Lottie si chiese come fosse possibile sopportare una delusione simile. Le sembrava impossibile credere che Federico le avesse fatto qualcosa del genere.
Andare da Anita le sembrò la cosa più giusta da fare. Sapeva che a quell'ora la sua amica fosse già al lavoro, ma lei aveva davvero bisogno di qualcuno che la rassicurasse. Poteva già immaginare cosa le avrebbe detto Cristina, e Giulia nel weekend dormiva da Emiliano, non sarebbe stato sensato presentarsi a casa del ragazzo.
In ospedale, l'accolse Maria; quell'infermiera tanto dolce e gentile di cui Anita parlava spesso. Carlotta non ebbe bisogno di proferire parola perché lei, attenta, la condusse dalla sua amica dottoressa. Ma d'altronde, Maria era dotata di una spiccata sensibilità e un forte istinto materno.
Da fuori lo studio di Anita si avvertiva un forte chiacchiericcio, forse una discussione, e quando dopo aver bussato più volte, Maria si decise ad aprire la porta, capirono il perché: Luca e Anita discutevano animatamente; in quella stanza la tensione si poteva tagliare con un coltello.
"Dottoressa..." proferì l'infermiera a disagio." C'è la sua amica, ha bisogno di parlarle"
Carlotta rimase in silenzio, posando lo sguardo, confusa, su Luca che le passò accanto, allontanandosi trafelato.
Capì sùbito che qualcosa non andasse ma Anita si dedicò a lei, nonostante avesse già tanto di suo da gestire.
Carlotta trovava quel suo lato del carattere ammirabile, perché Anita era buona e si prodigava e preoccupava per gli altri più di quanto lo facesse per se stessa. Non c'era mai stato bisogno di tante parole tra di loro perché s'erano capite, sempre, con uno sguardo.
Carlotta sentiva le emozioni investirla in pieno e non riusciva a gestirle così, tutte insieme.
Non ci credeva Carlotta, non voleva crederci...
"Si tratta di Federico, mi ha ingannata" confessò, rilasciando un sospiro frustrato. Ammetterlo le era costato tantissimo.
"Anche lui? Andiamo bene!" era stata l'esclamazione di Anita e lei aveva sospettato che nelle sue parole fosse nascosto un riferimento a qualcuno di loro conoscenza.
Quando le aveva spiegato cosa fosse successo, Carlotta aveva visto il volto della sua amica assumere varie espressioni, dalla sorpresa alla confusione, dallo sbigottimento alla rabbia.
"Ma è terribile..."
Si era presa cura di lei e non l'aveva giudicata in nessun modo; Anita le avrebbe potuto benissimo far notare che fosse stata avvisata, ma non l'aveva fatto. Così, poiché il tempo che avevano non era molto, le aveva dato appuntamento quella sera stessa a casa sua. Conoscendo quanto amasse prendersi cura di lei e le sue amiche, avrebbe preparato anche una cena coi fiocchi.
Era andata proprio come aveva immaginato. Anita aveva cucinato per loro, e avevano passato davvero una bella serata, lei e le sue amiche. Carlotta adorava ognuno di loro, perché, nonostante fossero così diverse, erano unite da un legame così speciale e difficile da trovare: l'amicizia.
Allo stesso tempo, come le aveva fatto presente, Federico non si era arreso e Carlotta dubitava avrebbe smesso di telefonarla a meno che lei non avesse risposto.
Ma lei era sorda a qualsiasi tentativo.
Quella sera, Anita aveva rivelato tutte loro cosa fosse successo con Luca e loro, beh, loro si erano ritrovate a insultare non solo Federico ma anche il bello e dannato dottor Franzese. Lei e la sua amica, aveva suddetto Carlotta, avevano proprio la sfiga in fatto di uomini.
Così, Lottie aveva scoperto che la discussione a cui, in minima parte, aveva assistito era stato il motivo di tanto turbamento da parte della sua amica e lei non aveva dubbi a riguardo sul modo in cui Anita si fosse prodigata per lei: era proprio una bella persona. Tutte quelle parole che insieme avevano speso per lei, se le meritava tutte.
E, quando si era messa a pensare ad un modo per poter vendicarsi di Luca, Carlotta aveva espresso il suo parere riguardo alla questione.
"Io sono sicura ci sia una spiegazione, insomma, deve esserci per forza" aveva proferito a bassa voce.
La replica di Cristina non era tardata ad arrivare. Aveva detto proprio quello che Carlotta si aspettava facesse. Perché, per quanto le volesse bene, a volte, odiava il suo essere così realista.
"Ti prego Lottie, non farlo" l'aveva rimproverata. "Non dopo che Federico ti ha trattata allo stesso modo".
Per fortuna, Giulia aveva cercato di placare gli animi, senza rendersi conto di averli accesi ancora di più.
"Cris, però, forse Lottie non ha tutti i torti a riguardo. Penso che niente possa giustificare il loro comportamento, ma è possibile che dietro di ciò ci sia una motivazione".
Cristina, infatti, si era infervorata alle sue parole:"Oh beh, che motivazione troveresti affinché ci possa essere spiegato che Federico abbia fatto una stupida scommessa per portarsi Lottie a letto?!."
