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Autore: heliodor    06/02/2019    2 recensioni
Joyce è nata senza poteri in un mondo dove la stregoneria regna sovrana. Figlia di potenti stregoni, è cresciuta al riparo dai pericoli del mondo esterno, sognando l'avventura della sua vita tra principi valorosi e duelli magici.
Quando scoppia la guerra contro l'arcistregone Malag, Joyce prende una decisione: imparerà la magia proibita per seguire il suo destino, anche se questo potrebbe costarle la vita...
Tra guerre, tradimenti, amori cortesi e duelli magici Joyce forgerà il suo destino e quello di un intero mondo.
Fate un bel respiro, rilassatevi e gettatevi a capofitto nell'avventura più fitta. Joyce vi terrà compagnia a lungo su queste pagine.
Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
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Otto passi

 
"Concentrati" disse Wei Fu.
La sua voce gli giungeva ovattata, come se provenisse da un luogo distante, ma Oren sapeva bene dove si trovava.
Era al centro del cortile di casa sua, in piedi sopra un masso di forma squadrata, cercando di trovare la concentrazione giusta per saltare.
Un altro masso, smile al primo, era a sette, otto passi di distanza. Oren sapeva che era lì, poteva quasi sentirlo, anche a occhi chiusi.
"Domina il tuo Wah" disse Wei Fu. "Solo così potrai controllare il tuo Kah."
Il Wah e il Kah, pensò Oren.
Per lui erano parole sconosciute fino a una luna prima, quando Wei Fu aveva iniziato ad allenarlo.
Il primo giorno lui gli aveva spiegato che cosa significavano quelle due parole.
"Il Wah è il pieno, il Kah è il vuoto" aveva detto col suo solito modo pacato. "Il mondo in cui viviamo è fatto sia di Wah che di Kah." Appoggiò la mano al muro. "Questo è Wah, il mondo materiale che tutti possiamo vedere e toccare. Ma il mondo non è fatto di solo pieno. È anche fatto di vuoto. Il vuoto è nel Wah stesso, ne fa parte."
Oren aveva scosso la testa. "Il Kah è il mondo degli spiriti? Quello dove si va dopo la morte?"
Tutte le religioni parlavano di un posto dove si andava dopo la morte. Di solito i buoni erano destinati ai cieli o giardini rigogliosi, mentre i cattivi subivano punizioni e venivano mandati nell'oscuro sottosuolo.
"No" aveva risposto Wei Fu paziente. "Ti pare che uno spirito possa vivere in un muro?"
Al suo villaggio, la vecchia Mirri credeva che esistesse uno spirito in ogni cosa vivente o no. C'erano spiriti negli alberi, begli animali, nei corsi d'acqua e persino nelle pietre.
"Il Kah è ovunque, esattamente come il Wah" aveva proseguito Wei Fu. "Solo che noi non lo percepiamo. Non direttamente. Dobbiamo affinare le nostre capacità per riuscirci."
"Capisco" aveva risposto Oren.
"No, non sei ancora in grado. Ma lo sarai presto."
L'allenamento era cominciato quel giorno stesso. Oren non aveva idea se stesse facendo progressi. Wei Fu non lo sgridava se sbagliava nel fare un esercizio, ma si limitava a spiegarglielo di nuovo e a mostrarglielo.
Era molto paziente e Oren gliene era grato.
Lo stesso non poteva dire di Tang Li.
Il ragazzino era insopportabile e non la smetteva di provocarlo.
"Perdi tempo con quello lì" diceva mentre si arrampicava su per una pertica con agilità innaturale.
E non erano le uniche cose che sapeva fare.
Oltre a spaccare un masso con la forza delle mani, riusciva a schivare i dardi di una balestra lanciati da dieci passi di distanza.
"Ci riuscirei anche da cinque" aveva detto afferrandone uno al volo. "Ma il vecchio non vuole. Teme che io lo superi."
