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Autore: heliodor    29/01/2019    1 recensioni
Joyce è nata senza poteri in un mondo dove la stregoneria regna sovrana. Figlia di potenti stregoni, è cresciuta al riparo dai pericoli del mondo esterno, sognando l'avventura della sua vita tra principi valorosi e duelli magici.
Quando scoppia la guerra contro l'arcistregone Malag, Joyce prende una decisione: imparerà la magia proibita per seguire il suo destino, anche se questo potrebbe costarle la vita...
Tra guerre, tradimenti, amori cortesi e duelli magici Joyce forgerà il suo destino e quello di un intero mondo.
Fate un bel respiro, rilassatevi e gettatevi a capofitto nell'avventura più fitta. Joyce vi terrà compagnia a lungo su queste pagine.
Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
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Maestro

 
Oren seguì Shani tra i vicoli bui e stretti della città. Avevano viaggiato per tutto il pomeriggio e ancora non erano arrivati.
Dopo ore passate a girovagare per la città, cominciava a sentirsi stanco. Lo fece presente a Shani, che reagì con una smorfia.
"Se vuoi riposarti fai pure. Passerò io dopo a prenderti."
Oren si guardò attorno. "Aspettarti qui? Non ci penso proprio. Questo posto sembra pericoloso."
"Hai affrontato il deserto di Mar Qwara. Come può farti paura il quartiere degli stranieri di Malinor?"
"Il deserto è vuoto" rispose Oren.
Un paio di volte aveva sorpreso dei ragazzini a spiarli, come se stessero aspettando il momento giusto per aggredirli.
E dividersi era un invito a prenderli di mira.
Shani fece schioccare la lingua. "La casa di zio Wei non è lontana. Credo giusto dopo questi palazzi."
"Sei mai stata prima da lui?"
"No, ma mi hanno descritto la strada, prima che partissi,"
"E se si fosse trasferito."
"Non l'ha fatto. A Malinor gli stranieri possono vivere solo qui."
"Perché?"
Shani si strine nelle spalle. "Chiedilo a loro, ma fa attenzione."
Oren si accigliò.
"Dicono che i Malinor siano pazzi."
"Tutti quanti o solo qualcuno?"
"La famiglia reale di sicuro. Qui hanno usanze strane."
Shani l'aveva già avvertito di non mettersi in mostra prima di entrare in città.
I soldati di guardia erano stati cortesi ma fermi. Shani aveva spiegato loro il motivo della visita in città.
Il soldato le aveva dato due fogli con un timbro stampato sopra.
"Valgono per dieci giorni" aveva spiegato loro. "Li dovrete mostrare ogni volta che vi viene chiesto. Se non lo fate o se sono scaduti, verrete cacciati dalla città."
"Vogliamo trattenerci per più di dieci giorni" disse Shani.
"Allora dovrete andare al palazzo degli stranieri e chiedere che vi venga rinnovato il permesso. Ma dovrete farlo almeno tre giorni prima, perché lì se la prendono comoda" disse il soldato. "E vi consiglio di portare con voi qualche moneta se volete rendere più veloce la cosa."
"Grazie" aveva detto Shani salutandolo.
Oren era passato subito dietro di lei.
Dietro l'angolo di un palazzo malmesso apparve una casa di dimensioni ridotte che sembrava del tutto fuori luogo in quel quartiere.
Invece che essere di pietra e mattoni era di legno. Ed era circondata da un giardino, unico sprazzo di verde in un quartiere dove dominavano il grigio e il nero.
Il portone d'ingresso era chiuso e una lanterna di colore rosso illuminava la soglia.
"Eccola" esclamò Shani entusiasta. "Che ti dicevo?"
"Tuo zio vive qui?" chiese Oren.
Shani non rispose e si avvicinò al portone. Di fianco pendeva una catenella legata a una campana.
Shani la tirò facendo rintoccare la campana con un suono sordo e lamentoso.
Dopo qualche minto di attesa, nel portone si aprì uno spiraglio.
"Chi siete?" domandò una voce squillante.
"Shani."
"Non conosciamo nessuna persona con questo nome. Andate via."
"Aspetta" disse Shani. "Sono la nipote di Wei Fu. Vive in questa casa, giusto?"
"Forse."
Shani si accigliò. "Come sarebbe a dire?"
"Sarebbe a dire che forse Wei Fu abita in questa casa o forse no."
"Ascolta, io sono sua nipote. Vallo a chiamare e parlerò con lui."
"Adesso è occupato."
"Vai lo stesso."
"No so se..."
Shani diede un colpo deciso al portone e lo fece spalancare.
Dall'altra parte Oren colse un rapido movimento, come di un'ombra che scivolava tra le ombre.
Shani piegò le ginocchia e il corpo in avanti, come le aveva visto fare ogni volta che si preparava a combattere.
"Forse non era il caso di..." cominciò a dire Oren.
Un'ombra si mosse rapida al suo fianco e si sentì afferrare la gamba. Non fece in tempo a lanciare un urlo di sorpresa che era già con la schiena a terra.
Shani balzò di lato per evitare l'attacco e rispose con una capriola all'indietro.
