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Autore: heliodor    08/02/2019    2 recensioni
Joyce è nata senza poteri in un mondo dove la stregoneria regna sovrana. Figlia di potenti stregoni, è cresciuta al riparo dai pericoli del mondo esterno, sognando l'avventura della sua vita tra principi valorosi e duelli magici.
Quando scoppia la guerra contro l'arcistregone Malag, Joyce prende una decisione: imparerà la magia proibita per seguire il suo destino, anche se questo potrebbe costarle la vita...
Tra guerre, tradimenti, amori cortesi e duelli magici Joyce forgerà il suo destino e quello di un intero mondo.
Fate un bel respiro, rilassatevi e gettatevi a capofitto nell'avventura più fitta. Joyce vi terrà compagnia a lungo su queste pagine.
Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
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Sorpresa

 
"Hai coraggio a presentarti qui" disse Halux facendola entrare.
La sua casa era più in disordine di prima, se possibile. I libri erano aumentati e ora c'era persino una vecchia statua spezzata in due che campeggiava in mezzo al corridoio.
Joyce le gettò una rapida occhiata e notò che mancava la parte superiore. Restavano solo la base di forma quadrata e due gambe tozze e sgraziate che sembravano emergere dalla pietra stessa.
"Sono in ritardo. Mi spiace" disse Joyce.
Halux ridacchiò. "Tutto qui? Dovresti buttarti in ginocchio e implorare il mio perdono, ecco che cosa dovresti fare." Agitò la mano in un gesto vago.
Joyce lo seguì fin nel suo studio. Il tavolo era coperto di pergamene, mappe, gusci di noci e altra robaccia.
"Ti ho detto che mi dispiace."
"Dov'eri finita?" le chiese l'erudito con tono spazientito.
"Anche se te lo dicessi, non mi crederesti mai."
"Sapevo che avresti detto una cosa del genere."
"Sono quasi morta."
"Se nella tua risposta ci fosse stato un quasi di meno, forse avrei potuto perdonarti." Scosse la testa. "Sei peggio di quegli altezzosi eruditi dell'accademia. Quasi, perché è difficile essere al loro livello. Ma tu ci sei vicina. Molto vicina."
Joyce allargò le braccia. "Adesso sono qui. Possiamo partire quando vuoi. Io sono pronta." Non era vero. Aveva detto a Elvana e Vyncent che si sarebbe assentata per qualche ora. Se Halux aveva in mente un viaggio di dieci giorni, avrebbe dovuto trovare una buona scusa per disertare l'addestramento.
"Troppo tardi" fece l'erudito.
"Troppo tardi per cosa? Non andiamo più a Elphys."
"Tu no. Io ci sono già stato" disse Halux con un ampio sorriso.
"Che cosa aspettavi a dirmelo?" disse Joyce con tono di rimprovero.
"Mia cara, devi essere tu a mostrarti dispiaciuta e contrita per avermi abbandonato nel momento del bisogno."
"Io..."
"Lasciamo stare" tagliò corto lui. "Ormai è andata così."
"Hai fatto da solo un viaggio così lungo?" Elphys era a diversi giorni di distanza da Malinor e le strade non erano affatto sicure.
"In verità è durato un attimo, anche se ha consumato quasi tutte le mie forze."
Il viso di Joyce si illuminò. "Hai usato un portale" esclamò sorpresa.
Halux si guardò attorno. "Non urlare, sciocca. Vuoi che le guardie piombino qui per arrestarci. È una stregoneria proibita, non lo sapevi? A nessuno è concesso usare i portali."
Io l'ho usato almeno tre o quattro volte, pensò Joyce, ma decise di tenere per sé quella cosa. Non voleva dare troppe spiegazioni.
"Scusa. L'avevo dimenticato. Che cosa hai scoperto su Sibyl?"
Halux annuì deciso. "Molto. E di grande interesse."
"Davvero?"
Lui annuì di nuovo. "So che cosa le è successo dopo che ha lasciato l'accademia di Luska con quell'altro tizio."
"Arran Lacey."
"Proprio lui." Indicò un grosso tomo. "È tutto scritto qui, in questo registro che ho" fece una pausa. "Preso in prestito dall'archivio di Elphys. Devo ammettere che il funzionario addetto alla sua sorveglianza non era molto sveglio ed è stato facile corromperlo."
Joyce si avvicinò al libro. "Posso leggerlo?"
"L'ho già fatto io per te" disse Halux.
"Che cosa dice?"
"Quello che pensavo. Era Sibyl la maga. Arran Lacey era il suo apprendista. E amante, a quanto sembra. I due vennero scoperti a praticare la magia oscura da qualche parte a nord di Berger. Poiché era una cittadina di Elphys, il circolo locale ne venne informato e inviò i suoi inquisitori per darle la caccia insieme a quelli della capitale."
