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Autore: heliodor    01/12/2018    1 recensioni
Joyce è nata senza poteri in un mondo dove la stregoneria regna sovrana. Figlia di potenti stregoni, è cresciuta al riparo dai pericoli del mondo esterno, sognando l'avventura della sua vita tra principi valorosi e duelli magici.
Quando scoppia la guerra contro l'arcistregone Malag, Joyce prende una decisione: imparerà la magia proibita per seguire il suo destino, anche se questo potrebbe costarle la vita...
Tra guerre, tradimenti, amori cortesi e duelli magici Joyce forgerà il suo destino e quello di un intero mondo.
Fate un bel respiro, rilassatevi e gettatevi a capofitto nell'avventura più fitta. Joyce vi terrà compagnia a lungo su queste pagine.
Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
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Figlia del drago

 
La cella era buia e lui era legato con delle catene. Quel che era peggio è che era solo.
Oren sospirò.
Dalla cella accanto sentì provenire dei rumori.
"Shani?" chiamò.
Nessuna risposta.
"Shani?"
Ancora silenzio.
"Shani io..."
"Vuoi stare zitto in nome del drago celeste?" esclamò la ragazza con tono esasperato. "Non riesco a concentrarmi se continui a parlare. Queste catene non sono facili da spezzare."
"Scusami" disse Oren. "Mi preoccupavo per te" aggiunse con tono offeso.
"Preoccupati per te stesso piuttosto" rispose lei.
"Non c'è bisogno che tu me lo dica."
"Bene, allora se non ti spiace vorrei che la smettessi di chiamarmi."
"Se è quello che vuoi..."
"Grazie."
Udì il rumore di una serratura che scattava e poi di passi che si avvicinavano.
Dall'altra parte del muro i rumori prodotti da Shani si fermarono.
Una luce precedette l'arrivo di due figure umane.
Oren le vide fermarsi davanti alla cella di Shani, proprio di fronte alla sua.
Riconobbe subito Antigo e, al suo fianco, la testa sormontata da un globo luminoso, Mirka.
Lo stregone gettò un'occhiata nella cella di Shani. "E tu chi saresti? La figlia del drago che stavo aspettando, per caso?"
Shani non rispose.
"Hai perso la lingua? Te la faremo ritrovare, non temere. Sapevo che prima o poi sareste venuti. Succede sempre quando qualcuno si avvicina troppo a uno dei sepolcri dove avete nascosto le ossa di Adrax. Ho perso due intere squadre per colpa vostra."
"Tu non sei degno di pronunciare il suo nome."
Mirka rise. "Faresti bene a misurare le tue parole, figlia del drago. Ora dimmi se ci sono altri come te qui in giro."
Shani disse qualcosa in una lingua che Oren non conosceva.
"Anche se ora non vuoi parlare" disse Mirka. "Ti assicuro che riuscirò a strapparti la verità. Ora scusami, ma devo salutare un vecchio amico."
Si voltò verso la cella di Oren. "Ma tu guarda chi si vede."
Oren cercò di mettersi a sedere, ma i pesanti ceppi a cui erano legate le catene lo trattennero.
"Ho pensato spesso a te" proseguì Mirka.
"Devo esserne lusingato?" chiese Oren.
Mirka scrollò le spalle. "Tu e i tuoi amici siete riusciti a rovinare i miei piani."
"Te li sei rovinati da solo quando hai resuscitato quel mostro."
"Il Varthag era solo un esperimento. Dovevo mettere alla prova i miei poteri."
"È stata Deliza a rischiare la sua vita, non tu."
"Dettagli. Piuttosto, dimmi che ci fai qui."
"Passavo per caso" rispose Oren.
"Speri che io ci creda? Ti sei alleato con i figli del drago?"
Si riferisce a Shani? Si chiese Oren.
"No" rispose. "Sono venuto da solo. È stato davvero un caso."
Mirka scrollò le spalle. "Ormai non ha più alcuna importanza. Credevi di passare inosservato? Ti ho riconosciuto subito, la sera che Antigo ti ha portato con se alla baracca. Volevo farti catturare e sbattere in prigione subito, ma poi mi venne in mente che avrei potuto usare te e la figlia del drago per ottenere ciò che mi serviva."
"Hai fatto uccidere quell'albino" ringhiò Oren. "Non passerà inosservato."
