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Autore: heliodor    27/01/2019    2 recensioni
Joyce è nata senza poteri in un mondo dove la stregoneria regna sovrana. Figlia di potenti stregoni, è cresciuta al riparo dai pericoli del mondo esterno, sognando l'avventura della sua vita tra principi valorosi e duelli magici.
Quando scoppia la guerra contro l'arcistregone Malag, Joyce prende una decisione: imparerà la magia proibita per seguire il suo destino, anche se questo potrebbe costarle la vita...
Tra guerre, tradimenti, amori cortesi e duelli magici Joyce forgerà il suo destino e quello di un intero mondo.
Fate un bel respiro, rilassatevi e gettatevi a capofitto nell'avventura più fitta. Joyce vi terrà compagnia a lungo su queste pagine.
Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
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L’accusa

 
"Col tuo atteggiamento non ci sei di nessun aiuto" disse Vyncent trascinandola di forza fuori dalla sala.
Bryce non si oppose e sembrava divertita da quell'atteggiamento. "Non sono venuta per aiutarti" disse. "Ma per ricordarti che abbiamo una guerra da combattere. E vincere."
"Credi che non lo sappia? È con persone come Sibyl che avremo più possibilità di battere Malag e i suoi."
"Che sciocchezza" esclamò Bryce.
Vyncent la fissò negli occhi. "Che hai? Sei strana fin dal giorno in cui siamo tornati da Orfar. Sei cambiata. Sembri un'altra persona."
"Sei tu che sembri un altro" disse Bryce. "Hanno cercato di ucciderti e sembra che nemmeno te ne importi. Mi dici che cosa ha tu, Vyncent? Una volta ti saresti messo sulle tracce dei tuoi rapitori e non ti saresti fermato se non dopo averli presi."
"Mi importa invece" disse Vyncent. "So che te ne stai già occupando tu" rispose lui lasciandola andare.
"Ho dovuto" esclamò Bryce. "Visto che tu sembri impegnato in altre cose."
"Ho sentito che Hava è morta" disse per cambiare discorso.
"È stata uccisa" rispose Bryce. "Chiunque sia stato, non voleva che la interrogassimo."
"Tu chi pensi sia stato?"
Bryce sospirò. "Abbiamo molti nemici qui a Malinor."
"Abbiamo? È me che volevano colpire."
"Andiamo, Vyncent. Lo sai bene che era per arrivare a me. È lo stesso stratagemma usato da Aschan. Loro ti avrebbero rapito e io sarei corsa a salvarti. Oppure sarebbe successo il contrario, se si fosse presentata l'occasione di rapire me."
Vyncent ci aveva riflettuto ed era d'accordo con lei. "Siamo vulnerabili."
Lei lo guardò dritta negli occhi. "È così che parli di quello che c'è tra di noi? Siamo vulnerabili? È una debolezza la nostra?"
Vyncent annuì, anche se gli costò molto farlo. "È da quando siamo tornati che lo penso. Molti hanno visto ciò che è accaduto a Orfar e ora lo stanno raccontando in giro."
"E anche se fosse? Che cosa c'è da vergognarsi? Io non mi pento di ciò che ho fatto. E nemmeno tu dovresti."
"Io penso che dovremo riparlarne un'altra volta." Indicò la sala alle sue spalle. "Adesso ho da fare."
Bryce annuì. "Il tuo nuovo passatempo. Non voglio distrarti dalla tua nuova missione. Stasera c'è una riunione nell'ufficio di Mire. Cerca di esserci, intesi? O penserò che hai messo anche la guerra in secondo piano, dopo noi due."
Non gli diede il tempo di replicare e se ne andò, marciando decisa nella direzione opposta.
Vyncent la guardò con un misto di sconforto e rassegnazione, poi tornò verso la sala. Elvana stava urlando qualcosa nel suo solito tono sgraziato.
"Non ci siamo, per gli dei" disse la strega. "Com'è possibile che tu sia sopravvissuta a un Vartagh, nonostante sia così negata?"