Giulia, a quel punto, aveva cercato di ribattere ma si era dovuta arrendere alla triste realtà che Cristina avesse ragione.
"Ecco, vedi, non ce ne sono. Lui rimane solo un bastardo senza cuore!".
Cristina era stata categorica su questo ma nessuno aveva osato darle torto, sapevano che non ci fossero stati altri epiteti per riferirsi a lui. Lo sapeva bene Carlotta, ma sentirselo ripetere era davvero un colpo al cuore.
Poi, improvvisamente, quando Anita aveva cercato di riportare la calma, il suo cellulare aveva squillato e tutte loro erano rimaste sorprese dal mittente: Biagio.
Giulia e Cristina si erano lasciate distrarre da quella chiamata che aveva insinuato in loro il dubbio che potesse nascere qualcosa tra Biagio e Anita e, a dire il vero, Carlotta avrebbe potuto dar loro manforte facendo riferimento che fosse evidente il ragazzo pendesse dalle labbra della loro amica.
Ma Carlotta reagì in un modo abbastanza particolare alla situazione. Pensava che Biagio potesse essere un complice di Federico e lui, essendo suo amico, poteva benissimo telefonare ad Anita per intercedere per lui e, infatti, nonostante le ragazze insistettero affinché lei rispondesse, le cose andarono esattamente così.
Ma il povero Biagio voleva solo aiutare il suo amico tanto caro...
Così Carlotta aveva afferrato il cellulare dalle mani della sua amica e ne aveva dette quattro al povero Biagio.
"Ciao, Biagio, sì, sono Carlotta e sì, so che Federico sia lì con te. E sai cosa c'è? Ti pregherei di dire al tuo amico che NO, non ho nessuna intenzione di ascoltare cosa ha da dirmi e niente e nessuno potrà farmi cambiare idea!" così, dopo avergli sfogato addosso la sua rabbia, aveva interrotto la chiamata.
E nonostante non avesse voluto ammetterlo, quella telefonata l'aveva turbata e non poco, così, quando Anita le aveva fatto notare che fosse stata un po' brusca, lei si era pentita di aver parlato a quel bravo ragazzo in quel modo e aveva cercato di rimediare, telefonandogli ancora.
Si armò di parecchio coraggio, prendendo a parlare; era imbarazzata.
"Senti, Biagio, riguardo a prima, ho esagerato. Non avrei dovuto prendermela con te, è solo che sono molto arrabbiata con Federico e..."
"Va tutto bene, Carlotta. Sta tranquilla" aveva tentato di rassicurarla, lui.
Poi, però, qualcosa in lei era scattato e si era ritrovata ad essere ancora più arrabbiata di prima.
"No, Biagio, davvero, il mio comportamento è inaccettabile, ma ecco, vedi, è tutta colpa di Federico, sì è tutta colpa sua!"
"E adesso, visto che è accanto a te, permettermi di ribadirgli un certo concetto".
Gli sguardi preoccupati delle ragazze li aveva avvertiti tutti su di sé. Ma lei, ormai, era già sorda a qualsiasi loro tentativo di poterla fermare.
"FEDERICO!" era furiosa "PER COLPA TUA HO TRATTATO MALISSIMO BIAGIO. SE VUOI PARLARMI, NON DEVI MANDARE I SOSTITUTI O I PICCIONI VIAGGIATORI, VA BENE? SE NON RISPONDO, EVIDENTEMENTE, È PERCHÉ NON HO NIENTE DA DIRTI!".
"Hai capito?" gli aveva chiesto come a chiarire il concetto e poi il silenzio che ne ero seguito non aveva saputo ben interpretarlo, perché se da una parte avrebbe voluto che lui le dicesse qualcosa, dall'altra sentiva che solo la sua voce sarebbe riuscita ad innervosirla.
Poi, come a squarciare quella bolla di pensieri in cui si era chiusa, era arrivata proprio la voce disperata di Federico.
"Carlotta, ti prego. Lasciami spiegare".
Riattaccare, di nuovo, portandosi le ginocchia al petto come a volersi schermare da quella situazione, le era sembrata la cosa migliore da fare e, forse, la vaschetta di gelato che Anita, vedendola così, aveva proposto di mangiare, era stata una buona attenuante.
I
giorni seguenti non erano andati nel migliore dei modi: Carlotta aveva
dovuto fare i conti con Federico, a scuola, e lì, dove sembrava
che lui riuscisse a trovarsi sempre nei suoi stessi posti, era stato
difficile ignorarlo. Ma lui non si arrendeva, glielo aveva fatto
presente e continuava a dirle che non c'entrasse niente con quella
scommessa. Stava diventando una situazione pesante e lei sentiva di non
poterne già più.
Ormai le sue giornate non
facevano che dividersi tra caso, lavoro, qualche serata con le amiche,
ma tutto sembrava procedere nella monotonia più assoluta
perché Lottie si era ritrovata a pensare che la sua vita senza
Federico fosse all'improvviso noiosa. Anche i suoi ragazzi, a scuola,
si erano resi conto che qualcosa non andasse, perché la loro
professoressa così dolce e simpatica, aveva lasciato spazio a
una persona impassibile e priva di stimoli.
Poi, però, qualcosa
era cambiato, arrivando a sconvolgere l'apatia in cui si era costretta.
