, arrivarono in vista di un piccolo bungalow di legno.
Elisabeth si fermò e incrociò
il loro sguardo. “Io vi
lascio, penso avrete molte cose da dirvi. Prendetevi tutto il tempo che
vi
serve.”
Li superò, attardandosi appena per
stringere una mano
a Mai con cui scambiò un sorriso emozionato. Rimasti soli,
Hideto e Kenzo si
voltarono verso la ragazza, in attesa che fosse lei a fare la prima
mossa. La
Maestra della Luce inspirò ed espirò
più volte, prima di annuire con un sorriso
e riprendere a camminare, subito seguita dai due.
C’erano un tavolino e delle poltroncine
sotto il
bungalow.
E c’era un ragazzo, seduto a dar loro le
spalle, i
capelli di un pallido azzurro.
Hideto e Kenzo si fermarono di colpo, senza trovare
la
forza di emettere alcun suono. Mai aveva portato una mano sulla bocca e
i suoi
occhi brillavano di lacrime.
Il ragazzo, appoggiandosi ai braccioli, si
alzò con
leggera fatica e si voltò verso di loro, un sorriso appena
abbozzato sulle labbra.
“È un po’ che non ci
vediamo.”
“YUUKI?!?”
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Il cielo si era tinto dei colori del tramonto, ma i
quattro ragazzi erano ancora lì, seduti a quel tavolino.
Dopo i primi minuti di
emozione, di sconcerto e di shock, si erano messi a raccontare tutti i
pezzi
mancanti del puzzle, rischiando a volte di accavallare le voci le une
sulle
altre. Avevano tante cose di cui parlare.
Il tè e i biscotti, portati tempo prima
da Elisabeth,
erano finiti. L’ultimo lo stava sgranocchiando svogliatamente
Kenzo.
E, nonostante tutte le ore già
trascorse, era
difficile per tutti loro capacitarsi di essere veramente lì.
Dopo l’incontro
contro Shiro, aver ritrovato Yuuki aveva un sapore completamente
diverso. Era
come una rivincita su tutti quelli che si erano accaniti su di loro.
“E sapevi già tutto da
settembre?”, domandò un po’
offeso il ragazzino.
“Perché non ce l’hai
detto prima?”, si accodò il
Guerriero Blu.
La ragazza sospirò e passò
una ciocca di capelli
dietro all’orecchia, iniziando ad attorcigliarla al dito.
“Scusate, ma non volevo mettere in
pericolo nessuno. E
soprattutto non volevo darvi false speranze. Avreste solo
sofferto.”
I due ragazzi annuirono, anche se non del tutto
d’accordo con la decisione che aveva preso Mai, ma
comprendendo perfettamente
le sue ragioni: il risveglio del Guerriero Bianco era stato
completamente
insperato e allora avevano perso Dan solo da poco tempo.
“Che si fa adesso?”,
domandò Hideto dopo lunghi
istanti di silenzio. “Yuuki non può certo tornare
come se niente fosse. Tutti
lo credono morto da quasi due anni.”
Mai e Kenzo si voltarono verso il Guerriero Bianco,
che non disse nulla per lungo tempo, lo sguardo perso sui fiori del
giardino.
“Non lo so. La riabilitazione non
è ancora finita e
non è che abbia qualcosa a cui tornare. Senza contare che,
farlo, potrebbe
essere un rischio troppo grande. Dovrò anche parlare con
Elisabeth e la sua
famiglia.”
“Sono certa che ti aiuteranno”,
si intromise
dolcemente Mai. “Elisabeth si è molto affezionata
a te.”
Yuuki non rispose. Tornò a voltarsi e
sospirò.
“Sono successe tante cose
finché io ero in coma.
Troppe. Non credo di aver ancora afferrato il fatto che sia passato
così tanto
tempo. Quando mi sono svegliato, ero convinto fossero passate solo
poche ore.
Da qui in avanti, dovrò cercare di fare ordine in
ciò che mi circonda e in me.”
Kenzo si pulì la bocca sul tovagliolo e
passò lo
sguardo sugli amici.
“L’importante è che
ora siamo tutti assieme. Sarà più
facile affrontare qualsiasi cosa.”
“Non penso che sia saggio”,
ribatté Yuuki
guadagnandosi le occhiate sorprese degli altri. “Almeno per
un po’, sarà meglio
non vedersi troppo. È più sicuro che voi
continuate per la vostra strada, come
avete fatto in questi mesi.”
