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Autore: smile_tears    19/01/2019    0 recensioni
Raccolta di one shot collegate a "An irritating little girl" e "Bon voyage"
Dal primo capitolo:
Era confuso, tremendamente. Non riusciva a capire cosa gli stesse succedendo. Aveva sempre detto che non gli serviva l’amore […]
Eppure adesso non era più così convinto.
Dal secondo capitolo:
«Pensandoci- cominciò Jungkook- Adesso i media avranno altre bizzarre storie da inventare su voi due. Data la vostra somiglianza potrebbero dire che siete fratelli e accusarvi di inces-»
Il maknae venne interrotto dalla voce brusca di Yoongi, che era scattato in piedi come una furia. «Adesso basta! Avete sempre detto che sono egocentrico, no? Bene, allora mettiamola così, mi piaccio così tanto da essermi innamorato della versione femminile di me stesso. Ora, se avete finito di sparare cazzate, noi ce ne andiamo.»
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Min Yoongi/ Suga, Nuovo personaggio, Park Jimin
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Era giunta la fine di quella stancante e impegnativa settimana. I ragazzi non avevano avuto un attimo libero tra prove, interviste e registrazioni per il nuovo album e io li avevo sempre accompagnati, provando con loro quando necessario e studiando per uno dei miei imminenti esami durante le varie pause.
Eravamo tutti distrutti, anche se cercavamo di non darlo a vedere, e una volta a casa ognuno andò a fare le proprie cose per poter successivamente riposare. Ci lavammo tutti a turno, poi io e Jin andammo a cucinare mentre gli altri si dispersero: chi dormiva, chi giocava, chi ascoltava musica e chi, instancabile, continuava a lavorare sui pezzi da inserire nel nuovo album. Durante la cena parlammo e scherzammo come sempre, la stanchezza sembrava essersi volatilizzata. Discutendo dei piani per trascorrere la serata venne fuori che tutti sarebbero andati nelle proprie camere a riposare, gli unici a non essersi espressi eravamo io e Jimin. Quest’ultimo portò lo sguardo nel mio, in una tacita domanda, e io gli sorrisi annuendo appena con la testa, per fargli capire che ero d’accordo. A quel punto lui sorrise soddisfatto e si rivolse agli altri con voce entusiasta. «Io resterò nel salotto con la nostra maknae.»
Tutti, me compresa, risero di fronte all’innocenza e al buon umore di Jimin e si limitarono ad annuire alla sua affermazione. Ormai nessuno faceva più a caso a noi due. Era diventata un’abitudine passare quanto più tempo possibile insieme. Non decidevamo mai in anticipo quando farlo, semplicemente quando uno dei due sentiva il bisogno di passare il tempo con l’altro gli lanciava un’occhiata, come prima aveva fatto Jimin con me, e se non c’erano impegni o imprevisti passavamo la serata insieme. Ormai riuscivamo a comunicare con i soli sguardi, l’uno sapeva sempre cosa stava pensando l’altro. A volte risultavamo abbastanza inquietanti e gli altri non avevano mancato di farcelo notare.
Dopo cena mi offrii di sparecchiare e con l’aiuto di Jungkook lavai i piatti e misi in ordine la cucina, mentre tutti gli altri andarono nelle rispettive camere. Non appena finimmo ringraziai Jungkook per l’aiuto e gli diedi la buonanotte, per poi andare nella camera che dividevo con Yoongi. Quando entrai lo vidi già nel letto, le coperte tirate quasi fin sopra alla testa,  mentre smanettava con il cellulare e borbottava per il freddo. Sorrisi davanti a quella scena, per poi avvicinarmi all’armadio e cambiarmi. Indossai un paio di leggins felpati e una delle tante felpe oversize del mio ragazzo, ormai erano anche di mia proprietà  considerando che le usassi più io che il legittimo proprietario.
Riportai lo sguardo su di lui e dopo un attimo di indecisione mi avvicinai. Salii sul letto e mi sdraiai a pancia in giù, ritrovandomi a poca distanza da lui . Presi a fissare i tratti del suo viso, parzialmente coperto dal cellulare ancora frapposto tra di noi, e mi persi tra i miei pensieri, cominciando ad accarezzare i suoi capelli, spostando di tanto in tanto una ciocca ribelle che continuava a ricadergli sugli occhi.
