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Autore: la_pazza_di_fantasy    15/11/2018    1 recensioni
La città di Luxor e quella di Ombrax sono sempre state rivali e da molti secoli condividono una specie di pace.. ma cosa accadrebbe se nella città di Luxor si insediassero persone poco propense alla pace? E cosa farebbe Ombrax?
Nove ragazzi, 5 di Luxor e 4 di Ombrax non sanno ancora che toccherà a loro risolvere la situazione e riportare la vera pace.
----prima storia che pubblico, vorrei molto volentieri che chi leggesse questa storia lasciasse anche un commento così che io possa migliorare-----
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Elias era comodamente sdraiato sopra Fred. Il rosso non aveva lasciato la stanza del biondo per tutta la notte e, dopo averlo sgridato per aver rimasto la finestra aperta e aver portato via il cadavere, si era sdraiato sul letto e aveva stretto a se Elias tutto il tempo. Era mattina ormai, ma il principe non voleva lasciare il suo comodo “letto” per niente al mondo. Fred gli era mancato troppo, e doveva recuperare tutto il tempo perso. Il biondo non stava dormendo, ma teneva solo gli occhi chiusi e si accorse subito che il rosso si era svegliato perché aveva iniziato ad accarezzarlo lentamente sulla spalla. Elias sorrise, gli era mancato moltissimo. Alzò piano la testa e i suoi occhi azzurri si incrociarono con quelli grigi dell’altro. Poi Fred gli posò un delicato bacio sulle labbra.
-dormito bene?- chiese l’EDA senza fermare le sue carezze.
-mai dormito meglio- rispose il principe sorridendo per poi baciare nuovamente il suo ragazzo. Le mani di Fred si strinsero intorno ai fianchi del ragazzo e Elias approfondì il bacio. Proprio mentre Fred stava per togliere i pantaloni al principe sentirono bussare alla porta e i due ragazzi si fermarono. Elias guardò Fred alzarsi dal letto e mettersi la maschera per poi, con voce scocciata, dire avanti. Dalla porta fece capolino Ginny seguita a ruota dalla sua guardia del corpo.
-El scusa il disturbo, ma ho sentito di quello che è successo ieri e volevo sapere come stavi- disse la ragazza che era veramente preoccupata. Elias le sorrise, non poteva incolparla per aver interrotto lui e Fred, infondo era preoccupata.
-sto bene, mi sono spaventato molto, ma sto bene- disse il ragazzo facendo cenno a Ginevra di avvicinarsi. La ragazza sorrise e abbracciò stretto il principe. Quando quella mattina aveva scoperto tutto involontariamente da una guardia dell’esercito si era preoccupata a morte. Ma El stava bene, e anche suo fratello sembrava star bene. Gustav rimase sulla soglia della porta guardando Fred per accertarsi che il rosso stesse veramente bene. Fred notando lo sguardo del suo amico gli sorrise per non farlo preoccupare. Se l’era vista davvero brutta quella sere, ma era ancora vivo e aveva chiarito con Elias, quindi era tutto apposto.
-mi hai fatto preoccupare! Ma com’è entrato quello nella tua stanza- chiese la ragazza una volta sciolto l’abbraccio con il principe.
-avevo lasciato la finestra aperta- disse il biondo grattandosi dietro la testa in imbarazzo per quello che era successo.
-ma sei pazzo? Lasciare la finestra aperta mentre dormi sapendo che Caroline molto probabilmente ti vuole morto!- disse la ragazza ricevendo un’occhiataccia da parte del fratello. Ginny guardò male a sua volta il ragazzo.
-cosa c’è? È la verità. Io sono qui solo perché vuole un accordo con la casa nobiliare più grande dopo quella della famiglia reale. Quella vuole far fuori anche me- disse la ragazza fissando negli occhi il fratello, quegli occhi che erano identici ai suoi.
-ne sei.., ne siete davvero sicura?- chiese Fred dubbioso. Il ragionamento non faceva una piega, però se Elias fosse veramente morto i Ravenlord potevano anche non sostenere più la famiglia reale.
-si, ne sono sicura- rispose convinta la ragazza.
