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Autore: Romanticgirl02    24/12/2018    1 recensioni
Appena avvertì la sua presenza la ragazza lo squadrò senza farsi vedere. Era un uomo alto dai folti capelli argentei e dagli occhi d'ambra, era elegante con un bel portamento, a prima vista si direbbe un amante della lettura, con parecchi sogni nel cassetto ancora da realizzare. Sarebbe stato l'uomo perfetto per lei, pensò all'improvviso, poi però si rese conto che quell'uomo per quanto bello e prestante fosse poteva benissimo essere suo padre...
-E lei signorina quanti anni ha? A vederla sembra molto giovane-
La ragazza colta impreparata a quella domanda gli rispose abbastanza impacciata.
-Ho 25 anni, come vostro figlio, lavoro in uno studio psichiatrico già da 4 anni...-
Una psicologa per un pazzo o per qualcuno che ha bisogno di aiuto?
Genere: Introspettivo, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Questa storia doveva finire. Dovevano mettere in chiaro le cose altrimenti non ne sarebbero più usciti ne lei ne lui. Agli amici non avevano ancora detto niente, tanto meno ai famigliari… probabilmente loro sarebbero stati gli ultimi. Ma almeno lei ed Inuyasha dovevano mettere a posto le cose. Kagome si avvicinò a lui timidamente non sapendo come iniziare la conversazione. Iniziò a torturarsi le mani mordicchiandosi di tanto in tanto l’unghia. Inuyasha lo notò ma rimase indifferente. Se avesse voluto chiedergli qualcosa lui era li.  Alla fine Kagome sospirò.

-Cosa pensi di dire a Miroku? Riguardo te e me…-

Rimase in silenzio, avendo quasi paura della risposta.

-Tu cosa gli diresti a Sango?-

Rispose cauto lui. Lei aggrottò la fronte.

-Non puoi rispondere alla mia domanda con un'altra! È scortese!... Comunque gli direi le stesse cose che tu diresti a Miroku… quindi…-

-E secondo te cosa potrei dire a Miroku di te?-

Inuyasha la guardò con uno sguardo ammiccante e Kagome avvampò iniziando a blaterare cose che secondo Inuyasha erano senza senso. Sorrise nel vederla così in imbarazzo. Prese il suo viso tra le mani e la baciò e rimanendo ad un centimetro di distanza gli disse.

-Gli dirò che chiunque oserà volerti, toccarti o solo guardarti dovrà fare i conti con me, gli dirò che qualunque cosa ti accadrà bella o brutta che sia io sarò li con te, gli dirò che ti amo, gli dirò che sei mia… e Smetterò di amarti solo quando un pittore sordo riuscirà a dipingere il rumore di un petalo di rosa cadere su un pavimento di cristallo di un castello mai esistito.-

Gli occhi di lei si inumidirono.

-Scemo non puoi mettere una frase di Jim Morrison così…-

Si baciarono di nuovo. Lei era sua e lui era suo, nient’altro aveva senso se loro non erano insieme. Andarono a dormire, uno abbracciata all’altra. Kagome ancora non poteva crederci, nel silenzio della notte pianse in silenzio per la felicità. Inuyasha la udì e la strinse ancora più forte. Da quanto tempo ormai non amava così. Un amore che lo rendeva sciocco, incapace e pure scemo, un amore che gli faceva fare delle cose stupide delle facce strane e pure lui non poteva smettere di rimanerne senza. Era peggio di una droga, un emozione difficile da esprimere ma semplice da provare. Inuyasha si alzò presto, fece colazione e andò al lavoro senza svegliare Kagome. Respirò a pieni polmoni l‘aria fresca mattutina, era una bella giornata… almeno finché davanti a lui non comparve quel lupastro di uno sbirro.

-Oh ciao Inuyasha!, che ci fai tu qui? E come siamo vestiti eleganti… Non pensavo avessi addirittura dei vestiti così formali.-

-Ci vivo-

Gli rispose lui secco prima di avviarsi verso la corriera che avrebbe dovuto prendere prima di andare a lavoro. Koga iniziò ad attaccargli bottone e non gli toglieva gli occhi di dosso “che seccatura” pensò Inuyasha.

-Vedo che non indossi più il piercing… devi fare qualcosa d’importante?-

Inuyasha si fermò di scatto e si girò lentamente con uno sguardo di ghiaccio.

-Vado al lavoro. Ora vedi di dileguarti-

Si mise gli auricolari e continuò per la sua strada. Arrivò l’autobus, salì e si sedette. E così fece Koga, proprio accanto a lui. Non si parlarono ma Koga lo osservava di sottecchi e nonostante Inuyasha lo sapesse si limitò ad appoggiare la testa al finestrino. Ascoltava “On My Own” degli Ashes Remain e non voleva essere disturbato. Arrivato a destinazione scese e con orrore notò che Koga lo seguì. Lo stava forse pedinando? Incominciava veramente a seccarlo. Continuò a camminare il più speditamente possibile sperando che prima o poi lo avesse lasciato in pace ma niente Koga era sempre dietro di lui. Entrò nello stabile in cui lavorava e si diresse dal suo capo, ma prima Koga lo fermò.

-Tu lavori qui?!?-

Chiese infine incredulo. Non si aspettava di vedere quel ragazzo lavorare in una agenzia, tanto meno in quella informatica. Si chiedeva come fosse possibile che un ragazzo così fosse riuscito a trovare lavoro qui dentro, chi era dunque costui?

-Non ci arrivi da solo?-

Gli rispose lui, ma mentre Koga stava per ribattere comparve davanti a loro un uomo sulla sessantina con lo sguardo luminoso, sovrastato da delle folte sopracciglia.