Carlotta ne era già a conoscenza perché Anita ne aveva
abbondantemente parlato ma, quando si era ritrovata di fronte Nicola,
si era sentita felice.
Il suo migliore amico era
tornato e lei ne fu così sorpresa da abbracciarlo di slancio,
improvvisamente entusiasta che lui le fosse accanto. Si
era ritrovata a sorridere pensando che un tempo tutte quelle attenzioni avrebbe
pagato per averle, ma le bastava che lui fosse tornato,
perché si era resa conto da tempo ormai che per Nicola provasse
una profonda e sincera amicizia.
Nicola aveva mostrato un
certo senso di tenerezza nei suoi confronti, attento a farle tornare il
sorriso. Carlotta aveva sospettato che lui sapesse qualcosa ma non
poteva essere possibile. Magari, si era detta, lui era solo diventato
più sensibile nei suoi confronti. Era cambiato Nicola, più
di quanto loro tutte credessero.
Nicola le chiese di uscire,
quella sera, per passare una serata insieme, in ricordo dei bei vecchi
tempi. Così, davanti ad una
gustosa pizza, presero a raccontarsi tante di quelle cose, che
non si
resero conto nemmeno di che ore fossero. Carlotta, però, non
osò accennare di Federico, sarebbe stato meglio che, per il
momento, il suo amico non lo sapesse. Non era sicura avesse potuto
reagire bene.
Poco dopo aver terminato la
loro cena, con le pance piene e il cuore più leggero per quella
serata, decisero di tornare a casa, anche perché i tuoni che
avevano preso ad illuminare il cielo non promettevano granché.
Nicola e Carlotta camminavano
fianco a fianco, stretti nei loro cappotti e avvolti da un'improvviso
silenzio. Lei non sapeva spiegarselo ma si era ritrovata a essere
agitata per un motivo di cui non conosceva l'esistenza. Il suo sesto
senso le suggeriva che da lì a poco sarebbe accaduto qualcosa e,
quando arrivando vicino casa, Lottie vide Federico, ne capì il
perché.
Lui era lì, appoggiato
alla sua costosa automobile- una Mercedes classe A sportiva- stretto
nel suo cappotto a doppio petto e aveva tutta l'aria di qualcuno che
stesse aspettando da molto tempo.
Carlotta si ritrovò a
esserne colpita perché era chiaro lui fosse lì per lei e la
presenza di Nicola al suo fianco poteva sembrare equivocahile.
"Federico..."sussurrò sorpresa.
Lui si voltò nella sua
direzione, portando le mani nelle tasche e incrociando il suo sguardo;
i suoi occhi su di sé non prometteva nulla di buono.
Nicola, al suo fianco, si girò a guardarli, entrambi, confuso, cercando
di comprendere che ci fosse tra di loro. Ma lo sguardo di Carlotta gli
faceva solo presagire che avessero avuto una storia o che l'avessero
ancora. E perché la sua amica non gli aveva raccontato niente?
Federico
puntò, sùbito, lo sguardo sul ragazzo al fianco di Carlotta, della sua
Carlotta e si ritrovò a essere estremamente geloso della loro
vicinanza, delle attenzioni che aveva visto riservargli, mentre
camminavano vicini, verso di lui.
Chi diavolo era quello?!
Un
ghigno irrisorio si impossessò delle sue labbra, soprattutto
perché, Nicola, avendo scorto una scintilla rabbiosa negli occhi
di Federico, si era avvicinato a Carlotta, come a volerla
proteggere. Le rimase dietro, a debita distanza, ma era comunque troppo vicino per i suoi gusti.
"Vedo che non ci hai
messo niente a sostituirmi" sputò fuori, Fede, aspro, accecato da rabbia e
gelosia. Un mix letale.
"Fai santo la saputella, Carlotta,
dici di amarmi, mi fai la predica senza sapere cosa sia successo
davvero, ma come vedi, non sei poi così diversa da me".
Carlotta ammutolì, sobbalzando sorpresa per quelle sue parole così
cattive. Non lo aveva mai sentito rivolgersi in quel modo, nemmeno
quando lei gli aveva lanciato i peggiori insulti.
"Che stai dicendo, Federico?!" gli domandò, confusa, mentre una
folata di vento la fece raggelare. Ma i brividi che le percorsero il
corpo non erano tutti dovuti alle temperature poco miti.
Lui alzò le spalle, ostentando una certa tranquillità
mentre aveva continuato a parlare. Sembrava così sicuro della
situazione, dell'evidenza.
"Che non ci hai messo poi tanto a concederti ad un altro" le replicò, arricciando le labbra in una smorfia.
Carlotta scattò, senza rendersene conto e a Federico lo schiaffo
arrivò forte e doloroso. Mentre lei lo osservava, respirando
affannosamente, lui si portò una mano a massaggiare la guancia
colpita, abbassando lo sguardo, colpevole, avendo
capito di esserselo tremendamente meritato. Perché Carlotta era
sull'orlo
di una crisi di pianto, ferita e delusa dalla sua parole e quella volta
era tutta colpa sua.
"Non
ti permettere mai più, hai capito? Vattene via, vattene!" lo
aggredì lei, prendendo a spintonarlo per farlo salire in auto.
