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Autore: heliodor    05/02/2019    2 recensioni
Joyce è nata senza poteri in un mondo dove la stregoneria regna sovrana. Figlia di potenti stregoni, è cresciuta al riparo dai pericoli del mondo esterno, sognando l'avventura della sua vita tra principi valorosi e duelli magici.
Quando scoppia la guerra contro l'arcistregone Malag, Joyce prende una decisione: imparerà la magia proibita per seguire il suo destino, anche se questo potrebbe costarle la vita...
Tra guerre, tradimenti, amori cortesi e duelli magici Joyce forgerà il suo destino e quello di un intero mondo.
Fate un bel respiro, rilassatevi e gettatevi a capofitto nell'avventura più fitta. Joyce vi terrà compagnia a lungo su queste pagine.
Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
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Avere del potenziale

 
"Ma tu guarda che sorpresa" disse Eryen con tono gioviale. "Il continente vecchio è davvero piccolo e si fanno strani incontri, vero zia?"
Lady Gladia di Taloras le scoccò una rapida occhiata. "Quindi è qui che sei venuta a chiedere rifugio? Temevi forse che avrei dato corso alla mia minaccia?"
Joyce arrossì. "Sono andata davvero a Berger. E ho trovato qualcosa."
"So anche questo" rispose Gladia. "A nord dicono che un certo Adler abbia trovato un'antica spada appartenuta al prode Bellir."
"È falso" disse Joyce. "Non c'è nessuna prova che quella sia la spada magica di Bellir."
Gladia scrollò le spalle. "A volte è sufficiente che il popolo creda che una spada sia magica a renderla tale."
Erano state più o meno le parole di Talita.
Vyncent sgranò gli occhi. "Voi vi conoscete?" chiese a Gladia.
La strega scrollò le spalle. "Diciamo che la piccola Sibyl ha svolto qualche incarico per me."
"È una spia" disse Eryen. "Come il suo falso zio, Jhazar."
Stavolta fu Bryce a sorprendersi. "Jhazar è tuo zio? Perché non ce l'hai detto?"
Joyce aprì la bocca per rispondere.
"Perché è una bugia" disse Eryen prima di lei. "Come tutto quello che le sentirete dire."
Gladia le lanciò un'occhiataccia.
"Perché mi guardi così, zia?" fece la giovane strega. "È forse falso che si sia presentata a Nazedir per spiarci? E non ci stava spiando a Gadero, durante quella riunione?"
"Quale riunione?" chiese Bryce.
"Mia nipote parla troppo" si affrettò a dire Gladia. "Ma non ha detto bugie, anche se non vi ha detto tutto."
"C'è anche dell'altro?" fece Bryce irritata.
In quel momento Joyce fu tentata di diventare invisibile e fuggire via.
"Non molto" disse Gladia. "A parte il fatto che Sibyl non è l'unico nome che usa. La vostra nuova amica è più nota come la strega rossa."
"Ci sono molte streghe rosse" disse Vyncent sulla difensiva.
"Almeno cinque" gli fece eco Djana.
Gladia annuì grave. "La nostra però è quella che ha ucciso Rancey nella battaglia di Nazedir."
Elvana scoppiò a ridere. "Questa qui avrebbe ucciso Rancey? Uno stregone di alto livello? Ora credi anche alle favole, inquisitrice?"
"Credo a quello che mi ha detto Selena di Nazedir" rispose Gladia. "Non è vero, Sibyl?"
Joyce annaspò alla ricerca di una risposta. L'istinto le diceva di negare tutto, ma qualcosa dentro di lei la implorava di non farlo. "Non l'ho ucciso di persona" disse scegliendo con cura le parole. "Ha fatto tutto da solo."
"Con un sigillo di morte" disse Gladia. "Me l'hai già detto questo. Tipico di Rancey non accettare la sconfitta. Perché tu l'hai battuto, non è così?"
Joyce non rispose.
"Sciocchezze" esclamò Elvana. "Mi rifiuto di crederlo."
"E ha anche battuto mia nipote" disse Gladia indicando Eryen. "Anche se lei non lo ammetterà mai."
"Mi colse di sorpresa" ammise Eryen. "Ma la volta successiva l'ho quasi uccisa."
Vyncent la guardò stupito. "Hai lottato contro Eryen? Perché?"
Joyce si strinse nelle spalle. "È una lunga storia." E non aveva voglia di raccontargli com'erano andate le cose.
"E ha anche recuperato la spada magica di Bellir" aggiunse Gladia.
"Questa poi" fece Elvana.
"È davvero tutto?" le chiese Vyncent.
Joyce arrossì.
