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Autore: dreamlikeview    13/12/2018    3 recensioni
Dean Winchester è al matrimonio di suo fratello, quando tra gli invitati nota un meraviglioso uomo dagli occhi blu. Il suo nome è Castiel Novak, e tra i due scatta la scintilla; dopo una forte reticenza, Castiel cede e tra i due nasce una travagliata storia d'amore, che li porta ad affrontare le loro famiglie. Tuttavia, il loro è un amore proibito e un matrimonio si frappone tra di loro.
[Destiel, forbidden love, homophobia, song-fic, long-fic]
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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Desclaimer: I personaggi di questa storia non mi appartegono, la storia è scritta per puro divertimento personale e il mio intento è solo quello di divertire (leggarsi far soffrire) il lettore e non intendo offendere nessuno con questa. Da tutto ciò non guardagno assolutamente nulla (se avessi un euro per ogni fanfiction scritta sarei milionaria).

NDA: Per evitare brutte figure e strafalcioni, la storia è ambientata in un'epoca storica indefinita, in un passato indefinito. Ugualmente il luogo dove è ambientata è fittizio, viene chiamato Nazione e non è localizzato geograficamente. Enjoy!

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You know I want you
It's not a secret I try to hide
But I can't have you
We're bound to break and my hands are tied

 
Avevano organizzato tutto nei minimi dettagli, tutto era pronto, e presto sarebbero partiti e giunti al porto più vicino, da lì sarebbero saliti insieme su una nave che li avrebbe condotti verso una nuova avventura e finalmente sarebbero stati liberi. Dean stentava a credere che finalmente fossero riusciti a realizzare tutto ciò, dopo tanto patimento, avrebbero smesso di soffrire, e lui si sarebbe tirato indietro dai suoi obblighi nei confronti del padre, non avrebbe sposato Anna Novak, non avrebbe vissuto una vita infelice al fianco di una persona che non voleva e che non amava, e non avrebbe causato alcun male a suo fratello. Avrebbe vissuto una lunga e felice esistenza al fianco di Castiel, in una casa che avrebbero costruito loro, in una terra lontana da quella che conoscevano, magari l’avrebbero costruita lontano da villaggi abitati così che la loro vita quotidiana non fosse in pericolo, a causa di persone che non si facevano gli affari propri. E desiderava così tanto quella vita che avevano progettato in quelle settimane, desiderava che essa si realizzasse il più presto possibile, da non badare a nient’altro. Sarebbero partiti durante la notte, nascosti dal buio, favoriti anche dall’assenza di luna. Era periodo di novilunio, e quale era migliore per fuggire senza essere visti, senza essere scoperti, se non quello?
Dean aveva avuto la premura di scrivere un biglietto a suo fratello – che non era alla tenuta perché era con la moglie e il bambino, nato da poco, dai genitori di lei per una breve vacanza – nel quale gli diceva che sarebbe stato bene, ma che per lui quella vita non era adatta, che voleva altro dalla sua vita, e che augurava tanta felicità a lui, a Jessica e al piccolo Jack, nato da appena due mesi, e soprattutto di non cercarlo per nessun motivo. Non aveva specificato dove sarebbe andato né con chi sarebbe partito, ma era certo che dopo la loro improvvisa scomparsa, tutti avrebbero capito, ma non importava perché loro due sarebbero stati già abbastanza lontani da non essere trovati, magari sulla nave che li avrebbe condotti verso il loro futuro felice. Dean non stava nella pelle, mentre riempiva una sacca con il minimo necessario, mentre trafugava dalle cucine qualche provvista per il viaggio, mentre riempiva delle borracce con dell’acqua e indossava con orgoglio il ciondolo che aveva sempre dovuto nascondere, quello che gli aveva regalato Castiel. Sentiva le mani tremare d’emozione, perché finalmente i suoi desideri più reconditi stavano per avverarsi, finalmente stava per dire addio ad un mondo in cui non era felice, e stava per iniziare una nuova vita al fianco di Castiel. Quella notte, quando si recò alle stalle per prendere il suo cavallo, fu accorto a non farsi notare da nessuno, caricò le provviste, le borracce e la sua sacca, e, con un movimento fluido, fu in groppa al cavallo, lo spronò a partire, nel più completo silenzio. Quando finalmente si lasciò alle spalle la tenuta in cui aveva vissuto tutta la vita, dove era stato costretto a vivere una vita che non voleva, si lasciò andare in una leggera risata liberatoria; era libero, finalmente. Libero di correre verso la persona che amava, di amarla per tutta la vita come meritava, senza doversi preoccupare dei loro genitori, delle loro famiglie e del resto. Presto sarebbero stati liberi, e soprattutto sarebbero stati insieme, e felici. Quasi non credeva fosse vero, aveva paura di svegliarsi da un momento all’altro e rendersi conto che tutto era stato solo un sogno, solo un meraviglioso, travagliato e fin troppo reale sogno.
Raggiunse in poco meno di un’ora di cavalcata la radura in cui lui e Castiel, nell’ultimo periodo, erano soliti incontrarsi, scese da cavallo e lo portò al piccolo laghetto per abbeverarlo, mentre si guardava intorno, scrutando le fronde. Castiel sarebbe arrivato da lì a pochi istanti, e Dean era impaziente di rivederlo; si erano visti l’ultima volta due giorni prima, quando avevano concordato la loro fuga, quando entrambi erano fin troppo stanchi di quelle vite, in cui non erano felici. Si erano salutati con un lungo bacio, che aveva fatto tremare i loro cuori per tutto il tempo, e si erano dati appuntamento lì, nel loro posto, dove avevano potuto vivere indisturbati la loro clandestina storia d’amore. E in un certo senso, mentre organizzavano la fuga e si apprestavano a sparire, un po’ fuorilegge si erano sentiti e, in fondo, lo erano davvero, per questo motivo avevano deciso di approfittare del buio totale per partire; tuttavia entrambi sapevano di meritare quell’occasione, quella fuga, quella nuova vita.
Nessuno dei due si era mai sentito realmente felice all’interno delle loro tenute troppo lussuose, bloccati in una vita fatta di apparenze e priva d’amore che li faceva sentire in gabbia, come bestie selvatiche intrappolate. E da quando si erano incontrati, innamorati e amati si erano sentiti ancora più stretti, ancora più in gabbia; un po’ perché dovevano nascondersi perché la loro relazione era considerata un crimine, un po’ perché il matrimonio si avvicinava e nessuno dei due voleva quell’epilogo.
Quando lo vide arrivare, un sorriso increspò le sue labbra, finalmente era lì, finalmente potevano partire insieme alla volta di una nuova vita insieme, una vita, erano certi entrambi, che li avrebbe resi felici fino alla fine delle loro esistenze. Il moro fu da lui in un istante, il suo viso luminoso come sempre, quegli occhi blu incantevoli che si specchiavano nei suoi verdi, quel sorriso a contornare quelle labbra morbide, che avrebbe voluto baciare fino a perdere fiato; e lo fece, perché in quel momento, era l’unica cosa che desiderava, gli prese il volto tra le mani e lo baciò, sorridendo contro la sua bocca, perché sapeva, che stavano per abbandonare tutto e ricominciare.
«Sono nervoso» disse Castiel, quando si separarono per necessità d’ossigeno, giocando con il ciondolo che anche lui aveva indossato, quello che gli aveva regalato Dean «Sta accadendo davvero?»
«Sì, amore mio, sta accadendo davvero» rispose guardandolo negli occhi «Lasciamo che i cavalli bevano, e poi partiamo. Dovremmo arrivare all’alba al porto più vicino. Le navi salpano sempre all’alba» disse, accarezzandogli le guance «Andrà tutto bene».
Castiel annuì a sua volta, felice anche lui: «Lo so. Siamo insieme, è questo che conta» disse lentamente, avvolgendo le sue braccia attorno alle spalle di Dean, che lo strinse contro di sé a sua volta, in un abbraccio che entrambi desideravano; essere l’uno tra le braccia dell’altro, sentire il battito del cuore dell’altro contro il proprio petto, erano tutte le sensazioni di cui avevano bisogno per rendersi conto che quello non fosse uno sbaglio. Loro meritavano di essere felici, lontano dalle vite che non li rendevano tali. Dean avrebbe voluto solamente perdersi nel profumo di Castiel, e nel suo abbraccio forte, perché quelle braccia, per lui, significavano casa.
«Esattamente» sussurrò con il naso tra i suoi capelli, sorridendo anche lui. Niente poteva andare storto, non quella notte, non quando loro due erano soli, immersi nella natura, circondati solo dal fischio dei grilli e delle cicale che vivevano nella radura. Si sedettero sull’erba fresca, aspettando che i cavalli riposassero un po’, prima che potessero mettersi davvero in viaggio verso la loro felicità; Dean voleva vivere di quegli istanti, degli occhi di Castiel nei suoi, delle loro labbra a contatto, e del suo cuore che batteva impazzito nel suo petto; e presto, quando sarebbero stati abbastanza lontani da tutto quello, abbastanza lontani dalle loro famiglie dalla mentalità chiusa, avrebbero potuto farlo. Sarebbero stati felici, in una vita che avrebbe riservato loro solo tanta felicità.
Ma purtroppo, quel sogno era destinato a restare, per sempre, una meravigliosa utopia.
 
