Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: ineedofthem    26/01/2019    2 recensioni
Tratto dalla storia:
"Carlotta lo aveva osservato con attenzione ricordando come era stato un tempo. Di Federico le erano sempre piaciuti i suoi occhi verdi, ma screziati di grigio. Sembravano così limpidi e con i suoi tratti scuri, non facevano che risaltare sul suo viso.
E allora aveva pensato a lei, ai suoi banali occhi castani, e alla sua bellezza che definiva ordinaria. Non credeva di avere niente di speciale, le cose con il tempo, per lei, non erano poi cambiate così tanto; le sue insicurezze erano dure a morire. Ma, soprattutto, mentre aveva continuato ad osservare Federico si era soffermata a pensare cosa potesse mai trovare di bello lui in lei.
Quello che non immaginava era che Federico non riuscisse a resistere ai suoi occhi, grandi, contornati da lunghe e folte ciglia, così espressivi da contener tutto un mondo.
Per lui, Carlotta, era una continua scoperta, così diversa dalle ragazze che frequentava di solito; era semplice, sdegnava i tanti fronzoli, forse un po' troppo con la testa tra le nuvole, sospesa tra i suoi sogni e la realtà, ma che non passava di certo inosservata...e lui si era detto che avesse il desiderio di conoscerla."
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<  
- Questa storia fa parte della serie 'Ricominciare'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
parte 2
Una scommessa d'amore

Parte 2
A Carlotta, una dolce e speciale amica


Lottie si chiese come fosse possibile sopportare una delusione simile. Le sembrava impossibile credere che Federico le avesse fatto qualcosa del genere.
Chiusasi la porta alle spalle, si appoggiò contro di essa, lasciandosi andare ai singhiozzi, libera di dar sfogo a quel dolore che sentiva nascere, forte, nel petto.
Salì in sella alla sua vespa, pensando che nelle sue condizioni non fosse proprio l'ideale guidare, ma doveva sul serio andarsene da lì. Aveva paura che Federico non si fosse arreso così facilmente e che potesse trovarselo alle spalle prima di quanto immaginasse.
Andare da Anita le sembrò la cosa più giusta da fare. Sapeva che a quell'ora la sua amica fosse già al lavoro, ma lei aveva davvero bisogno di qualcuno che la rassicurasse. Poteva già immaginare cosa le avrebbe detto Cristina, e Giulia nel weekend dormiva da Emiliano, non sarebbe stato sensato presentarsi a casa del ragazzo.
In ospedale, l'accolse Maria; quell'infermiera tanto dolce e gentile di cui Anita parlava spesso. Carlotta non ebbe bisogno di proferire parola perché lei, attenta, la condusse dalla sua amica dottoressa. Ma d'altronde, Maria era dotata di una spiccata sensibilità e un forte istinto materno.
Da fuori lo studio di Anita si avvertiva un forte chiacchiericcio, forse una discussione, e quando dopo aver bussato più volte, Maria si decise ad aprire la porta, capirono il perché: Luca e Anita discutevano animatamente; in quella stanza la tensione si poteva tagliare con un coltello.
"Dottoressa..." proferì l'infermiera a disagio." C'è la sua amica, ha bisogno di parlarle"
Carlotta rimase in silenzio, posando lo sguardo, confusa, su Luca che le passò accanto, allontanandosi trafelato.
Capì sùbito che qualcosa non andasse ma Anita si dedicò a lei, nonostante avesse già tanto di suo da gestire.
Carlotta trovava quel suo lato del carattere ammirabile, perché Anita era buona e si prodigava e preoccupava per gli altri più di quanto lo facesse per se stessa. Non c'era mai stato bisogno di tante parole tra di loro perché s'erano capite, sempre, con uno sguardo.
Carlotta sentiva le emozioni investirla in pieno e non riusciva a gestirle così, tutte insieme.