Mai sospirò e strinse la ciocca di
capelli. “Ma
saresti solo. A parte noi e la famiglia di Elisabeth, nessuno sa che tu
sei
vivo. Vogliamo esserti vicino, aiutarti.”
“Vi ringrazio per questo, ma è
qualcosa che devo
superare da solo.”
Gli altri tre ragazzi si rassegnarono, consapevoli
che
il Guerriero Bianco avesse ragione. Più stavano insieme,
più correvano il rischio
di attirare l’attenzione. In più, in quegli ultimi
anni non erano riusciti
granché a occuparsi di loro stessi. A Gran RoRo erano stati
veramente poco più
che bambini, poi c’era stata la fama, gli attacchi, il
viaggio nel futuro.
C’era stata solo quella piccola pausa, tra la morte di Yuuki
e la chiamata di
Kenzo, pochi mesi che non erano stati certo sufficienti a capire chi
fossero
davvero.
Hideto si posò sullo schienale e
incrociò le mani
dietro alla testa.
“I miei genitori vorrebbero che mi
impegni per
riuscire a iscrivermi all’università. Ma non
voglio rinunciare ai miei viaggi:
ho imparato tante cose che altrimenti non avrei mai saputo. Ma potrei
diventare
un medico eccentrico, che dite?”
“Ti ci vediamo proprio”,
commentò Kenzo unendosi alla
risata del Guerriero Blu.
“Dovrò pur cercare di stare in
qualche modo al passo
con te, no?”
Il Guerriero Verde sorrise, gli occhi che
brillarono
di entusiasmo. “Diventerò un grande scienziato.
Troverò soluzioni che gli altri
neppure si immaginano e dimostrerò a tutti che possiamo
migliorare anche senza
il Nucleo Progenitore. Collaborare con una scienziata del futuro
dovrà pur
darmi un vantaggio!”
Il
Guerriero
Blu gli diede una pacca sulla spalla, le loro risate che si
confondevano. Mai
sorrise e alzò lo sguardo verso il cielo, pervaso da una
calda e avvolgente
tinta dorata, sfumata nell’arancio e nel rosso. Oltre, dalla
parte opposta, il
blu della notte si stava espandendo su tutta la volta.
Un enorme malinconia si infiltrò dentro
di lei: sembrava
un addio.
“Io credo che riaprirò un
blog”, sussurrò piano
attirando su di sé gli sguardi dei tre ragazzi.
“Ci sono così tante persone che
contano ancora su di noi. E sento di avere ancora tanto di cui
parlare.”
La stessa malinconia di Mai cominciò ad
apparire anche
sui volti degli altri Maestri della Luce. Si stavano separando
un’altra volta.
Anche se avevano un unico obbiettivo, dovevano provare a raggiungerlo
tracciando una loro strada. Il loro legame sarebbe stato messo
un’altra volta
alla prova, testato come era stato prima del futuro, quando avevano
rischiato
di perdersi a vicenda. E avrebbe dovuto contare sulle proprie forze,
proseguire
sui propri cammini paralleli. Dovevano crescere, e faceva paura,
soprattutto
senza sapere se alla fine ci sarebbero ancora stati gli altri ad
aspettarli.
Il cielo sopra di loro cominciò a
punteggiarsi di
timide stelle, offuscate dall’inquinamento e dalle luci di
Tokyo. Una di esse,
la prima che Mai vide, sembrò brillare di rosso. La ragazza
sbatté le palpebre
e poi sorrise.
“Non è un addio. Possiamo
continuare a tenerci in
contatto, qualsiasi ora del giorno e della notte. Non vi libererete
tanto
facilmente di me.”
Hideto fu il primo a sorridere, stupito ogni giorno
di
più dalle due metà che erano Mai: la furia che
non si faceva fermare da niente
e la dolcezza che cercava di tirare tutti su di morale.
E aveva ragione. Erano i Maestri della Luce. Non
sarebbe bastata la distanza a separarli e avrebbero continuato a
incrociarsi.
“Ti pentirai quando le nostre e-mail ti
sveglieranno
in mezzo alla notte. E io pretendo di essere tenuto informato su
qualsiasi
novità, mi raccomando. Così quando fra qualche
mese riusciremo a rincontrarci,
sarò come se non ci fossimo mai lasciati. E potremo anche
duellare!”
Kenzo si ritrovava spesso a essere il
più piccolo. A
casa, a scuola, anche tra i Maestri della Luce. Eppure, viaggiare con
loro lo
aveva reso migliore, più altruista e meno presuntuoso, e, in
qualche modo,
avevano annullato anche quella differenza. Era diventato più
sicuro di sé:
questo lo doveva a loro.