**
 
Castiel aveva preparato tutto, le sue sacche con gli indumenti e i viveri che aveva preso dalle cucine, quando nessuno lo guardava, giacevano sul pavimento della sua camera, in attesa che la notte calasse e lui potesse abbandonare quella casa, in cui non era mai stato felice; prima di andare via, aveva indossato con molto orgoglio quel ciondolo che Dean gli aveva donato, quello che aveva sempre tenuto nascosto sotto al cuscino, non aveva mai potuto indossarlo nemmeno quando lui e Dean si incontravano clandestinamente, come avrebbe spiegato il dono del biondo? Come avrebbe spiegato che era un dono che gli era stato fatto da Dean? Sicuramente avrebbero fatto domande, alle quali lui non avrebbe saputo come rispondere, e questo avrebbe suscitato sospetti, per questo l’aveva sempre tenuto nascosto, almeno fino a quel momento, adesso che stava per lasciarsi tutto alle spalle, che stava abbandonando quella vita, poteva indossarlo con orgoglio.
Fin da quando lui e Dean, con l’avvicinarsi del matrimonio, avevano deciso di scappare insieme, dentro di lui era nata una fiammella di speranza vera, grazie alla quale era riuscito ad organizzare, insieme al suo amante, la perfetta fuga d’amore. Sarebbero partiti con il buio dalla loro parte, celati dall’oscurità e dall’assenza della luna, sarebbero partiti verso una nuova vita, che li avrebbe resi felici più di quanto immaginassero. Castiel aveva sempre sognato di salpare verso terre sconosciute e sperava che con Dean potesse raggiungere una di queste, per poter vivere con lui una vita serena e piena di gioia. Entrò in punta di piedi nella stanza della sorella, era l’unica persona di quella famiglia che gli sarebbe mancata, era l’unica a cui volesse bene e l’unica che avrebbe voluto portare con sé, se solo non fosse stato troppo rischioso. Sospirò, ma poi si riscosse, e le accarezzò dolcemente i capelli, lasciandole un bacio delicato sulla fronte e un bigliettino d’addio sul cuscino; poi si allontanò da lei, lasciandosi, con lei, alle spalle tutta la famiglia e una vita che mai lo avrebbe reso felice. Quando raggiunse le stalle, sentì un fruscio alle sue spalle, si voltò immediatamente pronto a mentire spudoratamente sul motivo per cui si trovasse lì; ma non trovò nessuno e tirò un sospiro di sollievo, era solo paranoia, la sua. Sellò il cavallo, e caricò sul suo dorso le sacche che aveva preparato, infine vi salì lui e accarezzò la sua criniera, sorridendo. Sì, stava davvero per lasciarsi quella vita infelice alle spalle, per correre verso una nuova insieme a Dean. Spronò il cavallo a partire, e galoppò velocemente verso l’uscita della tenuta, e quando finalmente si rese conto di essersi allontanato abbastanza, si liberò in un urlo vittorioso; non si sarebbe mai aspettato che proprio lui potesse farlo, ribellarsi in quel modo, scappare di casa, come prima di lui aveva tentato di fare Lucifer, forse suo fratello, dovunque si trovasse la sua anima, sarebbe stato fiero di lui in quel momento, perché era riuscito dove lui aveva fallito, era riuscito a rinunciare a tutto per amore, lasciandosi andare ad una relazione ritenuta da tutti sbagliata e proibita e permettendo al suo amante di abbattere tutte le sbagliate convinzioni di cui era stata costellata tutta la sua vita, fino a decidere, con disperazione, di abbandonare tutto, altrimenti sarebbero stati condannati all’infelicità; un’infelicità in cui lui e Dean non avrebbero potuto avere alcun futuro insieme. La prospettiva che gli si stava aprendo davanti era esattamente l’opposto, davanti a lui c’era un futuro radioso, che sarebbe stato pieno di felicità e amore, dovevano solo salpare all’alba verso una terra nuova, e quando l’avrebbero fatto, e sarebbero giunti in un nuovo porto, avrebbero potuto cercare il terreno giusto, abbastanza isolato, dove poter costruire la loro nuova casa e ricominciare tutto da capo. Forse avrebbero potuto coltivare la terra, acquistare qualche animale da pascolo e fare la vita semplice dei contadini, avrebbero potuto passare le nottate a scrivere poesie, a leggersele a vicenda; avrebbero passato le notti a fare l’amore, stretti l’uno al corpo dell’altro, vivendo di nuove emozioni, dei loro respiri. Sarebbero stati felici e liberi da un mondo che non li accettava per ciò che erano. La tenuta, la ricchezza, i titoli rappresentavano il suo passato infelice; una vita con Dean, anche se non sfarzosa, rappresentava il suo futuro felice. Non riusciva a smettere di sorridere mentre cavalcava verso la radura che fino a poco tempo prima era stata il ritrovo di due amanti, e che adesso rappresentava il punto di partenza per un nuovo inizio. Non riusciva ad essere preoccupato, mentre cavalcava verso la sua felicità, perché ora che era lontano dalla sua tenuta, ora che si stava avvicinando a Dean, sapeva che niente poteva andare male quella notte, perché avevano architettato tutto fino al minimo dettaglio, quando qualcuno avrebbe capito che erano scappati; loro sarebbero già stati lontani da lì, sarebbero già stati imbarcati e nessuno avrebbe potuto più ritrovarli; probabilmente i loro genitori li avrebbero dati per morti o disconosciuti in qualche modo, ma a loro non importava affatto, perché sarebbero stati liberi e felici. A volte gli sembrava di vivere in un sogno, dal quale non avrebbe mai più voluto svegliarsi – temeva che prima o poi la realtà andasse a bussare alla porta della sua mente, e gli portasse via tutto, gli portasse via Dean e la loro bolla di felicità; ma non era accaduto ancora, fino a quel momento.
In poco tempo raggiunse la radura e quando vide Dean, lì davanti a lui in tutto il suo splendore, allora si rese conto che non volesse trovarsi in nessun altro luogo che non fosse quello. Dopo un bacio mozzafiato, si sedettero sull’erba fresca, vicini l’uno all’altro; Castiel non poteva credere che lui e Dean stessero scappando davvero, che stessero per andare incontro ad una vita felice e piena di gioie, abbandonando quella di infelicità che erano soliti vivere.
«Stento quasi a crederlo, sai?» mormorò, la guancia appoggiata sulla sua spalla, lo sguardo rivolto al cielo, dove poche stelle facevano timidamente la loro comparsa, forse per non far scendere del tutto l’oscurità che avrebbe dovuto accompagnarli per il loro viaggio, per illuminare appena il loro cammino verso il porto da dove sarebbero partiti per cominciare una nuova e felice vita.
«Credici, tra poco cavalcheremo verso luoghi nuovi, troveremo un terreno e costruiremo la nostra casa» gli rispose il biondo, accarezzandogli un ginocchio «Ti renderò felice, Cas, te lo prometto».
«Ma tu mi rendi già felice, Dean» sussurrò, dandogli un bacio sulla guancia. La tenerezza di quei momenti, di quegli attimi era ciò che più scaldava il cuore di Castiel, oltre all’amore bruciante che provava per Dean. L’altro giovane scostò leggermente il viso, facendo scontrare le sue labbra con quelle dell’amante, catturandole in un nuovo bacio, carico di amore, passione e un pizzico di incertezza. Il moro appoggiò una mano con gentilezza sulla sua guancia e ricambiò il bacio, lasciandosi travolgere anche lui dall’emozione del momento, forse c’era anche in lui una punta d’incertezza, ma svanì da parte di entrambi, quando chiusero gli occhi e lasciarono che le emozioni, che i loro sentimenti parlassero al loro posto. La paura era normale, in quelle circostanze, ma non c’era niente che insieme non potessero superare, che non potessero affrontare; presto, non ci sarebbero stati più ostacoli al loro amore.
«Sei pronto a partire?» domandò Dean, staccandosi da lui.
Castiel annuì, la mente altrove, persa in una bolla in cui esistevano solo lui, Dean e la loro futura vita insieme, una bolla in cui nessun altro era ammesso, una bolla, che purtroppo, sarebbe scoppiata presto.
 