Non ci credeva Carlotta, non voleva crederci...
"Si tratta di Federico, mi ha ingannata" confessò, rilasciando un sospiro frustrato. Ammetterlo le era costato tantissimo.
"Anche lui? Andiamo bene!" era stata l'esclamazione di Anita e lei aveva sospettato che nelle sue parole fosse nascosto un riferimento a qualcuno di loro conoscenza.
Quando le aveva spiegato cosa fosse successo, Carlotta aveva visto il volto della sua amica assumere varie espressioni, dalla sorpresa alla confusione, dallo sbigottimento alla rabbia.
"Ma è terribile..."
Si era presa cura di lei e non l'aveva giudicata in nessun modo; Anita le avrebbe potuto benissimo far notare che fosse stata avvisata, ma non l'aveva fatto. Così, poiché il tempo che avevano non era molto, le aveva dato appuntamento quella sera stessa a casa sua. Conoscendo quanto amasse prendersi cura di lei e le sue amiche, avrebbe preparato anche una cena coi fiocchi.
Era andata proprio come aveva immaginato. Anita aveva cucinato per loro, e avevano passato davvero una bella serata, lei e le sue amiche. Carlotta adorava ognuno di loro, perché, nonostante fossero così diverse, erano unite da un legame così speciale e difficile da trovare: l'amicizia.
Allo stesso tempo, come le aveva fatto presente, Federico non si era arreso e Carlotta dubitava avrebbe smesso di telefonarla a meno che lei non avesse risposto.
Ma lei era sorda a qualsiasi tentativo.
Quella sera, Anita aveva rivelato tutte loro cosa fosse successo con Luca e loro, beh, loro si erano ritrovate a insultare non solo Federico ma anche il bello e dannato dottor Franzese. Lei e la sua amica, aveva suddetto Carlotta, avevano proprio la sfiga in fatto di uomini.
Così, Lottie aveva scoperto che la discussione a cui, in minima parte, aveva assistito era stato il motivo di tanto turbamento da parte della sua amica e lei non aveva dubbi a riguardo sul modo in cui Anita si fosse prodigata per lei: era proprio una bella persona. Tutte quelle parole che insieme avevano speso per lei, se le meritava tutte.
E, quando si era messa a pensare ad un modo per poter vendicarsi di Luca, Carlotta aveva espresso il suo parere riguardo alla questione.
"Io sono sicura ci sia una spiegazione, insomma, deve esserci per forza" aveva proferito a bassa voce.
La replica di Cristina non era tardata ad arrivare. Aveva detto proprio quello che Carlotta si aspettava facesse. Perché, per quanto le volesse bene, a volte, odiava il suo essere così realista.
"Ti prego Lottie, non farlo" l'aveva rimproverata. "Non dopo che Federico ti ha trattata allo stesso modo".
Per fortuna, Giulia aveva cercato di placare gli animi, senza rendersi conto di averli accesi ancora di più.
"Cris, però, forse Lottie non ha tutti i torti a riguardo. Penso che niente possa giustificare il loro comportamento, ma è possibile che dietro di ciò ci sia una motivazione".
Cristina, infatti, si era infervorata alle sue parole:"Oh beh, che motivazione troveresti affinché ci possa essere spiegato che Federico abbia fatto una stupida scommessa per portarsi Lottie a letto?!."
Giulia, a quel punto, aveva cercato di ribattere ma si era dovuta arrendere alla triste realtà che Cristina avesse ragione.
"Ecco, vedi, non ce ne sono. Lui rimane solo un bastardo senza cuore!".
Cristina era stata categorica su questo ma nessuno aveva osato darle torto, sapevano che non ci fossero stati altri epiteti per riferirsi a lui. Lo sapeva bene Carlotta, ma sentirselo ripetere era davvero un colpo al cuore.
Poi, improvvisamente, quando Anita aveva cercato di riportare la calma, il suo cellulare aveva squillato e tutte loro erano rimaste sorprese dal mittente: Biagio.
Giulia e Cristina si erano lasciate distrarre da quella chiamata che aveva insinuato in loro il dubbio che potesse nascere qualcosa tra Biagio e Anita e, a dire il vero, Carlotta avrebbe potuto dar loro manforte facendo riferimento che fosse evidente il ragazzo pendesse dalle labbra della loro amica.
Ma Carlotta reagì in un modo abbastanza particolare alla situazione. Pensava che Biagio potesse essere un complice di Federico e lui, essendo suo amico, poteva benissimo telefonare ad Anita per intercedere per lui e, infatti, nonostante le ragazze insistettero affinché lei rispondesse, le cose andarono esattamente così.
Ma il povero Biagio voleva solo aiutare il suo amico tanto caro...
Così Carlotta aveva afferrato il cellulare dalle mani della sua amica e ne aveva dette quattro al povero Biagio.
"Ciao, Biagio, sì, sono Carlotta e sì, so che Federico sia lì con te. E sai cosa c'è? Ti pregherei di dire al tuo amico che NO, non ho nessuna intenzione di ascoltare cosa ha da dirmi e niente e nessuno potrà farmi cambiare  idea!" così, dopo avergli sfogato addosso la sua rabbia, aveva interrotto la chiamata.
E nonostante non avesse voluto ammetterlo, quella telefonata l'aveva turbata e non poco, così, quando Anita le aveva fatto notare che fosse stata un po' brusca, lei si era pentita di aver parlato a quel bravo ragazzo in quel modo e aveva cercato di rimediare, telefonandogli ancora.
Si armò di parecchio coraggio, prendendo a parlare; era imbarazzata.
"Senti, Biagio, riguardo a prima, ho esagerato. Non avrei dovuto prendermela con te, è solo che sono molto arrabbiata con Federico e..."
"Va tutto bene, Carlotta. Sta tranquilla" aveva tentato di rassicurarla, lui.
Poi, però, qualcosa in lei era scattato e si era ritrovata ad essere ancora più arrabbiata di prima.
"No, Biagio, davvero, il mio comportamento è inaccettabile, ma ecco, vedi, è tutta colpa di Federico, sì è tutta colpa sua!"
"E adesso, visto che è accanto a te, permettermi di ribadirgli un certo concetto".
Gli sguardi preoccupati delle ragazze li aveva avvertiti tutti su di sé. Ma lei, ormai, era già sorda a qualsiasi loro tentativo di poterla fermare.
"FEDERICO!" era furiosa "PER COLPA TUA HO TRATTATO MALISSIMO BIAGIO. SE VUOI PARLARMI, NON DEVI MANDARE I SOSTITUTI O I PICCIONI VIAGGIATORI, VA BENE? SE NON RISPONDO, EVIDENTEMENTE, È PERCHÉ NON HO NIENTE DA DIRTI!".
"Hai capito?" gli aveva chiesto come a chiarire il concetto e poi il silenzio che ne ero seguito non aveva saputo ben interpretarlo, perché se da una parte avrebbe voluto che lui le dicesse qualcosa, dall'altra sentiva che solo la sua voce sarebbe riuscita ad innervosirla.
Poi, come a squarciare quella bolla di pensieri in cui si era chiusa, era arrivata proprio la voce disperata di Federico.
"Carlotta, ti prego. Lasciami spiegare".
Riattaccare, di nuovo, portandosi le ginocchia al petto come a volersi schermare da quella situazione, le era sembrata la cosa migliore da fare e, forse, la vaschetta di gelato che Anita, vedendola così, aveva proposto di mangiare, era stata una buona attenuante.

