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Autore: la_pazza_di_fantasy    04/12/2018    1 recensioni
La città di Luxor e quella di Ombrax sono sempre state rivali e da molti secoli condividono una specie di pace.. ma cosa accadrebbe se nella città di Luxor si insediassero persone poco propense alla pace? E cosa farebbe Ombrax?
Nove ragazzi, 5 di Luxor e 4 di Ombrax non sanno ancora che toccherà a loro risolvere la situazione e riportare la vera pace.
----prima storia che pubblico, vorrei molto volentieri che chi leggesse questa storia lasciasse anche un commento così che io possa migliorare-----
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Luis guardava dietro di se preoccupato. Era partito la sera stessa, approfittando del buio, ma aveva paura che qualcuno lo stesse seguendo. Aveva salutato frettolosamente Susan e aveva detto ad Arion che andava dalla sua famiglia e non sapeva quando sarebbe ritornato. Non aveva mentito al suo migliore amico, ma non aveva detto tutta la verità. Voleva arrivare il prima possibile alla fonte. Sperava vivamente di risolvere tutto il prima possibile.
Il ragazzo riportò lo sguardo sul sentiero alberato davanti a se. Stava galoppando il più velocemente possibile e non doveva distrarsi altrimenti non sarebbe riuscito ad individuare la rocca. Sorrise al pensiero delle facce che avrebbero fatto Sasha e Alan nel vederlo spuntare all’improvviso. E soprattutto vedere le facce sorprese dei sue genitori quando gli avrebbe comunicato di essersi fidanzato. Sperava solamente che non decidessero di organizzare subito il matrimonio. Susan sarebbe svenuta. Luis ridacchiò fra se e spronò il cavallo ad andare più veloce. Dopo una mezzoretta Luis finalmente vide il mare, o meglio sentì il suono delle onde che si infrangevano sulla scogliera. Il ragazzo sorrise e respirò a pieni polmoni l’aria salmastra del mare che gli era mancato in tutti quei mesi passati sottoterra. Fermò il cavallo vicino al precipizio e guardò l’orizzonte che si stava tingendo di rosso per l’alba imminente. Rimase fermo per un po’ e poi spronò il cavallo per continuare la marcia. Era quasi arrivato. Una volta sulla spiaggia sospirò per poi gridare verso il mare:
-Ja sam princ, otvorite vrata- Tutto rimase in silenzio per qualche secondo poi dall’acqua iniziarono ad uscire delle pietre lisce che formarono un sentiero. Luis sorrise e si incamminò insieme al cavallo. Mentre camminava poco alla volta difronte a se si apriva uno squarcio nel cielo per poi lasciare posto a un enorme castello con torri simili a coralli di un celeste che ricordava il mare calmo. Intorno all’alto castello c’erano delle mura fortificate con un ponte levatoio che univa la strada di pietre all’ingresso della città. Davanti a lui si stagliava Antlis, la sua città. Tutti pensavano fosse andata distrutta durante la battaglia, ma la città d’acqua era resistita a tutto e ora era intatta davanti ai suoi occhi. I re di Antlis avevano deciso di non rivelare ciò alle altre due città. Avrebbero aspettato il compiersi della profezia di re Ezekiel. Luis era sicuro che ciò stesse per succedere, e non vedeva l’ora di prendere parte alla grande guerra che avrebbe finalmente liberato il continente di Balas e ucciso Caroline e tutta la sua discendenza, per estirpare fino all’ultimo Meterios presente nel continente. Luis raggiunse subito il ponte levatoi e guardò in direzione delle guardie che a loro volta lo guardarono sorpresi e soprattutto guardavano con interesse quello che Luis portava con se da quando era partito di nascosto da Ombrax.
-per favore fatemi passare- disse il ragazzo agitato. Aveva paura che fosse già troppo tardi. Le due guardie annuirono e fecero abbassare il ponte. Luis si lanciò al galoppo per le strade di Antlis senza fermarsi quando i cittadini chiamavano il suo nome vogliosi delle sue attenzioni. Il portone del castello era sempre più vicino e Luis sorrise non appena le due guardie aprirono il portone facendolo entrare con il cavallo. Una volta dentro scese dal destriero che lo aveva portato fino a li e si guardò intorno.
-Luis che ci fai qui?- il moro si girò verso la voce di sua sorella. La ragazza lo stava guardando con un’aria felice e tesa allo stesso tempo. Luis le sorrise per rassicurarla.
-Sasha è un’emergenza dobbiamo andare subito alla caverna delle luci- disse il ragazzo prendendo quello che si era portato appresso per tutto il viaggio. Sasha sgranò gli occhi.
-è veramente…-
-si Sa, dobbiamo muovici o non si salverà- bloccò la ragazza il moro incamminandosi velocemente verso la caverna seguito a ruota dalla sorella.
-vuoi una mano?- chiese dopo un po’ la ragazza.
-no, mi servono solo mamma e papà- disse il ragazzo aumentando il passo.
