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Autore: Frida89    09/12/2018    0 recensioni
parlerò di una storia fantastica (in tutti i sensi!) piena di intrighi e di personaggi che, chi più chi meno, conoscerete tutti;
La storia parla di una ragazza italiana che con uno scambio culturale diventerà un personaggio molto importante per la storia dei "Pre-Beatles"
Spero che ti coinvolga e che ti faccia sognare come lo ha fatto per me!
P.S.= Prendi Christine e rendila te così vivremo tutti una vita favolosa!
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: John Lennon, Nuovo personaggio, Pete Best, Quasi tutti, Stuart Sutcliffe
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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UN NUOVO INIZIO

 

 

 

Ciao! Sono il narratore di questa storia e sono incaricato di guidarti e di raccontarti, o meglio narrarti, nei minimi dettagli i fatti bene o male accaduti.

Ovviamente quella pigrona di una narratrice si è scordata di descrivervi la fantastica protagonista di questa storia: il suo nome è Christine (forse lo avevate già capito);

nata in Italia, da un padre calzolaio e una madre casalinga, decide di seguire il suo sogno e fare uno scambio culturale con l'Inghilterra, come se non bastasse il lungo viaggio in aereo si ritrova ad abitare in una città, chiamata Liverpool , piena di gentaccia "poco ospitale". E' il 1956, Chris (così si fa chiamare) ha 15 anni; è alta quasi un metro e ottanta, è abbastanza in carne, lungo le sue spalle cadono lunghi capelli castani, mossi al punto giusto che spesso raccoglie in un mezzociuffo, nel suo viso ci sono due occhioni di uno smeraldo vivo, sotto di loro c'è un nasone pieno di puntini simili a lentiggini (in realtà sono solo punti neri è lei che si ostina a chiamarle lentiggini); andando sempre più in basso al viso troviamo una bocca molto piccola rosata e carnosa che, pultroppo, non ha mai sfiorato un labbro maschile, chissà magari in futuro.

Lei è sempre stata la più alta, la più imbranata, la più secchiona, la più solitaria, la più romantica, ma soprattutto quest'ultimo: lei sognava baci sotto le stelle, lettere d'amore, serenate sotto la finestra...Ironia della sorte non ha visto mai l'ombra di nessuno pronto a rubarle il cuore. Eppure era abbastanza carina e simpatica non sapeva cosa non andasse in lei sperava che almeno i ragazzi inglesi la avrebbero apprezzata.

Alcune delle sue compagne di scuola, prima della partenza, gli avavevano detto che li i ragazzi erano super carini, alcuni si fanno chiamare "teddy boy" e vanno in giro con il colletto rialzato quindi si riconoscono subito.

Quindi, eccola lì, davanti alla porta di casa della sua famiglia provvisoria;

aveva cercato di rendersi più carina possibile: stava indossando una camicia bianca imboccata dentro ad una gonnellina nera a ruota che gli arrivava sopra il ginocchio per colpa della sua altezza.

Impaurita come non mai, si avvicinò ancora di più alla porta di un bianco candido, si sistemò con ansia i capelli dietro agli orecchi, tirò indietro la saliva offerta dalle ghiandole della bocca, (mi sento un telecronista) bussò tre volte alla porta con le nocche della mano e attese che qualcuno le aprisse.

Dopo un attimo di pura ansia aprì una signora, già in sù di età con un rossetto rosso fuoco e un vestito blu notte

-che cosa c'è?! Non dirmi che mi vuoi vendere qualcosa?!!- disse la sognora con un tono altamante spazientito; Chris con il cuore a mille cercò, con il suo inglese "perfetto", di dirle cosa ci faceva sul portico di casa sua -sono la ragazza dello scambio con l'italia, ospitandomi qui finche non sarò maggiorenne, mi permettete di intraprendere gli studi...- la signora la fermò subito

-basta hai parlato anche troppo, ho già capito...vieni- gli fece cenno di entrare; la casa era in uno stile molto semplice, sulla sua destra c'era un comò con sopra un sacco di fotografie di un bambino, su tutto il corridoio si stendeva un magnifico tappeto verde, la nostra protagonista, incuriosita, si ferma davanti a un arco che faceva comunicare l'ingresso con il salottino, aveva sentito canticchiare ed era emozionatissima di sapere da chi proveniva quella voce,

-piacere di conoscerti! Io mi ciamo Mimi Smith, mi scuso per come averti risposto; ma, purtroppo, devo urgentemente uscire di casa per una commisione; per fortuna c'è mio nipote John che ti spiegherà tutto, stai attenta a lui è un po' "vivace"- disse la signora e dopo una risata forzata. Senza troppi pensieri salutò la signora, posò il suo valigione accanto al comò, prima di arrivare dal ragazzo, si sistemò i capelli, si tirò leggermente sù la gonna, soltanto un pochino,

fece un respirone e si incamminò verso il salotto.

Mentre varcava l'arco vide davanti a lei un divanetto con sopra un ragazzone con la faccia coperta dal giornale, lei nel puro disagio cercò di attirare l'attenzione -ehm... salve- lui smise di canticchiare, abbassò il

giornale e alzò un sopracciglio Chris voleva sprofondare, adorava i ragazzi

che muovevano il sopracciglio li trovava interessanti (non chiedetemi perchè), il ragazzo fece un sorriso malizioso, che a lei non piacque per niente, si incamminò verso di lei, gli strinse dolcemente la mano per poi portarla alla bocca e su quella flebile mano di lei ci schioccò un magnifico, incantevole bacio.

