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Autore: DreamGirls    18/07/2009    4 recensioni
Il passato da cui mia madre aveva cercato di tenermi all'oscuro, per il mio bene, stava uscendo allo scoperto un po' alla volta.
In questo caso, stavo vivendo una fetta di passato che non mi riguardava direttamente, ma che aveva deciso di scagliarsi proprio su di me.
E non avevo vie di scampo.
Genere: Romantico, Commedia, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: Incompiuta
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BuonSalvino a tutti u_u.
So che avevo detto che il capitolo era solo da betare e da inserire i codici, ma dopo che per colpa di mia sorella se ne sono cancellati ben quattro, già pronti - cosa molto strana per me! -, mi sono infuriata, e la voglia di riscreverlo era pari a zero, se non di meno.
Il capitolo in sè mi piace, però non sono riuscita a ri-scriverlo come volevo, c'è sempre qualche cosuccia che non va ç_ç. Spero non sia molto lungo, a me non è sembrato, e che vi piaccia.
Questo è solo l'inizio, dove vengono introdotte alcune cose che poi si chiariranno dopo. Non volevo svelarvi troppo ^^. Visto che stasera dovrei partire - esattamente, dovrei. - tornerò martedì, e vi prometto di non farvi aspettare molto u_u.
E ora, ringrazio le 2 persone che l'hanno aggiunta tra i preferiti e 3 tra le seguite già dalla piccola prefazione, e quelle che hanno commentato:
Aryanna13: Aryyyy! Ops, dovevo avvisarti xD Mi sono completamente dimenticata ç_ç Che imbranata, ma ormai lo sai, no? T_T Io sono felicissima che tu le legga, tesoro *-* Oh, Kris centra eccome! Avrà un ruolo moooolto importante nella storia, leggi sù! èOé
Sghisa: Tadà! *-* Delusa? ç-ç
_LaDe_Cullen: Eccolo il nuovo personaggio *-* Dal nick capisco che tu lo conosci molto bene, giusto? Intendo l'attrice che mi sono immaginata xD
Isilady: Grazie *-* Ecco qui *-*

Ah, prima di iniziare, una cosa importante:
Il nuovo personaggio nella foto aveva i capelli castani e gli occhi azzurri, ma ho cambiato. Perciò, se leggete, non siete pazzi, lo sono io u_u. Ed ho tolto l'immagine finchè non modificherò gli occhi dal verde al castano. Tra parentesi, io mi sono immaginata Kristen Stewart, però voi immaginatela come volete, se vi và ^^ Soprattutto quando si andrà più avanti.


Present, past. The beginning.



“ Adesso basta! Se non salti giù da quel letto entro cinque secondi, diffonderò a tutta la Seattle high la foto di te davanti al tacchino di tre anni fa!”
“ Ma-…”
“ Niente ma, signorinella. Porta fuori da quel letto il tuo fondoschiena, altrimenti scordati i waffles!” Sbuffai, quella donna sapeva essere la regina della crudeltà, quando ci si metteva.
Lentamente, uscii dalla barriera protettiva che mi avvolgeva come una piovra ogni notte: il mio morbido piumone.

“ Non sento i tuoi passi!” Ignorando quella voce assordante, mi sedetti sul letto, rabbrividendo quando i miei piedi andarono a contatto con qualcosa di bagnato e… freddo! Cosa ci faceva una ciotola d’acqua fredda piena di ghiaccio in camera mia?
Feci due più due.
Donna psicopatica più ghiaccio, uguale?
Me.

“ Mamma!” Urlai, piombando in cucina, furiosa, con tanto di cipiglio assassino. Ok, va bene, messaggio ricevuto: la mattina sono peggio di un bradipo, ma questo è troppo!
“ Si, cara?” Mia madre sorrise, anche se sapevo che dentro di lei moriva dal ridere.
“ Si, cara? SI, CARA? Lo stato dovrebbe vietare di far procreare a persone come te!” Disperata, andai verso il bagno, prendendo un asciugamano. Mi guardai allo specchio. Fantastico, pensai, guardando la massa dorata informe di capelli che dominava la mia testa. Li legai frettolosamente in una coda, mentre tornavo in cucina.
Con nonchalance presi dei waffles, sedendomi proprio di fronte alla donna malefica.