**
 
Dean si rese conto che qualcosa non andava, appena si alzarono dal terreno per prendere i cavalli. Aveva una strana sensazione, ed era come se qualcuno li stesse osservando, non sapeva come spiegare ciò che sentiva in quel momento, ma non era qualcosa di buono. Non era paranoico, no, era solo una sensazione strana che stava vivendo in quel momento, forse era solo preoccupazione, e non voleva allarmare Cas che finalmente era sereno e felice come mai lo aveva visto. Dovevano solo raggiungere il porto e poi tutto sarebbe andato bene, tutto sarebbe filato liscio e loro due sarebbero stati liberi da tutto il resto del mondo. Quando sarebbero stati lontani da quelle terre, su una nave pronta a partire, il suo animo tormentato si sarebbe dato pace, lo sapeva.
«Forza, mettiamoci in viaggio finché la notte è ancora a nostro favore» suggerì Dean, l’altro annuì senza dire nulla, e salirono sui rispettivi cavalli, ma appena prima che potessero spronarli a partire, un “ALT” risuonò nell’aria, raggelando i cuori dei due amanti in fuga. Dean sobbalzò, e lo stesso fece Castiel, dannazione, che diavolo succedeva ora?
Illuminati da alcune torce infuocate, a sbarrare loro la strada c’erano almeno una decina di soldati a cavallo, a guidarli, due figure incappucciate, che non riconobbero subito. Quando erano arrivati? Come avevano fatto a non accorgersi di essere seguiti? – si domandò immediatamente il giovane, guardando davanti a sé tutte le loro speranze sgretolarsi come creta fragile. I due cavalieri scesero dai rispettivi cavalli posizionandosi davanti a loro e quando tirarono giù i mantelli dai volti, i due giovani sbiancarono: davanti a loro c’erano Sam Winchester e Raphael Novak.
«R-Raphael» balbettò, infatti, il moro deglutendo. Dean non si aspettava un risvolto così, cosa era successo? Li avevano seguiti? Come avevano fatto a non accorgersi di essere seguiti? Immediatamente entrambi scesero da cavallo per fronteggiare i rispettivi fratelli e cercare una via di fuga, dovevano riuscire ad andare via, dovevano farlo, ma, indipendentemente da tutto, era più importante proteggere Cas. Come diavolo avevano fatto Sam e Raphael a scoprirli?
«Sam…» riuscì a dire Dean, sconvolto. Non era stato seguito, Sam non era nemmeno alla tenuta quella notte, doveva essere alla tenuta dei Moore con la moglie e il bambino, cosa stava succedendo? Perché adesso stava succedendo quello?
«Castiel, nostro padre sarà molto deluso da te quando scoprirà della tua tresca con il suo futuro genero» disse Raphael scuotendo la testa «Lo sai che per la nostra famiglia il nome è tutto. Adesso dovremmo riparare ad un altro errore, come già abbiamo dovuto fare con tuo fratello» sputò acidamente «E tu, Winchester» disse sprezzante e disgustato scuotendo la testa «Quando John lo saprà, avrà un infarto, non ti vergogni per aver gettato quest’onta sulla tua famiglia?» domandò «Mi dispiace per tuo fratello, aver scoperto in questo modo che suo fratello è uno schifoso abominio…» si voltò verso Sam «Ora sapete che non vi mentivo, Sam». L’altro Winchester restò in silenzio, facendo solo un rapido segno di assenso con la testa, poi si voltò a guardare con disgusto il fratello maggiore.
«Sam, ascolta, posso spiegare» disse Dean, rivolto al fratello, disperato, suo fratello non aveva detto nulla, neppure una parola da quando lo aveva visto, ma il suo sguardo aveva parlato più di mille parole: disgusto, delusione, orrore.
«Mi hai mentito» disse Sam, il tono duro, senza degnare di uno sguardo il maggiore.
«Ah, le delusioni familiari…» commentò sarcasticamente Raphael, provocando la rabbia di Dean.  
«Sta’ zitto, figlio di…» poi si voltò verso Sam, ignorandolo «Davvero io… lasciami spiegare».
«Che cosa? Che sei un abominio schifoso? Un sodomita?» domandò disgustato il minore dei Winchester «Mi sarei preso un fendete per te, e tu mi ripaghi così?» domandò «E tutta la fedeltà che ci eravamo ripromessi?» chiese «Tutte le volte che hai detto che non mi avresti abbandonato? Erano solo bugie!»
«Sam, sono sempre io! Sono sempre tuo fratello!» esclamò «Ti prego! Sono solo innamorato di Castiel!» disse a voce alta, cercando lo sguardo del fratello «Non è colpa mia… è successo, e basta, ti prego… sono sempre tuo fratello» ripeté con disperazione. Non avrebbe mai immaginato una cosa del genere, non avrebbe mai immaginato di poter essere odiato da suo fratello, era l’unica persona della famiglia alla quale teneva e non voleva che lo odiasse, anche se era troppo tardi.
L’espressione di Sam divenne ancor di più disgustata e inorridita, il ragazzo distolse lo sguardo dal maggiore e: «Io non ho un fratello» disse amareggiato «Arrestateli» disse solamente, indietreggiando. I soldati li accerchiarono subito e Dean cercò comunque di raggiungere il fratello, che non lo degnava più di uno sguardo, deluso, ferito, disgustato da lui.
«No, Sam! Aspetta, Sam!» esclamò, ma Castiel lo fermò appoggiandogli una mano sulla spalla, comprendendo il suo dolore, non c’era più speranza per loro, sembrava dirgli con lo sguardo. I soldati erano sul punto di prenderli, quando Raphael si fece avanti, facendoli indietreggiare, Castiel colse la palla al balzo e si rivolse al fratello con sguardo carico di suppliche. Voleva tentare la tattica della pietà? Su quei tizi senza cuore? Oh, il suo piccolo e ingenuo Cas…
«Come ci hai scoperto?» domandò il moro, cercando di mostrare sicurezza, quando tutte le loro certezze di sgretolavano davanti a loro, e loro non potevano far nulla per fermare quel doloroso momento. Dean si guardò intorno alla ricerca di una via di fuga, ma non la trovò.
«Semplice. Il tuo atteggiamento strano degli ultimi tempi» disse il Novak più grande «Tu non esci mai, te ne stai sempre chiuso nelle tue stanze ed eviti contatti con chiunque. Poi improvvisamente inizi ad intrattenere scambi di lettere e a sparire di tanto in tanto, mi ero già insospettito, ma non ci avevo fatto caso, secondo nostro padre era positivo che tu intrattenessi un’amicizia con il nostro nuovo alleato, secondo lui avresti aiutato la casata in un modo grandioso, mi rassegnai e lo ascoltai» spiegò disgustato, ricordando le parole del padre, Dean vide Castiel impallidire «Ma nell’ultimo periodo, che dio mi perdoni, eri così diverso da sempre, sorridevi in modo fastidioso, corteggiavi le nobildonne, ed eri il cagnolino di Michael, e così ho deciso di indagare, non era da te, Castiel, e poi durante le feste, fattelo dire, sparivi davvero troppo spesso» disse sprezzante, Dean desiderava solo tirargli un pugno in piena faccia e farlo tacere «Ne ho parlato spesso con Michael, ma lui non era d’accordo con me, sosteneva che era ora che ti decidessi a fare qualcosa per passare le tue giornate, che se ti appartavi con qualche fanciulla non era un affare nostro» sputò acidamente «Quando non ti presentavi alle riunioni ti ha sempre coperto con nostro padre, dio, quanto ho odiato questo suo atteggiamento nei tuoi confronti» disse disgustato, poi ghignò crudelmente «Sarà felice di sapere che il suo adorato fratellino è una feccia dell’umanità, un abominio che non dovrebbe camminare sulla terra» disse con freddezza «Dato che ero sicuro della vostra tresca, davvero due nobili non sono così a loro agio tra di loro come voi due, ho tentato di coinvolgere Sam, perché dovevate essere colti sul fatto, ma nemmeno lui mi credeva, maledizione, perché stravedeva per suo fratello maggiore» disse con disprezzo e a Dean fece male il cuore, perché sapeva di aver deluso Sam, e ancora non si spiegava come avesse fatto Raphael a scoprirli, se gli altri non avevano creduto alle sue parole; Castiel stentava a credere a ciò che sentiva, Dean fece per rispondere, ma fu bloccato di nuovo dal braccio dal braccio dell’amante, voleva sapere il resto della storia, evidentemente.
