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Autore: Lightning Plasma    02/02/2019    2 recensioni
ogni capitolo una storia, dedicate ai personaggi della long "Noi combatteremo per la Dea Athena", tra speciali, spin off e sequel
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Sagittarius Aiolos
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Il vento quella notte soffiava con molta foga, affluendo e passando fra le colonne dei vari templi creando suoni, compresa la vegetazione scossa da esso. 

La giovane fanciulla dai capelli dorati non riusciva a dormire serenamente, agitandosi come lo era il vento, stringendo con entrambe le mani il lenzuolo che la avvolgeva, svegliandosi di soprassalto, guardando il soffitto. Il suo cuore batteva velocemente e aveva il fiato corto. 

Si mise a sedere sul letto cercando di controllare i suoi battiti e il respiro, non ricordando cosa stesse sognando tanto da farla sobbalzare a quel modo. 

Voltò il suo sguardo verso la finestra e sentii il vento con i suoi suoni. Si alzò e scostò le tende guardando il cielo notturno con le nuvole piene di burrasca imminente e pensò a una frase di un tempo lontano, pronunciate dalla persona che per lei era tutta la sua vita. 

Esse recitavano: ‘Nessuno fa caso all’acqua che avvalora dopo le piogge, quando torna il sole, e poco importa se in quell’acqua ci sono anche le lacrime spese a piangere per amore, per dolore! L’acqua evapora, torna nell’aria e torna nei nostri polmoni respirando il vento che ci investe in viso  e le lacrime tornano dentro di noi come le cose che abbiamo perso, ma nulla si perde davvero, ogni secondo che passa, ogni luna che sorge non fa altro che dirci: vivi, vivi e ama quello che sei, comunque tu sia ovunque tu sia, guarda in alto verso il sole e chiudi gli occhi e non stancarti mai di sognare. La vita è troppo breve per non essere felici insieme’. 

Si portò una mano fra i capelli chiudendo gli occhi e schiudendo leggermente le sue labbra rosee, sentendo un lieve dolore alla tempia. 

Un ricordo le attraversò la mente, fugace, facendole spalancare immediatamente gli occhi e tornando a guardare il cielo. Nonostante fu completamente ricoperto da nuvole minacciose di pioggia, un piccolo spiraglio si fece spazio fra di esse lasciando intravedere il cielo scuro con una stella molto luminosa. Gli occhi della fanciulla cambiarono colore nel vederla, donando nelle sue iridi sfumature dorate.

Essa fa parte della costellazione del Sagittario ed è Ain Al Rami ( v1 Sgr ), dall’arabo significa l’occhio dell’arciere. 

In un primo momento rimase immobile a fissarla ma subito dopo si avvicinò al suo armadio e cominciò a vestirsi, si mise uno scialle coprendole anche la testa. 

Il suo cuore cominciò nuovamente a battere velocemente nel pensare a ciò che aveva appena visto, non poteva sbagliarsi. Era come se lui, se Aiolos, la stava richiamando a se da un luogo lontano, e forse il sogno era attinente a ciò ma non riusciva proprio a ricordarlo. Ogni volta che provava una fitta di faceva sentire sulla sua testa. 

Il desiderio era molto forte così da uscire dalla sua stanza, ma facendo molto piano a non svegliare gli inquilini del piccolo tempio. 

Passò davanti alla camera di Aiolia mettendo una mano sopra la porta chiusa, potendo sentire il suo ronfare, appena tornato da una missione datogli dal Grande Sacerdote Arles. Non poteva di certo svegliarlo, non era nemmeno lei sicura di ciò che aveva visto. Rimase per qualche minuto ad ascoltare il cavaliere dormire per poi dirigersi verso l’uscita. 

Pian piano che si avvicinava alla scalinata che l’avrebbe portata alla sesta casa, il vento si faceva sentire molto forte, tenendosi stretta lo scialle. Cominciò a salire e raffica forte le fece perdere l’equilibrio cadendo, scorticandosi le ginocchia, visto che portava una gonna, e perse un sandalo. 

Si scoraggiò molto, visto che aveva appena iniziato a salire nel tentativo di raggiungere il nono tempio. 