“Continuerò a
sopportarvi”, dichiarò sistemandosi gli
occhiali e sorridendo. “Ma non mi dispiacerò
farlo. E se c’è un duello, sono
pronto a qualunque sfida.”
Yuuki guardò i tre ragazzi, tre tra le
persone che per
la prima volta aveva potuto chiamare amici.
Da quando li aveva incontrati, aveva cambiato il modo di vedere il
mondo. Prima
di loro, la sua vita era stata solitaria e l’unica che ne
aveva fatto parte era
stata Kajitsu. Da Gran RoRo era tutto diverso. Non solo
perché la sua amata
sorella non c’era più, ma perché grazie
a Dan e a loro era riuscito a rialzarsi
e ad andare avanti.
Anche se i sensi di colpa restavano, anche se la
certezza di rivederla un giorno era ancora ciò che gli dava
forza. Ma quando
quel giorno fosse arrivato, avrebbe potuto dirle che avevano scelto
bene, che i
Maestri della Luce erano le persone migliori che avrebbero mai potuto
conoscere. Grazie a loro era cambiato o, forse, era diventato la
persona che avrebbe
dovuto essere fin dall’inizio. Anche se temeva che le parole
del Re del Mondo
Altrove potessero ancora avverarsi.
“Quando mi sarò ripreso,
potremo provare a rivederci.
Basterà stare attenti.”
Mai sorrise, certa che si sarebbero rivisti, che
non
si sarebbero persi di vista. Si sentì leggera e ottimista,
come non si era più
sentita più da molto tempo. Neanche sperare di rivedere Dan
o Gran RoRo
sembrava più tanto sciocco. Ed era sicura valesse anche per
gli altri.
In silenzio, senza aver più bisogno di
dirsi nulla, si
alzarono. Yuuki rifiutò la mano degli altri, che
però gli rimasero a fianco.
Lentamente, per non far sforzare il Guerriero Bianco, si avviarono
verso il
cancello facendo il giro della casa. Lì, si salutarono.
Elisabeth affiancò Yuuki mentre Mai,
Hideto e Kenzo si
stavano allontanando lungo la strada. I due si voltarono e si avviarono
di
nuovo verso l’abitazione.
Presto, anche loro tre si sarebbero salutati e
avrebbero iniziato il proprio cammino.
Era davvero l’inizio di una nuova vita,
una nuova avventura.
Anche se Battle Spirits non li avrebbe
più guidati,
sarebbero rimasti per sempre i Maestri della Luce.
E Magisa aveva promesso. Un giorno il varco per
Gran
RoRo si sarebbe riaperto. Si dovevano impegnare anche per quello.
Nel cielo, due stelle brillarono e la loro luce
sembrò
sfumare nel rosso e nel verde. Un’altra, più
sopra, più alta nel cielo blu
sopra al tramonto, brillava di una luce così splendente da
sembrare il Nucleo
Progenitore.
Gran RoRo e la Terra avrebbero avuto ancora bisogno
di
loro? Solo il futuro avrebbe avuto la risposta a tale domanda.
*
*
*
*
*
*
*
*
Salve
a tutti!
Siamo arrivati alla fine. Prima di salutarvi, voglio ritornare a quelle
parole
con cui vi avevo salutato l’ultima volta. Cinque anni fa,
quando questa avventura
è iniziata, avevo espresso la speranza di trovare altri che
amassero Battle
Spirits come me e mio fratello. E successo. Ed è continuato
a succedere fino a
oggi, cinque anni dopo. Sì, ci sono stati scossoni in questo
viaggio (ce ne
saranno sicuramente ancora) e non tutti sono ancora ad accompagnarci.
Però,
posso dire come allora, che la cosa più bella è
farvi emozionare, divertire,
immedesimarvi e arrabbiarvi con i personaggi. Perché non mi
stancherò mai di
ripeterlo, ma non è solo la passione per la storia che mi
sprona dopo tutto
questo tempo, ma è soprattutto il sapere che siete
lì: il merito è vostro e del
vostro calore, di tutto quelle parole che nei momenti in cui vorrei
fermarmi mi
ricordano perché amo questa storia.
Quindi,
un’altra volta, come cinque anni a questa parte, come in
futuro,
un grazie speciale, di tutto cuore a voi che leggete e che continuate a
seguirmi, a tutti voi che in questi anni avete recensito (grazie
HikariBashin12
per essere passata!).