-Oh bene lei deve essere Inuyasha… Bene bene… prego mi segua e lei Tenente Tanaba può aspettare qualche minuto qui?-

Koga annuì sorridente ma allo stesso tempo molto turbato. Inuyasha felice di essersi liberato del lupastro seguì con sguardo attento il suo nuovo capo. Dall’aspetto sembrava un uomo millenario eppure aveva appena raggiunto i sessanta. Si sedette appena si sedette il capo e iniziarono a parlare.

-Piacere il mio nome è Hosenki, so che sei nuovo ma voglio metterti in guardia subito, non ho tempo di seguire degli scansafatiche che vengono qui solo per aver un buon stipendio, chi non mi piace è fuori senza troppe avvertenze. E devo ammettere che uno come te, con il curriculum vuoto e senza una laurea è veramente a rischio, eppure sei riuscito a farti accettare dal mio selezionatore di fiducia… dimmi la verità da quanto studi l’informatica?-

Lo sguardo di Inuyasha si assottiglio. Il suo capo era uno senza peli sulla lingua e non la smetteva di scrutarlo. Chiuse gli occhi per un secondo e quando gli riaprì vi si poteva intravedere il fuoco e il ghiaccio perfettamente mischiati.

-Allora?-

Hosenki fu meravigliato da quello sguardo, lui pensava di averlo almeno un po’ intimorito eppure Inuyasha non aveva fatto una piega.

-Due o tre settimane, signore-

Rispose infine Inuyasha marcando maggiormente l’ultima parola. Perché mentirgli? Sul volto di Hosenki si delineò un mezzo sorriso. “Sincero e diretto” pensò, “davvero un ragazzo interessante”.

-Bene sappi che da te vorrò vedere presto dei risultati per tanto ti assegnerò a un reparto in cui ci sarà molto da fare.-

Inuyasha si alzò ed annuì. Prese tutti i dati necessari e si avviò verso la parta, ma Hosenki lo fermò

-Perché hai scelto di lavorare? E perché soprattutto QUI?-

-Ha importanza?-

Dicendo ciò uscì e il suo sguardo si incrociò con quello di Koga. Lo ignorò come ormai era solito fare e si diresse dove gli era stato indicato. Si sedette in un cubicolo con lo stesso numero che compariva su quei fogli e accese il computer. Gli arrivò un email dove spiegava in cosa sussisteva il suo primo lavoro. Sospirò, chiuse gli occhi, ripensò velocemente a Kagome e con un mezzo sorriso si mise a lavorare. Intanto nell’ufficio di Hosenki, Koga stava discutendo con lui di affari importanti, di come la sua agenzia avrebbe potuto aiutare al meglio la polizia. Non tutti gli impiegati erano adatti a quel lavoro, un ricercatore informatico che non si facesse impressionare troppo o più del dovuto da una scena del crimine era molto difficile, quasi raro da trovare. Eppure Hosenki già lo sapeva a chi avrebbe dato quel lavoro.

-Koga lo conosci già quel ragazzo?-

Koga annuì e gli spiego quello che era successo al bar per filo e per segno, dandogli anche i suoi sentimenti e le sue osservazioni. Erano ormai amici da tanto tempo e sapeva di potersi fidare di lui. Hosenki ascoltò e si girò soddisfatto di questa sua nuova recluta.

Poche ore dopo si svegliò anche Kagome, sarebbe andata al lavoro solo nel pomeriggio. Riordinò anche se non c’era niente da mettere a posto, spazzò anche se non c’era un granello di polvere… era troppo felice per rimanere ferma a non fare niente. Tutto quanto era una novità ed era al settimo cielo. Si fece un bagno caldo rilassando ogni muscolo del suo corpo con calma si preparò, mangiò e andò subito al lavoro. Le ore passarono in fretta e la sera arrivò in un battito di ciglia. Lui arrivò a casa per primo. Si tolse quegli odiosi vestiti eleganti e si mise una delle sue comode tute. Il primo giorno era andato relativamente bene. Aveva parlato con poche persone, aveva quasi finito del tutto il suo primo incarico e inoltre tra poco sarebbe tornata Kagome. Rimase in piedi per un po’ non sapendo cosa fare. Poi l’occhio gli cadde sul computer. “Perché no?” pensò e si rimise al lavoro. “prima finisco e prima mi godo la libertà”. Era talmente preso da quello che stava facendo che non sentì nemmeno la voce di Kagome chiamarlo varie volte. La testa di lei fece capolino nella sua camera e sul suo volto si dipinse un timido sorriso. Inuyasha stava prendendo il suo lavoro sul serio e solo quando ebbe messo l’ultimo punto alzò la testa dal computer si sgranchì il collo, la schiena e infine le gambe guardò l’orologio, l’ora di cena era ormai passata da un bel pezzo e Kagome? Che non fosse ancora rientrata? Andò dritto in salotto e la trovò rannicchiata sul divano le andò vicino, si sedette accanto a lei e la cinse con un braccio.

-Giornata  pesante?-

Chiese lei abbracciandolo a sua volta. Lui negò con la testa e le raccontò brevemente la mattinata e di Koga. Lei sorrise e continuarono a parlare, poi la pancia di lui iniziò a brontolare.

-vado a prepararti qualcosa…-

Disse Kagome schioccando un bacio sulle fronte di lui. Lui annuì. Era stanco ma comunque contento. Andò a mangiare non appena fu pronto.

Intanto, un ragazza era corsa in ospedale insieme al marito. Qualcosa stava per cambiare la loro vita.

   
 
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