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Autore: Kifuru    01/12/2018    1 recensioni
Salve a tutti, ho sempre pensato che la storia di questo manga fosse veramente incredibile, ma allo stesso tempo avrei voluto vedere delle maggiori considerazioni per alcuni personaggi. In particolare ho sempre apprezzato tanto Crilin e anche la sua storia con Diciotto è, a mio parere, geniale. Per questo vorrei dedicare una storia a loro. Un grazie anticipato per chi leggerà.
Genere: Azione, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: 18, Altri, Crilin | Coppie: 18/Crilin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 22

 


I doveri di una regina.


Il sonno di Crilin, dopo aver sopportato i terribili effetti della pozione, era stato sereno e ristoratore. Si era addormentato nel tardo pomeriggio, stretto e cullato dalle forti  e amorevoli braccia della sua donna. Ovviamente passarono diverse ore, prima che la cyborg si decidesse a lasciarlo dormire.

 Una volta scampato il pericolo, Diciotto aveva preteso che il suo uomo la ringraziasse nelle giuste forme, fino a quando entrambi si addormentarono stremati l'uno nelle braccia dell'altra.

Il piccolo uomo provò a muoversi, ma ogni tentativo si rivelò inutile, imprigionato in un abbraccio dolce e indistricabile. La sua fidanzata lo teneva stretto a lei e certamente non avrebbe potuto alzarsi dal letto senza svegliarla.

Con un leggero sorriso, Crilin decise allora di arrendersi, abbandonandosi a quel caldo abbraccio. Si concentrò sul viso angelico di lei, ammirando una serenità, che non sempre era possibile intravedere in lei. Avvicinandosi ancora di più a lei, il terrestre la sentì borbottare leggermente nel sonno ed ebbe la netta impressione di sentire il proprio nome tra quei borbottii incomprensibili.

Ripensò agli eventi  appena accaduti e Crilin non potè evitare di provare un profondo senso di colpa per tutto ciò che la sua amata aveva dovuto affrontare per riportarlo indietro. La sensazione era angosciante e opprimente. Dietro sua insistenza, Diciotto gli aveva raccontato con precisione tutti i pericoli e le battaglie, che lei aveva dovuto affrontare nella Terra dell'Eterna Notte. Crilin non si sarebbe mai immaginato delle conseguenze così traumatiche, quando aveva attivato la tecnica mortale. Aveva messo in conto la possibilità di morire, ma mai avrebbe pensato di poter mettere in pericolo la donna che amava.

Soltanto osservando la figura serena addormentata al al suo fianco, il giovane uomo riuscì a ritrovare una profonda serenità nel proprio animo.




Era ancora molto giovane, quando il maestro Muten gli aveva insegnato a riflettere sulle azioni compiute, a trovare la forza di comprendere quando un azione potesse essere considerata giusta e anche in quell'occasione Crilin lo fece, rispettando gli insegnamenti di colui che riteneva come il suo vero padre.
 

 
Nascondendosi dietro la chioma dorata della sua donna, il terrestre si sforzò di riflettere. 

Probabilmente aveva combattuto in modo imprudente e impulsivo, ma  divenne in lui terribilmente forte la consapevolezza di aver agito nell'unico modo possibile. Si rese conto che se si fosse trovato nella medesima situazione, egli avrebbe agito esattamente allo stesso modo.

C17 aveva messo in discussione il suo legame con Diciotto e per il giovane uomo non esisteva niente di più importante. Niente avrebbe potuto impedirgli di battersi fino alla morte per difendere quanto erano riusciti a costruire.

Perso nei suoi tormentanti pensieri, Crilin non si accorse del profondo e imperscrutabile sguardo dell'altra occupante del letto. La ragazza si era svegliata da diversi minuti, limitandosi a fissare l'espressione tormentata nel viso del suo amato.

Diciotto non riusciva a credere di essere finalmente riuscita a riportarlo indietro. La paura, che aveva provato negli ultimi giorni, la spingeva continuamente a cercare il contatto fisico con lui, come se avesse il serio timore di perderlo in qualsiasi momento. 

Vedendolo così tormentato, la bionda si strinse teneramente a lui, cercando di fargli sentire tutta la sua vicinanza.

< < Ehi zuccone > > esordì lei, mentre gli carezzava dolcemente i capelli.

Il terrestre si girò verso di lei, regalandole il suo tradizionale,  allegro sorriso < < Ben svegliata, amore mio > > rispose, baciandola teneramente.

