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Autore: heliodor    07/12/2018    1 recensioni
Joyce è nata senza poteri in un mondo dove la stregoneria regna sovrana. Figlia di potenti stregoni, è cresciuta al riparo dai pericoli del mondo esterno, sognando l'avventura della sua vita tra principi valorosi e duelli magici.
Quando scoppia la guerra contro l'arcistregone Malag, Joyce prende una decisione: imparerà la magia proibita per seguire il suo destino, anche se questo potrebbe costarle la vita...
Tra guerre, tradimenti, amori cortesi e duelli magici Joyce forgerà il suo destino e quello di un intero mondo.
Fate un bel respiro, rilassatevi e gettatevi a capofitto nell'avventura più fitta. Joyce vi terrà compagnia a lungo su queste pagine.
Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
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 Demone

 
Fu Frant a rompere il silenzio che era calato nella stanza. "Ci devi dire se vuoi venire con noi, Sibyl."
Joyce cercava di riflettere sulle parole di Tamarys. Non era ancora convinta del tutto, anche se una parte di sé voleva gettarsi in quella avventura senza pensarci troppo. C'era però un'altra parte di sé, più nascosta, che le sussurrava di essere prudente.
Tutte le volte che si era gettata a capofitto in una nuova avventura le cose non erano andate molto bene.
Spesso si era ritrovata nei guai e ne era uscita solo a costo di grandi sofferenze. Non voleva correre di nuovo lo stesso rischio.
"Tua nonna crede che le armi di Bellir non siano magiche" disse raccogliendo i pensieri. "Se è così, a cosa ci servirebbe recuperarle? Ci ritroveremmo con delle comuni armi."
"Mia nonna si sbaglia" disse Tamarys. "E Frant è d'accordo con me."
L'uomo annuì.
"Anche lui ha studiato a fondo la leggenda di Bellir e il diario di Talisandra ed è convinto che la mia prozia abbia taciuto alcune informazioni importanti."
Questo è già più interessante, si disse Joyce.
"Quali informazioni?"
Frant si schiarì la gola. "Permettimi di spiegartelo con parole semplici. Le armi magiche di cui parla la leggenda non sono mai state trovate e, per quanto ne sappiamo, nessuna arma che possa definirsi magica è mai esistita. Questo è quello che sappiamo con certezza. Tuttavia, sappiamo anche che Bellir ha davvero affrontato Malag e lo ha sconfitto o, stando a quello che è accaduto dopo, costretto a ritirarsi per un centinaio di anni, quando poi è ritornato tra di noi."
"Vuoi dire che in tutto questo tempo è stato altrove?"
Frant sorrise. "Vedo che inizi a capire."
"E dove sarebbe stato?"
Lo stregone fece schioccare le dita. "Forse lo ignori, ma esiste un incantesimo che pochi stregoni riescono a padroneggiare. È un dono raro e misterioso e, per certi versi, proibito."
Joyce sapeva che esistevano incantesimi proibiti anche per gli stregoni. La necromanzia era uno di questi. Deliza era stata costretta all'esilio per averla utilizzata, anche solo per salvare Oren da morte certa.
Non l'aveva mai davvero ringraziata e quello le dispiaceva. Se ne avesse avuto l'occasione, si ripromise, l'avrebbe fatto.
"In ogni epoca" proseguì Frant. "Esistono al mondo dieci, forse venti stregoni in grado di usare questo incantesimo che dona al suo utilizzatore la capacità di usare i portali per viaggiare da un luogo all'altro del mondo."
Robern, esclamò Joyce dentro di sé. Lui aveva usato più volte i portali per spostarsi e per far spostare lei. E anche quando era stata portata via da Valonde Rancey l'aveva scagliata in un portale.
"Non solo in questo mondo" disse Tamarys.
Frant annuì con decisione. "Giusto. Per quanto ne sappiamo, i portali potrebbero condurre ovunque. Anche in luoghi che non possiamo raggiungere viaggiando per terra o per mare."
Nei romanzi d'avventura all'eroe poteva capitare di visitare uno di questi mondi. Nel Viaggio di Herva il protagonista viaggiava nel mondo della memoria per recuperare il ricordo del nascondiglio di un'antica arma. Nel libro secondo della Corona di Ausan, Ician dai capelli d'oro usava un cavallo alato per viaggiare fino alla luna e sconfiggere il sovrano locale che aveva rubato la corona del re.
Frant però stava parlando di luoghi diversi e per niente incantati o meravigliosi.
"Malag è fuggito in uno di questi portali?" chiese Joyce. Questo avrebbe confermato i suoi sospetti su Robern, che era l'unica persona a saper usare i portali che lei sapesse.
