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Autore: Amily Ross    23/11/2018    4 recensioni
(Sequel de: “Il Ritiro Natalizio della Nazionale Giovanile.”)
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È passato circa un mese dal ritiro natalizio in Austria, molte cose sono cambiate da allora, e molte altre dovranno ancora cambiare; è rimasto indelebile il ricordo di quella “vacanza” nel cuore di tutti. Ognuno ritorna a vivere la propria vita: chi in Francia, chi in Germania e chi in Giappone, ma c’è profumo di cambiamenti nell’aria: nuove vite, nuove città e nuove conoscenze, cambieranno la vita di alcuni di loro. Fanny ha intrapreso la carriera di manager alla Mambo, al fianco di Amy, ma presto una nuova avventura la porterà nel paese dei suoi sogni, là dove gioca il suo ragazzo: la Germania.
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Questa fiction è temporalmente collocata nel 2018, e i ragazzi e le ragazze hanno tutti ventuno anni o quasi.
Genere: Drammatico, Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Grace (Machiko Machida), Jun Misugi/Julian Ross, Karl Heinz Schneider, Nuovo personaggio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 23: Welcome to Russia

 

 

Mosca: giovedì 14 giugno, 2018 stadio Lužniki, h 17:00

«Il Mondiale: la competizione calcistica più importante, attesa con emozione e trepidazione da calciatori e tifosi, da ogni parte del globo è ufficialmente iniziata. In diretta dallo stadio Lužniki di Mosca vi diamo il benvenuto alla cerimonia d’apertura e alla prima partita; magnifico pomeriggio di sole nella capitale moscovita e non poteva che esser così per dar inizio alla competizione.» esordisce il telecronista, mentre sul rettangolo verde è ormai tutto pronto. Sulle note di “To Be Number One” parte la coreografia: il campo viene coperto da un telo, con il mondo al centro e all’interno la coppa, sullo sfondo le trentadue bandiere dei paesi partecipanti, palloncini con i colori russi vengono lanciati in cielo. Le trentadue nazionali fanno il loro ingresso in campo con lo staff al completo e dei bambini a far da portabandiera: Jamie è stato scelto per la Germania, e il piccolino, è emozionato quasi come se fosse lui a dover giocare il mondiale al fianco del suo idolo.

La prima partita che vede i padroni di casa contro la Spagna, si conclude 0-1  a favore dei spagnoli. Il giorno successivo si preannuncia carico di emozioni, scendono in campo quattro delle squadre favorite: alla ore 14:00 Giappone-Italia, che dopo un’estenuante sfida si conclude 2-1 per i nipponici; alle 17:00 scendono in campo Argentina e Germania, la squadra di Diaz viene battuta dai tedeschi, che grazie a uno scatenato Schneider, artefice di una tripletta, vincono 3-2; e infine alle 20:00 la Svezia di Levin si scontra contro l’Arabia Saudita di Mark Owairan, ma la partita finisce con un pareggio. Il terzo giorno altre due grandi regalano emozioni e sogni ai tifosi: Il Brasile di Santana e la Francia di Le Blanc pareggiano 3-3. La fase a gironi è tutta un susseguirsi di emozioni, che conferma ancora una volta l’immensa bravura dei vari campioni, tutte le grandi favorite si impongono passando agli ottavi di finale.

Russia, Kazan: sabato 30 giugno, 2018 Kazan Arena, h. 16:00

Ad aprire le danze degli ottavi di finale sono Germania e Francia, le due nazionali europee guidate dai due capitani Schneider e Le Blanc, danno immediatamente sfoggio della loro bravura. È subito sfida tra Karl e Pierre, che dal primo minuto di gioco regalano agli spettatori spettacolo, marcandosi e dimostrando tutta la loro forma fisica – nonostante il Kaiser abbia trascorso parecchio tempo fuori dal campo per la sua malattia – sta dimostrando di non aver perso né la grinta né la determinazione né la stoffa del fuoriclasse; con un assist di Kaltz al 35’ sigla la rete del vantaggio, alzando in aria il pugno destro e sorridendo felice, riempiendo d’orgoglio suo padre in panchina – in veste di allenatore in seconda – e riempiendo di gioia e orgoglio Grace in tribuna, assieme a Benji e Fanny. Il primo tempo finisce a favore dei tedeschi, nonostante i francesi abbiano tentato innumerevoli volte la conclusione in porta, non sono riusciti a violare lo specchio difeso da Deuter Müller.

