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Autore: Amily Ross    04/01/2019    4 recensioni
(Sequel de: “Il Ritiro Natalizio della Nazionale Giovanile.”)
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È passato circa un mese dal ritiro natalizio in Austria, molte cose sono cambiate da allora, e molte altre dovranno ancora cambiare; è rimasto indelebile il ricordo di quella “vacanza” nel cuore di tutti. Ognuno ritorna a vivere la propria vita: chi in Francia, chi in Germania e chi in Giappone, ma c’è profumo di cambiamenti nell’aria: nuove vite, nuove città e nuove conoscenze, cambieranno la vita di alcuni di loro. Fanny ha intrapreso la carriera di manager alla Mambo, al fianco di Amy, ma presto una nuova avventura la porterà nel paese dei suoi sogni, là dove gioca il suo ragazzo: la Germania.
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Questa fiction è temporalmente collocata nel 2018, e i ragazzi e le ragazze hanno tutti ventuno anni o quasi.
Genere: Drammatico, Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Grace (Machiko Machida), Jun Misugi/Julian Ross, Karl Heinz Schneider, Nuovo personaggio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 25: Amici e nemici… anche in campo, la sfida continua

 

San Pietroburgo: martedì 10 agosto, Zenit Arena, h. 20:00

67.000  gli spettatori presenti allo Zenit Arena per la prima semifinale, gli inni nazionali sono appena stati suonati e Giappone ed Italia sono già schierate sul rettangolo verde, al fischio dell’arbitro Holly e Tom a centrocampo battono il calcio d’inizio e subito la sfida si accende: Benji e Dario – dalle rispettive porte – si lanciano occhiatacce minacciose e di sfida, che vanno ben oltre la rivalità dettata dal proprio ruolo, o sul chi dei due debba avere il primato; tra attacco italiano e difesa giapponese la situazione non è da meno: Salvatore Gentile – rubata palla alla coppia d’oro – si spinge prepotentemente in attacco, i difensori gli si buttano subito addosso, mentre Philip Callaghan lo aspetta sotto porta con occhi fiammeggianti.

«Non hai intenzione di muoverti?» chiede Julian all’amico, che continua ad osservare l’attaccante italiano. «Scherzi? Io lo voglio ancora ammazzare per quello che ha fatto Grace, lascia che si avvicini e vedi come lo concio.» risponde l’Aquila del Nord; Julian sospira – anche lui è ancora infuriato – ma la pensa ancora a modo suo. «Phil lo so, però non fare cazzate, se dovessero espellerti verrai squalificato e non puoi giocare la finale.» continua il Baronetto, guardando l’avversario, marcato da Denver e Harper. «Adiamo ad aiutare gli altri.» continua, raggiungendo i compagni, assieme a Philip. «Callaghan aspettavo proprio te.» ghigna Gentile, liberandosi dai due difensori con un finta, piazzandosi davanti al regista della difesa nipponica. «Non avrai vita facile, Gentile.» risponde lui, dando inizio al tackle.

Julian si volta a guardare Benji tra i pali, uno sguardo intenso ed indeciso, il portiere lo ricambia ed annuisce – capendo cosa il cugino[1] abbia in mente, Ross sorride e guarda i compagni difensori – un solo sguardo che ormai tutti conoscono – ed annuiscono. Salvatore, palla al piede, riesce a liberarsi da Philip saltandolo mentre lui entra in scivolata, si volta con la caviglia un po’ indolenzita ed osserva i compagni; la difesa nipponica è schierata davanti la porta, tirare è impossibile per Salvatore, che si volta e passa ad un compagno, mentre Julian alza in aria la mano destra ed i difensori lasciano scoperta l’aria, proprio mentre il ragazzo tira e segna.

