Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: heliodor    10/01/2019    1 recensioni
Joyce è nata senza poteri in un mondo dove la stregoneria regna sovrana. Figlia di potenti stregoni, è cresciuta al riparo dai pericoli del mondo esterno, sognando l'avventura della sua vita tra principi valorosi e duelli magici.
Quando scoppia la guerra contro l'arcistregone Malag, Joyce prende una decisione: imparerà la magia proibita per seguire il suo destino, anche se questo potrebbe costarle la vita...
Tra guerre, tradimenti, amori cortesi e duelli magici Joyce forgerà il suo destino e quello di un intero mondo.
Fate un bel respiro, rilassatevi e gettatevi a capofitto nell'avventura più fitta. Joyce vi terrà compagnia a lungo su queste pagine.
Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Il messaggio

 
"Metti via quell'affare o ti farai male" disse Elvana con tono di rimprovero.
Bardhian, la spada ancora sollevata a mezz'aria, le lanciò un'occhiata stupita. "Questa non è un affare" disse con tono indignato. "È la sacra spada di Rossmund il Rosso" disse come se bastasse quello a spiegare tutto.
Elvana scosse le spalle. "È una spada. Ed è anche brutta."
In effetti il suo aspetto era pacchiano e sgraziato, si disse Vyncent. Non sembra affatto bilanciata e la guardia è del tutto sbagliata.
Infatti Bardhian doveva stare attento a non ferirsi con le punte che sporgevano verso il basso e rischiavano di lacerargli la mano.
L'elsa era in avorio lavorato in modo da offrire una presa migliore e il pomolo raffigurava un piccolo sole che irradiava nove raggi in altrettante direzioni.
Il simbolo della casata di Malinor, pensò Vyncent.
La spada era un gentile dono del circolo per il principe Bardhian, quale premio per aver dato lustro alla sua casata, al regno e al circolo stesso di cui era membro, anche se non aveva mai combattuto per loro.
Nell'ampia sala dove si erano riuniti dopo la cerimonia nella piazza della Gloria, Vyncent si sentiva a disagio.
Le mura erano state addobbate per l'occasione con arazzi preziosi e gli antichi cimeli di guerra dei Malinor o almeno una parte di essi.
Stando a quanto diceva Bardhian, i sotterranei del castello traboccavano di forzieri pieni di oggetti simili: spade, scudi, lance, armature, mantelli e vessilli sottratti ai nemici sconfitti.
"Questa è solo una piccola parte del tesoro" aveva detto mostrandoli con orgoglio. "Il resto è custodito nei sotterranei."
"Ecco dove avete nascosto la modestia voi Malinor" aveva detto Elvana divertita. "Deve trovarsi in uno di quei bauli. Uno molto piccolo, suppongo."
Bardhian era arrossito ma non aveva replicato alla provocazione. "Ora siamo eroi" aveva detto con voce eccitata.
Eroi, pensò Vyncent. Ora siamo eroi. Eppure io non mi sento diverso rispetto a prima, tranne che per una cosa.
Bryce arrivò in quel momento e non era sola. Con lei c'era Mire.
Re Alion l'aveva rimandata a Malinor per governare al suo posto e sembrava aver preso sul serio la cosa.
Vyncent l'aveva temuta per tutto il viaggio di ritorno verso la città e ne aveva parlato con Bryce.
"Potremmo accompagnare Bardhian fino ai confini e poi dirigerci a nord" le aveva detto.
Bryce si era accigliata. "Scappare ci renderebbe colpevoli, non trovi?"
"Noi siamo colpevoli" aveva risposto lui. "Siamo andati via nella notte come ladri e ci siamo uniti a un esercito che è sempre stato nemico di Malinor. Come credi che ci accoglieranno? A braccia aperte?"
Lei aveva incrociato le braccia sul petto. "Sia quel che sia, io non scapperò. E nemmeno Elvana. Abbiamo salvato Malinor, in fondo. Se tu vuoi andare a nord fallo pure."
"Anche se lo volessi, non potrei."
"Non sei obbligato a restare."
"Bryce..."
"Sì?"
"Riguardo a quello che è accaduto a Orfar..."
Lei aveva alzato una mano per azzittirlo. "Possiamo evitarne di parlare adesso?"
"Sento il dovere di chiarire la situazione."
"A me sembra già chiara."
Vyncent aveva annuito e non ne aveva più parlato.
"Dalle tempo" gli aveva detto Elvana raggiungendolo.
"Ci stavi ascoltando?"
"No, che cosa credi? Che vi spii?" aveva detto lei indignata. "Bryce è tornata a dormire che era di cattivo umore. Deve ancora riprendersi dalle ferite di Aschan e tu devi lasciarla in pace finché non starà bene."