Grazie
per esserci, grazie per il vostro entusiasmo. GRAZIE.
E,
con i mazzi di questo episodio, vi saluto e vi do appuntamento alla
prossima storia: occhio alla mia pagina autore per ogni aggiornamento!
(MAI) Asmodeo dei
Sette Shogun 1x, Siegwurm-Nova, Drago Supernova 1x, Belzebeat
dei Sette Shogun 1x, Siegwurm, Possente Dragone Imperatore
del Tuono 1x, Berit,
Artigli Micidiali 1x, Strega Malefica 2x, Balmung, Dragone Rigenerato2x, Balam,
Guerriero delle Tenebre 3x, Globo Artigliato 1x, Scheletrox 2x, Ankillersauro 2x, Scorpione Letale 1x, Teschiavolo 1x, Drago della Pioggia 2x, Rotosauro 2x, Ashtal 1x, Demonosso 1x, Fuoco della
Vittoria 2x, Ciclone
Fiammeggiante2x, Carta in
Più 3x, Telescopio
Killer 2x, Energia Big
Bang 3x, Danza
Macabra 2x, Sarcofago
Trafitto 2x, Bilancia
Letale 2x, Tempio
Diroccato 2x, Tempio a
Piramide 2x, Cattedrale
Purpurea 3x
(SHIRO) Castello
Fortificato 1x, Drago
Bicefalo 1x, Kujaraku,
Pavone Fiammeggiante 1x, Douglas il
Gladiatore 1x, Dracoltello 2x, Segugio
Preistorico 3x, Automa di
Pietra 3x, Muro
vivente 2x, Ankillersauro 1x, Rocciarex 2x, Babyrousa,
Bestia da Battaglia 3x, Pedone Gustav 2x, Lucertola Rasoio 2x, Iguanasauro 2x, Goradon 3x, Falange Infuocata 2x, Fuoco della Vittoria 2x, Martello
Magico 2x, Aura
Offensiva 1x, Aura
Luminosa 1x, Blitz 1x, Impatto
delle Armi 1x, Elevalivello 3x,Crollo
della Strategia 2x, Duello ad Armi
Pari 2x, Fabbrica di
Automi 2x
(YUUKI) Ragna-Rock, Cavaliere
Signore del
Fato 1x, Woden, il
Grande Cavaliere Alato 1x, Walhalance dalla Corazza
Indistruttibile 1x, Yggdrasill,
Cavaliere d’Acciaio 1x, Hildir la
Valchiria 1x, Cannone di
Ferro MK-II 2x, Balder,
Soldato Scudo2x, Gigandroide 2x, Artefatto
Fjalar 2x, Supremo
Gugnir 3x, Guerriero
Magnum 1x, Supremo
Laevateinn 3x, Farfalla
Arcobaleno 1x, Guerriero
Calibro 2x, Cigno
Kigna 2x, Potente
Elisir 3x, Purificazione
Testuggine 1x, Ricarica Nuclei 2x, Bufera
Impenetrabile 3x, Aura Fulminante 2x, Sacro Elisir (Pozione della
Salvezza) 1x, Nastro
Imprigionante 2x, Nobiltà
d’Animo 2x, Attacco Diamante 1x, Cortina Nebulosa 2x, Nave Madre
dell’Infinito 3x, Santuario
Inviolabile 3x
(ELISABETH) L’Imperatore
Kaiseratlas 1x, Hercules,
Cavaliere Selvaggio 1x, Iberix, Bestia
Intelligente 1x, Grande
Angelia Sophia 1x, Puntale Lamato 2x, Angelia della Luce 1x, Pungiglione Nero 1x, Libellula Fatale 1x, Fata Farfalla 2x, Angelia Kleio 3x, Amenborg 3x, Rana Balzante 1x, Gremly 2x, Spirit Tanya 3x, Pungiglione
Velenoso 1x, Scarabeo
Corazzato 2x, Recupero
del Branco 2x, Campo
Immaginario 2x, Affaticamento 1x, Inverti
Mano 2x, Astro della
Velocità 1x, Nebbia
Invalidante 1x, Pozione
Reale 3x, Prigione di
Spine 3x, Piedi
Alati 2x, Forza della
Natura 1x, Velocità
Divina 1x, Frutti
dell’Albero della Saggezza 3x, Collina Prodigiosa 2x
Grazie
ancora a tutti!
Varco
Apriti, Energia!
Alla
prossima, Hikari