I giorni seguenti non erano andati nel migliore dei modi: Carlotta aveva dovuto fare i conti con Federico, a scuola, e lì, dove sembrava che lui riuscisse a trovarsi sempre nei suoi stessi posti, era stato difficile ignorarlo. Ma lui non si arrendeva, glielo aveva fatto presente e continuava a dirle che non c'entrasse niente con quella scommessa. Stava diventando una situazione pesante e lei sentiva di non poterne già più.
Ormai le sue giornate non facevano che dividersi tra caso, lavoro, qualche serata con le amiche, ma tutto sembrava procedere nella monotonia più assoluta perché Lottie si era ritrovata a pensare che la sua vita senza Federico fosse all'improvviso noiosa. Anche i suoi ragazzi, a scuola, si erano resi conto che qualcosa non andasse, perché la loro professoressa così dolce e simpatica, aveva lasciato spazio a una persona impassibile e priva di stimoli.
Poi, però, qualcosa era cambiato, arrivando a sconvolgere l'apatia in cui si era costretta. Carlotta ne era già a conoscenza perché Anita ne aveva abbondantemente parlato ma, quando si era ritrovata di fronte Nicola, si era sentita felice.
Il suo migliore amico era tornato e lei ne fu così sorpresa da abbracciarlo di slancio, improvvisamente entusiasta che lui le fosse accanto. Si era ritrovata a sorridere pensando che un tempo tutte quelle attenzioni avrebbe pagato per averle, ma le bastava che lui fosse tornato, perché si era resa conto da tempo ormai che per Nicola provasse una profonda e sincera amicizia.
Nicola aveva mostrato un certo senso di tenerezza nei suoi confronti, attento a farle tornare il sorriso. Carlotta aveva sospettato che lui sapesse qualcosa ma non poteva essere possibile. Magari, si era detta, lui era solo diventato più sensibile nei suoi confronti. Era cambiato Nicola, più di quanto loro tutte credessero.

Nicola le chiese di uscire, quella sera, per passare una serata insieme, in ricordo dei bei vecchi tempi. Così, davanti ad una gustosa pizza,  presero a raccontarsi tante di quelle cose, che non si resero conto nemmeno di che ore fossero. Carlotta, però, non osò accennare di Federico, sarebbe stato meglio che, per il momento, il suo amico non lo sapesse. Non era sicura avesse potuto reagire bene.
Poco dopo aver terminato la loro cena, con le pance piene e il cuore più leggero per quella serata, decisero di tornare a casa, anche perché i tuoni che avevano preso ad illuminare il cielo non promettevano granché.
Nicola e Carlotta camminavano fianco a fianco, stretti nei loro cappotti e avvolti da un'improvviso silenzio. Lei non sapeva spiegarselo ma si era ritrovata a essere agitata per un motivo di cui non conosceva l'esistenza. Il suo sesto senso le suggeriva che da lì a poco sarebbe accaduto qualcosa e, quando arrivando vicino casa, Lottie vide Federico, ne capì il perché.
Lui era lì, appoggiato alla sua costosa automobile- una Mercedes classe A sportiva- stretto nel suo cappotto a doppio petto e aveva tutta l'aria di qualcuno che stesse aspettando da molto tempo.
Carlotta si ritrovò a esserne colpita perché era chiaro lui fosse lì per lei e la presenza di Nicola al suo fianco poteva sembrare equivocahile.
"Federico..."sussurrò sorpresa.
Lui si voltò nella sua direzione, portando le mani nelle tasche e incrociando il suo sguardo; i suoi occhi su di sé non prometteva nulla di buono. 