Wei Fu si era limitato a grugnire qualcosa. "Mi hai di certo superato in spavalderia" aveva risposto.
Tang Li aveva ridacchiato.
Shani assisteva agli allenamenti e vi prendeva parte mostrando a Oren come fare un esercizio in modo corretto.
"Devi piegare la gamba così. No, nell'altro senso. Fai lavorare insieme i tuoi muscoli e la tua mente, il Wah e il Kah."
"La mia mente è vuota?" aveva domandato Oren in tono scherzoso.
Lei aveva riso. "Il pensiero è fatto di vuoto, in un certo senso."
"Lo terrò a mente."
Shani aveva riso ancora più forte.
Tang Li ogni tanto l'attaccava cercando di coglierla di sorpresa, ma lei respingeva ogni assalto con agilità e precisione.
Non c'era violenza nei loro duelli. A Oren sembrava più una danza molto elaborata.
"La danza del drago" disse una volta Shani. "È il none della nostra suprema arte."
"È per questo che vi chiamano i guerrieri del drago?"
Shani aveva annuito. Poi si era alzata e si era diretta a un dipinto che campeggiava su una delle pareti.
Ritraeva un paesaggio fatto di dolci colline e corsi d'acqua e i colori tenui e il tratto delicato davano la sensazione che fosse un sogno più che una rappresentazione realistica di un luogo.
Sullo sfondo si vedevano la figura di un uomo in piedi sopra una montagna. Un'ombra si stagliava sopra di lui, come se fosse molto più in alto, ben oltre le nubi che si intravedevano nella parte alta del dipinto.
"Lui è Jing Liu Po" aveva detto Shani indicandolo. "Il fondatore dell'arte. Il primo guerriero del drago. E l'ombra che si vede ai suoi piedi è quella di Kamataro, il grande drago celeste, colui che vola più in alto, il supremo signore dei cieli."
"Ha molti titoli."
"Se li merita. È il protettore dell'arcipelago" spiegò Shani. "Molti secoli fa, un mago supremo tentò di invadere la nostra terra. Noi non praticavamo la stregoneria e non c'erano maghi a proteggerci. Egli inviò contro di noi un potente drago di nome Adrax. Jing Liu Po scalò la più alta montagna del mondo, il monte Charbei, dove si diceva che dimorasse Kamataro. Egli lottò col drago e, conquistata la sua fiducia, divenne suo discepolo. Kamataro gli insegnò l'arte dei danzatori del drago e in seguito, loro due insieme affrontarono Adrax e lo sconfissero. Da quel giorno, nessun mago osò di nuovo attaccare l'arcipelago."
"È una bella leggenda" aveva detto Oren.
"Non è una leggenda" aveva esclamato Shani indignata. "È storia."
"Una storia che parla di draghi e maghi cattivi."
"Hai visto anche tu le ossa di Adrax."
"A proposito di questo." Oren si era stretto nelle spalle. "Tuo zio non era il custode di uno di essi? Vorrei proprio vederlo. Sai, mi aiuterebbe a credere di più a tutta la faccenda dei draghi."
Era una curiosità che gli era venuta negli ultimi giorni.
"Non so se mio zio..." aveva iniziato a dire Shani. "Il luogo in cui si trova il frammento di Adrax è un segreto che solo lui conosce."
"Ed a buon ragione" aveva detto Wei Fu sopraggiungendo.
Oren era arrossito per la vergogna. "Perdonami, non volevo sembrare un impiccione. La mia è solo curiosità."
"Non vergognarti di essere una persona curiosa" lo aveva ammonito Wei Fu. "Sono i disonesti e i vigliacchi che devono vergognarsi."
Oren si era tenuto la sua curiosità e non era più tornato sull'argomento.
Ora, se solo fosse riuscito a saltare verso quella dannata pietra...
Era la quarta volta che ci provava. La prima era atterrato a metà strada, la seconda si era fermato molto prima e la terza era scivolato ed era caduto sull'erba soffice.