«Quando lo hai scoperto?» domandò ancora «Se nessuno ti ha ascoltato… come hai fatto a scoprire tutto?» chiese.
«Ammetto che non è stato facile scoprire la tua tresca, ma una delle ultime volte hai abbassato la guardia» disse continuando il suo racconto ignorando la domanda del fratello, Dean sgranò gli occhi, ascoltando quella spiegazione, com’era possibile che non se ne fosse accorto? E nemmeno lui si era accorto che qualcuno li osservasse? Come avevano fatto ad essere tanto disattenti? «Ho cercato nelle tue stanze, ho trovato quelle disgustose poesie e tutte quelle lettere, e avrei solo voluto bruciarle nel camino, ma erano la prova schiacciante contro di te. Quella sera eri uscito e ti ho seguito fin qui, e vi ho visti. Non avrei mai voluto vedere un tale scempio, e vi ho anche sentiti, avevate intenzione di sparire insieme» disse disgustato, scuotendo la testa «Così ho iniziato a seguirvi e quando sono stato sicuro, ho allertato nostro padre, gli ho mostrato le lettere e le poesie, e mi ha ordinato di venirvi a prelevare per spiegazioni, ma dopo quello che abbiamo visto tutti, non ce ne sarà bisogno» disse «Poi è stato facile convincere Sam, con le poesie alla mano, sai, Dean, quasi ha vomitato quando gliele ho mostrate». Dean si trattenne, di nuovo, dal colpirlo, ma un moto d’ira si diffuse dentro di lui. Avrebbe lottato con i denti per se stesso e per Castiel, per non permettere a quell’infame di vincere. Sam continuava a tacere, senza smentire o confermare le parole di Raphael ed era devastante.
«Lasciaci andare» disse Castiel, una supplica nella voce «Per favore, non abbiamo fatto del male a nessuno» continuò, il fratello lo guardò con il puro disgusto negli occhi «Spariremo dalla circolazione, andremo lontano, per favore, lasciaci andare» supplicò.
«Lasciarvi andare? Mai. Siete feccia, siete due abomini, voi non dovreste nemmeno esistere».
«Per favore, Raphael, sei mio fratello» disse con tono supplichevole. Dean voleva dire qualcosa, difenderlo in qualche modo, ma non sapeva neanche lui cosa dire, sentiva ancora le parole del fratello nelle orecchie, che se ne stava in disparte mentre Raphael li umiliava in quel modo. Aveva milioni di domande, a cui non riusciva a trovare una risposta. Voleva solo proteggere Castiel da tutto quello, voleva scappare via con lui ed evitargli una cosa del genere, non avrebbero dovuto fermarsi, sarebbero dovuti scappare appena si erano visti, e invece avevano indugiato lì, certi che nessuno li stesse seguendo, maledizione, quanto si erano sbagliati, quanto erano stati ingenui e stupidi. E adesso si pentiva anche di non aver portato con sé alcuna arma. Non aveva davvero calcolato che qualcuno potesse aggredirli.
«Io non ho più un fratello» disse lui acidamente «Arrendetevi subito, e saremo clementi con voi» disse, poi sguainò la sua spada e la puntò proprio verso Castiel. Dean sbiancò, no, non avrebbe permesso che qualcuno facesse del male al suo Cas. Immediatamente si mise davanti a Castiel, sarebbero dovuti passare sul suo cadavere prima di fargli del male.
«Dean, no» disse Castiel, appoggiandogli una mano sulla spalla, cercando di farlo ragionare «Non affrontarli, loro sono armati e noi…»
«Cas, non posso permettere che ti facciano del male. Tu scappa, li trattengo io» disse con serietà Dean, guardando l’amante negli occhi «Vai via da qua, salvati almeno tu».
Il ragazzo deglutì voltandosi verso Raphael e i soldati, sarebbe stato difficile, ma avrebbe dato a Castiel il tempo di scappare via, non era armato era vero, ma sapeva lottare bene, e non avrebbe permesso a nessuno di toccare il moro; ma il moro non lo fece, non scappò, anzi lo affiancò e gli prese la mano con forza, scosse la testa con decisione.
«Non scappo senza di te» disse piano «Non mi salvo senza di te».
«Arrendetevi» ripeté Raphael, avvicinandosi a loro, la spada sguainata ancora puntata contro di loro «Altrimenti il primo che ucciderò sarà proprio il tuo prezioso Dean, Castiel» minacciò.
«Non mi fai paura» disse il biondo, parandosi nuovamente davanti al corpo di Castiel «Non ti permetterò di fargli del male».
Raphael alzò gli occhi al cielo «Vuoi fare l’eroe? Guarda che questo allungherà solo la tua agonia, feccia».
«Almeno avrò avuto la soddisfazione di aver dato un pugno a quella da figlio di buona donna che ti ritrovi» lo provocò, non avrebbe rinunciato al suo futuro senza lottare, non avrebbe permesso a quel damerino di risucchiare tutta la sua felicità in quel modo. Castiel dietro di lui tremava, aveva paura di come sarebbe evoluta la situazione e nemmeno lui sapeva esattamente cosa fare, era disarmato, e quelli che aveva contro erano soldati pronti a qualsiasi tipo di battaglia. Ma Raphael era vicino, poteva disarmarlo in qualche modo, prendere la sua spada e cercare di scappare via, almeno in parte illesi. Era un azzardo, ma poteva provarci. Non si sarebbe arreso senza lottare, non avrebbe rinunciato a tutto, e soprattutto non avrebbe permesso a nessuno di quei soldati, né a Raphael né a Sam di fare del male a Castiel. E il fratello di Cas sembrava avere tutte le intenzioni di farlo. Senza pensarci due volte si lanciò contro l’altro, e con un pizzico di fortuna e una mossa ben assestata lo disarmò, cogliendolo di sorpresa, e vittorioso prese tra le sue mani la spada e la puntò verso Raphael. Ma vide il fallimento della sua stupida mossa palesarsi davanti ai suoi occhi, quando vide che il fratello di Castiel avesse un pugnale nascosto nella manica e, in un momento, vide tutta la sua inutile vita passargli davanti agli occhi.
«Raphael, no!» urlò Castiel, ma fu troppo tardi. Dean sentì chiaramente la lama entrare nel suo petto e un urlo di dolore restò intrappolato nella sua gola, mentre Raphael Novak rideva con sprezzante cattiveria e lo faceva cadere per terra come un mero oggetto rotto. Dean era vicino all’oblio, lo sentiva. Non si pentiva di nulla della sua vita, l’unica cosa di cui si pentiva e questo pensiero l’avrebbe tormentato anche nell’aldilà, se mai fosse esistito, era il fatto di non aver saputo rendere felice Castiel come gli aveva promesso, condannandolo ad un’esistenza di sofferenza. Il suo unico rimorso era non essere riuscito a rendere felice l’amore della sua vita, ma non aveva alcun rimpianto, perché aveva amato, con tutto il suo cuore, l’unica persona che meritava questo privilegio. E non importava se suo fratello continuasse ad odiarlo, lui, anche se in punto di morte, l’avrebbe sempre perdonato.
 