Bryce scosse la testa. "Vyncent, tu e io dobbiamo parlare. Adesso."
"Non ora" fece lui.
"Invece sì."
Bryce quasi lo trascinò via di forza.
Eryen sogghignò. "Pare che il nostro duello debba essere rimandato."
Duello? Si chiese Joyce.
Gladia sospirò. "Meglio così. Ero contraria."
"Quale duello?" fece Elvana.
"Bryce mi ha sfidata a duello" disse Eryen con tono tronfio.
Elvana si accigliò. "Perché lo avrebbe fatto?"
"Crede di essere più forte di me" fece Eryen.
"Lo è" rispose Elvana con ara di sfida.
"Io sono la strega suprema" rispose la giovane.
Stavolta Elvana non rise, ma strinse i denti in un ringhio minaccioso. "Ti chiamerò la strega linguacciuta se non stai zitta. Tutti sanno che è Bryce la strega suprema, la più forte della sua generazione."
Eryen sogghignò. "Questo era prima" disse con tono soddisfatto.
Bryce e Vyncent tornarono in quel momento. Lui era scuro in viso e cercava di evitare lo sguardo di Joyce.
"Diglielo" lo esortò Bryce. "Avanti. Tu l'hai voluta qui. È tuo dovere farlo."
Vyncent scosse la testa. "Abbiamo deciso che non puoi restare" disse.
Joyce ebbe un tuffo al cuore.
Vogliono cacciarmi via? Si chiese.
"Mi dispiace" disse con voce appena udibile.
"Dispiace anche a me" disse Vyncent. "Ma ci hai mentito. Su troppe cose."
"Credevo che non fossero importanti" disse Joyce. Invece lo sapeva che lo erano ma aveva taciuto lo stesso. "E anche se vi avessi detto che avevo ucciso Rancey, mi avreste creduto o avreste pensato che mi prendevo gioco di voi?"
Vyncent guardò Bryce.
Lei si accigliò. "L'onestà e la sincerità sono tutto per una strega" disse con tono duro. "Non puoi far parte di un circolo, se menti ai loro membri. E tu hai fatto proprio questo."
Joyce lottò per non mettersi a piangere. Se lo avesse fatto, cosa avrebbero pensato di lei, se non che era una stupida ragazzina?
"Ti troveremo una sistemazione adeguata in città" si affrettò a dire Vyncent. "Completamente a spese nostre, s'intende. In fondo non sei una criminale e ci hai aiutati, in un certo senso."
Davvero confortante, pensò Joyce.
"Un momento." Elvana si fece avanti. "Nessuno di voi due ha chiesto il mio parere."
"Non è il momento" disse Bryce.
"Invece sì" rispose lei a muso duro. "Stavo addestrando io questa strega" disse indicando Joyce. "E non mi piace lasciare a metà un lavoro."
"Dovrai farlo" disse Bryce.
"Sarebbe un vero peccato" disse Elvana. "È inetta al limite del patetico e stupida come una capra, ma ha del potenziale."
Joyce si trattenne dal replicare a quelle parole.
Gladia annuì. "È vero, l'ho notato anche io. Sarebbe uno spreco imperdonabile non andare fino in fondo col suo addestramento."
Eryen sogghignò ma rimase in silenzio.
Bryce sospirò. "Ormai ho deciso. Lei deve andare via."
"Cerca di ragionare" disse Elvana. "In qualche modo ha battuto Rancey. Ci ha fatto un grosso favore. Il minimo che possiamo fare è mostrarci riconoscenti e perdonarle tutte le bugie che ci ha detto. Per stavolta" disse lanciando un'occhiata severa a Joyce. "E se lo farà di nuovo, se ci dirà qualche altra bugia, anche se piccola, la punirò io stessa."
"Ho preso una decisione" disse Bryce. "Non tornerò indietro."
"Neanche tu mi dici sempre la verità" l'accusò Elvana.
Bryce sgranò gli occhi. "Come osi? Non ti ho mai mentito."
"Nemmeno quella volta che sei andata via nel cuore della notte per tentare una sortita, durante quell'assedio? Avevi detto a tutti che andavi di pattuglia."
"Era per un buon motivo" rispose Bryce.
"E ti ricordi di quel villaggio, dove si nascondeva uno stregone rinnegato? Dicesti che non era lì, ma poi con una scusa ci tornasti da sola per sfidarlo a duello."
"L'ho battuto, no?" disse lei. "Ed è stato mandato a Krikor senza che nessuno si facesse male."
Elvana allargò le braccia. "Quante volte ti abbiamo perdonata per le bugie che tu hai detto a noi?"