-li vado a chiamare, anzi chiamo anche Alan- disse la ragazza correndo nella direzione opposta del fratello per quanto le permettesse il vestito lungo che aveva. Doveva sbrigarsi.
Luis percorse l’ultimo tratto del castello che conduceva alla caverna delle luci. Spostò il grande arazzo che raffigurava le quattro città di Balas e imboccò il lungo corridoio. La strada era stratta per poi aprirsi nella grande caverna che era illuminata da più di mille cristalli che si trovavano tutti intorno all’acqua cristallina. Luis sospirò e poggiò la ragazza che teneva in braccio sull’acqua. Subito le si gonfiarono i capelli neri e il vestito viola che aveva addosso. Luis la guardò sospirando. Sperava di non essere arrivato troppo tardi.
-Lu cos’è successo?- chiese suo padre entrando nella grotta seguito dal resto della sua famiglia. L’uomo si fermò non appena vide la ragazza nell’acqua. -non è possibile! Cos’è successo?- chiese puoi l’uomo rivolgendosi al suo secondogenito.
-era una cosa che non si poteva evitare e io l’ho saputo troppo tardi- disse il ragazzo continuando a guardare la mora nell’acqua. In quel momento la corrente l’aveva portata proprio al centro della grotta.
-non la stavi sorvegliando?- chiese Alan più curioso che arrabbiato con il fratello per la sua distrazione.
-non potevo mica starle appiccicato 24 ore su 24, e poi era in buone mani. È successo per una cosa naturale- disse il ragazzo che iniziava a sentirsi in colpa.
-e ci potresti spiegare cos’è questa cosa naturale di cui ci hai parlato?- gli chiese la madre accarezzandogli un braccio cercando di tranquillizzare il figlio.
-ha partorito, con due mesi d’anticipo- disse il ragazzo continuando a tenere gli occhi fissi nell’acqua. Perché non succedeva niente? Era troppo tardi?
-come ha partorito? Vuoi dire che ha un figlio? E dov’è adesso?- chiese Sasha spostando lo sguardo dalla ragazza al fratello.
-è con il padre- fu l’unica risposata del ragazzo. Luis chiuse gli occhi. Aveva fallito. Doveva riportare a casa la sorella sana e salva e invece Camille era morta prima ancora di conoscere la verità su di se. Da quando si era fidanzato con Susan aveva trattenuto la voglia matta di dire a Camille la verità sulle sue origini. Aveva trattenuto la voglia di abbracciarla e di non lasciarla andare. Perché ora si trovava in quella situazione?
-Luis- si sentì chiamare in coro dai due fratelli e aprì gli occhi di scatto. Dal corpo di Camille si stava sprigionando una tenue luce azzurra accentuata dai cristalli. La luce aumentò gradualmente la luminosità per poi spegnersi di colpo.
 
 
Camille sentì un calore diffondersi per tutto il petto e poi freddo. Si sentiva come se fosse completamente sommersa dall’acqua gelida. Aprì di scatto gli occhi e per poco non affondò nell’acqua nella qual era veramente immersa. Chiuse di nuovo gli occhi e cercò di rilassarsi per poi riaprire gli occhi e guardarsi intorno. La prima cosa che vide fu una caverna piena di cristalli celesti e poi Luis, il ragazzo di Susan, che le veniva incontro entrando anche lui nell’acqua.
-Cam tutto okay?- le chiese porgendole una mano e sorridendo. La ragazza annuì soltanto accettando la mano che il ragazzo le porgeva e uscendo insieme a lui dall’acqua.
-dove sono? E perché ero immersa in quella piscina?- chiese una volta che Luis le aveva avvolto intorno una coperta per riscaldarla. Nel mentre Camille aveva fatto vagare lo sguardo per la grotta e aveva visto altre quattro persone, un ragazzo che sembrava la versione più giovane di Luis, una ragazza che aveva un sorriso che andava da una parte all’altra del volto e un uomo e una donna che la guardavano sorridendo anche loro.
-sei nella caverna delle luci nel castello di Antlis ed eri immersa nell’acqua perché fino a qualche secondo fa eri morta- le disse piano Luis. La ragazza lo guardò non capendo poi sgranò gli occhi.
-Aaron! Dov’è Aaron?- chiese la ragazza cercando suo figlio.
-tranquilla Cam, è insieme a Zake, stanno bene entrambi- le disse il ragazzo poggiando entrambe le mani sulle spalle della ragazza. Camille si rilassò un pochino. L’ultima cosa che ricordava era lo sguardo triste e disperato di Zake che le stringeva la mano.
-perché sono qui? C’è qualcosa che non so?- chiese la ragazza guardando verso le altre quattro persone -e soprattutto come ho fatto e resuscitare?-
-Luis ti ha portata subito qui perché sapeva di poterti salvare, ma è meglio se ti metti qualcosa di asciutto. Poi parleremo con calma- le disse la donna sorridendole. La ragazza le si avvicinò prendendole le mani.
-vieni, andiamo a cambiarci- le disse conducendola fuori dalla caverna.