Il secondo tempo riprende senza sostituzioni, col calcio d’inizio a favore della Francia, Le Blanc e Napoleon decisi a segnare mettono in atto l’Eiffel Combi, dando inizio a una serie di passaggi di prima riescono a superare la difesa tedesca, e con un ultimo passaggio di Pierre, Louis segna il goal del pareggio beffando il fortissimo portiere enigmatico, che sbuffando rilancia ai suoi il pallone, stoppato di petto da Mayer, i tedeschi danno inizio al contropiede, al centrocampo Margas conduce l’azione, passando a Schester, che in buona posizione tira in porta, ma il portiere francese blocca il tiro rinviando poi ai suoi. Schneider si sblocca dalla marcatura a uomo di Le Blanc e corre verso l’area avversaria, mentre i suoi compagni recuperano palla, che a centro campo gli viene tolta da Napoleon, il grande Lavoratore della Germania – Hermann Kaltz – marca il francese e alla fine ha la meglio, crossando al centro verso il suo capitano.

Schneider intercettato il pallone calcia il suo potente Fire Shot di destro, riportando in vantaggio la sua squadra, sorride e alza ancora il pugno al cielo. «Questi sono per voi e non ho ancora finito.» sussurra con un sorriso, mentre il telecronista lo annuncia primo nella parziale classifica dei capo cannonieri del mondiale. Il gioco riprende con la rimessa francese, che con Pierre e Louis si spinge in avanti, ma ancora una volta Müller infrange i loro sforzi respingendo di pugno. Kevin Schmidt – uno dei gemelli tedeschi – intercetta il pallone e verticalizza l’azione, passando al fratello, che passa a sua volta a Mileus il quale marcato si vede costretto a passare al primo compagno utile: è il Kaiser a intercettare il passaggio sulla linea di centrocampo.

 Il cronometro segna il 75’, la Germania conduce la partita per 2-1; Karl, affiancato da Schester e Kaltz – marcati stretti – si guarda attorno ma nessuno dei suoi compagni è libero o vicino, alza le spalle e continua in solitaria la sua azione, Louis Napoleon gli si para davanti e gli blocca lo specchio della porta al limite dell’area. «Non ti lascerò segnare, Schneider.» gli dice guardandolo negli occhi e tentando in tutti i modi di rubargli palla. «Non ne sarei così sicuro fossi in te, Napoleon, questo è il mio mondiale non cederò niente agli amici, pensa ai nemici.» risponde il Kaiser, spostandosi il pallone sul piede sinistro e cercando di liberarsi del francese. Il numero 20 francese di certo non si arrende, e mentre Schneider alza il pallone per evitare di perderlo, entra in scivolata atterrandolo letteralmente.

Il capitano tedesco perde inevitabilmente palla e finisce a terra, sbattendo la testa sul terreno di gioco, perdendo conoscenza all’istante, l’arbitro fischia il fallo ed estrae il cartellino rosso espellendo Napoleon. «Karl!» urla terrorizzato Hermann Kaltz correndo subito dal suo amico che giace a terra inerte, Grace e Fanny in tribuna scoppiano a piangere – e Benji preoccupato anche lui – le stringe forte a sé. «Scheiẞe! Non si muove.» dice terrorizzato Thomas in panchina, correndo in campo con Löw e i medici, che mettono il ragazzo in barella e lo portano immediatamente all’unità mobile di soccorso presente in campo, mentre il dottor Ross e il dottor Brwon scendono dalla tribuna e raggiungono il loro paziente per sincerarsi delle sue condizioni.

«Ma sei impazzito? Va bene cercare di togliergli palla, ma abbatterlo così sapendo cosa ha avuto!» urla Le Blanc, avvicinandosi pericolosamente al suo compagno di squadra. «Ti rendi conto di quello che hai fatto, Louis? Karl potrebbe rischiare grosso.» continua mollandogli uno schiaffo. «Adesso vattene, non abbiamo bisogno di te per continuare.» conclude, sospirando Pierre, guardando l’ambulanza che esce dallo stadio a sirene spiegate; Benji – avuto il permesso di Freddy – va con le ragazze per raggiungere l’ospedale, Thomas abbandona la panchina accompagnando il figlio in ambulanza assieme ai due neurochirurghi e anche il resto della famiglia Schneider abbandona lo stadio per correre in ospedale.