Nicola, al suo fianco, si girò a guardarli, entrambi, confuso, cercando di comprendere che ci fosse tra di loro. Ma lo sguardo di Carlotta gli faceva solo presagire che avessero avuto una storia o che l'avessero ancora. E perché la sua amica non gli aveva raccontato niente?
Federico puntò, sùbito, lo sguardo sul ragazzo al fianco di Carlotta, della sua Carlotta e si ritrovò a essere estremamente geloso della loro vicinanza, delle attenzioni che aveva visto riservargli, mentre camminavano vicini, verso di lui.
Chi diavolo era quello?!
Un ghigno irrisorio si impossessò delle sue labbra, soprattutto perché, Nicola, avendo scorto una scintilla rabbiosa negli occhi di Federico, si era avvicinato a Carlotta, come a volerla proteggere. Le rimase dietro, a debita distanza, ma era comunque troppo vicino per i suoi gusti.
"Vedo che non ci hai messo niente a sostituirmi" sputò fuori, Fede, aspro, accecato da rabbia e gelosia. Un mix letale.
"Fai santo la saputella, Carlotta, dici di amarmi, mi fai la predica senza sapere cosa sia successo davvero, ma come vedi, non sei poi così diversa da me".
Carlotta ammutolì, sobbalzando sorpresa per quelle sue parole così cattive. Non lo aveva mai sentito rivolgersi in quel modo, nemmeno quando lei gli aveva lanciato i peggiori insulti.
"Che stai dicendo, Federico?!" gli domandò, confusa, mentre una folata di vento la fece raggelare. Ma i brividi che le percorsero il corpo non erano tutti dovuti alle temperature poco miti.
Lui alzò le spalle, ostentando una certa tranquillità mentre aveva continuato a parlare. Sembrava così sicuro della situazione, dell'evidenza.
"Che non ci hai messo poi tanto a concederti ad un altro" le replicò, arricciando le labbra in una smorfia.
Carlotta scattò, senza rendersene conto e a Federico lo schiaffo arrivò forte e doloroso. Mentre lei lo osservava, respirando affannosamente, lui si portò una mano a massaggiare la guancia colpita, abbassando lo sguardo, colpevole, avendo capito di esserselo tremendamente meritato. Perché Carlotta era sull'orlo di una crisi di pianto, ferita e delusa dalla sua parole e quella volta era tutta colpa sua.
"Non ti permettere mai più, hai capito? Vattene via, vattene!" lo aggredì lei, prendendo a spintonarlo per farlo salire in auto. Federico i suoi colpi li incassò tutti, sentendo ad ognuno di loro, crescere dentro di sé una certa collera. Era andato lì con tutte le buone intenzioni, cercare di chiarire con Lottie, ed era riuscito a rovinare, ancora una volta, tutto.
Nicola, rimasto impietrito e confuso dalla scena, si avvicinò solo in quel momento, arrivando alle spalle di Carlotta per placarla da quell'attacco improvviso di ira.
Gli lanciò uno sguardo di sfida, Nicola, i suoi occhi sembravano urlargli: vattene o ti sistemo io.
Così Federico,riservando un ultimo sguardo alla sua Lottie, che tremava per le lacrime e la rabbia, stretta dall'abbraccio di Nicola, si ritrovò ad andarsene.

Carlotta lo guardò allontanarsi sgommando, abbandonandosi alle braccia forti e rassicuranti di Nicola.
"Shh, Lottie, va tutto bene" le sussurrò il suo amico, stringendola premurosamente al petto, mentre lei prese a singhiozzare in modo convulso.
Lei si asciugò alla ben meglio le lacrime, dopo alcuni minuti, alzando lo sguardo per incrociare quello di Nicola.
"Grazie..."gli sussurrò, sentendosi grata della vicinanza dell'amico.
Lui si sciolse in un sorriso, piccolo, ma dolce, mentre le asciugava alcune lacrime: "Ti va di dirmi chi fosse quello là?".
Carlotta ammutolì di colpo, sentendosi profondamente a disagio e, sciogliendo il loro abbraccio, sussurrò: "È solo un cretino".
"Questo lo vedo" fu il commento divertito di Nicola. "Vuoi che ti accompagni di sopra?" aggiunse, poco dopo, facendo riferimento allo stabile dietro di loro.
Carlotta scosse il capo, stringendosi nella spalle. "Sta' tranquillo, Nicola. Ho bisogno di stare un po' sola".
Lui annuì, comprendendo non fosse il caso di insistere, e Carlotta lo osservò andare via, acquisendo sempre più velocità. 
Avevano fatto appena in tempo, lei a salire in casa, lui nella sua automobile, prima che quell'acquazzone preannunciato, si abbattesse sull'intera città, illuminando il cielo di bagliori e fulmini. 
Carlotta si rifugiò tra le mura della sua casetta con la necessità di sentirsi sicura e protetta da qualsiasi pensiero negativo l'affligesse ma le parole di Federico non facevano che tartassare la sua mente. Come aveva solo potuto dubitare di lei? Come aveva potuto solo pensare che Nicola fosse il suo amante?
Sbuffò, forte, e infastidita, lasciandosi ricadere sul divano, massaggiandosi la tempia per placare il mal di testa sopraggiunto dopo tutte quel lacrime e tutto quel trambusto.
Si asciugò il viso, eliminando ogni traccia di trucco secco. L'episodio di poco prima non aveva fatto altro che peggiorare la situazione e lei si sentiva stanca e prosciugata di qualsiasi forza. Non le veniva nemmeno più da piangere, e quando si strinse le gambe al petto, sperò di addormentarsi velocemente, cercando di non pensare a cosa la preoccupasse.

Poteva essere passata un'ora, forse due, da quando si era appisolata; Carlotta non lo seppe quantificare, quando, all'improvviso, nel silenzio dell'appartamento, il suo cellulare  prese a squillare con insistenza. Sobbalzò, sbarrando gli occhi, maledicendosi per aver lasciato la suoneria e guardò il suo cellulare, appoggiato al tavolino, poco distante da lei, che continuava a vibrare. Ebbe quasi paura che fosse ancora lui, Federico.
Si dovette, però, ricredere quando scorse il numero della sua amica Anita sul display. Si ritrovò a scrutare l'ora sul dispaly, era già molto tardi e, improvvisamente, fu sorpresa e preoccupata dalla sua chiamata. Rispose sùbito, Anita poteva aver bisogno di lei.
"Anita..."
"Ehi, Lottie..."
Carlotta capì dal suo tono esitante che ci fosse qualcosa a preoccupare la sua amica.
"Devi dirmi qualcosa, Anita?"
La sua amica si prese una pausa e lei aspettò in silenzio che le confessasse ciò che la turbava. "Sì, beh, Lottie, Federico è in ospedale, credo che abbia avuto un incidente, ma sta ben..."
Carlotta smise di ascoltare la voce di Anita quando si rese conto che lei avesse parlato di Federico e di un incidente. Il cuore prese a scalpitarle forte, nel petto, mentre si lasciava travolgere dall'agitazione riguardo le sue condizioni.
Così, resasi conto che Anita fosse ancora in linea, si premurò di chiudere in fretta la telefonata. Non poteva perdere altro tempo. Doveva correre da Federico.
"Arrivo sùbito" le disse, infatti, e riattaccò.