Federico i suoi colpi li incassò tutti, sentendo ad ognuno di
loro, crescere dentro di sé una certa collera. Era andato
lì con tutte le buone intenzioni, cercare di chiarire con
Lottie, ed era riuscito a rovinare, ancora una volta, tutto.
Nicola,
rimasto impietrito e confuso dalla scena, si avvicinò solo in
quel momento, arrivando alle spalle di Carlotta per placarla da
quell'attacco improvviso di ira.
Gli lanciò uno sguardo di sfida, Nicola, i suoi occhi sembravano urlargli: vattene o ti sistemo io.
Così
Federico,riservando un ultimo sguardo alla sua Lottie, che tremava per le lacrime e la rabbia, stretta dall'abbraccio di
Nicola, si ritrovò ad andarsene.
Carlotta lo guardò allontanarsi sgommando, abbandonandosi alle braccia forti e rassicuranti di Nicola.
"Shh,
Lottie, va tutto bene" le sussurrò il suo amico, stringendola
premurosamente al petto, mentre lei prese a singhiozzare in
modo convulso.
Lei si asciugò alla ben meglio le lacrime, dopo alcuni minuti, alzando lo sguardo per incrociare quello di Nicola.
"Grazie..."gli sussurrò, sentendosi grata della vicinanza dell'amico.
Lui si sciolse in un sorriso, piccolo, ma dolce, mentre le
asciugava alcune lacrime: "Ti va di dirmi chi fosse quello là?".
Carlotta ammutolì di colpo, sentendosi profondamente a disagio e,
sciogliendo il loro abbraccio, sussurrò: "È solo un cretino".
"Questo
lo vedo" fu il commento divertito di Nicola. "Vuoi che ti
accompagni di sopra?" aggiunse, poco dopo, facendo riferimento
allo stabile dietro di loro.
Carlotta scosse il capo, stringendosi nella spalle. "Sta' tranquillo, Nicola. Ho bisogno di stare un po' sola".
Lui annuì, comprendendo non fosse il caso di insistere, e Carlotta
lo osservò andare via, acquisendo sempre più velocità.
Avevano fatto appena in tempo, lei a salire in casa, lui nella sua
automobile, prima che quell'acquazzone preannunciato, si abbattesse
sull'intera città, illuminando il cielo di bagliori e fulmini.
Carlotta
si rifugiò tra le mura della sua casetta con la necessità di
sentirsi sicura e protetta da qualsiasi pensiero negativo l'affligesse
ma le parole di Federico non facevano che tartassare la sua mente. Come
aveva solo potuto dubitare di lei? Come aveva potuto solo pensare che
Nicola fosse il suo amante?
Sbuffò, forte, e
infastidita, lasciandosi ricadere sul divano, massaggiandosi la tempia
per placare il mal di testa sopraggiunto dopo tutte quel lacrime e
tutto quel trambusto.
Si asciugò il viso, eliminando
ogni traccia di trucco secco. L'episodio di poco prima non aveva fatto
altro che peggiorare la situazione e lei si sentiva stanca e
prosciugata di qualsiasi forza. Non le veniva nemmeno più da
piangere, e quando si strinse le gambe al petto, sperò di
addormentarsi velocemente, cercando di non pensare a cosa la
preoccupasse.
Poteva essere passata un'ora, forse due, da quando si era appisolata;
Carlotta non lo seppe quantificare, quando, all'improvviso, nel
silenzio dell'appartamento, il suo cellulare prese a squillare
con
insistenza. Sobbalzò, sbarrando gli occhi, maledicendosi per
aver lasciato la suoneria e guardò il suo cellulare, appoggiato
al tavolino, poco distante da lei, che continuava a vibrare. Ebbe quasi
paura che fosse ancora lui, Federico.
Si dovette, però, ricredere quando scorse il numero della sua
amica
Anita sul display. Si ritrovò a scrutare l'ora sul dispaly, era
già molto tardi e, improvvisamente, fu sorpresa e preoccupata
dalla sua chiamata. Rispose sùbito, Anita poteva aver bisogno di
lei.
"Anita..."
"Ehi, Lottie..."
Carlotta capì dal suo tono esitante che ci fosse qualcosa a preoccupare la sua amica.
"Devi dirmi qualcosa, Anita?"
La sua amica si prese una pausa e lei aspettò in silenzio che le
confessasse ciò che la turbava. "Sì, beh, Lottie,
Federico è in ospedale, credo che abbia avuto un incidente, ma
sta ben..."
Carlotta smise di ascoltare la voce di Anita quando si rese conto che
lei avesse parlato di Federico e di un incidente. Il cuore prese a
scalpitarle forte, nel petto, mentre si lasciava travolgere
dall'agitazione riguardo le sue condizioni.
Così, resasi conto che Anita fosse ancora in linea, si
premurò di chiudere in fretta la telefonata. Non poteva perdere
altro tempo. Doveva correre da Federico.
"Arrivo sùbito" le disse, infatti, e riattaccò.
Si
passò una mano sui capelli, tirandone le punte per la
frustrazione. Il respiro sembrò mancarle, mentre si rendeva
conto di cosa le avesse confessato Anita. Capì perché
lei sembrava così titubante nel parlare, non riusciva a trovare le
giuste parole.