Sibyl era paonazza in viso, ma non appena lo vide entrare sembrò riprendersi. "Non so farlo meglio di così" disse quasi giustificandosi.
"Dovrai migliorare" la sgridò Elvana. "O non sopravvivrai a questo addestramento, te lo posso garantire."
"Che succede?" domandò Vyncent.
"Mostraglielo" disse Elvana a Sibyl con tono perentorio.
La ragazza sospirò.
"Avanti" la esortò Elvana. "Sbrigati."
Sibyl evocò lo scudo magico. L'alone di energia circondò il suo corpo come una bolla di sapone tagliata a metà dal pavimento.
Vyncent scosse la testa. "Ho già visto questa roba."
"E adesso me lo dici?" fece Elvana. "È grave, Londolin. Molto grave."
"Lo so" fece lui scrollando le spalle. "Ma cosa possiamo farci?"
"Te lo dico io" ringhiò Elvana. "Bastoniamola finché non impara a evocare uno scudo decente. Era così che faceva il mio maestro a Nightanatois quando sbagliavamo."
"Bastonare?" fece Sibyl.
Vyncent annuì grave. "Sarebbe una buona idea e in verità ci stavo riflettendo sopra da un po'."
"Bastonare?" ripeté Sibyl perplessa.
"Penso che dovremmo darle una seconda possibilità" proseguì Vyncent con tono grave. "Magari spiegarle dove sbaglia e farle vedere come si fa. Se poi non apprende abbastanza in fretta, potremmo prendere in considerazione l'ipotesi di ricorrere alle bastonate come dici tu."
"Bastonare?" disse Sibyl sgomenta.
"Prendo la mazza" disse Elvana allontanandosi.
"Non diceva sul serio, vero?" fece Sibyl preoccupata.
Vyncent scrollò le spalle. "A volte picchiare un'allieva ritrosa è la soluzione migliore e più veloce."
Elvana tornò con un bastone lungo un metro e lo agitò nell'aria come se stesse saggiando una spada. "Penso che questo vada bene."
"L'importante è che non le spezzi qualche osso" disse Vyncent. "Cerca di colpire le parti molli. Avrà un livido ma nessuna frattura."
"Buona idea" disse Elvana. "Da che parte comincio?"
Sibyl si ritrasse. "Non dite sul serio, vero? Nessuno mi bastonerà" disse sollevando le mani come se si preparasse a colpirli.
"Allora dovrai difenderti" disse Elvana scattando in avanti.
Lo scudo di Sibyl respinse il primo attacco, fermando il bastone a mezz'aria.
Elvana eseguì una piroetta danzandole attorno e affondò un altro colpo. Lo scudo respinse pure quello.
Sibyl si voltò di scatto, ma Elvana aveva già cambiato posizione e si era portata alle sue spalle.
Ci fu un altro colpo, anch'esso parato dallo scudo.
Sibyl boccheggiò. "Non passerai."
"Sei già stanca" disse Elvana. "E io ho appena iniziato. Usare il bastone consuma molte meno energie del tuo scudo insensato."
Colpì lo scudo altre due volte, danzando attorno a Sibyl con movimenti agili e veloci.
La ragazza si difese con lo scudo, ma a un certo punto le increspature attorno al suo corpo si fecero meno intense e cominciarono ad affievolirsi.
"Altri due colpi e sarai mia" disse Elvana sorridendo.
"No" fece Sibyl arretrando.
Elvana partì all'attacco per colpirla, la mazza sollevata sopra la testa pronta ad affondare il colpo.
Vyncent era certo che lo scudo di Sibyl l'avrebbe parato di nuovo, ma sussultò quando vide il bastone calare verso la sua testa.
Stava per gridare a Elvana di fermare il colpo, quando Sibyl alzò le mani e afferrò al volo il bastone, strappandolo alla presa dell'avversaria.
Elvana fu così sorpresa da quella mossa che per un istante fissò stupita le mani vuote.