< < Cosa ti prende > > chiese lei con un sussurro, senza smettere di accarezzargli il viso e i capelli disordinati.

< < OH, niente di importante, cara > > si affrettò a rispondere, forse un po' troppo velocemente < < Semplicemente cercavo di riprendermi dalle ultime fatiche > > ridacchiò il guerriero, sperando di non ricevere il solito interrogatorio dalla sua donna.

< < A cosa ti riferisci? > > domandò la bionda maliziosamente, avvicinandosi pericolosamente a lui.

< < Lo sai bene > > rispose Crilin, sfiorandole ancora le labbra.

< < Beh, mio caro, posso concederti qualche ora di tregua. Ma stasera sarai di nuovo mio in questo letto, chiaro? > > ribattè Diciotto, prendendo il suo volto tra le mani, prima di baciarlo di nuovo.

La coppia passò un'altra ora  nel loro letto, giocando allegramente fra le lenzuola. Nessuno dei due sembrava avere la minima voglia di alzarsi. Comodamente accoccolata sul petto nudo di lui, Diciotto restò diverso tempo senza parlare, limitandosi ad ascoltare rapita il battito, finalmente regolare e tranquillo, del suo uomo.

< < Cosa ti turbava poco fa? > > chiese la donna all'improvviso.

Crilin rimase spiazzato, ma soprattutto piacevolmente sorpreso di un'ennesima dimostrazione  di come lei riuscisse a comprenderlo, meglio di chiunque altro. Non poteva nasconderle nulla.

Diciotto lo osservava sempre con occhi profondi e incomprensibili, arrivando subito a conoscere le paure e i turbamenti del suo animo.

Il giovane distolse lo sguardo imbarazzato, non sapendo come rispondere. Poggiò la guancia sulla chioma dorata di lei, per non dover essere squadrato dai suoi occhi di ghiaccio, consapevole che la cyborg non avrebbe lasciato correre. Non lo faceva mai.

Quest'ultima si alzò dal suo petto, per poi prendere possesso del viso di lui con entrambe le mani. La presa era forte e dolce al tempo stesso.

< < Rispondimi Crilin > > sussurrò lei, avvicinando le labbra alle sue.

Il guerriero non fu in grado di rispondere subito, incantato dal viso angelico della sua donna. Non era più in grado di nasconderle nulla.

< < Non avrei mai voluto costringerti a superare così tanti pericoli > > disse lui, con voce debole < < Mi distrugge il pensiero di aver messo in pericolo la tua vita > >.

Come spesso accadeva, il terrestre non fu in grado di capire con esattezza quali sentimenti provasse la donna in momenti così intimi e delicati, ma certamente il disagio, che egli provava in quel momento lo spinse a tentare di distogliere lo sguardo da lei. Ma la presa della cyborg rimase forte e soprattutto sicura quando unì le loro labbra in un bacio estremamente passionale e autoritario.

Sembrava che Diciotto volesse dimostrare la forza del loro legame e quanto fosse diventata importante la loro relazione. Lo lasciò andare, dopo diversi minuti, in cui il piccolo uomo si impegnò a rispondere al bacio, con tutto l'entusiasmo di cui era capace.

< < Sei un idiota per esserti spinto così avanti contro mio fratello > > disse Diciotto, mentre il suo uomo riprendeva fiato.

< < Io.... > > provò a dire il guerriero, ma un dito gentile gli impedì di proseguire.

< < Ciò che hai fatto mi terrorizza, perchè sono consapevole che rimarrai sempre un eroe e io non potrò sempre proteggerti dai guai, in cui riesci sempre a cacciarti > > proseguì la ragazza, mentre lo guardava intensamente.

< < Ma allo stesso tempo, il tuo gesto mi spinge ad amarti alla follia, mi ricorda di quanto io sia stata fortunata ad incontrarti. Perciò smettila di dire stronzate, Crilin e continua a vivere la tua vita insieme a me > >.

Sembrò un ordine vero e proprio, suggellato da momenti ancora più intensi.

Ben presto fu Crilin a prendere l'iniziativa e Diciotto non si dimostrò per niente contrariata.

                                                                      --------------------------------

I ghiacciai del Nord erano considerati da molti studiosi come il luogo più pericoloso e desolato di tutto il pianeta. Un posto assolutamente proibitivo per gli esseri umani. Ben poche specie di animali possedevano le capacità necessarie per vivere in quella catena sconfinata di monti ghiacciati.