Respira, Carlotta, respira...
Il destino doveva giocarle proprio dei brutti tiri, dopo che Federico
era andato via arrabbiato, non poteva essere possibile che avesse avuto
un incidente. Improvvisamente, un certo senso di colpa, cominciò
a farsi spazio dentro di sé. E, senza che se ne rendesse conto,
Carlotta scoppiò in lacrime.
Il suo pianto sapeva di rabbia, tristezza, preoccupazione. Tante
emozioni contrastanti tra di loro che non le permettevano di ragionare
lucidamente. Carlotta sapeva di doversi alzare e andare in ospedale, ma
si sentì bloccata, incapace di compiere qualsiasi azione.
Poi il suo cellulare si illuminò, in chiaro segno di un messaggio in arrivo.
Lei lo afferrò velocemente, intrepida di sapere chi fosse. Era Anita, di nuovo.
Per favore, vai piano, sii prudente.
Il suo messaggio era intriso di preoccupazione. Era chiaro che la sua
amica fosse in pensiero per lei e aveva paura che la notizia appresa
non la rendesse lucida abbastanza.
Così, si alzò, asciugandosi il viso, e corse alla
finestra, maledicendo il brutto tempo per aver deciso di scatenare una
tempesta proprio quella sera.
Carlotta aveva un motorino e con quel tempo sarebbe stato impossibile mettersi in strada.
Cercò di chiedere aiuto ai suoi amici ma sembrava che anche loro
quella sera avessero altro da fare, ma, data la tarda ora, potevano
anche essere già a letto. Nemmeno Nicola rispose.
Così, si ritrovò a sperare che la pioggia si calmasse presto, chiedendosi come stesse Federico.
Anita le aveva fatto intendere che non stesse male, ma lei aveva
bisogno di constatare con i suoi occhi che il suo Fede non avesse
subito gravemente dell'impatto.
Ti prego, ti prego...Chiuse
gli occhi, lasciandosi sopraffare dal turbinio di emozioni e quando
notò, sospirando vicino al vetro della finestra, la pioggia
diminuire, si ritrovò a saltare di gioia. Così,
afferrò il suo casco e corse giù per le scale, smaniosa
di raggiungere l'ospedale.
Per fortuna, la zona in cui abitava non distava molto dal policlinico
e, per quanto gli fosse possibile, Carlotta raggiunse quel luogo da
lei, quella sera, tanto agognato, in men che non si dica.
Corse dentro al pronto soccorso, sentendosi persa in quel turbinio di
persone che le ruotavano attorno; qualcuno, addirittura, nella foga del
momento, la spintonò.
Lei ruotò su se stessa, incapace di scegliere da che parte
andare. Aveva bisogno di informazioni e di qualcuno che fosse disposto
a dirle cosa desiderava. Poi, come se la sua amica avesse percepito il
suo arrivo, vide Anita uscire da una delle stanze e la raggiunse, di
corsa. Il cuore che le batteva così forte.
Carlotta l'abbracciò stretta, così felice di averla
lì con lei e Anita sembrò riconoscere tutta la tensione
scaricata in quel gesto, perché prese ad accarezzarle la
schiena, con premura, cercando di infonderle sostengo.
Sembrava così impaurita e fragile, Carlotta, con il cuore che
riusciva a sentirle battere vicina come era e gli occhi stanchi, intrisi di
lacrime.
Anita le spiegò che si fosse occupata di Federico, che stesse bene, e che poteva vederlo.
Lei tirò un sospiro di sollievo, commossa, e quando Anita le
indicò la direzione da seguire, non aspettò altro. Si
allontanò velocemente con l'emozione di rivedere Federico ad
affiorarle nel petto.
In che condizioni si trovava Federico? Stava davvero bene o Anita
glielo aveva detto per evitare che si preoccupasse ulteriormente?
Quando si ritrovò nella stanza, lui che aveva lo sguardo puntato
altrove, si voltò nella sua direzione e Carlotta
avvertì il pavimento mancarle sotto i piedi.
Alla sua vista, non le importò di nient'altro, né dei
loro litigi, né delle parole che qualche ora prima si erano
urlati, solo che lui fosse lì, vivo, e che stesse bene. Potette
appurare che, almeno esteriormente parlando, Federico non avesse
riportato molte ferite. Riportava qualche escoriazione in viso, qualche
taglio già medicato; Anita gli aveva messo anche un bel cerotto
sul sopracciglio. Anche nelle condizioni in cui versava, lui sembrava
capace di essere affascinante e farle battere il cuore.
Federico si ridestò, all'improvviso, dalla sua posizione,
puntandole lo sguardo addosso. Sorpreso, felice di vederla lì.
Tutti quanti parlavano di quanto fosse stato fortunato ad uscire illeso
da quell'impatto; in un incidente del genere avrebbe potuto davvero
rimetterci la vita e Federico la morte l'aveva quasi vista in faccia,
quando i fari di quel tir-che sbandando- si era immesso nella sua
corsia. Magari l'autista era stato colpito da un colpo di sonno, o nel
peggiore dei casi era ubriaco, ma a questo ci avrebbe pensato la
polizia.
