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Autore: Il corsaro nero    30/11/2018    1 recensioni
Quando siamo giovani e inesperti, è facile perdere la propria anima, a causa dei nostri sbagli, soprattutto in una grande metropoli.
Potremmo cercarla dappertutto, ma non salterà mai fuori... perché non si sta cercando la cosa giusta...
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Goku, Nappa, Radish, Tights, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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CAPITOLO 19: LA FINE DI OGNI DUBBIO


Tights guardò per l'ennesima volta, il suo cellulare.

Diceva le stesse cose di cinque minuti prima.

Nessun messaggio.

Si sentiva così strana...

Dopo il campeggio, lei e Radish non si erano più né visti né sentiti.

La cosa, inaspettatamente, l'aveva molto rattristita.

Radish era un ragazzo alquanto scorbutico, insopportabile e, a volte, anche parecchio rozzo... ma sapeva anche essere dolce e gentile, soprattutto con lei.

Glielo aveva dimostrato personalmente quando l'avevano fatto una settimana prima... era stato alquanto rude ma aveva tenuto conto che quella era la sua prima volta, dal punto di vista psicologico, e aveva fatto abbastanza piano.

Fece un sospiro.

Certo che essere innamorate era proprio un pessimo affare... quando gli stava vicino cercava di non farsi prendere dalla voglia di ucciderlo ma quando le era lontano le mancava... e parecchio.

Tights!” esclamò, all'improvviso, la voce di Bulma, dall'altra parte della porta “Non scende l'acqua dal rubinetto.” “Aspetta, arrivo subito.” la rassicurò Tights, scendendo dal letto.

I problemi di sua sorella avevano sempre la precedenza sui suoi.

Raggiunse la sorella minore in cucina e aprì i vari rubinetti, invano.

L'acqua non scendeva.

Ci dev'essere un problema alle tubature. E' già la quarta volta che succede.” commentò Tights e Bulma domandò: “Chiamo l'idraulico?” “Adesso è inutile. Fino alle quattro non è aperto.” “Che pizza dover aspettare...” “Non possiamo farci niente, Bulma...” “Vado al supermercato a comprare qualcosa. Siamo rimasti un po' a secco.” “Ok, fa' attenzione.” “Contaci.”

Bulma tirò fuori la bicicletta e si mise a pedalare, in direzione del centro commerciale.

Le piaceva un sacco pedalare.

Poteva sentire il vento sulla sua pelle e prendere contatto con la velocità.

Se avesse potuto avrebbe pedalato in eterno... peccato che, non appena svoltò l'angolo, si trovò davanti al supermercato.

Fermò la bici e, dopo averla bloccata, entrò all'interno e comprò tutto quello che le serviva.

Stava pazientemente aspettando davanti alla cassa che arrivasse il suo turno quando sentì qualcuno tirarle la manica del vestito.

Si voltò e vide il volto sorridente di Tarble, accompagnato, come al solito, da quello scorbutico del fratello maggiore.

Ciao, sorellona.” la salutò il bambino e la ragazza rispose: “Ciao, ragazzi. Come va?” “Benissimo. Ho preso nove in storia.” “Caspita. Ma lo sai che sei proprio bravo? Io ero una frana in storia e nelle altre materie letterarie.” “Mi dispiace... comunque, come va, sorellona?” “Non c'è malaccio...” fece Bulma e Vegeta, che fino a quel momento era stato zitto, domandò: “Hai qualche problema?” “Più che altro, il problema riguarda casa mia. Oggi, non scendeva l'acqua. Temo che riguarda i tubi.” “Ci credo. E' un miracolo che quella vecchia baracca resti in piedi.” fu il commento di Vegeta mentre Tarble gli dava una leggera gomitata imbarazzata.

Bulma fece un sospiro.

Era inutile.

Per quanto ci provasse, Vegeta restava sempre il solito cafone maleducato.

Era più forte di lui.

Dopotutto, era così fin da quanto era piccolo... era impossibile che cambiasse...

Comunque, se v'interessa, Radish se ne intende di tubature.” le disse, ad un tratto, il giovane e Bulma domandò, incredula: “Davvero?” “Certo. Quando abbiamo un problema di questi tipi, se ne occupa sempre lui.” “Ottimo. Glielo chiedo subito.”

Mentre Bulma prendeva il telefono, Vegeta rimase in silenzio a fissarla.

Ad un tratto, il ragazzo, si accorse che era il turno di Bulma e le diede un leggero colpo alla spalla, dicendole: “Ehi...”

Tuttavia, il tocco improvviso fece spaventare Bulma che fece cadere la borsa per terra.

Oh, cavolo!!!” imprecò la giovane, chinandosi per raccoglierla, ma Vegeta, più svelto, la prese, dicendo: “Faccio io.”

Appena prese in mano la borsa, Vegeta notò un piccolo portachiavi a forma di un piccolo robot.