 I pochi insediamenti umani erano lontani di diverse miglia dalla zona eternamente ghiacciata, obiettivo di temerari esploratori, i quali tentavano di scoprire i molteplici segreti  di quei monti selvaggi e ben pochi di loro erano riusciti a tornare per raccontare le loro avventure.

Non accadeva certamente spesso che strane figure, equipaggiate di tutto punto, si muovessero con leggerezza e agilità tra le distese innevate di quei monti.  Il gruppo era composto da cinque personaggi e nonostante i loro movimenti fossero molto limitati a causa della neve troppo fitta, erano ugualmente in grado di muoversi con scioltezza tra i molti valichi esistenti, proseguendo il loro cammino con sicurezza in fila ordinata.

< < Veder > > gridò uno di loro, cercando di farsi sentire nella continua e violenta tempesta di neve e vento.

< < Che diavolo vuoi? > > sbraitò il primo della fila < < Cerchiamo di sbrigarci. Non ho voglia di perdere tempo. Questo dannatissimo freddo aumenta sempre di più. Dobbiamo rientrare entro le prossime due ore per fare rapporto.  > >.

< < Scusami, Veder > > disse l'individuo, ultimo nello schieramento < < Ma sono preoccupato per quei piccoli villaggi che abbiamo visto. Non avremmo fatto meglio a distruggerli? Potrebbero averci visto > >.

< < Attento a quel che dici, Bastos. Se la Regina Doran ti sentisse parlare così ti farebbe giustiziare > >.

< < Ti chiedo scusa, Veder.... > >.

< < Basta con queste ridicole lagne. Io sostengo la politica della nostra Regina. Non siamo assassini. Puoi stare tranquillo. Gli umani non ci hanno visto. La loro tecnologia è molto arretrata rispetto alla nostra, senza contare che i villaggi che abbiamo avvistato sono abitati da umani ancora più primitivi. Non possiedono alcun tipo di tecnologia > >.

< < Adesso capisco il motivo per il quale la Regina ha deciso di atterrare in questo posto desolato > > aggiunse un altro membro del gruppo.

< < Ora basta con queste inutili chiacchiere > > ruggì Veder, mentre osservava attentamente i nuvoloni minacciosi < < Anche se siamo bene equipaggiati, sarà meglio non trovarsi qui quando scoppierà l'ennesima tempesta > >.

Nelle successive ore, il gruppo di esploratori proseguì il cammino silenziosamente tra i valichi delle montagne innevate. Contrariamente alle previsioni del capo-esploratore, i quattro personaggi raggiunsero la loro meta solo dopo più di tre ore di marcia costante.

Al calar della sera giunsero nei pressi di un'ampissima vallata dominata dai ghiacciai perenni,  dalle dimensioni alte al punto da nascondere perfettamente la grande astronave aliena ARMATH. Grazie a imponenti pilastri appuntiti, situati alla base, essa era posizionata in modo sicuro sul ghiaccio indistruttibile.

 Non appena i quattro raggiunsero la parte laterale dell'immensa nave, un portellone secondario si aprì leggermente verso il basso, permettendo il loro ingresso all'interno.


Nella sala centrale, i monitor generali rilasciavano immagini della Terra, tra città e paesaggi vari. La regina Doran continuava a studiare il pianeta tanto sognato. Ben poche volte aveva adottato così tante misure di sicurezza, prima di un'invasione.

 Sentiva di essere giunta in un posto estremamente speciale e intendeva impedire a qualsiasi costo lo scoppio di inutili conflitti, se non era strettamente necessario. Il suo interesse per l'umano chiamato Crilin cresceva sempre di più, cresceva il suo desiderio di incontrarlo faccia a faccia. Un uomo puro di cuore, che lei avrebbe spinto ad abbracciare la sua causa di pace. Ma bisognava agire con cautela e soprattutto aveva il dovere di conoscere realmente il cuore di quell'uomo.

Le sue riflessioni vennero interrotte bruscamente dalla voce severa del fedele Generale Galdriel.

< < Mia signora, vi informo che il gruppo di esplorazione è appena rientrato alla base. Devo dare l'ordine di rapporto? > >.

< < Sono stati fuori per più di una settimana > > constatò la ragazza dai capelli rossi < < Spero che abbiano notizie confortanti da darci. Stiamo perdendo troppo tempo. Presto, Generale, li faccia passare > >.

Pochi minuti dopo, stremati e ancora nel loro pesante equipaggiamento, i quattro esploratori entrarono timorosi nella sala centrale, avvicinandosi a piccoli passi verso il trono della loro regina. Si fermarono ad un leggero cenno della loro regina.