A un certo punto il vento smise di soffiare ma intorno a lei vedeva gli alberi muoversi e ne udiva il suono. Si voltò indietro e vide un leone infuocato. 

Tutto ciò che riuscì a pronunciare era solo: “...Leo!” 

 

Aveva paura che Aiolia si fosse svegliato, tanto da richiamare l’essenza del suo astro, ma il Leone la tranquillizzò immediatamente; “Non dovete preoccuparvene, fanciulla... il mio custode non è al corrente di ciò! La Costellazione del Sagittario mi ha richiamato per accompagnarvi!* 

 

Non comprendeva ciò, mai era successa una cosa simile e non ricordava di aver letto nei testi antichi ciò che stava avvenendo davanti agli suoi occhi. L’essenza di un astro era una cosa più unica che rara senza colui che lo rappresenta. Il Leone si avvicina a lei, nonostante sia fatto di fiamme, esse non la bruciavano ma ne sentiva solo un lieve calore, scacciando il freddo di quella notte. Si sistemava sulla scalinata e con il suo muso sfiora entrambe le scorticazioni alle ginocchia guarendola. Lo ringraziò per il suo gesto alzandosi in piedi. 

Si sistemò meglio e si ricoprì con il suo scialle, compreso il capo. 

L’animale si mise accanto a lei dopo averla osservata in silenzio, come se le stesse dicendo di non aver timore, che c’era lui al suo fianco, e che l’avrebbe accompagnata fino a destinazione. 

S’incamminarono in silenzio sorpassando i templi uno ad uno, ogni passo che faceva era un sussulto al cuore. Finalmente si intravedeva il nono tempio davanti a lei, portandosi entrambe le mani al suo petto, stringendo l’indumento che indossava, facendo un grande respiro per tranquillizzarsi. Non era la prima volta che vedeva quelle colonne ormai silenziose, da ben 7 anni, ormai, e quel luogo era colmo di ricordi per la fanciulla. Fece un altro respiro profondo chiudendo gli occhi e appena li riaprì voltando lo sguardo verso il Leone esso si stava dissolvendo lasciando delle piccole luci salire verso il cielo. Il vento intorno a lei riprese a farsi sentire. 

Guardò in alto accompagnando quelle luci con lo sguardo fino a dissolversi nel nulla. 

Pensò che nulla succede per caso e che forse contemplare le stelle avrebbe rivelato le autentiche intenzioni del Grande Tempio, ovvero quelle di Arles, uomo bramoso di potere con una grande sofferenza nel suo cuore. 

Il fatto che il pensiero le fosse andato su Arles, le fecero tornare le fitte alla tempia. 

Entrò nel piccolo tempio a passo veloce, nel cuore del tempio, dove era posto l’altare che ospitava l’armatura del Sagittario, ormai scomparsa anche essa dopo quella notte, una notte che non vorrebbe mai più rivivere. Sofferenza e terrore ne furono protagoniste, strappandole ciò che aveva di più prezioso, la vita del suo amato. 

Si avvicinò e tocco l’altare inginocchiandosi, chinando il capo scoperto dallo scialle. 

Improvvisamente davanti ai suoi occhi apparvero delle immagini fugaci, lasciandola senza fiato. Le apparve Aiolos con ferite sul corpo, con in braccio la piccola Athena in fasce. Subito dopo un incisione sul muro ma non leggendone le parole. La corsa disperata verso le rovine di Atene. Un immagine sfuocata di un cavaliere, da quanto brillava la sua armatura sicuramente di un Gold Saint, svanire nel nulla. Correre a perdifiato per tutta la notte senza sapere dove andare. 

La testa le duole nuovamente e più forte di prima. Tanto da farle venire sensi di nausea. 

Cosa erano quelle immagini? 

Cosa aveva dimenticato? 

Cosa era successo effettivamente quella notte? 

Si accasciò a terra appoggiandosi alla lastra di marmo, stava veramente molto male, quando all’improvviso sentii calore nel suo corpo, facendole attenuare il tutto, il dolore scomparve e fece posto a un senso di nostalgia. Chiuse gli occhi lasciandosi cullare da quel tepore che la stava circondando. Si rannicchiò su se stessa era come se qualcuno la stesse abbracciando in quel preciso momento. Ne era sicura, non era un sogno, era come stare fra le braccia di lui, di Aiolos. Ne poteva avvertite il profumo della sua pelle, tanto da farle scendere una lacrima che rigò la guancia. Quanto tempo era passato, adesso lui era lì, con lei. 