“ Mi passeresti lo sciroppo, Veronica?” Chiesi, chiamandola per nome, in modo da farle capire quanto fosse grave quello che mi aveva fatto subire.
Dannazione a lei e alle sue trovate!
“ Certo, Lillian.” Passavano i minuti, nessuna delle due parlava, ma la situazione sarebbe durata ancora per poco.
“ Sei tanto arrabbiata con me?” Ecco, lo sapevo. Oddio, no Lilly, non cadere in quella trappola! Non alzare lo sguardo!
Digrignai i denti, facendomi coraggio e mostrando il mio sorriso migliore, quello che le faceva sempre perdere un battito. Sembrava sempre triste quando lo facevo, ma lei mi rassicurava dicendomi che mi sbagliavo.

“ No, mamma. E’ che stavo solo pensando che ogni mattina ne trovi una, facendomi impazzire.” Ammettei, alzando al cielo i miei grandi occhi castani, come il cioccolato. Mamma li adorava, in una maniera assurda.

“ Il talento dei Mars, piccola!” Mi disse, strizzando l’occhio, poi sbuffò alzandosi e stringendo goffamente le braccia minute al mio collo. “ Mi dispiace, piccola. Puoi perdonarmi?”
Io inarcai un sopracciglio, guardandola divertita. “ Esplorazione da cima a fondo della libreria più cibo spazzatura per cena?” Propose.
“ Tu si che mi conosci, donna!” Le dissi, schioccandole un sonoro bacio sulla guancia.
Divorai in fretta la colazione, per poi correre in bagno a risvegliarmi con una sana doccia fredda e in camera, infilandomi, come sempre, la prima cosa che mi capitava tra le mani.

“ Lily! Sbrigati!” Urlò spazientita mia madre.
“ Un secondo!” Urlai a mia volta, mentre prendevo il cappotto dall’appendiabiti. “ Che c’è? Non vedi l’ora di sederti dietro alla tua grande scrivania di legno massiccio e torturare le matricole, eh?”
La punzecchiai, ricordando le volte, negli anni precedenti, in cui la mamma mi portava a seguire le sue lezioni all’università.
Non so se la mamma amasse il suo lavoro da docente di criminologia, a volte sembrava lo odiasse per davvero. Soprattutto perché era costretta a fare stage in altre università, fino ad arrivare addirittura anche a Phoenix.

“ Ovvio, è così divertente vederli piccoli e spaventati. Dovresti provare! Ah, e ti ho detto della settimana prossima? Porteremo le matricole ad assistere alla vivisezione di un cadavere.” Disse, entusiasta.
“ Divertente, davvero molto, mamma!” Scossi la testa, a volte non sapevo chi fosse più bambina dell’altra. E neanche l’aspetto giovane di mia madre, trentacinquenne, aiutava la gente a capire chi fosse la sedicenne tra le due.
Rispose con una linguaccia, prima di accompagnarmi a quella che lei chiamava auto. Appunto, lei.
Perché io ci vedevo solo un rottame di pick up rossiccio e scolorito, frutto del sudore di una piena estate di lavoro al caffè della signora Newton.
Lei si rivedeva, attraverso me, nel suo, di rottame.
Farmi comprare un auto?
Guai solo a chiederlo!

“ La cintura!” Mi raccomandò, prima di schioccarmi un bacio e di sistemarmela.
“ Non sono una bambina, mamma!” Mi lamentai, portandomi le mani al viso.
“ Non lo sei mai stata, piccola.”
“ Sì, invece… Per un mese!” Dissi, togliendo le mani dal viso.
Lei sorrise, guardò l’orologio e come un fulmine mi schioccò un altro bacio prima di sparire nella sua auto.