Dopo un paio di minuti lo sentii sospirare, per poi posare il telefono accanto a lui e prendere la mia mano, che ancora giocava con le sue ciocche castane, e stringerla tra le sue. Portai lo sguardo nei suoi occhi, che mi fissavano con un velo di incertezza e preoccupazione, in una tacita domanda alla quale ebbi subito risposta. «Qual è il problema? Dovresti essere con Jiminie già da un po’, perché sei ancora qui?»
Aprii la bocca per rispondergli, ma non ero in grado. Già, perché ero ancora lì? Lo sapevo perché, ma non avevo il coraggio di dirglielo, quindi optai per una mezza verità. «Non ho nessun problema. –Mi limitai a dirgli, lasciando che il silenzio cadesse tra di noi. Yoongi non si scompose, ormai sapeva come ero fatta e che non avevo ancora finito di parlare, anche se poteva sembrare il contrario. –Mi chiedevo, sei sicuro che non ti dia fastidio se sto con Jiminie hyung? Posso dirgli che non mi sento bene e restare qui con te, se vuoi…»
Eccolo il mio problema. Non riuscivo a capire Yoongi, i suoi pensieri. Mi aveva detto più volte che non gli dava fastidio il mio rapporto con gli altri, che non aveva di cosa essere geloso e che anzi era felice che andassimo d’accordo, ma io non riuscivo a crederci fino in fondo. Ero sempre convinta che mentisse per non farmi preoccupare, che fosse troppo buono e per non far soffrire me allontanandomi dai miei amici preferisse star male lui. E poi Jimin non era gli altri, lo sapeva lui, come lo sapevo io e probabilmente anche il resto del mondo.
Le mie paranoie furono interrotte da Yoongi, che dopo le mie parole si mise seduto di fronte a me, per poi sospirare. Sapendo già che mi spettava un rimprovero da parte sua imitai la sua posizione e abbassai la testa verso le mie gambe incrociate, evitando in tutti i modi il suo sguardo. Lui vedendo che mi stavo già autocommiserando si avvicinò maggiormente a me e prese le mie mani tra le sue, cominciando a lasciarmi piccole carezze con il pollice lungo il dorso. «Ehi, pulce. –Un piccolo sorriso si dipinse sulle mie labbra a quel nomignolo, ma non mi azzardai a portare i miei occhi nei suoi. –Amore, davvero, guardami.»
Chiusi gli occhi e sospirai, sconfitta. Non ci davamo mai appellativi come amore, tesoro, piccola, quindi se pur riluttante lo guardai, capendo che per lui fosse importante. Fui accolta da un Yoongi bello come il sole, nonostante fosse davvero stanco, indossasse il pigiama e avesse i capelli stravolti. Mi guardava come se fossi la creatura più bella dell’universo, anche se riuscivo a scorgere anche la sua preoccupazione nei miei confronti. Vedendo che lo avessi assecondato mi sorrise dolcemente, per poi riprendere a parlarmi. «Quante volte ti devo dire di non preoccuparti? Siamo sempre insieme, tutto il giorno e tutti i giorni. Viviamo sotto lo stesso tetto. E poi non devi stare sempre e solo con me, puoi e devi stare con gli altri. Quando sei in studio con Joonie e Hobi, o quando ti vedi con Mark o ancora quando mi dici che tu e Jungkookie siete in giro con quelle pesti di Yugyeom e Bambam mi rendi davvero felice. All’inizio eravamo tutti preoccupati che non ti saresti riuscita ad integrare bene o che ti saresti sentita sola, quindi vedere che non è così è un sollievo. E poi tu sai gestire il tempo, riesci benissimo a divere il tempo che passi con me e quello che passi con i tuoi amici, non ho davvero di cosa lamentarmi. E poi lo sai meglio di me che se avessi qualche problema con questa storia te ne avrei già parlato, non sarei in grado di tenertelo nascosto. Inoltre adesso è di Jiminie che stiamo parlando, lo sai che non potrei mai dirvi niente.»