Devo riuscirci, si disse. O farò una brutta figura davanti a Shani. E Tang Li riderà di me fino a domani e finché non sarà riuscito a fare questo salto.
Si concentrò.
Ascolta il tuo Kah, si disse. Controllando il Kah puoi farcela.
"Come riesci a manipolare il Wah con il tuo Wah, così puoi dominare il Kah esterno a te dominando quello interno" disse Wei Fu.
Sembra facile, si disse Oren. E invece non lo è affatto.
Era solo una questione di forza nelle gambe e di agilità. Doveva flettere le gambe e saltare, dandosi lo slancio in avanti. Certo, se avesse preso la rincorsa sarebbe stato tutto più facile, a tutti erano capaci di saltare a quella distanza con la rincorsa.
Lui doveva riuscirci senza.
In fondo quella dannata pietra non è così lontana. È a soli otto passi. Otto passi non sono niente.
Cercò di visualizzarli nella mente.
Eccola lì, si disse. Una piccola pietra di forma quadrata, un cubo di roccia. Sembra così vicina eppure...
Solo otto passi, ma se fossero sei? Si chiese. Riuscirei a saltare fin lì se fossero sei? Forse se fossero cinque o meglio ancora quattro...
Immaginò la pietra a soli quattro passi di distanza. Era così vicina che sarebbe bastato un piccolo balzo per arrivarci.
Troppo facile così, pensò. Un salto piccolo. Se fosse lì, potrei arrivarci con un salto piccolo. Un salto piccolo.
Decise che quello era il momento giusto per tentare. Si fletté sulle gambe e si diede uno slancio deciso in avanti.
Solo quattro passi, pensò. Solo quattro.
Ma quella dannata pietra è a otto passi, non quattro, si disse mentre era a mezz'aria.
All'improvviso si sentì annaspare nel vuoto, come se stesse precipitando.
Aprì gli occhi e vide la pietra sotto di sé per un istante. Vi atterrò col piede sinistro, mentre il destro rimase fuori, sospeso nel vuoto.
Ce l'ho fatta, pensò trionfante per un istante.
Poi perse l'equilibrio e scivolò all'indietro, atterrando con la schiena sull'erba.
Il viso di Shani fece capolino sopra di lui. "Per un attimo ho pensato che ce la facessi sul serio" disse delusa.
"Ma l'ho toccata" rispose Oren alzandosi.
"Ci dovevi atterrare sopra. Non cadere" disse Wei Fu. "Riproverai."
Oren andò verso la pietra di partenza.
"Domani" disse Wei Fu.
"Voglio tentare adesso" disse Oren. "Sento che posso farcela."
"Anche io" disse Wei Fu.
Oren lo guardò accigliato.
"Come hai fatto a raggiungerla?"
"Ho pensato che fosse più vicina."
Wei Fu annuì. "Hai fatto il primo passo. Ne dovrai fare molti altri, ma non è questo il tempo. Prima di andare avanti devi risolvere le questioni che hai in sospeso."
Oren ricordò il motivo per cui era lì. Stava cercando la principessa Joyce e non intendeva smettere di farlo. Quella era solo una pausa che si era concesso prima di tornare alla sua missione.
"Shani mi ha detto dei tuoi amici che vivono nella grande casa del re" proseguì Wei Fu.
"Sta parlando del palazzo di Malinor" sussurrò Shani.
"Sì, l'avevo capito" rispose Oren divertito.
Wei Fu attese paziente che tacessero. "In questi tempi bui, in cui Malinor combatte contro l'orda e i suoi accoliti, farsi ricevere a palazzo è diventato difficile."
Oren ci aveva pensato spesso ma aveva scartato quell'idea. Era andato via da Valonde senza il consenso del re e temeva che presentatosi a Bryce e Vyncent lo mettessero agli arresti o peggio.