Il gioco inesorabilmente riprende con la rimessa francese, ormai il cronometro segna l’85’, i Galletti in dieci uomini portano avanti l’azione guidati dal proprio capitano: Pierre per quanto sia dispiaciuto per il suo amico Karl è determinato a segnare e vincere non ha nessuna intenzione di tornare a casa agli ottavi di finale, ma è anche furioso per quello che ha fatto quel deficiente di Napoleon e una bella strigliata dopo non gliela toglierà nessuno. Kaltz che ha preso le redini della squadra al posto del Kaiser guarda i francesi e orchestra la difesa, che non riesce però a bloccare il tiro di Le Blanc, ma per fortuna Müller è sempre imbattibile e para magistralmente.

Allo scadere del tempo l’arbitro concede dieci minuti di recupero, Deuter rimette il pallone ed Hermann Kaltz guidando l’azione si dirige nell’area francese: non ha nessunissima intenzione di perdere questa partita e tornare a casa, il suo miglior amico sogna questo mondiale e lo vede come vittoria conclusiva della malattia, non può assolutamente deluderlo, sputa lo stecchino e supera il centrocampo dove il capitano francese lo attende pronto a pareggiare e andare ai tempi supplementari. Hermann lo guarda negli occhi e con una serie di finte riesce a svincolarsi e passare il pallone a Margars, che però viene bloccato dall’estremo difensore, che rilancia proprio a Pierre, il quale non si arrende e corre verso l’area tedesca, per quanto possa esser dispiaciuto per Schneider, un mondiale è sempre un mondiale e lui tira per la sua squadra.

Al centrocampo Kaltz lo blocca, iniziando a marcarlo, mancano ormai una manciata di minuti al fischio finale e lui non ha nessuna intenzione di prolungare oltre la partita, il suo unico pensiero è raggiungere suo fratello in ospedale e assicurarsi che stia bene. «Kaltz non sperare di fermarmi, mi dispiace per Karl e non condivido quello che ha fatto Louis, ma nemmeno io ho intenzione di tornare a casa a mani vuote.» gli dice Pierre determinato a non farsi rubare il pallone e segnare il goal del pareggio. «Lo so che ti dispiace per Karl, ma mi dispiace, non ti lascerò vincere questa partita è troppo importante.» risponde il tedesco, guardandolo negli occhi e facendo un respiro profondo, mentre il francese sorride per il legame che ha col Kaiser, ma non gli concederà nulla nemmeno per questo.

“A mali estremi, estremi rimedi.” pensa Kaltz, guardando il cronometro, ancora un minuto di gioco, sospira ancora guarda Pierre negli occhi – che lo fissa col pallone sotto al piede destro – ed entra scorrettamente su di lui, facendolo finire a terra, mentre il pallone rotola via e l’arbitro a pochi minuti dalla fine fischia il fallo, estraendo anche il cartellino rosso. «Perdonami, Pierre, ma era l’unico modo.» sussurra Hermann Kaltz con le lacrime agli occhi, lasciando la fascia a Shester e uscendo dal campo; mentre i medici francesi prestano soccorso al capitano, che con una smorfia di dolore sul viso si tiene il ginocchio sinistro. I tedeschi sono attoniti, non si aspettavano affatto questa uscita dal compagno, che adesso salterà anche i quarti di finale per squalifica – ma per il loro capitano devono mantenere il vantaggio e non vanificare l’ultimo salvataggio di Kaltz da pareggio sicuro – intanto i medici francesi portano via Le Blanc in barella e anche la seconda unità mobile di soccorso parte per l’ospedale.