Bryce fece per dire qualcosa, poi sembrò ripensarci. "L'ho fatto solo per il vostro bene, non per altri scopi."
"Elvana ha ragione" disse Vyncent. "Ti abbiamo sempre sostenuta, ma stavolta ti sbagli. Sibyl deve restare qui."
"Sei riuscita a metterli contro di me" disse Bryce rivolgendosi a Joyce. "Spero che tu sia contenta."
"Bryce" disse Elvana. "Ci ha fatto un favore. Ora Rancey non potrà più nuocerci."
"Io non la penso così" disse Bryce. "Volevo Rancey vivo per farmi dire dove aveva mandato Joyce col suo maledetto portale, ma ora grazie a questa qui quella possibilità è sfumata."
Elvana abbassò gli occhi. "Non avevo pensato alla cosa in questi termini."
"Pensaci bene la prossima volta" rispose Bryce con tono perentorio. "In quanto a te" disse rivolta a Eryen. "Io sono pronta. La nostra sfida ha atteso già troppo e ho voglia di cancellare quel sorrisetto dalla tua faccia."
"Davvero non è necessario" iniziò a dire Lady Gladia.
"Hai paura che umilii la tua protetta?" le chiese Bryce con tono provocatorio. "Sta tranquilla, non le farò male. Non troppo."
Gladia scrollò le spalle. "In fondo, chi sono io per mettermi in mezzo a una tale disputa? Fate pure. Io farò da arbitro, se volete."
Bryce ed Eryen marciarono verso il centro della sala.
Elvana prese per un braccio Joyce e la portò lontana. "È meglio se non ti fai vedere per un po', soprattutto da Bryce. Prima o poi le passerà, ma è meglio non provocarla, non si sa mai."
"Mi dispiace" riuscì a dire Joyce. "E ti ringrazio per avermi difesa. Sei una vera amica."
Elvana rise. "Amica tua, io? Guarda che dicevo sul serio prima. Per me sei solo una risorsa da usare contro Malag. Fa sempre comodo avere qualche strega sacrificabile da mettere in prima fila."
"Grazie in ogni caso" disse Joyce.
"Djana" disse Elvana.
La strega accorse subito.
"Portala via e tienila d'occhio. L'affido a te."
Djana annuì.
"Vorrei andare da Brun" disse Joyce. "Forse può dirci qualcosa di utile su chi voleva fare del male a Vyncent."
"È una buona idea" disse Elvana. "Adesso vai, il duello sta per iniziare.
Joyce avrebbe voluto assistere, ma dopo quello che aveva detto Bryce, le parole di Elvana l'avevano convinta.
Ora non posso più sbagliare, si disse. Se dico quello che so a Vyncent, lui mi crederà una bugiarda e mi caccerà via.
La stanza dove tenevano Brun era sorvegliata da una dozzina di soldati e quattro stregoni del circolo di Malinor.
Djana si fermò in mezzo al corridoio prima di raggiungerli. "Voglio che tu sappia una cosa" disse con tono serio.
Joyce attese che proseguisse.
"Se Vyncent ed Elvana hanno fiducia in te, l'avrò anche io."
"Grazie" disse Joyce.
"Non fraintendere le mie parole" aggiunse la ragazza con lo stesso tono serio. "Se mentirai di nuovo o se Bryce mi dirà di ucciderti, io lo farò senza esitare. Voglio che questo sia chiaro."
Joyce annuì. "Lo è. So che ti fidi molto di loro."
"Bryce è la mia guida da quando sono arrivata a Valonde" disse Djana. "Tu sei una strega selvaggia e non puoi capire il legame che ci unisce."
"Cercherò di tenerlo a mente."
Djana annuì grave e proseguì verso la cella.
Brun si era riaddormentato grazie alle pozioni dei guaritori e non si sarebbe svegliato prima dell'indomani.
Joyce decise di tornare indietro con Djana e lungo la strada di imbatterono in Elvana.
La strega sembrava perplessa.
"Il duello è finito?" le chiese Djana tradendo una certa apprensione nella voce. "Bryce ha vinto?"
Elvana fece un gesto vago con la mano. "È finito, sì, ma credo che siano in parità."
"Parità?" fece Djana sorpresa.
"In un certo senso, ho avuto la sensazione che quella Eryen non si sia impegnata sul serio." Guardò Joyce. "L'hai affrontata due volte e sei sopravvissuta. Come hai fatto?"
"Sono scappata. Entrambe le volte."
Elvana annuì grave. "Lo dicevo io che hai del potenziale."

Note:
Ho saltato un altro capitolo ma lo recuperiamo, non temete :p
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