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Autore: la_pazza_di_fantasy    18/11/2018    1 recensioni
La città di Luxor e quella di Ombrax sono sempre state rivali e da molti secoli condividono una specie di pace.. ma cosa accadrebbe se nella città di Luxor si insediassero persone poco propense alla pace? E cosa farebbe Ombrax?
Nove ragazzi, 5 di Luxor e 4 di Ombrax non sanno ancora che toccherà a loro risolvere la situazione e riportare la vera pace.
----prima storia che pubblico, vorrei molto volentieri che chi leggesse questa storia lasciasse anche un commento così che io possa migliorare-----
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-lo sapevo che avrebbe trovato un modo per farti fuori- disse Fred mentre camminava avanti e indietro per la stanza del principe.
-non ti fidi delle mie abilità combattive?-  chiese il biondo che era seduto sul suo letto.
-certo che mi fido, ma ho paura che il tizio che affronterai sarà più forte di te-  il rosso si fermò e prese le mani del principe guardandolo negli occhi -ho paura di perderti- Elias sorrise in direzione del ragazzo.
-non succederà, non morirò stai tranquillo- disse il biondo baciando il suo ragazzo. Comprendeva perfettamente la sua preoccupazione, ma non aveva avuto scelta che assecondare Caroline. Sperava solo che il ragazzo di Ombrax fosse più scarso di lui. Fred, senza staccare le sue labbra da quelle del principe, prese in braccio Elias e si sedette sul materasso per poi far sedere sulle sue gambe il principe. I due ragazzi continuarono a baciarsi mentre le mani di Elias si stringevano intorno al collo del rosso e l’altro ragazzo stringeva con prepotenza i fianchi del principe.
-siamo possessivi oggi?- chiese il principe ridendo sulle labbra del rosso.
-ovvio sei mio- rispose l’altro poggiando la schiena sul materasso per poi ribaltare le posizioni e continuare a baciare Elias mentre gli toglieva la camicia. Elias sorrise quando le labbra del rosso si posarono sul suo collo.
-non lasciare segni-
-lo so El-
 
 
Una settimana dopo Elias si stava guardando allo specchio dubbioso. Alla fine Ombrax aveva accettato la loro proposta e quella stessa sera lui e un altro ragazzo avrebbero combattuto per decretare in destino delle due città. Caroline aveva deciso che i due ragazzi dovevano indossare delle casacche con il cappuccio. Elias pensava che fosse una cosa inutile e che avrebbe impedito ai cittadini di capire a quale città appartenessero, ma Caroline era stata categorica e irremovibile. Avrebbero indossato le casacche con colori diversi: per Luxor il bianco e per Ombrax il nero. Quanta originalità!
La casacca calzava a pennello, ma Elias non si trovava bene. Era troppo aderente e aveva paura che il cappuccio gli impedisse la vista laterale. Possibile che Caroline volesse veramente la sua morte e non impossessarsi soltanto di Ombrax? Poi il ragazzo pensò che anche il suo sfidante dove indossare il cappuccio quindi si tranquillizzò un po’. Bussarono alla porta e poco dopo entrò Annabel.
-Questa cosa è inutile- disse la donna guardando il figlio.
-lo so, ma non possiamo farci niente e lo sai bene- la donna annuì e poi si avvicinò al figlio per aggiustargli la casacca.
-non farti uccidere. Non sopporterei di perdere un altro figlio- Elias annuì per poi prendere le due spade gemelle e incamminarsi verso l’uscita con la madre. Per la strada incontrò Ginny con Fred e Gustav. Salutò con un cenno l’EDA biondo e poi abbracciò la ragazza.
-non fare cavolete- furono le parole della ragazza mentre lo stringeva a se -e vedi di tornare vivo e vegeto- Elias annuì per poi lanciare uno sguardo veloce a Fred. Si erano salutati prima, ma Elias aveva voglia di un altro bacio. Fred gli sorrise e il principe si mise il cappuccio sulla testa per poi scendere dall’albero.
Qando raggiunse la pianura che divideva le due città si sorprese della quantità di gente presente. Non avrebbe mai immaginato tutte quelle persone. Si incamminò verso il centro della pista e si fermò a pochi passi dal suo avversario. Non riusciva a vedere il suo volto perché celato dal cappuccio nero, ma era sicuro che avesse la sua età o qualche anno in più. Si misero entrambi in posizione aspettando il via.
 