"E poi? Cosa successe dopo?"
"Sul registro non c'è scritto" disse Halux.
Joyce cercò di nascondere la sua delusione ma lui dovette intuire cosa stava pensando.
"Me l'aspettavo, sai? La guerra contro Malag, la prima, è scoppiata poco dopo l'inizio di questa storia."
Joyce cercò di riflettere. "Malag" disse stringendo i pugni. "Lui deve c'entrare qualcosa."
"Tu vedi Malag dappertutto" l'ammonì Halux. "Di lui non ho trovato traccia nei registri."
"È stato Malag a uccidere Arran Lacey. E forse ha ucciso anche Sibyl."
"E questo come hai fatto a scoprirlo?"
"Fidati, lo so."
"Voglio fidarmi di te, ma mi fido di più delle prove. Tu ne hai?"
Joyce scosse la testa.
"Allora cosa ti rende così sicura che sia stato Malag?"
"Arran Lacey aveva scoperto il modo per batterlo" disse Joyce. "Aspetta, fammi spiegare. Malag appare da qualche parte e inizia la sua guerra."
"Nessuno sa quando e dove abbia cominciato" spiegò Halux. "Quello che sappiamo lo dobbiamo ai pochi cronisti che lasciarono qualche racconto su quegli eventi. Mentre la sua orda avanzava venivano distrutte biblioteche e registri. Sono stati tempi orribili."
"Poco prima della comparsa di Malag, Sibyl e Arran vengono scoperti come maghi, ma riescono a fuggire e nascondersi" proseguì Joyce. "Sibyl muore, forse uccisa da Malag."
Halux alzò una mano. "Questa è solo un'ipotesi, cara ragazza."
"D'accordo, ma ascolta il resto. Arran Lacey prosegue l'opera di Sibyl e decide di sfidare Malag. Per vendetta o per salvare il mondo, o forse per entrambi i motivi."
"Che romantico" disse Halux. "La vendetta è una cosa stupida."
"Se avessero ucciso la persona che ami non diresti così" fece Joyce.
Halux scrollò le spalle. "Mi vanto di non essermi mai innamorato in vita mia. A parte della conoscenza, s'intende."
"Se Malag distruggesse tutte le biblioteche del mondo..."
"Ho capito, ho capito" disse Halux esasperato. "Vai avanti, su. Non ho tutta la giornata."
"Lacey si reca da Malag, lo sfida ma viene sconfitto. Forse muore o forse no. Forse sopravvive abbastanza da confidare a Bellir il segreto dell'arcistregone."
"Bellir? Sei riuscita a infilare anche lui in questa storia?"
"Bellir ha sconfitto Malag."
"È un impostore."
"Hai le prove?"
Halux aprì la bocca per dire qualcosa e poi la richiuse. "Non sei leale. Vai avanti."
"Bellir si reca da Malag, lo sfida e stavolta lo sconfigge."
Halux fece di no con la testa. "Sbagliato. Malag è ancora vivo."
"D'accordo" fece Joyce meno convinta di prima. "Trova un modo per fermarlo per cento anni. In qualche modo, Malag scompare per tutto questo tempo e poi riappare, riprendendo la guerra da dove l'aveva lasciata."
"Ora che mi ci fai pensare, non è un'idea malvagia. Ma non hai alcuna prova."
Ne ho una. Il compendio di Lacey, si disse Joyce.
Ma non poteva dirlo ad Halux.
"Hai idea di quanta gente ha cercato di risolvere questo mistero prima di te?" Halux si alzò e prese una pergamena. La poggiò sul tavolo davanti a Joyce.
Lei la lesse di sfuggita. C'era una lunga sequenza di nomi.
"Che cos'è?"
"Una lista di quelli che hanno scritto almeno un saggio sull'impresa di Bellir" spiegò Halux. "Ed è una lista parziale. E non ho incluso il mio nome."
Joyce allontanò la pergamena con un gesto brusco. "Forse tutti quelli su questa lista non hanno guardato nella direzione giusta."
E non avevano il compendio e un Robern dalla loro parte.
Lui aveva conosciuto Lacey prima che affrontasse Malag e ne venisse ucciso. Come avesse fatto Robern ad assistere a quel duello le era ignoto, ma se l'arcistregone poteva vivere per cento e più anni, perché non poteva anche Robern?
"Direzione giusta, dici?" fece Halux. "Malag potrebbe essere immortale."
"Come un demone."
"Questo l'hai già detto e io ti ho risposto, mi sembra."
"D'accordo, non ha importanza chi o cosa sia davvero Malag. Sappiamo che è forte, che è sopravvissuto molto più a lungo di chiunque altro."