Proprio perché si tratta di Jiminie è un problema, pensai, ma me lo tenni per me. Mi limitai a sorridergli, grata, per poi allacciare le braccia al suo collo e stringerlo forte a me. Lui di risposta portò una mano alla base della mia schiena e una tra i miei capelli, accarezzandoli dolcemente, mentre con le labbra premute contro il mio orecchio destro prese a sussurrare. «Davvero, non ti preoccupare. Adesso vai da Jiminie, ti starà aspettando da un sacco di tempo.»
Mi separai da lui e annuii, per poi sorridergli dolcemente. Lui ricambiò il sorriso, per poi avvicinare il suo viso al mio, lasciandomi un leggero bacio sulle labbra. Abbassai la testa verso il basso per nascondere le mie guance rosse provocando così l’ilarità di Yoongi, per poi scendere dal letto e recuperare il libro e gli occhiali dal mio comodino. Mi avvicinai alla porta e l’aprii, ma prima di uscire mi rivolsi di nuovo a lui. «Buonanotte, hyung. Non aspettarmi sveglio, non appena avrò finito tornerò in camera. Prometto che cercherò di non fare troppo casino.»
A quelle parole lui ridacchiò leggermente per poi annuire e io uscii finalmente dalla stanza.
Entrai nel salotto giusto in tempo per vedere Taehyung piegarsi appena verso Jiminie, seduto sul divano a gambe incrociate, per lasciargli un bacio sulle labbra, che subito si curvarono nel suo bellissimo sorriso. Tae si girò e non appena mi vide mi sorrise dolcemente. Avanzò verso di me e non appena mi fu accanto si chinò, lasciandomi un bacio sui capelli, per poi uscire dal salotto augurando la buonanotte ad entrambi.
Sorridendo mi avvicinai al divano, dove mi attendeva un Jimin incredibilmente entusiasta.
Mi sedetti appoggiandomi allo schienale, mentre Jimin, dopo aver preso il libro dal tavolino e aver indossato gli occhiali, si distese appoggiando la testa sulle mie gambe.
Entrambi a nostro agio in quella posizione ci sorridemmo, per poi perderci nella lettura dei rispettivi libri.
 
Non avevo idea di che ore fossero, avevo completamente perso la cognizione del tempo e non avevo nemmeno il telefono con me per poter controllare. Non che mi importasse poi molto, in realtà. Jimin si era addormentato da un po’ e dopo avergli sfilato gli occhiali e tolto il libro dalle mani avevo ripreso a leggere, non avevo molto sonno e poi non volevo alzarmi per evitare di svegliarlo. «Ehi, sei ancora sveglia?»
Sussultai subito sentendo la voce, di certo non mi aspettavo che ci fosse ancora qualcuno in giro per la casa, e portai lo sguardo all’ingresso del salotto. «Oh, Namjoonie hyung, sei tu. Che ore sono?»
Il ragazzo mi sorrise, per poi avanzare e sedersi sul divano. «Sono le tre passate. Sono sceso per andare in bagno e vedendo la luce accesa ho pensato di controllare se andasse tutto bene.»
«Mi dispiace averti disturbato, hyung. Dammi il tempo per trovare il coraggio di svegliare Jimin e andremo a letto.»
Nam scosse la testa, per dirmi di non preoccuparmi, e pensai che a quel punto sarebbe tornato a letto. Invece rimase seduto lì, a testa bassa, giocando con le sue stesse mani. A quel punto capii che aveva qualcosa da dirmi, quindi aspettai che parlasse, passando il tempo giocando con i capelli biondi del ragazzo che ancora dormiva sulle mie gambe. «Ultimamente tu e Jimin passate molto tempo insieme…»
Non appena quella frase uscì fuori dalle sue labbra mi bloccai immediatamente, portando i miei occhi nei suoi. «Non guardarmi così. –Mi riprese. –Non intendevo niente di male. Stavo solo constatando la verità.»