~ • ~



Avere un pick up come il mio, con quel cavolo di motore bomba, sarebbe stata una vera fonte di gioia per una delle oche della Seattle High School.
Non per me, ovviamente.
Che di questa scuola odiavo ogni singolo essere che la frequentava, ogni singolo centimetro che la componeva.
Feci un respiro profondo dal naso, sentendo l’ormai familiare odore di tabacco dei sedili e di vaniglia, grazie al profumo per le auto.
Stringendomi forte la sciarpa al collo, aprii lo sportello e mi preparai psicologicamente a qualche eventuale e poco gradito incontro, nell’attesa delle mie uniche due ancore di salvezza.
Il freddo provocò il solito formicolio al naso e alle guance, e mi strinsi nel cappotto.
Amavo il freddo, amavo Seattle e il suo clima.
La neve, la pioggia, tutto.
Mia madre mi credeva pazza, forse perché lei era cresciuta in una delle città più calde d’America.

Riuscii a fare circa cinque passi, prima di essere interrotta da una voce bella quanto strafottente. Quella di Kyle Sheppard.
“ Hei, Mars. Com’è che fuggi? Non si salutano gli amici?” Rise, con quella sua stupida risata.
Mi girai, con calma apparente e sfoggiai uno dei miei sorrisi falsi migliori.
“ Amici? Dove? Io qui vedo solo un plancton che crede di essere figo sfidando la sua buona sorte. Quindi, Sheppard, ti avviso. Non è giornata, sparisci.”
“ Plancton che?” Chiese, ignorando del tutto la mia pseudo minaccia. Io sbuffai.
“ Cosa vuoi?”
“ Niente, non posso scambiare due chiacchiere con te, doppia L.?” Chiese, sorridendo maligno.
“ Non. Chiamarmi. Così.” Digrignai i denti, prendendolo per il colletto della camicia.

“ Siamo violente stamattina?”
“ Siamo propensi a prendere botte stamattina?” Lo canzonai.
“ Beh…” Disse, spostando una ciocca ribelle dei miei capelli dietro l’orecchio. Io rabbrividii, ma di orrore.

“ Levale le mani di dosso, Sheppard.” Alzai lo sguardo, ritrovando due pozzi azzurri che fissano furiosi Kyle. Gli occhi di Josh.
“ Hansen.” Rispose freddo Kyle, lasciandomi subito.
“ Mi sa che è proprio ora di andare, piccolina.” Disse, tornando a guardarmi. “ Sai dove trovarmi, se ti manco. Potremmo divertirci ins-…”
“ Kyle?” Chiesi, guardando con un occhiata ammonitrice la mano di Josh, già pronta per sferrargli un pugno.
“ Sì, bellezza?”
“ I plancton non hanno cervello.” Gli dissi mentre afferravo la mano di Josh, trascinandolo via.
Sentii la sua risata, mentre di sicuro raggiungeva la sua banda di oche ed idioti fatti con lo stampino.

“ Bella questa, davvero. Vuol dire che finalmente ti sei decisa che la scienze serve a qualcosa?” Chiese Josh, e sentivo chiaramente che respirava dal naso, come per calmarsi.
Gli costava starsene fermo lì, senza poter colpire quell’idiota. Era il mio migliore amico e s’era fissato di essere anche il mio bodyguard, nonostante sapesse quanto bene mi sapessi difendere da sola.
“ Ahm… No. E’ solo che è molto difficile non stare attenti se c’è il tuo migliore amico noioso e fissato inspiegabilmente con le materie scientifiche che ti obbliga ad ascoltare le noiose lezioni del signor Dawson.” Gli risposi, mentre lui sorrideva roteando gli occhi.