§§§§§§§§§§§§
 
Non appena Edmond e gli altri erano usciti dalla palestra Ezekiel si era lasciato scivolare a terra. Non aveva più forze e si sentiva come se qualcuno l’avesse messo su una griglia per farci un Barbecue. Sentiva tutti i muscoli della schiena intorpidita. Erano dei pazzi. Non solo l’avevano punito, ma gli avevano anche imposto di gareggiare lo stesso. In quelle condizioni. Avrebbero perso di sicuro, e poi lui non se la sentiva di uccidere quel principe. Sentì qualcuno entrare, ma era troppo debole anche per guardare chi fosse.
-Zake- la voce di suo padre lo fece tranquillizzare un poco.
-non voglio combattere- riuscì a dire il ragazzo con la poca voce che gli era rimasta in gola dopo aver gridato.
-lo so, cercherò di parlare con il consiglio. Non possono farti combattere in queste condizioni visto che l’incontro è fra una settimana-
-una settimana?- chiese incredulo il ragazzo. Come avrebbe fatto a combattere con la schiena ridotta a brandelli. -papà Lydia mi ha mentito- disse poco dopo il ragazzo girando la testa verso il padre che si era seduto vicino a lui e gli accarezzava i capelli sulla testa. Lo vide sorridere.
-sono felice che non sia vero. Adesso hai altro di cui preoccuparti- disse l’uomo felice per la notizia che gli aveva dato il figlio, forse una piccola speranza c’era per Camille. -vado a parlare con il consiglio. Spostati nella tua camera appena puoi, ti raggiungo li- disse l’uomo incamminandosi verso l’uscita.
-aspetta! Non riesco a muovermi!- disse il ragazzo prima di veder entrare Camille con il volto teso e una bacinella piena d’acqua.
-stai giù ci penso io a te- disse la ragazza dopo aver salutato suo padre ed essersi seduta affianco a lui.  -sei uno stupido, non dovevi sfidarli- Zake emise un gemito di dolore non appena  Camille iniziò a togliere il sangue dalle ferite guardando il tatuaggio rovinato dalle frustate.
-non sono in vena di ramanzine su cosa devo e non devo fare- disse il ragazzo girando lo sguardo dall’altra parte.
-che bel ringraziamento, stavo solo facendo una considerazione- disse la ragazza stizzita premendo di più su una ferita ancora aperta facendo gemere ancora di più il ragazzo.
-sei pazza? Mi vuoi uccidere?- chiese il ragazzo girando di nuovo il volto e fissando la ragazza negli occhi. In quel momento si accorse che erano lucidi e rossi. Aveva pianto molto.
-eri qui fuori?- le chiese calmandosi. La ragazza abbassò lo sguardo.
-stavo per entrare e fermarli, ma tuo padre me l’ha impedito- disse dopo un po’ Camille prendendo un’altra pezza bagnata per continuare il suo lavoro.
-avrebbero frustato anche te-
-lo so- Calò il silenzio tra i due rotto solo dai gemiti di dolore di Zake quando la ragazza premeva un po’ di più sulle ferite.  Una volta tolto tutto il sangue la ragazza fece alzare Zake per poi iniziare a bendargli il torace per evitare che uscisse altro sangue e per non far infettare la ferita.
-andiamo ti accompagno in camera- disse alla fine la ragazza alzandosi e porgendo la mano a Zake. Il ragazzo accettò volentieri l’aiuto e si alzò ancora traballante e si appoggiò a Camille. La ragazza tremò leggermente, ma iniziò a camminare felice che l palestra fosse vicina alla camera di Zake.
-sono pesante- le disse dopo un po’ Zake.
-non morirò per così poco tranquillo- disse la ragazza aprendosi in un sorriso non appena vide la porta della camera del ragazzo.
-dov’eri finita? Quando sono uscito dalla mensa non c’eri-
-ero in bagno a vomitare e ho sentito la tua voce e quella di Edmond e mi sono incuriosita- disse la mora aprendo la porta ed entrando di nuovo in quella camera dopo tanto tempo. Precisamente dopo quello che era successo fra lei e Zake proprio li. Ezekiel si staccò piano dalla ragazza e raggiunse il letto per poi stendersi e sospirare di sollievo.
-allora io vado...- iniziò a dire la ragazza, ma fu colta dalla nausea, quel sangue non le aveva fatto bene, e si rinchiuse nel bagno del ragazzo per vomitare. Zake notò tutto e si alzò con cautela.
-Cam tutto okay?- chiese preoccupato. Non sentendo risposta da parte della ragazza si alzò piano e la raggiunse in bagno. La trovò a terra piegata sulla tavoletta a vomitare. Le si sedette accanto e le raccolse i capelli dietro la schiena per non farli sporcare. Poi iniziò a massaggiarla dietro la schiena.