"Fuggito? Non lo so" disse Frant. "Ma è più probabile che Bellir sia riuscito a intrappolarlo in uno di quei portali."
Sì, pensò Joyce. È possibile.
Robern le aveva spiegato che quando viaggiava nel portale, anche se per lei passavano solo pochi attimi, nel resto del mondo potevano trascorrere ore, giorni o addirittura settimane. Se Bellir aveva esiliato Malag in un portale, poteva esservi rimasto per decine di anni prima di riuscire a liberarsi. Nel frattempo per lui erano passati solo pochi attimi.
Spiegherebbe anche come è riuscito a vivere per così tanto tempo, pensò.
"C'è anche un'altra cosa che Talita non ti ha detto" disse Tamarys.
Joyce attese che proseguisse.
"Il diario non si interrompe con la morte di Bellir, ma prosegue" disse la ragazza. "Harcey fu uno dei pochi a raccogliere le ultime parole dell'eroe, quando tornò dalla sua impresa."
"Dille che cosa disse" la esortò Frant.
"Cento anni" disse Tamarys. "Queste furono le ultime parole di Bellir.
"Cento anni è il tempo che è trascorso dalla sparizione di Malag al suo ritorno" disse Frant. "Ciò dimostra che Bellir sapeva quanto tempo avrebbe impiegato l'arcistregone a liberarsi dalla sua trappola."
Joyce dovette sedersi sul letto per non crollare a terra. La stanza sembrava girarle attorno.
"Ha fatto lo stesso effetto anche a me" disse Frant. "Quando ho iniziato a comprendere quale verità conteneva il diario di Talisandra."
"Se sapevate queste cose" disse Joyce. "Perché non siete ancora andati a recuperare le armi di Bellir? Se sono ancora lì..."
"Siamo solo in due" disse Frant. "Non possiamo farcela da soli."
"Se andrete, io verrò" disse Joyce sicura.
Tamarys le sorrise. "Prima di prendere una decisione, devi sapere tutta la verità."
Cos'altro c'era da sapere? Si chiese.
Frant le scoccò un'occhiata dubbiosa. "Tam, non ricomincerai di nuovo con quella storia, vero?"
"So di cosa parlo" disse lei alzandosi di scatto. "Ho studiato molti testi alla ricerca di una prova e, anche se non sono arrivata a una soluzione definitiva, credo di essermi avvicinata molto."
"Di quale verità parli?" chiese Joyce.
"Riguarda la natura di Malag."
Cos'altro c'era da sapere su di lui che già non conoscevano? Si chiese Joyce.
Tamarys serrò le labbra. "Malag potrebbe non essere un uomo comune. Nel diario di Talisandra è scritto chiaramente che Bellir lo chiama demone. Io non credo che sia solo un modo figurato per rappresentare la sua pericolosità e malvagità. Io credo che Bellir stesse descrivendo la sua vera natura." Fece una pausa. "Malag è un demone, una creatura generata dalle tenebre e venuta nel nostro mondo per portare scompiglio e distruzione."
 
"Un demone" disse Joyce mentre cavalcavano nella notte.
Frant aveva procurato loro quelle cavalcature a avevano lasciato la città col favore delle tenebre passando da un cancello poco sorvegliato.
Seguendo le indicazioni della mappa di Talisandra si erano avviati lungo la strada che portava verso la parte settentrionale della Falce.
Joyce non era mai passata per quella zona, ma non era diversa dal resto della penisola con il suo aspetto spoglio e desolato. C'erano pochi alberi che crescevano in mezzo alle pietraie e l'erba che ricopriva le colline era rada e gialla invece che verde e rigogliosa come a Valonde.
"Che cosa sai dei demoni, Sibyl?" le chiese Frant.
Joyce si strinse nelle spalle. Ne sapeva molto poco, a parte quello che aveva letto nei romanzi d'avventura. Nerde il cavaliere dei rubini ne affrontava uno armato di una spada magica che era stata benedetta immergendola nelle lacrime della principessa Aryet quando il demone Idrindel aveva ucciso il suo amato principe.
Nerde aveva ucciso Idrindel trafiggendolo al cuore dopo un aspro duello combattuto in un sotterraneo dove si nascondeva la creatura.
La Stennig aveva descritto il demone come una creatura mostruosa e informe, priva di umanità e capace di far impazzire la mente di una persona solo guardandolo.
Malag era così terribile d'aspetto? Si chiese Joyce.
Suo padre, sua sorella e Vyncent le avevano raccontato di averlo visto e affrontato.