Non capivo dove volesse andare a parare con quel discorso, non me la contava per niente giusta, per cui rimasi sulla difensiva. «Lo sai che mi piace passare del tempo con ognuno di voi, hyung. Con Seokjinnie hyung cucino o lo aiuto ad imparare le coreografie. Con Hobi hyung passo ore in sala prove e ogni tanto lo accompagno a fare compere. Io e te passiamo ore in studio di registrazione. Yoongi è Yoongi, penso che questo basti. Con Tae hyung vado spesso in giro per le mostre. Con Jungkookie hyung ballo, gioco, parlo. E con Jiminie hyung passo il tempo a leggere dato che abbiamo la stessa passione. Non ci vedo niente di male.»
«Ma infatti non c’è niente di male. –Rispose prontamente. –Però non puoi dirmi che è lo stesso che con noi, si vede che con Jiminie è diverso.»
Abbassai lo sguardo, mordendomi forte l’interno della guancia. Sì, era diverso, lo sapevo anche io. Ma era davvero giusto che fosse così?
«Riesco a sentire il tuo cervello che va in fumo per il troppo pensare anche da qui. –Mi riprese bonariamente. –A cosa stai pensando?»
Sospirai e riportai lo sguardo sul mio interlocutore, decisa per una volta ad esprimere i miei dubbi. «Lo so che il mio rapporto con Jiminie è diverso, hyung. Anche prima di conoscerlo di persona sentivo di avere molte cose in comune con lui, a partire dai piccoli gesti come non riuscire a stare in piedi mentre stiamo ridendo e accasciarci sulla prima persona o superficie disponibile. Poi conoscendolo la cosa mi è parsa ancora più ovvia, perché oltre a queste piccole cose notavo somiglianze nei nostri modi di agire e di pensare. Mi sono sentita sempre più legata a lui, mi sembrava di avere a che fare con la mia versione al maschile e quindi mi sentivo a mio agio, compresa. Ma non posso fare a meno di pormi domande per tutta questa storia. È davvero giusto che sia così, hyung?»
Namjoon di fronte a me sorrideva, mostrando le sue bellissime fossette. «Sai, quando eri arrivata da poco e stavamo cominciando a conoscerti eravamo tutti preoccupati per te e Jimin. Avevamo notato subito quanto foste simili, entrambi pieni di paure e incertezze. Quindi ci chiedevamo se saremmo riusciti a tenervi sotto controllo entrambi, già avere a che fare solo con Jimin poteva essere difficile. Ma poi voi ci avete sorpresi, perché avendo lo stesso carattere e ragionando allo stesso modo riuscivate a capire subito cosa l’altro stesse pensando, a capire di cosa avesse bisogno. Vi aiutate l’un l’altro e penso non ci sia cosa più bella di questa. E so qual è la tua paura, ma devi stare tranquilla. Tu ami Yoongi e Jiminie ama Tae, si vede e lo sappiamo tutti. L’amore che provate l’uno per l’altro è diverso, ma non per questo meno forte.»
Le sue parole mi fecero sorridere e, istintivamente, portai lo sguardo sul viso di Jiminie riprendo ad accarezzargli i capelli. «Davvero, hyung, a volte il nostro rapporto mi spaventa. Non mi sono mai sentita così con nessuno, con lui mi sento sempre al sicuro, a casa. È come se fossimo un’unica persona ma separata in due corpi diversi. Non so davvero come spiegarlo, è così strano.»
Namjoon sorrise ancora di più, mentre alternava lo sguardo tra me e il ragazzo che, ignaro, continuava a dormire. «Siete anime gemelle, non c’è niente da spiegare. È più facile di quanto tu creda.»
Immediatamente il mio sguardo tornò nel suo. « È Tae l’anima gemella di Jimin, hyung.»
Il ragazzo scoppiò a ridere alla mia risposta seria e irritata. «Calma, tigre. L’anima gemella è quella persona che ti completa, non deve per forza essere in senso romantico. Taehyungie è l’anima gemella di Jimin e su questo non ci sono dubbi, ma è quella romantica. Tu sei quella cosiddetta platonica. Prima che quei due si mettessero insieme il mondo intero era già convinto che fossero anime gemelle, o sbaglio? Perché la stessa cosa non dovrebbe valere anche per te e Jimin?»
