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Autore: war    30/12/2018    2 recensioni
Alcuni cedimenti mentali che mi hanno colpita durante la stesura del seguito di Siwa...
Contenuto altamente demenziale... Siete stati avvisati!
Genere: Comico, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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Nayal fissava un punto imprecisato fuori dalla finestra.
Rime sollevò lo sguardo, indecisa se interrompere il flusso di pensieri della sua compagna di stanza e migliore amica. Ne vedeva la morbida linea del collo e quella della gota,ancora paffuta come quella dei bambini.
Nayal aveva tredici anni, un phrana possente e un grande cuore, ma a differenza di Rime,il suo corpo non aveva ancora intrapreso il percorso del cambiamento che le avrebbe condotte ad essere finalmente donne.
Mentre Rime poteva vantare un seno sodo e pieno, la bruna era ancora piatta come una tavola.
Ma in verità, ciò che stava affascinando Rime in quel momento, era il modo i cui la luna baciava la sagoma della sua amica e come i suoi occhi, di solito blu con qualche pagliuzza argentea, adesso fossero più stelle che cielo.
Argento liquido solo spruzzato di blu...
-Nayal,tutto ok? – si decise a chiedere fingendo di sistemarsi il pigiama per la notte.
-Mmmmh... Si. – ma la voce della ragazzina era strana.
Rime sapeva che la sua amica aveva sangue di profeta nella vene e sapeva anche che un Oracolo serio non infarciva le sue visioni con coreografiche scenografie,con trucchi di fumo e candele, con canti e nenie... Un vero oracolo profetava con la Voce degli Dei.
A volte egli ricordava in vaticinio, a volte no.
-Mi stavo chiedendo... Se la Luna fosse un maschio... Che aspetto avrebbe? – si pronunciò di nuovo la beersiwana.
-Ma la Luna è sempre stata femmina... – suggerì Rime.
-No. In un tempo antico e dimenticato... Cancellato dalla storia... Ogni astro era maschile... - mormorò Nayal
-E... Ti ha risposto?- domandò ancora Rime curiosamente divertita.
- Non so. Ho visto un volto di un giovane. Capelli più argentei che biondi e occhi verdi. Lineamenti delicati, come la luce della luna e altrettanto gentili sebbene celino una insospettabile forza. Come la luce della luna che anche quando oscurata non soccombe alle tenebre della notte... Qualcuno di speciale... –
- Devo avvisare Elkayam di darsi una mossa? – scherzò Rime, poichè sapevano tutte e due che la cotta di Nayal per il cugino non solo non era ricambiata, ma il ragazzino non aveva ancora ben chiara la differenza fra maschi e femmine.
Nayal sorrise.
Occhi di acciaio fuso, quasi luminescenti.
-E’ qualcuno da amare per davvero... – poi la ragazzina battè le palpebre. Occhi di cielo stellato. – Tranquilla Rime, uno così non esiste. Forse sono solo stanca di non essere corrisposta e ho vagato un po’ con la fantasia... Non lo sei forse anche tu un po’ stanca della tua immutabile situazione con Camus -
- Camus è... Camus. Mi manda ai matti ma non posso fare a meno di ammirarlo e di idolatrarlo...- Sospirò l’asgardiana anche se... A volte, quando chiudeva gli occhi la sera, il volto che le appariva, sebbene contornato da capelli rossi, non era propriamente quello del suo Master.