Benji non si sforza minimamente per cercare di fermarlo, e con un ghigno stampato in faccia guarda Belli dall’altro lato del campo, mentre l’arbitro fischia ed il guardalinee alza la bandierina. Il pallone viene rinviato ed il Giappone, guidato da Ross, che parte dalla difesa, avanza verso l’area avversaria; con passaggi millimetrici il pallone giunge in attacco ai piedi di Lenders, che carica il suo potentissimo Tiro della Tigre ed insacca la rete – facendo sbuffare Dario, che è riuscito a prendere il tiro ma non a fermarlo. I tifosi asiatici sugli spalti si scatenano in una rumorosa olà ed anche la nazionale tedesca esulta. La partita riprende col rinvio italiano, Gentile, affiancato dai suoi compagni si spinge di nuovo in attacco, ma la marcatura ad uomo del Giappone non lascia molti spazi.

Con grande sforzo il capitano italiano riesce a giungere in aria di rigore, incrociando lo sguardo di Ross e di Callaghan, che gli va prontamente addosso. «Vuoi che te la spezzi quella caviglia?» lo beffa. «Non ci riuscirai mai.» risponde Philip, dando inizio ad un nuovo tackle, nel quale ancora una volta ha la meglio l’italiano – che con una serie finte riesce a saltarlo e tirare al volo – beffando anche Ross e la sua tattica del fuorigioco, perché Bruce, impegnato a guardare chissà chi o chissà cosa, è scattato in ritardo; Benji si tuffa e sfiora il pallone con la punta delle dita, si puntella per terra col polso destro, ma non riesce a fermarlo nemmeno con la mano sinistra – l’Italia al 40’ del primo tempo pareggia.

Benji raccoglie il cappellino finito a terra e se lo risistema in testa, rinviando il pallone con un calcio che va oltre la metà campo, raggiungendo i piedi di Holly cha affiancato da Tom, scatta in avanti ed il Giappone riparte in contropiede, Becker salta un difensore e passa il pallone al capitano, il quale carica il destro – ma il pallone finisce tra le mani di Dario Belli – che sorride beffardo a Benji e rinvia ai suoi, dando inizio ad una nuova azione guidata da Gentile, che di gran carriera supera la difesa – con i compagni a seguito – che marcano ad uomo il calciatori giapponesi, Philip incrocia lo sguardo dell’avversario, cercando uno spiraglio per muoversi, ma i due che lo marcano non gli lasciano via di fuga, si volta verso Julian che ne ha anche lui due addosso e lo guarda sconsolato alzando le spalle – in questo modo non può dare il segnale alla difesa di scattare e la trappola del fuorigioco è neutralizzata.

Salvatore Gentile ghigna ancora e, libero da marcature, carica il destro; Benji non si lascia intimorire, chiude gli occhi e si concentra, afferrando il pallone e salvando ancora una volta la sua porta, mantenendo fermo il risultato in parità – non ha nessuna intenzione di perdere contro di loro – guarda l’attaccante con aria di sfida e rimette in gioco il pallone nello stesso momento in cui l’arbitro fischia la fine del primo tempo. «Fantastico, Benji, sei sempre il migliore. Ti adoro!» urla in quel preciso istante una voce femminile, che si eleva sopra le altre, mentre una ragazza dai lunghi capelli corvini e gli occhi castani si sbraccia per farsi notare dal portiere, che alza lo sguardo e contemporaneamente un sopracciglio. “Che cazzo vuole quell’esaltata? Ci manca solo che mi salti addosso in un momento di follia e poi posso ritenermi un uomo morto.” pensa, mentre con i compagni raggiunge la panchina. «Chi è questa maledetta gallina che osa così tanto col mio ragazzo? Io l’ammazzo, la faccio pentire di essere nata e di esser venuta a vedere la partita.» ringhia Fanny, stringendo fortissimo i pugni, guardando con occhi fiammeggianti il suo ragazzo che si avvicina, andandogli contro pronta ad avere spiegazioni.