Annuii alle sue parole, il discorso non faceva una piega. Il silenzio cadde fra noi, finché Namjoon, probabilmente capendo di aver posto fine ai miei dubbi, si alzò. «Bene, adesso smetti di arrovellarti il cervello e vai a letto, che è tardi.»
Portai i miei occhi nei suoi e gli sorrisi, grata. «Va bene. Grazie di cuore, hyung. Ti voglio bene.»
Il ragazzo ricambiò il mio sorriso, per poi voltarsi e avviarsi verso la sua camera. «Ti voglio bene anch’io. Buonanotte.»
Lo seguii con lo sguardo finché non sparì dalla mia visuale, poi tirai un sospiro di sollievo. Parlare con Namjoon mi aveva fatto davvero bene.
Subito dopo tornai a guardare la figura di Jiminie, sicura di trovarlo addormentato, ma quando i miei occhi incontrarono i suoi il panico mi assalì, consapevole che probabilmente avesse ascoltato la mia conversazione con Nam. «H-hyung, io-»
Non riuscii a dire niente, però, perché il ragazzo si tirò a sedere, per poi avvolgermi le braccia intorno al collo e stringermi come mai prima. «Shh, non dire nulla. Non sai quanto tu mi abbia reso felice dicendo quelle cose, davvero. Avevo paura di essere solo io a farmi queste paranoie, che solo io sentissi questo forte legame tra noi due. E anche io all’inizio credevo non fosse giusto nei confronti di Tae e Yoongi hyung, ma ne ho parlato con entrambi e loro, come Namjoonie hyung a te, mi hanno detto che lo sanno che io e te ci vogliamo bene, che abbiamo un rapporto particolare e forte e che a loro non da alcun fastidio, perché sanno che ciò che proviamo l’uno per l’altro è diverso da quello che proviamo per loro. Quindi, ti prego, promettimi di non avere più dubbi su questa storia, che continueremo ad essere anime gemelle, che potremo contare sempre l’uno sull’altro come è stato fino ad ora. I-io ti voglio davvero tanto bene.»
Le parole di Jimin mi colpirono dritte al cuore e, senza neanche rendermene conto, mi ritrovai a piangere con il volto seppellito nel suo collo e le mie braccia avvolte intorno alla sua vita. «Te lo prometto hyung, te lo prometto. Non potrei resistere qui senza di te e lo sai. Ti voglio bene, hyung. Ti voglio davvero tanto bene.»
Continuammo a parlare ed abbracciarci tra le lacrime ancora per molto tempo, finendo per addormentarci sul divano l’uno tra le braccia dell’altro, consapevoli che da qual momento in poi avremmo smesso di nascondere l’affetto che ci legava. 






Hola!
Buonasera a tutti. Sono riuscita a farmi viva abbastanza presto per i miei standard e non è neanche notte fonda, è un record. 
Comunque, questo è il capitolo che avrei dovuto pubblicare settimane fa, ma che, come vi avevo detto, era incompleto. Infatti sono quasi tremila parole, ma fino a ieri ne avevo scritte poco più di mille. Pensavo che sarebbe venuta più corta, ma ieri mi sono fatta prendere la mano e ho aggiunto sempre più scene col passare del tempo. Che altro dire. Tengo davvero tanto a questa one shot. Forse è una di quelle più personali fino ad ora, perché ho davvero espresso ciò che penso io di Jiminie. Ho un rapporto strano con lui, ma in questo momento non mi va di parlarne. 
Ad ogni modo chiedo ancora scusa per il ritardo, spero che la storia vi piaccia e mi farebbe davvero piacere se mi faceste sapere cosa ne pensate. E scusate se queste note fanno schifo, ma non mi sono ancora ancora ripresa da quelle poche traduzioni della live di Jimin che ho letto e dal suo scambio di tweet con Tae. 
Spero di ritornare presto.
Miky. 

 
  
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