"Invece sì. Abbiamo anche i colpevoli. Antigo testimonierà che voi due vi siete uniti alla sua carovana all'ultimo momento, mentendogli sulla vostra vera provenienza e le intenzioni. Siete stati pagati da qualcuno per uccidere quell'idiota di Ngaza e ci siete riusciti, ma per fortuna siete stati catturati da noi."
Antigo si schiarì la gola. "Non è stato facile organizzare la cosa per farla sembrare un assassinio" disse. "Un assassinio vostro, intendo. Noi saremmo stati più puliti e discreti, ma nel vostro caso ci siamo concessi una certa libertà."
"Quando verranno a interrogarmi, diremo tutto quello che sappiamo" lo minacciò Oren.
"Prima di allora sarete già morti" rispose Mirka. "Stanotte cercherete di evadere, ucciderete un paio di guardie ma alla fine verrete uccisi mentre cercate di lasciare la città."
Oren si sentì assalire dalla disperazione. Voleva saltare alla gola di Mirka e sbattergli la testa contro le sbarre fino a cancellargli dal viso quell'odioso sorriso.
Invece tutto ciò che ottenne fu di ferirsi i polsi con le catene.
"Non ti agitare" disse Mirka calmo. "Vorrei poterti dire che avrete una morte dignitosa e indolore ma... non posso. Spiacente." Guardò Antigo. "Non danneggiare troppo i loro corpi."
Il mercenario lo guardò disgustato.
"Che c'è? Non ti piace la mia faccia?" chiese Mirka divertito.
"Apprezzo solo il tuo denaro, negromante" disse Antigo con una smorfia. "Ma non esagerare."
"Fai quello che devi e tutto andrà per il meglio." Mirka si allontanò lungo il corridoio.
Antigo si voltò verso Oren.
Solo allora notò che alla cintura aveva legato due spade.
"Quella è mia" disse Oren indicando la spada d'argento con un cenno della testa.
Antigo la sguainò. "Bella vero? Il negromante me la lascia tenere." Estrasse una seconda spada dalla lama ricurva. "Credo che venderò questa e mi terrò la tua. O forse no. Non riesco a decidermi."
"Me la riprenderò" disse Oren.
Antigo scrollò le spalle. "Se verrai, ti ucciderò. Ma forse ti ucciderò lo stesso."
Il mercenario si allontanò.
Rimasto solo, Oren si trascinò verso un angolo e si rannicchiò nel buio. Voleva piangere, ma sapeva che sarebbe stato inutile. Era già stato in una cella. Prima a Vanoria e poi a Taloras, ma in entrambi i casi nessuno lo aveva messo in catene.
Nell'altra cella, Shani era rimasta in silenzio.
"Shani?" fece Oren. "Mi senti?"
"Vorrei dirti di no, ma se continui a parlare..." rispose lei seccata.
"Scusa, ma ho bisogno di parlare con qualcuno."
"Invece io sto cercando di concentrarmi o non usciremo da questo posto."
"Sai come fare?" chiese Oren speranzoso.
"Taci" disse la ragazza.
Oren la sentì armeggiare con le catene, poi ci fu uno schiocco deciso e un tintinnio.
"Shani?"
"Rimani zitto per altri dieci minuti, per favore."
Attese.
Sentiva Shani respirare a fondo, come se si stesse preparando per andare sott'acqua. Al villaggio aveva visto spesso i pescatori fare degli esercizi prima di immergersi in acqua.
Sapeva che servivano per concentrarsi e aprire i polmoni.
Lì però non c'era acqua.
Shani emise un suono gutturale e poi la udì lanciare un grido. Ci fu un clangore di metallo seguito da un cigolio.
Il viso della ragazza fece capolino da dietro le sbarre.
"Ci sei riuscita" disse Oren cercando di balzare in piedi. Le catene però si tesero e lo costrinsero a sedersi di nuovo. "Puoi far uscire anche me?"
Shani sfiorò le sbarre. "Non lo so."
"Ma sei uscita dalla tua cella."
"Non immagini quanto sia faticoso fare questa cosa, Oren." Si voltò.
"Aspetta" fece lui cercando di rimettersi in piedi. "Non puoi lasciarmi qui."
"Ho una missione da compiere" disse la ragazza senza voltarsi.
"Se mi lasci qui Mirka mi ucciderà. Il tuo drago divino non avrà niente da ridire se lasci che un innocente venga giustiziato?"
Shani si voltò. "Si chiama drago celeste."
"Quello che è. Liberami e ti aiuterò a fermare Mirka."