Secondo loro Malag era un uomo molto anziano e all'apparenza fragile, anche se molto abile nell'uso della stregoneria.
Non sembrava affatto un mostro deforme che causava la pazzia.
"Non ne so molto" ammise.
Frant annuì. "Sei nella condizione di molti altri. Non si sa molto di queste creature, ma le antiche cronache dicono che sono esistite in tempi remoti, prima delle epoche caotiche e dei maghi supremi."
"Quanto remote?" chiese Joyce.
"Fastrim di Luska parla di diecimila anni" disse Tamarys.
Diecimila anni era un periodo enorme. Joyce non era capace di immaginare così tanto tempo.
"Se ti sembra tanto" proseguì la ragazza. "Sappi che lo stesso Fastrim fa risalire l'età del mondo a più di dieci milioni di anni fa."
Milioni di anni, pensò Joyce sgomenta. Tutta la storia che conosceva iniziava con la stregoneria, due o tremila anni prima.
"Fossero anche cento milioni di anni" disse Frant. "Cambierebbe poco. I demoni esistevano prima della storia stessa, forse anche prima degli uomini. Forse sono le creature più antiche mai esistite. Più degli elfi e dei nani e dei giganti."
"E degli uomini dalla pelle di drago" disse Tamarys.
Frant annuì.
"Io credevo che fossero solo leggende" disse Joyce.
Frant scrollò le spalle. "E probabilmente lo sono, ma la storia è molto più antica della stregoneria e la precede di secoli, se non millenni."
"Parlami dei demoni" lo esortò Joyce.
"Giusto, perdonami se ho divagato. Secondo la leggenda, i demoni dichiararono guerra agli uomini ma vennero sconfitti. Per sopravvivere si mescolarono a loro, ma non persero mai la speranza di poter un giorno ribaltare la situazione e vincere il conflitto."
"Sono uguali a noi?" chiese Joyce.
"Vivono tra noi, quindi sì, dovrebbero essere molto simili agli uomini e alle donne. Forse c'è qualche sottile differenza tra noi e loro ma è difficile da scoprire. Tamarys però la pensa diversamente."
Joyce guardò la ragazza.
Lei sospirò. "È vero, ma le mie sono solo ipotesi."
"Digliele. Abbiamo tempo prima di arrivare a destinazione" la esortò Frant.
Tamarys annuì. "Io penso che i demoni provengano da uno dei portali. Forse lo hanno aperto loro in tempi molto remoti o forse siamo stati noi a collegare il nostro mondo con il loro, ma è chiaro che deve essere accaduto un incidente di questo genere. Una volta aperto il portale, i demoni si sono riversati nel nostro mondo. Li abbiamo combattuti e abbiamo vinto, ma non sono stati sterminati. In qualche modo sono sopravvissuti, generazione dopo generazione, fino ad arrivare a cento anni fa, quando Malag ha iniziato la sua guerra."
"Bellir deve aver scoperto la sua vera natura" disse Frant. "E lo ha affrontato. Non avendo i poteri, lo ha esiliato nel mondo dal quale la sua razza era venuta millenni prima. Malag in seguito ha trovato il modo di tornare nel nostro mondo, ma nel frattempo erano passati cento anni."
"È solo una ipotesi" si difese Tamarys.
"Ma è l'unica che abbiamo" disse Frant. "E spiegherebbe ogni cosa."
Joyce ne era sempre più convinta. Se quella era la verità, allora doveva essere possibile trovare qualche prova nel nascondiglio di Malag.
"Non stiamo andando lì solo per avere una conferma di questa teoria" disse Tamarys. "Ma per trovare l'arma che Bellir ha usato per aprire il portale e spingervi dentro Malag."
"Se avremo successo" disse Frant. "Potremo usare di nuovo quell'arma contro l'arcistregone."
"Ma Bellir non aveva armi magiche con se" disse Joyce.
"Forse le aveva ma chi si trovava con lui non è riuscito a riconoscerle" disse Tamarys.
Joyce pensò al piccolo oggetto che Wena aveva usato per aprire il portale. Bellir ne aveva usato uno simile? Aveva trovato un portale sigillato che conduceva nel mondo dei demoni e lo aveva usato per intrappolarvi Malag?
Se era così forse ne potevano trovare le tracce e costruirne un altro.
Alla fine stava dando davvero la caccia alle armi magiche di Bellir. A distanza di secoli l'eroe continuava a guidarli nella lotta contro l'arcistregone.

Prossimo Capitolo Sabato 8 Dicembre (o almeno ci provo :) )
  
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