“ Ehi, ma Liz?” Chiesi, notando l’assenza – ma soprattutto il silenzio – che c’era vicino ai nostri armadietti.
“ Parli della logorroica.” Rispose sorridendo Josh, al suo arrivo.
Ah ah ah, molto divertente Hansen ma non sono in vena di ridere alle tue mitiche e divertentissime battute oggi, e non mi va di parlarne.” Disse imbronciandosi, mentre si sistemava una ciocca di castani dietro l’orecchio.

Le misi una mano sulla fronte, come per vedere se stesse realmente bene.
“ Secondo me è grave.” Decretai, sgranando gli occhi mentre guardavo Josh. La guardammo, prima di scoppiare a ridere.
Lei roteò i suoi bellissimi occhi tra il castano ed il verde, per poi guardarci.
E li capii tutto.
“ Ah, no, Elisabeth Jane O’Connor, non ricominciare.” Sbuffai.
“ No, non ricominciare tu, Lillian Lynn Mars!” Si lamentò.
“ Liz, lo sai che io ti voglio bene, ma non metteremo della polvere orticante nella divisa da cheerleader della Morrison!”
“ Ma non la sopporto, è peggio di quell'idiota del suo ragazzo. Certo che quella e Sheppard si completano!” Mormorò, incrociando le braccia al petto.
“ Non mi fa uccidere il ragazzo, figurati una cosa del genere.” Ed al coro dei lamenti si aggiunse pure Josh.
“ Ah, non cominciate, ok? Discorso chiuso. Vado, mi aspettano due interessantissime ore di trigonometria. Insomma, sapete quando il professor Barnes mi ami.” Li guardai, ancora imbronciati.
“ E va bene, cena più film a casa mia?” Proposi.
“ Niente serata tra madre e figlia alla Gilmore?” Chiese Josh.
“ Sì, ma la rimanderemo. Possiamo sempre rimediare noi tre, però. Tu sarai Lane, e ti offrirai per la prova smalto!” Sorrisi, mentre Liz mi offriva la mano per batterle il cinque.
“ Pazze!” Borbottò, preoccupato.

~ • ~



“ Mamma, sono a casa! Va bene se Liz e Josh restano con noi a cena?” Urlai entrando.
“ Prometto di non sporcare il divano, signora Mars!” Promise Josh.
Nessuna risposta.
Sorridendo andai in cucina, trovando un biglietto sul tavolo.

Tesoro, mi dispiace.
So che ti avevo promesso una delle nostre serate, ma lo sai quanto controproducente sia urlare al preside della facoltà che ho una figlia sedicenne, sola a casa e quindi soggetta a pericoli.
Insomma, sai quanto odio questi viaggi.
Ok, torniamo al dunque.
Ti voglio bene piccola, lo sai?
Tornerò prestissimo, te lo prometto.

P.s. Di a Josh che non mangerete in soggiorno, e per quanto riguarda Liz, niente film horror.
La signora O’Connor mi ha chiamato stamattina, Liz non dorme da tre settimane.
Un bacio, e non fate tardi.
Mamma.


Guardai il calendario.
Di solito in questo periodo dell’anno non era previsti stage.
Andai verso la sua camera, e titubante aprii il suo armadio.
Come pensavo, la scatola dei vestiti troppo estivi per il clima di qui era vuota.
Questo voleva dire solo una cosa. Una cosa che si ripeteva raramente, ma che io avevo saputo distinguere.
Era uno di quei viaggi.

~ • ~



Una donna, minuta, se ne stava sul pianerottolo della sua vecchia casa.
La casa della sua vera adolescenza, se si può dire che lo sia mai stata. Con un respiro profondo, bussò alla porta, aspettando. Questa si aprì con uno scatto, facendola sobbalzare.
“ Ciao papà.”
Salutò, sentendo prontamente gli occhi pungerle, mentre si gettava tra le braccia solide dell’uomo, che la fissava, sorpreso.
  
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