Lei arrossì, si sentì proprio calda

-piacere di conoscerti, come ti chiami dolcezza?- disse lui; Chris spalancò gli occhi- dolcezza io? Sei messo male con le donne se chiami me dolcezza!!- si sentì fiera di ciò che aveva detto, lo aveva proprio sottomesso;

lui accennò un sorriso e disse:

-non mi pento mai di ciò che dico- accompagnò questa magnifica frase un un occhiolino

-comunque io sono John, John Whinston Lennon...e tu saresti?-

-Christine! Mi chiamo Christine Rossi, chiamami Chris- esclamò cercando di essere più sicura di sè possibile, e dopo un sorrisetto chiese:

-ehm...posso sapere dove è la mia camera?-

-certo ti accompagno, Chris- disse lui, andando avanti e portandogli la valigia.

In effetti John si era preparato tutta la presentazione prima che arrivasse per far sembrare che fosse un bravo ragazzo perchè, cavolo, le donne italiane erano così sognate dai suoi amici e lui sinceramante non capivo cosa ci trovavano di bello, ma...appena visto gli occhi di Christine, quel verde, con quel musetto da cerbiatto,voleva trovare assolutamente il modo per incantarla.

Lui era un tipetto niente male con dei ricciolini castani in cima alla testa lasciati selvaggi, mentre ai lati pettinati con la brillantina; per l'avvenimento si era messo una camicia a quadri con il primo bottone lasciato aperto.

Abitava da solo con sua zia Mimi e con suo zio George.

Intanto Chris, nel mentre saliva la scale e attraversava il corridoio del piano di sopra, guidata da John, continuava a tenere d'occhio qualunque cosa faceva evitando così delle figuraccie (tipiche di lei); John gli sembrava così un bravo ragazzo, non poteva permettersi di fare una figuraccia davanti a lui, assolutamente.

Ogni volta che saliva un gradino le assi di legno scricchiolavano e le ricordavano molto quelle di casa sua; infatti la sua vecchia casa era tutta

pericolante per colpa della sua vecchiaia, pensò lei la nostagia, che fino ad ora non si era fatta vedere è apparsa come le bollette a fine mese, quelle che i suoi genitori non riuscivano

sempre a pagare, eppure aveva sempre i vestiti stirati, tante cose da mangiare e, soprattutto, tanta istruzione; Chris non capiva mai come facevano ad avere tutti questi privilegi, ma era ancora troppo giovane per capire.

Arrivati davanti alla porta della sua nuova camera, John le aprì la porta -madame- disse in tono ironico- la sua reggia!-

Lei stette al gioco: fece un inchino, varcò l'uscio della porta e sgranò gli occhi . In effetti non era proprio un reggia, come grandezza assomogliava di più ad una catapecchia, ma non era male: in fondo c'era una finestra con delle tendine color carne, (se quello si può chiamare colore) alla sua destra c'era un letto da una piazza e mezzo, in ferro battuto e con sopra una trapuntina ricamata un po' ingiallita, mentre alla sua sinistra un mastodontico armadio in legno scuro, risalente probabilmente all'età della pietra e con accanto ad esso una scrivania con alcuni fogliacci sopra. Sì infatti non era male, era molto peggio.

-dai non fare così!-disse john, alla vista della bocca incurvata di lei

-dopo un po' ci si abitua te lo assicuro- passò la valigia a Chris che fino ad ora, a parte per presentarsi, era rimasta zitta; lui si avvicinò e gli sussurrò -se hai bisogno sono nella stanza accanto eh!- sorrise e chiuse la porta.

pensò lei, buttandosi sul letto, che tra l'altro fece rumore terribile!, e continuò a fissare il soffitto, (sì esatto, come i gatti) stesa comodamente sul letto.

Dopo qualche minuto della sua vita speso inutilmente; decise di alzarsi dal letto e cominciare a disfare le valigie, una cosa molto importante notò: i suoi vestiti non c'erano! Bè, sicuramente non potevano essere andati a fare un giro in centro. Non sapeva come fare, pensò un attimo e decise che il giorno dopo sarebbe andata con qualcuno (ancora da lei ingnoto di chi sia) a comprarsi qualche cosa, magari era la volta buona per vestirsi alla moda; mise i libri sul tavolo: lunedì doveva cominciare subito ad andare a scuola, era contentissima di iniziare i nuovi corsi di disegno della Liverpool College of Art, non ringrazierà mai abbastanza i suoi genitori per avegli fatto intraprendere gli studi all'estero.

 

angolo autrice

Ehi! Ragazzi è da un po' che non ci si sente!

Sono io, la scrittrice e in questo spazio (che ci sarà ad ogni fine di un capitolo) commenterò il lavoro del narratore insieme a voi;

innanzitutto mi scuso se questo capitolo è breve, glielo dicevo al narratore di fare più descrizioni ma lui dice che se faccio come dico io il racconto perde la "scorrevolezza"; vabbè.

il Narratore mi ha detto che devo parlare il meno possibile del prossimo capitolo (uffi); comunque...avete visto quella Chris! Non l'abbiamo ancora conosciuta tanto, anche perchè non ha parlato molto, soprattutto con quel Lennon, ma il modo con cui si è lasciata trasportare da lui mi piace,

chissà se nascerà qualcosa tra loro.
passo e chiudo!

   
 
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