E proprio la polizia aveva fatto in modo che non accadesse una
catastrofe. Infatti, una volante della Polizia Stradale, di pattuglia,
aveva speronato il tir, costringendolo a fermare la sua corsa e a
evitare che la sua pericolosa e azzardata manovra potesse portare tante
vittime. Erano stati i poliziotti a soccorrerlo, aiutandolo a scendere
dalla sua auto, con la fiancata sinistra completamente distrutta,
perché nel frenare aveva colpito il guardrail. Era stato bravo,
Federico, perché nonostante l'asfalto scivoloso per la pioggia
battente era stato in grado di essere lucido e salvarsi la vita.
C'era stato un attimo in cui, però, aveva davvero pensato di non
farcela. La pioggia aveva preso ad abbattersi sulla sua auto,
violentemente, togliendogli quel poco di visibilità già
compromessa dagli abbaglianti del tir. Aveva pensato a Carlotta, in
quel momento, e aveva sperato di rivederla ancora, poi c'era stato lo
scontro. La sua salvezza era stata trovare una piazzola di emergenza
dove rifugiarsi, ma di questo, Federico, ne era venuto a conoscenza
solo dopo.
Sapere, quindi, di riaverla, lì, con lui, gli accese un'emozione
nel petto. Allora, per quanto gli fosse possibile, cercò di
farsi leva sulle braccia, per appoggiarsi allo schienale del letto, ma
fallì miseramente, ritrovandosi ad imprecare dal dolore.
Carlotta si risvegliò dal suo stato di torpore e lo raggiunse, frettolosa.
"Fermo. Ti aiuto" le sue mani si appoggiarono sulle sue spalle, sostenendolo.
Federico
fissò i suoi occhi in quelli di Carlotta, e gli sembrò
che il dolore provocato dallo sforzo fosse completamente scomparso.
Sospirò mentre lei lo accompagnava nei movimenti. Carlotta
rimase lì, abbassando lo sguardo, e fingendo di trovare
interessante più una piega del lenzuolo che lui, poi,
improvvisamente, Federico notò una lacrima scivolare sul suo
viso. Protese una mano verso di lei, come a volerla asciugare, ma,
prontamente, Carlotta si passò un polso sul viso, cancellandone
ogni traccia.
"Lottie..." sussurrò lui, cercando di attirare la sua
attenzione. Riusciva a scorgere nella sua espressione tutta la
stanchezza che quella situazione gli stesse procurando.
Lei alzò lo sguardo, puntandolo nel suo: "Cosa c'è?!" ribatte, acidamente.
Lui accennò un sorriso, divertito dal suo comportamento, ma Carlotta pensò che volesse prenderla in giro.
"E togliti quel sorriso del cavolo dalla faccia!" replicò,
arricciando le labbra in una smorfia, infastidita. "Non c'è
niente di divertente in tutto questo! Quando Anita mi ha detto che
avessi avuto un incidente, sono quasi morta dalla paura. Ero
così preoccupata e allo stesso tempo mi sono sentita una stupida
perché stavo male per te, per te che sei uno stronzo e mi fai
soffrire!".
Aveva sbottato, Carlotta, lasciandosi sopraffare dalla collera e
dall'amore che la vista di Federico le avevano provocato, insieme.
Lui incassò il colpo, abbassando lo sguardo, come a volersi nascondere dai suoi occhi inquisitori.
"Ho avuto paura di non vederti più..." mormorò
così piano che dubitò lei lo avesse sentito, ma si
sbagliava. E non glielo disse perché così sperava di
farla capitolare ma perché era quello che pensava davvero.
Le sue parole furono in grado di fare immobilizzare Carlotta sul posto;
lei dovette rinunciare a qualsiasi cosa volesse dirgli, ancora,
perché nessun suono sembrava volesse uscire dalle sue labbra.
Lui, invece, doveva avere tanta voglia di parlare perché la richiamò, di nuovo.
"Sì, ok, ma adesso stai bene." borbottò lei, a mezza bocca, "posso anche andare via".
Improvvisamente Carlotta sentiva di voler scappare da quella stanza, da
lui, perché la sua vicinanza non la rendeva lucida e lei non
poteva permettersi di vacillare.
Così, gli diede le spalle, chiudendo le mani in due pugni e
tirò un lungo respiro, come a voler placare la sua agitazione.
"Lottie...non andartene. Rimani qua".
Federico aveva un tono esitante, quasi di supplica e lei, nonostante
non potesse vederlo, era sicura che si stesse passando una mano tra i
capelli, come a voler scaricare la tensione.
Lottie socchiuse gli occhi, portandosi una mano all'apice del naso e,
sebbene lui le avesse chiesto di tornare al suo fianco, non si
mosse dalla sua posizione.
"Ok, Carlotta" Federico rilasciò un respiro profondo, non
sentendosi completamente pronto ad affrontare ancora una volta il suo
rifiuto. "Se tu non mi vuoi parlare, lo farò io". Il suo tono
tornò a macchiarsi della sua stessa sicurezza e Carlotta,
rimasta in silenzio, aspettò che lui cominciasse a parlare.