«Ross un’altra parola e ti spedisco direttamente in albergo.» la redarguisce Marshall, afferrandole il braccio non permettendole di avanzare  verso il suo pupillo che la guarda e sospira. «Ma io voglio sapere chi è quella e come si permette. Benji è il mio ragazzo e nessuno può elogiarlo così in mia presenza.» protesta ancora la ragazza, dimenandosi dalla stretta che il mister esercita sul suo polso sinistro. «Non farai nulla del genere, signorina. Benji è il tuo ragazzo, e questo lo sappiamo tutti benissimo, ma lo conosco e so benissimo che non gli importa di nessun’altra quando ama una ragazza e fidati, che non ha mai amato nessuna come te.» continua Marshall, mentre Benji si avvicina alla fidanzata e le bacia le labbra.

Fanny non ricambia, ma nemmeno rifiuta, lo guarda e basta. «Tutti nello spogliatoio.» ordina Freddy, mentre la squadra e le managers attraversano il tunnel per ritirarsi. «Mister posso andare a salutare Karl sugli spalti?» chiede timidamente Grace, incrociando per un solo istante lo sguardo del suo miglior amico che discute sottovoce con la fidanzata. «Sì, Grace, va pure ma torna in tempo per il secondo tempo.» le concede Freddy, entrando nello spogliatoio con tutti gli altri. «Allora? Chi è quella cretina? Come osa dire che sei fantastico e perché ti adora?» urla Fanny, chiudendosi la porta dello spogliatoio dietro con un tonfo sordo –  che fa sbuffare Freddy –  guardando il fidanzato livida di rabbia.

Freddy Marshall sospira, guarda il suo pupillo dispiaciuto, poi volge la sua attenzione alla squadra, alla quale inizia a parlare. «Non ne ho idea, Fanny. Cosa vuoi che me ne freghi di una che mi urla contro di esser fantastico e di adorarmi quando non so nemmeno chi sia?» le risponde il portiere, cercando di farla ragionare, tenendola stretta tra le sua braccia. «Sei sicuro di non sapere chi sia o cosa voglia da te? Perché se vengo a sapere che la conosci e che tra voi c’è qualcosa… io giuro che ti ammazzo, sì, perché prima ammazzo lei e poi te, Benjiamin Cedric Price.» continua ancora la manager infervorata. «Abbassa la voce!» la ammonisce Benji sbuffando. «Te lo giuro, non so chi sia e non me ne frega un accidente, sei tu l’unica ragazza che amo e con cui voglio stare.» aggiunge stringendola più forte e baciandola con trasporto.

Fanny gli pizzica il fianco e contemporaneamente gli morde le labbra, in fine risponde al bacio, facendo sorridere Marshall che spera che la ragazza abbia calmato i bollenti spiriti, mentre calciatori e managers si scatenano in un applauso divertito. «Ti tengo d’occhio.» lo avverte Fanny dopo il bacio, puntandogli contro l’indice, Benji annuisce e scuote la testa con un sorriso. «Cedric? Che carino, penso che da oggi ti chiamerò così, Price.» dice in quel momento Mark, provocando il rivale, facendo calare un silenzio agghiacciante all’interno dello spogliatoio. «Lenders prova a chiamarmi così e giuro che ti faccio cadere tutti i denti ancor prima che tu riesca ad aprir bocca.» ringhia il portiere alzando il pugno destro. «Non ci pensare nemmeno, signorino.» lo riprende il mister, stringendogli il pugno. «Forza, torniamo in campo.»

Grace già in panchina, sorride al mister ed ai compagni, bacia ancora una volta le labbra del Kaiser – che saluta gli amici velocemente e torna sugli spalti – mentre la ragazza prende posto accanto alle compagne ed i ragazzi rientrano in campo. «Avete chiarito?» sussurra all’orecchio di Fanny, che alza le spalle. «Dice che non sa chi sia e che non gli importa nulla.» risponde, guardando il fidanzato mentre si piazza davanti la porta. Amy e Patty si lanciano uno sguardo e ridacchiano: tutto ciò riporta loro alla mente un analogo episodio, dove per poco la manager della New Team non rompeva la bandiera in testa alla manager della Mambo; ora a distanza di anni, con ognuna fidanzata col proprio calciatore, non possono che ridere a quell’incomprensione – per fortuna finita bene.