Si passò una mano sui capelli, tirandone le punte per la frustrazione. Il respiro sembrò mancarle, mentre si rendeva conto di cosa le avesse confessato Anita. Capì perché lei sembrava così titubante nel parlare, non riusciva a trovare le giuste parole.
Respira, Carlotta, respira...
Il destino doveva giocarle proprio dei brutti tiri, dopo che Federico era andato via arrabbiato, non poteva essere possibile che avesse avuto un incidente. Improvvisamente, un certo senso di colpa, cominciò a farsi spazio dentro di sé. E, senza che se ne rendesse conto, Carlotta scoppiò in lacrime.
Il suo pianto sapeva di rabbia, tristezza, preoccupazione. Tante emozioni contrastanti tra di loro che non le permettevano di ragionare lucidamente. Carlotta sapeva di doversi alzare e andare in ospedale, ma si sentì bloccata, incapace di compiere qualsiasi azione.
Poi il suo cellulare si illuminò, in chiaro segno di un messaggio in arrivo.
Lei lo afferrò velocemente, intrepida di sapere chi fosse. Era Anita, di nuovo.
Per favore, vai piano, sii prudente.
Il suo messaggio era intriso di preoccupazione. Era chiaro che la sua amica fosse in pensiero per lei e aveva paura che la notizia appresa non la rendesse lucida abbastanza.
Così, si alzò, asciugandosi il viso, e corse alla finestra, maledicendo il brutto tempo per aver deciso di scatenare una tempesta proprio quella sera.
Carlotta aveva un motorino e con quel tempo sarebbe stato impossibile mettersi in strada.
Cercò di chiedere aiuto ai suoi amici ma sembrava che anche loro quella sera avessero altro da fare, ma, data la tarda ora, potevano anche essere già a letto. Nemmeno Nicola rispose.
Così, si ritrovò a sperare che la pioggia si calmasse presto, chiedendosi come stesse Federico.
Anita le aveva fatto intendere che non stesse male, ma lei aveva bisogno di constatare con i suoi occhi che il suo Fede non avesse subito gravemente dell'impatto.
Ti prego, ti prego...Chiuse gli occhi, lasciandosi sopraffare dal turbinio di emozioni e quando notò, sospirando vicino al vetro della finestra, la pioggia diminuire, si ritrovò a saltare di gioia. Così, afferrò il suo casco e corse giù per le scale, smaniosa di raggiungere l'ospedale.
Per fortuna, la zona in cui abitava non distava molto dal policlinico e, per quanto gli fosse possibile, Carlotta raggiunse quel luogo da lei, quella sera, tanto agognato, in men che non si dica.
Corse dentro al pronto soccorso, sentendosi persa in quel turbinio di persone che le ruotavano attorno; qualcuno, addirittura, nella foga del momento, la spintonò.
Lei ruotò su se stessa, incapace di scegliere da che parte andare. Aveva bisogno di informazioni e di qualcuno che fosse disposto a dirle cosa desiderava. Poi, come se la sua amica avesse percepito il suo arrivo, vide Anita uscire da una delle stanze e la raggiunse, di corsa. Il cuore che le batteva così forte.
Carlotta l'abbracciò stretta, così felice di averla lì con lei e Anita sembrò riconoscere tutta la tensione scaricata in quel gesto, perché prese ad accarezzarle la schiena, con premura, cercando di infonderle sostengo.
Sembrava così impaurita e fragile, Carlotta, con il cuore che riusciva a sentirle battere vicina come era e gli occhi stanchi, intrisi di lacrime.
Anita le spiegò che si fosse occupata di Federico, che stesse bene, e che poteva vederlo.
Lei tirò un sospiro di sollievo, commossa, e quando Anita le indicò la direzione da seguire, non aspettò altro. Si allontanò velocemente con l'emozione di rivedere Federico ad affiorarle nel petto.

Abbassò la maniglia, lentamente, come se avesse paura di quello che avrebbe visto. Perché le tremavano così tanto le mani?