"Io sono un disastro in amore, Carlotta. Non ho mai avuto una relazione
stabile e duratura; ho sempre pensato che quelle cose non facessero per
me. Mi sono costruito una reputazione in questi anni, che mi rendo
conto sia difficile da buttare giù. Sono stato tanto
superficiale per tutto questo tempo, credendo che cambiare donna ogni
sera fosse soddisfacente e appagante, ma tu mi hai fatto scoprire
quanto invece lo siano la tranquillità, la stabilità, la
complicità che un rapporto serio e duraturo possa donarti.
Quando sei arrivata nella mia vita, Carlotta, non mi aspettavo che
potessi sentirmi attratto da te, addirittura innamorarmi. Direi che non
ci avrei scommesso. Tu rappresentavi tutto quello che non avevo mai
avuto, una novità. Eri così diversa dalle ragazze che ero
solito frequentare: donne facili, che facevano di tutto pur di attirare
la mia attenzione." Federico si interruppe per scrutare una sua
reazione, sperando che Carlotta si voltasse verso di lui, ma lei non
fece niente di tutto questo.
"Quindi voglio essere sincero e non nasconderti che, all'inizio, mi sia
avvicinato a te mosso da una certa curiosità, ma non ho mai e
dico mai avuto secondi fini. Se avessi capito di non essere interessato
a te, ti avrei lasciata stare e non impelegata in un rapporto che
sapevo ti avrebbe portata a soffrire.
Per me era tutto nuovo, Carlotta, perché io non sapevo nemmeno
come ci si comportasse in una relazione, ma sentivo che con te stavo
bene, che stavamo costruendo qualcosa di davvero bello, insieme. E non
ti nascondo che per quanto ne fossi felice, ero spaventato all'idea di
sbagliare. Perché tu, Carlotta, sei troppo per me, sei
così fragile e delicata, che alla sola idea di vederti soffrire,
sto male..."
Carlotta, a quel punto, si voltò nella sua direzione, con le
lacrime agli occhi. Sentirlo parlare di lei, di loro, di quello che
erano stati, le aveva portato alla mente ricordi che, adesso, le
facevano tanto male.
"E la scommessa?" gli domandò.
"La scommessa c'è stata, ma io ti giuro che non c'entro niente:
si è trattato di uno stupido equivoco. Diego e Alberto hanno
preso sempre sottogamba il mio interesse nei tuoi confronti. Loro erano
abituati a vedermi cambiare ragazza con una certa frequenza, e per di
più, ad uno standard completamente diverso. Pensavano che tu,
così diversa dalle altre, rappresentassi per me una sfida. La
ragazza frigida, che disdegna le attenzioni del donnaiolo incallito, da
volersi portare a letto. E hanno scommesso su quanto tempo ci avessi
messo a farti capitolare. E sai, se c'è una cosa di cui davvero
mi dispiace è di aver permesso loro di rovinare qualcosa di
così bello."
Federico
tacque, e aspettò che fosse lei a dire qualcosa. Dopo averle
confessato tutto, si sentiva libero, spoglio da un peso, e sperava che
lei lo capisse, perché al solo pensiero che Carlotta potesse
andarsene di nuovo, sarebbe potuto diventar matto.
Carlotta lo guardò, i suoi occhi non potettero fare a meno di
guardarlo con amore; forse questo sentimento, l'elettricità che
sentiva chiaramente scorrere di loro, non la facevano ragionare
lucidamente, ma lei sentiva che Federico fosse sincero e le bastava
questo a farla sentire più libera, serena. Ovviamente, decise di
farlo penare un po', perché non voleva dargli la soddisfazione
di vederla cedere così presto.
Lui, a quel punto, arricciò la fronte, sporgendosi verso di lei,
per incitarla a dirle qualcosa, e, nonostante fosse sorpreso di questo
improvviso mutismo di Carlotta, non si scompose, e riprese a parlare.
Non si sarebbe arreso facilmente. Lei dovette reprimere un sorriso: per
Federico non esistevano mezzi termini, a volte era così
difficile anche solo fargli snocciolare una sola parola, mentre altre,
come in quel momento, sarebbe stato capace di sproloquiare per ore e
ore.
Questa volta la sua voce assunse una sfumatura dolce, quasi tenera.
Sembrava parlarle con il cuore in mano."Mi manchi, Lottie; mi manca
quello che avevamo; mi mancano le nostre chiacchierate, sentirti
parlare per ore di cose che, a volte, non hanno un senso, ma che, dette
da te, sembrano le più interessanti; mi manca strimpellare la
chitarra e sentirti accocolarti a me, mentre mi chiedi di cantarti
qualcosa; mi mancano le nostre risate, la tua dolcezza e la tua
timidezza, i momenti che ci ritagliamo solo per noi. Mi manca fare
l'amore con te, Carlotta, e poi stringerti a me e dormire vicini,
abbracciati... mi manca tutto. Un tutto a cui so di non voler
rinunciare perché ti amo e se ancora non mi credi, sarò
disposto a tutto pur di dimostartelo".
A quel punto, Federico sbuffò con impazienza, indicandole la
porta alle loro spalle. "E per favore, adesso dì qualcosa, non
farmi sentire un povero scemo che parla da solo. Decidi cosa vuoi fare,
ad esempio, puoi uscire da quella porta e lasciarmi qui o venire da me
e darmi un bacio" accompagnò le sue ultime parole con un ghigno
malizioso. Non c'era proprio niente da fare, lui era sempre lo stesso.