Un picchiettio di sassi sul vetro della finestra.
Tre in rapida successione e poi altri tre.
Il segnale che i ragazzi erano arrivati per la loro chiacchierata segreta prima di dormire e per il bacio in fronte della buonanotte a Elkayam.
Poco dopo Gleam si svaccò sul letto di Rime.
Keseth si sedette a terra,con la gambe incrociate sul tappeto e Rime si sedette in testata al letto di Nayal.
Elkayam si appallottolò contro di lei, con la testa sulle sue ginocchia.
Nayal si prese la sedia con aria rassegnata.
-Non è una posa femminile, senza contare che non ci si siede coi gomiti appoggiati sullo schienale- fece notare Keseth alla gemella.
- Oh, chissene! Sto comoda!-
- Su, non battibeccate e sentite qui che scoop!- Gleam era in quel periodo in cui aveva uno spiccato interesse per il gossip – Ho sentito Shiryu parlare con Seiya... Sembra che in origine a ricevere l’addestramento sulla Death Island fosse stato designato Shun ma che poi,come al solito Ikki si sia messo di mezzo per salvare il fratellino... – Il rosso era piuttosto fiero della scoperta. – Ce lo vedete Shun con la Cloth della Fenice? –
Ci fu parecchio silenzio.
Rumore di rotelline in movimento.
-Ikki con la Cloth rosa e le tette? – Elkayam si mise a sedere al centro del letto, tirandosi su di scatto.
Con la precisione di un cecchino che mostrava solo in quelle occasioni, Keshet rifilò un coppino al cugino.
-Si dice seno! Come in trigonometria, anche se non sono la stessa cosa! – protestò indignato.
-Tette,seno, poppe, zinne... Tanto sono solo due budini che le ragazze hanno sul petto... – minimizzò Gleam.
Nayal tirò il collo della sua maglietta e ci guardò dentro, sospirando per la mancanza di qualsivoglia cambiamento della situazione.
Rime arrossì, deliziosamente indispettita.



La porta della stanza si aprì di colpo.
I cinque raggelarono.
Il controllo a sorpresa era avvenuto solo la sera prima!!! Destino infausto!!!
Camus arricciò il naso, segno di sdegno.
Milo ghignò.
Saga alzò gli occhi al cielo.
Quei cinque erano impossibili. Non temevano le punizioni, la collera dei Master o le minacce. Non aveva quasi nemmeno più senso punirli...
Quasi, appunto.
Rime balzò giù dal letto, raddrizzò fin troppo la schiena; di fatto sembrava quasi inarcarsi all’indietro mentre sporgeva il petto il più possibile e Milo fu tentato di sorridere perchè vederla marciare verso di loro gli ricordò una paperella..
. L’Ottavo si ritrovò sotto la mano sinistra un seno acerbo ma turgido... E a tutti gli effetti un seno molto promettente...
Abbassando lo sguardo vide che l’altro seno di Rime era nella mano di Camus la ragazzina teneva saldamente i loro polsi.
-E adesso diteglielo a quel cretino che io non ho due budini in mezzo al petto! !! – sbottò l’asgardiana con voce un’ottava più alta del necessario fulminando Gleam con sguardo di mare in tempesta.
Milo finì sedere a terra e naso sanguinante.
Camus ritrasse la mano come se si fosse scottato.
-Oh, mon Dieu! – il tono era frammisto a imbarazzo ed esasperazione – Tappati il naso, tieni indietro la testa e non farlo sgocciolare sulla maglietta. Rime... In punizione! – E Camus rimise in piedi lo Scorpione.
- Ma...! – provò a protestare la ragazzina.
- Ora, Rime! Marchè!- la gelò l’Undici.
- Però... Con tutte le tette delle ancelle che palpeggia sempre,chi lo avrebbe mai detto che quelle di Rime... - Gleam rifilò un calcio nella schiena di Keshet.
-Ti ho sentito sai, razza di sgorbio spione! Poi facciamo... – La voce di Milo era molto nasale.
- Oh sta zitto,imbecille! – ringhiò Camus spingendo via il povero Ottavo.
Nayal fissò Saga.
Silenzio.
Saga fissò Nayal.
Silenzio.
I due continuarono a fissarsi, senza avere idea di cosa passasse nella testa dell’altro.
Arles si agitò, a disagio dentro la coscienza di Saga.
Nayal sospirò.
-Va bene, ho capito... Non restarci così male zietto... Appena mi si ingrossano un po’ ti faccio toccare le mie!-
Di nuovo,il Santuario, fu sommerso dai latrati di un Primo Ministro sull’orlo del tracollo nervoso.
  
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