Sibyl fece volteggiare il bastone e poi lo spezzò con un colpo secco. "Nessuno mi prenderà a bastonate" disse ansimando.
"Forza straordinaria e ossa di pietra, direi" disse Vyncent avvicinandosi.
Elvana fece un passo indietro. "Mi ha colta di sorpresa. È stata solo fortuna la sua."
Lui scosse la testa. "Non direi. Era un piano, vero?"
Sibyl annuì. "Credeva di avermi in pugno" disse come se stesse contenendo a stento la sua esultanza. "Troppo debole e passiva per rispondere ai suoi attacchi e invece..."
"Saresti comunque morta" disse Vyncent. "Elvana stava solo giocando con quel bastone."
"Puoi ben dirlo" fece la strega. "Londolin."
Vyncent annuì. "Direi che per oggi può bastare. Fai un bagno e preparati per il pranzo."
"Basta così? Io voglio imparare a evocare uno scudo decente" disse Sibyl.
"Imparerai un altro giorno. Non esagerare o crollerai. Conosci la strada per tornare nella tua stanza?"
Sibyl annuì e lasciò la sala.
Vyncent guardò Elvana.
"Non dire una parola" disse la strega.
"Te ne dirò tre: Alterazione, Transmutazione e Illusionismo."
Elvana sospirò. "Bryce ne controlla almeno cinque. E non è detto che me le abbia mostrate tutte."
"È comunque impressionante, no?"
Elvana annuì. "Diciamo che promette bene, ma sai come funziona, vero? Più ne controlli, meno sei bravo."
"Bryce è brava in tutte e cinque."
"Lei è un caso a parte. Non cedo che quella Sibyl sia al suo livello. Dubito persino che possa raggiungere quello di Bato e Djana. Il nostro poi è fuori dalla sua portata."
"Sei troppo pessimista" fece lui.
"Guardo le cose nella loro giusta luce. È troppo vecchia."
"Non è vero. È più giovane di Bardhian."
"Intendevo che è troppo vecchia per imparare a controllare i suoi poteri" disse Elvana. "E una strega che non ha il pieno controllo è pericolosa, per sé stessa e per gli altri."
Vyncent annuì grave. "Sarà una bella sfida allora."
Elvana sospirò. "Se almeno ci fosse qui Bryce. A proposito, che voleva? Ero così presa dall'addestramento che l'ho ignorata."
"Tranquilla, voleva parlare con me. Stasera c'è una riunione con Mire."
Elvana si accigliò. "Un'altra? È la decima in una Luna."
"Si vede che ha qualche novità da annunciarci."
"Vedremo" disse Elvana. "Ora vado a fare un bagno. Non voglio che pensi che sono una sudiciona come te."
"Anche io avevo intenzione di fare un bagno. Prima o poi."
Elvana scosse la testa e andò via.
 
"Non pensavo che saresti venuto" disse Bryce vedendolo arrivare nell'ufficio di Mire.
Vyncent notò che Bardhian e Ronnet erano già presenti, così come alcuni membri del circolo di Malinor di cui ignorava il nome.
Anche Elvana era presente, ma si teneva in disparte come al solito.
E c'era anche la decana Dere Mugwin e Pearla. Questo lo sorprese perché la strega era anziana e sembrava reggersi a stento in piedi.
Accanto a lei c'erano altri stregoni con il mantello nero e oro. Notò che alcuni lo fissavano con ostilità e altri nemmeno gli rivolgevano lo sguardo.
Vyncent sapeva che c'era malcontento nel circolo. Re Alion e i Malinor non li consideravano alleati, ma sudditi di cui disporre.
A Valonde e nel continente maggiore era diverso. Lì i circoli collaboravano con il governo della nazione, piuttosto che essere in competizione.
Di che cosa mi stupisco? Si disse. I Malinor sono pazzi, dopotutto. Forse la follia non colpisce solo la casa regnante, ma tutto il regno.
Dere e Pearla si avvicinarono.