Carlotta
corse, allora, verso di lui, e vide affiorare sul volto di Federico
un'espressione speranzosa, che però si tramutò in
sgomento, quando lei gli piantò uno schiaffo in pieno viso, di
nuovo. Federico strepitò dal dolore, portandosi la mano a
massaggiarsi la guancia.
"Ahia!" si lamentò, arricciando le labbra in una smorfia. "E questo che significa?"
"Questo è perché mi hai fatto preoccupare!" ammise lei,
terribilmente seria, puntandogli un dito contro. "E questo..."
aggiunse, lasciando affiorare un piccolo sorriso sulle sue labbra;
Federico l'osservò preoccupato, cercando di prevedere la sua
prossima mossa. Ma dovette ricredersi quando Carlotta si
avvicinò a lui, fino a respirargli a un passo dal viso. "Questo
è perché ti amo" sussurrò lei, sulle sue labbra,
prima di baciarlo. Federico sembrò essere colto di sorpresa dal
suo gesto, ma si premurò di portare una mano dietro la nuca per
avvicinarla a sé e poter approfondire il bacio. E quello che,
dapprima sembrava uno sfiorarsi di labbra, come a voler imprimere quel
momento nella loro mente, divenne ben presto un bacio passionale, in
cui entrambi parevano voler riversare tutto il loro amore. Si
baciavano, Carlotta e Federico, e sembrava che non ne avessero mai
abbastanza. Erano stati lontani così tanto tempo da volersi
mostrare quanto, in realtà, si fossero mancati.
"Ti
amo anche io, Carlotta" Federico appoggiò la fronte alla sua con
il respiro affannoso, per il bacio appena scambiatosi. Carlotta
mugugnò qualcosa, contrariata, per aver interrotto quel momento
e poi passò ad accarezzargli con dolcezza la stessa guancia che
gli aveva schiaffeggiato. Lui chiuse gli occhi, beandosi del suo tocco
così delicato e sospirò.
"Dovevi finire in un letto d'ospedale per dirmi tutte quelle cose?"
scherzò lei, accoccolandosi a lui, ma senza nascondere una certa
serietà.
Lui la strinse più a sé, accarezzandole i capelli.
"Vedila così: stasera ho capito che la vita è
imprevedibile, e io non ho intenzione di vivere di rimorsi e tenermi
tutto dentro".Carlotta sospirò sul suo petto, stringendolo ma
senza fargli male.
"Fede...non farlo mai più, hai capito?" ammise lei, cercando di
trattenere l'emozione che averlo con lei le procurava. Lui le sorrise
in quel modo tutto suo, che l'aveva fatta innamorare. "Non ti lascio
più, Carlotta".
I
genitori di Federico li trovarono così, accocolati, sereni,
felici, mentre sembravano voler recuperare tutto il tempo che avevano
perso. Nella stanza si creò, subito, un certo imbarazzo.
Carlotta scattò, come se fosse stata colta in flagrante e
sorrise intimidita sotto lo sguardo divertito e curioso dei signori
Bianchi. Non si erano mai presentati prima di allora e, stare nella
stessa stanza con loro, provocava in lei una certa agitazione. Li
osservò, per poco, senza farsi beccare, e capì da chi il
suo ragazzo avesse preso tutta la sua bellezza.
Federico lanciò un sorriso candido ai suoi genitori, voltandosi
a guardare, poi, la sua ragazza. "Mamma, papà, vi presento la
mia ragazza, Carlotta" proferì con orgoglio. Era sicuro che a
loro Lottie sarebbe piaciuta tantissimo.
Lei accennò a un sorriso, incrociando le braccia dietro la
schiena, sperando di fare una buona impressione su di loro. "Piacere di
conoscervi..." "Ehm, Federico, io vado, ok?" aggiunse, frettolosa. Si
dileguò, veloce, dedicandogli un piccolo saluto, prima di uscire
da quella stanza.
Fuori dalle mura di quella stanza che, però, li aveva rivisti complici e innamorati, si permise di sorridere felice con il cuore a battere per l'emozione. Quello che era successo a lei e Federico era qualcosa di davvero bello e innaspettato; nessuno avrebbe detto che si sarebbero innamorati, eppure era accaduto. A ripensarci, nemmeno lei ci avrebbe scommesso, ma si sa, la vita è capace davvero di sorprenderci.
ANGOLO AUTRICE:
Buonasera a tutti, rieccomi!
Pensavo
che sarei riuscita a terminare questa seconda parte molto prima, ma
ahimè mi ha portato via un po' di tempo e ho posto la
parola fine solo poco fa. In ogni caso, spero che questa one-shot vi
sia piaciuta e vi abbia fatto sognare, che non fa mai male. Ringrazio
chi ha letto la prima parte e l'ha inserita tra le sue liste, davvero
GRAZIE. Mi sento tanto grata di questo supporto.
Per adesso, le avventure di Federico e Carlotta finiscono qui, ma se ne
volete sapere di più su di loro, per chi non lo facesse
già, potete seguirli nella long "Ricominciamo da qui", anche se
non escludo che potrei tornare a scrivere di loro.
E niente, detto questo, fatemi sapere cosa ne pensate e....a presto!