**
 
Tutto accadde in pochissimi secondi. Castiel non riuscì a spiegarsi cosa fosse accaduto in quel momento, suo fratello li aveva scoperti, aveva raccontato loro come avesse scoperto tutto – e si riconobbe di essere stato davvero troppo imprudente – e poi aveva ignorato le sue suppliche di farli andare via, li aveva minacciati con la spada, e Dean si era messo davanti a lui per proteggerlo, stupidamente avrebbe detto, perché era ovvio che non avessero via di scampo. Come aveva potuto Raphael fargli una cosa del genere? Come aveva potuto tradirlo in quel modo? Non poteva lasciare le cose così come stavano, fingere di non aver notato nulla, e lasciarli scappare? E poi perché aveva aspettato che fossero insieme? Non poteva denunciare solo lui? Perché doveva andarci di mezzo Dean? E perché coinvolgere Sam Winchester? Dio, lo sguardo distrutto di Dean, quando si era accorto che il fratello fosse disgustato da lui, non l’avrebbe mai dimenticato.
E poi c’era stato un momento, Dean, dopo le provocazioni di Raphael era scattato verso di lui, ignorando le sue suppliche di lasciar perdere, che era inutile comportarsi così, avevano perso; ma poi Dean era riuscito a coglierlo di sorpresa e a disarmarlo, ma proprio nel momento in cui aveva impugnato l’arma, Raphael aveva estratto un pugnale e, ignorando le sue urla, aveva pugnalato Dean all'altezza del cuore, lo aveva gettato per terra come un oggetto e lo guardava trionfante. Castiel inorridì davanti a tanta cattiveria. Come poteva suo fratello essere così spietato? Loro non avevano fatto del male a nessuno, erano solo due uomini innamorati… come si poteva essere così crudeli davanti all’amore?
«Dean!» urlò, ignorando i soldati, suo fratello, Sam e tutto il resto, corse accanto al corpo del suo amante, spintonò via Raphael, fregandosene delle conseguenze e guardò la sua ferita, con orrore vide che il pugnale era stato conficcato proprio nel suo petto, vicinissimo al cuore, lo prese tra le sue braccia e lo guardò accarezzandogli il volto «Dean, Dean rispondimi!» lo chiamò a gran voce. Cercò di scacciare dalla mente il pensiero di ciò che era successo, il suo amante non era stato appena pugnalato, non era appena crollato su se stesso, tenendosi le mani al petto, non c’era sangue ovunque. Doveva essere un terribile incubo quello.
«Cas… Cas…» mormorò l’altro. Castiel sentiva già gli occhi pieni di lacrime, conscio che quelli fossero gli ultimi istanti con lui. Quella era la fine di tutto, di ogni piano o progetto, Castiel ne era consapevole, tutto era finito nel momento in cui i soldati capitanati da suo fratello e dal fratello di Dean avevano sbarrato loro la strada e avevano intimato loro di fermarsi; tuttavia Dean non si era arreso senza lottare, e adesso era tra le sue braccia in quello stato. Inerme, sanguinante, quasi senza più vita. I soldati si avvicinarono subito e fecero per prenderlo e portarlo via, ma Sam, che aveva assistito a tutta la scena senza battere ciglio (come fai a guardare qualcuno che uccide il tuo stesso fratello e a non fare nulla? – pensò con odio e rabbia il moro) forse rinsavito, forse trovando un briciolo di umanità nel suo cuore di pietra, li fermò, dandogli la possibilità di dire addio al suo amante. Non era molto, non era niente in confronto a tutto ciò che avrebbero potuto avere, ma era qualcosa. Tutto quello che avevano sperato di realizzare, che avevano progettato era appena svanito in un lampo, lì davanti ai suoi occhi, nel momento in cui Raphael lo aveva pugnalato e lui aveva capito che quelli fossero gli ultimi istanti che passavano insieme. Voleva solo che quello fosse solo un brutto incubo dal quale svegliarsi subito.
«Sono qui, Dean» disse, voleva disperatamente piangere «Sono qui».
«Mi dispiace» smozzicò l’altro, affaticato dal dolore che provava al petto «Avrei dovuto salvarti».
«Lo hai fatto» singhiozzò Castiel, senza riuscire a trattenere le lacrime «Lo hai fatto, capito? Mi hai salvato quando mi hai convinto che non dovevo avere paura di amarti, che non dovevo temere i miei sentimenti» si morse le labbra per evitare di farsi sentire singhiozzare dai presenti, ma era tardi, le lacrime scivolavano veloci sul suo volto, senza pietà. Così come suo fratello non aveva avuto pietà di due amanti in fuga. Avrebbe potuto farli scappare, avrebbe potuto evitare di seguirli, ma non lo aveva fatto.
«Amare te è stata la cosa più bella della mia vita» affannò Dean, tenendogli, con le poche forze che aveva, la mano sulla guancia. Castiel cercava di tenerlo a sé, di premere sulla ferita per evitare che il sangue fuoriuscisse dal suo corpo, ma più lo faceva più le sue mani e i suoi vestiti si impregnavano del sangue che usciva a fiotti dal corpo di Dean, spandendosi sul terreno tutt’intorno in una macchia cremisi, che macchiava qualsiasi cosa trovasse sul suo cammino. Più lo guardava più si sentiva in colpa, più il suo respiro diveniva pesante, e più il suo cuore sembrava fermarsi.
«Non mi lasciare, Dean» supplicò Castiel appoggiando la fronte contro quella dell’amante «Non lasciarmi solo».