 
 
Una volta che Camille si fu asciugata e messe un nuovo vestito, di un bellissimo verde smeraldo con le maniche lunghe, nella camera nella quale si trovava entrarono tutti gli altri che aveva visto nella caverna. Camille si mise seduta sul letto affiancata subito da Luis e Sasha. Gli altri tre si sedettero sulle poltroncine difronte al letto.
-Camille tu hai vissuto ad Ombrax per tutto questo tempo, ma non sei della città sotterranea.- iniziò la donna sospirando. -sei di Antlis, e più precisamente sei nostra figlia. Prima che tu dica qualcosa, ti abbiamo affidato ad Olba perché avevamo paura che la famiglia Zoyon potesse ucciderti non appena nata. Non so te conosci la profezia di Ezekiel, ma tu sei una di quei ragazzi. Hai il potere dell’acqua- Camille guardava sua madre parlare mentre cercava di comprendere le parole che la donna le stava dicendo.
-Noi non volevamo assolutamente separarci da te, ma abbiamo dovuto farlo per proteggerti. I nostri dubbi erano reali, infatti si sono intrufolati molti assassini all’interno del palazzo per cercarti, ma tu eri al sicuro. Abbiamo mandato Luis due anni fa per tenerti d’occhio nel caso i tuoi poteri si fossero manifestati improvvisamente. Abbiamo fatto bene, altrimenti adesso non saresti qui con noi- finì la donna. Camille spostò il suo sguardo su Luis.
-ti sei avvicinato a Susan solo per controllarmi?- gli chiese curiosa.
-no, Susan mi piace veramente. È stata solo fortuna che tu fossi sua amica- le rispose il ragazzo. La ragazza annuì e poi rivolse il suo sguardo verso i genitori.
-Olba sapeva tutto, perché non mi ha detto niente?- chiese la ragazza.
-le abbiamo chiesto noi di non farlo, non volevamo metterti in pericolo- le rispose il padre.
-ma non avete pensato a come potessi sentirmi io pensando di essere stata abbandonata dai miei genitori- disse la ragazza arrabbiata.
-abbiamo agito solo per il tuo bene- disse la donna guardando preoccupata la figlia.
-e tu non mi hai mai detto niente- disse Camille rivolta a Luis.
-mi dispiace Cam, ma non volevo sconvolgerti troppo-
-e adesso allora?- disse la ragazza alzando la voce -come potete sperare che io accetti tutto questo dopo tanto tempo di silenzio?- chiese la ragazza con le lacrime agli occhi. Sasha e Luis si guardarono preoccupati. Camille non la stava prendendo bene come speravano. Alan si alzò dalla poltrona e raggiunse la ragazza.
-bisogna guardare al presente e non al passato. I nostri genitori hanno agito perché volevano il tuo bene. Io non ero ancora nato, diversamente da Sasha e Luis non ti avevo mai vista prima di oggi e ho sempre e soltanto sentito parlare ti te. Ti vogliono bene e anch’io te ne voglio- Camille guardò il ragazzo confusa. -non ti sto chiedendo di accettare tutto quello che ti stiamo dicendo, ma almeno di comprendere perché lo abbiamo fatto, e di vivere quello che di sicuro avrei sempre desiderato- finì il ragazzo aprendo le braccia invitando la sorella ad abbracciarlo. Camille continuò a piangere però si buttò tra le braccia del fratello stringendolo forte. Luis sorrise. “e bravo il piccolo Alan” pensò il ragazzo prima di alzarsi e stringere i due in un abbraccio più grande seguito a ruota da Sasha.
Sonja e Ralph guardarono i loro figlia abbracciati e sorrisero felici. Erano di nuovo tutti insieme.
-scusate- disse Camille una volta che si fu staccata dell’abbraccio di gruppo. Sonja si alzò e abbracciò stretta la figlia per poi sorridere.
-allora Luis ci ha parlato di un figlio..-disse la donna continuando a sorridere.
-si, Aaron. Non vedo l’ora di abbracciarlo. Com’è?- si rivolse la ragazza verso Luis. Si ricordava poco e niente del parto.
-è un batuffolo, sono riuscito a vedere solo i capelli biondi visto che Zake non faceva avvicinare nessuno- disse il ragazzo sorridendole.
-e gli occhi?- chiese la ragazza.
-non li aveva ancora aperti, anche se so che Zake li voleva verdi- Camille sorrise a sua volta.
-mi mancano- Luis l’abbracciò di nuovo.
-tranquilla, starai qui per un po’, il tempo di decidere come agire per trovare gli altri tre ragazzi della profezia e farti imparare a controllare il tuo potere, e potrai tornare da loro-
-e tu da Susan- disse la ragazza sorridendo stretta nell’abbraccio del fratello.
-si, ed io da Susan-
-chi è Susan? La tua ragazza?- chiese Sasha avvicinandosi ai sue ragazzi.
-non iniziare Sa, si è la mia ragazza, ma non sono pronto per il matrimonio- rispose il ragazzo facendo ridere sia Camille che Luis.

 
   
 
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