A trenta secondi dalla fine la Francia effettua una sostituzione e l’arbitro fischia, concedendo loro il calcio di punizione, l’attaccante si piazza, mentre i tedeschi fissano il loro portiere, che ha rifiutato la barriera, col fiato in sospeso – se segnano adesso andranno ai supplementari – l’arbitro fischia e il calciatore tira una cannonata, Deuter Müller senza esitazione alcuna – e con tutta la sua forza  – blocca la sfera, rilanciandola a Margars, che riparte in contropiede e passa a Shester, che a sua volta passa Mayer, l’arbitro guarda il cronometro: il recupero è ormai finito, ma non fischia ancora, i tedeschi continuano a passarsi il pallone non facendolo toccare agli avversari e così fanno fino al triplice fischio.

Kazan: sabato 30 giugno, 2018 Emergency Medicine Center N° 7, h. 18:00

«Eccomi!» esordisce un trapelato Hermann, arrivato di corsa, con ancora indosso la divisa della nazionale e gli scarpini; riprende fiato e guarda gli amici e la famiglia Schneider in sala d’attesa. «Come sta Karl? Cosa hanno detto i medici?» chiede, sedendosi stancamente su una sedia della sala d’attesa con le gambe che tremano. «Non sappiamo ancora nulla, i medici lo stanno ancora visitando.» risponde Benji sedendosi accanto all’amico e stringendolo, Grace sospira e si alza per prendere una bottiglietta d’acqua alla macchinetta e offrirla al nuovo arrivato. «Grazie.» le sorride Kaltz afferrandola e bevendo, mentre osserva i presenti – gli sembra di esser tornato indietro a quando hanno scoperto la malattia – Thomas stringe la moglie e la figlia, così come Joseph stringe Angelika e Marika, Fanny fissa la porta sperando che suo padre esca da un momento all’altro e Grace finge di non aver paura.

«La partita?» chiede Benji, cercando di distrarre un po’ tutti e ingannare l’attesa. «Ho mantenuto il risultato, abbiamo vinto…» risponde Hermann, guardando un punto indefinito, senza incrociare lo sguardo dei presenti – soprattutto dell’amico e del mister. «Bravo, Lavoratore, Karl sarà felice di saperlo.» sorride Grace stringendogli la mano e sorridendo. «Certo, sicuro…» sussurra ancora Kaltz, senza alzare lo sguardo, stringendo forte i pugni. «Stai tranquillo, vedrai che non sarà nulla, si riprenderà in poco tempo e potrà tornare in campo con voi.» lo consola anche Fanny, stringendogli l’altra mano. «Hermann che succede? Non è solo per Karl.» chiede Benji chinandosi davanti a lui, conoscendolo bene e costringendolo a guardarlo negli occhi. «Ecco, io… pur di mantenere il vantaggio e non protrarre oltre la partita ho giocato sporco, volevo solo che finisse per venire qui, forse è stato anche un modo per vendicare Karl… ma ho sbagliato non avrei dovuto agire così…» farfuglia.

«Ma di che stai parlando? Cosa è successo in dieci minuti di recupero?» gli chiede ancora il migliore amico, guardandolo dritto negli occhi, mentre anche gli altri lo osservano confusi e curiosi. «Ho fatto fallo a Pierre, ho sbagliato, non avrei dovuto, ma era l’unico modo per fermarlo e non farlo segnare… io non sapevo come altro fermarlo se non così. Credo di avergli rotto il ginocchio.» risponde Hermann stringendo Benji, iniziando silenziosamente a piangere. «Beh, sicuramente non saresti dovuto entrare in modo scorretto, Kaltz, soprattutto per vendicare Karl, tuttavia capisco come ti senti e per questo non ti rimprovero.» dice Thomas staccandosi da moglie e figlia, raggiungendo i ragazzi  e chinandosi sui due calciatori. «Hai già avuto la tua punizione con l’espulsione e il turno di squalifica, i quarti saranno sicuramente difficili senza voi due, ma bisogna impegnarsi per vincere.» continua, stringendolo anche lui. «Scusa, mister, mi dispiace.» sussurra Kaltz in lacrime, Thomas sorride e gli bacia la testa.