Arrivato a Malinor aveva scoperto che era difficile, se non impossibile, farsi ricevere a palazzo. La residenza dei Malinor era sorvegliata e dopo un incidente molto grave di cui tutti parlavano, per gli estranei era diventato ancora più difficile accedere a palazzo.
Per molto tempo si era sentito un disertore, se non un rinnegato per ciò che aveva fatto, ma non se ne pentiva. Aveva viaggiato fin lì per trovare la principessa Joyce. E Sibyl.
Lei più di tutti, doveva ammettere con se stesso.
"Per questo motivo" proseguì Wei Fu. "Ho scritto una lettera di presentazione alla reggente Mire. Dovrebbe essere sufficiente per richiamare la loro attenzione e ottenere il modo di farsi ricevere a palazzo, nonostante tutti i divieti."
"Lo zio Wei è una persona importante e rispettata a Malinor" spiegò Shani. "Mire, la reggente, è una sua cara amica. Non è vero, zio?"
Wei Fu brontolò qualcosa. Prese una pergamena arrotolata e gliela porse.
Oren notò i grossi simboli stampati sulla carta. Uno di essi era un drago dorato con le fauci spalancate.
"Il sigillo dei figli del drago" disse Shani reggendo la pergamena come se fosse la cosa più preziosa al mondo. "Non è facile vederne uno in questa parte del continente."
"Tutta questa fatica per incontrare gli amici stregoni dello straniero" disse Tang Li con tono sprezzante.
Shani gli rivolse un'occhiataccia. "Chiedi scusa a Oren."
"Che venga lui a chiudermi la bocca" la sfidò lui.
Shani si alzò in piedi.
Tang Li fece lo stesso. In altezza l'aveva quasi raggiunta, anche se era poco più di un ragazzino. "Che vuoi fare? Sfidarmi?"
"Il tuo comportamento è vergognoso. Getti discredito su tutta la nostra famiglia" disse Shani.
"Tu nemmeno ne fai parte" disse Tang Li.
"Li Tang" esclamò Wei Fu. "Chiedi subito scusa a tua cugina e al nostro ospite."
Tang Li fece una smorfia. "Dovrei chiedere scusa a chi ha per amico principi e streghe? Lo ha ammesso lui stesso."
"Non c'è niente di male" disse Shani.
Tang Li sogghignò. "Per te che ormai sei abituata a vivere tra di loro è così, ma per noi puri figli del drago è inaccettabile."
"Li Tang" disse di nuovo Wei Fu. "Smettila di coprirti di vergogna."
"Non sono io quello che deve vergognarsi, padre" disse il ragazzo.
"Scusati con Oren" gli intimò Shani.
"E se non lo facessi?" la sfidò lui.
Shani strinse i pugni.
"Vuoi batterti?" fece lui. "Sai che posso sconfiggerti in qualsiasi momento. Finora mi sono sempre trattenuto per non offendere mio padre. In fondo eri la sua allieva e sarebbe disdicevole se ti umiliassi davanti a lui, ma se vuoi..."
"Li Tang" fece Wei Fu per la terza volta. "Credi sia onorevole vantarsi delle proprie forze? Quello che dici non è da figlio del drago. Per noi la gloria che deriva dal combattimento è effimera e passeggera."
"Ho solo detto la verità" rispose il ragazzo.
"Vai a meditare suoi tuoi errori" gli ordinò il padre.
Tang Li si voltò senza dire altro.
Wei Fu trasse un profondo sospiro. "È così da quando sua madre è morta."
"Mia zia morì durante un'epidemia che colpì Malinor sei anni fa" spiegò Shani.
"Mi dispiace per la vostra perdita" disse Oren.
Wei Fu non rispose.
"Domani andremo a palazzo" disse Shani. "E se il drago celeste ci assisterà, potrai incontrare di nuovo i tuoi vecchi amici. Così ti sentirai più sereno e in pace con te stesso."
Oren sperò che fosse così. Era da molto che non era sereno e in pace con sé stesso.

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