Si sentii leggera, come se il suo corpo fluttuasse. Fu tutto un attimo. 

Appena riaprì gli occhi era in una stanza diversa, il suo corpo era circondato da una luce dorata calda, e si guardava intorno. C’erano quadri raffiguranti un uomo ormai avanti con gli anni e una bambina piccola. Era sbigottita da ciò. Non comprendeva come fosse successa una simile cosa. Con le mani sentiva del rilievo su ciò in cui era appoggiata e vide sotto di lei gli intarsi di una box dorata. Era sopra una box cloth. 

Non ci poteva credere, non credeva a ciò che stava vedendo da portare una mano sulla sua bocca per non emettere nessun suono. 

Quella era l’armatura del Sagittario. 

Riguardò i quadri, c’è ne erano 4 in quella stanza, fissando con molta cura la bambina che essi raffiguravano. 

All’improvviso si spalancarono le porte e si presentò proprio quella bambina con una camicia da notte bianca e capelli a caschetto. 

La bambina rimase meravigliata di vedere una fanciulla sopra la Cloth, avvolta da una luce dorata, con un abito roseo e lo scialle sullo spalle bianco. 

Si avvicinò piano piano a lei portando un braccio in avanti e con la mano sfiorò quella della fanciulla ancora adagiata sulla box. Si guardarono entrambe quando ad Alexiel si pararono davanti altre immagini di un lontano passato, la bimba che aveva danti a se era la piccola Athena in fasce ormai cresciuta. Non c’erano dubbi a riguardo. Sii sentii avvolgere da un grande cosmo, mite e benevolo allo stesso tempo. 

Il Sagittario era rimasto sempre con lei, pronto a ricevere il suo degno custode. 

La fanciulla sorrise alla piccola Athena, felice che il gesto del suo amato non era andato perduto, il suo cuore si fece più leggero perché le speranze potevano essere riaccese. Quella piccola Athena portava dentro di se il sacrificio di un grande eroe e presto sarebbe tornata al suo luogo d’origine, dove tutto ebbe inizio. 

Chiuse gli occhi cercando di trattenere nuovamente delle lacrime che cercavano di uscire. Sii sentì nuovamente leggera e il calore l’avvolse. 

Senza rendersene conto tornò al nono tempio, sdraiata sul l’altare dove viene posta l’armatura, e avvolta ancora dal calore si addormentò dove si trovava. 

 

Le parve essere un sogno, ma Aiolos era lì, accanto a lei, che le accarezzava i capelli dolcemente come solo lui sapeva fare, i loro sguardi si incrociarono. 

Il giovane sorrise pronunciando parole che non avrebbe più dimenticato: “Anche se non ho un corpo fisico per proteggerti.... il mio cosmo veglierà sempre su di te!”

 

Il furioso vento fece spazio ai raggi solari del mattino filtrando fra le varie colonne e pizzicarono il viso della fanciulla addormentata, destandola dal sonno. 

Si mise seduta guardandosi intorno, non comprendendo se tutto ciò che aveva visto e sentito era un sogno, un sogno dal sapore molto reale. Fra i capelli aveva ancora la sensazione delle carezze. E quelle parole, così calde e profonde, si annidarono nel suo cuore. 

Con la morte nulla è estinto, il cosmo del suo amato cavaliere l’avvolgerà per sempre, fino a che non si ricongiungeranno nuovamente. 

Poco dopo lasciò il tempio e l’aria risultava essere frizzante e fresca. Il cielo era limpido di un celeste intenso. Pensò che gli eventi dovevano fare il loro corso è solo il tempo avrebbe risposto alle sue domande. 

 

Fece ritorno al quinto tempio dove si potevano già udire le voci di Lythos e Aiolia per la colazione. 

Un altro giorno era cominciato, ma quella notte appena trascorsa fu ricca di eventi che lasciò custoditi dentro il suo cuore fino a tempo opportuno. 

 

   
 
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