< < Capo-esploratore Veder a rapporto, mia regina > >.

< < Ben tornati, miei coraggiosi esploratori. Mi vergogno di avervi chiamato così presto. dopo il viaggio al quale vi ho sottoposti, meritavate un equo riposo. Purtroppo siamo costretti ad agire con rapidità > > disse Doran, fissandoli intensamente.

< < Siamo sempre onorati di servirvi, mia signora > > rispose Veder, con un leggero inchino.

< < Allora, coraggiosi esploratori > > proseguì la rossa, senza indugiare oltre < < Quali sono i risultati della vostra missione? > >.

Veder si inchinò umilmente, prima di rispondere < < Le vostre previsioni si sono rivelate esatte, mia Regina. Si tratta di una zona poco abitata. Per centinaia di chilometri non esiste alcun insediamento terrestre. Gli unici villaggi, che siamo riusciti ad avvistare, sono molto lontani dalla nostra base, ad almeno quattro giorni di marcia continua, senza contare la pericolosità del territorio > >.

< < Avete osservato attentamente gli abitanti di quei villaggi. Le loro abitudini o il loro modo di vivere > > chiese la regina, visibilmente concentrata.

< < Certamente, mia signora. Sono esseri umani primitivi, non c'era nessun mezzo tecnologico > > continuò Veder, con maggiore sicurezza.

 < < Anche la loro stessa mentalità è molto arretrata. Tra di loro circola voce riguardo una presunta maledizione, che infesta queste montagne e per questo nessuno di loro osa avvicinarsi. Secondo me, mia regina, la nostra base è perfettamente nascosta e al sicuro > > concluse l'uomo, soddisfatto.

A quel punto la bellissima regina si alzò dal suo trono, spingendo tutti sudditi presenti nella sala centrale ad un nuovo e formale inchino < < Molto bene, capo-esploratore Veder. Voi e i vostri uomini avete agito bene e grazie a voi adesso sapremo come perfezionare le nostre strategie di invasione. Vi siete meritati molti giorni di svago e riposo > >.

< < Voi ci onorate, mia regina > > rispose l'esploratore, subito imitato dai suoi compagni.

< < Andate pure > > li congedò la ragazza, mostrando per la prima volta un caloroso sorriso.

Dopo aver accettato il formale saluto degli esploratori, Doran si rivolse immediatamente al generale Galdriel.

< < Generale > > esordì imperiosa, la sua voce accesa da una una nuova passione < < Da questo momento, possiamo dare inizio alle operazioni di invasione. La maggior parte delle squadre, a partire da domani mattina, dovranno penetrare in tutto il pianeta, senza però prendere troppe iniziative. Non dobbiamo allarmare nessuno, prima del tempo. Voglio conoscere ogni aspetto, geografico e politico, di questo pianeta > >.

< < Il maggior pericolo, mia signora, è rappresentato dai Saiyan che vivono qui. Senza contare i guerrieri senza energia spirituale, che restano ancora sconosciuti > >.

< < Per questo ci muoveremo con cautela > > ribattè la regina prontamente < < Le squadre di assalto dovranno prima analizzare da vicino l'intero pianeta, mentre nel frattempo verrà completata l'altra fondamentale missione > >.

Il vecchio soldato rimase vagamente spiazzato e per questo osò chiedere < < Di quale missione state parlando, mia signora > >.

La regina Doran si sedette nuovamente sul suo trono ornato. L'intensità del suo sguardo impressionò notevolmente il generale  < < La squadra-ombra, composta dagli armathiani più veloci e scaltri, dovrà nei prossimi giorni controllare ogni spostamento del terrestre chiamato Crilin. Ogni suo movimento mi dovrà essere comunicato e al momento opportuno darò ordine di attaccarlo > >.

Il vecchio soldato arrossì di cieca collera per un brevissimo istante, ma fu estremamente abile a nascondere immediatamente le sue emozioni. Non era per niente semplice, considerato l'odio che stava provando verso un terrestre, che nemmeno conosceva. Tuttavia, non potè trattenersi dal chiedere.

< < Non capisco, mia signora > > disse l'uomo, con tutta l'umiltà possibile < < Perchè tanto interesse per un umano? E' vero che la sua forza è insolita ed incredibilmente alta per un normale abitante di questo pianeta, ma rimane ugualmente estremamente bassa > >.