In che condizioni si trovava Federico? Stava davvero bene o Anita glielo aveva detto per evitare che si preoccupasse ulteriormente?
Quando si ritrovò nella stanza, lui che aveva lo sguardo puntato altrove,  si voltò nella sua direzione e Carlotta avvertì il pavimento mancarle sotto i piedi.
Alla sua vista, non le importò di nient'altro, né dei loro litigi, né delle parole che qualche ora prima si erano urlati, solo che lui fosse lì, vivo, e che stesse bene. Potette appurare che, almeno esteriormente parlando, Federico non avesse riportato molte ferite. Riportava qualche escoriazione in viso, qualche taglio già medicato; Anita gli aveva messo anche un bel cerotto sul sopracciglio. Anche nelle condizioni in cui versava, lui sembrava capace di essere affascinante e farle battere il cuore.
Federico si ridestò, all'improvviso, dalla sua posizione, puntandole lo sguardo addosso. Sorpreso, felice di vederla lì. 
Tutti quanti parlavano di quanto fosse stato fortunato ad uscire illeso da quell'impatto; in un incidente del genere avrebbe potuto davvero rimetterci la vita e Federico la morte l'aveva quasi vista in faccia, quando i fari di quel tir-che sbandando- si era immesso nella sua corsia. Magari l'autista era stato colpito da un colpo di sonno, o nel peggiore dei casi era ubriaco, ma a questo ci avrebbe pensato la polizia.
E proprio la polizia aveva fatto in modo che non accadesse una catastrofe. Infatti, una volante della Polizia Stradale, di pattuglia, aveva speronato il tir, costringendolo a fermare la sua corsa e a evitare che la sua pericolosa e azzardata manovra potesse portare tante vittime. Erano stati i poliziotti a soccorrerlo, aiutandolo a scendere dalla sua auto, con la fiancata sinistra completamente distrutta, perché nel frenare aveva colpito il guardrail. Era stato bravo, Federico, perché nonostante l'asfalto scivoloso per la pioggia battente era stato in grado di essere lucido e salvarsi la vita. 
C'era stato un attimo in cui, però, aveva davvero pensato di non farcela. La pioggia aveva preso ad abbattersi sulla sua auto, violentemente, togliendogli quel poco di visibilità già compromessa dagli abbaglianti del tir. Aveva pensato a Carlotta, in quel momento, e aveva sperato di rivederla ancora, poi c'era stato lo scontro. La sua salvezza era stata trovare una piazzola di emergenza dove rifugiarsi, ma di questo, Federico, ne era venuto a conoscenza solo dopo.
Sapere, quindi, di riaverla, lì, con lui, gli accese un'emozione nel petto. Allora, per quanto gli fosse possibile, cercò di farsi leva sulle braccia, per appoggiarsi allo schienale del letto, ma fallì miseramente, ritrovandosi ad imprecare dal dolore.
Carlotta si risvegliò dal suo stato di torpore e lo raggiunse, frettolosa.
"Fermo. Ti aiuto" le sue mani si appoggi
arono sulle sue spalle, sostenendolo.