I dardi di Aschan Lamagrigia avevano inflitto a Bryce ferite gravi ma non mortali. I guaritori le avevano imposto venti giorni di riposo assoluto, ma le se n'era concessi solo cinque e all'alba del sesto era già in piedi.
Aveva ordinato di seppellire Aschan con tutti gli onori e di lasciare liberi i prigionieri. Quindi aveva fatto cercare Kymenos per tutto il palazzo.
L'erede di Orfar era stato ritrovato in una cella nei sotterranei, affamato e terrorizzato.
Vyncent provò compassione per lui. Poteva solo immaginare che cosa gli avessero fatto passare Aschan e il suo leccapiedi.
Marlan era morto, ucciso in duello da Elvana.
"Non era un granché" aveva detto la strega. "Mi chiedo come tu abbia fatto a farti mettere sotto da lui."
"Ero legato ed esausto" di era giustificato Vyncent.
"Sarà..."
Skeli era tornata dieci giorni dopo la fine della battaglia. Non si era mai allontanata troppo da Orfar e le sue spie dovevano averle riferito quello che era successo.
Non appena tornata a palazzo aveva preteso che le venissero restituite la corona che Aschan le aveva usurpato.
E le pergamene nelle quali dichiarava di abdicare in favore del figlio.
"Mi sono state estorte con la forza e le minacce" si era giustificata.
Era stata Bryce a riportarle i documenti. Li aveva depositati davanti al trono dove Skeli giaceva distesa, lo sguardo accigliato.
Poi Bryce aveva dato fuoco alle pergamene con un incantesimo.
La regina di Orfar le aveva rivolto uno sguardo carico di risentimento. "Quello che è accaduto non cambia niente. Noi due abbiamo ancora un patto e tu lo devi onorare."
"Io non ti devo niente."
"Ho quasi perso il mio regno a causa della tua inettitudine" l'aveva accusata la regina.
"E io l'ho riconquistato nonostante la tua" aveva risposto Bryce.
Skeli aveva annuito. "È questa la tua risposta? I Valonde non rispettano più le loro promesse?"
"Ti prometto che non tornerò a finire quello che Aschan ha iniziato" aveva detto Bryce. "Se tu prometti che te ne resterai qui senza procurarci altri guai."
"Osi minacciarmi?"
"Non è una minaccia. È una promessa."
"E allora vai pure, strega dorata" aveva detto Skeli. "Io resterò qui ad attendere la notizia della tua caduta."
"Hai corso un bel rischio" aveva detto Vyncent. "È pur sempre la regina di Orfar."
"Il suo esercito è disperso e noi controlliamo la città" aveva risposto Bryce. "Lo sa che non le conviene tirare troppo la corda."
"Davvero hai pensato di deporla?"
"No, ma solo perché non c'è nessun altro che può salire sul trono. Per il momento."
"E dopo?"
"Saranno problemi degli Orfar" aveva risposto lei.
Due giorni dopo erano partiti alla volta di Malinor.
Il viaggio di ritorno era stato più lungo di quello d'andata, ma Vyncent ci aveva badato poco.
Per giorni era stato all'erta nel timore di vedersi piombare addosso l'armata inviata da Skeli per vendicarsi. Ma non era successo e loro erano tornati a Malinor.
Mire li aveva accolti con freddezza, ma non con ostilità.
"Non vi faccio arrestare e gettare in una cella solo perché in città si è diffusa la notizia che siete degli eroi e che meritate un trionfo" aveva detto la donna. "Non posso mettermi contro due milioni di persone."
"Ti chiedo scusa per quello che abbiamo fatto" aveva detto Bryce a nome di tutti. "E siamo pronti a fare ammenda. Se pensi che meritiamo di essere imprigionati, non ci opporremo."
"Ti ho già detto che non lo farò" aveva risposto Mire. "Per ora hai vinto tu, strega dorata."
"Ha vinto Malinor."
"Questo è da vedere."
Dopo la cerimonia nella piazza della Gloria, Mire aveva insistito per vederli tutti in quella sala.
Insieme a Vyncent, c'erano Elvana, Djana e Bato. E Igar.
Lo stregone si era ormai unito al loro gruppo e Bryce lo aveva accettato.
Era sempre entusiasta e sembrava nutrire un'ammirazione immensa per Bryce, fin da quando aveva trionfato nel torneo di Orfar per stabilire chi dovesse cavalcare al fianco della strega rossa.
"L'Unico ha voluto che fossi qui" amava dire.
Nella riconquista di Orfar si era distinto per coraggio e abilità. Aveva aiutato a conquistare una delle due torri che sorvegliavano l'entrata principale della città.
Vyncent aveva interrogato i soldati e gli stregoni che avevano combattuto al suo fianco e tutti concordavano nel dire che era stato coraggioso fin quasi all'incoscienza.
Quando gli assedianti avevano vacillato davanti alle difese nemiche, lui li aveva incitati a proseguire l'attacco.
