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Autore: heliodor    08/12/2018    1 recensioni
Joyce è nata senza poteri in un mondo dove la stregoneria regna sovrana. Figlia di potenti stregoni, è cresciuta al riparo dai pericoli del mondo esterno, sognando l'avventura della sua vita tra principi valorosi e duelli magici.
Quando scoppia la guerra contro l'arcistregone Malag, Joyce prende una decisione: imparerà la magia proibita per seguire il suo destino, anche se questo potrebbe costarle la vita...
Tra guerre, tradimenti, amori cortesi e duelli magici Joyce forgerà il suo destino e quello di un intero mondo.
Fate un bel respiro, rilassatevi e gettatevi a capofitto nell'avventura più fitta. Joyce vi terrà compagnia a lungo su queste pagine.
Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
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Il destino di un eroe

 
"È qui" disse Tamarys fermandosi davanti all'entrata di una grotta. Qualcuno vi aveva piazzato delle assi per nasconderla e la vegetazione vi era cresciuta sopra e attorno, ma non l'aveva nascosta del tutto.
Joyce guardò nella stessa direzione e si trattenne a stento dal fare una smorfia di delusione.
Come rifugio dell'arcistregone era un po' misero e le seccava ammettere di essere delusa da quella scoperta.
Non era un castello né una fortezza e neppure una misera torre protetta da trappole mortali, né c'erano statue o templi o strutture imponenti che ne contrassegnassero l'ingresso.
Solo una grotta protetta da quattro assi di legno.
"Sembra quasi che tu sia delusa" disse Frant.
"Mi aspettavo qualcosa di più imponente."
"Era un rifugio segreto" disse Tamarys. "E secondario. Forse Malag veniva qui per riposarsi e pensare alle prossime mosse da fare. L'ultima cosa che voleva era attirare l'attenzione dei suoi nemici."
"Però Bellir lo scoprì lo stesso" disse Frant.
"Forse fu fortunato" replicò Tamarys. "O forse sapeva dove trovarlo. Credo che non lo sapremo mai."
Joyce avrebbe voluto scoprirlo. Ora che aveva capito tante cose di Bellir desiderava apprendere di più sulla vita dell'eroe.
Frant andò deciso alle assi e cominciò a schiodarle. Dopo averle tirate via le buttò tra le sterpaglie.
"Prego" disse lo stregone indicando l'entrata. Evocò un globo luminoso.
Joyce lo imitò.
"Non mi ha detto da quale circolo vieni" disse Frant mentre avanzavano nel buio.
Stavolta Joyce aveva preparato una risposta. "Nazedir" disse.
Lo stregone sembrò sorpreso. "Davvero? Sei molto lontana da casa allora. Ho sentito dire che c'è stata una battaglia con gli Alfar."
"Solo una scaramuccia" tagliò corto Joyce. Anche lei aveva sentito delle storie sulla battaglia. In un villaggio aveva saputo che c'erano stati molti morti sia tra i Nazedir che tra gli Alfar.
Sperò che Leyra, Zefyr e gli altri si fossero salvati.
"Eccola" disse Tamarys indicando una scala che scendeva verso il basso. "Deve portare al rifugio vero e proprio."
"Una scala?" fece Frant guardando in basso. "Attenti alle trappole."
Cominciarono a scendere un gradino alla volta.
"Voi due vi conoscete da molto?" domandò Joyce.
Frant si strinse nelle spalle. "Alcuni anni. Ho scoperto di avere i poteri a dodici anni. È piuttosto tardi per uno stregone. Avevo già iniziato a studiare per entrare all'accademia, quando mi accorsi che ero uno stregone."
"Non potevi proseguire gli studi?" domandò Joyce.
Frant la guardò con stupore. "Non so quali leggi abbiate a Nazedir, ma a Berger uno stregone che rifiuta di entrare nel circolo viene bandito dalla città. Se è abbastanza ricco o potente da potersi garantire una qualche protezione. In caso contrario possono anche giustiziarlo."
"È una legge severa" disse Joyce. Non aveva idea di quali leggi vigessero a Valonde. Non sapeva di streghe o stregoni che non facessero parte del circolo.
Però c'erano i reietti, quelli che non appartenevano a nessun circolo. Suo padre ne parlava spesso e in maniera tutt'altro che positiva. Li considerava feccia.
Frant scrollò le spalle. "In ogni caso, ho dovuto abbandonare gli studi per dedicarmi alla stregoneria, ma non ho mai smesso di interessarmene. La passione era così forte che ho sacrificato parte del tempo che avrei dovuto spendere per allenarmi per delle lezioni private di Talita."