Federico fissò i suoi occhi in quelli di Carlotta, e gli sembrò che il dolore provocato dallo sforzo fosse completamente scomparso.
Sospirò mentre lei lo accompagnava nei movimenti. Carlotta rimase lì, abbassando lo sguardo, e fingendo di trovare interessante più una piega del lenzuolo che lui, poi, improvvisamente, Federico notò una lacrima scivolare sul suo viso. Protese una mano verso di lei, come a volerla asciugare, ma, prontamente, Carlotta si passò un polso sul viso, cancellandone ogni traccia.
"Lottie..." sussurrò lui, cercando di attirare la sua attenzione. Riusciva a scorgere nella sua espressione tutta la stanchezza che quella situazione gli stesse procurando.
Lei alzò lo sguardo, puntandolo nel suo: "Cosa c'è?!" ribatte, acidamente.
Lui accennò un sorriso, divertito dal suo comportamento, ma Carlotta pensò che volesse prenderla in giro.
"E togliti quel sorriso del cavolo dalla faccia!" replicò, arricciando le labbra in una smorfia, infastidita. "Non c'è niente di divertente in tutto questo! Quando Anita mi ha detto che avessi avuto un incidente, sono quasi morta dalla paura. Ero così preoccupata e allo stesso tempo mi sono sentita una stupida perché stavo male per te, per te che sei uno stronzo e mi fai soffrire!".
Aveva sbottato, Carlotta, lasciandosi sopraffare dalla collera e dall'amore che la vista di Federico le avevano provocato, insieme.
Lui incassò il colpo, abbassando lo sguardo, come a volersi nascondere dai suoi occhi inquisitori.
"Ho avuto paura di non vederti più..." mormorò così piano che dubitò lei lo avesse sentito, ma si sbagliava. E non glielo disse perché così sperava di farla capitolare ma perché era quello che pensava davvero.
Le sue parole furono in grado di fare immobilizzare Carlotta sul posto; lei dovette rinunciare a qualsiasi cosa volesse dirgli, ancora, perché nessun suono sembrava volesse uscire dalle sue labbra.
Lui, invece, doveva avere tanta voglia di parlare perché la richiamò, di nuovo.
"Sì, ok, ma adesso stai bene." borbottò lei, a mezza bocca, "posso anche andare via".
Improvvisamente Carlotta sentiva di voler scappare da quella stanza, da lui, perché la sua vicinanza non la rendeva lucida e lei non poteva permettersi di vacillare.
Così, gli diede le spalle, chiudendo le mani in due pugni e tirò un lungo respiro, come a voler placare la sua agitazione.
"Lottie...non andartene. Rimani qua".
Federico aveva un tono esitante, quasi di supplica e lei, nonostante non potesse vederlo, era sicura che si stesse passando una mano tra i capelli, come a voler scaricare la tensione.
Lottie socchiuse gli occhi, portandosi una mano all'apice del naso e, sebbene lui le avesse chiesto di tornare al suo fianco, non si mosse dalla sua posizione.
"Ok, Carlotta" Federico rilasciò un respiro profondo, non sentendosi completamente pronto ad affrontare ancora una volta il suo rifiuto. "Se tu non mi vuoi parlare, lo farò io". Il suo tono tornò a macchiarsi della sua stessa sicurezza e Carlotta, rimasta in silenzio, aspettò che lui cominciasse a parlare.
"Io sono un disastro in amore, Carlotta. Non ho mai avuto una relazione stabile e duratura; ho sempre pensato che quelle cose non facessero per me. Mi sono costruito una reputazione in questi anni, che mi rendo conto sia difficile da buttare giù. Sono stato tanto superficiale per tutto questo tempo, credendo che cambiare donna ogni sera fosse soddisfacente e appagante, ma tu mi hai fatto scoprire quanto invece lo siano la tranquillità, la stabilità, la complicità che un rapporto serio e duraturo possa donarti. Quando sei arrivata nella mia vita, Carlotta, non mi aspettavo che potessi sentirmi attratto da te, addirittura innamorarmi. Direi che non ci avrei scommesso. Tu rappresentavi tutto quello che non avevo mai avuto, una novità. Eri così diversa dalle ragazze che ero solito frequentare: donne facili, che facevano di tutto pur di attirare la mia attenzione." Federico si interruppe per scrutare una sua reazione, sperando che Carlotta si voltasse verso di lui, ma lei non fece niente di tutto questo.
"Quindi voglio essere sincero e non nasconderti che, all'inizio, mi sia avvicinato a te mosso da una certa curiosità, ma non ho mai e dico mai avuto secondi fini. Se avessi capito di non essere interessato a te, ti avrei lasciata stare e non impelegata in un rapporto che sapevo ti avrebbe portata a soffrire.
Per me era tutto nuovo, Carlotta, perché io non sapevo nemmeno come ci si comportasse in una relazione, ma sentivo che con te stavo bene, che stavamo costruendo qualcosa di davvero bello, insieme. E non ti nascondo che per quanto ne fossi felice, ero spaventato all'idea di sbagliare. Perché tu, Carlotta, sei troppo per me, sei così fragile e delicata, che alla sola idea di vederti soffrire, sto male..."
Carlotta, a quel punto, si voltò nella sua direzione, con le lacrime agli occhi. Sentirlo parlare di lei, di loro, di quello che erano stati, le aveva portato alla mente ricordi che, adesso, le facevano tanto male.
"E la scommessa?" gli domandò.
"La scommessa c'è stata, ma io ti giuro che non c'entro niente: si è trattato di uno stupido equivoco. Diego e Alberto hanno preso sempre sottogamba il mio interesse nei tuoi confronti. Loro erano abituati a vedermi cambiare ragazza con una certa frequenza, e per di più, ad uno standard completamente diverso. Pensavano che tu, così diversa dalle altre, rappresentassi per me una sfida. La ragazza frigida, che disdegna le attenzioni del donnaiolo incallito, da volersi portare a letto. E hanno scommesso su quanto tempo ci avessi messo a farti capitolare. E sai, se c'è una cosa di cui davvero mi dispiace è di aver permesso loro di rovinare qualcosa di così bello." 

Federico tacque, e aspettò che fosse lei a dire qualcosa. Dopo averle confessato tutto, si sentiva libero, spoglio da un peso, e sperava che lei lo capisse, perché al solo pensiero che Carlotta potesse andarsene di nuovo, sarebbe potuto diventar matto.
Carlotta lo guardò, i suoi occhi non potettero fare a meno di guardarlo con amore; forse questo sentimento, l'elettricità che sentiva chiaramente scorrere di loro, non la facevano ragionare lucidamente, ma lei sentiva che Federico fosse sincero e le bastava questo a farla sentire più libera, serena. Ovviamente, decise di farlo penare un po', perché non voleva dargli la soddisfazione di vederla cedere così presto.
Lui, a quel punto, arricciò la fronte, sporgendosi verso di lei, per incitarla a dirle qualcosa, e, nonostante fosse sorpreso di questo improvviso mutismo di Carlotta, non si scompose, e riprese a parlare. Non si sarebbe arreso facilmente. Lei dovette reprimere un sorriso: per Federico non esistevano mezzi termini, a volte era così difficile anche solo fargli snocciolare una sola parola, mentre altre, come in quel momento, sarebbe stato capace di sproloquiare per ore e ore.
Questa volta la sua voce assunse una sfumatura dolce, quasi tenera. Sembrava parlarle con il cuore in mano."Mi manchi, Lottie; mi manca quello che avevamo; mi mancano le nostre chiacchierate, sentirti parlare per ore di cose che, a volte, non hanno un senso, ma che, dette da te, sembrano le più interessanti; mi manca strimpellare la chitarra e sentirti accocolarti a me, mentre mi chiedi di cantarti qualcosa; mi mancano le nostre risate, la tua dolcezza e la tua timidezza, i momenti che ci ritagliamo solo per noi. Mi manca fare l'amore con te, Carlotta, e poi stringerti a me e dormire vicini, abbracciati... mi manca tutto. Un tutto a cui so di non voler rinunciare perché ti amo e se ancora non mi credi, sarò disposto a tutto pur di dimostartelo".
A quel punto, Federico sbuffò con impazienza, indicandole la porta alle loro spalle. "E per favore, adesso dì qualcosa, non farmi sentire un povero scemo che parla da solo. Decidi cosa vuoi fare, ad esempio, puoi uscire da quella porta e lasciarmi qui o venire da me e darmi un bacio" accompagnò le sue ultime parole con un ghigno malizioso. Non c'era proprio niente da fare, lui era sempre lo stesso.