La partita riprende col calcio d’inizio dell’Italia, che subito si spinge in avanti decisa a segnare e vincere, ma dall’altra parte del campo gli avversari sono egualmente decisi a vincere. «Non vi permetteremo di segnare!» li avverte Philip, mentre tutta la nipponica difesa si muove per contrastare l’avanzata italiana, un attaccante riesce a smarcarsi da Bruce e passa Salvatore, che aggancia palla e si prepara al tiro, guardando fisso negli occhi il portiere di fronte a sé; un solo cenno della mano destra di Ross e la difesa scatta indietro, mentre Gentile, concentrato sul portiere tira e segna esultando immediatamente – ma la sua gioia viene smontata un secondo dopo dal fischio dell’arbitro e dalla bandierina alzata del guardalinee.

Dopo il rinvio di Benji, che volta lo sguardo verso la panchina, sorridendo alla fidanzata, tutto il Giappone parte in contropiede. «Questa volta segneremo!» esclama Holly, portando avanti l’azione con tutta la squadra dietro, tutti e dieci determinati a segnare. Un difensore si para dinnanzi al capitano, che gira su se stesso, trovandosi davanti ancora un altro avversario, vedendosi dunque costretto a passare il pallone a Tom al suo fianco; anche il numero undici non ha molta libertà d’agire, blocca il pallone guarda i compagni cercando uno spiraglio per passare. «Tom passa qui!» gli fa cenno Patrick libero da marcature, Becker passa e sorride ai due avversari soddisfatto.

«Fermate il numero diciotto!» urla Dario ai suoi compagni, che si precipitano addosso ad Everett, che con una serie di finte – grazie alla sua velocità e resistenza – supera agilmente gli avversari e carica il tiro del Falco, che potente, supera un avversario e si insacca nella porta italiana, lasciando Belli con un pugno di mosche e uno sguardo furente; recupera il pallone con rabbia e lo scaglia con potenza verso l’aria di Price, mentre Gentile lo recupera per un soffio e la difesa giapponese risale a grandissima velocità. «Non ci sperare.» lo avverte Philip, parandosi di fronte a lui, iniziando a dribblare, mentre i compagni raggiungono l’aria ed il tackle tra i due continua, elogiati dai tifosi di entrambi le fazioni.

Julian è l’ultimo a raggiungere l’aria di rigore, il respiro affannato per la corsa folle e resta fermo osservando la disputa tra i due, mentre gli altri vanno a dar man forte a Callaghan, che riesce a rubare palla a Gentile e passa a Diamond, che subito verticalizza l’azione e fa partire il contropiede, affiancato da Mason e Carter. «Julian tutto bene?» chiede Benji, accorgendosi del malessere del compagno. «Sì, Benji, sono solo un po’ stanco, ma sto bene. Mi fermo un attimo e passa.» risponde Ross, avvicinandosi alla porta e poggiandosi al palo, osservando i compagni avanzare.

Al centro campo i tre vengono braccati dagli italiani, ma di certo non si lasciano intimorire, con una serie di passaggi riescono a liberarsi ed a mantenere il possesso, il pallone giunge ai piedi di Hutton, che davanti a Belli – libero da ogni marcatura – carica il destro e tira, ma per sua sfortuna il pallone viene bloccato dal portiere italiano, che sghignazza soddisfatto e rinvia la sfera ai suoi e l’azione ricomincia: l’Italia capitanata da Gentile, si spinge nuovamente minacciosa in aria di rigore, mentre il Giappone li marca e cerca di riprendere il possesso – Salvatore questa volta riesce a liberarsi di Philip e di tutti gli avversari, che guardano smarriti Julian, ancora poggiato al palo – questa volta il segnale non arriva e la difesa non indietreggia.