«Non sarai mai solo, te lo prometto» sussurrò Dean, allo stremo delle forze «P-prendilo tu» mormorò riferendosi al ciondolo che aveva al collo «Prendilo» disse ancora. Castiel annuì, realizzando il desiderio dell’amante e prese lui il ciondolo che gli aveva regalato qualche tempo prima e lo mise in fretta nella tasca; Dean gli sorrise in risposta, ma Castiel continuò a piangere «S-Stringimi, ti prego» lo supplicò.
«Ti prego, amore mio…» sussurrò Castiel, stringendolo contro il suo corpo, comprendendo che fossero gli ultimi istanti, comprendendo che non c’era più nulla da fare, ma era una realtà che non voleva accettare «Ti amo, non mi lasciare» disse appoggiando di nuovo la mano sulla ferita di Dean, per fermare il sangue, la fronte appoggiata contro la sua e le lacrime che dai suoi occhi cadevano direttamente sul volto di Dean «Resta con me…» sussurrò disperato «Sempre e per sempre, lo avevi promesso…»
«Ti a-amo» gemette Dean con le sue ultime forze «B-Baciami, ti prego» lo supplicò il biondo; Castiel non poté far altro che accontentarlo e sfiorare piano le sue labbra con le proprie, in un leggero, ultimo bacio, un bacio d’addio. L’altro sorrise al contatto e lo ringraziò con uno sguardo eloquente, poi le cose precipitarono in pochi istanti; Castiel sgranò gli occhi quando sentì tutto il peso del corpo di Dean tra le sue braccia e lo sentì esalare l’ultimo respiro, con un ultimo sempre, sulle labbra. E in quel momento, niente fu più lo stesso, urlò il suo nome, straziato dal dolore, mentre con brutalità e forza i soldati, stanchi della scena che avevano davanti agli occhi, gli strappavano il corpo di Dean dalle braccia probabilmente per darlo in pasto ai cani o per gettarlo in una fossa comune, e trascinavano via lui, per portarlo in qualche cella, dove avrebbe scontato la pena per il solo crimine di aver amato tanto un altro uomo. Un uomo che era appena morto tra le sue braccia, il cui sangue era ancora sulle sue mani e sui suoi vestiti, a macchiarli e a ricordargli che era tutta colpa sua, perché lui non si era accorto di essere seguito, perché non si era accorto che suo fratello li avesse scoperti, troppo impegnato a non far insospettire Michael, per accorgersi che Raphael tramasse alle sue spalle. Il suo cuore era dilaniato dal dolore e dal senso di colpa, il solo pensiero di aver perso Dean, era doloroso e quella stessa notte, quando lo rinchiusero in una fredda e umida cella, si fissò le mani ancora sporche del sangue del suo amante, e pianse rannicchiato su se stesso, perché, perdendo Dean, aveva perso tutto, aveva perso se stesso.
Tutto ciò che avevano vissuto, tutto ciò che avevano provato, tutto ciò che avevano progettato per il loro futuro era destinato a restare un sogno, un bellissimo sogno in cui avrebbe potuto crogiolarsi durante il sonno; ma nella realtà, da sveglio, avrebbe sempre saputo di essere distrutto, dilaniato nell’anima da un dolore troppo grande da sopportare. Dean era morto tra le sue braccia durante la notte in cui sarebbero dovuti fuggire, e forse quella era una visione che non avrebbe mai superato, il suo cuore non avrebbe mai superato quel dolore. Ogni volta che avrebbe ripensato a quella notte, avrebbe sentito il fiato mancare nei suoi polmoni, era un dolore peggiore di quello di essere colpiti da un fendente o da un dardo, era un dolore asfissiante, straziante.
Niente fu più lo stesso dopo quella notte, lui non fu più lo stesso.
 
Lontano da quella prigione, in una radura a metà strada tra le terre dei Winchester e quelle dei Novak, Sam Winchester, chino sulle proprie ginocchia, piangeva in silenzio la morte di suo fratello, avrebbe portato la colpa di non aver mosso un dito per salvarlo, per tutta la vita; era certo che suo fratello quella pugnalata l’avrebbe presa volentieri al posto suo, se le parti fossero state invertite. Aveva chiuso gli occhi, non gli aveva permesso di parlargli, non gli aveva permesso di spiegarsi, accecato dalla delusione e dal disgusto, che non provava realmente, non avrebbe mai potuto dirgli che gli dispiaceva, che avesse parlato in quel modo solo perché deluso dal fatto che non avesse parlato con lui, perché non si era fidato abbastanza. Solo quando lo aveva visto cadere, in fin di vita, per terra, si era reso conto che quello era suo fratello, nonostante tutto, nonostante ogni incomprensione, quello restava suo fratello, il suo unico fratello. Quindi aveva fatto l’unica cosa giusta in quel momento. Aveva permesso a Castiel di dirgli addio, ma ciò non aveva espiato la sua colpa.
«Mi dispiace, Dean» sussurrò al vuoto, mentre si rendeva conto che suo fratello era morto, credendo che lui lo odiasse.
Non sapeva come avrebbe reagito, se Dean gli avesse detto prima della relazione con Castiel, col senno di poi, forse prima avrebbe reagito male, ma non lo avrebbe mai tradito, non come aveva fatto Raphael Novak. Forse, se suo fratello si fosse fidato di lui, l’avrebbe aiutato a scappare, a realizzare la sua vita con la persona che amava. Ma adesso non c’era più niente da fare, perché Dean era morto e di lui non era rimasto nulla, se non una macchia di sangue sul terreno.
 