-fino a quando possiamo intervenire noi due non vi succederà niente- disse Gustav che era sempre vicino alla porta per captare qualunque passo all’esterno di essa. Fred annuì alle parole del biondo.
-il problema è se Caroline si inventa qualcosa che ci impedisca di agire- fu la costatazione di Fred che si era messo a camminare avanti e indietro per la stanza.
-Voi due dovete starci incollati, punto- disse il principe con un sospiro.
-sbaglio o hai accettato tranquillamente che ci stiano appiccicati? Tu che non li volevi tra i piedi- disse Ginevra guardando con un sopracciglio alzato il principe che divenne rosso sotto lo sguardo indagatore della sua promessa sposa.
-ho cambiato idea- disse lui a bassa voce scaturendo un piccolo sorriso sulle labbra di Fred.
-e come mai hai cambiato idea?- chiese ancora la ragazza sempre con il sorriso sulle labbra. Elias era in difficoltà, aveva paura di dire alla ragazza la verità non solo perché aveva appena scoperto che Fred era un Ravenlord, ma anche perché non sapeva se poteva parlare con l’altro EDA nella stanza.
-per caso sono state svelate le carte?- chiese Gustav facendo ridere Fred e confondere ancora di più Ginevra. -lo prendo per un si- disse ancora il biondo rivolto al rosso che non la smetteva di ridere.
-di quali carte stai parlando?- chiese allora Ginevra guardando confusa prima il fratello e poi il biondo.
-del fatto che io e il tuo bel principe stiamo insieme da due anni e lui ha appena scoperto la mia identità- disse Fred togliendosi la maschera e sorridendo in direzione di Elias. Ginevra sgranò gli occhi.
-vuoi dire che tu eri il famoso Sam?- chiese la ragazza al fratello che annuì confermando le parole della sorella.
-Elias sei uno stupido- disse dopo la ragazza.
-mi ha detto ieri di essere un Ravenlord, okay sono stupido, ma anche lui ha le sue colpe- disse il principe sbuffando.
-okay, allora io e il biondo togliamo il disturbo così fate quello che dovete fare- disse Ginevra prendendo sotto braccio Gustav e incamminandosi verso la porta lasciando i due ragazzi scioccati.
-Ginevra!- dissero poi i due per poi guardarsi e scoppiare a ridere. La ragazza sorrise e li salutò con la mano per poi uscire dalla stanza accompagnata dall’altro EDA.
-siete stata perfida- disse il biondo sorridendo.
-in quella stanza c’era troppa tensione che devono assolutamente scaricare, potevo essere anche più esplicita- disse la ragazza camminando felice che tutto fosse andato per il meglio.
-meglio di no, vi avrebbero uccisa-
-dammi del tu, sei più grande di me. E poi se mi uccidono non posso coprirli- disse la ragazza sorridendo. Rimasero in silenzio per un po’, poi la ragazza guardò verso l’EDA.
-come ti chiami?-
-non credo sia il caso di…-
-per favore, non voglio continuare a chiamarti biondo in eterno- disse la ragazza bloccando sul nascere le proteste del ragazzo.
-Gustav-
-Gustav…- il biondo sospirò all’esplicita domanda della ragazza. Lui odiava il suo cognome e ne avrebbe fatto volentieri a meno. Ma non poteva cancellare chi era, e non poteva non rispondere alla ragazza.
-Gustav Wittemberg- Ginevra sgranò gli occhi.
-sei per caso parente di…-
-sono il figlio di Erik anche se non gli assomiglio per niente- disse il ragazzo prima che la rossa potesse porre la domanda. Ginny guardò il ragazzo con la voglia matta di fargli altre domande, ma sapeva che il ragazzo non ne sarebbe stato felice, quindi decise di lasciar perdere e continuare a camminare verso la sua stanza cercando altro di cui parlare con Gustav.