Benji sospira e si alza. «Non importa, Hermann, probabilmente anche io avrei agito come te, anche se Pierre non c’entrava nulla con il fallo. Adesso aspettiamo notizie dai medici e speriamo vada tutto bene, io voglio giocare la finale contro i miei migliori amici.» dice guardando la porta, che in quel momento viene aperta, e i due neurochirurghi escono con un sorriso. «Papino dimmi che non è nulla, dimmi che Karl sta bene e che potrà giocare.» dice Fanny, precipitandosi nell’abbraccio paterno; Alfred stringe la sua principessa e le carezza i capelli. «Sta bene, all’inizio ci siamo preoccupati, ma per fortuna è solo una lieve commozione cerebrale senza nessuna complicazione. Adesso sta riposando e dovrà stare a riposo una settimana e recuperare, potrebbe avere delle ricadute se giocasse subito, se eseguirà alla lettera le prescrizioni mediche potrà rientrare per le semifinali.» spiega Alfred Ross, guardando tutti e sorridendo al padre del calciatore, continuando a carezzare il capo della sua bambina.

La tensione si scioglie con un pesante sospiro di sollievo, che spazza via la preoccupazione dei presenti, riportando il sorriso sui loro volti. «Dottore possiamo vederlo?» chiede Beatrix. «Certamente, signora Schneider, è sveglio e gli farà piacere vedervi.» le risponde il dottor Brown, accompagnandola in camera, seguita dagli altri. «Piccolo mio ci hai fatto spaventare.» sussurra Beatrix con le lacrime agli occhi, carezzando la guancia al suo bambino, che le sorride e le stringe la mano. «Scusa, mamma, scusate tutti, non volevo farvi spaventare, ma sto bene sono solo stanco e frastornato.» risponde il Kaiser con un sorriso, mentre sua madre sorride, lasciando scendere le lacrime e gli bacia la fronte. «Karl i medici hanno deciso di tenerti in osservazione per la notte, e noi siamo d’accordo con loro, dovrai rimanere una settimana a riposo e saltare i quarti.» gli dice il dottor Ross, controllando la flebo. «Va bene.» risponde il ragazzo, guardando i presenti e sorridendo ancora. «Quindi abbiamo battuto la Francia.» dice soddisfatto.

«Sì, Kaiser, è stata dura ma ce l’abbiamo fatta.» sorride Grace stringendogli la mano e baciandolo sulle labbra, Karl la stringe col braccio destro e approfondisce il bacio. «Diglielo!» sussurra Benji all’orecchio di Hermann che fa un respiro profondo e si avvicina al compagno steso sul letto. «Karl io ce l’ho messa tutta per vincere la partita, perché non volevo deluderti, perché so quanto è importante per te questo mondiale, però… perdonami, sono stato un cretino ho fatto un brutto fallo a Pierre e sono stato espulso e squalificato.» dice mentre gli scendono le lacrime. Schneider annuisce e poi sorride. «Grazie, fratello. Non condivido quello che hai fatto, ma so perché l’hai fatto, quindi non posso prendermela. Probabilmente al tuo posto avrei fatto lo stesso.» dice sollevandosi e stringendolo. «Soffriremo insieme in panchina, anche io sarò fuori al prossimo turno e i ragazzi dovranno impegnarsi.»

«In ogni caso, sei stato bravissimo, campione sono fiera di te e so che ti impegnerai con tutto te stesso per vincere il mondiale.» sorride Marika, stringendo Karl, che sorride e ricambia la stretta. «Grazie, zia, non ti deluderò.» risponde. «Siete stati tutti bravissimi, anche tu Hermann, non abbatterti, sono cose che capitano nel calcio.» aggiunge la ragazza, sorridendo e scompigliando i capelli all’amico del nipote. «Grazie, Marika.» sorride lui, mentre tutti sorridono felici; il momento viene spezzato da qualcuno che bussa alla porta, che viene aperta da Grace. «Ciao, Pierre, accomodati.» dice spostandosi e lasciandolo entrare, lui le sorride – e sorretto dalla stampelle – si avvicina al Kaiser. «Siediti!» dice Hermann Kaltz, scostando la sedia accanto al letto, senza guardare negli occhi il francese.