L'ombra attraversò il campo visivo di Oren e si scagliò contro la ragazza, ma lei sembrò parare il colpo alzando il braccio destro per rispondere con il sinistro.
L'ombra rimbalzò indietro e si fermò sotto un albero.
"La tua tecnica" disse la stessa voce squillante. "Dove l'hai appresa?"
"È stato Wei Fu a insegnarmela" rispose Shani. "Tu sei un suo allievo?"
"Mi chiamo Tang Li" disse l'ombra. "E sono suo figlio."
Un viso ovale emerse dalle ombre. Gli occhi dalla forma allungata e il viso schiacciato tradivano la sua provenienza.
Come Shani, quel ragazzo doveva venire dalle isole orientali. E non era nemmeno un ragazzo, ma poco più di un bambino a giudicare dall'altezza.
Si chinò in avanti, le mani giunte con i palmi a contatto.
Shani lo imitò. "Io ti rendo onore, Tang Li. Sono Do Shani, la nipote del tuo riverito padre."
Tang Li ridacchiò. "Riverito? È la prima volta che sento dire che il vecchio Fu è riverito."
Shani si accigliò. "Non dovresti parlare così di tuo padre. Lui è un uomo rispettabile."
Tang Li scrollò le spalle.
"Non farci caso, Do Shani" disse una voce profonda a baritonale. "Il giovane Li è cresciuto a contatto con i ragazzi del posto e ormai si è acclimatato all'ambiente insalubre di questa città."
Dall'ombra emerse un uomo enorme, il più alto e grosso che Oren avesse mai visto. Il viso era piatto e paffuto e il taglio degli occhi non lasciava alcun dubbio.
Shani lo salutò con un inchino. "Riverito zio" disse con voce emozionata. "È un onore incontrarti di nuovo."
Wei Fu ricambiò l'inchino e Oren ebbe l'impressione che un enorme macigno stesse per precipitare loro addosso.
Era alto almeno due metri, forse qualcosa di più. Il torace e il ventre erano enormi e le gambe possenti sembravano allenate a sostenere quell'enorme peso. Le braccia muscolose erano coperte di tatuaggi colorati in un intrico che Oren non riusciva a discernere.
"Venite in casa" disse Wei Fu. "Non sta bene parlare nel giardino."
Si accomodarono su delle stuoie disposte sul pavimento. Non ce n'erano due uguali e sembravano opere d'arte. Una riproduceva un paesaggio da sogno, con montagne e fiumi. Oren ne scelse una con delle ancelle che facevano il bagno in un laghetto.
"Tang Li, vai a prendere qualcosa da bere" disse Wei Fu.
il ragazzo sbuffò e sparì dietro una porta scorrevole.
"A cosa debbo la tua visita, nipote?" chiese Wei Fu. "Sono anni che non ci vediamo."
"L'ultima volta fosti tu a venirci a trovare" disse Shani.
"Lo ricordo bene. Fu in quell'occasione che Liu Pa mi affidò il Corno del Terrore dei Cieli affinché vegliassi su di lui."
"È proprio di questo che voglio parlarti" disse Shani. "Qualcuno potrebbe cercare di sottrartelo."
Wei Fu si accigliò. "Chi vorrebbe rubare il corno?"
"Uno stregone pericoloso di nome Mirka" disse Shani.
"Un negromante" aggiunse Oren.
Wei Fu lo guardò. "Perché lui è qui?" chiese alla nipote.
Shani deglutì a vuoto. "Oren mi sta aiutando."
"Gli hai detto del Corno?"
Shani annuì.
Wei Fu scosse la testa. "Sai bene che è un segreto. Ci sono delle regole."
"Lo so" fece lei. "Ma non ho potuto impedire che lo sapesse. Lui conosce Mirka e ha deciso di aiutarmi."
"Parlami di questo Mirka."
Oren gli raccontò quello che era accaduto a Valonde e poi nel deserto.
Wei Fu annuì. "Quindi tu credi che a questo Mirka manchi solo il Corno per completare lo scheletro del Terrore dei Cieli?"
"Sì" disse Shani. "Ho visto lo scheletro ed era completo. Mancava solo il Corno."
"Senza di quello non può resuscitare quel mostro" disse Wei Fu. "E il Corno è qui. Al sicuro."
"Mirka potrebbe venire a prenderlo" disse Oren.
"Che ci provi" rispose Wei Fu. "Non a caso sono il guardiano."
"Ma lui è uno stregone potente" protestò Oren. "E tu non..."
Wei Fu rise. "E io non ti sembro abbastanza forte da tenergli testa, vero?"
Oren arrossì e tacque.
"Puoi dirlo. Coraggio. Non mi offendo."
Oren raccolse il coraggio che aveva e disse: "Non voglio offenderti, ma gli stregoni sono forti e se decidono di venire qui e prendere questo Corno che tu custodisci, niente glielo impedirà."
"Oren" disse Shani. "Mio zio non è uno sprovveduto."
"Non sto dicendo questo."