**
 
“Mio amore,
Sono seduto sul freddo e umido pavimento della cella, mi hanno concesso una candela, della carta e un calamaio, tanto mi basta, poterti scrivere, anche se sono consapevole di non poter ricevere risposta, tuttavia, scrivere lettere rivolte a te, mi fa pensare che in qualche modo tu possa sentirmi, ed è l’unico modo che ho per poterti sentire un po’ più vicino a me. Scriverti mi fa sentire più vicino a te. Amore mio, non passa alcun giorno dal giorno in cui te ne sei andato – anche se non so quanto tempo sia passato, forse sono giorni o lune, non so – che io non ripensi a te, al nostro amore, e a ciò che avremmo potuto vivere insieme, se solo quella notte le cose non fossero andate in quel modo.
Non credo ti abbiano dato una degna sepoltura, perché secondo loro, noi non meritiamo nulla, siamo feccia. Allora sai che ho fatto? Ho fatto una piccola buca nella mia cella, sotto alla scarna branda e ho seppellito lì il mio e il tuo ciondolo, perché il mio cuore ha smesso di battere con te, nel momento in cui te ne sei andato tra le mie braccia. Mi illudo che in questo modo noi possiamo stare insieme…
Avevo così paura di fare la fine di Lucifer, che alla fine ne ho fatta una peggiore, sarebbe stato meglio morire come lui, piuttosto che vivere quest’agonia terrificante, un’agonia che mi ricorda ogni giorno che non sei più con me, che mi ricorda che non ti ho salvato, che mi ricorda che è tutta colpa mia, la situazione attuale.
Dean, mi manchi. Mi manca il tuo dolce viso, mi manca il tuo sorriso luminoso che illuminava le mie giornate, mi manca la tua risata che mi scaldava l’anima, mi mancano le tue poesie che mi facevano battere il cuore, mi manca il tuo profumo dolce che mi inebriava ogni volta, mi manca perdermi nel tuo sguardo verde prato, mi mancano i tuoi baci che mi scuotevano nel profondo, mi mancano le tue soffici labbra che mi facevano sentire vivo, mi mancano i nostri momenti insieme, i cui ricordi custodisco gelosamente nel mio cuore. Mi manchi tu, amore mio.
Abbiamo vissuto una delle storie d’amore più travolgenti, meravigliose e tristi che siano mai state narrate, ma dubito che la nostra verrà narrata. Il nostro è stato un amore tormentato, a tratti irreale, perché io sapevo di essere tuo e tu sapevi di essere mio, ma questo non era accettato da nessun altro, se non da noi stessi. Il fato non è stato gentile con noi, prima ci ha fatti incontrare, ci ha fatto desiderare l’un l’altro, ci ha illuso che potessimo superare tutto, se fossimo rimasti insieme, e poi ti ha strappato brutalmente via da me, te ne sei andato tra le mie braccia e non c’è giorno in cui non mi penta di quello che la mia stupidità ti ha fatto; se solo fossi stato più attento… so che è stata tutta colpa mia, perché avrei dovuto stare attento.
Il nostro era un amore impossibile, un amore proibito, ne eravamo consapevoli, ma siamo stati testardi, egoisti e abbiamo voluto tentare di viverlo, seppur tutto, intorno a noi, fosse contrario. Non mi pento di nulla, amarti è stata la cosa migliore che mi sia mai capitata nella vita, amarti è stato scoprire tutta la verità su un mondo che mi era sconosciuto, l’amore, con te mi sentivo vivo, mi sentivo felice, e tu mi completavi veramente, eri la parte di me che mancava; ma ti hanno portato via da me troppo presto. Avrei voluto che fossimo stati più cauti, meno avventati; avrei voluto che mio fratello non ci avesse seguiti, avrei voluto essere più attento e accorgermene prima di raggiungerti, sarei voluto fuggire via con te, cercare un luogo in cui riuscire ad essere felici insieme, avrei voluto un singolo altro istante al tuo fianco, ma te ne sei andato, perché mio fratello ci ha visti e ci ha traditi, te ne sei andato senza portarmi con te, e lo hai fatto tra le mie braccia, niente è stato più lo stesso dopo.
Una parte di me è morta insieme a te, quando hai esalato l’ultimo respiro, un pezzo della mia anima è volata in paradiso insieme alla tua, perché lo sai, noi siamo legati da qualcosa di più profondo dell’amore fisico.
Vorrei essere morto quella notte con te, piuttosto che vivere quest’agonia di una vita senza di te. Sono un uomo spezzato a metà, ormai. Mi hanno preso, portato via con forza, e rinchiuso in una cella, senza concedermi un processo. Il mio crimine è stato l’aver amato un altro uomo. E lo rifarei altre mille volte, se solo tu fossi ancora al mio fianco, lo rifarei perché il nostro amore è stato così bello, così travolgente, che se solo ci ripenso riesco a trovare un barlume di luce, nell’oscurità in cui è precipitata la mia vita.
Perché non ti sei arreso? Perché hai tentato di lottare? Perché non hai lasciato che ci portassero via? Se lo avessi fatto, forse saremmo qui insieme… Lo so, se adesso tu fossi qui, mi diresti che valeva la pena di lottare per il nostro amore. E sì, lo so, ne valeva la pena, ma a quale costo? Niente valeva quanto la tua vita. Sarei voluto morire con te, quella notte, perché niente ha senso in questa triste vita senza di te. Se tu non fossi stato avventato, forse avremmo potuto essere vivi insieme, anche se in questa fredda e umida cella. Perché ti sei battuto e non ti sei arreso? Perché hai voluto lasciarmi da solo a soffrire qui? Perché mi hai lasciato questo vuoto enorme dentro che non se ne va più? Perché mi hai condannato a quest’esistenza fatta di dolore e sofferenza? Vorrei dirti che ti odio, ma mentirei a me stesso, perché nonostante tutto, io continuo ad amarti adesso come il primo giorno in cui ci incontrammo.
Ti ricordi?
Al matrimonio di tuo fratello, ti avvicinasti a me, e mi dicesti che avevo degli occhi meravigliosi… vorrei che tu fossi qui per dirmelo ancora, perché quello è stato il momento in cui ho iniziato ad amarti, anche se non volevo ammetterlo. E poi c’è stato il nostro primo ballo alla luce della luna, e ti respinsi, tu volevi baciarmi dopo così poco tempo... sei sempre stato intraprendente e sfacciatamente sconveniente. Se tu non ti fossi arreso, saresti ancora vivo, lo sai? Certo che lo sai, ma conoscendoti, so che diresti che rifaresti tutto da capo perché ne è valsa la pena. Ne è valsa la pena, vero? Perché anche io penso che farei di nuovo tutto da capo, ma se potessi rifare tutto da capo, stavolta impedirei a mio fratello di scoprirci, stavolta farei in modo che la nostra fuga abbia successo, eviterei la tua morte, farei in modo di essere felice insieme a te; ma non posso, vero? Vorrei tanto che tu fossi qui, amore mio…
Il nostro amore è iniziato con un incontro casuale, è continuato con delle lettere, e poi si è concretizzato in quello che ci ha legato per un anno; ma io credo, amore, che esso sia iniziato ancor prima, prima che nascessimo. Come hai sempre detto tu, fin dal nostro primo incontro, noi due eravamo destinati ad incontrarci, ad amarci così dolorosamente ed era scritto nelle stelle che saremmo finiti così, ma non è giusto, non è giusto che ci abbiano divisi in questo modo, non è giusto che abbiamo meritato questo finale, non è giusto che tu sia morto e io sia vivo, ma corroso dal desiderio di riaverti con me e riabbracciarti. Adesso più che mai sono certo che si ama una sola persona nella vita, quella che rappresenta la nostra metà speculare, la propria anima gemella e quella sei tu, sei sempre stato tu, mio amato, perché l’unica certezza che ho, in questo mare di incertezze ed ingiustizie di questa dolorosa vita, è che il mio amore per te non morirà mai. Se solo le stelle non fossero state tanto contrarie, avremmo potuto essere felici. Le nostre anime erano destinate ad incontrarsi ancor prima che venissimo al mondo, e per questo motivo, avrei voluto che il fato fosse stato più gentile con noi, perché se solo quella notte ci fossimo allontanati in tempo, allora ci saremmo imbarcati e saremmo partiti verso un mondo nuovo, una terra nuova, in cui ricominciare una nuova vita, ma questo è destinato a rimanere solo un sogno, un meraviglio sogno, che popola tutte le mie solitarie nottate in questa fredda e umida cella. Tuttavia sono stanco di soffrire, amore mio, sono stanco di tutto. Non riesco più a lottare, non riesco più a sopportare questo dolore, e l’odio che sento nei miei confronti da parte di carcerieri e altri prigionieri.
Per essere felice ho bisogno di te, amore mio, ma non posso averti, non più. Senza di te, la mia vita è buia come una notte senza stelle, perché tu riuscivi ad illuminare il mio cammino. Purtroppo non siamo riusciti a riscrivere il nostro destino, esso ci ha divisi nel momento in cui eravamo più felici e nulla potrà tornare com’era prima. Abbiamo sempre avuto le mani legate da questa società che non accetta l’amore, ma siamo stati troppo sciocchi, troppo stupidi, troppo innamorati per accorgercene, ma non mi pentirò mai di averti amato con ogni frammento della mia anima.
Ti prego, amore mio, perdona la mia debolezza, ma non posso continuare a vivere in questo modo, in un mondo dove tu non ci sei, e io sono solo. Spero di potermi ricongiungere a te, in qualche modo e magari riabbracciarti in un ipotetico paradiso. Solo tu sai, se esista davvero, e forse lo scoprirò anch’io. Sto per raggiungerti, Dean.
Forse così, potremmo stare insieme. Sempre e per sempre, come ci siamo promessi. In vita e in morte, amore mio.
Con tutto il mio immenso amore,
Addio.
Tuo Castiel”.
 