 
 
-Il nostro re ci ha dato molto e adesso dobbiamo onorarlo per quello che ha fatto per noi, sperando che i suoi discendenti facciano come lui, o meglio- queste erano le parole del sacerdote durante il funerale dell’ex re di Luxor. Elias guardava attentamente la bara dove suo nonno era ripostolo, la quale sarebbe stata bruciata a breve. Non aveva quasi mai parlato con suo nonno, quando era nato il re era già malato quindi le sue visite erano sempre brevi. Il principe non riusciva a provare niente in quel momento, solo rabbia. Rabbia verso Caroline che gli aveva portato via il nonno prima ancora della sua nascita. Elias era sicuro al 100%, così come la madre, che la malattia del nonno era dovuta a un qualche veleno che la donna aveva somministrato al marito. Quella donna aveva manie di grandezza terribili, che ne Annabel, ne Elias approvavano. Ma ora era lei a regina reggente, fino a quando Elias non si fosse sposato visto che Annabel non poteva regnare. Elias diede uno sguardo veloce alla madre che stava al suo fianco e teneva la testa bassa. Aveva perso un’altra persona cara nel giro di poche settimane e Elias non si spiegava come la donna riuscisse ancora a sorridere. Le si avvicinò ancora di più e le mise un braccio intorno alle spalle. Era molto più alto di lei e la donna sembrava veramente piccola e fragile in quel momento.
-El- fu l’unica cosa che la donna disse prima di stringersi ancora di più al figlio.
-riusciremo a riprenderci Luxor- disse il ragazzo in modo da farsi sentire solo da lei.
-non è facile El, non possiamo contare più su nessuno ormai- la donna sospirò pesantemente per poi continuare -speravo di riuscire a far ricadere tutte le colpe su chi sai tu, ma i medici erano dalla sua parte, anzi, credo l’abbiano aiutata- concluse la donna guardando il figlio negli occhi celesti che erano identici ai suoi. Quanto avrebbe dato in quel momento Annabel per tornare indietro e accettare la sua proposta? Tutto. La fine di Luxor era stata segnata prima ancora della nascita di Elias, e Annabel quando aveva detto quel no lo sapeva, lo sapeva benissimo, ma aveva deciso di restare sperando di riuscire a salvare la sua città. Era stata una scelta irrazionale e si pentiva ogni volta. Voleva tornare indietro per vedere i suoi figli, tutti i suoi figli, crescere in tranquillità, innamorarsi e fare le loro scelte senza che qualcun altro decidesse per loro. Era stata una stupida e lo sapeva perfettamente. Se in quel momento le avessero fatto la proposta di scappare lei avrebbe accettato senza esitare. Avrebbe detto di si senza nemmeno far finire la domanda. Sorrise immaginandosi la faccia prima sorpresa e poi felice dell’uomo che le sorrideva e le porgeva una mano per guidarla verso la sua nuova vita.
-a cosa stai pensando?- chiese Elias notando lo sguardo lontano della madre.
-a tuo padre- disse semplicemente lei continuando a sorridere.
-mi manca da morire- disse Elias abbassando lo sguardo. Aveva trascorso solo tre anni con suo padre prima che lo uccidessero brutalmente davanti i suoi occhi.
-anche a me. È stata tutta colpa mia, dovevo dirgli subito di si e non aspettare e sperare in qualcosa che non si sarebbe mai realizzato- disse la donna facendosi scura in volto.
-non è vero, non sapevi come sarebbero andate a finire le cose, è colpa di..-
-El per favore non dire quel nome- disse la donna girandosi verso il figlio e accarezzandogli una guancia. Era la copia perfetta del padre, tranne per gli occhi azzurri del ragazzo. Chissà come sarebbe stato averli tutti insieme e vederli crescere. Forse avrebbe chiamato Ez..
-Elias cercavo proprio te piccolo mio- i pensieri della donna furono interrotti dall’arrivo di Caroline che non aveva per niente considerato Annabel.
-per cosa?- chiese il ragazzo curioso stringendo più forte la madre. Vide con la coda dell’occhio Fred e Gustav che lo tenevano d’occhio con Ginevra al loro fianco.
-perché ho avuto una bellissima idea per sbarazzarci di Ombrax una volta per tutte- disse la donna con un sorriso trionfante sulle labbra. Avrebbe preso due piccioni con una fava.

 
   
 
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