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Autore: Anonima Italiana    17/01/2019    6 recensioni
Seguito di "The first dark love story" in cui si narra la storia della nascita di Macaria, primogenita di Ade e Persefone.
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ade, Demetra, Ermes, Estia, Persefone
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Come ogni giorno, Ade, signore degli Inferi era nella sala del Trono intento al suo lavoro di supervisore del lavoro dei giudici infernali, quando venne  avvertito da un servitore che una persona desiderava vederlo.

- Una persona?- chiese infastidito il Signore degli Inferi.

- Ecco, in realtà era solo per dire….in realtà è un’altra dea- 

Incuriosito,Ade decise di prendersi una pausa per ricevere l’insolita visitatrice. Da quando aveva preso possesso del proprio dominio (ovvero secoli), vi era vissuto in solitudine quasi completa, dato che- a parte Ecate che vi risiedeva, Ermes con i suoi messaggi e ultimamente Asclepio-certamente nessuno dei suoi divini parenti si era mai sognato di andare a visitarlo. A parte qualche volta…
 

- Salute, fratello Ade-  disse in quel momento Estia, dea del focolare domestico, apparendo sulla soglia.

- Bentrovata, cara sorella- rispose Ade facendosi incontro all’unica sorella a cui fosse veramente affezionato.
- E’ passato molto tempo da quando questi luoghi hanno avuto l’onore di una tua presenza. Che cosa ti porta nell’Averno?-

- C’è bisogno di un motivo per visitare il proprio fratello?- rispose Estia sorridente, guardandosi attorno. Come ogni cosa nel palazzo di Ade, la sala del trono era improntata all’oscurità e al rigore, e non poteva essere altrimenti; ma Estia notò qualche cambiamento, qualcosa  che portava una nota di luce e di calore. Innanzitutto, il trono accanto a quello di Ade: era nero come quello del sovrano, ma qua e là vi erano intrecciati dei piccoli fiori- gioiello e sopra vi erano posati alcuni cuscini di vario colore. Su una delle pareti era appeso un bellissimo arazzo raffigurante il Regno di Ade, qui e là facevano capolino alcuni pregiati soprammobili  di porcellana. Insomma, un bel cambiamento rispetto all’ultima volta in cui vi era venuta!

- Ti piace? Merito della mia Regina e del suo impeccabile gusto- fece Ade con evidente orgoglio.

- Persefone ha approntato enormi cambiamenti- rispose Estia sorridendo, evidentemente non riferendosi solo all’arredamento.

-  Non mi hai ancora detto il motivo della tua visita-

- Il dover della Dea del Focolare domestico e della famiglia è essere laddove c’è bisogno di lei. Talvolta, anche quando il suo aiuto non è espressamente richiesto…- ed Estia guardò il fratello con occhi ridenti ma allo stesso tempo indagatori. 
Ade si sentì stranamente imbarazzato a quello sguardo


- Nella mia, di famiglia, va tutto a meraviglia: Persefone sta benissimo e il bambino pure, cresce a vista d’occhio.- 

- E tu invece? Come stai?- chiese Estia molto diretta. Sul primo momento, Ade non seppe cosa rispondere: la domanda era arrivata del tutto inaspettata. Prima di Persefone, mai nessuno si era preoccupato di lui, dei suoi sentimenti o bisogni.

- Mai stato meglio! Ma guarda che non sono io che aspetto un figlio…-

- Fisicamente no di certo! Ma sai, fratello, ti voglio rivelare una cosa: anche i padri attendono la nascita di un figlio. Solo, in modo diverso dalle madri- ed  Estia prese sottobraccio il fratello cominciando a condurlo fuori dalla Sala del Trono. Ade lasciò fare, preoccupato dalla piega che stava prendendo la discussione. Lui era il Signore degli Inferi, era il marito di Persefone e il padre del nascituro: era suo preciso dovere mostrarsi forte, addirittura granitico, per essere di sostegno alla compagna e alleviarle qualunque difficoltà o preoccupazione. E se qualche volta veniva preso da pensieri strani, dubbi, angosce, pazienza, era in grado di sopportare anche questo.

- Certo, fratello, nessuno mette in dubbio che tu sia in grado di fare fronte alle difficoltà e di dare un valido appoggio a tua moglie. Sei sempre stato il più solido tra noi dei, altrimenti questo tuo regno dell’Oltretomba sarebbe miseramente crollato in breve tempo- 
Ma…com’era possibile? Lui non aveva proferito parola! Eppure Estia stava rispondendo a tono a ciò che aveva pensato pochi secondi prima. Sua sorella leggeva nel pensiero?
E difatti Estia rise, stringendosi al suo braccio.


- Non ti devi preoccupare, Ade, non è una cosa così terribile o vergognosa avere delle preoccupazioni in vista della nascita di un figlio! Anzi, è cosa molto comune ed è sinonimo di profondo amore verso la madre, il bambino, la propria famiglia. Ma gli uomini sono anche più restii delle donne a parlare dei loro sentimenti: mentre le donne condividono queste cose con madri, sorelle, amiche, e in qualche modo si aiutano fra loro, gli uomini tendono a nascondere tutto. Così facendo i problemi si ingigantiscono….e non è un bene. Per nessuno- ed Estia lo fissò con i suoi occhi verdi penetranti, così simili ai suoi non nel colore ma nella profondità.
A questo punto, Ade gettò la spugna sospirando. Estia, e non solo grazie ai suoi poteri divini ma soprattutto alla sua sensibilità e perspicacia, era sempre stata quella fra di loro che per prima sapeva intuire stati d’animo a volte poco chiari anche al diretto interessato.
 