Persino Elvana aveva iniziato ad apprezzarlo.
"Non parla troppo a differenza di te" aveva detto la strega. "Né troppo poco come Bato. E non cerca di dimostrarsi più abile di me come Djana."
Anche i loro apprendisti si erano distinti durante la battaglia, Bardhian in particolare. Anche se non lo aveva visto in azione, chi lo aveva accompagnato nella presa del castello di Orfar diceva che si fosse battuto con coraggio.
Tutto l'opposto del fratello codardo, pensò Vyncent.
Ronnet era fuggito insieme a Skeli ma non aveva osato ritornare a Orfar insieme alla regina.
Era riapparso sei giorni dopo il loro ritorno a Malinor, mostrando il solito sorriso beffardo.
"Anche io merito il trionfo" aveva detto a Mire.
"Tu sei scappato" l'aveva accusato Elvana.
"Ero partito alla ricerca di nuovi alleati per riprendere la città. Tutti possono dirlo."
Mire aveva acconsentito a tributare anche a lui gli onori della vittoria.
La notizia della fuga di Ronnet si era diffusa lo stesso tra la popolazione. Erano stati i soldati e le streghe e gli stregoni che avevano partecipato alla battaglia di Orfar a diffonderla.
"Ronnet non potrà mai diventare re" aveva detto Vyncent a Mire.
"I Malinoriani amano gli eroi" aveva risposto la donna. "E odiano i codardi. Ma non ci mettono molto a innalzare alla gloria un traditore e gettare nel fango un eroe celebrato fino a pochi giorni prima. Sono fatti così. Per quanto mi riguarda, io devo pensare al futuro del regno. Per qualche assurdo motivo, re Alion potrebbe scegliere Ronnet come suo successore. Se ciò accadesse, una simile macchia sul futuro sovrano sarebbe difficile da cancellare."
Anche Ronnet era presente a quella riunione e li osservava col solito sguardo tronfio mentre sedeva stravaccato su di una poltrona imbottita.
"Lascialo giocare con la sua spada" disse a Elvana.
"Sei solo invidioso" disse Bardhian con aria di sfida.
Non lo fare, pensò Vyncent. Non cadere nella sua provocazione.
Ronnet rise. "Invidioso io? Di te?" Rise più forte.
Bardhian gli mostrò la spada. "Volevi tu questo onore."
"Io voglio ben altro che una ridicola spada" rispose Ronnet tornando serio. "Mentre tu ti baloccherai con il tuo nuovo giocattolo io cingerò la corona di Malinor. E quando accadrà, il mio primo ordine sarà di fondere tutte le inutili cianfrusaglie accatastate nei sotterranei."
"Non oserai" protestò Bardhian. "È il tesoro più prezioso di Malinor. È la prova della sua gloria."
"La gloria del passato non mi interessa" fece Ronnet con tono sprezzante. "Quando io sarò re, Malinor ne avrà di nuova. Dovrò pur fare spazio per il mio tesoro, no?"
"Ti vanti di vittorie che non hai ancora ottenuto?" chiese Vyncent.
Ronnet gli rivolse una smorfia di disgusto. "Qual è stata la tua ultima vittoria, principe senza corona? Fammi indovinare. Hai vinto il cuore della strega dorata?"
Vyncent strinse i denti.
Come ha fatto Bardhian a sopportare questo tizio per così tanti anni? Si chiese. Forse ho sottovalutato la sua forza di carattere.
"Chiedi scusa a Vyncent" disse Bardhian.
Ronnet lo guardò stupito. "Osi anche darmi degli ordini adesso? Si vede che ti sei montato la testa, ragazzino."
"Chiedigli scusa" ripeté Bardhian con tono deciso.
Ronnet lo fissò a lungo, poi scosse la testa. "Imploro il tuo perdono, principe senza corona, per averti recato offesa" disse con tono plateale.
Bardhian annuì. "Così va bene."
Ronnet grugnì qualcosa e si avviò all'uscita proprio nel momento in cui Bryce e Mire stavano entrando.
"Vai già via, principe Ronnet?" chiese la donna.
Lui la ignorò. "Ho altri impegni più urgenti."
"Non vuoi sentire che cosa ho da dirvi?"
"Non mi interessa."
Mire gli mostrò una pergamena. "Nemmeno un messaggio di tuo padre, il re?"
Ronnet si fermò. "È un suo dispaccio? Quando è arrivato? Perché non sono stato avvertito?"
"È arrivato questa mattina" disse Mire. "E ti sto informando adesso."
"Io sono il maggiore" protestò lui.
"E il re ha affidato a me la reggenza mentre lui è via" disse la donna.
Ronnet strinse i pugni. "Non fai nemmeno parte del circolo."
"Non servono i poteri per governare Malinor" disse Mire. "Allora, vuoi sapere che cosa ha scritto tuo padre?"