"Ricordo che ero piccola quando venivi a casa per imparare le lingue antiche e le leggende" disse Tamarys divertita.
Frant annuì. "E anche allora eri molto più brava di me. Devi sapere che Tamarys ha un dono innato per le lingue."
Quello era interessante. C'erano dei passi del compendio che Joyce non era riuscita a tradurre nonostante gli sforzi fatti. La maggior parte di essi era stata scritta in una calligrafia diversa da quella di Lacey. Qualcuno aveva lasciato delle note che non voleva fossero lette dalla prima persona di passaggio.
Se fosse riuscita a convincere Tamarys a tradurre quei passi...
La caverna si allargò all'improvviso, diventando un'ampia sala circolare dalla volta che si perdeva nell'oscurità.
Somigliava alla caverna di Zanihf.
"Guarda" disse Frant indicando un bassorilievo. "Ci sono delle scritte."
Anche Joyce le aveva viste, ma non aveva capito cosa fossero finché Frant non lo aveva detto. Per lei erano solo altri segni incisi nella pietra.
"Fate luce qui per favore" disse Tamarys indicando le incisioni.
Il disegno raffigurava un grande uccello nell'atto di librarsi sopra una città.
Tamarys passò le dita sulle scritte. "Nell'anno tremilaottocentodieci" disse. "Adrax il terrore dei cieli attaccò la città di Tirione. Il popolo supplicò Imurra la signora dell'altopiano affinché scacciasse il flagello alato."
"Chi era Adrax?" chiese Joyce.
Tamarys scrollò le spalle. "Non c'è scritto."
"E Imurra?"
"Questa è facile" disse Frant gioviale. "Era una maga."
Una maga, pensò Joyce. Perché in quella sala c'era un'incisione che la riguardava?
"Imurra" disse Tamarys passandosi l'indice sulle labbra. "Doveva essere una maga molto potente se il popolo le chiese di affrontare questo terrore dei cieli."
"Questo doveva essere il suo santuario" disse Frant.
"No" fece Tamarys. "I santuari sono più imponenti e protetti da trappole mortali. Forse era un avamposto."
"Cosa ci faceva Malag nell'avamposto di una maga?" chiese Joyce.
Tamarys fece spallucce. "Che c'è di strano? Tutto il continente è pieno di questi posti. Spesso diventano i covi di bande di predoni o i nascondigli di criminali."
"Una volta ho sentito dire che una banda di streghe e stregoni reietti si erano nascosti in un avamposto per prendere di mira le città vicine" disse Frant. "Il circolo radunò un centinaio di stregoni e mille soldati e li eliminò."
"Questo conferma la tua ipotesi" disse Tamarys.
"Tu credi?"
La ragazza annuì con decisione. "C'è una leggenda molto antica che riguarda i demoni. Dice che queste creature amavano vivere nel sottosuolo dal quale erano state generate."
"Se Malag è un demone" disse Frant. "Questo sarebbe il luogo ideale dove nascondersi."
"Bellir deve averlo compreso" disse Tamarys. "E nonostante questo lo ha affrontato nel posto dove era più potente."
"Non a caso è un eroe" fece Frant divertito.
Ripresero a esplorare la sala scoprendo altre incisioni. Tutte parlavano delle imprese di Imurra. Nella sua lunga vita ne aveva compiute diverse che all'epoca dovevano essere sembrate eclatanti.
Nell'anno 3801 era salita al potere, diventando una maga suprema dopo aver affrontato in duello e ucciso il suo mentore, Thakurd. In seguito la nuova maga aveva ucciso gli ultimi seguaci del vecchio mago supremo.
In una incisione i nuovi seguaci le giuravano fedeltà inchinandosi al suo passaggio.
Nell'anno 3803 aveva respinto l'attacco del mago supremo Ukran. L'incisione che riguardava quell'evento vedeva Imurra squarciare le nubi con strali lanciate dalle sua mani aperte.
La maga suprema era sempre rappresentata con lo sguardo fiero e risoluto. Non c'era posto per la dolcezza o l'amore nella sua vita.
Nel 3808 aveva combattuto contro un alleanza di maghi minori che una volta avevano servito il mago supremo Raffin e che alla sua morte si erano divisi i suoi possedimenti.
L'ultima incisione risaliva all'anno 3847, quando Imurra aveva ricevuto la visita di alcuni emissari provenienti da una regione settentrionale. Dopo di quella, la sua storia si interrompeva.