"A nome del circolo di Malinor" disse Dere. "Ti porgo le nostre scuse, Vyncent di Londolin."
"Non dovete" rispose.
Gli sguardi degli altri stregoni si fecero più severi.
"Invece sì" disse Pearla. "Il comportamento imperdonabile di Hava, Balek e Brun getta una macchia indelebile sul nostro glorioso circolo."
"Vostra eccellenza" disse Dere. "È chiaro a tutti che quei tre rinnegati hanno agito per conto loro. Il circolo non ha alcuna colpa in tutto ciò."
"In ogni caso" disse Pearla. "Io mi scuso a nome di tutti."
Dere l'accompagnò via.
Rimasto solo, Vyncent si mise in disparte. Anche se veniva invitato alle riunioni, solo Mire e pochi altri potevano prendere la parola. Una di queste era Bryce.
"Voglio che venga fatta piena chiarezza su quanto è accaduto" disse con tono deciso.
Mire annuì. "Sarà fatta, hai la mia parola."
Ronnet ridacchiò. "Ormai siamo governati da Valonde. Perché non diamo la corona alla principessa Bryce?"
Alcuni dei presenti annuirono.
Mire gettò un'occhiata disgustata a Ronnet. "La principessa Bryce è nostra alleata."
"Sì, certo" rispose lui con tono tronfio. "Ma io credo che non ci consideri tali. Credo piuttosto che per lei siamo solo sudditi di cui disporre a piacimento. Ci userà per la sua guerra contro Malag come ha fatto con me e poi ci butterà via."
Vyncent guardò Bryce stringere i punti e serrare la mascella.
"Mai fidarsi di un valonde" disse Ronnet. "Mio nonno lo diceva sempre."
"Adesso basta" disse Mire. "Dovete delle scuse alla principessa."
"Non voglio le sue scuse" disse Bryce. "Proseguiamo con la riunione."
Ronnet rise. "Parla già come una sovrana. E quando avrà sposato il suo amante, il principe senza corona, voi continuerete a omaggiarla invece di cacciarla via a pedate."
"Questa è una riunione" disse Mire con tono calmo. "Se non la smetti, ti farò allontanare. Con la forza, se necessario."
"Come osi?" Ronnet agitò il pugno minaccioso. "Dimentichi che io sono il principe e tu la suddita?"
"Tuo padre mi ha nominata reggente" disse Mire. "E ciò fa di me la sovrana di Malinor e di te il suddito."
Ronnet annuì con aria di sfida. "Quando mio padre tornerà, ti ricorderà qual è il tuo posto."
"Non credo che questo avverrà molto presto" disse una voce di donna.
Vyncent voltò la testa di scatto e fece correre gli occhi nel punto da cui era venuta la voce. In piedi sotto l'arco che delimitava l'ingresso all'ufficio di Mire, sostava una donna.
Gladia di Taloras, pensò.
E non era sola.
Al suo fianco c'era una giovane ragazza dallo sguardo accigliato con il mantello rosso e oro sulle spalle.
Nazedir, pensò Vyncent. Allora lei è...
Gladia avanzò spavalda verso Mire. "In questo momento, il vostro re è impegnato in una difficile battaglia. E tutti voi dovreste pregare i vostri Dei che ne esca vincitore."
"Gladia di Taloras" disse Mire. "Stavo giusto per informare i presenti del tuo arrivo."
Gladia rivolse un'occhiata ai presenti. Solo allora Vyncent notò che Bryce si era fatta avanti e stava marciando decisa verso di lei.
"Reggente" disse ad alta voce la principessa di Valonde. "Prima che tu dica qualsiasi cosa, concedimi di prendere la parola."
Mire si accigliò. "Ti è concessa, Bryce di Valonde."
"A nome di Valonde, ti chiedo di mettere in catene quella donna, Gladia di Taloras."
"Con quale accusa?" chiese la reggente stupita.
"Tradimento e cospirazione contro Valonde e tutta l'alleanza" rispose Bryce.

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