«Grazie.» dice Le Blanc, guardandolo e sedendosi, sorridendogli. «Kaltz non ce l’ho con te, sono cose che capitano, lo hai fatto per difendere il risultato e portare a casa la vittoria. Anche io avrei fatto lo stesso, probabilmente.» dice tranquillamente, senza rancore. «Mi dispiace comunque, Pierre, non volevo farti così male…» sussurra Kaltz, accennando un sorriso. «Ripeto: sono cose che capitano e non ce l’ho con te.» risponde il capitano francese, allungando la mano e stringendo quella del tedesco, che sorride – finalmente – e sospira: in fondo è vero, lui non voleva fargli così male, ma è anche vero che nel calcio è facile infortunarsi. Pierre sorride ancora e si volta verso Schneider. «Piuttosto, tu come stai? Mi dispiace immensamente per quello che è successo. Napoleon non è certo conosciuto per il suo gioco pulito, ma non mi aspettavo nemmeno io un’entrate del genere su di te, credimi, avrei voluto ammazzarlo.»

Karl annuisce. «Sto bene, ho solo un po’ di mal di testa, nemmeno io mi aspettavo la sua entrata mi ha sorpreso mentre stavo provando il tiro. Ammetto di aver avuto paura quando mi sono svegliato qui in ospedale, il mio cranio e cervello sono ancora fragili per l’intervento e un urto potrebbe causare problemi, ma per fortuna non è successo niente di grave, me la caverò con una settimana di riposo e la panchina ai quarti.» risponde il Kaiser. «Tu invece? Cosa ti hanno detto i medici?» chiede a sua volta, sollevandosi a sedere sul letto. Pierre annuisce e sospira sollevato, guardando Hermann, al quale sorride ancora, Benji e poi tutti presenti, per tornare poi a guardare Karl. «Come vedi dal tutore non benissimo, ma si risolverà tutto. Mi si è lesionato il legamento collaterale, quello crociato posteriore, le inserzioni del tendine del bicipite e popliteo, nonché il menisco.» spiega.

«Cazzo, pesante.» commenta Karl dispiaciuto, mentre Hermann si morde le labbra. «Già.» sospira Pierre. «Tra una settimana quando si sarà sgonfiato dovrò fare degli altri controlli che chiariranno ulteriormente la situazione e da lì decideranno come procedere, con molta probabilità dovrò operarmi e i medici sociali sono già in contatto con uno specialista americano… sarà duro il recupero, ci vorranno dai sei agli otto mesi per tornare in piena forma, quindi salterò il campionato quest’anno.» continua Pierre, dispiaciuto ma non abbattuto. «Ti capisco, anche io ne ho saltato la metà e ci sono stati momenti in cui pensavo di non riuscire nemmeno ad arrivare al mondiale, ma non mi sono arreso e ce l’ho fatta. Mi dispiace, amico, ma sono certo che i tuoi compagni si impegneranno anche per te, magari ci sfideremo in Champions, questa volta senza infortuni.» sorride Karl stringendolo. «Stanne certo, Kaiser, mi hai eliminato dal mondiale, ma mi vendicherò in coppa. Senza infortuni, decisamente.» risponde Pierre, ricambiando la stretta.

«Adesso però devi promettermi che vincerai il mondiale, campione, almeno la coppa del mondo rimarrà in Europa.» dice Pierre, scoccando un’occhiata al portiere, Benji alza le spalle e sorride, anche lui vorrebbe vedere il suo migliore amico alzare quella coppa, ma non gli regalerà nulla. «Certo, non ho intenzione di arrendermi adesso. L’ho detto anche a Napoleon prima che mi buttasse a terra: non concederò nulla agli amici, pensa ai nemici.» risponde Karl, incrociando anche lui lo sguardo di Benji che gli sorride. «Sarà interessante, noi domani rientreremo in Francia, ma vi guarderò dalla tv e farò il tifo per la Germania. Mi dispiace, Benji.» dice Pierre con un sorriso. «Figurati, nessuna presa a male, ma non gliela darò vinta facilmente.» afferma Benji. «È giusto che sia così, non sarebbe una finale.» ride Pierre.

«Hanno già deciso loro che la finale sarà Germania-Giappone.» ride Fanny, accanto a Grace, che annuisce ridendo. «Esatto. Però è quella che vogliamo tutti quanti, poi chi vincerà si vedrà.» risponde, facendo annuire l’amica, che osserva i ragazzi che scherzano e parlano, ritrovata l’allegria – vertendo come sempre – i loro discorsi sul calcio, anche Kaltz sembra essersi ripreso dal dispiacere e ora scherza e ride assieme agli amici, perché nonostante le avversità in campo e le differenti nazionalità sono amici. Inevitabilmente alle sette i medici dichiarano finito l’orario di visita, costringendo tutti a lasciare la camera. «Mi raccomando, campione.» dicono in contemporanea Pierre e Karl, scoppiando a ridere, si stringono e si salutano; anche gli altri salutano il Kaiser, che sorride a tutti e ricambia i gesti con affetto.