Il capitano italiano tira e Benji salva ancora la sua porta. «Uno ti è già bastato, non ne farai altri.» gli dice rinviando il pallone ai compagni, mentre dagli spalti il pubblico si esalta e di nuovo quella voce femminile elogia il portiere, facendo pulsare una vena sulla tempia di Fanny, che se la becca l’ammazza, incluso il fidanzato.  La nazionale giapponese si spinge di nuovo in attacco, mentre Ross rimane ancora poggiato al palo con la mano destra sul petto, seguendo i compagni a distanza. Lo scambio tra Holly e Tom è sempre motivo di grande entusiasmo per i tifosi, ma lo specchio della porta è chiuso e nessuno dei due ha occasione di tirare, mentre Mark e Patrick sono marcati stretti da due avversari ciascuno, ma dalle retrovie  sopraggiunge un qualcuno che richiede palla e tira di gran carriera un tiro potentissimo, che sfugge dalle mani di Belli e Philip Callaghan all’85’ è l’autore del terzo goal giapponese con il suo formidabile Eagle Shot.  

La rimessa dell’estremo difensore italiano rimette in gioco le due squadre, con l’Italia che si spinge ancora una volta in avanti e Callaghan che ostacola ancora in tutti i modi Gentile, questa volta è il ragazzo di Hokkaido ad avere la meglio, ma è costretto a passare indietro ed è Bruce ad intercettare il pallone che stoppa di petto e passa a Paul, ma il suo passaggio è poco preciso ed un italiano lo intercetta; Julian scatta dalla porta e si fa incontro all’avversario con il pallone, marcandolo personalmente, mentre Philip sta ancora incollato a Salvatore, Ross dà dimostrazione della sua immensa classe e sembra danzare sul campo di calcio – guarda il cronometro e sorride – e spinge l’avversario al limite dell’aria di rigore, continuando a marcarlo, mentre guarda i compagni ed alza la mano destra, la difesa abbandona l’area ed il cretino – cascato in pieno nella trappola – tira e segna, ma il fischio dell’arbitro lo fa sbuffare e la partita riprende con la rimessa di Benji.

Julian Ross ritrovata la grinta e la forza, stoppa il pallone e corre verso l’aria con accanto Philip, i due amici sembrano volare sul campo, ogni passaggio è poesia e nessuno degli avversari riesce a toglier palla, i due arrivano in attacco e Julian tira elegantemente, purtroppo però il tiro viene bloccato da Belli e seguito dal triplice fischio dell’arbitro: il Giappone vince 3-1 contro l’Italia, guadagnandosi l’accesso in finale, attendendo di conoscere la propria avversaria tra Germania e Belgio.

La nazionale del Sol Levante raggiunge la panchina esultando e saltando, così come i tifosi sugli spalti e gli italiani si infilano negli spogliatoi lividi di rabbia. «Sei ancora arrabbiata?» sussurra Benji all’orecchio della fidanzata, stringendole la vita. «Ovviamente!» risponde lei staccandosi dalla stretta. «Non ti parlerò finché non saprò chi è questa cretina e sapere cosa vuole da te.» risponde acidamente, lasciandolo indietro ed infilandosi nello spogliatoio. «Che palle! Io nemmeno ho idea di chi sia questa tipa…» sbuffa il portiere, facendo sospirare Julian. «Lo sai com’è Fanny, no? Ma ti prego, non litigare con lei, chiunque sia questa ragazza.»

Ridendo e scherzando i calciatori si infilano sotto le docce, mentre le ragazze li aspettano parlando nello spogliatoio e Freddy è fuori con Thomas e Kirk. La porta dello spogliatoio nipponico viene spalancata di colpo, costringendo le ragazze a fermare le loro risate. «Amore!» sorride felice Grace, trovandosi davanti il fidanzato e Kaltz, si alza e gli corre tra le braccia baciandolo con dolcezza – facendo sorridere Jenny – Schneider la stringe tra le sue braccia e ricambia. «Benji è ancora sotto la doccia? C’è una ragazza fuori dallo stadio che chiede di lui.» dice dopo il bacio, guardando la sua miglior amica cambiare espressione e la fidanzata impallidire. «Vuole morire? Bene, la raggiungerò subito e le risparmio l’inutile attesa, quanto a tuo compare digli che appena torno fa bene a non farsi trovare.» ringhia Fanny, correndo verso la porta, dando involontariamente una spallata al Kaiser che sbuffa e la blocca.