Carlotta corse, allora, verso di lui, e vide affiorare sul volto di Federico un'espressione speranzosa, che però si tramutò in sgomento, quando lei gli piantò uno schiaffo in pieno viso, di nuovo. Federico strepitò dal dolore, portandosi la mano a massaggiarsi la guancia.
"Ahia!" si lamentò, arricciando le labbra in una smorfia. "E questo che significa?"
"Questo è perché mi hai fatto preoccupare!" ammise lei, terribilmente seria, puntandogli un dito contro. "E questo..." aggiunse, lasciando affiorare un piccolo sorriso sulle sue labbra; Federico l'osservò preoccupato, cercando di prevedere la sua prossima mossa. Ma dovette ricredersi quando Carlotta si avvicinò a lui, fino a respirargli a un passo dal viso. "Questo è perché ti amo" sussurrò lei, sulle sue labbra, prima di baciarlo. Federico sembrò essere colto di sorpresa dal suo gesto, ma si premurò di portare una mano dietro la nuca per avvicinarla a sé e poter approfondire il bacio. E quello che, dapprima sembrava uno sfiorarsi di labbra, come a voler imprimere quel momento nella loro mente, divenne ben presto un bacio passionale, in cui entrambi parevano voler riversare tutto il loro amore. Si baciavano, Carlotta e Federico, e sembrava che non ne avessero mai abbastanza. Erano stati lontani così tanto tempo da volersi mostrare quanto, in  realtà, si fossero mancati.

"Ti amo anche io, Carlotta" Federico appoggiò la fronte alla sua con il respiro affannoso, per il bacio appena scambiatosi. Carlotta mugugnò qualcosa, contrariata, per aver interrotto quel momento e poi passò ad accarezzargli con dolcezza la stessa guancia che gli aveva schiaffeggiato. Lui chiuse gli occhi, beandosi del suo tocco così delicato e sospirò.
"Dovevi finire in un letto d'ospedale per dirmi tutte quelle cose?" scherzò lei, accoccolandosi a lui, ma senza nascondere una certa serietà.
Lui la strinse più a sé, accarezzandole i capelli. "Vedila così: stasera ho capito che la vita è imprevedibile, e io non ho intenzione di vivere di rimorsi e tenermi tutto dentro".Carlotta sospirò sul suo petto, stringendolo ma senza fargli male.
"Fede...non farlo mai più, hai capito?" ammise lei, cercando di trattenere l'emozione che averlo con lei le procurava. Lui le sorrise in quel modo tutto suo, che l'aveva fatta innamorare. "Non ti lascio più, Carlotta".

I genitori di Federico li trovarono così, accocolati, sereni, felici, mentre sembravano voler recuperare tutto il tempo che avevano perso. Nella stanza si creò, subito, un certo imbarazzo. Carlotta scattò, come se fosse stata colta in flagrante e sorrise intimidita sotto lo sguardo divertito e curioso dei signori Bianchi. Non si erano mai presentati prima di allora e, stare nella stessa stanza con loro, provocava in lei una certa agitazione. Li osservò, per poco, senza farsi beccare, e capì da chi il suo ragazzo avesse preso tutta la sua bellezza.
Federico lanciò un sorriso candido ai suoi genitori, voltandosi a guardare, poi, la sua ragazza. "Mamma, papà, vi presento la mia ragazza, Carlotta" proferì con orgoglio. Era sicuro che a loro Lottie sarebbe piaciuta tantissimo.
Lei accennò a un sorriso, incrociando le braccia dietro la schiena, sperando di fare una buona impressione su di loro. "Piacere di conoscervi..." "Ehm, Federico, io vado, ok?" aggiunse, frettolosa. Si dileguò, veloce, dedicandogli un piccolo saluto, prima di uscire da quella stanza.

Fuori dalle mura di quella stanza che, però, li aveva rivisti complici e innamorati, si permise di sorridere felice con il cuore a battere per l'emozione. Quello che era successo a lei e Federico era qualcosa di davvero bello e innaspettato; nessuno avrebbe detto che si sarebbero innamorati, eppure era accaduto. A ripensarci, nemmeno lei ci avrebbe scommesso, ma si sa, la vita è capace davvero di sorprenderci.

ANGOLO AUTRICE:

Buonasera a tutti, rieccomi!

Pensavo che sarei riuscita a terminare questa seconda parte molto prima, ma ahimè mi ha portato via un po' di tempo e  ho posto la parola fine solo poco fa. In ogni caso, spero che questa one-shot vi sia piaciuta e vi abbia fatto sognare, che non fa mai male. Ringrazio chi ha letto la prima parte e l'ha inserita tra le sue liste, davvero GRAZIE. Mi sento tanto grata di questo supporto. 
Per adesso, le avventure di Federico e Carlotta finiscono qui, ma se ne volete sapere di più su di loro, per chi non lo facesse già, potete seguirli nella long "Ricominciamo da qui", anche se non escludo che potrei tornare a scrivere di loro.
E niente, detto questo, fatemi sapere cosa ne pensate e....a presto!

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: ineedofthem