Ma quello lo riconosco!!!” esclamò, incredulo, Tarble, indicando il portachiavi “Quello è il super robot trasformistico 4237.” “Lo conosci?” esclamò, sorpresa, Bulma e il bambino annuì: “Certo. E' il protagonista del mio cartone animato preferito. A casa ho tutti i DVD della serie e dei film.” “Sai che questo pomeriggio uscirà il nuovo film?” “Davvero? Che bello.” “Se ti va, possiamo andare a vederlo insieme al cinema.” “Sul serio?! Sarebbe fantastico!!! Grazie mille, Bulma!!!” “Un momento...” dichiarò, all'improvviso, la voce di Vegeta.

I due si voltarono, preoccupati.

Se Vegeta d'intrometteva nel dialogo, significava che c'erano dei grossi guai in vista...

Mi spiace, ma Tarble non ci andrà. Non permetterò che mio fratello stia in un posto buio e pieno di gente come il cinema.” dichiarò, l'uomo mentre Bulma, intenta a pagare la sua spesa, sbuffava: “Ma di che ti preoccupi? Baderò io a lui.” “Un motivo in più per essere preoccupato.” “Mi stai dando dell'irresponsabile?” “Certo.”

Bulma fece un ringhio soffocato.

Certo che Vegeta era davvero una carogna...

E allora vieni anche tu con noi, così stai tranquillo!” sbottò Bulma e Vegeta, con tutta la calma del mondo, disse: “Ok. A che ora c'incontriamo?”

Solo allora Bulma si rese conto di quello che aveva appena fatto.

Un appuntamento con Vegeta?!

Il solo pensiero la rendeva nervosa...

Tuttavia, non intendeva tirarsi assolutamente indietro!

Alle tre davanti a casa mia.” sibilò la giovane e Vegeta dichiarò, con aria di sfida: “D'accordo. Ci vediamo, ragazzina.”


Tights, secondo te va bene questo vestito oppure era meglio quello di prima?”

La bionda alzò gli occhi dal suo portatile e vide la sorella minore mostrarle un abito rosso.

Qual'era quello di prima?” le domandò e Bulma sbuffò: “Quello rosa!!! E aiutami!!!” “Guarda che nessuno si arrabbia se indossi gli abiti che stai indossando.” “Uffa... è completamente inutile fare affidamento su di te!”

Bulma si diresse verso la porta, con l'obiettivo di uscire dalla camera quando la sorella maggiore la bloccò: “Era da un pezzo che non ti preparavi con tanta dedizione per uscire con qualcuno.”

D'istinto, Bulma si voltò e guardò Tights.

Cosa intendeva sua sorella?

Ti preparavi con tutta questa dedizione solo quando uscivi con Yamcha ai primi tempi.” rivelò Tights e Bulma rimase in silenzio.

Si rese conto che la sorella aveva ragione.

Le prime volte che usciva con Yamcha, stava ore a prepararsi.

Ribaltava l'armadio a furia di prendere tutti i vestiti che conteneva, facendo mille prove davanti allo specchio... col tempo, però, aveva capito che al suo ragazzo non importava niente di com'era vestita... lui l'aveva perché era Bulma non perché indossava un determinato abito.

Uscì dalla stanza ed entrò nel bagno, guardandosi allo specchio.

Forse, Tights aveva ragione.

Forse, doveva andare al cinema vestita come al solito...

Fece un sorriso.

Sarebbe andata al cinema cogli abiti che indossava.

Se con Yamcha aveva funzionato, poteva benissimo funzionare con Vegeta... e se a quello non andava bene, voleva dire che era solo un povero idiota... anche se era assolutamente certa che il ragazzo non l'avrebbe tradita.

DLIN DLON

Sentendo il campanello, Bulma si diresse verso la porta, dicendo alla sorella, ancora chiusa in camera sua: “Sono arrivati. Io vado. Ci vediamo più tardi.”

Tights rimase immobile e in silenzio mentre ascoltava la porta di casa chiudersi.

Sua sorella era uscita e lei sarebbe stata da sola... per poco.

Sapeva che fra non molto, Radish sarebbe venuto a casa sua per riparare il guasto ai tubi... e la cosa la terrorizzava non poco.

Non sapeva cosa fare... dopo la faccenda del campeggio, non si erano più nemmeno parlati.

Cosa doveva fare?!

DLIN DLON

Trattene il respiro.

Era arrivato.

Cercando di darsi un contegno, la giovane donna fece un respiro profondo per poi aprire la porta.

Radish era intento a guardare intensamente le gocce di pioggia, tanto da non accorgersi minimamente che Tights gli aveva aperto la porta finché la giovane non aveva tossito per attirare la sua attenzione.

Radish si voltò e, con la massima noncuranza, le domandò: “Allora, prof, abbiamo dei problemi con le tubature, eh?”