**
 
Si dice che non appena il cadavere dell’amante disperato e addolorato fu gettato in una fossa comune – per puro caso la stessa dell’amante defunto – non lontano da essa due tortore spiccarono il volo, segno che quell’amore non era destinato a finire in quel modo, non era destinato ad un tragico finale, forse i due amanti si incontrarono dopo la morte. O forse erano destinati ad incontrarsi in una vita futura, magari i loro spiriti, un giorno, in un futuro più prospero, sarebbero stati liberi di ritrovarsi e vivere la loro storia come avrebbero meritato a quel tempo.
Voci narrano che le due tortore volano sempre vicine, come se gli spiriti dei due amanti non si siano mai lasciati, come se l’amore di quei giovani non sia morto, ma viva in loro costante e forte, come è sempre stato; grazie a loro, quell’amore tanto tormentato, tanto sofferto e agognato, vivrà in eterno, mai nulla potrà spegnerlo, perché esse sono legate dall’indissolubile nodo dell’amore, che le rende forti; attraverso esse, il loro amore potrà sopravvivere al tempo, oltre la vita, oltre la morte: Sempre e per sempre.
 

___________


Hola people! 
E cos'è successo oggi? Un capitolo in pieno giorno e addirittura un giorno prima? I'm a good person. 
Certo, non lo crederete dopo questo capitolo, ma io ho iniziato a scrivere la storia con quest'ultima lettera di Castiel (nel corso delle riletture ha subito qualche modifica, ma era il punto di partenza). Eccoci giunti al tanto atteso ultimo capitolo. Che è lunghissimo, come mio solito. 
Non so da dove partire per salutarvi, people. Dopo mesi di stesura e di preparazione, 80.000 e più parole, quasi 90 pagine di word, non ho parole.
Ho iniziato a scrivere questa storia... diverso tempo fa, era ancora primavera se non sbaglio, btw, è stato difficile scriverla tutta, a volte ho avuto crisi mistiche su "no, fa troppo schifo" ma ci tenevo a portarla a termine e dopo aver corretto e ricorretto ogni singolo passaggio, mi decisi a finirla e poi a pubblicarla. Sono maledettamente soddisfatta di me stessa per come l'ho scritta, e per essere riuscita a scrivere tutto quello che mi ero prefissata di scrivere in questa storia. E sono dannatamente felice di vedere che ha avuto il suo piccolo seguito, perché io tengo a questa storia. Non solo perché la canzone che le dà il titolo e che l'ha ispirata è una delle mie preferite, ma perché qui dentro ci ho buttato un sacco di cose che amo (metafore, leggende, miti, poesie, lettere e quant'altro). Questi Dean e Castiel sono stati ostici da caratterizzare (sono così lontani da quelli televisivi che è stato come partorire dei nuovissimi personaggi, ma con gli stessi nomi dei personaggi della tv, paradossalmente è così) ma sono maledettamente soddisfatta di com'è venuta.
Se avete avuto la reazione di Sam, dovete ringraziare lilyy che mi ha spesso chiesto se mai l'avessimo vista, in origine non c'era. Ma così è ancora più bello, quindi grazie darling! Mi è dispiaciuto farlo essere così infame con Dean. E Raphael morirà e finirà all'inferno, brucerà e marcirà all'inferno, altroché, è il personaggio che io personalmente ho più odiato, ma era necessario, purtroppo çç
So che per la mitologia cristiana, i suicidi e i sodomiti (Dante addirittura li piazza proprio nelle bolge infernali più inferiori, proprio i peccati peggiori ew) vanno all'inferno, ma siccome per me non hanno fatto nessun peccato (non che io giustifichi il suicidio, ma con Castiel possiamo fare un'eccezione, no?) si sono ritrovati in paradiso e lì possono vivere felici il loro amore. O immaginate che si siano reincarnati nelle tortore e sono liberi di volare insieme e amarsi come vogliono.
Anyway, dopo questo papiro vi lascio. E' stato magnifico potervi donare questa storia, ed è stato bellissimo leggere i vostri commenti, il vostro entusiasmo capitolo per capitolo e tutto il resto. Grazie alle persone che l'hanno seguita fin da subito, grazie a tutte le meravigliose persone che l'hanno messa tra i preferiti, ricordate e seguite, un grazie speciale a chi ha recensito ogni capitolo e anche a chi a speso un click per leggerla. Come sempre, spero di avervi lasciato qualcosa come autrice e spero che questa storia vi abbia dato qualcosa, anche una sola piccola emozione per me vale tanto.
Io vi lascio, till the next time.
See you soon, people! 
La vostra autrice che vi vuole bene virtualmente, Chiara.

PS Vi do appuntamento - un doppio appuntamento - a venerdì 21 dicembre e domenica 23 dicembre, per la short-fic di 2 capitoli di Natale. Non ve la scansate, bellezze!
Bye!

   
 
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