«Vorrei rimanere qui con mio figlio.» sussurra Beatrix una volta fuori dalla camera, stretta tra le braccia del marito. «I medici hanno detto che non può rimanere nessuno, mi dispiace, signora, tuttavia siamo riusciti a convincerli di far rimanere noi in quanto, come suoi medici, conosciamo già la situazione.» le risponde il dottor Brown. «Sì, stia tranquilla e vada in albergo a riposare, signora, Karl è in buone mani e non rimarremo con lui, poi domani tornerà anche lui, è solo una precauzione questo ricovero.» aggiunge Alfred Ross con un sorriso. «Grazie.» sorride Beatrix, stringendo la mano a entrambi, deve tutto a questi due uomini che hanno salvato il suo bambino.

***

Dopo i saluti tornano tutti in albergo, rassicurati e sollevati che non sia successo nulla di grave, che si risolverà tutto in una settimana. La notizia si è diffusa velocemente e le squadre presenti in albergo non parlano d’altro, chi con dispiacere, chi con delusione. Alle otto al ristorante la tv è accesa sulla partita, le quattro squadre presenti guardano tutti con interesse Inghilterra-Croazia, anche se eliminati i francesi sono ancora lì e Pierre – più che guardare la partita – mangia osservando i componenti delle altre nazionali e quel deficiente del suo compagno Napoleon. «Come vedi hai dato spettacolo, ma sarai contento, stanno parlando tutti di te.» lo rimprovera. «Oh, ma che vuoi? Non l’ho fatto di proposito e poi anche quel cretino di Kaltz ha dato spettacolo.» risponde Louis, guardando Salvatore Gentile e Dario Belli che parlano tra loro guardandolo.

«Il mio infortunio è diverso, può capitare di rompersi un ginocchio giocando a calcio, ma quello che hai fatto tu è stata solo una bastardata. Sapevi benissimo quel che ha passato Karl e quanto poteva rischiare, ringrazia solo che non è successo nulla e che nessuno ti ha ancora spaccato la faccia, perché conosco alcune persone che sarebbero capacissime di farlo.» risponde ancora Pierre infuriato, sarà anche il suo migliore amico, ma quando fa così proprio non lo sopporta e vorrebbe lui per primo spaccargli la faccia, ma non ne vale la pena. «Va bene, mi dispiace, domani gli manderò un messaggio di scuse.» capitola Napoleon. Pierre lo guarda e non dice nulla, riprendendo a mangiare e guardare la partita. L’Inghilterra batte la Croazia per 1-0, passando così ai quarti assieme alla Germania.

 

 

*** 

Angolo dell'Autrice: finalmente siamo arrivati al mondiale, non starò qui a descrivere ogni singola partita di esso, ma solo quelle più importanti. Dopo questo capitolo non voletemene, avevo in mente questa scena in campo da secoli; la Francia a differenza del mondiale reale è stata eliminata agli ottavi, e anche Pierre è stato “eliminato” chiedo scusa a tutti/e coloro a cui piace, io devo ammetterlo: fino a qualche tempo fa non lo sopportavo con questa storia sto iniziando a rivalutarlo, chissà che in futuro non lo userò ancora. ^^ L’ospedale in cui sono stati portati esiste davvero, se cercate su internet lo trovate e anche gli stadi saranno quelli reali. Al prossimo capitolo continueranno gli ottavi, perché il Giappone non è ancora sceso in campo, con chi se la vedranno i nostri eroi? Lo scoprirete alla prossima puntata, vi preannuncio che siamo ormai vicini alla fine, anche se non so ancora bene quanti capitoli usciranno fuori, ma il mondiale sarà la conclusione di questa storia, con qualche piccolo extra e sorprese.

Grazie sempre immensamente a tutti voi che leggete e recensite e uno sempre più particolare alla mia fedele Darling! ♥ Alla prossima, Amy

 

   
 
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