"Che aiuto potresti darmi contro uno stregone?"
"Sempre meglio che affrontarlo da sola."
Shani sospirò e si avvicinò alle sbarre. Vi appoggiò le mani come a saggiarne la consistenza.
"Fai con calma" disse Oren. "Non torneranno molto presto."
"Zitto" tagliò corto lei.
"Scusa."
Shani chiuse gli occhi e rimase immobile. Oren la vide tendere i muscoli e stringere le mani. Fece un passo indietro e sferrò un colpo col palmo aperto alla serratura della cella.
Ci fu un clangore di ferro che si spezzava e cedeva. La cella cigolò sui cardini, spalancandosi.
Shani respirava a fatica. Si avvicinò a Oren e si chinò davanti alle catene. Le esaminò con cura come aveva fatto con le sbarre.
"Che stai cercando?"
"Il punto di rottura" disse lei concentrata. "Ecco" disse afferrando le catene con entrambe le mani. La spezzò in due con un movimento deciso.
Oren si liberò in fretta e si alzò in piedi. "Sei una strega? So che c'è un incantesimo che moltiplica le forze." Ricordava bene quando Celora, nelle fogne di Valonde, lo aveva scagliato contro il muro. Quella volta gli aveva quasi spezzato la schiena.
"No" disse Shani respirano a fatica.
"No nel senso che non sei una strega o che non hai usato un incantesimo?"
"No" ripeté lei. "Ora andiamo. Svelto."
"Ci servono delle armi."
"Le troveremo."
Uscirono dalla cella e si gettarono di corsa nel corridoio, Shani in testa e Oren dietro di lei. Nonostante la ragazza sembrasse affaticata, a stento riusciva a tenerle il passo.
Arrivati a una svolta lei lo afferrò per il bavero e lo spinse contro la parete umida.
"Zitto" disse con tono perentorio.
"Ti dico che ho sentito un rumore."
Passi concitati che si avvicinavano.
"Se te lo sei immaginato io..."
Una figura umana sbucò da dietro la svolta.
Shani si gettò verso il soldato e lo colpì al collo con il taglio della mano.
L'uomo stramazzò al suolo come un burattino al quale erano stati tagliati i fili.
Una seconda figura emerse dall'oscurità e si gettò contro Shani, colpendola alla schiena.
Oren fece un passo in avanti e colpì il nuovo arrivato con un pugno al viso. Il soldato indietreggiò sorpreso e appoggiò la mano sull'elsa della spada.
Shani balzò in avanti e con un calcio lo colpì al ventre, costringendolo a piegarsi in due. Poi lo afferrò per le spalle e lo sollevò, scagliandolo oltre le spalle.
Il soldato ricadde al suolo e gridò.
Shani gli balzò di nuovo addosso e con un pugno deciso lo colpì al collo.
Il soldato si afflosciò privo di sensi.
Shani, ancora col fiatone, indicò le spade. "Le armi che ci servivano."
Oren non se lo fece ripetere e ne prese una. Era di pessima fattura e sbilanciata, ma aveva la punta e un lato affilato e tanto gli bastava.
Anche Shani prese una spada e tirò due fendenti per saggiarla.
"Andiamo" disse avviandosi lungo il corridoio.
Oren la seguì.
Trovarono delle scale che salivano verso l'alto e poi un altro corridoio. Non incontrarono altri soldati nel tragitto che li condusse fino a una porta di legno che Shani sfondò dopo essersi concentrata per alcuni secondi.
"Come ci riesci?" domandò Oren.
"Controllo il mio Kah attraverso il Wah" rispose la ragazza.
"Chiaro" rispose lui. "Come ho fatto a non pensarci da solo?"
Oltre la porta iniziava quella che somigliava a un condotto scavato nella roccia. Travi di legno erano disposte a intervalli regolari per rinforzare e sostenere la volta.
"Che posto è questo?" chiese Oren.
"Deve essere lo scavo del necromante" disse Shani.
"Allora Mirka è qui?"
"Se è così lo troveremo e lo uccideremo" rispose lei.

Note
Da oggi e per tutto il mese di Dicembre, l'appuntamento con Joyce diventa giornaliero. Come il famoso calendario dell'avvento, sfoglierete un capitolo alla volta fino alla vigilia di Natale (il 25 sarà vacanza anche per me :) ) e poi ancora fino alla fine dell'anno.

Prossimo Capitolo Domenica 2 Decembre

 
  
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