Come diavolo facesse a dire quelle cose senza arrossire e provare un briciolo di vergogna era un assoluto mistero.

A lei, il solo vederlo la rendeva nervosa in un modo...!

Senza minimamente accorgersi del suo stato d'animo, Radish entrò in casa, domandando contemporaneamente: “Dove sono le tubature difettose?” “Se aspetti un secondo te le indico...” sbuffò Tights, seguendolo.

Dopo avergli indicato dove si trovavano i tubi, Radish si mise al lavoro, dicendo: “Qui ci penso io, prof. Tu puoi pure andare a scrivere.”

Tights obbedì anche se era ribollente di rabbia.

Radish le aveva fatto intendere che non voleva averla tra i piedi mentre lavorava!

Come sospettava, nonostante avessero fatto sesso e undici anni prima avevano avuto il loro primo rapporto insieme, per lui non contava proprio niente!

Dannato idiota!

Tornò in camera sua, chiudendo con rabbia la porta e mettendosi a scrivere, sperando che con la scrittura le passasse anche l'arrabbiatura.

Dopo qualche ora, sentì la porta della sua stanza bussare.

Cosa vuoi, Radish?” domandò la ragazza e il giovane, dall'altra parte, domandò: “Posso entrare?” “Sì.”

Il giovane aprì la porta, anche se rimase fermo davanti alla soglia.

Per un attimo, i due rimasero in completo silenzio, come se non sapessero cosa dirsi, poi Tights domandò: “Cosa volevi?” “Ho finito.” “Bene. Allora puoi tornare a casa.” “Se non ti dispiace, prof... vorrei parlarti.”

Tights rimase immobile un attimo.

Una frase del genere non se l'aspettava proprio...

Si voltò e disse: “Ti ascolto.” “Ecco... per quanto riguarda il campeggio...” “Non dire altro, Radish. Ho capito. Mi va bene così. In fondo è stato solo un replay dei vecchi tempi... l'hai detto tu stesso.” “Prof, possibile che tu sia la solita impulsiva? Non volevo mica parlarti di quello.” “E allora cosa?”

Aveva appena espresso la domanda che l'altro le si fiondò addosso, dandole un bacio violento e appassionato.

Anche se era il secondo che riceveva in quel modo, la giovane donna rimase esterrefatta.

All'inizio, Tights tentò di resistere, dato che quel bacio era stato improvviso come al solito, ma alla fine cedette.

Come gli erano mancati quei suoi baci, così violenti, così possessivi... così tutto!

Il giovane continuò a baciarla per un pezzo e, quando si staccò, le sussurrò: “Non posso stare senza di te, prof... mi manchi da impazzire. Da quando l'abbiamo fatto... è stato come se il mondo mi si fosse aperto... io... io credo di amarti, Tights.”

Tights rimase senza parole, non solo per il fatto che Radish l'avesse finalmente chiamata col suo nome, ma da quell'improvvisa dichiarazione.

Rispose al suo bacio, prima timidamente poi sempre più appassionato.

Quando entrambi finirono di baciarsi, Radish cominciò, lentamente, a slacciare i bottoni della camicia.

Non vorrai mica farlo qui?! Adesso?!” domandò la giovane, incredula di fronte a una cosa del genere.

Possibile che Radish dovesse avere un carattere così precipitoso e per nulla romantico?!

Quando faceva così non lo sopportava proprio... però, forse, quello era un motivo per cui gli piaceva...

Certamente, prof.” rispose l'altro, senza alcun dubbio, e Tights rispose: “E dove vorresti farlo?!” “Su quello splendido letto a pochi passi da noi.” “Quello è il mio letto! Non vorrai azzardarti a fare una cosa del genere sul mio letto?!” “Preferisci farlo sul divano del salotto o su quello di tua sorella, prof?”

Al solo pensiero di far sesso sul divano o su quello di Bulma, Tights si sentì avvampare.

E va bene. Facciamolo qui.” sbuffò “Ma sappi che quello che stiamo per fare, non dovrà essere solo un pagamento per il tuo servizio o perché vuoi far passare la noia... se lo fai, dovrà essere per sempre.” “Mi stai chiedendo di fidanzarti con te, prof?” “Sì. Sappi che se non vuoi sei libero di andartene.”

Radish rimase in silenzio.

Tights si diede ripetutamente della stupida.

Come aveva potuto chiedere in maniera così esplicita una cosa del genere?!

Avrebbe dovuto fare quello che voleva lui, senza troppe storie.

Almeno, l'avrebbero fatto ancora una volta...

All'improvviso, Radish le baciò un'altra volta le labbra e, quando si furono separati, lui le disse: “Ok, prof. Ti amo troppo per perderti.”

Sentendo quelle parole, Tights fu presa da una felicità tale che prese stavolta lei l'iniziativa e si mise a baciarlo con passione.

   
 
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