- Ebbene cara sorella hai perfettamente ragione. La gioia per quanto sta accadendo nella mia vita convive in me con tante paure e preoccupazioni…-

- Se vuoi parlarne con me, ti ascolto. Sono tua sorella, prima di tutto. E del resto, se si ha la fortuna di avere come sorella la Dea della famiglia qualche beneficio lo si dovrà pure trarre, no?- 

- Ecco…temo sempre che possa accadere qualcosa a Persefone e al piccolo; non chiedermi cosa, perché non lo so nemmeno io. Però è una sensazione che ho molto spesso, anche se non la lascio trapelare per non caricarla di preoccupazioni che sono solo mie. Ma quello che mi preoccupa di più è il dopo….-

- Cioè?-

- Cioè…tutta la vita del bambino. Gli Inferi non sono un posto ideale per crescere una creatura, se non l’avessi notato- 

Estia sospirò.

.- Beh….nemmeno la Terra, sai, se proprio vogliamo guardare bene. Guerre, malattie, cattiveria, odio, discordie…non risparmiano nemmeno i più piccoli, che anzi  ne sono più spesso vittime. Dovresti saperlo bene anche tu, con tutto quello che vedi arrivare ogni giorno-

- Certo che lo so, non credere. Ma è comunque diverso….non so…- Ade si fermò e fece un sospiro.

- Le volte che sono stato nel mondo di sopra, ho visto anche io cosa contiene. So anche io cos’è il calore del sole, il profumo dei fiori, la frescura dell’aria primaverile e l’afa di quella estiva, il gelo dell’inverno. Ho visto anche io i colori vividi delle cose, le risate e i canti delle persone. Solo perché sono relegato qui da secoli, non vuol dire che non conosca certe cose….e non veda la differenza. Ho paura sia ingiusto privare mio figlio di tutto ciò. Ho paura di fare il suo male-

Improvvisamente Estia sentì l’impulso irresistibile di abbracciare quel fratello così oscuro, che nessuno aveva mai conosciuto veramente…che nessuno, in realtà, aveva mai avuto voglia di conoscere, sarebbe meglio dire. Quanto era stato più comodo per tutti.  Si era accollato il peso del regno più grande e ricco ma anche più disprezzato e sofferto, senza mai combinare guai e scandali come gli altri dei e non aveva mai chiesto niente a nessuno…se non, forse, di essere amato. Ma nessuno aveva capito questa sua richiesta, solo Persefone aveva saputo farlo e soddisfare questo bisogno.

Ade si irrigidì:, non era abituato a contatti di questo tipo. Non era abituato a contatti umani di ogni genere, se proprio vogliamo, a parte quelli (abbondanti) con sua moglie, che comunque erano recenti. Ma dopo il primo momento, timidamente avvolse le braccia attorno al corpo di sua sorella, la prima a mostrargli affetto e non paura. Il tutto durò un attimo, poi l’abbraccio si sciolse lasciando Estia sorridente per quanto aveva percepito del fratello, e Ade felice ma lievemente arrossito per l’imbarazzo.


- Fratello Ade, il tuo cuore per secoli ha bramato l’amore e il calore che esso porta. Non averlo conosciuto non significa non sapere cosa è, e la prova ne è che da quando hai trovato la tua Regina, hai riversato su di lei tutto ciò che hai sempre tenuto dentro di te e presto sarà così per tuo figlio; con la tua esistenza hai reso migliore (e felice) la loro vita, come loro la tua. Non angustiarti inutilemente per il futuro, che nessuno di noi può prevedere; forse tuo figlio crescerà fra due mondi, ma per lui questa possibilità sarà solo un’ulteriore ricchezza, assieme all’amore che voi gli darete. E’ questa la cosa più importante- concluse Estia sorridente.

Ade si sentì improvvisamente più sollevato e sicuro, come da tempo non gli capitava.

Fratello e sorella continuarono a passeggiare ancora un po’, in silenzio ma felici l’uno della presenza dell’altra; poi Estia si fece accompagnare a salutare la cognata, constatando la grande gioia che la Regina degli Inferi emanava  non solo come futura madre ma anche come felice consorte. E fu a sua volta molto felice di questo risultato, visto che lei stessa aveva personalmente benedetto la coppia: Ade e Persefone, volendo, avrebbero davvero potuto dare a molti più di una lezione sul tema “matrimonio felice”.

Alla fine della visita, Ade volle accompagnare personalmente la sorella fino alla soglia dell’Averno, dove si salutarono affettuosamente: quella visita era stata preziosa per entrambi.
 
(fine quarta parte)

N.B: non pretendo di conoscere così bene l'animo umano o i sentimenti e le paure di un futuro padre, e nemmeno il modo in cui queste paure possono essere fugate. Spero solo che il mio dialogo tra Estia e Ade non risulti troppo banale o senza senso. 
   
 
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