La bellissima Regina non si scompose nella sua risposta < < Te l'ho già spiegato tante volte, mio fido generale. La forza può interessarmi fino a un certo punto. Ciò che realmente mi attira è il suo cuore. Desidero conoscerlo nel profondo e per questo mi vedo costretta ad agire anche con metodi sporchi, sebbene non vorrei > >.

< < Volete vedere se riesce a sopravvivere ad un nostro attacco? > >.

< < Non esattamente. L'attacco della nostra squadra servirà per un unico scopo, quello di costringerlo a scoprirsi, come combattente e come essere vivente. Capiremo molte cose e solo allora la squadra potrà finalmente completare la missione > >.

< < In che modo, mia signora? Uccidendolo? > > chiese ancora Galdriel, in tono quasi speranzoso.

La regina Doran fece un amaro sorriso. Non era chiaro se si trovava in conflitto per qualcosa, ma il suo tono di voce sembrava estremamente eccitato < < Non sarà un'esecuzione, Generale Galdriel. Il fine ultimo della missione della squadra-ombra sarà il rapimento dell'umano chiamato Crilin > >.

A quel punto, nessun suddito presente nella sala centrale della base, nemmeno il possente generale, osò controbattere. La regina Doran non parlò più, persa in tanti e tormentati pensieri.

< < Spero che vorrai perdonarmi > > pensò la ragazza, osservando l'immagine del piccolo terrestre sui monitor < < Presto sarò costretta a violare la tua vita e la tua libertà. Non vorrei farlo, ma il mio dovere lo impone > >.

Sapeva che doveva essere fatto, ma la regina Doran cominciò ugualmente a provare una sgradevole sensazione. Tutto stava per iniziare.


                                                           ----------------------------------


Da diversi giorni, la vita era tornata serena alla Kame House. Il giovane Crilin si era finalmente ripreso del tutto. Ciò nonostante, la sua compagna gli aveva severamente proibito la ripresa degli allenamenti e qualsiasi altra attività, considerata da lei dannosa. In questo modo, il piccolo uomo trascorse giornate nel pieno ozio, insieme alla bella cygorg.

D'altro canto, anche quest'ultima aveva finalmente ritrovato quella gioia di vivere, che aveva seriamente rischiato di perdere.

 Dopo gli ultimi avvenimenti, il legame tra i due era diventato ancora più forte. La loro intimità era ormai matura, fuori e soprattutto dentro la loro camera da letto. Quasi ogni notte, dopo aver fatto l'amore, i due si addormentavano abbracciati, felici di trovarsi l'uno nelle braccia dell'altra.

Tuttavia, nonostante la spensieratezza di quelle giornate, un pensiero fisso tormentava la mente della bionda guerriera. Aveva cercato di dominarlo, ma si rese conto di non poterlo ignorare a lungo. L'unico modo era affrontare il problema e risolverlo definitivamente.

Diciotto sperava di nascondere la cosa al suo uomo. Era una cosa che doveva fare da sola. Doveva soltanto aspettare il momento giusto.

L'occasione si presentò un venerdì sera. Il vecchio maestro era andato in città per alcuni giorni e i due amanti trascorsero l'intera giornata insieme. Dopo una cena romantica, fu la stessa Diciotto a trascinare il terrestre in camera.

A notte fonda, Crilin era profondamente addormentato, con la testa poggiata sul morbido seno della sua donna. Diciotto, invece, era ben sveglia, con le braccia strette intorno alla vita del piccolo guerriero. Conosceva bene il suo Crilin. Il suo sonno era sereno e profondo, soprattutto quando si trovava a suo agio e sicuro tra le sue braccia.

 Era felice di essere in grado di far provare quelle sensazioni di sicurezza e protezione all'uomo che amava.

Fece un sacrificio immenso, quando decise che era giunto il momento. Non desiderava altro che rimanere a letto, ben stretta a lui, ma quella notte era l'occasione perfetta.

Si liberò delicatamente dal giovane. Prese tempo per coprire il suo amato sotto le coperte. Lo osservò dormire avidamente per qualche minuto, prima di posargli un dolce bacio sulla guancia.

< < Ti amo > > sussurrò, stando bene attenta a non svegliarlo.

Si vestì in fretta, aveva già perso troppo tempo. Con un po' di fortuna sarebbe potuta tornare all'alba, senza dover spiegare nulla a Crilin.

Era una notte fredda, ma Diciotto non se ne curava. Godendosi la fresca e pulita aria oceanica, partì in volo, dirigendosi a gran velocità verso il suo obiettivo.


FINE DEL CAPITOLO.


  
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