"Che cosa sarà successo?" si chiese Frant.
"Harak" disse Tamarys.
"Credi che sia stato lui?"
La ragazza annuì. "Il periodo dovrebbe essere quello."
"Harak era il re stregone, vero?"
Tamarys annuì. "Il primo a usare la stregoneria, ma non l'unico della sua era. Conosci la sua storia, no?"
"Io credevo fosse una leggenda" disse Joyce.
"Si dicono tante cose su di lui e Ambar il nero" disse Frant. "Lo sapevi che il guerriero andò a Krikor per affrontare Arnagus, il mago supremo?"
Joyce ignorava quella parte di storia. "Ambar non è morto durante una tempesta?"
Lo stregone annuì. "Quella è una delle tante leggende che circolano sulla sua fine. Tamarys la sa raccontare molto meglio di me."
La ragazza sospirò. "Non è nemmeno storia."
"Ma è interessante" insisté lui.
Tamarys si passò l'indice sulle labbra. "Quello che sappiamo per certo è che verso la fine della ribellione, quando tutti i maghi erano stati uccisi o erano scomparsi, rimaneva solo Arnagus. Lui dominava da secoli sul continente di Krikor, odiato e temuto dai suoi simili."
"Perché odiato?" chiese Joyce.
"Tutti i maghi si odiavano" disse Frant. "È per questo che si sono estinti."
Joyce non capì quello che voleva dire ma non aggiunse altro. Non voleva interrompere Tamarys di nuovo.
"Si dice che a quel tempo le città e i templi di Krikor traboccassero di cittadini e tesori. Il regno di Arnagus era tra i più ricchi e potenti. Tuttavia, il mago si era tenuto fuori dal conflitto contro il circolo del re stregone. Dal canto suo, dopo aver vinto la guerra, Harak pensava solo a costuire il suo regno e consolidare il suo potere. Ambar invece era di tutt'altra opinione."
"Il guerriero nero" proseguì Tamarys. "Considerava una minaccia tutti i maghi. Solo sterminandoli fino all'ultimo, diceva, il mondo sarà al sicuro. Non riusciva a sopportare l'idea che Arnagus, asserragliato a Krikor, potesse un giorno ritornare in forze per coglierli di sorpresa in un momento di debolezza. Voleva colpire per primo. Per questo motivo radunò un esercito immenso, composto sia da guerrieri che da stregoni che erano d'accordo con lui. Imbarcò le sue forze su una flotta di diecimila navi e salpò alla volta di Krikor."
"Diecimila navi" disse Frant incredulo. "Deve per forza essere un numero inventato."
"Lo penso anche io" disse Tamarys. "Ma la flotta doveva essere davvero imponente."
"Che cosa accadde?" chiese Joyce impaziente. "Ci fu una battaglia? Ambar riuscì a sconfiggere Arnagus?"
Tamarys sorrise. "È questa la parte interessante della storia" disse. "Non ci fu alcuna battaglia. La flotta arrivò a Krikor e la trovò deserta. Le città erano vuote, i templi anche. Tutti i cittadini erano scomparsi e si erano portati dietro le loro cose."
"Colpo di scena" disse Frant divertito.
Tamarys gli scoccò un'occhiataccia. "Non solo erano scomparsi Arnagus e i suoi seguaci, ma con loro almeno due o tre milioni di persone, oltre a tutti gli animali e alle cose che possedevano. Ed era successo da un giorno all'altro."
"Erano fuggiti in mare dopo aver saputo dell'arrivo di Ambar?" chiese Joyce.
Tamarys si strinse nelle spalle. "Chi può dirlo? Si sa solo che Ambar passò un anno a cercare Arnagus esplorando ogni avamposto del mago supremo e persino il suo santuario, ma non trovò niente. Alla fine i suoi stessi soldati dovettero trascinarlo alle navi per convincerlo a riportarli a casa."
"E poi che accadde?"
"Qui la leggenda si fa meno chiara" disse la ragazza. "Esistono tre versioni diverse della storia. Una sostiene che Ambar fece rotta verso il continente vecchio, ma che fu sorpreso da una tempesta e affondò insieme alla sua nave. Un'altra versione dice che a metà del viaggio tornò indietro e passò la sua vita tra le rovine di Krikor cercando Arnagus. La terza sostiene invece che fece vela verso il grande mare orientale, convinto che il mago si fosse rifugiato nelle terre oltre i confini del mondo."
"E qual è la verità?" chiese Joyce.
Tamarys sorrise. "A te quale piace di più?"

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