-grazie- disse la ragazza con l’affanno. Si sentiva debolissima ed era sicura di aver vomitato tutto quello che aveva cercato di mangiare a pranzo.
-qualcosa ti ha fatto male?- le chiese premuroso il ragazzo.
-no, starò così per altri otto mesi è normale- disse tranquillamente la ragazza alzandosi -tu dovresti stare a letto se no le ferite non si chiudono. Zake si alzò a sua volta e la guardò serio.
-sei incinta- non era una domanda, ma un’affermazione e Camille lo capì subito. Abbassò la testa e annuì.
-è di Brandon? Per questo ti ha lasciata?- chiese sempre Ezekiel aggrappandosi al lavandino per non cadere.
-non è suo e per la precisione l’ho lascito io- disse stizzita la ragazza.
-meno male-
-meno male cosa?- chiese Camille mettendo le braccia incrociate sotto il seno arrabbiata.
-meno male che non è di Brandon. Quello è odioso e non ti merita- disse tranquillo il ragazzo.
-e sentiamo genio chi è che mi merita?-
-io, perché ti amo- disse tranquillamente Zake lasciando a bocca aperta la ragazza.
-lo so che non è ne il momento, ne il caso, ma alla festa volevo parlarti di questo sol che è andato tutto a rotoli e non ci siamo più parlati. Sono pazzamente innamorato di te da anni, ma non ho mai avuto il coraggio di dirtelo, ho cercato di farti ingelosire parlando con le altre, ma non ho ottenuto risultati. Caleb e Susan lo sapevano hanno cercato di aiutarmi, ma non ci sono riusciti, o meglio io non li ho ascoltati. So che adesso ti allontanerai da me perc…- ma il ragazzo non riuscì a finire la frase perché si ritrovò le labbra della ragazza sulle sue.
-siamo due stupidi- disse lei sorridendo una volta che si furono staccati. -Caleb aveva tremendamente ragione. Anch’io sono innamorata di te da anni, ma ho sempre pensato mi considerassi la tua migliore amica.- Ezakiel strinse la ragazza a se e le baciò la testa.
-di chi è?- Camille alzò lo sguardo per guardare il biondo negli occhi.
-sono andata a letto solo con te di chi credi possa essere?- chiese lei sorridendo. Anche Zake sorrise e la strinse ancora più forte.
-adesso sono più che certo di non voler fare quello stupido scontro- disse il ragazzo mentre si stavano incamminando verso il letto del ragazzo perché avevano entrambi bisogno di riposare.
-non sei arrabbiato per il bambino?- chiese Camille una volta che entrambi si furono sdraiati con Zake che aveva la testa poggiata su seno della ragazza.
-no. Io ti amo, tu mia ami e va bene così- disse il ragazzo con gli occhi chiusi. Quando stava per addormentarsi sentì la porta aprirsi e guardò la persona che stava entrando. Era suo padre.
-mi dispiace ma non hanno voluto sentire ragioni- disse l’uomo felice di vedere i due ragazzi abbracciati.
-allora proviamo con altro. Camille è..- provò a dire Zake ma il padre lo interruppe.
-credi che non l’abbia fatto? Hanno detto di no, sono degli insensibili-
-come fai a sapere del bambino?- chiese Zake sorpreso.
-me lo ha detto lei- disse il padre sorridendogli, Zake sbuffò.
-quindi io sono stato l’ultimo? Quanti lo sanno?- chiese arrabbiato.
-solo tu, tuo padre e quelli del consiglio- disse la ragazza accarezzandogli i capelli.
-bene perché siete miei e nessuno può portarvi via da me- disse il ragazzo serio prima di chiudere gli occhi e addormentarsi per la stanchezza.
 
 
 
Erano all’aperto, il giorno della sfida. Zake era inquieto, la spalla non era guarita del tutto e aveva paura di rimetterci le penne. Voleva almeno veder nascere suo figlio. Guardò verso Camille che si trovava affianco a suo padre. Non avevano detto a nessun’altro del bambino e la ragazza utilizzava sempre vestiti abbastanza larghi per non far vedere l’accenno di pancia, era al secondo mese quindi la pancia iniziava un po’ a crescere. La ragazza gli sorrise incoraggiante. In quel poco tempo che avevano avuto aveva trovato un modo per non uccidere il ragazzo, ma far sembrare che fosse veramente morto. Nessuno dei due sapeva se avrebbe funzionato, ma valeva la pena tentare. 
Non appena vide arrivare il suo avversario si posizionò al centro del prato. Non poteva vederlo in volto, ma avvertiva qualcosa di strano in quel ragazzo, era come se lo conoscesse da sempre. Era possibile? No. Si misero in posizione e il suo avversario alzò entrambe le spade. Zake aveva paura, ma doveva vincere per Camille e per suo figlio. Non li avrebbe lasciati soli.
 Il duello ebbe inizio.

 
   
 
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