«Fanny finiscila di fare la cretina, già mi è bastato ieri venir alle mani con quei deficienti degli italiani e non penso sia il caso che adesso tu faccia lo stesso.» le dice guardandola negli occhi e sorridendo. «Karl fatti cazzi tuoi e lasciami andare da quella, o ce ne saranno anche per te.» gli urla addosso la ragazza con tutta la sua collera. «Bene, allora dovrai passare prima su di me.» le risponde intenzionato a non lasciarla scappare, tenendola stretta tra le braccia. «Amore… hai idea di chi sia questa ragazza? La conosci?» chiede Grace, guardando l’amica dimenarsi con tutte le sue forze, che pesta anche un piede all’amico. «No, non l’ho nemmeno vista. Ha parlato con Deuter, è stato lui a dirmi di venire a chiamare Benji.» risponde Karl, pizzicando il fianco all’amica irrequieta.

Mano a mano i calciatori riemergono dalle docce puliti e vestiti e Benji sospira – capendo all’istante il perché Karl stringe Fanny. «Ancora con questa storia? Non mi pare di esser corso da lei a far chissà cosa.» dice guardando male la fidanzata, salutando poi gli amici. «Gran bella partita, amico.» sorride Hermann, facendo annuire Karl e sorridere Benji. «Ora vi aspetto in finale.» dice guardando ancora la fidanzata. «Ci saremo.» risponde Kaltz con un sorriso. «Adesso però credo sia meglio capire chi è questa ragazza, o io non arriverò alla finale.» ironizza Schneider, beccandosi un altro pestone ed una gomitata allo stomaco da Fanny. «Aih! Sei terribile! Non oso immaginare se non fossi stato il tuo miglior amico…» sbuffa lasciandola e tenendosi lo stomaco. «La tipa ti aspetta fuori dalla stadio.» dice poi all’amico.

Benji guarda male la fidanzata ed annuisce. «Venite anche voi!» dice ai due, tirando Fanny per il braccio. «Lasciami, cretino, so camminare da sola.» lo provoca la ragazza, strattonandosi e dandogli un calcio alla gamba; il portiere sbuffa e corre fuori dallo stadio, trovandosi di fronte una bella ragazza: i lunghi capelli corvini mossi dalla brezza, gli occhi castani che scintillano alla luce artificiale dei fari dello stadio ed un bel sorriso sulle labbra tinte di rosso – Benji non ha la più pallida idea di chi sia – ma ha un che di familiare. «Io li ammazzo, parola mia che li ammazzo!» urla Fanny, correndo dietro al fidanzato con uno scatto degno di un velocista, costringendo Kaltz e Schneider a correrle dietro; proprio in quel momento la ragazza misteriosa si butta letteralmente tra le braccia di un confuso Benji, che puntella i piedi e la stringe per non cadere entrambi.

«Come osa questa stronza?» ringhia Fanny tra i denti, mentre i due ragazzi la bloccano in contemporanea ed osservano la scena. «Stai buona, maledizione. Benji ha occhi solo per te, non gli frega nulla delle fans e vedrai che avuto l’autografo lo lascerà in pace.» le dice Karl, tentando invano di farla ragionare. Non ha mai visto questa ragazza, quindi sicuramente non è una delle tante, ma solo una fan svitata.  «Sei stato bravissimo, Benji, fenomenale come sempre.» cinguetta allegramente la ragazza, dandogli un bacio in guancia, che suscita maggiormente le ire di Fanny – costringendo Hermann e Karl a tenerla più stretta. «Ehm… grazie.» risponde  Benji, allontanandola e guardandola. «Scusa, meglio evitare queste manifestazioni d’affetto, quella ragazza che fa fumo dalle orecchie è la mia fidanzata ed è un tantino gelosa, vorrei evitare casini…» dice, aspettandosi che la ragazza tiri fuori carta e penna per avere l’autografo – ma invece scoppia a ridere.