"Parli senza sapere le cose" disse Wei Fu alzandosi. "Tipico della tua gente. Siete così abituati a chinare la testa davanti alla stregoneria che avete dimenticato che in ogni uomo o donna esiste un potere molto più grande. Tang Li."
Il ragazzo lo seguì con indolenza.
Shani fece cenno a Oren di alzarsi.
"Ho detto qualcosa di sbagliato?" le chiese sussurrando.
Shani scosse la testa. "Vuole solo mostrarti una cosa. Credo."
Anche lei sembra perplessa, pensò Oren.
Wei Fu li portò dall'altra parte della casa, dove si apriva un ampio cortile quadrato di circa cinquanta passi per lato.
Wei Fu marciò verso il centro e indicò una grossa pietra di colore grigio. "Prova ad alzarla" disse rivolto a Oren.
Lui la studiò per qualche istante. "Peserà almeno quando venti uomini, forse trenta."
"Provaci lo stesso."
Oren scosse la testa. "È impossibile." Guardò Shani che gli fece di sì con la testa.
Sospirò e si avvicinò alla pietra. Come aveva detto, non riuscì nemmeno a smuoverla nonostante il suo impegno.
"È troppo pesante" disse a Wei Fu.
Lo zio di Shani fece un cenno a Tang Li.
Il ragazzo annuì e si avvicinò alla pietra.
"Non ce la farà mai" disse Oren.
Shani sorrise. "Non esserne certo."
Tang Li chiuse gli occhi e inspirò l'aria fredda della sera, poi con un gesto fluido si chinò e afferrò la pietra con entrambe le mani. Dopo un istante di esitazione, sollevò il masso sopra la testa, tenendolo con entrambe le braccia tese.
Wei Fu brontolò qualcosa. "La tue tecnica è sempre rozza."
Tang Li poggiò il masso davanti ai suoi piedi. "Sarà rozza ma è efficace."
Oren guardò Shani. "È un trucco?"
"Attento a quello che dici" l'ammonì lei. "Non è facile far arrabbiare lo zio Wei, ma la sua pazienza non è illimitata."
Wei Fu si avvicinò a Oren. "Saresti capace di frantumare quella roccia?"
"Non lo so" disse Oren.
"Neanche con la tua spada d'argento?"
"Penso che si spezzerebbe. Conosco il metallo e so come reagisce."
Wei Fu annuì. "Conosci il metallo, ma non sai niente della vera forza. Tang Li."
Il ragazzo sbuffò. "Devo proprio farlo? Ho faticato parecchio per trovare quella pietra. Dicevi che ti serviva per allenarti."
"Ne troverai un'altra. Domani."
Il ragazzo sbuffò di nuovo. Si avvicinò alla pietra con aria svogliata. Come poco prima, inspirò a fondo prima di piegare le ginocchia. Tirò indietro il braccio destro e poi lo fece scattare in avanti, colpendo la superficie della pietra col pugno.
Oren sussultò.
"Si sarà spaccato le nocche" esclamò sgomento.
Tang Li si raddrizzò. Davanti a lui, la pietra era ridotta in una decina di pezzi più piccoli.
Incredulo, Oren esaminò i frammenti della roccia. Non sembravano tagliati da molto tempo ed era certo che la pietra fosse tutta intera la prima volta che aveva provato a sollevarla.
"Come è possibile?"
Wei Fu sospirò. "Tang Li controlla il suo Wah e il suo Kah, anche se fa entrambe le cose in modo rozzo."
Tang Li sbuffò.
"Spero di averti dimostrato che posso tenere testa a quel Mirka" disse Wei Fu avviandosi verso la casa.
Oren e Shani lo seguirono.
"Zio" disse la ragazza. "Non ho fatto questo viaggio solo per avvertirti."
Wei Fu si voltò. "C'è un altro motivo?"
Shani annuì. "Voglio chiederti una cosa."
"Ti ascolto."
"Insegna a Oren."
Oren sussultò di nuovo. "Io non cedo di poter imparare."
Wei Fu lo guardò perplesso. "È troppo vecchio. Forse, se avesse iniziato dieci anni fa..."
"Oren è bravo e impara in fretta" disse Shani. "Potrei insegnargli qualcosa io, ma non sarei una buona maestra. Non quanto te."
Wei Fu fece per voltarsi. "Non è adulandomi che riuscirai a convincermi." Fece una pausa. "Ma puoi provare."
"Tu sei il miglior maestro delle Sette Isole" disse Shani. "Se c'è uno che può riuscirci, questo sei tu."
Wei Fu si fermò. "Iniziamo domani. Ma se mi manca di rispetto o salta una sola lezione, lo caccerò via. Queste sono le mie regole. Potete restare qui per tutto il tempo che volete. La casa è grande e di cibo ce n'è abbastanza."
Shani fece un inchino. "Ti sono grata." Diede un colpo a Oren col gomito.
Lui fece un inchino goffo e disse: "Anche io ti sono grato."
Quando rimasero soli, guardò la pietra ridotta in mille pezzi. "Perché gli hai chiesto di insegnarmi? E cosa dovrò imparare di preciso?"
Shani sorrise. "Vedrai, Oren. Vedrai."

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