"Gli elfi erano longevi. E anche i demoni, ora che mi ci fai pensare."
"Non importa" ripeté Joyce. "Ciò che davvero conta è che Bellir sapeva come fermarlo. Aveva un'arma con sé il giorno in cui lo sfidò a duello."
"Certo. La spada degli elfi e la corazza dei nani" fece Halux con tono ironico.
"Qualunque cosa fosse, ha battuto Malag con quella. E io credo che sia stato Arran Lacey a dargliela."
"Se Arran Lacey sapeva come battere Malag, perché non l'ha fatto?"
"Non lo so" ammise Joyce. Era il punto debole del suo ragionamento. Perché Lacey non aveva sconfitto Malag? Perché aveva perso, se sapeva come sconfiggerlo?
"Quando troverai la risposta, avrai svelato il segreto" disse Halux.
Joyce guardò fuori dall'unica finestra. "Si sta facendo buio e devo rientrare."
"Vivi ancora in quella locanda?"
Joyce sorrise. "In verità, ora sono ospite al palazzo dei Malinor."
"Sono felice per te, ragazza. Non è che puoi farmi avere un permesso per visitare l'accademia senza dover usare quegli scomodi portali?"
Joyce scrollò le spalle. "Potrei."
"Sarebbe davvero utile. Potrei trovare qualche altra informazione su Bellir e quel tale che ti interessa tanto."
"Lacey. Arran Lacey. È quello il suo nome."
Halux annuì. "Fammi avere quel permesso e scoprirò tutto quello che posso su di lui. È una promessa."
 
Lungo la via del ritorno, passando davanti ad alcune bancarelle, acquistò un sacchetto di noci. ormai le adorava e non riusciva a farne a meno.
Camminò con passo svelto, il viso sferzato dal vento gelido che soffiava sopra la città. Quando raggiunse il palazzo reale era ormai buio.
Le guardie, che ora la conoscevano, la fecero passare senza dirle niente. All'interno si tolse il mantello e si diresse verso la sala dove si riunivano.
Stava pensando alla scusa da usare, quando Elvana le andò incontro.
Per una volta era sorridente e sembrava di buonumore. "Dov'eri finita? Stavo per mandare le guardie a cercarti."
Joyce lo mostrò il sacchetto di noci. "Stavo cercando queste."
"E ci hai messo mezza giornata?" Elvana scosse la testa. "Vieni nella sala comune. Devi vedere una cosa."
Joyce si accigliò.
"Andiamo" la esortò Elvana.
Joyce la seguì senza protestare.
Elvana ormai era la sua guida e le doveva obbedienza. Quando aveva iniziato l'addestramento pensava che sarebbe stato Vyncent a insegnarle quello che non sapeva, ma di fatto passava più tempo con lei che con chiunque altro.
La strega aveva un carattere scontroso e a volte era davvero insopportabile, ma era leale e sincera come pochi altri. Joyce l’aveva mparato a sue spese, ricevendo le punizioni che lei le prometteva ogni volta che sbagiava un esercizio. O non lo eseguiva come lei voleva.
La sala comune era più ampia di quella che usavano per gli allenamenti. Era spoglia, a parte per gli arazzi appesi alle pareti e un tavolo da venti posti al centro del pavimento.
Era lì che pranzavano e cenavano e chiacchieravano, anche se Joyce veniva tenuta fuori da ogni discussione che riguardasse la guerra in corso.
Pensò con rammarico che alla fine non era cambiato molto da Valonde e anche lì non veniva presa nella giusta considerazione.
Entrando, notò che c'erano parecchie persone quella sera. Di solito non si ritrovavano mai tutti insieme, ma doveva essere successo qualcosa di speciale.
Vide Bato e Djana e Bardhian. Vyncent era accanto a Bryce e questa stava persino sorridendo. C'erano anche Lady Gladia ed Eryen con la solita espressione tronfia disegnata sul viso.
E poi c'era una faccia che non conosceva. Era una ragazza dagli occhi dal taglio sottile, come quello dei popoli che vivevano a oriente del continente.
Ne aveva già visti altri, anche a Malinor e non si sorprese più di tanto. La ragazza si guardava attorno con aria seria e attenta.
Accanto a lei, voltato di spalle, c'era un ragazzo dai capelli castani che sembrava stesse parlando con Vyncent.
Questi alzò gli occhi e gli fece un cenno, indicando qualcosa nella sua direzione. Joyce si chiese cosa stesse indicando, poi capì che il suo indice era puntato verso di lei.
Ebbe appena il tempo di chiederselo, perché il ragazzo dai capelli castani si voltò e lei vide il viso di Oren che la guardava stupito.


Ci vediamo Domenica 10 Febbraio per il prossimo capitolo!
  
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