«Che c’è?» le chiede Benji ancora più confuso, sentendo Fanny bofonchiare i peggiori insulti. «Sul serio, Benji? Pensi che io abbia preso un aereo da Londra per avere un tuo autografo?» continua la ragazza ridendo ancora. «Sono Karen, scemo. Tua cugina.» dice smettendo di ridere, Benji la fissa un attimo, mentre nella sua mente si riaffaccia il viso di una bambina con dei capelli neri a caschetto, che giocava con lui da piccolo. «Karen!» sorride stringendola forte. «Che bello, non ci vediamo da anni, non ti avevo riconosciuta… sei cambiata.» sorride ancora baciandole la guancia; in quel preciso istante Fanny si libera dei ragazzi e raggiunge il fidanzato e quella in due falcate. «Pensi di fare il mollusco ancora per molto? Bene, fa come ti pare, io me ne torno in Giappone, stronzo.» urla Fanny, facendolo voltare e mollandogli uno schiaffo in piena guancia.

Karen si morde le labbra, notando il cugino guardare la fidanzata con occhi feriti. «Fanny…» sussurra Benji chinando lo sguardo e la visiera del cappellino. «Scusa, mi dispiace, non volevo creare trambusti.» inizia la ragazza dai capelli di ebano, guardando Fanny – che le lancia uno sguardo omicida e non calcola il fidanzato. «Non sapevo che Benji avesse trovato finalmente la ragazza giusta e sono felice… hai un bel caratterino e sei perfetta per lui, ma io non ho nessun intenzione di mettermi tra voi, anche volendo non potrei. Mio padre e sua madre sono fratello e sorella, quindi noi siamo cugini.» le dice Karen.

«Cu…cugini?» chiede Fanny sbarrando gli occhi e guardando Benji per aver conferma. «Già, Karen è mia cugina. Vive a Londra e non ci vediamo da anni.» risponde lui, sorridendo alla cugina e guardando la fidanzata negli occhi. «Che cretina che sono… scusa, amore, mi dispiace tantissimo. Sono sempre la solita che prende di petto le situazioni e reagisco sempre nel peggiore dei modi.» mormora Fanny profondamente dispiaciuta – dandosi da sola della cretina – stringendosi al petto del fidanzato, gli bacia la guancia colpita ed inizia a piangere sul suo petto. «Va tutto bene, mia dolce Fuffy. È anche un po’ colpa mia, se l’avessi riconosciuta ti avrei detto che non avesti avuto motivo di preoccuparti.» risponde dolcemente Benji, stringendola forte a sé e baciandole i capelli, mentre Karl ed Hermann si avvicinano per presentarsi.

Fanny alza gli occhi verdi – ora velati di lacrime – e guarda il suo uomo. «Ti amo, Benji, ed ammetto di aver paura di perderti ogni giorno… non perché non ho fiducia in te, ma mi spaventa il tuo esser famoso.» sussurra specchiandosi nei suoi occhi facendolo sorride. «Non devi aver paura di questo, sciocchina, fossero stati altri tempi avresti dovuto, ma non ora, non più. Fanny tu sei la mia vita, ti amo esattamente come sei e non voglio nessun’altra ragazza al mio fianco se non te.» risponde asciugandole le lacrime e baciandola con dolcezza ed amore.