Ronnet tornò verso il centro della sala.
Mire si posizionò in un angolo in modo che tutti potessero ascoltare. "Il messaggio è molto lungo e contiene parti che il re non mi ha autorizzato a rendervi note."
"Cosa c'è di così importante che deve tenere segreto anche a me?" chiese Ronnet.
"Il re mi ha chiesto di non farlo e io ubbidirò" rispose la donna. "Innanzitutto, sappiate che è stato avvertito di quanto è accaduto a Orfar." Guardò Bryce. "Il re si complimenta con la principessa di Valonde e si augura che questa splendida vittoria rinsaldi i rapporti tra i nostri regni che da sempre sono amichevoli. Il re intende farvi sapere che la campagna procede molto bene e che tra non molto ci sarà uno scontro decisivo con l'armata di Malag. Da settimane sta cercando di mettere in trappola il grosso delle sue forze e crede di esserci riuscito. Si augura tra non molto di poter annunciare la vittoria in un prossimo dispaccio. Una volta vinta la guerra a sud, invierà un nutrito contingente a nord per dare aiuto e supporto a re Andew e alla sua alleanza. Si augura che la principessa Bryce voglia guidare l'armata che lui le metterà a disposizione."
Bryce annuì. "Ne sarò più che lieta."
Mire le rivolse un'occhiata benevola. "C'è anche un messaggio per i suoi figli che sono rimasti a Malinor, Ronnet, Thereza, Kandal" fece una breve pausa. "E Bardhian. Il re vuole informarvi che ha preso la sua decisone e scelto l'erede che gli succederà al trono."
Ronnet sgranò gli occhi. "Chi avrebbe scelto mio padre? Dimmi il nome."
"Non l'ha scritto. Il re intende informare voi, il consiglio e il popolo di Malinor quando tornerà per celebrare in maniera solenne la vittoria e la fine della guerra. Fino a quel momento, si augura che continuerete a lottare in maniera leale per la corona."
Tutti trattennero il fiato.
"Tutto qui?" chiese Ronnet. "Non c'è altro?"
"Non c'è altro" disse Mire.
"Tu sai chi ha scelto, non è vero?" disse il principe a Mire.
La donna scosse la testa. "Lo ignoro."
"Stai mentendo. Tu sei la persona più vicina al re. Quello che lui pensa è quello che lui ti dice."
"Ronnet" disse Bardhian. "Devi portare rispetto per la reggente al trono."
Mire gli fece cenno di farsi da parte.
Ronnet sembrava un bambino al quale fosse stato negato il suo dolce preferito. "Ma tu devi sapere qualcosa. In base a cosa nostro padre ha fatto la sua scelta?"
"Solo il re lo sa" rispose Mire con tono calmo.
Ronnet fece per dire qualcosa, poi sembrò ripensarci e lasciò la sala a passo svelto.
"Thereza e Kandal sanno della lettera?" chiese Bardhian.
"Non c'è stato tempo per informarli" disse Mire. "Provvederò io stessa al più presto. Col vostro permesso, ho un regno del quale occuparmi."
Mentre la donna usciva, Vyncent andò da Bryce e la prese da parte.
"Tu lo sapevi, non è vero?" le chiese.
Lei scrollò le spalle. "Fino a un'ora fa, no. Poi Mire è venuta da me e mi ha parlato della lettera."
"Ti ha chiesto consiglio?"
Bryce annuì. "Era molto preoccupata. La decisione del re ha sorpreso anche lei. Non se l'aspettava."
"Nemmeno io" disse Vyncent. "Però almeno ora sappiamo che c'è un erede. È un buon segno per Malinor, no? Con i giochi già fatti, dovrebbero finire anche le lotte tra i fratelli."
"Dipende da chi è stato scelto" disse Bryce.
"Credi che sia Ronnet?"
Bryce si strinse nelle spalle. "Potrebbe essere chiunque."
"Re Alion non mi sembra un uomo avventato."
"I Malinor sono pazzi, non dimenticarlo" disse Bryce.
Un valletto in livrea si presentò all'ingresso. Dopo essersi inchinato diede un foglietto a Vyncent.
Lui lo soppesò senza aprirlo. "È per me?"
Il valletto annuì.
"Chi te lo ha dato?"
"Una ragazza. Dice che ha un messaggio per voi."
Vyncent aprì il foglietto. Era vuoto. "Non c'è scritto niente."
Il valletto si strinse nelle spalle.
"Quella ragazza ti ha detto il suo nome?"
"Sibyl" rispose il valletto.
Vyncent sgranò gli occhi. "Sapresti riconoscerla?"
Il valletto annuì.
Vyncent lo afferrò per il braccio e lo trascinò via.

Prossimo Capitolo Venerdì 11 Gennaio
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: heliodor