Karl ed Hermann ridono e fischiano, proprio in quel momento tutta la squadra esce dalla stadio per raggiungere il pullman e tornare in albergo e Fanny si stacca dal fidanzato, avvicinandosi alla ragazza. «Scusami, sono una scema. Comunque è un piacere conoscerti, io sono Fanny.» dice porgendo la mano all’altra, che sorride e la stringe. «Piacere mio e non preoccuparti.» sorride Karen stringendola. «Ragazzi è ora di tornare.» si intromette Freddy, notando la ragazza, rendendosi conto che tutto si è sistemato per il meglio – riconoscendola e salutandola. «Karen noi dobbiamo tornare in albergo a Mosca, ma mi piacerebbe rivederci.» le dice Benji, prendendo per mano la fidanzata.

«Benji muoviti o ti lascio qui.» lo riprende Freddy, dal pullman. «Vai, o lo fa davvero.» ride la cugina sorridendo al mister, ricordando quanto fosse severo quell’uomo anche quando erano piccoli, ma ricordando anche quanto bene voleva al suo pupillo. «Sì, andate, ragazzi. Karen potrà venire con noi in auto, tanto dobbiamo tornare a Mosca con voi.» sorride Hermann. «Quale auto? Guarda che anche noi siamo col pullman sociale.» gli ricorda il Kaiser ridendo, facendo ridere anche Benji e Fanny ed anche Karen. «Non preoccupatevi non voglio disturbare.» dice la ragazza, mentre Thomas Schneider fa capolino per richiamare i suoi. «Aspetta un attimo, Karen. Benji tu vai, me la sbrigo io.» dice correndo dal padre e spiegandogli la situazione.

Il portiere annuisce, saluta la cugina e raggiunge il pullman dove tutta la squadre li attende. Karen sorride e bacia la guancia di entrambi, sorridendo poi a Kaltz col quale è rimasta ad aspettare il Kaiser. «Voi siete gli amici tedeschi di Benji?» chiede. «Sì, siamo i suoi migliori amici, nonostante le nazionalità diverse Benji per noi è come un fratello.» risponde Hermann con un sorriso, mentre Karl e suo padre ritornano. «Piacere, io sono Thomas Schneider, l’allenatore in seconda della nazionale ed allenatore dell’Amburgo.» sorride porgendo la mano alla ragazza, che sorride e si presenta. «Vieni in albergo con noi, non c’è alcun problema.» continua Thomas avviandosi verso il pullman. «Grazie.» sorride Karen seguendoli e salutando il cugino e Fanny sul pullman appena partito.

 

***

Angolo dell’Autrice: ed anche la prima semifinale è andata, la seconda non la descriverò nel dettaglio, ma si vedrà velocemente al prossimo capito, per poi passare alla finale. xD Ovviamente, come da titolo, la sfida tra i ragazzi – dopo quello che hanno fatto gli italiani a Fanny e Grace – continua anche in campo e la vincono ancora i nostri… in questo capitolo appare Karen, che mi è stata suggerita da Mae Wakabayashi per allungare un po’ il capitolo e mettere un po’ di pepe; lei è cugina di Benji da parte di sua madre che è sorella di suo padre, per questo non era presente alla festa di nonno Price. xD Non so se continuerò ad usarla. Che altro dire? Seppur in ritardo, auguro a tutti quanti voi un felice anno nuovo e… ormai anche questa storia è agli sgoccioli, oltre a questo mancano ancora due capitoli, ma ho già in mente un prequel ed un sequel, che spero di iniziare al più preso.  Qui vi lascio la scheda di Eva e Qui quella di Derek, intanto e spero di fare quella degli altri OC entro i prossimi due capitoli, altrimenti dovrete aspettare le prossime storie. xD nella scheda troverete un episodio accaduto tra Eva ed il Kaiser, che svilupperò nel prequel, ma che ho accennato durante la parte dell’ospedale – tanto che alcune di voi mi hanno chiesto se fossero ex rimasti in buoni rapporti. xD Adesso è veramente tutto, grazie sempre infinitamente a tutti quanti ed alla prossima. Un bacione ed ancora buon anno nuovo. Amy

 

 


[1] Cugino acquisito perché Benji sta con Fanny. xD

   
 
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